Progetto Rimini: niente nomi, ci concentriamo sul rilancio della città
Progetto Rimini: niente nomi, ci concentriamo sul rilancio della città
"La tediosa discussione avviata fin d`ora a Rimini sulla scelta del candidato sindaco del centrodestra appartiene a un vecchio modo di concepire la politica che i riminesi non comprendono né vogliono più". Lo sostiene Natale Arcuri, consulente di Progetto Rimini, il quale aggiunge anche che "A oltre 6 mesi dalle elezioni lanciare questo totonomime significa considerare l`appuntamento del prossimo maggio 2016 solo un passaggio "tattico" per arrivare a più comodi posizionamenti o accordi futuri".
"Non sarebbe male che prima di lanciare nomi, proclami e smentite si avviasse uno sforzo per comprendere luci e ombre della città di oggi, rappresentarne le criticità ma anche farne capire le opportunità di novità e di rilancio economico e turistico". Progetto Rimini dice di puntare su "un progetto comune con una nuova visione per questa città, ancora prigioniera della sterile e ambigua contrattazione permanente". E conclude: "Questo può essere il campo su cui battere l`astensionismo e lo scetticismo per costruire davvero una alternativa di governo, vincente. Ci sarà tempo per pensare al sistema delle alleanze e il senso stesso di una coalizione che vive in questo momento una grande difficoltà di leadership".
Morrone (Lega): Fregni? E' solo il candidato di Sacchini
Morrone (Lega): Fregni? E' solo il candidato di Sacchini
Già Giulio Mignani, coordinatore provinciale di Forza Italia, era stato esplicito e, a scanso di equivoci, lo aveva ripetuto due volte in dichiarazioni al Corriere: “Il candidato sindaco di Rimini sarà annunciato insieme da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia”. Nell’insistere su questo schema, Mignani non aveva fatto altro che seguire il coordinatore regionale Massimo Palmizio che aveva assegnato alle liste civiche il ruolo di chi semplicemente si accomoda al tavolo apparecchiato dai partiti.
Ora anche il segretario nazionale (cioè romagnolo) della Lega, Jacopo Morrone, alla domanda esplicita su chi esercita la prerogativa di indicare il candidato sindaco risponde con un’altra domanda che contiene una risposta chiarissima: “Se in una società lei ha il 5 per cento delle azioni ed io il 20 per cento, chi ha il diritto di nominare l’amministratore delegato?”.
Quindi i tre partiti della coalizione di centrodestra rivendicano il diritto di esprimere il candidato. Una sottolineatura decisa e ripetuta che manda in crisi (o smentisce categoricamente) le narrazioni che in queste settimane sono venute facendo le varie aggregazioni civiche. Non si capisce, stando alle dichiarazioni ufficiali, dove mai possa approdare Progetto Rimini, che invece persegue un disegno strategicamente opposto: un forte soggetto civico, che esprime il candidato, che poi le forze politiche condividono. O si illude Progetto Rimini o i partiti, Lega in primis, sono cani che abbaiano ma non mordono.
Ma anche l’aggregazione sorta intorno a Dreamini, autoproclamatasi pensatoio intelligente del ricostituito centrodestra riminese, si trova a mal partito. Pubblicamente le scelte di fondo se le vogliono intestare i partiti e la storia politica insegna che un progetto civico ha successo quando più appare svincolato dai partiti o con i partiti in funzione esclusivamente sussidiaria. Le ambizioni di Dreamini si riducono al ruolo di oste del tavolo del centrodestra? Viene da chiedersi poi come potrà inserirsi in questo schema la lista di fuoriusciti grillini annunciata dall’ex capogruppo (fuoriuscito) Luigi Camporesi: da leader di un movimento anti-partiti a sottufficiale di complemento dei partiti di centrodestra?
Quindi? Quindi proviamo a chiedere a Morrone che ne pensa della candidatura del giornalista Franco Fregni. “Mi pare – risponde – sia il candidato di Sacchini (il presidente di Dreamini, ndr), è uno dei tanti di un lungo elenco. Sono molti i nomi messi in campo, poi spetterà a noi della Lega, in quanto partito leader della coalizione, arrivare ad una sintesi che possa essere condivisa da tutti”. Traducendo l’elegante espressione del giovane segretario leghista, “sintesi” significa “che stia bene a noi”. I nomi finora rimbalzati sui giornali sono quelli fatti da Inter-Vista: quello di Fregni, appunto, e quello dell’avvocato Marzio Pecci (Morrone è molto irritato perché abbiamo scritto che è stato subito impallinato). È circolato anche il nome dell’avvocato Saverio Bartolomei, che è stato difensore civico a Rimini dal 2000 al 2002. L’interessato smentisce, anzi precisa di aver detto di no all’offerta. E Morrone conferma di aver sentito il suo nome, ma tiene a precisare che non era un suo candidato.
Ma la Lega ce l’ha un candidato forte da proporre agli alleati o no? “Certamente, – risponde Morrione – l’ho comunicato alle altre forze politiche. La situazione di Rimini non è semplice, ci sono in gioco molti fattori di cui tenere conto. Il sindaco Gnassi, per esempio, sarà rinviato a giudizio? Se lo sarà, penso diventerà difficile per lui avere delle liste civiche a sostegno della sua candidatura. Mi sembra che a Rimini molti stiano ancora alla finestra per vedere come va il mondo. E anche noi dobbiamo fare le nostre valutazioni conclusive”.
Il candidato a sindaco, come ha detto Palmizio, sarà comunicato entro il 15 gennaio? “No, bisogna fare prima. Bisogna partire subito con la campagna elettorale. La battaglia è dura e difficilissima, bisogna battere tutto il territorio, andare casa per casa. C’è bisogno di cominciare a creare una squadra che sia salda e compatta, e tale rimanga nel tempo. Non deve succedere come all’ex Pdl che dopo cinque anni sono divisi in tanti brandelli. Prima si parte, meglio è”.
22 12 2015 | Rimini | Parco del Mare, Confesercenti: bene, ora si sciolga il nodo concessioni
Parco del Mare, Confesercenti: bene, ora si sciolga il nodo concessioni
Il Consorzio Operatori Balneari “Marina Riminese” e il Consorzio Ristobar Spiaggia di Rimini, entrambi aderenti a Confesercenti, ritengono positivo l'interesse manifestato dagli operatori per il Parco del Mare. "E' emerso quanto gli imprenditori balneari siano interessati all'innovazione, Le molte manifestazioni di interesse evidenziano la volontà di investire e di riqualificare le proprie attività".
"Ora - sottolinea la Confesercenti - diventa fondamentale e urgente sciogliere il nodo delle concessioni demaniali per costruire le condizioni necessarie alla pianificazione degli investimenti.
Compito delle istituzioni è supportare le richieste degli imprenditori sul futuro delle imprese balneari.
Inoltre è necessario che l'Amministrazione semplifichi gli innumerevoli adempimenti tecnici e amministrativi previsti per qualsiasi intervento sul demanio e che il sistema creditizio faccia la propria parte per il sostegno finanziario delle imprese.
Su questi temi, cioè l'imprescindibilità del legame tra il futuro delle concessioni e il Parco del Mare, siamo impegnati ad organizzare, già nel mese di gennaio, un momento pubblico di approfondimento con la presenza degli amministratori regionali e locali ed esperti del settore".
giornalaio, 22 12 2015
Crac Mulazzani, sequestri per 60 milioni | In 200 per il Parco del Mare | Muore l'avvocato Bontempi
Operazione Rolling Bricks Sequestri per 60 milioni di euro e 25 imprenditori indagati tra Rimini, Pesaro e Ravenna. E il nuovo atto dell'indagine partita dal fallimento della ditta edile Mulazzani Spa. Le accuse per gli indagati sono quelle di bancarotta fraudolenta, in gran parte preferenziale, e distrazioni di beni per un milione di euro in capo alla famiglia Mulazzani. Secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, avrebbero sottratto al fallimento dell’azienda 60 milioni di beni, ‘girati’ a creditori privilegiati. Questi nei giorni scorsi si sono visti sequestrare appartamenti e terreni (edificabili) con i quali, a detta degli inquirenti, erano stati liquidati dai Mulazzani.(Corriere, Il Carlino, La Voce)
In oltre 200 per il Parco del Mare.Ieri, giorno di scadenza del termine, erano oltre 200 le manifestazioni di interesse pervenute a Palazzo Garampi per il progetto del parco del Mare. Poichè faceva fede il timbro postale si ritiene che altre possano arrivare nei prossimi giorni. Il sindaco Gnassi è trionfante e se la prende con chi aveva scommesso sul fallimento: «Chi trae godimento dalle cose negative, oggi se la gode pochissimo». (Corriere, Il Carlino, La Voce)
Capitale di furti e borseggi. Tutti i quotidiani riprendono i dati dell'annuale rapporto de il Sole - 24Ore sulla qualità della vita nelle città italiane. Quest'anno Rimini si è piazzata al 23° posto, in salita rispetto agli ultimi due anni. Primato negativo per le voci che riguardano la sicurezza e l'ordine pubblico: Rimini è la capitale italiana di furti e borseggi. "Colpa del turismo che gonfia le statistiche", replica il sindaco.(Corriere, Il Carlino, La Voce)
La morte dell'avvocato Bontempi. È finito con la sua auto nel canale di Cesenatico, annegando nell’acqua gelida. Così nella tarda serata di domenica è morto Ettore Bontempi, avvocato riminese di 59 anni. Non è chiara la dinamica dell'incidente. Bontempi aveva anche rivestito incarichi pubblici: era stato vice presidente di Amia e in seguito presidente del Caar. (Corriere, Il Carlino, La Voce)
La rabbia dei risparmiatori. Circa 200 persone, in gran parte pensionati, hanno partecipato nel teatro di Novafeltria all'assemblea dei risparmiatori che hanno perso tutto acquistando azioni od obbligazioni di Banca Marche. La media delle perdite, sentendo gli intervenuti di ieri all’assemblea, è di 20-30mila euro. Quasi tutti versati per acquistare azioni, anche se non mancavano in teatro anche alcuni obbligazionisti. (IlCarlino)
Lido San Silvestro. A Riccione si va in spiaggia anche di inverno. Per una settimana, dal 31 dicembre al 6 gennaio, nella spiaggia libera davanti a piazzale Roma sarà allestito il primo stabilimento balneare invernale con cabine, ombrelloni, lettini e perfino un’area bimbi, attrezzata con palette e secchielli per costruire piste e castelli di sabbia. (Corriere, Il Carlino, La Voce)
Politica e corruzione. Nove sammarinesi su dieci pensano che ci sia un legame molto stretto. Per l’80% le cause della corruzione sono riconducibili ai «rapporti troppo stretti tra politica e affari». Così pensano le 2.232 famiglie di San Marino che hanno risposto al questionario inviato in tutte le case. (Corriere, Il Carlino, La Voce)
21 12 2015 | Rimini | Bancarotta, sequestri per 60 milioni
Rimini | Bancarotta, sequestri per 60 milioni
Obbligo di firma per una persona e sequestro di beni per 60milioni di euro nei confronti di 24, questi i provvedimenti eseguiti questa mattina dalle Fiamme gialle di Rimini su disposizione del tribunale locale. L’operazione ‘Rolling bricks’ è l’esito delle indagini per la dichiarazione di fallimento “di una società riminese, con sedi anche a Pesaro e Ravenna, operante su tutto il territorio nazionale, nota per aver realizzato alcune tra le più grandi opere nel riminese e nel pesarese (fra le tante si citano gli stabilimenti Berloni siti in Pesaro, la sede della BNL di Pesaro, il 105 Stadium, il Centro Commerciale Le Befane di Rimini, il complesso immobiliare Le Torri sito in Pesaro, il Palazzo di Giustizia di Pesaro)”, scrive in una nota la Guardia di finanza.
Prima della sentenza di fallimento, ricondano gli inquirenti, “la società aveva avuto accesso alla procedura del concordato preventivo, poi revocato per inadempimento degli obblighi contratti col Tribunale di Rimini”.
Le indagini hanno coinvolto “numerose società già fornitrici di beni e servizi della fallita e, per esse, i rispettivi legali rappresentanti che sono stati denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria per concorso in bancarotta fraudolenta di tipo preferenziale, quali destinatari di beni e disponibilità alienati dalla fallita in danno degli altri creditori”.
Rilevata, anche, “un’attività distrattiva che ha riguardato un albergo di Riccione avvenuta nei giorni immediatamente antecedenti alla data di presentazione della domanda di ammissione alla procedura concorsuale, nonché di liquidità dai conti correnti aziendali, attraverso finanziamenti infruttiferi concessi dalla fallita a società partecipate dalla stessa e riconducibili alla famiglia che ne deteneva le quote societarie”.
Fregni, ex direttore della Voce, probabile candidato del centrodestra
Fregni, ex direttore della Voce, probabile candidato del centrodestra
Un giornalista candidato per il centrodestra? Sì, è un’ipotesi più che concreta. E corrisponde al nome di Franco Fregni, direttore per oltre dieci anni de La Voce di Rimini. È lo stesso Fregni che lo conferma ad Inter-Vista: “Mi hanno prima chiamato le liste civiche e poi il discorso si è allargato agli esponenti dei partiti di centrodestra. Mi hanno chiesto se ero disponibile per una candidatura. Ed ho dato la mia disponibilità, compatibilmente con alcuni progetti professionali che ho all’orizzonte”.
Fregni non nasconde che la proposta gli ha fatto molto piacere: “Significa che c’è stato un riconoscimento positivo per il lavoro svolto alla direzione del giornale. Sono molto interessato al tentativo di centrare l’obiettivo di un cambiamento nella direzione politico-amministrativa della città. Vedo che liste civice e partiti sono uniti, che stanno facendo un lavoro serio. Prova ne è che fino a questo momento il mio nome non è uscito in pasto sui giornali. Inoltre, nessuno ha sollevato obiezioni sul mio nome”. Gli anni della sua direzione alla Voce sono stati caratterizzati da una linea editoriale molto aggressiva (contro le amministrazioni di sinistra), con polemiche storiche (e relative querele) come quella contro il vescovo Mariano De Nicolò.
Il tavolo del centrodestra ancora non gli ha fatto la proposta ufficiale, ultima e definitiva, anche perché in ballo c’è anche un altro possibile candidato. Un terzo, l’avvocato Marzio Pecci, come abbiamo raccontato sembra essere già fuori gioco.
Franco Fregni però parla già e ragione da candidato: “Essendoci un avversario molto forte, non basta fare discorsi contro, ma bisogna presentare un progetto alternativo di città. Ne vale più di tanto insistere sul rinvio a giudizio per il caso Aeradria. Bisogna fare una campagna elettorale puntando su ciò che ci distingue da Gnassi e dal Pd”
Sul sito web a cui collabora così si presenta: Franco Fregni, si è laureato in storia all’Università di Bologna e il 110 con lode se l’è meritato, come attesta chi ha letto il suo primo romanzo storico, “Finis”, edizioni del Girasole (collana Verba manent). Andando a ritroso nello sfogliare il suo curriculum, ci si imbatte in molte belle esperienze: Qui Modena e La Voce di Romagna, dove è stato direttore responsabile, prima ancora caporedattore al Mattino di Bolzano, Fullpress e Nove Colonne, redattore a L’Adige e collaboratore al Resto del Carlino in quel di Modena.
Fra i suoi interessi, oltre al giornalismo, la letteratura, lo sport e in particolare la vela, il ciclismo e il calcio. Cura la rubrica “Piada e sardoni“.
Adesso collabora ad una rivista svizzero-inglese che si occupa di economia.
Dal bus del Trc per ora si vede il degrado di Rimini. Visita guidata lungo il tracciato
Dal bus del Trc per ora si vede il degrado di Rimini. Visita guidata lungo il tracciato
In carrozza, si parte. Visita guidata per i giornalisti lungo il percorso del Trc a bordo di un bus che, nella sostanza, non ha molto di diverso da quelli che a suo tempo entreranno in servizio. Quindi una sorta di prova generale che ha avuto come guida “turistica” l’ingegner Ermete Dalprato, direttore di Agenzia Mobilità, accompagnato da tutto lo stato maggiore dei tecnici impegnati nella realizzazione dell’opera.
Il bus segue il percorso fino a Riccione, quando è costretto a tornare sulle strade normali per portare a vedere i cantieri tuttora aperti. Messaggio fin troppo chiaro e ripetuto ogni volta che se ne presenta l’occasione: dove abbiamo potuto lavorare serenamente, il tracciato è pressoché completato; dove abbiamo subito molteplici attività di ostacolo, siamo in ritardo. Al sindaco Renata Tosi questa mattina saranno fischiate le orecchie più volte.
In effetti nel tratto riminese fino al Marano il tracciato è quasi completato, anche se per dire che l’opera è finita manca parecchio: non solo l’ultima passata di asfalto, ma tutte le rifiniture, stazioni comprese. È come se fosse stato fatto il grezzo di una casa: si vede la forma ma non è affatto pronta per andarci ad abitare. Dalprato ipotizza sia necessario ancora un anno e mezzo di lavoro (compreso il tratto di Riccione) ma aggiunge che stanno lavorando per poter concludere entro la fine del 2016. Dopo, dovrà partire la fase di collaudo, che impegnerà altro tempo. Insomma la certezza sul giorno in cui partirà il primo bus del Trc non c’è.
Il tracciato dalla stazione di Rimini a Riccione è lungo 9,7 chilometri, la metà del quale con corsia a senso unico (prevalentemente a Rimini), l’altra metà a doppio senso di circolazione (soprattutto a Riccione). Fa decisamente impressione, a Rimini, la zona vicino a Lagomaggio dove la corsia è larga il minimo indispensabile, stretta fra la ferrovia e le case, molte delle quali hanno ancora balconi e pertinenze che si affacciano (per usare un bel termine) sul tracciato. Per capirci, con un salto, si potrebbe prendere il bus letteralmente al volo. Poco entusiasmante lo spettacolo estetico: il tracciato attraversa il retrobottega di abitazioni e alberghi, con molti rifiuti, detriti, edifici decrepiti in bella vista. Se il Trc a Rimini deve essere un’occasione di riqualificazione urbana, ancora c’è molto da fare. Dalprato spiega che Am ha voluto procedere in gran fretta a realizzare il tracciato, per il resto si interverrà d’ora in poi cercando accordi con i proprietari degli immobili. A suo tempo, probabilmente ci vorrà anche un’ordinanza che obblighi i privati a mettere ordine e pulizia nei retrobottega. Altrimenti i turisti avranno l'impressione, in alcuni tratti, di essere finiti in un'area di sottosviluppo, altro che Rimini! Dalprato sostiene che prima del loro intervento era molto peggio. Allegria!
Durante il percorso fino a Riccione, il bus dei giornalisti si è fermato per sottolineare le opere di contorno che sono state realizzate: sottopassi, piste ciclabili, ponti. Ad Am vanno particolarmente orgogliosi del ponte sul Marano , lungo 40 metri, a campata unica. Dalprato chiama queste realizzazioni “le nostre opere d’arte”. Lungo il tracciato ci saranno anche punti che consentiranno l’uscita dei mezzi o verso il deposito o, come a Miramare, verso l’aeroporto (ma è più probabile che venga organizzata una navetta normale che dallo scalo porta alla stazione del Trc).
A fare la spola fra Rimini e Riccione saranno i mezzi prodotti da una ditta svedese, Hess, alla quale si è dovuti ricorrere dopo il fallimento della precedente che forniva i famosi Phileas. Sono dotati di un sistema di guida ottico in accosto alle fermate. Am li ha scelti con questa predisposizione, prima di montare la guida ottica aspetta però di sapere come va a finire il collaudo di questa tecnologia in corso sui bus di Bologna.
Nel viaggio di ritorno, senza fermate, da Miramare alla stazione il bus dei giornalisti ha impiegato 11 minuti, perfettamente in linea con i previsti 25 minuti di percorrenza totale. Ma non c’erano fermate e non c’erano semafori per consentire il passaggio ad altri bus. Se si confrontano i 25 minuti con il tempo che un’auto normalmente impiega percorrendo il prolungamento di via Roma verso Riccione, non si può dire che, almeno sulla carta, i tempi siano particolarmente competitivi. Vedremo come reagirà il “mercato”.
Dalprato assicura che i costi dell’opera sono ancora dentro il preventivo dei 92 milioni. Le uniche spese in più sono quelle del funzionamento della struttura (che lavora per più tempo rispetto al previsto) e per i ritardi accumulati a Riccione (almeno un anno). Una volta quantificato il valore economico del tempo perso, Am batterà cassa da chi di dovere. Cioè dal Comune di Riccione. E così continuerà all’infinito la madre di tutte le battaglie.
Il nuovo mezzo scelto da AM: Swisstrolley 4
Centrodestra, quanti candidati! Uno già rottamato
Centrodestra, quanti candidati! Uno già rottamato
Diciamolo con franchezza: sono tempi duri per chi si aspettava un inverno frizzante e pungente, almeno dal punto di vista politico. Le premesse c’erano tutte: a maggio si vota per eleggere il sindaco dopo un mandato di Andrea Gnassi che, nel bene e nel male, ha fatto ampiamente parlare di sé, suscitando entusiasmi (“eppur si muove”) e critiche feroci (“solo eventi e distintivi”).
Invece la vita politica di Rimini si è ridotta ad una continua melina a centrocampo, in attesa, come il povero Drogo nella Fortezza Bastiani, di tartari (magari vestiti con la toga dei magistrati) che mai appaiono all’orizzonte. Né è servito a riscaldare gli animi l’intervento improvviso del bolognese Massimo Palmizio, coordinatore di quel che resta di Forza Italia. La narrazione politica di Palmizio ha però il merito di spingere a provare a fare un punto della situazione. Il proconsole berlusconiano annuncia con sicurezza che a metà gennaio il centrodestra finalmente riunito (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) sarà pronto ad indicare il proprio candidato sindaco, sul quale dovrebbero convergere le varie liste civiche. Compresa, secondo alcuni resoconti, Progetto Rimini.
A parte il fatto che il presidente di Dreamini Bruno Sacchini aveva detto a noi di Inter-Vista che il nome sarebbe uscito a metà dicembre (ma si sa che in politica gli auspici non sempre si traducono in realtà), la notizia clamorosa è che in pectore il centrodestra avrebbe non uno, ma addirittura tre candidati. Un’abbondanza di aspiranti sindaci che il centrodestra che vive e lotta fra il Marecchia e il Marano non ha mai conosciuto nella sua ventennale storia. Salvo precisare, il Palmizio, che però i candidati buoni sono in realtà due, perché uno avrebbe qualche problema. Quale sia l’ostacolo, il coordinatore berlusconiano non lo dice, ma pare che il candidato in pectore proposto dalla Lega, che secondo il pallottoliere elettorale ha l’onore e l’onere di dare le carte, sia uscito malconcio da una riunione del famoso tavolo di lavoro del centrodestra. L’uomo corrisponde al nome di Marzio Pecci, ex socialista di osservanza pizzolantiana, avvocato, un tempo riccionese, adesso residente nelle Marche, che qualche legislatura fa è stato un candidato (perdente) di Forza Italia a Riccione (prese meno voti della sua lista). Un curriculum che non ha entusiasmato molti dei convitati e che, soprattutto, ha permesso a Gioenzo Renzi, leader di Fratelli d’Italia, di impallinarlo come meglio non poteva. Non è un mistero per nessuno che Renzi sogni la rivincita dalla bruciante sconfitta del 2011 e che quindi farà il pelo e il contropelo a tutti i concorrenti che gli saranno proposti. Un consiglio che si può dare ad un aspirante candidato, è che prima di esporsi passi a frenare gli ardori di Renzi per cercare di evitare di essere subito rottamato, giusto per usare un’espressione di un renzismo di diverso colore. Degli altri due candidati, l’unica indiscrezione trapelata è che uno dovrebbe essere un giornalista (Franco Fregni, ex direttore de La Voce).
Quel che resta da rimarcare delle esternazioni di Palmizio è che lo schema di gioco dovrebbe essere: centrodestra unito che propone un candidato sindaco (indicato dalla Lega, aggiungiamo noi), corteo delle liste civiche che si aggrega. Certamente, nonostante sia stato scritto, senza Progetto Rimini. “A meno che Forza Italia giochi su due tavoli”, osserva senza crederci molto il presidente di Dreamini, Sacchini. “E poi – sottolinea – mi pare che Progetto Rimini punti ad un rapporto con il Pd senza Gnassi”.
È invece certo, lo ribadisce il consulente Natale Arcuri, che Progetto Rimini non segue lo schema di gioco indicato da Palmizio. L’associazione è impegnata in incontri con associazioni di categoria ed esponenti imprenditoriali per presentare il proprio progetto di rilancio della città. Se il progetto riceverà adesioni e consensi, si potrà fare una lista con un candidato sindaco che i partiti di centrodestra potranno decidere di sostenere. Lo schema Riccione, insomma, senza variazioni di sorta.
Tutto ciò senza molta fretta, perché in casa di Progetto Rimini non considerano affatto conclusa la vicenda Gnassi, cioè non danno per scontato che il suo partito lo candiderà ufficialmente. I suoi nemici interni, senza far troppo clamore, sono lì pronti a prendere la palla al balzo per segnare il gol che costringerebbe l’attuale sindaco a scendere da cavallo. Si aspettano i tempi della magistratura, l’evolversi della questione aeroporto (a parte il rinvio a giudizio, che succederà se il Consiglio di Stato a febbraio lo richiude?), magari qualche errore tattico dello stesso Gnassi, che non ha nel carattere un buon alleato.
Quindi andremo a mangiare il panettone e a brindare al 2016 senza conoscere i nomi degli sfidanti per le amministrative. Fra una fetta di panettone e un bicchiere di spumante, potremmo meditare sulla stranezza di una città dove le forze (liste civiche e partiti) dell’area di centrodestra inseguono disegni paralleli che, a differenza delle convergenze di Aldo Moro, sembrano destinate a non incontrarsi mai. Ognuno dichiara di stare lavorando al progetto realistico e vincente, ma finché restano due potrebbe significare che qualcuno fa semplicemente tattica e/o qualcuno scambia la realtà con le proprie parole. Tutti e due rischiano di finire scornati.
Inchieste sulla Carim: la musica amara del presidente Bonfatti
Inchieste sulla Carim: la musica amara del presidente Bonfatti
Dovevano essere festeggiamenti in musica per i 175 anni dall’apertura del primo sportello, ma lo spartito che gli ultimi eventi costringono a seguire è di altro tenore. E il presidente di Carim, Sido Bonfatti, non solo non nasconde il disappunto, ma annuncia che d’ora in poi cambierà la musica anche della banca, a suon di querele contro chi diffonde notizie false e imprecise sullo stato di salute della banca.
Oggi i vertici di Carim, il presidente Bonfatti e il direttore generale Giampaolo Scardone, hanno tenuto una conferenza stampa, programmata da tempo, per illustrare le iniziative per celebrare i 175 anni di vita dell’istituto di piazza Ferrari. Al termine delle loro relazioni è arrivata, inevitabile, la domanda sulla posizione della banca rispetto alle inchieste che sembrano moltiplicarsi senza sosta. L’ultima, secondo indiscrezioni che già ieri Carim ha smentito decisamente, avrebbe preso il via a seguito della relazione conclusiva dell’ispezione che Bankitalia ha concluso nell’aprile 2015. Secondo queste indiscrezioni, la banca avrebbe concesso prestiti senza adeguate garanzie, cioè avrebbe proseguito nella pratica che portò al commissariamento.
Bonfatti ricapitola. C’è la vecchia inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio di 24 persone fra amministratori e manager, per i quali l’assemblea dei soci ha votato la costituzione in mora in vista di una eventuale azione di responsabilità. C’è la seconda inchiesta con la quale si contesta alla banca la distribuzione degli utili del bilancio 2013. “Non capisco – argomenta Bonfatti – cosa ci sia di criminale nel distribuire gli utili figurativi dopo quattro anni che ciò non avveniva. Si dice che non dovevano andare alla Fondazione, che pure è socio, che li ha utilizzati per iniziative di carattere sociale”. C’è infine la nuova inchiesta, della quale i vertici Carim affermano di non sapere nulla. Bonfatti ironizza anche sui presunti fatti commessi (spostamenti di bilancio abbattuti): “Non so cosa significhi in italiano”. E precisa ancora una volta che la relazione degli ispettori della Banca d’Italia non ha prodotto sanzioni contro l’istituto. E qui parte l’affondo polemico: “O questa inchiesta è falsa, e allora partono le querele per diffamazione; o è vera, allora significa che c’è stata un’ispezione di cui non abbiamo saputo niente o c’è stata una violazione del segreto d’ufficio perché noi la notizia l’abbiamo saputa solo dai giornali”.
Bonfatti parla di un “linciaggio” a cui Carim, e forse ancor più la Fondazione, sono sottoposti da tempo. Ricorda, - senza voler recriminare, dice - che rispetto ai 130 milioni di aumento di capitale chiesti da Bankitalia, si è risposto solo con 70 milioni. Eppure la banca è ripartita e grazie all’intervento della Fondazione è stato evitato che nel capitale sociale finisse una delle famose quattro banche protagoniste del recente dissesto finanziario. “Non fosse stato così, oggi saremmo con qualche preoccupazione in più”.
Il direttore Giampaolo Scardone, da parte sua, ha fornito qualche elemento sullo stato di salute della banca e sulle strategie per il medio termine. Ha confermato che Carim lavora ad un progetto di ricapitalizzazione del valore di 30 milioni che dovrebbe essere realizzato nei primo semestre del 2016. Gli interlocutori sono “chi ci sta”, sperando comunque in una risposta positiva da parte del territorio. Ha sostenuto che la banca ha fatto i compiti a casa per quanto riguarda la razionalizzazione dei costi. Gli sportelli sono scesi da 120 a 75 ed il personale è diminuito di 75 unità, senza far ricorso ai licenziamenti. Sul “groppone” restano i crediti anomali, ereditati dalla passata gestione. L’ammontare è passato da 640 a 910 milioni, con le sofferenze, in particolare, che sono salite da 250 a 581 milioni. La banca ne ha coperte 200 milioni, di cui solo 10 facendo ricorso al patrimonio, il resto con il reddito prodotto. L’obiettivo è allinearsi alla media (9 per cento) del sistema bancario nazionale. In programma la cessione di parte del portafoglio “anomalo”.
Ciò non ha significato chiudere i cordoni della borsa perché nel 2015 sono stati erogati 210 milioni di crediti. L’orizzonte entro cui la banca si muove è essere al servizio delle imprese e delle famiglie, con l’ambizione di diventare punto di riferimento nel risparmio gestito. Quanto al problema del mercato delle azioni Carim, l’ipotesi a cui sta lavorando il direttore Scardone è la quotazione nel mercato Hi-Mtf.
15 12 2015 | Rimini | Carim festeggia in musica i 175 anni
Carim festeggia in musica i 175 anni
In occasione del 175° anniversario dell’apertura del suo primo sportello bancario, Carim promuove nel periodo natalizio una serie di appuntamenti musicali nelle sue filiali, per valorizzare le eccellenze del territorio come l’Istituto Musicale Pareggiato Lettimi di Rimini. Gli eventi finali del 3 e 10 gennaio prossimi hanno il patrocinio del Comune di Rimini.
L’iniziativa è nata grazie all’amichevole collaborazione dell’Avv. Gianandrea Polazzi, noto professionista riminese e professore al Conservatorio di Pesaro e l’Istituto Musicale Pareggiato Lettimi di Rimini. Banca Carim ha così inteso valorizzare un’eccellenza del territorio rendendo protagonisti gli allievi del prestigioso istituto musicale cittadino, nato nel 1825. Il Direttore dell’Istituto Lettimi, Maestro Alessandro Maffei, si è adoperato per rendere possibile gli incontri musicali creando dei piccoli gruppi di allievi (o ex-allievi divenuti maestri) che dal 9 al 28 dicembre si esibiranno all’interno delle filiali di Banca CARIM, con un ottimo programma di musica classica ( www.bancacarim.it)
Domenica 3 gennaio 2016, esattamente nell’anniversario dell’apertura del primo sportello di Banca CARIM, resteranno aperte nel pomeriggio (dalle 15.30 alle 18.00) le filiali della sede centrale in Piazza Ferrari e di Corso d’Augusto a Rimini (la storica Agenzia di Città), dove si esibiranno gli allievi del Liceo Lettimi e si potranno visitare i locali normalmente chiusi al pubblico.
Sempre domenica 3 gennaio, il terzo luogo aperto alla cittadinanza sarà Palazzo Agolanti in via Gambalunga 29, dove il Trio Donizetti (ensamble fiati) terrà un concerto, a cui seguirà una visita guidata agli antichi reperti di epoca romana con un’introduzione storico – artistica a cura dello Studio Cumo Mori Roversi che si è occupato del restauro del Palazzo.
L’appuntamento che concluderà il calendario del programma ‘175 anni in Musica’ sarà il ‘Gran Gala della Lirica’ in programma al Palacongressi di Rimini domenica 10 gennaio 2016 alle ore 17.00. L’ingresso sarà gratuito, su invito.
Protagonista il Maestro Matteo Salvemini che dirige il Coro Lirico "A. Galli" Rimini e la Lviv Philarmonic Orchestra - una delle migliori orchestre ucraine - con la straordinaria partecipazione di quattro solisti di fama internazionale: il soprano Dimitra Theodossiou, il baritono Giuseppe Altomare, il mezzosoprano riminese Anna Malavasi e il tenore Enzo Errico. Il programma prevede l’esecuzione delle arie più celebri di Verdi (dal Nabucco, Trovatore, Traviata, Vespri Siciliani), Bizet (Carmen), Puccini (Tosca), Mascagni (Cavalleria Rusticana), Bellini (Norma).
La presentazione del programma è stata l'occasione epr fare il punto sulle azioni di solidarietà della banca: al 31 dicembre 2015 il totale degli ‘impieghi etici’ (a favore di Ambiente, Cooperative, Microcredito, Terzo Settore) ammontano a quasi 51 milioni di euro; oltre 1.400 i soggetti che ne hanno beneficiato; 317.000 euro sono stati distribuiti sul territorio tramite i Social Bond (le due emissioni per San Patrignano, per le onlus riminesi, per le parrocchie della diocesi di Rimini e da ultimo il social bond per l’IRST di Meldola, per finanziare la ricerca scientifica contro il carcinoma mammario).
Il Mese del dono, iniziativa benefica lanciata da Banca Carim, ha consentito alle associazioni non profit del territorio di raccogliere tramite il portale di crowdfunding Eticarim.it oltre 75.000 euro nel solo mese di ottobre. La Banca ha contribuito a raggiungere tale importo raddoppiando le donazioni dei cittadini. Dal 24 ottobre 2014 Eticarim ha raccolto quasi 114.000 euro.