Il segretario della Lega, Jacopo Morrone, e il candidato sindaco Marzio Pecci
Il segretario della Lega, Jacopo Morrone, e il candidato sindaco Marzio Pecci
La Lega veste Pecci con la felpa. "Forza Italia? Vale il 5/6 per cento"
La Lega veste Pecci con la felpa. "Forza Italia? Vale il 5/6 per cento"
Per Jacopo Morrone, segretario romagnolo della Lega, il dialogo con i potenziali alleati per ricucire la coalizione di centrodestra si riduce all’invito ad accomodarsi al tavolo già da lui apparecchiato e al quale siede, in mezzo ai giovani leghisti, l’avvocato Marzio Pecci, anche lui con la sua bella felpa bianca con la scritta RIMINI.
In attesa che l’inventore della felpa come strumento di messaggio politico, Matteo Salvini scenda a Rimini (è atteso per metà marzo), la Lega ha presentato il suo candidato, ribadendo che non c’era più tempo da aspettare se si vuole conquistare Palazzo Garampi. Seguirà a ruota una lista civica leghista in appoggio a Pecci. E Forza Italia? E Fratelli d’Italia? E tutto il resto del civismo riminese, pure interessato a mandare a casa Andrea Gnassi?
Morrione cita il coordinatore regionale azzurro Palmizio che lo invita ad avere pazienza perché “si stanno organizzando”. Ripete che le porte sono aperte e che comunque lui non ha mai ricevuto dai potenziali alleati proposte serie sui nomi. “Si è parlato anche di persone che manco sapevano di essere candidate”. Concede che è stato fatto il nome di una imprenditrice (Linda Gemmani, ndr) per la quale se vuole ci può essere un posto da vice sindaco e da assessore. Ed anche il candidato sindaco Pecci (“Finora non ho partecipato alle trattative politiche, adesso ne sono investito anche io”) innalza con nonchalance il proprio muroe fa capire cosa intende la Lega per dialogo. “Forza Italia? La sua classe dirigente vale il 5/6 per cento dell’elettorato e quindi fa fatica a trovare un candidato. Fratelli d’Italia? C’è Gioenzo Renzi che vuole correre per la quarantesima volta”. Complimenti che fanno capire che la Lega ha voluto mostrare i suoi muscoli, anche con qualche boutade tipicamente salviniana. “Sono convito che riusciremo ad arrivare al ballottaggio anche da soli”, ha assicurato Pecci. E alla precisa domanda, se la Lega sarà disponibile a rimettere tutto in discussione di fronte ad un eventuale nome forte proposto da altri partiti e civici di centrodestra, Morrone risponde che a Rimini ci vince con una squadra, non con un uomo solo al comando, che Pecci è il coordinatore di questa squadra. Dopo la conferenza stampa era comunque in programma un incontro con Giulio Mignani, coordinatore provinciale di Forza Italia.
Il candidato sindaco ha speso ancora molte parole che rivendicare il titolo di riminese. “Mio padre era di Rimini, così come i miei nonni. Conosco la città attraverso il mio studio legale, attraverso le persone che si rivolgono a me ho un preciso quadro dei problemi che vivono”. Ha quindi fornito qualche particolare del programma. Al primo proposto, ovviamente, sicurezza e microcriminalità, da combattere con telecamere e presidio del territorio, mandando sulla strada gli uomini delle forze dell’ordine che stanno negli uffici. Pecci, in nome della trasparenza amministrativa, promette che ai cittadini saranno date “risposte certe entro uno o due giorni”. Parla di una città ingessata da oltre cinquant’anni, dell’economia che non va bene perché negli ultimi tempi hanno chiuso 1400 partite IVA, del turismo che va rilanciato attraverso la cultura (la “Rimini romana e medievale”) e legando gli eventi effimeri al patrimonio culturale. Si spinge a immaginare l’abbattimento della frattura fra la città turistica e il centro storico (il “muro” della stazione) ma non spiega come.
Il programma completo, informa, lo leggeremo fra un mese. Intanto avverte che parte la campagna elettorale casa per casa.
In sala nessun esponente di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, di Dreamini, di Progeto Rimini. Solo l’ex grillino Luigi Camporesi che sabato prossimo presenterà la sua lista, ma senza l’indicazione del candidato sindaco, in attesa degli eventi. Fra il pubblico anche un iscritto al Pd che prende la parola per dire che quanto detto da Pecci su turismo e cultura è già stato fatto da Gnassi. Morrone si scalda e chiude bruscamente la conferenza stampa. Tutti in piazza a fare la foto della squadra con la felpa bianca.
Davide Grassi, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle di Rimini
Davide Grassi, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle di Rimini
Grassi, candidato 5 Stelle: basso profilo e garantismo per Gnassi
Grassi, candidato 5 Stelle: basso profilo e garantismo per Gnassi
“No, non farò dell’eventuale rinvio a giudizio di Gnassi un cavallo di battaglia della campagna elettorale. Sono avvocato, sono garantista. Non faccio attacchi sul piano personale”. Davide Grassi, candidato sindaco (in attesa di certificazione) del Movimento 5 Stelle, alla sua prima uscita pubblica riserva questa sorpresa. Una convinta dichiarazione di garantismo non si era mai udita nel mondo pentastellato, riminese e non. In verità tutto l’insieme della conferenza stampa è stato lontano dai toni gridati ed eccessivi a cui i grillini ci hanno abituato. Non sapremmo dire se per via della temperatura polare (conferenza stampa all’aperto sulla gradinata del Palazzo del Podestà) e per se per via di un deliberato profilo low, da sapiente marketing elettorale che non vuole spaventare l’elettorato moderato. Sarà il proseguo della campagna elettorale a dircelo.
Davide Grassi, circondato da tutto lo stato maggiore a 5 Stelle di Rimini e provincia (assente la consigliera Carla Franchini), non è andato molto in profondità sulle idee e i progetti con i quali pensa di conquistare gli elettori. È rimasto in superficie: titoli e slogan. “Il programma, che è già a buon punto, lo andremmo ad approfondire nelle prossime settimane”, ha precisato a più riprese il capogruppo in consiglio comunale Gianluca Tamburini.
Per il momento dobbiamo dunque accontentarci di ciò che dice di suo il candidato sindaco. A Rimini fino ad oggi si è guardato solo all’estetica, non alla sostanza, si è curato il centro storico e si sono trascurate le periferie. Invitato a dire qualcosa di qualcosa di più sulla sua visione della città, Grassi elenca i temi della sicurezza, della legalità, della partecipazione dei cittadini, senza però entrare nel merito di problemi e proposte.
Due parole di presentazione: “Sono avvocato, da sempre attento all’impegno sociale e al volontariato. Mi sono occupato delle vittime di usura ed estorsione”. Aggiungiamo noi: è figlio d’arte, il padre è l’ex parlamentare Ennio Grassi, mai iscritto ed elettore del Pd.
Ha accettato di candidarsi perché ha riscontrato una condivisione degli ideali del Movimento 5 Stelle. Fino a qualche giorno fa ha ripetutamente negato la sua candidatura per “rispetto degli altri candidati che non avrebbero avuto la stessa visibilità”. E allora perché il Movimento non ha comunicato tutte le candidature che sarebbero state sottoposte al voto degli attivisti? Qui si incarica di rispondere il capogruppo Tamburini: “Per lasciare tutti più tranquilli, noi e i candidati, visto che c’era la pressione della stampa che voleva conoscere i nomi”. Mah…
La candidatura di Grassi e della lista deve ora superare il vaglio della certificazione dello stato maggiore di Milano, sulla base dei documenti (fra cui il certificato penale) che dalla prossima settimana saranno inviati. E se, come sembra e si teme, spuntasse un’altra lista che ambisce ad usare il logo pentastellato? Qui è l’europarlamentare Marco Affronte che si incarica di spiegare la complessa liturgia a 5 Stelle: “Milano cercherà di favorire un accordo. Se questo non avviene sentirà gli eletti del territorio: siamo tutti qui, quindi è già chiaro cosa diremo. In casi estremi, si potrebbe ricorrere al voto della Rete”.
Grassi ha quindi risposto a qualche domanda politica. Dovesse andare a Palazzo Garampi, che farà del Trc che i grillini hanno sempre avversato? Risposta molto diplomatica: “Sappiamo essere costruttivi. Guarderemo se funziona e se non ha provocato buchi nel bilancio”. Teme di più la sinistra o un centrodestra ricompattato? “Ai cittadini diremo di non sbagliare consonante (Gnassi, Grassi, ndr), altrimenti la città non cambia”. Dovesse vincere, come sceglierà gli assessori? “Certamente non saranno iscritti ai 5 Stelle. Sceglierò solo persone di comprovata competenza tecnica e con capacità di relazione con i cittadini”. Quanto teme l’annuncia lista dell’ex Luigi Camporesi: “Nessun timore, non so neppure se poi ci sarà realmente”. Aggiunge Tambrini: “Facciamo il nostro in bocca al lupo a Camporesi per le sue scelte future. Noi conquisteremo i consensi sulla base del nostro programma”.
21 01 2016 | Rimini | Aeroporti: Ancona punta su estero e traffico cargo
Aeroporti: Ancona punta su estero e traffico cargo
Mentre a Rimini gli occhi sono puntati sulla sentenza che il 4 febbraio prossimo emetterà il Consiglio di Stato e sulle conseguenze che potrà avere sull'aeroporto di Rimimi, il diretto concorrente di Ancona dà segni di movimento.
E' stata diffusa una nota circa un incontro fra il nuovo amministratore delegato Andrea Delvecchio, che era il rappresentante della cordata Novaport Italia arrivata terza al bando Enac per Rimini, con i vertici di Confindustria delle Marche. Nel corso dell'incontro, il presidente di Confindustria Marche Bruno Bucciarelli ha sostenuto che ritiene prioritarie le azioni volte a supportare l’internazionalizzazione del sistema produttivo per rafforzare la crescita con un potenziamento dei collegamenti tra le Marche ed il resto del mondo.
L’amministratore delegato di Aerdorica Andrea Delvecchio ha affermato che “lo scalo marchigiano si concentrerà principalmente sullo sviluppo del traffico business, sul potenziamento dei collegamenti con gli hub internazionali e, non per ultimo, su un consistente potenziamento del traffico cargo. L’obiettivo fondamentale del nuovo management di Aerdorica è quello di aprirsi sempre più al territorio, consolidando relazioni con tutti gli attori locali sia in ambito industriale che turistico attraverso l’istituzione di tavoli tecnici che trattino le varie problematiche ed opportunità offerte dalla realtà territoriale. Aerdorica intende cioè farsi portavoce di tutte le esigenze legate alla mobilità nella consapevolezza che soltanto una costante collaborazione tra tutti i soggetti possa portare benefici all’intera economia regionale. La società, pertanto, considera tra gli obiettivi primari il potenziamento dei collegamenti internazionali, volano irrinunciabile per le imprese, nonché uno dei più importanti fattori chiave di successo per il settore imprenditoriale”.
21 01 2016 | Rimini | Morrone conferma: sabato la Lega scende in campo con Pecci
Morrone conferma: sabato la Lega scende in campo con Pecci
“Abbiamo deciso, come Lega Nord, di troncare gli indugi e di rompere con certe consuetudini del passato che volevano discese in campo troppo tardive dei candidati alla carica di sindaco da opporre ai candidati indicati dalle coalizioni della sinistra”.
Così scrive in una nota il segretario romagnolo della Lega, Jacopo Morrone, confermando che sabato 23 gennaio alle 11 alla Sala degli Archi, in piazza Cavour a Rimini, ci sarà la presentazione del candidato a sindaco, l'avvocato Marzio Pecci.
Alla conferenza stampa saranno presenti oltre a Morrone e allo stesso Pecci, il segretario provinciale di Rimini, Bruno Angelo Galli, il responsabile comunale, Matteo Zoccarato, i due consiglieri regionali romagnoli, Massimiliano Pompignoli e Andrea Liverani, il sindaco di Montefiore Conca, Vallì Cipriani, il vice sindaco di Sant’Agata Feltria, Paolo Ricci.
“Il tira e molla sui nomi non ci appartiene, - afferma Morrone - né condividiamo le mediazioni al ribasso, non ci interessa partecipare, ma mettere tutte le forze in campo per cercare di vincere. E’ questo che i nostri elettori ci chiedono, ma è soprattutto quello che si aspettano tutti i riminesi che da troppo tempo sollecitano un cambio di marcia da parte del centrodestra o, comunque, da parte di quell’area, molto vasta, che non si riconosce nelle politiche della sinistra e che è unita dalla consapevolezza che a Rimini c’è molto da cambiare”.
21 01 2016 | Il vescovo di Rimini interviene sulla famiglia. Aperte le iscrizioni al Family Day di Roma
Il vescovo di Rimini interviene sulla famiglia. Aperte le iscrizioni al Family Day di Roma
Un bambino è un dono, non un prodotto. "E perciò ritengo che non si possa parlare di un diritto al o sul bambino, ma del bambino: di essere riconosciuto, accolto, compreso dalla madre e dal padre; di godere di una sicurezza e stabilità affettiva per scoprire la propria identità; di venire educato in una scuola che rispetti gli orientamenti religiosi e morali delle rispettive famiglie e sia aperta a un costruttivo pluralismo".
Così il vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi in un intervento sulla famiglia, titolato "Dalla parte dei bambini e delle famiglie", pubblicato sul sito della diocesi. Non c'è nessun riferimento esplicito alle unioni civili, alla stepchild adoption, alla manifestazione contro il disegno di legge Cirinnà che si terrà il prossimo 30 gennaio a Roma, ma è evidente che tempi e contenuti dell'intervento del vescovo sono direttamente collegati al dibattito in corso.
Il linguaggio scelto per ibadire l'importanza di una famiglia composta da padre e madre è quello della testimonianza personale. "Non sono sposato e non ho generato figli, . scrive monsignor Lambiasi - ma vengo da una famiglia economicamente modesta, eppure affettivamente e spiritualmente molto ricca, anche culturalmente, nel senso di comportamenti e di valori. Comunque non la cambierei con nessun’altra al mondo. E’ da questa che ho imparato a diventare uomo e cristiano. Ho imparato che l’egoismo è il male più grande e che la fortuna più favolosa nella vita è l’amore. Non era, la nostra, una famiglia perfetta, né al “Mulino bianco”, ma bella sì. Bella perché normale, con inevitabili limiti e carenze. Ma ho imparato a distinguere la luce dalle ombre. Ho imparato a “non gettare l’acqua sporca con tutto il bambino”. Ho imparato che “l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re”. Che una cosa non è buona perché la voglio, ma la voglio perché è buona.
Ho imparato che amare in famiglia è puntare su una vetta alta ed esigente, ma affascinante. E’ la vetta dell’ideale di arrivare a dire da parte della sposa allo sposo e viceversa, come da parte di entrambi, mamma e papà, verso il figlio o la figlia, non: “Ti amo perché ho bisogno di te”, ma “Ho bisogno di te perché ti amo”. Ho imparato da papà e mamma – da ciascuno di loro in modo diverso, perché diversi tra di loro ma complementari – che l’amore deve essere forte e tenero. Perché la fortezza senza tenerezza si raffredda e si tramuta in durezza. E la tenerezza senza fortezza scade a tenerume.
Ho scelto la strada della verginità nel celibato non per disistima del matrimonio e della famiglia, ma, al contrario, per condividere in una famiglia più grande una fraternità e una paternità spirituale aperta a tutti. San Paolo raccomandava al giovane Timoteo di amare “gli anziani come padri, le donne anziane come madri, le più giovani come sorelle e i più giovani come fratelli”. Da prete e da vescovo, parlando con fidanzati e genitori, mi viene spesso da dire che ho rinunciato a formarmi una famiglia per aiutare tutti loro a fare famiglia".
Così conclude il vescovo di Rimini: "Mi fa male vedere che l’Italia è il secondo paese al mondo con il più basso indice di crescita demografica. Come pure mi rattrista constatare che lo Stato fa poco, pochissimo per onorare l’impegno costituzionale di sostenere le famiglie, soprattutto le più povere, che spesso sono anche le più numerose di figli. Anche come Chiesa possiamo e dobbiamo fare di più, molto di più. Perché la famiglia è la più esperta “coltivatrice diretta” dell’albero del futuro".
Il suo intervento è sulla linea del no ai "vescovi-pilota" per lasciare interamente ai laici il compito di combattere leggi che non rispettano una determinata visione della famiglia e del dono della paternità e maternità. Ed i laici anche a Rimini si stanno organizzando per organizzare pullman che portino le famiglie a Roma il prossimo 30 gennaio.Il comitato locale sta organizzando il viaggio in collaborazione con l'agenzia Istoria Viaggi, costo € 39 con partenza alle 3,30 dal piazzale Caduti di Marzabotto. Le iscrizioni vengono effettuate online a questo link Iscrizioni
21 01 2016 | Rimini | Da Progetto Rimini ultimo appello all'unità del centrodestra
Da Progetto Rimini ultimo appello all'unità del centrodestra
Siamo agli appelli finali per cercare di tenere unito il centrodestra in vista delle amministrative. Quello di oggi viene da Natale Arcuri che invita a "sperare contro ogni speranza". A suo giudizio "nonostante si stiano accumulando pregiudizi, incomprensioni, furbizie e tatticismi, personalmente sono assai convinto che si è ancora in tempo per farlo".
Però, sostiene Arcuri, bisogna sgomberare il campo dalle "prese di posizione di alcuni protagonisti di questa possibile coalizione che sembrano inclini a investire su candidati con un profilo politico poco riconoscibile, attraversati soprattutto dalla fuorviante tentazione di fare del Pd il proprio avversario sistemico e proporsi come obiettivo tattico solo quello di ripiegare su una linea programmaticamente minoritaria che rinuncia all’ambizione di governo. Una regressione conciliabile solo con una logica minoritaria meramente testimoniale. Che sta stretta sia a chi oggi pensa, forse velleitariamente, di poter essere da sola forza di governo ed è in contrasto con le vere richieste di una città che sente forte il bisogno di radicale cambiamento".
"Ciò detto, prosegue Arcuri, non riesco a immaginare che gli appelli all’unità provenienti ormai da larghi versanti , sociali ed imprenditoriali, della città, anche al netto del legittimo protagonismo di alcune forze politiche tradizionali, siano solo il gioco delle parti di ingenui benpensanti. La verità è che le prossime amministrative a Rimini sono un passaggio assai difficile per il Pd e per Gnassi e che una forte coalizione che può contare sul contributo di larga parte di questa società civile che mai come questa volta ha deciso di scendere in campo, e sull’unità del centrodestra, potrebbe essere la risposta a una precisa generale convenienza dell’intera città. Se è così, perché non lavorare seriamente per sua la fattibilità? Naturalmente, attraverso un serio confronto, una iniziativa che abbia la portata di un patto politico. Senza ipotecare il futuro, in ogni senso. Insomma, un’intesa politica che governi questo passaggio senza la pretesa di risolvere ora tutti i problemi ma, per converso, senza consumare una frattura insanabile e irreversibile. Alla luce della situazione che si è creata, non è facile ma sarebbe bene provarci. È nell’interesse di tutti essere lungimiranti. Sicuri che Lega e Forza Italia, possano permettersi una divisione senza rimedio? Davvero la Lega si vuole consegnare a uno sterile minoritarismo? Il centrodestra deve presentarsi unito alle prossime elezioni amministrative se vuole, con al fianco le principali espressioni del civismo sociale, avere qualche possibilità di vincere. Soprattutto dopo aver constatato che queste divisioni stanno creando sconcerto e preoccupazione nell’elettorato. Si apra quindi subito e senza preclusioni un dialogo e un confronto per trovare al più presto il comune denominatore perché si presenti un unico candidato Sindaco, scelto e condiviso da tutti".
Rimini Elezioni 2016: ultimi tentativi per ricomporre i cocci del centrodestra
Rimini Elezioni 2016: ultimi tentativi per ricomporre i cocci del centrodestra
La Lega annuncia che sabato nella Sala degli Archi presenterà la propria squadra che condurrà la campagna elettorale insieme al candidato sindaco Marzio Pecci. Il dado è tratto, rien ne va plus? Cioè il centrodestra si presenterà diviso alle elezioni amministrative 2016 per il Comune di Rimini? Tutto sembra farlo credere, visto che né gli alleati nazionali Forza Italia e Fratelli d’Italia né le liste civiche sono propense a condividere il nome di Pecci. Tuttavia, tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nella partita, fanno sapere che c’è gran movimento, che si sta lavorando per arrivare al risultato di una coalizione coesa e unita intorno ad un nome che non sia quello dell’avvocato Pecci.
“D’altra parte – osserva maliziosamente Giulio Mignani, coordinatore provinciale di Forza Italia – non è la prima volta che a Rimini si cambia candidato in corso d’opera”. È anche il caso di osservare che l’accento del segretario romagnolo della Lega, Jacopo Morrone, intervistato questa mattina da Radio Icaro cade più sulla presentazione della squadra che non sul candidato sindaco, quasi a voler precostituire una possibile via di fuga nel caso gli eventi dovessero evolvere.
Per il resto Morrone usa tutto l’armamentario che gli è congeniale. Non c’è più tempo per stare a discutere, bisogna partire con la campagna elettorale per strappare Rimini al Pd e a Gnassi, l’avvocato Pecci è una brava persona. Anche se poi butta là una frase che non suona proprio come un complimento: “Non ci occorre un fenomeno”. Una stoccatina la indirizza anche alle liste civiche, quando sottolinea che “si tratta di capire quale forza reale possano portare” e le liquida come un insieme di brave persone che possono tornare utili.
Anche se uno spiraglio è ancora aperto, Morrone non usa certo gli argomenti che possano aiutare una ricucitura. Il che fa dire a Mignani: “Il metodo usato da Morrone per ricomporre il centrodestra, obiettivo prioritario, è sbagliato”.
Per far tornare indietro la Lega, è necessario che gli alleati calino sul tavolo un nome al quale non possa dire di no. Morrone sostiene di non averne ricevuto alcuno, di averne letto qualcuno sui giornali, subito dopo smentito. Mignani sorride: “Li ha sentiti, li ha sentiti, magari dica che non gli sono piaciuti”.
Nella confusione che stenta a diradarsi, si è parlato anche dell’appoggio a Pecci della lista civica cosiddetta generazionale, cioè composta dai giovani raccolti intorno a Filippo Zilli, dell’associazione Vincere per Rimini. “Smentisco nel modo più assoluto” – afferma Zilli – “Pecci non ci sembra il candidato capace di unire il centrodestra”.
Se per sabato è attesa la discesa in campo della Lega, nel successivo week end dovrebbe essere la volta di Luigi Camporesi, che sta costituendo una lista con fuoriusciti grillini come lui, capace di parlare all’elettorato sensibile ai temi tipici dei 5 Stelle. Tra le voci che si rincorrono c’è anche quella che vede l’ex grillino come candidato sindaco dell’area di centrodestra con o senza Lega. “Potrebbe essere la sorpresa delle prossime settimane”, ammette Zilli.
Intanto si comincia a pensare ad un possibile intervento risolutivo del tavolo nazionale dei partiti di centrodestra, considerato che Rimini è sì solo un capoluogo di provincia ma è una città molto esposta, che fa notizia. Anche nel 2011 c’è stato un intervento nazionale e dal cilindro è uscito Gioenzo Renzi.
Questa sera intanto si riuniscono gli attivisti del Movimento 5 Stelle. Dall’assemblea potrebbe uscire il nome del loro candidato sindaco. Se così fosse, un ulteriore argomento a favore della fretta di Morrone.
5 Stelle a Rimini: i "puri e duri" e le convenienze elettorali
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Da quando le vicende di Quarto sono balzate in primo piano, non c’è osservatore della vita politica nazionale che non abbia messo in rilievo la fine della presunta diversità del Movimento 5 Stelle.
Per un giudizio definitivo bisogna dare tempo al tempo, però anche a livello riminese si vedono alcuni fenomeni che lasciano pensare.
Il primo è il modo scelto dai grillini per individuare il loro candidato sindaco. Fino a ieri uno degli elementi della cosiddetta diversità era costituito dalla partecipazione della base, degli iscritti, dei militanti, alle decisioni che contano e soprattutto alla selezione della classe dirigente, cioè di coloro che si candidano a fare i portavoce dei cittadini nelle istituzioni. Il metodo finora praticato – attraverso la Rete – suscita più di un dubbio sulla reale democraticità e sulla capacità di garantire un esito soddisfacente. Era un metodo comunque in linea con il Dna originario del Movimento.
Per scegliere il candidato a sindaco di Rimini, il Movimento 5 Stelle invece ha pensato bene di mandare in archivio la mitologia della Rete ed ha indetto elezioni primarie alle quali non parteciperà la tanto celebrata base dei cittadini, quanto un comitato ristretto di quelli che sono stati definiti gli attivisti più partecipi. Non è dato sapere chi sia il soggetto che concede questa patente di militanza attiva ed assidua. Così come non sono stati neppure comunicati i nomi dei quattro candidati fra cui scegliere, tre uomini e una donna.
Ancora più interessanti, per capire se non la metamorfosi senz’altro il travaglio interno dei grillini fra nostalgie movimentiste e approdi istituzionali, sono le motivazioni che il consigliere comunale Gianluca Tamburini ha addotto in una intervista al Carlino. I 5 stelle avrebbero scelto la strada dei cinquanta attivisti puri, duri e fedeli per non correre il rischio di veder candidata una persona che si dimostri subito inadeguata. Tamburini questo non lo dice apertamente, ma lo fa capire quando spiega che “Fare il sindaco di Rimini non è uno scherzo, dovendo rimediare a 70 anni di monocolore, ai debiti accumulati. Amministrarla è compito da fare tremare i polsi, e farlo al modo del M5s è appassionante ma ancora più duro”. Ed ancora: “Abbiamo una forte responsabilità verso chi ci vota, la scelta del candidato sindaco è delicata e importante. Noi chiediamo ai cittadini di muoversi, uscire di casa, partecipare, diventare attivi. Iniziare insieme un percorso di lavoro e condivisione, che poi porta anche a esprimere, all’interno del gruppo che ha lavorato, la scelta del candidato sindaco”. In qualche modo Tamburini ha dato ragione a Massimo Gramellini che, sulla Stampa, commentando la notizia del sindaco grillino di Civitavecchia che vuole commissariare l’opposizione, ha scritto: “Bisogna avere il coraggio di riconoscere che il governo dell’uomo qualunque è una boiata pazzesca. Che «uno vale uno» è una boiata pazzesca. Che eleggere il primo cazzone che ha cento amici su Facebook è una boiata pazzesca”.
L’altra notizia che ha provocato il classico sobbalzo dalla sedia, vista la fonte da cui proviene, è il comunicato con cui lo stato maggiore a 5 Stelle, dal parlamentare europeo ai consiglieri comunali, ha risposto al Pd che chiedeva solidarietà per i consiglieri comunali indagati dopo la querela a loro carico da parte di Forza Nuova. Candidamente spiegano di non aver espresso solidarietà perché loro non conoscono gli atti giudiziari. “Aspetteremo di conoscere gli atti e i fatti prima di esprimerci nel merito e decidere a cosa essere eventualmente solidali”, hanno scritto. Non risulta che in numerosi altri casi, locali e nazionali, i grillini abbiano atteso le sentenze definitive della magistratura per esprimere i loro giudizi spesso e volentieri improntati ad una logica aspramente giustizialista. Di solito basta qualche notizia sui giornali e subito si scatena il can can. Per carità, il Movimento 5 Stelle ha tutto il diritto politico di non esprimere solidarietà, ma spieghi appunto che si tratta di una scelta politica. Non ci si trinceri dietro una sorta di garantismo che da quelle parti non si è mai visto. È un classico caso in cui le convinzioni morali e politiche si piegano alle convenienze del momento.
E le convenienze del momento sono elettorali, come documenta d’altra parte il comunicato del Pd accompagnato da un fotomontaggio in cui Grillo sembra fare il saluto romano e le cinque stelle sono diventare le bandierine di Forza Nuova. Nei confronti dei grillini, il Pd riminese sembra aver rispolverato l’antica consuetudine della demonizzazione dell’avversario, condita con l’antifascismo che è un po’ il prezzemolo che non può mancare mai quando si tratta di stabilire il confine tra i buoni e i cattivi.
È evidente che, di fronte al dissolvimento del centrodestra che non da segni di risveglio e di compattezza, il Pd vede nel Movimento 5 Stelle un avversario temibile e pericoloso. Che una campagna elettorale sia tale, cioè aspra e dura, fa parte delle regole del gioco. Che i colpi bassi e i toni sopra e fuori le righe vengano praticati all’inizio, è un segnale che preoccupa.