Venerdì, 04 Marzo 2016 18:23

Elezioni 2016 a Rimini: meline e carriere

Per la politica riminese in vista delle elezioni amministrative di giugno è tempo della melina a centrocampo. Stenta ancora a definirsi il quadro delle alleanze e dei competitor del sindaco Andrea Gnassi alle prossime elezioni. E ancora non è chiaro chi possa avere le maggiori probabilità di essere il candidato sindaco alternativo in un possibile ballottaggio.

Il campo dei Cinque Stelle è esattamente spaccato a metà, con due liste e due candidati, Davide Grassi e Fabio Lisi, che si contendono un simbolo che a Rimini può valere intorno al 20 per cento dei voti. Le possibilità sono due: la premiata ditta Grillo Casaleggio sceglie una lista, ed è probabile che a quel punto l’altra rinunci; oppure, come qualcuno sussurra, non sceglie nessuno ed allora le due liste potrebbero entrambe concorrere, ma senza simbolo. Quella capitanata da Grassi avrebbe il vantaggio dell’appoggio di alcuni consiglieri uscenti, della deputata Sarti, della consigliera regionale Sensoli e dell’eurodeputato Affronte. Ma senza un simbolo riconoscibile, perderebbe molto della sua competitività.

Il campo del centrodestra ha conosciuto negli ultimi giorni la novità della disponibilità di Antonio Barboni (non è un candidato, si è affrettato a precisare il coordinatore provinciale di Forza Italia, Giulio Mignani). Sul suo nome non c’è stato fuoco di sbarramento da parte di Gioenzo Renzi, di Fratelli d’Italia, mentre il solito Jacopo Morrone ha precisato che la Lega va avanti con Marzio Pecci. A stringere un accordo per il momento sono state solo le liste civiche sorte nell’alveo di Dreamini: insieme sosterranno l’ex grillino Luigi Camporesi. Si è fatto vivo, con l’ambizione di essere il candidato di tutti, l’avvocato Pierpaolo Poggi con la sua lista Per cambiare Rimini.

Gran pullulare di iniziative e di liste ma tentativi di unità tutti abortiti. Si è capito che il destino di Rimini sarà giocato su quel tavolo nazionale fra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega che al momento deve risolvere la ben più grossa grana di Roma.

Intanto i protagonisti locali fanno di tutto per galleggiare in vista dell’appuntamento delle elezioni politiche del 2018. Quando i tre partiti del centrodestra dovranno per forza di cose confluire in una lista unica, dove solo i capilista sono bloccati (cioè con il seggio sicuro) e gli altri se la devono giocare con le preferenze. Il coordinatore di Forza Italia, Massimo Palmizio, se vuole un posto sicuro deve per forza ottenere il placet della Lega, che infatti si guarda bene dall’infastidire in qualsiasi modo. Ed anche le mosse di Morrone probabilmente si spiegano con l’esigenza di avere a Rimini (il collegio elettorale sarà insieme Rimini e Forlì) una base elettorale leghista forte in vista del sospirato appuntamento con il Parlamento. A pensar male, anche l’insolito silenzio di Gioenzo Renzi potrebbe avere a che fare con una promessa di candidatura per le politiche.

E così tutti i proclami sulla volontà di mandare a casa Gnassi si infrangono su questi giochi di posizionamento per eventuali carriere personali che sembrano dare, di fatto, per scontato che la partita per il Comune è persa.

Tornando allo scacchiere locale, non resta che formulare delle ipotesi. Barboni diventa il candidato unico dei partiti di centrodestra? Si tratterà allora di vedere se le liste civiche, in nome del “solo uniti si può sperare di vincere” stringeranno un accordo con loro. O viceversa. Tutte le altre possibili soluzioni (le varianti sono molteplici e non serve elencarle tutte) sarebbero comunque caratterizzate da più candidati sindaco che si dichiarano per l’alternativa a Gnassi, con il rischio concreto di non vedere nessuno arrivare al ballottaggio. E di spianare la strada alla riconferma di Gnassi.

Venerdì, 04 Marzo 2016 15:14

Ci sono le elezioni?

In distribuzione ai riminesi un opuscolo che informa sull'avanzamento dei lavori del PSBO. Focus sui tanti interventi previsti per il 2016, che dipingeranno un sorriso sul volto del lungomare (Comunicato stampa di Hera)

 

Venerdì, 04 Marzo 2016 10:57

Lo avevamo capito

"Noi non decidiamo un bel niente". Giulio Mignani, coordinatore di Forza Italia a La Voce

Mercoledì, 02 Marzo 2016 17:31

Se l'Apt usa in Germania parole sconosciute

Una volta, ai tempi del governatore Vasco Errani, la parola Romagna in campo turistico era quasi un tabù. Poteva esistere solo la Riviera adriatica dell’Emilia Romagna. Era stata sdoganata in uno spot con Paolo Cevoli che promuoveva i parchi della Riviera. Era uno spot in italiano e rivolto ad un pubblico che sa bene cosa è e dove si trova la Romagna, ben associata all’accento del comico riccionese.

Adesso che Errani non c’è più, sembra che si voglia recuperare l’astinenza troppo a lungo praticata anche sul mercato estero. E allora avanti tutta con la Romagna. Anche nella campagna rivolta al mercato tedesco per la quale l’Apt ha stanziato un milione di euro. Ciao mamma, siamo in Romagna, dicono i protagonisti di spot, banner e altri strumenti pubblicitari.

Perché sia stato scelto di puntare su “Romagna” in Germania è un mistero che i dirigenti dell’Apt dovrebbero spiegare. Si sa che qualcuno storceva il naso perché la “gn” nella lingua teutonica è difficilmente pronunciabile. Ma non è questo il punto. Non c’è albergatore della Riviera che non sappia che le nostre spiagge per i tedeschi sono “adria” e che una vacanza dalle nostre parti è “adria urlaub”. Quando un albergatore fa campagne promozionali su Google per intercettare il maggior numero di utenti, usa parole chiave dove sempre c’è “adria”. La ragione è semplice: funziona di più che non il nome della destinazione, Rimini, Riccione o Romagna che sia. Ciò significa che quando i concittadini di frau Merkel pensano ad una vacanza sulla nostra Riviera pensano ad “adria” e non a “romagna”. Nella pubblicità di Apt l’unico riferimento è ad un hashtag #adriakueste, quasi illeggibile tanto è piccolo.

Basta andare su Google Trends, lo strumento che il motore di ricerca mette a disposizione di chi deve effettuare campagne promozionali, perché possano scegliere le parole migliori per parlare ad un determinato pubblico. Come si vede nell’immagine (dati 2015), non c’è confronto fra “romagna” (in rosso) e “adria” (blu). Se poi si restringe la ricerca alla Baviera e al Baden Wuttemberg, le due regioni dalle quali proviene la stragrande maggioranza dei turisti tedeschi, si vede che la linea rossa addirittura scompare per lasciare posto solo alla blu.

Una controprova? C’è lo strumento specifico per le parole chiave. Nell’ultimo anno, in media ogni mese i tedeschi hanno cercato “adria” 15 mila volte e “romagna” 400 volte. Non c’è paragone. Si dirà che la campagna dell’Apt usa anche altri strumenti, come gli spot. Ma ciò che vogliamo sottolineare è come i tedeschi pensano alla vacanza da noi: nel loro orizzonte c’è poco o nulla la parola Romagna. L’Apt ha in mente di posizionare il brand Romagna? Può essere, ma deve essere allora consapevole che non può ridursi alla campagna di un anno. Purtroppo l’esperienza dice che ogni anno, o ogni tot di anni, vengono fatte campagne sempre diverse (qualche anno fa era basata sul calciatore Luca Toni), come se si dovesse cominciare tutte le volte da capo.

Anche lo stesso spot suscita più di una perplessità. Si vede una famigliola tedesca nel giardino di casa alle prese con un barbecue sotto un’insistente pioggia. Le facce tristi volgono al sorriso quando appare una cartina meteorologica dell’Emilia Romagna dove splende il sole ovunque, cui seguono immagini del mare e dei parchi divertimento. I turisti tedeschi dovrebbero scegliere la Romagna perché qui splende il sole. D’accordo che lo spot è realizzato in co-marketing con un sito di previsioni, ma sembra di essere tornati agli anni Sessanta quando la promozione della Riviera era basata sulla contrapposizione pioggia-sole. Solo che da quel periodo sono passati cinquant’anni ed oggi i tedeschi sanno bene (e lo dimostrano le loro scelte di viaggi) in quali altri paesi si trova il sole, paesi che hanno il vantaggio di trovarsi più a sud della Romagna. Viene da osservare che fra i tanti argomenti che si potevano usare, la scelta è caduta su quello più logoro e datato.

Lo spot termina con la famigliola che si fa un selfie sullo sfondo del mare e lo slogan che recita “Ciao mamma, siamo in Romagna”. Chi è la mamma, se tutta la famiglia è lì riunita? Evidentemente sarà una nonna. In verità, al di là delle intenzioni, sembra più il messaggio di qualche figlio in vacanza che vuole rassicurare la famiglia rimasta a casa. Invece la pubblicità vorrebbe raggiungere le famiglie e convincerle a partire. Ci riuscirà? Aspettiamo di leggere i risultati raggiunti.

Mercoledì, 02 Marzo 2016 16:56

Richiamati alle armi

Antonio Barboni dopo la candidatura al Parlamento nel 2013 aveva di fatto abbandonato la politica attiva (Carlino)
Come Marzio Pecci, ultima apparizione Riccione 2004. Come Pier Paolo Poggi, ultima apparizione Santarcangelo 2009.

(Rimini Elezioni 2016) Per il momento il resto del centrodestra tace. Di fronte alle quattro liste civiche che hanno trovato l'accordo sul candidato sindaco Luigi Camporesi, il resto della possibile coalizione non prende ancora posizione, anche se è evidente che l'annuncio dell'accordo contiene il messaggio: noi ci siamo, adesso decidete voi cosa fare. Voi è il "centrodestra che ragiona", probabilmente il riferimento è a Forza Italia e a quanti pensano che per mandare a casa Gnassi non servano corse solitarie.

 

A Giulio Mignani, coordinatore provinciale di Forza Italia, l'accordo non sembra un gran notizia: "Era scontato, sono le liste formate nell'alveo di Dreamini. Nessun commento da fare". Mignani afferma che l'obiettivo resta l'unità del centrodestra, ma non si sbilancia ad affermare come questa possa essere raggiunta. Probabilmente si aspettano lumi dal tavolo nazionale dei partiti, dove siede anche la Lega che per il momento non ha mollato il proprio candidato Marzio Pecci. "La lega deve cambiare metodo, altrimenti non c'è accordo", ribadisce Mignani.

 

Tace anche Progetto Rimini, che si riunirà sabato pomeriggio per decidere cosa fare. E' improbabile che si unisca alla candidatura Camporesi, in discussione è anche la decisione se essere presenti o meno a queste elezioni. Il nodo sarà appunto sciolto sabato.

 

 

 

La compagnia aerea Air Vallée aumenta il numero di voli dall'aeroporto di Rimini. Dopo aver collegato il Fellini con Catania e con Tirana, la compagnia a partire da giugno prossimo attiverà anche un volo da e per Olbia.

Nessun annuncio ufficiale, nè dalla compagnia nè da Airiminum, va il volo è segnalato sul sito nella cartina che qui pubblichiamo.

Intanto l'eroporto è in attesa di conoscere il proprio destino dal Consiglio di Stato che si è riunito il 4 febbraio scorso per decidere sul ricorso presentato da Enac ed Airiminum contro la sentenza del Tar dell'Emilia Romagna.

 

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