Fra le mostre della seconda Biennale del Disegno, che sarà inaugurata a Rimini il prossimo 23 aprile, ce ne sarà una, ospitata nei locali del Museo della Città, dal titolo Disegni dei nuovi mondi dal Fondo Des Vergers. Curata da Rosita Copioli e da Paola Delbianco, l’esposizione permetterà ai riminesi e turisti di vedere per la prima volta alcuni preziosi materiali custoditi nel Fondo des Vergers della Biblioteca Gambalunga di Rimini

La poetessa e scrittrici Rosita Copioli è presidente dell’Associazione intitolata all’eclettico intellettuale francese dell’Ottocento, del quale i riminesi conoscono soprattutto la bella villa sulle prime colline della città. Proprio oggi Copioli è a Roma per presentare all’Ecole Francaise di piazza Navona il volume di Paola Delbianco sul Fondo custodito alla Gambalunga.

I disegni che saranno esposti alla Biennale sono 304, aventi per tema l’Oceania, conservati in due eleganti contenitori di cuoio a forma di libro. Sono gli originali che servirono per le incisioni dei tre volumi de l’Océanie di Grégoire Louis Domeny de Rienzi, pubblicati dai Firmin-Didot (1836-1837) nella ricca collana di viaggi «Univers pittoresque». Infatti quei volumi non si trovano nel Fondo di Adolphe Noël des Vergers (1804-1867). Invece sono un ricordo della collaborazione di Des Vergers con suo suocero Ambroise Firmin-Didot, fra i più importanti editori dell’epoca, erudito, collezionista, grande imprenditore. Des Vergers collaborò alla collana con propri titoli (Abyssinie, Arabie). L’erudito intellettuale fu infatti anche segretario della Societé de Géographie nel 1837-1839 quando ne era presidente Guizot, e partecipò a molte missioni del Governo francese: la raccolta dei documenti arabi e normanni in Meridione e Sicilia, quella delle epigrafi latine che confluì nel Corpus Inscriptionum Latinarum (in Italia, in paesi europei ed extra-europei come l’Algeria), la pubblicazione delle opere di Bartolomeo Borghesi, sostenuta da Napoleone III.

Ma torniamo alla mostra di Rimini coi disegni sull’Oceania. Spiega Rosita Copioli: “Eseguiti in gran parte da Victor Felix Marie Danvin, oltre che dallo stesso De Rienzi e da Madame Danvin (incisi poi da varie mani, tra cui quelle di un dodicenne Puvis de Chavannes, forse), i bellissimi disegni dell’Océanie sono felici rielaborazioni da numerose spedizioni precedenti. In primis, dagli 866 disegni di Louis-Auguste de Sainson, pittore di bordo sulla corvetta Astrolabe nella spedizione in Oceania di Jules Dumont d’Urville (1826-1829), per la grande opera scientifica Voyage de la corvette l’“Astrolabe”  e per il suo Voyage pittoresque autour du monde, 2 voll., 1834-1835.Ma un fiume di immagini scorre da molte altre spedizioni, tra cui quelle settecentesche di James Cook, di Jean-François de Galoup de La Pérouse (Voyage autour du monde ... rédigé par M. L. A. Milet-Mureau, 1797) fino a quelle ottocentesche di Nicolas Baudin (Voyage de découvertes aux terres Australes ..., 1807), e del Barone di Bouganville (Album pittoresque de la frégate La Thetis et de la corvette l’Espérance, 1828).

Le immagini di raffronto dei disegni dell’Océanie provengono dagli Atlanti originari conservati nella Biblioteca della Società Geografica Italiana; i libri di viaggio dalla Biblioteca del Fondo des Vergers della Gambalunghiana.

Carte geografiche e topografiche puntualizzeranno scavi e reperti archeologici. Quattro vasi greci e un bucchero (di per sé schermi a tutto tondo per le silhouettes dei racconti mitici), marmi archeologici, epigrafi, urne etrusche (basi di rilievi e incisioni grafiche, messaggi storici, comunicazioni immaginose) saranno affiancati da disegni a matita (tra cui i preziosi disegni di Lemaître dei gioielli etruschi della collezione des Vergers, venduti al Louvre), disegni acquarellati delle planches per L’Étrurie et les Étrusques (1863-1864), lucidi di scavo (scopritore con Alessandro François della tomba di Vulci che da quest’ultimo prende il nome, des Vergers acquistò per conto del suocero lucidi e copie a grandezza naturale delle pitture parietali eseguiti da Carlo Ruspi, il migliore dei pittori d’archeologia, per il Museo Gregoriano Etrusco, e li adoperò per i fregi della propria biblioteca di Rimini)”.

 

Giovedì, 10 Marzo 2016 15:39

Fiere, il fantasma della holding regionale

Sono almeno due anni che come un fiume carsico il tema riaffiora e poi si interra in attesa di una nuova uscita. Adesso, dopo la rivoluzione ai vertici della Fiera di Bologna, è probabile che diventi progressivamente il grande tema su cui si confronteranno e si scontreranno istituzioni, forse politiche e sociali.

Il tema è la holding del sistema fieristico regionale: non a caso gli enti pubblici bolognesi, che hanno deciso qualche giorno fa la defenestrazione di Duccio Campagnoli, ed il nuovo presidente indicato, Franco Boni (ex presidente della Fiera di Parma), hanno subito detto che la direzione del nuovo corso sarà quella di giungere ad una rapida integrazione fra Bologna, Parma e Rimini. Del resto questo è uno degli obiettivi che il governatore Stefano Bonaccini ha detto di voler raggiungere nel suo mandato. Le ragioni nobili non mancano: maggiore competitività, economie di scala, più forza sui mercati internazionali.

Il punto che fa storcere il naso a Rimini è che ad integrarsi sono tre realtà – Bologna, Parma e Rimini – che in dote all’ipotizzato matrimonio non portano valori dello stesso peso. Parma di sostanzioso ha solo una manifestazione, Cibus, che si tiene ogni due anni e che certamente è in attivo. Ma oltre a Cibus non c’è granchè di rilevante. Bologna è certamente una grande Fiera che però accusa non pochi problemi economici e che ha bisogno di essere fortemente ricapitalizzata per poter affrontare la sfida dell’ampliamento dei padiglioni, pena la perdita di una manifestazione importante come Eima, la fiera delle macchine agricole. Rimini nell’ultimo anno ha ricominciato a vedere consistenti utili, ha avviato la quotazione in Borsa e si sente pronta addirittura a farsi carico del debito del Palacongressi, qualora Comune e Camera di Commercio dovessero gettare la spugna.

“La holding regionale – afferma senza giri di parole Gianni Piacenti, consigliere d’amministrazione di Rimini Fiera – serve solo a tenere in piedi Bologna con i guadagni di Rimini. Hanno bisogno di 70 milioni per ampliare le strutture, Comune e Regione hanno già deciso dare di 10 milioni. Ma il resto? Il piano industriale è di fatto fallito. E allora si pensa alla holding per salvare il salvabile”. Piacenti sottolinea inoltre con forza che mentre Rimini ha pagato i suoi nuovi padiglioni con il proprio lavoro e con la propria redditività, Bologna batte cassa da subito.

Se, secondo Piacenti, la holding è solo un’operazione politica finalizzata alla sopravvivenza di Bologna, altro discorso sarebbe quello di una fusione. Perché sarebbe diverso? “Perché in quel caso si dovrebbero chiamare gli esperti che valutano il valore delle tre società, guardando i conti e i numeri. In caso di fusione sarebbe Rimini a comandare, per questo si parla di holding”.

Piacenti sostiene inoltre che se oggi Rimini si trova in una posizione di maggiore forza è perché la gestione ha guardato esclusivamente agli interessi della Fiera. “Sono state respinte le pressioni per fare manifestazioni che, magari avrebbero fatto felici gli albergatori, ma che non avevano redditività”. E si è comunque tenuto conto delle esigenze del territorio: “La Bit di Milano, per esempio, aveva proposto l’unificazione con il nostro Ttg, ci avrebbero anche pagato bene. Ma la nuova manifestazione avrebbe dovuto tenersi a Milano, ragione per cui abbiamo detto di no”.

Accortosi che il terremoto ai vertici della Fiera di Bologna rilanciava il tema dell’integrazione regionale, si è fatto immediatamente vivo il sindaco Andrea Gnassi. “Rimini segue con attenzione quanto accade in questi giorni a Bologna in ordine al futuro della Fiera petroniana. Un futuro che tocca da vicino l’orizzonte di un sistema regionale delle Fiere, capace di sinergizzare forza e potenzialità di Bologna, Parma e Rimini. Sull’argomento ribadisco quanto detto nei mesi scorsi: l’importanza di ‘fare sistema’ su più livelli non è uno slogan, ma deve diventare finalmente un modus operandi”.

Gnassi sottolinea la dote che porta Rimini: “Il comparto fieristico riminese ha dimostrato di essere tra i più solidi e redditizi del Paese, capace di affrontare la crisi globale attraverso la scelta di investire su precisi asset in via di sviluppo (food, turismo e ambiente) e dunque può giocare un ruolo chiave all’interno di questa rete. E lo gioca e lo giocherà anche in funzioni dei percorsi e delle procedure già in atto mirate a valorizzarne ancora di più l’eccellenza e la capacità di attrazione a livello nazionale e internazionale. RiminiFiera pertanto si presenterà al tavolo che dovrà discutere del processo di aggregazione con i risultati del lavoro svolto e di quello ad oggi programmato per l’immediato futuro”.

Chi invece non crede al ruolo che potrà giocare Rimini al tavolo regionale è il candidato della Lega, Marzio Pecci: "Il processo di ‘aggregazione’ delle Fiere sul quale il Sindaco di Rimini sta lavorando – afferma - non è altro che la svendita della Fiera di Rimini a Bologna”. E aggiunge. “Gnassi dopo aver fatto fallire l'aeroporto, ora prova con la Fiera. I riminesi e le associazioni, tutte, non possono rimanere in silenzio”, commenta Pecci.

Secondo Pecci si va verso un sistema dove ogni potere decisionale sarà accentrato a Bologna, lasciando Rimini con il cerino in mano.

“La partecipazione della Regione in Bologna Fiere – osserva - è salita da 12 a 17 milioni di euro proiettando il capoluogo al centro della rete fieristica regionale. Gnassi, asservito ai compagni di partito che lo comandano a bacchetta, come potrà salvaguardare le eccellenze fieristiche riminesi? Dichiara di voler svolgere un ruolo di primo piano al tavolo regionale quando in realtà sarà solo comparsa”.

Il tema sicuramente continuerà ad agitare la campagna elettorale, anche se probailmente le decisioni saranno prese dopo il voto e dopo l'insediamento del nuovo consiglio d'amministrazione di RiminiFiera, dove il neo direttore Ugo Ravanelli dovrebbe assumere il ruolo di amministratore delegato. 

Giovedì, 10 Marzo 2016 12:42

Titoli di coda per Progetto Rimini

Calano i titoli di cosa sul tentativo di Progetto Rimini, l'associazione sorta con l'ambizione di costruire una vasta allenaza alternativa al sindaco Andrea Gnassi. "Si è deciso di non decidere", sintetizza in una nota il coordinatore Natale Arcuri, chiamato da Riccione per cercare di replicare il successo ottenuto da Renata Tosi. Cioè sta a guardare in attesa di improbabili novità.  “Tutto dipende - aggiunge Arcuri - da come evolverà il quadro politico, che come si vede in questo momento è assai confuso e altrettanto contradditorio. Ogni nostra ulteriore decisione  è subordinata ad una eventuale scomposizione e ricomposizione dei poli  che, dopo le parole pronunciate dai vari e numerosi referenti politici del centro-destra , sembra oggettivamente sempre più lontana”.

“E’ chiaro però che in questa attesa non staremo immobili, continueremo la nostra azione di contatto e di ricerca di una possibile soluzione da poter abbracciare o sostenere. Aspettiamo che si chiarisca il quadro della situazione sia nel centro destra sia nel centrosinistra, poi sarà più agevole fare qualsiasi scelta”. “Spero che a nessuno venga in mente”, chiarisce Arcuri,  “di dare una lettura bipolare a questa nostra posizione,  per cui noi cambieremmo semplicemente collocazione passando da un polo ad un altro. La prospettiva di essere alleati  del centro-destra è per noi, ad oggi, prioritaria, e strettamente legata all’evoluzione del quadro politico, anche in riferimento ad eventuali rivoluzioni in casa Pd”. 

“Quello che sta avvenendo  nel centro-destra non ci induce certo all’ ottimismo. Fallita e definitivamente accantonata ogni ipotesi di dare vita ad una  coalizione unica che per noi  era la condizione necessaria per l’avvio di qualsiasi percorso unitario,  è in questo momento inutile anticipare troppo i tempi, noi lavoriamo per modificare questo quadro, anche se pensiamo che si sia messa in moto una dinamica di frammentazione difficile da fermare. Certo, se alla fine tutta questa incapacità e questo imbarazzante pressapochismo  che gravano sui partiti di centro-destra  portassero alla riproduzione dell’esperienza del 2011, Progetto Rimini non vedrebbe più ragioni per una sua discesa in campo al fianco di nessuno di questi attori. Il nostro tentativo di creare un bipolarismo aveva una sua coerenza e una sua ragione d’essere  e non rinneghiamo affatto questa scelta che era la sola e la più adatta al nostro progetto di ridare slancio e futuro alla città”.

È stata spostata la Conferenza Programmatica della Lista Civica Noi Riccionesi, in programma, non più il 16 Aprile – a causa della concomitanza con la data del Referendum NO Triv - ma giusto una settimana dopo, il 23 Aprile, presso il Palazzo del Turismo di Riccione. A tema dei lavori “Il valore dello spazio urbano, qualità del bene comune”.

“Sarà il momento – afferma il segretario Natale Arcuri - per alimentare un positivo confronto all’interno della Lista Civica, nel dialogo con le forze di maggioranza e con la città. Un confronto finalizzato a rinnovare le nostre proposte e metterle a disposizione dell’Amministrazione per aggiornare il proprio mandato e continuare il lavoro fin qui svolto”. In controluce, si leggono tutte le recenti polemiche fra Noi Riccionesi e le altre forze che sostengono il sindaco Renata Tosi. Emerge la volontà di passare dalle polemiche ai temi di programma.

Scrive Arcuri: “Si parte dai dati di una città che invecchia, con le nascite in calo, che ha 35.000 abitanti, con dati economici che segnano un leggerissimo ma ancora insufficiente cambio di passo, con una struttura sociale solida e ben organizzata e uno spazio urbano contaminato purtroppo da troppi errori e antiche ferite. Con la sua storia e il suo patrimonio economico, sociale, culturale. L’obiettivo è la città che “vogliamo e che possiamo realizzare”, dove la ricerca dell’innovazione, come sintesi di saperi, cultura e turismo sono le azioni su cui concentrarsi per nuove opportunità, capaci di preservare e sviluppare la nostra vocazione ad essere una città turistica di eccellenza. La visione è quella di una Città che si misura sulla qualità, prima di tutto nella cura delle piccole cose, del contesto della vita dei cittadini (il valore dello spazio urbano e delle sue infrastrutture, bene comune, il suo arredo e la sua manutenzione ordinaria e straordinaria, per la centralità di ogni luogo, oltre la distinzione tra centro e periferia). E’ infatti, migliorando la qualità dell’accoglienza per presenze turistiche capaci di legare con la città mantenendo elevati lo standard dei servizi e la sensibilità ed attenzione al tema dei diritti, alla loro tutela e alla loro evoluzione positiva, cresce la qualità della vita di tutti i cittadini e di tutte le generazioni. Con un Comune che è riferimento per il futuro dei giovani, degli imprenditori, sostegno per gli anziani e le persone in difficoltà. Con un’amministrazione capace di alimentare la spinta di questo progresso senza dover contare solo sulla tassazione, che va tendenzialmente allentata almeno per le fasce più deboli (giovani e anziani) e per le nuove imprese. Insieme al contrasto all’evasione e alla crescita degli investimenti privati, leva economica per il territorio e per la vivibilità e capacità di accoglienza della città”.

Svuotando cantine e soffitte, i riminesi hanno la possibilità di sostenere concretamente alcuni progetti di promozione umana in terre di missione realizzati da missionari della diocesi di Rimini. L’anno scorso l’iniziativa ha prodotto la bellezza di circa 200 mila euro. È il Campo Lavoro Missionario, giunto quest’anno alla sua 36° edizione. “Un bell’esempio di collaborazione fra mondo ecclesiale, laico e istituzionale”, commenta don Aldo Fonti, responsabile dell’ufficio missionario diocesano. Una iniziativa che non solo resiste nel tempo ma ogni anno cresce e si amplia.

Nelle prossime settimane migliaia di volontari passeranno casa per casa a Rimini e nelle altre località della diocesi per consegnare 165 sacchi gialli. Chi li riceve è invitato a riempirli di carta, ferro e altri metalli, vestiti, scarpe e pelletteria, libri giocattoli, biciclette, piccoli elettrodomestici e oggetti per la casa. Nei giorni 9 e 10 aprile i volontari passeranno a ritirare i sacchi e li porteranno in alcuni campi di raccolta e smistamento. Gli oggetti saranno destinati o al mercato del recupero o saranno rivenduti per pochi spiccioli nei mercatini dell0usato allestiti nei centri di raccolta.

Questi i sei progetti che saranno finanziati con l’attività del Campo Lavoro 2016.

  1. In Albania un progetto socio-educativo (doposcuola per i bambini) della missione diocesana affidato alla Piccola Famiglia di Montetauro.
  2. In Camerun per il progetto “Mai più bambini in carcere” realizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII: si propone di migliorare le condizioni dei giovani detenuti e di coinvolgerli in percorsi di reinserimento sociale.
  3. Sempre in Camerun la realizzazione di un nuovo reparto di ostetricia, realizzato da Maria Negretto, da decenni missionaria in Africa.
  4. In Brasile l’adeguamento della casa famiglia gestita dalle Maestre Pie: si occupa dei ragazzi di strada, proponendo percorsi di studio e di lavoro.
  5. In Etiopia la costruzione di una nuova chiesa nella missione del riminese comboniano padre Corrado Masini. Leggendo una lettera di padre Masini, don Fonti ha sottolineato come costruire una chiesa sia costruire una comunità di persone e che il Vangelo è il primo fondamento per promozione della dignità della persona umana.
  6. Una parte dei ricavato resterà a Rimini come sostegno alle famiglie in difficoltà, quelle che non riescono a far fronte a bollette, affitti e spese mediche.

Del Campo Lavoro fa parte anche il progetto di educazione alla mondialità realizzato nelle scuole in collaborazione con la Caritas: l’obiettivo è la valorizzazione delle differenze come occasione di arricchimento reciproco. Nel 2015 tale progetto ha coinvolto settemila ragazzi.

Del Campo Lavoro 2016 fanno parte anche lo spettacolo “Quanto Basta” (il 3 aprile al Teatro degli Atti) e la veglia di preghiera per i missionari martiri che avrà luogo lunedì 4 aprile alle ore 20,45 nella Chiesa della Collegiata di Santarcangelo. Don Aldo Finti ha particolarmente sottolineato questo gesto in ragione dei tanti martiri del nostro tempo, fra le quali le quattro suore di Madre Teresa recentemente uccise.

Alla presentazione del Campo Lavoro Missionario 2016 è intervenuto anche il vescovo monsignor Francesco Lambiasi che ha ricordato come sia importante mettersi alla scuola dei poveri dove si insegna ciò che è essenziale. “Il povero è per noi il vicario di Cristo”.

Lunedì, 07 Marzo 2016 17:12

Il potere del mattone

“Il potere è come il mercato immobiliare: quello che conta è la posizione” (Frank Underwood) #spaceyxrimini

Lunedì, 07 Marzo 2016 10:11

Underwood a Palazzo Garampi

"E se servisse un Trump riminese per espugnare Gnassiland?” (Carlo Andrea Barnabè, Carlino)
Ma perché non direttamente Frank Underwood? Se non ce la fa lui… #spaceyxrimini

Il consigliere del Movimento 5 Stelle Carla Franchini interviene a proposito di alcuni fatti emersi oggi in commissione a proposito del rapporti fra Am e Start.

"Due società - Agenzia  Mobilità e Start,  i cui soci pubblici sostanzialmente  coincidono -  non convergono sull'importo di un credito importante (che AM deve a START Romagna) e neppure sul quantum del costo a chilometro del servizio di trasporto pubblico.
Circa il credito sarebbero 13 milioni di euro per Start, ma secondo Agenzia Mobilità sarebbero solo 8 milioni  e 600.000 euro, che scenderebbero addirittura  4 milioni  e 200.000 euro escludendo i contratti collettivi, come pare aver affermato la Regione.

Circa il costo a chilometro l’accordo è arrivato: per il 2016 il costo a chilometro sarà di Euro 3,96 a km (contro i 4,20 pagati fino a ieri), ma  l’ accordo sul credito che AM deve dare a Start ancora non c’è. E sembra anche lontano all’orizzonte. E per dirimere la controversia AM propone un arbitrato (costo 60.000 euro), ma  Brasini dice di no.

"Se per dirimere una controversia  tra due  soggetti pubblici - osserva Frnchini .  è necessario ricorrere ad un arbitrato significa che in questa partita la Regione Emilia Romagna gioca il ruolo di semplice  spettatore!  La Regione non può  stare a guardare mentre a Rimini è  a rischio il trasporto  pubblico.
La gara per l’affidamento del TPL è  al palo (da anni)  perché  si attende l'unificazione  delle agenzie  della mobilità, ma Ambra Spa (AM di Ravenna) non ha alcuna intenzione  di procedere al processo di fusione con AM Rimini fino a quando  quest'ultima non chiuderà  il pesante contenzioso  con Start. E' un gatto che si morde la coda!"

Franchini invita pertanto il  Presidente della Giunta Regionale "a scendere dalle tribune e venire a Rimini a “sedare la rissa”  tra i due contendenti particolarmente rissosi, forse proprio in virtù della stretta parentela, perché saremmo un po’ stanchini di avere le tariffe più care con gli autobus peggiori". 

 

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