Lunedì, 21 Marzo 2016 23:39

La ragionevolezza delle cause perse

“Molto più ragionevole e motivata la sentenza del Tar”(avv. Sebastiano Capotorto)

Dopo mesi di incertezze e brusche docce fredde, finalmente una buona notizia per l’aeroporto di Rimini. Il Consiglio di Stato ha stabilito che il bando Enac per l’aggiudicazione della gestione era regolare e di conseguenza Airiminum 2014, la società vincitrice, può legittimamente continuare ad occuparsi dello scalo.

Si conclude un contenzioso giudiziario che già troppi danni ha provocato al territorio e all’economia turistica della provincia.

D’ora in poi Airiminum 2014 non ha più alibi: sta alla società dimostrare con i fatti di avere le capacità per avviare a Miramare una nuova stagione di sviluppo. Sappiamo che la stagione estiva 2016 purtroppo è già largamente compromessa, ma certamente Airiminum 2014, che in questa fase di sospensione qualche volo comunque l’ha portato a casa, saprà e vorrà dare un colpo d’ala anche nell’immediato.

Non possiamo nasconderci che a Rimini qualcuno tifava perchè il Consiglio di Stato chiudesse l’aeroporto per poter trovare conferma alla propria tesi del bando truccato o del “secondo l’Enac chiunque può gestire un aeroporto”. In tanti si sono indignati sospirando l’arrivo dei fantomatici russi o insistendo sulla tesi di un bando con buchi di irregolarità da tutte le parti. La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce come e quando devono essere verificate le capacità tecniche di una società di gestione. Ma tutto ciò appartiene al passato ed è utile solo ad una ricostruzione storica.

La pagina che adesso si deve aprire è quella di una nuova stagione di rapporti fra aeroporto e territorio.

Il territorio (istituzioni locali, partiti, sindacati, opinione pubblica) deve capire che Airiminum è una società privata che si muove secondo logiche commerciali. Nel suo capitale non c’è un euro proveniente dalle casse pubbliche. Se la gestione compirà errori, saranno i soci a pagare e non la collettività. L’aeroporto non è più in mano ai politici, né vecchi né nuovi.

Chi desiderava legittimamente che l’aeroporto finisse in mani riminesi deve prendere atto che al momento opportuno nessuno si è mosso sul territorio per partecipare al bando. L’unica società che ha cercato un coinvolgimento delle imprese locali è stata appunto Airiminum 2014 che, va detto, specialmente nella prima fase non ha fatto molto per rendersi accettabile.

Ciò non significa che le istituzioni e la politica locale non debbano più interessarsi dell’aeroporto. Devono capire che si apre una fase nuova in cui è una società privata a gestire una importante infrastruttura pubblica. L’aeroporto di Rimini è uno dei rari aeroporti italiani affidato a una società ad intero capitale privato. È quindi evidente che si pone in modo inedito la sfida di un rapporto virtuoso fra pubblico e privato. Le istituzioni e gli operatori turistici locali, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, non possono non coinvolgere Airiminum 2014 nei progetti di sviluppo del turismo. Certamente non seguendo le vecchie logiche consociative e le furbizie normative che hanno portato al fallimento di Aeradria. Vanno individuate forme nuove di collaborazione, tutte da trovare e da sperimentare. Non è immaginabile un aeroporto che si muove a prescindere dalle esigenze del territorio, così come non è immaginabile un territorio che non faccia dell’aeroporto un elemento fondamentale del proprio prodotto turistico. Territorio e aeroporto devono collaborare per trovare una convergenza sugli obiettivi strategici. A Rimini un aeroporto serve soprattutto per l’incoming, per l’outgoing i riminesi hanno a disposizione anche altri scali, facilmente raggiungibili con le navette che stanno funzionando. Non è detto che questa sinergia virtuosa sia facile e immediata, ma va assolutamente ricercata, battendo strade nuove che non incorrano nelle censure europee e non ripetano i pasticci di Aeradria perseguiti dalla magistratura. Potrebbe succedere che voli e tratte interessanti per il territorio non siano economicamente produttive per Airiminum 2014. È un ostacolo da superare: la situazione completamente nuova deve portare a far maturare una sensibilità condivisa. Si potrebbe immaginare ad una tassa di scopo o a parte del gettito dell’imposta di soggiorno. Ma è solo un esempio, potrebbero esserci anche altre forme.

La società che gestisce l’aeroporto deve avere i conti in ordine e deve guadagnare. Ma i vantaggi della sua attività economicamente sana devono riversarsi sul territorio. Altrimenti diventerebbe una cattedrale, magari bella, ma in un deserto.

Lunedì, 21 Marzo 2016 16:03

Metto il cappello su tutto

"Con il sostegno ‘ad adjuvandum’ delle Istituzioni locali, Comune di Rimini compreso" (A. Gnassi). In realtà il sostegno ad adjuvandum era di Provincia e Camera di Commercio.

Lunedì, 21 Marzo 2016 10:15

21 marzo 2016

Camper dell’amore, arrestati sei bulgari | Appalti pubblici, l’esposto è di Biagini | Cl, in mille alla Via Crucis

Sabato, 19 Marzo 2016 11:50

19 marzo 2016

Lista 5Stelle: Grillo dice no a Rimini | Morciano, il sindaco rischia il processo | Pensionata travolta da un tir

Sabato, 19 Marzo 2016 11:45

18 marzo 2016

Denuncia per 3mila evasori | In centro 4 rapine in un giorno | A piazzale Fellini un parco giochi per tutti

Venerdì, 18 Marzo 2016 21:37

E' che a Gnassi piace vincere facile

Non penso sia una grande idea quella di non partecipare dove vi sono conflitti interni. Se dovessimo usare questo metro nel Pd non vi sarebbe il simbolo in un pacco di comuni. (M. Melucci)

Venerdì, 18 Marzo 2016 21:12

Nessuna lista a 5 Stelle a Rimini

(Rimini) Era una delle ipotesi che circolavano e così è stato. Il Movimento 5 Stelle – questa la decisione presa a Milano nel quartier generale di Casaleggio – non presenterà nessuna lista a Rimini. Non hanno avuto la desiderata certificazione né la lista dei grillini storici che aveva come candidato sindaco Davide Grassi né quella sponsorizzata dall’ex moglie di Grillo, Sonia Toni che aveva come candidato sindaco Fabio Lisi. Alle elezioni amministrative di Rimini mancherà dunque il simbolo che più faceva impensierire il sindaco uscente Andrea Gnassi. E probabilmente le due liste che in queste settimane se lo sono date di santa ragione sui social non si presenteranno alla competizione elettorale nemmeno sotto la forma di lista civica. Raggiunto al telefono il capogruppo uscente Tamburini è totalmente frastornato e amareggiato. Alla precisa domanda se una lista, sotto forma di aggregazione civica, sarà comunque presentata, risponde: “Non credo proprio. Ancora dobbiamo vederci e assorbire il colpo, ma non credo che presenteremo una lista”.

D’altra parte sul proprio profilo Facebook il candidato Davide Grassi ha già gettato la spugna: “Si respirava un clima davvero pesante e sono in parte sollevato dalla decisione. Sollevato perché, nel caso di un esito positivo delle elezioni, avrei dovuto sacrificare per cinque anni la mia professione. E chissà se ne sarebbe valsa davvero la pena. Non nego infatti di aver avuto parecchi ripensamenti in questo periodo. Per mia fortuna (mi piace essere ripetitivo perché a dispetto di tanti politici mi sono sempre mantenuto con i frutti del mio lavoro) tutto quello che ho creato non lo devo a nessuno. Ringrazio di cuore chi mi ha sostenuto fino ad oggi. Ho cercato di non dare mai peso alle accuse e ai vari post diffamatori che quotidianamente venivano pubblicati. Ora mi rimetto al lavoro. Un lavoro che non ha mai smesso di gratificarmi e al quale devo tutto quello che sono”.

Anche l’altro candidato, Fabio Lisi, ha rilasciato dichiarazioni secondo le quali la sua esperienza finisce qui.

La mancanza di competitor grillini favorirà la candidatura del fuoriuscito Luigi Camporesi? Lui reagisce così alla notizia: “È un brutto modo per dimostrare di avere ragione. È l'effetto di regole assurde, comunque note da sei anni. Beppe Grillo dimostra per l'ennesima volta di essere diventato inutile, se non addirittura pericoloso per la vita democratica. Mi spiace per tutti quegli attivisti che rispetto”.

Il mercato del lavoro è uno degli indicatori dello stato di salute di un’economia. I dati riferiti alla provincia di Rimini nel 2015 (presentati oggi in Sala Manzoni nell’ambito del 22° Rapporto sull’Economia della Provincia di Rimini 2015-2016, promosso dalla Camera di Commercio di Rimini e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini) restituiscono un quadro dove a segnali certamente positivi si aggiungono segnali negativi. Se da una parte è confermata una timida ripresa, dall’altra emerge come Rimini abbia le performance più negative rispetto al resto della Regione.

In provincia di Rimini nel 2015 ci sono stati 58.404 avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno), con una variazione rispetto al 2014 (56.775 avviati) del +2,9%. È questo è un dato positivo che in vertenza una tendenza negativa che durava tre anni.

Il settore del turismo (alberghi, ristoranti e pubblici esercizi) raccoglie il 47,1% degli avviamenti e ciò conferma la forte propensione dell’economia riminese a questo settore; perà nel turismo si registra una flessione pari a -6,6%, a differenza delle variazioni positive avute nella manifattura (+12,3%), nelle costruzioni (+27,1%), nel commercio (+10,7%) e nelle altre attività del terziario (+3,6%).

La quota di rapporti di lavoro a tempo indeterminato raddoppia rispetto al 2014, soprattutto grazie agli interventi legislativi (incentivi alla stabilizzazione e Jobs Act).

Altre osservazioni interessanti sono quelle per genere, nazionalità ed età degli avviati; la maggior parte degli avviati è di sesso femminile (per il 51,9%), di nazionalità italiana (per il 71,1%) e appartenente alla classe di età over 45 (per il 28,5%); nel 2015 si evidenzia un deciso incremento degli over 45 (+7,7% rispetto al 2014) mentre continua il calo degli avviati giovani (nel 2015 -1,8% per la classe 15-24 anni, -2,2% nel 2014).

Il tasso di occupazione è più basso dei valori medi della Regione e Rimini è l’ultima Provincia della Regione. Scende il tasso di disoccupazione dall’11,1% al 9,5%, che comunque resta il più alto in regione dopo Ferrara. La disoccupazione giovanile è al 23,5%, valore triplicato rispetto al 2008.

L’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni diminuisce dell’11,7% rispetto al 2014, però aumenta la CIG Straordinaria del 30,6%, unica provincia in Regione.

Le imprese attive sono 34.339 contro le 34.503 del 31 dicembre 2014, con un decremento dello 0,5% (sostanzialmente in linea con il -0,6% dell’Emilia-Romagna, ma superiore al -0,1% dell’Italia); per la seconda volta il numero scende sotto quota 35.000 al di sotto della numerosità pre-crisi (35.593 nel 2008); il numero di imprese per abitante rimane comunque alto (102 imprese ogni 1.000 abitanti), a testimonianza di una diffusa imprenditorialità sul territorio.Le iscrizioni e cessazioni di impresa del 2015 in provincia di Rimini confermano le difficoltà del momento; le cessazioni di 2.868 unità hanno superato le iscrizioni pari a 2.641 unità, determinando un saldo nati-mortalità delle imprese negativo. 

I dati Istat mostrano in provincia di Rimini l’Export in calo dello 0,5% rispetto al 2014 mentre l’Import mostra una variazione del +9,7%; il saldo della bilancia commerciale è positivo (+1.080.209.009 euro in contrazione). Nel contesto regionale solo Ravenna insieme a Rimini registra una variazione negativa delle esportazioni. Il crollo dei flussi turistici dalla Russia ha determinato anche un calo nelle esportazioni (-41,8%), con una quota sul valore del totale esportato (4,9% quinto posto) che scende di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2014 (quando era 8,4%, terza) e più che dimezzata rispetto al 2013 (11,9%) quando occupava il 1° posto

Il Rapporto contiene anche alcuni scenari previsionali fino al 2018. Tra il 2016 e il 2018 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto in provincia di Rimini sarà del +1,4%,inferiore al valore atteso medio annuo del +1,7% per l’Emilia-Romagna e sostanzialmente in linea con il +1,5% atteso per l’Italia.

A livello provinciale la crescita investirà tutti i macrosettori: quelli che ne beneficeranno maggiormente saranno l’industria in senso stretto (+2,4%) e le costruzioni (+2,3%) ai quali seguiranno l’agricoltura (+2%) e i servizi (+1,2%). L’incremento della ricchezza prodotta avverrà già nel corso del 2016 (+1% sul 2015) ma sarà maggiore nel biennio 2017-2018 (+1,6% medio annuo).

Tra il 2016 e il 2018 l’export aumenterà in provincia di Rimini in misura media annua del 4,5%, presentando una crescita superiore rispetto al trend regionale (+4%) e nazionale (+3,3%).

Nel mercato del lavoro riminese tra il 2016 ed il 2018 si evidenzierà una crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,7% medio annuo, variazione in linea con quella che si registrerà sia in ambito regionale (+0,8%) che nazionale (+0,6%).

Nel 2018 in provincia di Rimini si attende un deciso calo del tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100), in misura pressoché costante di anno in anno, che scenderà al 7,4% (dal 9,5% “a consuntivo” del 2015); sempre con riferimento al 2018, tale percentuale risulterà superiore a quella attesa per l’Emilia-Romagna (5,4%) e inferiore a quella che si avrà in Italia (10%).

Giovedì, 17 Marzo 2016 18:50

Tutti i misteri della lista Pizzolante

L’ex vice sindaco ed ex assessore regionale Maurizio Melucci non aveva preso bene la notizia che due esponenti della direzione provinciale del Pd, Lino Gobbi e Riccardo Fabbri, avessero partecipato alla riunione della costituenda lista in appoggio a Gnassi promossa dall’on. Sergio Pizzolante. “Aspetto smentite. Altrimenti sono legittime altre domande”, aveva scritto sul suo profilo Facebook. Le smentite non sono arrivate, però Melucci non ha posto domande annunciate. Qualcosa lo ha ammorbidito ed ha invece proposto alcune ipotesi circa la natura della partecipazione a quella riunione:“Qualcuno che non può dire di no all'invito, altri in cerca di casa, altri in cerca di accreditamento”.

Probabilmente Melucci ha parlato con qualcuno dei commensali. Ad esempio con il presidente di Oasi Confartigianato, il bagnino Giorgio Mussoni. Che a BuongiornoRimini spiega: “Quando sono invitato ad una riunione vado e ascolto. Specialmente se l’invito arriva da chi si è sempre battuto per risolvere i problemi della nostra categoria”. È diplomatica anche la risposta di Gianni Indino, presidente della Confcommercio: “Se qualcuno ti invita è cortesia rispondere. Ho incontrato e parlato con tutti i partiti e movimenti politici che mi hanno invitato”. Se si bussa alla porta di Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini, si ascolta la stessa musica: “No, non mi candido. È tutto un equivoco. Sono stato invitato ad una riunione in cui Pizzolante presentava il suo progetto politico. Sono andato a quell’incontro così come vado a quelli dei 5 Stelle o della Lega”.

Tutto un equivoco, tutta una montatura? Non proprio. Per capire meglio bisogna scavare e insistere. “Come sindacato – spiega Mussoni - cerco si risolvere i problemi dei bagnini. Ma chi può decidere è la sfera politica. Per cui noi solidarizziamo con tutti coloro che hanno a cuore la nostra categoria”. Non è un endorsement, ma ci assomiglia.

Gianni Indino precisa: “Se qualcuno si candiderà lo farà a titolo personale e, se dirigente di Confcommercio, si dovrà dimettere dall’incarico. Fra me e Gnassi c’è un rapporto di amore e odio, certamente è il miglior sindaco che abbiamo avuto negli ultimi anni. Ultimamente lo ho molto apprezzato. Certo che la politica è strana. Uno immagina che se una lista di persone di centrodestra offre i suoi voti a Gnassi, il suo partito dovrebbe solo ringraziare. E invece…”. Mauro Vanni riconosce che fra i bagnini e Pizzolante c’è un legame storico, che dura da anni. “Può essere che in ragione di questo legame qualche bagnino si candidi nella sua lista, così come so che ci saranno bagnini candidati nel Pd, nei 5 Stelle e nella Lega. Altri lo faranno a mia insaputa. Come cooperativa faremo presente ai soci i bagnini candidati nelle varie liste. Niente di più”.

Che conclusioni trarre? I nomi eccellenti erano solo degli invitati, non sono i potenziali candidati della lista Pizzolante. A loro il deputato ha però chiesto nomi della categoria di appartenenza da mettere in lista. Un altro che non si candiderà è Eugenio Angelino, direttore di Promozione Alberghiera, anche se pare abbia comunque intenzione di metterci la faccia, di invitare pubblicamente a votare per questa lista.

Le dichiarazioni dei bagnini potrebbero portare a storcere di nuovo il naso a quegli esponenti del Pd (Maurizio Melucci, Roberto Biagini, per esempio) che diffidano di un’alleanza con un personaggio del quale non condividono certe posizioni programmatiche, come quella sulle concessioni balneari. “Se si dicesse anche qualcosa sui programmi sarebbe interessante”, osserva Melucci. L’altro interrogativo è quale consenso potrebbe raccogliere una lista di questo tenore. I promotori non nascondono che aspirano ai due/tre seggi, in modo da avere in consiglio comunale una forza in grado di condizionare il secondo mandato di Gnassi ed aspirare a un posto in giunta. Obiettivo realistico? Stando ai risultati delle ultime comunali, per avere due seggi in maggioranza occorrono almeno quattromila voti. Non sono un’enormità ma non sono nemmeno pochi. Della partita dovrebbe essere anche quella parte dell’Ncd che, visto lo sfascio che regna nel centrodestra, non ha nessuna intenzione di tornare alla casa madre.

Nel dibattito si inserisce a gamba tesa Natale Arcuri, segretario di Noi Riccione e coordinatore di Progetto Rimini, che osserva: “Si cominciano a stringere accordi da maionese impazzita e a fare comode e convenienti alleanze, con voti per lo più presunti ma con la precisa aspirazione e con il convinto apporto di persone di mutevole esperienza, che sperano magari in futuro di spartirsi qualche strapuntino in Giunta”.

Arcuri versa sale sulle ferite aperte nel Pd: “Con il rispetto per le persone che si stanno impegnando, alcune delle quali conosciamo bene, sembra davvero paradossale che il Pd riminese così vicino a Civati e a Bersani, possa accettare una convergenza con queste forze così spiccatamente di destra, distanti per valori e tradizione di governo dal centrosinistra che ha espresso ed esprime la ri-candidatura di Andrea Gnassi. E a nulla vale questa catarsi “civica” che accompagna questo tentativo di “imbucarsi”.

Conclusione: “Quel che appare ai più è che qualcuno ha un filo di vergogna a presentarsi con i propri simboli di partito, e allora ecco la rincorsa a presentare una lista civica che promette trasparenza e partecipazione”.

Aggiornamento

In una intervista a Radio Icaro, Pizzolante ha detto che lui era presente alle riunione per dare consigli e che agli esponenti delle categorie economiche. che non entreranno mai in lista, siono stati choiesti pareri sull'economia riminesi.

Sarcastico il commento su Facebook di Melucci: 1) Nessuno di quel pranzo entrerà in una lista di sostegno. Erano solo per dare consigli (i politici) e raccogliere opinioni dalle associazioni. Non ho capito chi sarebbero quelli che raccolgono i consigli e le opinioni della futura lista civica. Avranno fatto un verbale da consegnare ai partecipanti della lista civica.
2) I partiti (dice Pizzolante ) non esistono più. Forse si riferiva al suo. Inoltre questa lista lavora per correggere provvedimenti sul piano urbanistico e sulle spiagge. Strana posizione. L'ultimo provvedimento urbanistico (Rue) è stato approvato due giorni fa dalla maggioranza di centrosinistra. E sulla spiaggia vi è il parco del mare come progetto.

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