Un concerto per crescere nella bellezza. Crescere tutti. Sia chi è protagonista dell’evento, ovvero il grande coro di giovani e meno giovani, nato dall’amicizia del gruppo musicale Amarcanto con l’associazione dei ragazzi di Open e quella delle famiglie de Il Ponte sul Mare. Sia chi sarà al Teatro Novelli sabato 14 maggio (domani) alle ore 21 (entrata a offerta libera) per ascoltarli in concerto. Canta per il mondo, darà saggio del loro repertorio proveniente da tutte le tradizioni musicali del mondo. Ma potranno crescere immersi nella bellezza di un percorso educativo all’altezza della dignità della persona umana anche i 10 ragazzi dell’Uganda che riceveranno, grazie a quanto verrà raccolto durante la serata, la possibilità di iscriversi presso la scuola Luigi Giussani a Kampala.

È questo uno delle decine di progetti curati da AVSI e sostenuto dalle tradizionali campagne annuali di raccolta fondi, di cui il momento di sabato sera –  a cui non si può mancare – è un esempio nobile.

Tre anni di concerti, in un Teatro Novelli pieno di gente ed entusiasmo, prove, lavoro, rapporti che già lasciano assaporare una novità possibile fin da subito, fin nell’oggi, e che subito si spalanca sul mondo intero fino ad arrivare a Kampala. E non solo per interposta persona. I ragazzi che avranno il sostegno di cui dicevamo sono stati incontrati via web dagli amici del coro, come ha raccontato Buongiorno Rimini. Non sono anonime “situazioni di bisogno” ma persone vere e vive, ora amici, con cui stringere una relazione. E le relazioni,  se vere, cambiano le persone. Così i ragazzi ugandesi hanno risposto al grande coro riminese mettendo in piedi un loro coro, in un ribalzare di note, tra continenti, che ha dell’incredibile.

Ma a proposito di cambiare le persone, sabato sera ci sarà la possibilità di ascoltare anche la testimonianza di un protagonista di primo piano della straordinaria attività di AVSI. Si tratta del medico e scrittore Alberto Reggiori.

Lo abbiamo intervistato e le sue parole hanno fatto crescere in noi la curiosità di incontrarlo sabato sera.  Ecco l’intervista.

Alberto ci spieghi come è nata la scelta di partire? Eri sposato da soli due anni, immagino le cose da sistemare… e invece nel 1985  da Varese ti ritrovi in Uganda…

Tutto è nato dall’aver visto e incontrato alcuni medici missionari che in quegli anni spesso venivano a Varese a raccontare la loro esperienza. Poi ho visto partire miei amici e non ho potuto che provare una profonda invidia per loro. Testimoniavano una vita piena, vera, che ho desiderato vivere anche io. Quel desiderio, di cui mi chiedevo se fosse un mio pallino o qualcosa d più, è stato illuminato dalle parole di Giovanni Paolo II. Ad un’udienza (29 settembre 1984) che concesse alla Fraternità di Comunione e Liberazione,  ci disse “Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace, che si incontrano in Cristo Redentore”. Lì capii che quel mio desiderio era una cosa seria. Ne parlai subito con mia moglie che era del tutto d’accordo e partimmo per l’Uganda. Avevamo già un figlio…

E non ti sei più fermato…

La permanenza in Uganda fu di dieci anni circa, ma tutt’oggi uso le mie ferie per andare nei diversi luoghi dove AVSI ha bisogno. Sono stato in Sud Sudan, Iraq, Haiti, Albania, Messico…

Quale il contributo più importante che il tuo partire, ma anche il nostro ben più semplice aiuto, può offrire a queste persone? Qual è il valore di quanto si sta facendo?

Attraverso le opere che si realizzano, quello che veramente è importante, e che può dare frutti, è portare una stima e una coscienza del valore di chi si incontra. Attraverso parole e gesti concreti noi stiamo dicendo a quelle persone che valgono, che sono importanti, che le stimiamo per il loro grande valore. Si potrebbe dire oggi, nell’anno Santo, che ciò che conta è portare uno sguardo di misericordia che faccia capire all’altro che ha un valore e ha capacità di vivere. Questo è ciò che fa rinascere le persone e le fa diventare protagoniste esse stesse, in prima persona, di una ricostruzione della loro terra martoriata.

In questi anni hai incontrato situazioni difficile e dolore sconfinato. Immagino che sia impossibile reggere tutto questo senza un “ricevere”, un imparare… Che cosa hai ricevuto da questa esperienza? E quanto ricevuto là, è vivibile anche qui italia?

Ho verificato di persona che la vita è qualcosa che si guadagna dandola, spendendola. È scritto nel Vangelo, ma posso dire di averlo verificato. Ognuno può verificarlo nella sua esperienza quotidiana. Se la vita la vivi per te, la chiudi in te, il tempo te la porta via. Invece se la doni, ti ritorna molto più potente. Posso dirlo di averlo verificato in termini umani, in mille rapporti.

Tra questi l’incontro con Veronica, madre bambina, malata di AIDS...

L’incontro con Veronica è uno di quelli che ci porteremo sempre dentro, uno di quelli in cui capisci cosa è l’essenziale. Lei ha cominciato a venire da noi quando si è ammalata di AIDS. Aveva una storia terrible alle spalle. Ha visto qualcosa di buono, ha desiderato stare sempre più con noi, fino a chiedere di essere battezzata. Dalla disperazione che viveva prima è nata in lei una speranza. E attorno a questi rapporti anche la mia vita è rifiorita, la mia e quella della mia famiglia, compresi i rapporti tra me e mia moglie, perché ovviamente ci sono stati momenti non semplici.

Quale il momento più difficile?

Quando arrivò la guerriglia, la situazione era diventata pericolosa per le famiglie. Erano nati altri miei figli là (ben tre nacquero in Uganda ndr) e non era sicuro rimanere per loro. Così -eravamo tre o quattro famiglie-  decidemmo di rimanere solo noi medici. Il distacco è stato duro per tutti.

Invece il momento più bello, più commovente?

Sicuramente la visita di Giovanni Paolo II. Quando venne in Uganda, per un caso fortuito potemmo anche dialogare con lui.

Qual è, in questo momento, la frontiera più delicata su cui operare? 

AVSI ha deciso di dedicare tutti i suoi sforzi quest’anno ai profughi, in particolare i cristiani perseguitati nel mondo. L’intervento è rivolto sia ad alleviare le condizioni di vita nelle loro terre, dove spesso hanno perso tutto, sia nei centri di accoglienza qui in Europa. Vi sono tantissime iniziative di aiuto sparse in tutta Italia. Questi uomini, nostri fratelli, hanno perso tutto per non perdere la loro fede.


Emanuele Polverelli

Mercoledì, 11 Maggio 2016 09:15

Amarcanto in un concerto di canti mariani

"Ella che salva i suoi". Questa espressione di Alessandro Manzoni riferita alla Madonna fa da titolo al concerto di canti mariani che questa sera, mercoledì 11 maggio, si terrà nel Santuario di Santa Chiara a Rimini.

 Ad eseguire il repertorio sarà l'Ensemble Amarcanto. L'evento è organizzato dalla Confraternita di San Girolamo in occasione del duecentoventesimo anniversario del prodigio della Maters Salvatoris e dell'Anno della Misericordia.

L'appuntamento è alle ore 21.

Due autorevoli giudizi, entrambi appartenenti allo stesso campo, vanno in direzioni opposte. Secondo il sindaco uscente e ricandidato, Andrea Gnassi, ci sarà bisogno di giocare il secondo tempo della partita, cioè si andrà al ballottaggio. Secondo Maurizio Melucci ci sono invece le condizioni per vincere al primo turno in ragione del fatto che ci sono meno liste e candidati a sindaco di cinque anni fa.

L’eventualità o meno del ballottaggio è in effetti il primo interrogativo delle elezioni del 5 giugno. C’è chi ritiene che la popolarità di Gnassi sia talmente cresciuta in questi anni che raccoglierà la maggioranza dei consensi già al primo turno. Sensazioni di pelle, non suffragate al momento da sondaggi che tengano conto di tutti i candidati in campo. L’altro interrogativo è sul tasso di astensione e la risposta è direttamente connessa alla questione del ballottaggio: pochi votanti e Gnassi vince subito, molti votanti e ci sarà il ballottaggio.

Gnassi ha il sostegno di sei liste, esattamente come cinque anni fa. Solo che nel 2011 cinque erano di partito ed una sola civica. Nel 2016 la situazione è ribaltata: una sola di partito, il Pd, e cinque civiche. Nel 2011 le liste collegate a Gnassi (che al primo turno ottenne appena il 38 per cento) racimolarono insieme il 39,03 per cento dei voti, cioè non superarono il 40 per cento. Se quest’anno il sindaco uscente dovesse ottenere il 50 per cento più un voto al primo turno e le sue liste dovessero restare sotto il 40 per cento, avremmo il fenomeno della cosiddetta anatra zoppa, cioè non scatterebbe il premio di maggioranza. Gnassi sarebbe eletto sindaco ma non avrebbe la maggioranza in consiglio comunale. L’unico fattore che può scongiurare questa situazione è che le liste civiche abbiamo un seguito maggiore dei partiti in lizza nel 2011. Le percentuali furono queste: Psi 0,69; Verdi 1,14; Italia dei Valori 2,97; Federazione della sinistra 1,97, Rimini per Rimini 2,5. Riuscirono ad eleggere un consigliere solo Rimini per Rimini (Astolfi) e Federazione della sinistra (Galvani). I nomi dei partiti allora in campo rivelano un quadro politico molto diverso. Si ritiene oggi che due liste (Patto Civico e Rimini Attiva), per la base da cui attingono, possano ottenere risultati migliori. Ma a scapito di chi? Probabilmente sono fondati i timori di chi ritiene che a “donare sangue” sarà soprattutto il Pd. Nel 2011 si era attestato sul 29,76 per cento: riuscirà a mantenere questa forza? Se ci riesce, bisogna che le liste civiche ottengano almeno l’11 per cento per superare la soglia che evita l’anatra zoppa. Partita tutta da giocare e tutta da vedere.

Nel campo degli avversari di Gnassi, la partita per l’eventuale partecipazione al ballottaggio è invece fra Marzio Pecci, candidato del centrodestra unito, e Luigi Camporesi, candidato di un raggruppamento di liste civiche. Se si sta ai voti ottenuti da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia alle regionali del 2014, Pecci potrebbe contare su una base di partenza pari al 30 per cento. In più c’è la lista Uniti si vince che sempre pesca nell’elettorato di destra. Le difficoltà di Camporesi di raggiungere tale traguardo appaiono evidenti. Tanto è vero che il presidente di Dreamini, Bruno Sacchini, ha ufficialmente lanciato la campagna per il voto disgiunto. Si è rivolto agli elettori dei partiti di centro destra osservando che Pecci, pesarese e già sconfitto a Riccione, è impresentabile. Ma gli elettori possono conservare la fedeltà al partito del cuore e nello stesso tempo votare come sindaco Camporesi. È questa una delle più interessanti opportunità che offre la legge elettorale per i Comuni: il voto disgiunto, si vota un candidato sindaco e si vota una lista che sostiene un altro candidato. Si può votare anche semplicemente un candidato sindaco e non votare alcuna lista, mentre se si vota una lista senza scegliere anche il sindaco, il voto si trasmette automaticamente al sindaco ad essa collegato.

Il voto disgiunto è storicamente praticato dagli elettori riminesi. Per restare al 2011 Gnassi ha avuto meno voti della sua coalizione, 37,95 contro il 39,03 per cento; mentre il suo avversario Gioenzo Renzi ottenne il 34,78 e le liste a lui collegate si fermarono invece al 33,56 per cento. È probabile che il 5 giugno prossimo Gnassi riesca invece ad avvantaggiarsi del voto disgiunto, ma ciò renderà più largo il distacco dalle proprie liste, con il rischio anatra zoppa che abbiamo visto.

È cominciata la campagna elettorale e non sono finite le diatribe interne al Pd. Anzi sono spettacolarizzate su Facebook.

Prende la parola Maurizio Melucci sulla presentazione della lista Patto Civico, meglio conosciuta come lista Pizzolante. Ed infila, una dopo l’altra, tre considerazioni al vetriolo.

Prima. Pizzolante è l'artefice della lista "Patto civico" per Gnassi. Dice che è un progetto politico che andrà oltre le elezioni. Quindi a Milano (dove Ncd - partito di Pizzolante) sostiene Parisi e non Sala che progetto politico è? Oppure a Roma dove Ncd (partito di Pizzolante) sostiene Marchini che progetto politico è? Oppure potrei citare Bologna ecc.. Devo dedurre che solo a Rimini si è fatto un percorso dal basso.
Seconda. Sulle concessioni demaniali viene detto che sono pronte le linee guide. Quali? di cosa si parla? In realtà è pronta (da tempo ) la proposta di legge. Ma nessuno la vuole spiegare prima della sentenza della Corte di Giustizia europea.
Terza. Non ho capito cosa ci faceva Lino Gobbi (componente la direzione del PD) al tavolo di presidenza con Pizzolante e il ministro Costa. Abbiamo già fatto il partito della nazione a Rimini?

Le considerazioni di Melucci raccolgono un consenso trasversale, da destra a sinistra. Fra i “mi piace” raccolti quelli di Samuele Zerbini, Fabio Galli, Claudio di Lorenzo e Michela Orlandi (della lista di destra Uniti si vince), Roberto Biagini, Simone Bertozzi. Melucci ha avuto successo fra gli “antipatizzanti”, interni ed esterni, del sindaco Gnassi.

Chi più se la gode è il candidato sindaco Luigi Camporesi che condivide il post di Melucci con queste parole: “Sensazionale! Il PD ha fatto outing! La relazione consociativa con elementi del PdL, un tempo nascosta, oggi è dichiarata pubblicamente! E a Maurizio Melucci non piace! A Gnassi si! Fate girare!”.

Da Bellaria Rino Bagli commenta: “A Rimini siete messi proprio male, ma nonostante tutto Gnassi vincerà', senza andare al ballottaggio!”. Replica di Melucci: “Ma per arrivare a Bellaria ce ne vuole!!!”, con chiara allusione che per due volte consecutive il candidato del Pd è stato battuto alle urne. Pertanto si fa vivo l’ultimo sconfitto, Gabriele Morelli, in risposta a Melucci: “Esatto, specialmente se si è costretti a passare da Rimini.....”.

Se queste è solo l’antipasto della campagna elettorale, forse ci sarà da divertirsi.

 

Aggiornamento

I fuochi d'artificio sono durati poco. Melucci ha deciso di serrare i ranghi in favore del Pd e di Gnassi. "Ogni mio commento che può essere interpretato come polemico di scelte o interventi di dirigenti del Pd o alleati ad elezioni o occasionali verrà rinviato a dopo il 5 giugno".

Lunedì, 09 Maggio 2016 18:52

Lo spettacolo di un popolo che si fa coro

Loro cantano per raccogliere fondi a sostegno del percorso scolastico di dieci studenti in Uganda. Ma non sono dieci sconosciuti: si sono visti e parlati via skype. Anzi, i ragazzi ugandesi, in segno di riconoscenza agli amici italiani, hanno formato anche un loro un piccolo coro ed eseguito alcuni canti.

Questo simpatico particolare rivela da solo l’originalità dell’esperienza che sta dietro al concerto Canta per il mondo! Canti di popoli in cammino che si terrà nella serata di sabato 14 maggio al Teatro Novelli di Rimini. È promosso dall’associazione di famiglie Il Ponte sul mare e dall’Ensemble Amarcanto. Ed è proprio dall’incontro fra queste due realtà che è nata l’idea del concerto a sostegno di Avsi, l’associazione non governativa che promuove e realizza progetti di sviluppo in ogni parte del mondo.

“Noi del Ponte sul mare – racconta Ivana Manduchi, dipendente del Comune di Rimini – eravamo alla ricerca di un’idea per raccogliere fondi per l’Avsi. A questo scopo abbiamo incontrato Laura Amati e Anna Tedaldi di Amarcanto e da quest’incontro è nata l’idea del coro”. Ad essere coinvolto, all’inizio, il Centro Open, che si occupava di giovani in stato di disagio. anzi, il primo concerto è stato proprio a sostegno del Centro.

È nato così un coro assolutamente eterogeneo per età (dai bambini ai pensionati), per interessi culturali, per professione, per convinzioni religiose. “Abbiamo cominciato a cantare – racconta Ivana – e passo dopo passo si sono aggregate le persone le più varie. Nel nostro coro non serve saper cantare, tutto nasce dalla passione per l’incontro con l’altro, con la consapevolezza che l’altro è un bene per me. Anche chi è stonato può partecipare, ed io ne sono la testimonial. Ma nell’insieme nasce una carica, un’energia che è formidabile”.

Tutti i lunedì circa cinquanta persone si ritrovano per fare le prove, seguite nel loro impegno dagli amici di Amarcanto. Nello spettacolo di sabato – che ha come filo conduttore il tema della misericordia - saranno proposti una quindicina di brani. La novità del concerto 2016 è che oltre ai canti popolari, che da sempre sono l’asse portante del repertorio, saranno eseguiti anche brani famosi della storia della musica. I titoli sono assolutamente top secret, possiamo solo anticipare che vanno dalla lirica al rock. Fra un canto e l’altro anche poesie e letture. Ad introdurre lo spettacolo ci sarà Alberto Reggiori, medico scrittore che ha vissuto per una decina d’anni in Uganda.

“L’esperienza di questo coro – ribadisce Ivana Manduchi – è poter incontrare l’altro per come è. E da questo incontro nasce una bellezza che è capace di cambiare il volto delle cose. Non sei più solo tu, ma si è insieme. Una mia collega, di solito molto fredda, mi ha rivelato: “Che bello sarebbe poter essere così anche sul lavoro!” Le ho risposto: non ce lo impedisce nessuno”.

L’appuntamento è dunque per sabato 14 maggio alle ore 21 al Teatro Novelli. L’ingresso è a offerta libera.

E’ arrivata, punto su punto, la replica di Luigi Camporesi, candidato sindaco per Obiettivo Civico, alla lettera di diffida inviata dall’avvocato Giovanni Boldrini per conto di Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera.

A proposito dell’ipotizzato reato di falso in comunicazioni sociali, Camporesi scrive “il mio giudizio conferma i contenuti della sentenza 890/2016 delle Sezioni Unite Penali della Cassazione, i quali sanciscono la sussistenza del delitto di false comunicazioni sociali, anche con riferimento alle valutazioni, quando si discostano senza adeguata informazione giustificativa dai criteri generalmente accettati, costituiti dai principi contabili”. È cioè la tesi a suo tempo espressa da Mario Ferri che il pala congressi è inserito in bilancio con una valutazione eccessiva visto che la relativa società è in perdita.

Quanto alle azioni di Rimini Fiera in pegno anche alla Popolare di Vicenza, Camporesi riporta brani di una relazione di Umberto Lago, amministratore di Rimini Holding, secondo la quale per l’operazione di quotazione al mercato Aim è stato chiesto ad un'altra banca (Banca Popolare di Vicenza) diversa da Unicredit, un "finanziamento ponte" di importo pari al previsto fabbisogno finanziario residuo al 31/12/2015 (€ 1.600.000,00), da restituire entro il prossimo 30 giugno 2016”.

Quel che non è chiaro, nella disputa, è se il finanziamento alla Popolare di Vicenza sia poi stato chiesto visto che l’operazione è poi slittata. Camporesi comunque osserva che “il quadro risultante è verosimilmente quello configurato nella mia lettera in oggetto”.

Quanto al debito bancario insostenibile, si osserva che “Senza il provento straordinario dovuto alla cessione dei terreni, facilitato da una doppia variante al Piano Regolatore Generale, vi sarebbe una perdita complessiva di: 1.303.229,00 euro”. Viene inoltre citata un’altra frase della relazione di Gabellini: " …dalle interlocuzioni con l'istituto mutuante Unicredit è risultato impossibile il ricorso a soluzioni dilatorie della scadenza, ovvero ad ulteriore finanza erogata dal medesimo istituto, per fare fronte ad impegni che Rimini Congressi ha nei confronti di quest'ultimo

Mossa a sorpresa del presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni. Se lungo la via Emilia si discute di un polo fieristico regionale dai contorni non ancora ben definiti, sul piatto della bilancia viene messo un accordo strategico con la Fiera di Vicenza. I rispettivi presidenti, Lorenzo Cagnoni e Matteo Marzotto, hanno infatti siglato una lettera di intenti, con un accordo di esclusiva, per verificare la fattibilità di un´operazione finalizzata all´integrazione delle due Società.
"L´obiettivo - si legge in una nota - è la costituzione di un primario Soggetto Fieristico nazionale in grado di competere sui mercati internazionali, confermando la volontà di accedere alla quotazione in Borsa secondo le tempistiche predefinite".

Le dichiarazioni dei due presidenti descrivono il senso dell'operazione.

Per il Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni: ´Si mettono in campo i presupposti per un´operazione del tutto nuova nel settore fieristico. Un´operazione che vede insieme due aziende sane e robuste, con ruoli distinti ma complementari. Due aziende che scommettono sullo sviluppo di un progetto industriale che coglie evidenti opportunità di mercato e che le porterà a importanti dimensioni e volumi societari´.

Matteo Marzotto, Presidente di Fiera di Vicenza, ha dichiarato: ´Questa operazione è una straordinaria opportunità per il Sistema Italia innanzitutto dal punto di vista industriale. Una vera novità per il settore fieristico nazionale. Grazie alle competenze e alla visione delle due Società, al loro portafoglio prodotti di proprietà e alle performance reddituali, si potrebbe dare vita ad una piattaforma di eccellenza. Uno dei primissimi Exhibition Provider d´Italia, e senz´altro un player di valore internazionale, dimostrando inoltre che anche in Italia si può fare sistema. Pur considerando un plus le radici di Fiera di Vicenza e Rimini Fiera, verrebbero contestualmente e dinamicamente ampliati i confini di due territori per molti versi simili e da sempre attivi sul fronte della valorizzazione e dell´internazionalizzazione di intere filiere produttive del Made in Italy´.

Il presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, tramite l’avvocato Giovanni Boldrini, ha mandato una lettera di diffida a Luigi Camporesi, candidato sindaco di Obiettivo Civico alle prossime elezioni.

Cagnoni smentisce le affermazioni di Camporesi riportate dal quotidiano La Voce di Romagna e contenute anche in una lettera inviata ai vertici delle società Aia Capital e Aia Palas. Le affermazioni contestate sono quelle secondo cui nel 2014 la società del Palazzo dei Congressi abbia presentato un bilancio irregolare. Poiché Camporesi cita la legge 69/2015, che disciplina il reato di false comunicazioni sociali, secondo l’avvocato egli ha pubblicamente incolpato Cagnoni di aver volutamente redatto un bilancio irregolare.

Secondo la lettera di diffida è inoltre falso che Rimini Fiera non si sarebbe quotata in Borsa perché le sue azioni sono in pegno alla Banca Popolare di Vicenza e a Unicredit. Le azioni non sono in pegno alla Popolare ma solo a Unicredit e comunque, dice la lettera, ciò non pregiudica la quotazione. “Ancor più pesantemente diffamatoria è l’affermazione che il gruppo abbia un debito non sostenibile, visto che i fatti dimostrano esattamente il contrario”. Affermazioni che l’avvocato Boldrin riconduce solo all’utilità della campagna elettorale di Camporesi. Poiché il candidato le ha ripetute anche nella lettera alle due società degli albergatori, “andando ben oltre lo spot da comizio elettorale", è invitato a smentirle entro tre giorni altrimenti sarà querelato per diffamazione con richiesta di risarcimento del danno.

Ormai il quadro è definito, salvo sorprese dell'ultima ora. Però già possiamo constatare che per le elezioni comunali del 5 giugno abbiamo almeno otto candidati sindaci e diciotto liste ad esse collegate. Chi volesse intonare il solito lamento sulla frantumazione del quadro politico, è legittimato a farlo, però deve ricordare che nel 2011 i candidati sindaco erano 12, mentre le liste erano  22. Vediamo dunque il quadro che gli elettori troveranno sulla scheda.

n.b. Cliccando sul nome delle singole liste leggerete i nomi dei candidati

 

Andrea Gnassi

Il sindaco uscente, scampato il pericolo di un rinvio a giudizio per Aeradria prima del voto, marcia adesso verso il 5 giugno capitanando ben sei liste che lo sostengono. Innanzitutto quella del Pd; si sono aggiunte la lista Futura, espressione dei Gnassi boys; la Rimini Attiva, dell’associazionismo e del volontariato; la lista comune fra Centro Democratico e Italia dei Valori; la lista Patto Civico con Gnassi, meglio conosciuta come lista Pizzolante, alla quale ha aderito anche la Città Metropolitana di promossa da Alessandro Lualdi a Miramare, ed infine la lista Sinistra per Rimini.

Luigi Camporesi

L’ex grillino Luigi Camporesi scende in campo sostenuto da  due liste civiche: come era prevedibile i cinque gruppi che si sono dichiarati per la sua elezioni si sono uniti in due aggregazioni per meglio far fruttare il loro capitale elettorale. La lista di Camporesi, Obiettivo Civico si è unita a Vincere per Rimini di Filippo Zilli; mentre il secondo raggruppamento comprende la lista Insieme per Rimini dei seguaci di Giovanardi, Pollini e Giudici; Noi per la Romagna dell’ammiraglio Cingolani;  Fare, i seguaci riminesi dell’ex leghista sindaco di Verona Flavio Tosi e il Movimento Libero creato dal consigliere grillino Marco Fonti, senza l’appoggio ufficiale del meetup del Movimento a 5 Stelle.

 

Marzio Pecci

Dopo due mesi di corsa solitaria con il solo simbolo della Lega, anche Marzio Pecci è riuscito progressivamente a vedere intorno a sé un gruppo di liste sostenitrici. A partire da Uniti si vince, formata da un consistente gruppo di ex An con il consigliere uscente Gennaro Mauro, lista dentro la quale è confluita Per cambiare Rimini dell’avvocato Poggi. Quindi sono arrivati anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, ricompattando così il centrodestra dei partiti.

Cantiere dei solitari

Per solitari intendiamo quei candidati sindaco che godono dell’appoggio di una sola lista. Ce ne sono, al momento, ben cinque. Cominciamo da quelli alla sinistra del Pd, che non solo riusciti a formare un raggruppamento unitario. Abbiamo la lista Rimini People (Casa Madiba, Possibile, ex grillino Cardone) che propone Mara Marani, e la lista Rimini in Comune che ha come candidato sindaco l’ex assessore della giunta Gnassi, Sara Visintin, Rifondazione comunista.

A destra abbiamo Marina Mascioni, candidata del Fronte nazionale per l’Italia, e Forza Nuova che ha annunciato di essere presente candidando a sindaco Mirco Ottaviani.

Ed infine al centro ha fatto la sua comparsa negli ultimi giorni Il popolo della famiglia, il movimento politico creato da Mario Adinolfi sull’onda del Family day. Il candidato sindaco è Ada Di Campi.

Ed ecco il fac simile della scheda elettorale

 

Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione della Sussidiarietà, esponente di spicco di Comunione e Liberazione, ha presentato in anteprima a Rimini il suo ultimo lavoro sull’importanza del carattere, della personalità dell’imprenditore, nel successo o meno della sua azienda. Ad ascoltarlo in prima fila alcuni dei candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative. Finito l’incontro, Vittadini si intrattiene alcuni minuti con Gnassi. “Complimenti, vedo che sta cambiando Rimini. Sono arrivato in auto e ho visto tutte le nuove rotatorie che rendono il traffico più snello”.

Dopo i saluti a Gnassi, ci avviciniamo noi di buongiornoRimini per alcune domande proprio sul tema delle elezioni amministrative.

Vittadini, cosa c’è in gioco in queste elezioni?

Purtroppo vedo che a livello nazionale non si parla della cosa più importante e cioè dei contenuti. Il tema è come far ripartire le nostre città. Credo che la strada più giusta sia quella di una alleanza fra l’ente pubblico ed il privato sociale. C’è bisogno di questo partenariato per liberare risorse e rispondere ai bisogni. È necessario superare la vecchia contrapposizione fra destra e sinistra, che non ha più senso e non è utile alle nostre città. Non va bene il privato che pensa solo a guadagnare per il proprio interesse privato e non va bene un ente pubblico che pensa di dirigere e governare tutto dall’alto. Queste categorie non funzionano più. È pubblico ciò che produce il bene di una città.

Molti sono tentati dall’astensionismo, sono tutti uguali, sono tutti corrotti…

Attenzione a non riproporre una storia vecchia, che comincia già dal XVIII secolo, quando i moralizzatori finirono per tagliare le teste. Bisogna riconoscere che l’uomo è segnato dal peccato originale e pertanto è incline a commettere il male. Se però è guidato da un forte ideale, si corregge, cerca di migliorare. Se crolla l’ideale, inevitabilmente si diffonde la corruzione. Ma il malaffare si incrementa anche se, invece di sostenere i tentativi che nascono dal basso, si allarga a dismisura lo spazio del potere pubblico.

A che condizioni la politica diventa un bene, come sostiene un recente volantino di Comunione e Liberazione?

La politica è un bene quando è sostenuta da un ideale grande, quando si è in grado di insegnare ai figli ciò che è bene e ciò che è male. La corruzione non è solo quella che emerge negli scandali, l’atteggiamento sbagliato nasce prima. Se un imprenditore vuole costruire case che non servono, compie comunque un’azione immorale, anche se non diventa corruzione in senso tipico. Se un funzionario pubblico non svolge i suoi compiti e rallenta le pratiche per i cittadini, già in questo modo di fare c’è il germe della corruzione.

Gli elettori hanno di fronte tanti candidati e tante proposte: con quali criteri scegliere chi votare?

Si sceglie chi costruisce il bene comune con il metodo della sussidiarietà. Si valuta quanto un candidato è impegnato a fare cose positive per la città e a valorizzare il territorio. Chi è impegnato a rilanciare Rimini dopo anni di crisi? Chi sta facendo cose? Chi sta creando occasioni per nuovi posti di lavoro? Si deve valutare tutto questo senza avere schemi a priori e con l’attenzione ai bisogni reali della città.

C’erano una volta i ciellini uniti in politica, adesso li si vede sostenere liste e candidati a volte contrapposti. Va bene così o è un problema?

Anche ai tempi della Dc, quando i cattolici erano tutti o quasi dentro un partito, dicevamo che l’unità è intorno a un’esperienza ecclesiale non intorno alla politica. Se la stessa esperienza ecclesiale porta ad opzioni politiche diverse, vorrà dire che fra un candidato e l’altro non ci saranno “sportellate” ma un tentativo di vero dialogo. Giussani al convegno della Dc al Forum di Assago aveva detto che la politica deve sostenere le opere che nascono dal desiderio dell’uomo. Unità nell’esperienza ecclesiale vuole dire pertanto unità intorno a ciò che aiuta l’io a crescere.

 

 

 

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