Estate ok per l'aeroporto: oltre 200 mila passeggeri, +41% rispetto al 2015
L’aeroporto si è rimesso in moto. Oggi Airiminum 2014, la società di gestione, ha comunicato i dati sul traffico passeggeri della Summer 2016, cioè dal 27 marzo al 30 ottobre. All’Aeroporto internazionale di Rimini e San Marino ‘Federico Fellini’ sono transitati 207.843 passeggeri, registrando così un netto aumento di circa il 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (quando i passeggeri erano stati 147.388).
Per quanto riguarda la tipologia del traffico aereo, esso è stato caratterizzato per il 47,8% da voli di linea e per il 52,2% da voli charter. “Un dato – si legge in una nota di Airiminum 2014 - che rispecchia la strategia della società volta a creare un network di rotte sempre più stabili per l’Aeroporto, in modo da poter progettare e implementare progetti di sviluppo pluriennali e consolidati”.
Il volume del traffico di linea - il 47,8% del portafoglio complessivo - è cresciuto di circa il 74% rispetto alla Summer 2015. Due terzi circa di tale traffico proviene da Paesi Extra UE (il cui peso è addirittura raddoppiato rispetto alla Summer 2015).
Il mese in cui si sono registrati i maggiori volumi di passeggeri è stato luglio, in cui 48.370 unità sono transitate dal ‘Fellini’, con un +50% rispetto alla Summer 2015 (che aveva invece registrato 32.225 passeggeri).
La Russia si conferma il principale volume di traffico per l’Aeroporto con 147.153 unità, che rappresentano circa il 70,8% dei flussi totali: anche in questo caso il dato è in netta crescita (+39,4%) rispetto al periodo Summer 2015.
Nei Paesi UE, la Germania con 13.068 passeggeri - circa il 6,3% del portafoglio complessivo - e il Lussemburgo con 8.319 passeggeri - circa il 4% del portafoglio complessivo - rappresentano i Paesi che registrano i maggiori flussi.
Airiminum 2014 ha inoltre comunicato che in data 28 settembre 2016 la società Alquimie 4 Metropolis s.r.l. ha acquisito le 950.000 azioni di AIRiminum 2014 possedute da Rimini Partecipazioni s.r.l..
Dopo questa operazione, Armonie s.r.l. - socio promotore di Airiminum 2014 S.p.A. nella persona di Leonardo Corbucci - controlla direttamente e indirettamente azioni pari al 88,125% del capitale della società gestita dal board composto da Laura Fincato, Lucio Laureti, Leonardo Corbucci, Roberto Montesi e Simone Badioli.
Riccione, stagione turistica ok, virata decisa sulla qualità
La stagione turistica 2016 a Riccione è andata bene, non ci sono dubbi. E se lo dicono e lo ribadiscono gli albergatori (tendenzialmente inclini a vedere il bicchiere mezzo vuoto) significa che certamente è stata positiva. Ma il giudizio su tale andamento ottimistico non deriva dalle statistiche ufficiali, neppure generosamente ritoccate come fa l’Osservatorio regionale, ma dal giudizio espresso da un campione significativo (25 per cento) degli hotel riccionese da una a quattro stelle.
Solo il 2 per cento la considera negativa, tutti gli altri variano dal sufficiente (30 per cento), al discreto (51 per cento), al molto positiva (16 per cento). La controprova viene dai dati sui prezzi. Con un software gli albergatore hanno fotografato tutti i prezzi praticati dai loro colleghi sulle Ota (Online Tral Agency). Cosa risulta? Risulta che mediamente Riccione si colloca in una fascia medio-alta, immediatamente a ridosso di località come Viareggio e Milano Marittima, tradizionalmente più care. Quindi se qualcuno ha svenduto, è stato una pecora nera, perché la stragrande maggioranza delle imprese ha mantenuto i prezzi alti. Anzi, risulta pure che più aumentava il riempimento delle strutture, più aumentavano i prezzi, il che significa che la maggior parte degli alberghi modula i prezzi a seconda della domanda.
Anche sulla redditività delle proprie imprese gli albergatori danno risposte incoraggianti. Solo il 10 per cento sostiene che nel 2016 non ha avuto guadagni soddisfacenti, il resto afferma che sono stati sufficienti (60 per cento), per un 30 per cento positivi o molto positivi. Ciò fa aumentare la propensione agli investimenti (cresciuta rispetto agli ultimi anni) anche se la fetta più grossa è disposta a investire solo fino a 100 mila euro, soprattutto per l’ammodernamento delle camere.
I dati statistici ufficiali in qualche modo confermano le valutazioni degli albergatori: nei primi nove mesi dell’anno gli arrivi sono cresciuti del 2,3 e le presenze dell’1,7 (già il 2015 era stato molto positivi per Riccione). Il mercato maggiore per Riccione resta quello italiano (da Lombardia ed Emilia Romagna in primo luogo) mentre la quota estera è di appena il 23 per cento. Esiste quindi una forte esigenza di internazionalizzazione a cui amministratori pubblici ed operatori privati devono lavorare. Sul mercato estero si assiste ad un buon recupero dei russi mentre i tedeschi chiudono con un -5,7 per cento di presenze, nonostante le campagne promozionali dell’Apt. L’assessore al turismo Claudio Montanari evita di entrare in polemica diretta con le iniziative promozionali che sembrano riproporre una Riviera di trent’anni fa, si limita ad osserva che per Riccione la perdita di mercato tedesco è ormai storica e che per un’inversione di tendenza probabilmente ci vogliono tempi lunghi. Insiste sul fatto che bisogna che la città torni a parlare tedesco, cioè che sappia interpretare le domande dei nuovi turisti tedeschi.
Interessanti i focus su alcuni periodi dell’anno che, grazie alla progressione storica, aiutano a leggere taluni dati altrimenti “strani”- Dal 2014, Natale e Capodanno sono sempre in aumento, il che fa dire al presidente Rodolfo Albicocco che ormai quel periodo è diventato un prodotto turistico.
Marzo e aprile vanno letti insieme perché le loro performance dipendono dalla data della Pasqua. Emerge comunque che alla Pasqua 2016, a fine marzo, sono mancate appena cinquemila presenze rispetto al top della Pasqua 2014 che ne aveva contate 207 mila. Il tracollo di maggio 2016 dipende dal fatto che l’anno scorso il 1 maggio cadeva di venerdì, per cui chi voleva poteva fare un week end pieno. I dati di 2013 e 2014 sono invece in linea con quelli di quest’anno.
Si può dire che l’Osservatorio Luigi Montanari riesce a fornire, almeno per Riccione, quei dati qualitativi con cui tutti si sciacquano la bocca ma poi non forniscono.
L’Osservatorio ha anche registrato i desideri degli albergatori quanto agli investimenti pubblici. Al primo posto c’è la qualità della balneazione, seguita da marciapiedi, aree verdi e parcheggi fuori centro serviti da navetta (questa è una novità rispetto anche ad un recente passato). Vengono poi caldeggiati locali per gli over 40, locali sul mare per aperitivi serali, un parco termale per destagionalizzare. Gli albergatori si dividono esattamente a metà sulla madre di tutte le polemiche: orari dei locali notturni da prolungare o da restringere?
Occasione perfetta per girare all’assessore la domanda su dove sta andando Riccione dopo aver detto no ad un certo turismo giovanile. “Cerchiamo di assecondare la richiesta che viene dai nostri operatori: un turismo di qualità. E ciò non significa dire di no ai giovani, significa scegliere il tipo di giovani che vogliamo. Il resto sono polemiche non mi interessano”. In questo report 2016 è sparita anche la polemica sulla Notte Rosa: “Appartiene al passato, noi siamo già nel futuro!
"Se cambia il modello turistico, cala anche l'evasione"
“Occorre lavorare più intensamente sulla specificità del turismo culturale e religioso, puntando alla valorizzazione della cultura e dell’arte come straordinari veicoli dello sviluppo civile ed economico”. Così ha detto il vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi nel tradizionale discorso alle autorità nel giorno di san Gaudenzo. Il vescovo ha anche meglio specificato ciò che intendeva: “Oggi in Europa e nel mondo si guarda al nostro Paese, e anche al nostro territorio romagnolo, più che per l’attrazione della sua spiaggia, per l’unicità del suo ambiente e delle sue opere d’arte - che per i 2/3 sono di matrice religiosa - e per la qualità del clima sociale che si crea tra le persone. È necessario e urgente mettere in atto progetti lungimiranti, incentrati sulla formazione e la riqualificazione di nuovi modelli di turismo a partire dal vasto patrimonio artistico e culturale dell’area romagnola, offrendo al contempo concrete opportunità di investimento, di cooperazione e di occupazione professionale connesse a questo comparto”.
A conferma di quanto sostenuto da monsignor Lambiasi si possono citare i dati sulle presenze turistiche tedesche. La campagna per le città d’arte di Apt – stando alle statistiche – ha avuto un maggiore riscontro di quella finalizzata a promuovere l’offerta balneare. Di fronte ai due contemporanei messaggi, i tedeschi hanno risposto più vivacemente al primo, quello sulle città d’arte.
Il vescovo ha concluso questa parte del suo discorso riaffermando che: “Resta davanti a noi la sfida di trasformare nell’immaginario collettivo la rappresentazione della nostra Città: da consumistica “vetrina di eventi” a Città internazionale della cultura, a partire dalle sue elevate potenzialità, dal rapporto con la sua identità, il ricco giacimento della sua memoria, la sua vocazione all’ospitalità, all’amicizia, alla concreta solidarietà”.
Monsignor Lambiasi mostra di avere sul tema del turismo una vision precisa e articolata, che appare debitrice a certi interventi del professor Natalino Valentini, diretto dell’Istituto Marvelli.
La proposta di un nuovo modello di turismo ha suscitato l’attenzione del professor Luigi Vergallo, ricercatore di storia all’Università di Milano e autore, cinque anni fa, di una ricerca sul fenomeno del nero e del sommerso in Riviera, sponsorizzata dall’allora presidente della Provincia, Stefano Vitali.
“Dal dopoguerra, - ha scritto Vergallo sul sito glistatigenerali.com - nella provincia di Rimini, il turismo – pur essendo inferiore all’industria o al commercio per dimensioni economiche e occupazionali – ha sempre occupato una quota di popolazione superiore alla media italiana e, viceversa, il settore industriale, pur essendo il primo nella zona, ha occupato un numero inferiore di individui rispetto alla stessa media italiana. Storicamente, è questo uno dei principali fattori che hanno creato il mito del turismo come settore economico più importante; opinione solo parzialmente corrispondente alla realtà che in compenso ha generato nella zona la pericolosa percezione di “dipendere” dal turismo, spingendo troppo spesso alcuni amministratori e alcune istituzioni a chiudere un occhio, talvolta anche entrambi, su pratiche illecite o apertamente illegali”.
Nella ricerca, poi pubblicata da Mimesis con il titolo Economia reale ed economia sommersa nel riminese in prospettiva storica, Vergallo documentava che c’era un’evidente sproporzione (sull’ammontare ancora non c’è unanimità di consensi) fra i redditi Irpef pro capite dichiarati e il livello della ricchezza reale prodotta sul territorio quale si può ricavare tra un mix di fattori come per esempio la spesa delle famiglie per consumi interni, l’ammontare dei depositi bancari, l’ammontare dei patrimoni delle famiglie, i veicoli intestati pro-capite, i premi pagati alle assicurazioni nel ramo “vita”, il numero di sportelli bancari a disposizione, e anche altri. Secondo la fotografia scattata cinque anni fa, in base a questi fattori, Rimininella classifica dei redditi Irpef pro-capite, nel confronto fra dieci province prese in esame (fra cui Milano, Bologna, Modena, ecc.) avrebbe dovuto realisticamente collocarsi all’incirca nella posizione «tre e mezzo», e non al nono posto come invece risultava.
Quindi sono due le tesi sostenute: il turismo a Rimini è stato sopravvalutato al fine di chiudere un occhio sul fenomeno dell’evasione; questa evasione raggiunge quote enormi, superiori a quelle che l’Agenzia delle Entrate stimava, e cioè dal 34 al 47 per cento.
Da allora hanno cominciato a farsi avvertire anche a Rimini i segni della crisi che ha colpito l’economia mondiale e quella italiana dal 2008 in poi. Una conoscenza induttiva della realtà riminese pone in primo piano che sono molti gli esercizi alberghieri che hanno ridotto al minimo i margini e che quindi sopravvivono a fatica. Allo stesso modo sono molti gli esercizi commerciali che abbassano la saracinesca ed è evidente come la rete commerciale della zona turistica sia ampiamente dequalificata.
Non è quindi il caso di aggiornare l’analisi? “Realizzando lo studio – risponde Vergallo – ho anche realizzato trenta interviste con operatori turistici e amministratori pubblici. Molti albergatori mi hanno spiegato il fenomeno di tour operator e agenzie che chiedono pensioni complete con prezzi dai 17 ai 27 euro al giorno. Dovendo rincorrere queste bassi prezzi, mi dicevano, il nero diventava per loro una possibilità di sopravvivenza”.
Qui si innesta il legame fra il nuovo modello di turismo invocato dal vescovo e il fenomeno dell’evasione. “Se gli operatori accolgono l’invito del vescovo ad una inversione di tendenza, all’affermazione di un nuovo modello turistico, fondato anche sull’offerta artistica e culturale, si potrà abbandonare il modello basato sull’abbattimento dei prezzi e dei costi, che costituisce il terreno più favorevole ad un’economia dove prevalgono il nero ed il sommerso”.
Il modello turistico di Rimini e della Riviera romagnola (e forse italiano)
Airbnb, la Regione non farà una legge. "Ci pensi lo Stato"
Gli albergatori puntano il dito contro Airbnb denunciando che la sharing economy è in larga parte una economia del nero, del sommerso e dell’evasione. La Regione Emilia Romagna e Unioncamere ribadiscono la legittimità e l’opportunità di ritoccare al rialzo le statistiche ufficiali sulle presenze turistiche perché c’è un sommerso alberghiero ed extra alberghiero. Cose che accadono nello stesso giorno a Rimini nell’ambito di TTG, la fiera turistica quest’anno affollatissima come non mai. Se il problema non fosse serio ci sarebbe da sorridere. Vedere gli albergatori della Riviera accusare concorrenti di evasione fa venire in mente un vecchio detto contadino (il paiolo parla male della padella).
Dunque, incuranti delle perplessità avanzate da molti, i dirigenti regionali del turismo sostengono che per fotografare realmente il movimento turistico in Riviera bisogna fare i ritocchi ai numeri ufficiali. E se buongiornoRimini.it fa notare che il ritocco è consistente ed arriva al 40 per cento, Guido Caselli, direttor dell’Ufficio Studi di Unioncamere, risponde placidamente che quello è il volume del sommerso extralberghiero ed alberghiero. Sui criteri del ricarico ancora una volta non si è andati nel dettaglio, limitandosi a ripetere che tengono conto delle uscite ai caselli autostradali, dei rifiuti, dei consumi alimentari, dei consumi di acqua ed energia elettrica, delle interviste a 3000 operatori (anche se poi a risponder sono solo 500/600, ndr). Caselli afferma che questi criteri sono pesati differentemente da località a località, perché cambiano le situazioni. Alla fine conviene che comunque “si tratta di una stima continuamente in evoluzione”.
L’assessore Andrea Corsini ha voluto dire la sua sulla polemica del giorno, ovvero la sparata di Federalberghi contro il fenomeno Aibnb che sfuggirebbe ad ogni regolamentazione e alimenterebbe l’economia sommersa e l’evasione fiscale. Ha detto di essere d’accordo con Federalberghi precisando però che la sharing economy non va demonizzata. Ha messo subito le mani avanti in previsione della probabile richiesta di un intervento legislativo da parte della Regione. “Non credo sia la Regione a dover intervenire. Su questo tema, come su altri, ad esempio la classificazione a stelle, che investono la concorrenza fra le imprese, devono esserci direttive nazionali. Altrimenti avremmo ventidue legislazione diverse e non mi sembra sia il caso”. A suo giudizio in Emilia Romagna il fenomeno Aibnb ha dimensioni minori rispetto ad altre aree, in ogni caso la Regione cercherà di stipulare un protocollo di intesa con Airbnb per regolare alcuni aspetti. Quando ci sarà una legge regionale, l’Emilia Romagna la recepirà e la adatterà alla propria situazione.
La conferenza stampa nell’ambito del TTG era stata convocata per fare un primo bilancio sui primi nove mesi di stagione turistica.
Nei primi nove mesi del 2016 arrivi e presenze sono aumentate dell’1,3% e dell’1,2%, dopo un 2015 da incorniciare con circa 8,8 milioni di arrivi (+5,1%) e oltre 46 milioni di presenze (+3,2% rispetto al 2014). Sono ovviamente i dati ritoccati dall’Osservatorio turistico di Unioncamere,
Buono l’andamento in Riviera del mese di settembre, con arrivi aumentati del 5,2% (+4,4% gli italiani e +6,7% gli stranieri) e presenze in crescita del 2,6% (+1,8% gli italiani e +4,3% gli stranieri). Questi dati confermano poi il trend positivo emerso fino ad agosto, con il +1% di arrivi ed il +1,1% delle presenze.
In particolare va sottolineata in Riviera la crescita dei turisti esteri che “pesano” per il 40% nei Lidi di Comacchio, il 26% nei Lidi di Ravenna e il 23% nella Riviera di Rimini.
Il direttore dell’Apt, Emanuele Burioni, ha fatto il punto sulla campagna promozionale nell’area mercato di lingua tedesca, sostenendo che i risultati sono stati positivi. La nuova tratta ferroviaria Monaco-Rimini attivata da Deutsche Bahn ha registrato da metà giugno a metà settembre oltre 6.000 passeggeri.
L’azione congiunta con Air Berlin a sostegno del nuovo volo Düsseldorf-Bologna si è sviluppata anche con il coinvolgimento della catena di negozi di tecnologia Saturn Store diffusa in tutta la Germania (lo spot da 30 secondi sulle città d’arte regionali è stato visto da 2,93 milioni di visitatori). Probabilmente ha avuto effetto, come ha documentato buongiornoRimini.It rilevando l’incremento a due cifre delle presenze tedesche in città come Bologna, Parma, Modena e Ferrara.
Turisti dall’Austria dovrebbe arrivare anche in questi mesi autunnali grazie all’accordo con alcuni bus operator che hanno accettato di fare della Riviera l’hub per escursioni nelle città d’arte, lungo i percorsi dei motori e del benessere.
Service Web: disponibili al dialogo per il bene dell'educazione
Da Mariangela Cinefra, direttrici della cooperativa sociale Onlus Service Web riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Sul tema dell'esternalizzazione dei servizi per l'infanzia, ho potuto notare, leggendo i giornali, che la proposta dell'amministrazione comunale ha generato reazioni anche piuttosto accese di chi teme la perdita della qualità educativa, di cui una gestione pubblica sarebbe garante.
Ho dovuto aspettare, darmi del tempo prima di reagire ad alcuni attacchi verso le cooperative che avvertivo in un certo senso offensive.
Il tempo mi è servito per non cadere nel tranello della contrapposizione, della lotta tra chi a mio avviso è bene che si adoperi per una fruttuosa collaborazione per offrire alla nostra città servizi all'altezza dei bisogni dei nostri bambini, di ognuno, e di tutti i bambini.
Quest’anno festeggiamo 20 anni di attività, sono stati anni intensi, talvolta floridi e talvolta durissimi sul piano gestionale.
Ciò che ci ha sempre sostenuto e incoraggiato a continuare è l'inesauribile passione ad educare, ad imparare il mestiere dell'educare che nonostante le sfide sempre più difficili che la nostra società ci fa incontrare, rimane il mestiere che non vorremmo mai abbandonare perché prima ancora dei nostri bambini educa noi stessi, ci "obbliga" ad una serietà e ad un inesauribile ricerca della verità e ad una sete di conoscenza di ciò che ci circonda.
Ogni bambino, come ogni famiglia sono stati e sono ora, un’occasione formidabile per crescere professionalmente e umanamente.
Quando uno ama profondamente l’uomo e crede che l'educazione sia un bisogno irrinunciabile per diventare una persona vera e aperta al mondo, poco importa se lo fa dentro una cooperativa o in un asilo comunale, ciò che resta è l'esperienza di bene che ha generato intorno a sé.
Noi nasciamo con una storia, un'identità, un progetto educativo riconoscibile ma rivolto a tutti, proprio a tutti coloro che intravedono nella nostra proposta un luogo buono per il proprio figlio.
Abbiamo sempre ritenuto che la convenzione con le scuole private potesse essere un'ottima soluzione, poiché va nella direzione di ampliare l'offerta dei servizi ma al contempo salvaguarda le peculiarità delle diverse proposte educative.
Ricordo infatti a tal proposito che le scuole e gli asili privati, sempre più spesso, sono "scelti" da moltissime famiglie proprio perché ne riconoscono l'ottima qualità della proposta formativa e non perché "costretti" dall'insufficiente disponibilità di posti pubblici.
Detto questo, noi continueremo con tutte le nostre forze ad adoperarci perché realtà come la nostra possano continuare ad esistere, disponibili ad un dialogo costruttivo con l'amministrazione come con qualunque altro soggetto desideri sedersi ad un tavolo comune, che ha come principale preoccupazione il bene e l'educazione delle future generazioni.
Mariangela Cinefra
Direttrice Service Web
Turismo, tedeschi in crescita più nelle città d'arte che a Rimini
Domanda: ma i tedeschi, oggetto quest’anno della campagna speciale di Apt, sono arrivati o no? Se si prende in esame l’intero territorio regionale la risposta è “ni”: c’è stata un po’ più di attrattiva (+1 per cento di arrivi) a cui corrisponde però un più breve periodo di permanenza (-1 per cento di presenze). I dati si riferiscono a quelli disponibili online, cioè da gennaio ad agosto. Venerdì mattina l’assessore regionale Andrea Corsini terrà una conferenza stampa di fine stagione basandosi sui dati da gennaio a settembre, quelli però rielaborati dall’Osservatorio regionale, che tante perplessità hanno suscitato in molti.
Ma torniamo ai nostri tedeschi. È il classico caso in cui una media statistica generale nasconde situazioni e casi particolari che invece è interessante rilevare. Prendiamo per esempio il capoluogo regionale Bologna: si scopre che gli arrivi tedeschi sono aumentati dell’8,1 per cento e le presenze del 10,1 per cento. Arriviamo nella nostra Rimini e scopriamo che gli arrivi sono cresciuti dell’1,3 e le presenze dell’1,7 per cento. Una bella differenza.
L’aspetto curioso e interessante è che tutti i capoluoghi che possono essere definiti città d’arte mostrano un notevole incremento di turisti provenienti dalla Germania. A Parma gli arrivi sono cresciuti dell’8,2 e le presenze del 16 per cento; a Modena gli arrivi sono a +7,2 e le presenze addirittura a + 46,7, anche Ferrara si distingue con un +14,4 di arrivi e un +12,8 di presenze. Lasciamo stare per il momento Ravenna che presenta altre particolarità che vedremo fra un attimo.
È una crescita generalizzata di fronte alla quale è difficile non pensare ad una tendenza in atto. È evidente che in termini assoluti le distanze fra Rimini e Bologna sono abissali: la città delle Due Torri realizza un quinto delle presenze tedesche di Rimini. Però se le statistiche servono per individuare delle tendenze, non si può non rilevare che i concittadini di Frau Merkel quest’anno sembrano subire una forte attrazione dalle nostre città d’arte (che poi non sono solo arte, ma anche enogastronomia e motori). Da cosa dipende? Difficile pensare che siano solo coincidenze. Hanno portato il loro frutto precedenti campagne indirizzate di più verso arte, cultura e gastronomia? O è in qualche modo la conferma che un certo turismo è alla ricerca di esperienze ed emozioni diverse da quelle che può offrire la spiaggia e tutto ciò che ci gira intorno? Ecco un bel tema sul quale potrebbe cimentarsi e dare spiegazioni l’Osservatorio regionale, invece che limitarsi ad aumentare le presenze delle statistiche ufficiali. Questa sarebbe una di quelle osservazioni “qualitative” sempre promesse e mai arrivate.
Arriviamo allora a Ravenna che presenta dati che da una parte sembrano contraddire i ragionamenti fin qui svolti. Visti da un’altra parte potrebbero invece confermarli. Ravenna come città non ha una performance esaltante: gli arrivi sono calati del 2,3 e le presenze sono cresciute dell’1,9. Se invece si osservano i lidi, abbiamo un ottimo +8,0 di arrivi e un ancora più clamoroso +11,7 di presenze. In questo caso i numeri non sono quelli “poveri” degli altri capoluoghi, i lidi ravennati fanno esattamente la metà delle presenze tedesche di Rimini. Ci si chiede perché le spiagge di Ravenna quest’anno abbiano attirato più - come tendenza - di quelle riminesi. Sono stati più bravi gli operatori turistici di quelle zone? Se così fosse, da Rimini dovrebbero correre per capire come si fa. Ma probabilmente non è questo il punto.
Un’altra ipotesi è che una quota di turismo tedesco si sia lasciata attrarre dai lidi ravennati per la diversità dell’offerta turistica (più campeggi e appartamenti rispetto ai posti letto alberghieri) e per la vicinanza ad una città d’arte conosciuta in tutto il mondo come Ravenna. Sarebbe insomma apparsa più interessante una proposta balneare integrata da un’offerta culturale di rilievo. Sarebbe quindi confermato che c’è una domanda diversa alla quale bisogna essere pronti a rispondere, rivedendo modi di fare e di pensare consolidati.
Sono solo ipotesi che potranno essere verificate con il tempo. Sono comunque un tentativo di spiegare il perché di un boom che ha toccato solo marginalmente la Riviera di Rimini.
Scuole, il Comune paga gli errori della propria politica
“Irrituale”, secondo il gruppo del Pd, la riunione congiunta della prima e quarta commissione consiliare per un’audizione sul tema delle esternalizzazioni dei servizi per l’infanzia. Il gruppo del Pd non lo dice, ma non è senza fondamento pensare che sia irritato perché una delle due commissioni è presieduta da Davide Frisoni, di Patto Civico, che fa parte della maggioranza (l’altra, da Gennaro Mauro, di Uniti si vince). Il Pd ritiene utile la riunione solo perché è servita a dettagliare i contorni di un’operazione “sofferta”, ma ribadisce con forza come, “con l’approvazione delle linee di mandato, l’applicazione di questo processo non sia più nelle mani del consiglio comunale che mantiene comunque le sue prerogative di controllo e indirizzo”. Insomma, la riunione sarebbe stata una perdita di tempo.
Irritato è il Pd che definisce “sorprendente e strumentale la proposta dell’opposizione di far intervenire alcuni interlocutori riconosciuti tra gli spettatori in sala, quando neanche gli stessi interessati ne avevano fatto richiesta”.
In commissione gli assessori Mattia Morolli e Gloria Lisi (presente anche se non ha più le deleghe) e i dirigenti Alessandro Bellini e Piero Borghini hanno ribadito le motivazioni note: un passaggio obbligato in considerazione dei vincoli di finanza pubblica a cui è soggetta l’amministrazione e che non consentirebbe di far fronte ai costi per la copertura delle spese del personale se non andando a ridurre l’offerta formativa, andando cioè a chiudere sezioni di nidi e scuole d’infanzia.
Sono stati forniti anche dei dati sul costo che l’Amministrazione sostiene per il personale, che rappresenta uno dei capitoli di spesa più pesanti del bilancio. Su oltre 43,1 milioni euro annui che il Comune spende per il personale, è di 9.440.000 euro (anno scolastico 2016-2017) la spesa complessiva che sostiene per il personale delle scuole (circa il 22%), sia di ruolo sia a tempo determinato (232 persone tra insegnanti educatori, cuochi, operatori). Più di un dipendente comunale su cinque lavora nel settore scolastico. Alla spesa indicata vanno aggiunti anche i 755mila euro dei 23 dipendenti ‘temporaneamente inidonei’, a cui per condizioni fisiche e mediche sono stati assegnate altre mansioni all’interno dell’ Amministrazione pur mantenendo lo stesso profilo professionale. Tirando le somme il personale della scuola costa al Comune la bellezza di più di 10 milioni all’anno.
Questi dati sull’enormità della spesa sostenuta dal Comune, porta il consigliere Mauro a sostenere che “l'amministrazione Gnassi nella scorsa legislatura é stata ostaggio dei pregiudizi di natura ideologica di alcuni esponenti del PD e di una forza politica come Rifondazione comunista che ha ingessato il processo di rivisitazione del modello del Welfare Comunale dei servizi educativi della infanzia”.
Mauro insiste: “L'inerzia dell'amministrazione comunale degli scorsi anni ha prodotto effetti negativi sul bilancio del Comunale e non ha consentito la giusta valorizzazione delle aziende operanti nel Privato Sociale non profit. Abbiamo da sempre sostenuto che la spesa dei servizi educativi era fuori controllo, che il privato sociale è in grado di garantire i medesimi servizi, con gli stessi standard di qualità a costi notevolmente inferiori.
L'indagine della Regione Emilia Romagna relativa all'anno scolastico 2014/2015 riguardante le scuole dell'infanzia, ha evidenziato che il costo medio annuo di un bambino di una scuola pubblica comunale a Rimini è pari a 7.476 euro, mentre per una scuola pubblica a gestione privata il costo medio è pari a 3.631 euro. Sono cifre che parlano da sole”.
Secondo Mauro se la giunta Gnassi nel recente passato non avesse operato ingigantendo la spesa comunale per la scuola, se non avesse “interrotto un sistema basato sulle convenzioni attraverso cui si sostiene economicamente il servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie gestite da privati (religiosi o laici)”, avrebbe consentito una rivisitazione dell'offerta di servizi educativi riducendo entro margini accettabili il numero delle scuole comunali e ridimensionando egli effetti del processo di esternalizzazione in atto”.
La conclusione: “Riteniamo che il sistema basato sulle convenzioni con le scuole paritarie sia quello ottimale per garantire il giusto equilibrio tra gestione pubblica e privata, tra l'altro più conveniente economicamente per le casse comunali del stesso processo di esternalizzazione oggi in atto”.
Grillini a Rimini: c'eravamo tanto odiati. E continuiamo
È la prima assemblea pubblica dopo il disastro della primavera scorsa quando due liste a 5 Stelle chiesero la certificazione allo staff di Milano, che la negò a entrambe, privando la competizione elettorale a Rimini della presenza grillina che, visti i risultati in altre città, avrebbe come minimo dato del filo da torcere ad Andrea Gnassi. A convocare l’assemblea di questa sera (alle 21, sala quartiere 6 Grotta Rossa, via del Lupo) è il meet up dei Grilli Pensanti, quello storico, quello che alle elezioni aveva proposto come candidato sindaco l’avvocato Davide Grassi. All’ordine del giorno figurano le istanze dei cittadini e la pianificazione dell’attività sul referendum. Sarà comunque interessante verificare quanti sono, chi c’è e chi non c’è.
Come immagine della serata hanno scelto un bucaneve, il fiore che sbuca nei rigori dell’inverno. E fra i grillini riminesi siamo ancora al grande freddo. Basta leggere come sui social se le danno di santa ragione fra gli esponenti del gruppo Onestà e partecipazione (quelli che avevano proposto Fabio Lisi) e i Grilli Pensanti, appunto. Ad agitare le acque nei giorni scorsi è intervento il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che ha postato un commento al vetriolo sulla bacheca di Raffaella Sensoli, consigliere regionale, che si mostrava dispiaciuta per quanto accaduto al primo cittadino di Parma. Fareste meglio a tacere – gli ha detto in sostanza – tu e gli altri eletti (la deputata Giulia Sarti e l’europarlamentare Marco Affronte) che non avete mosso un dito per difendere la lista presentata dal meet up di Rimini. Ovviamente la presa di posizione di Pizzarotti ha suscitato reazioni a valanga e a un certo punto la Sensoli ha deciso di eliminare completamente il post. Motivo: qualcuno usava espressioni non educate, fino all’insulto. Non poteva semplicemente eliminare gli insulti? Certo, ma questo fa parte dei misteri della trasparenza a 5 Stelle, che si esprime a corrente alternata.
Di questi tempi quando i grillini discutono sui social la propensione alle espressioni forbite (per dirla con un eufemismo) è sempre dietro l’angolo. In questi giorni ha dato il via alla danze Leonardo Carmine Pistillo (sostenitore del gruppo Onestà e partecipazione) che ha bollato come “zombie che cammina” l’europarlamentare Affronte, colpevole, in una intervista al Carlino, di aver espresso perplessità sul gruppo in cui si riconosce Pistillo. Apriti cielo, è stato un profluvio di commenti, senza esclusione di colpi. Uno dei più attivi sui social è Davide Ghinelli che prima ha esordito con un “Non ti permetto di parlare male dei nostri portavoce” e poi si è rifugiato nella solita mentalità complottista: “Sì, dietro a questa storia c’è il Pd”.
Più prosaicamente tal Alessandro Vallorani, esprime il proprio sconcerto: “Scusate se mi intrometto in un dibattito di così alti contenuti ma io vedo solo cani che si azzuffano per una ciotola....quindi se fossi interessato a partecipare ad un meet up del movimento dove dovrei andare? Meet up Ghinelli o Meet up Pistillo? fate capire un poveraccio per piacere. Non è polemica ma non ci capisco più niente”.
E i tre consiglieri comunali che il Movimento aveva? Carla Franchini non ha abbandonato il Movimento e riempie la propria bacheca Facebook di post riguardanti iniziative e prese di posizione nazionali, senza dire nulla su Rimini. Par di capire che permane il distacco dal Meet Up dei Grilli Pensanti, in attesa di tempi migliori.
Gianluca Tambug Tamburini ha probabilmente imboccato la strada di una nostalgica eterodossia visto che ha pubblicato un post filo Parma: “Un orgoglio per me essere stato a Parma ad aiutare i ragazzi del M5S durante i ballottaggi del 2012. Un orgoglio che è sempre cresciuto in questi anni. Insieme ai tanti riconoscimenti e premi che i ragazzi di Parma hanno continuato a raccogliere grazie ad un lavoro straordinario per la loro città.
Mentre a Rimini le uniche classifiche in cui primeggiamo sono quelle sulla criminalità. L'amministrazione di Parma è una degli aspetti più belli di quel progetto che (in pochi) abbiamo visto partire nel 2005”.
Marco Fonti, a giudicare da quanto pubblica sulla sua bacheca Facebook, è passato anche lui fra i dissidenti. L’intervista di Affronte la commenta con un “Vigliacchi e opportunisti, altro che. Ha sempre avuto ragione Luigi Camporesi”.
Già, Camporesi, l’ex che, casacca a parte, si muove come un perfetto grillino: stessa mentalità statalista (vedi caso scuole), stessa cultura del sospetto su tutto e su tutti. Dovrebbero riconcedergli il simbolo per meriti acquisiti sul campo.
Asili ai privati, Mauro si smarca dalla destra filo-grillina
Da Gennaro Mauro, capogruppo di Uniti si vince, riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Mamma Comune" non può essere la soluzione per superare lo stato di precarietà lavorativa in cui versano diverse decine di educatori riminesi. Il dibattito di queste settimane assume una natura squisitamente sindacale, da parte di chi credeva di essere ad un passo dall'essere un dipendente comunale. Legittima battaglia la loro, ma non si tratta di difendere la scuola pubblica, in Italia le scuole gestite dal privato sono a tutti gli effetti delle scuole pubbliche, lo afferma a chiare lettere una legge dello Stato, la n. 62/2000 voluta dal ministro Luigi Berlinguer. Sono ingenerose e strumentali anche le accuse di inadeguatezza del Privato Sociale non profit.
Ci sembra scontato che nell'attuale contesto socio economico sia necessario rivisitare i modelli del Welfare anche a livello comunale per far fronte alle mutate e maggiori esigenze delle famiglie e degli individui, e ciò comporta una sempre maggiore valorizzazione della funzione del privato senza alcun pregiudizio ideologico. È compito dell'amministrazione comunale, attraverso il bando di gara per il conferimento del servizio, di creare i presupposti e le condizioni per la stabilizzazione del posto di lavoro e per garantire adeguati livelli retributivi ai tanti educatori che entreranno a far parte del Privato Sociale.
Procedere ad esternalizzare di parte dei servizi educativi senza prevedere un approfondimento tecnico e politico nelle commissioni consiliari e una votazione del Consiglio Comunale è una modalità che non condividiamo, che spoglia di funzioni i consiglieri comunali, e che tra l'altro ha comportato in queste settimane la diffusione di tante inesattezze che hanno generato incertezze e malumori tra gli educatori e le famiglie.
Per queste ragioni ho ritenuto opportuno, in qualità di presidente della prima commissione, insieme al collega Frisoni (presidente della quarta commissione) di convocare una seduta pubblica delle commissione I e IV per mercoledì 12 ottobre (ore di inizio 8,45) dove gli assessori Mattia Morolli e Gloria Lisi insieme ai dirigenti comunali illustreranno i contenuti e le motivazioni del provvedimento.
Il centrodestra riminese ha sempre sostenuto "il sistema integrato pubblico-privato dei servizi educativi" come la migliore modalità per soddisfare le aspettative delle famiglie riminesi. Siamo convinti che bisogna garantire ai genitori la libertà di scelta del modello educativo più adeguato per i propri figli, e coerentemente negli scorsi anni non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno alla decisioni dell'amministrazione di centrosinistra quando si è deciso di trasferire all'asp Valloni la gestione degli asili nido “Cerchio Magico” e “Bruco Verde”.
Netta è la differenza tra centrosinistra e centrodestra, l'amministrazione Gnassi intraprende processi di esternalizzazione dei servizi educativi solo per motivazioni di sostenibilità economica e per vincoli nelle assunzioni di pubblici dipendenti. Questi sicuramente esistono e incidono fortemente sul bilancio comunale, e dimostrano chiaramente l'inadeguatezza delle strutture comunali, il costo di un bimbo che frequenta l'asilo nido è pari a 10.000 euro l'anno - superiore del 50% rispetto a quello sostenuto dai privati - e la retta incassata è mediamente pari a 2.000 euro l'anno.
Per noi del centrodestra la libertà di scelta dell’educazione dei figli, diritto riconosciuto dalla Costituzione, è innanzitutto una priorità da salvaguardare, convinti che la pluralità di offerta educativa, della scuola statale e quella privata, sia laica che cattolica, possa consentire la crescita della "persona " e superare le sabbie mobili di una società pervasa di relativismo e materialismo.
Mi auguro che gli amici della Lega Nord possano rivedere la loro posizione e staccarsi dallo schieramento "statalista" chiaramente anacronistico composto dalla sinistra comunista e dai grillini e ex grillini riminesi.