Piazze, palme e demolizioni: la futura Cattolica a 5 Stelle
Di tutto ciò che è stato realizzato sulla Riviera dal dopoguerra in poi, l’architetto Leon Krier, l’urbanista chiamato dalla giunta pentastellata di Cattolica a redigere il Masterplan della città, piace solo Portoverde. Un piccolo agglomerato urbano costruito intorno ad un punto centrale e con gli edifici di colore bianco. Un po’ come vorrebbe fare a Cattolica, immaginata come l’insieme di nove quartieri, ciascuno con la sua piazza, tanti edifici di colore bianco e molti alberi.
Al Salone Snaporaz ieri pomeriggio l’architetto ha presentato le sue idee per la città. Non è risultato ben chiaro se siano del tutto condivise anche dalla giunta, perché il sindaco Mariano Gennari nella breve introduzione si è limitato dire che lui fa il sindaco e che l’urbanistica bisogna lasciarla fare a quelli del mestiere. Lui è alle prese con la viabilità per l’estate e a combattere con la macchina infernale del Pro.De (protezione utenti deboli della strada) avuta in eredità dalla passata amministrazione. Fine dell’introduzione politica al verbo dell’archistar.
Krier ha quindi spiegato le sue idee sulla città. È partito dall’assunto che il più grave problema dei centri urbani moderni è la meccanizzazione dei trasporti, non importa se pubblici o privati. Gli automezzi hanno distrutto le città, hanno creato un sistema monocentrico che rappresenta un regresso. Per tornare a città a misura d’uomo bisogna creare molti poli e fare in modo che non siano invasi dalle auto. Ecco dunque che il territorio comunale è stato diviso in nove quartieri: Le Navi, il balneare, il porto, il Tavollo, i Giardini, il Ventena, il Conca, l’Ospedale ed un altro che non è ancora stato battezzato. Il centro di questi quartieri deve essere una piazza e dove non c’è bisogna crearla. I confini possono essere un muro esistente o una strada. Nei quartieri è bandito il traffico rapido, che è consentito solo ai confini. All’interno la velocità consentita dai 10 ai 30 chilometri orari, sulle strade laterali si può arrivare fino a 50 chilometri orari..
Per il grande problema di ogni città della Riviera, i parcheggi a servizio degli hotel della fascia litoranea, l’architetto dice no ai parcheggi multipiano, i posti per le auto pensa di realizzarli in un grande viale alberato parallelo alla ferrovia.
La città delle nove piazze (piccole, veri e propri salotti) è un programma per i prossimi trent’anni. L’architetto ha indicato ciò che la giunta pentastellata può fare subito per dare l’idea che qualcosa sta cambiando. Ad esempio il lungomare, che “adesso è un luogo di degrado”. La proposta è di alzarlo di un metro e mezzo e circondarlo di alberi (le slide mostrano svettanti palme). Anche i privati devono fare la loro parte abbellendo case ed alberghi con le logge (di materiale leggero), eliminando gli attuali balconi che sono il rifugio dei gatti.
All’incrocio fra via Dante e via Perugia l’architetto realizzerebbe subito una piazzetta: per farla bisogna però demolire un edificio. Rumore in sala e risposta di Krier: “Non si fa nulla di nuovo se non si demolisce, bisogna metterselo in testa”. In piazzale De Curtis si potrebbe creare un vero effetto piazza aggiungendo una fontana. Nei Giardini De Amicis va fatta un’aiuola tonda, vanno eliminati i lampioni e tutti gli edifici vanno riverniciati di bianco. A proposito di lampioni, l’architetto li vuole in vetro, non vuole i fari, “Rimini è stata rovinata con l’illuminazione dei fari”.
La ciliegina sulla torta la mette l’architetto Piercarlo Bontempi, che lavora insieme a Krier, con una citazione dell’imprenditore Brunello Cucinelli: “La bellezza è una malattia contagiosa”. Come dire. Cominciamo da qualche parte, quando avranno visto l’effetto che fa tutti vorranno la novità.
Fra gli ospiti anche il dirigente all’urbanistica della Regione Emilia Romagna, Roberto Gabrielli. “Le suggestioni presentate sono legittime ed anche condivisibili. Il vero tema è capire come si innesta il processo. Se si pensa di realizzare un progetto con le risorse pubbliche, non è più il tempo perché le risorse non ci sono. In Italia quasi tutto il patrimonio immobiliare appartiene alle famiglie e ai singoli privati, bisogna trovare il modo che questo patrimonio fermo si rimetta in moto”. E ha infine citato la nuova legge urbanistica regionale che ha superato l’impostazione predittiva (che creava solo la rendita) per approdare ad una nuova concezione: l’ente pubblica disegna un progetto di città e i privati che vi vogliono partecipare fanno le loro proposte, e poi si procede insieme. L’architetto Krier riprende la parola per spiegare che nella sua idea molti spazi verdi pubblici potrebbero essere occupati da nuove abitazioni per coloro che avranno gli edifici demoliti.
La nuova Cattolica vagheggiata dalla giunta pentastellata chiama dunque in causa direttamente i cittadini. Un geometra (sono i geometri i veri “urbanisti” storici della Riviera) ha infine chiesto lumi sull’iter del Masterplan. Si potranno fare osservazioni, come per uno strumento urbanistico. In risposta l’assessore Fausto Battistel ha detto che ci sarà ascolto dei cittadini, un passaggio in consiglio comunale, un confronto con la Soprintendenza e la Regione, ma ha fatto capire che siccome uno strumento urbanistico ha tempi lunghi, probabilmente le suggestioni dell’architetto Krier diventeranno un “piano di decoro per la qualità urbana”.
Airiminum esalta il confronto con il 2016 quando l'aeroporto era inattivo
Mettiamola così: la comunicazione di Airiminum mira a far vedere il bicchiere mezzo pieno (o forse addirittura traboccante). Scelta legittima, ognuno difende e promuove il proprio lavoro come meglio crede.
Però c’è un limite a tutto. O almeno c’è un obbligo di coerenza rispetto a quanto si comunicava fino a qualche mese fa. I soliti criticoni osservavano che nel 2016 l’aeroporto di Rimini non ha brillato per numero di voli e di passeggeri? Immancabile arrivava la replica dell’amministratore delegato Leonardo Corbucci: signori, non dimenticate che fino a fine marzo 2016 l’aeroporto è stato di fatto bloccato per attendere la sentenza del Consiglio Stato sui ricorsi presentati dai nostri concorrenti, giudicateci per ciò che faremo nel 2017.
Perfetto. Nel 2017 arriva un comunicato che mette a confronto il primo trimestre 2016 (di cui non bisognava tener conto) con il primo trimestre 2017, sottolineando che si è passati da 11.788 a 27.992 passeggeri con un aumento del 137,5 per cento. Ancora meglio il fatturato: aumento del 282 per cento. Corbucci non si limita a prenderne atto ma suona la grancassa: “I primi dati dell’anno dimostrano ancora una volta la bontà delle scelte approntate dalla nostra gestione”.
Forse questa comunicazione ha l’obiettivo di tenere alto il morale degli operatori turistici che guardano con preoccupazione al futuro dell’aeroporto. Forse gli stessi operatori sarebbero maggiormente rincuorati se Corbucci annunciasse qualche volo nuovo e importante. Finora si è visto poco, rispetto all’anno scorso non ci sono neppure i voli di Air Berlin. Ci sono i soliti collegamenti con la Russia (ottimo), gli aerei per portare gli albanesi a trovare i loro parenti a Tirana, un volo da Francoforte, alcuni charter da Tel Aviv. Fine delle trasmissioni.
Oggi poi la presidente Laura Fincato fa sapere che i controlli dei Nas e dell’Enac hanno dato esito positivo. “E’ garantita la qualità nei servizi ai passeggeri”. Sì, è vero, i pochi passeggeri possono stare tranquilli.
Crac Aeradria, la Cassazione conferma il sequestro agli imputati
Il prossimo 12 aprile davanti al Gup di Rimini, Vinicio Catarini, dovrebbe tenersi l'udienza per stabioire il rinvio a giudizio degli imputati (tra cui l'attuale sindaco di Rimini Andrea Gnassi), nel procedimento per il fallimento di Aeradria, la società che gestiva l'aeroporto di Rimini.
L'udienza, programma in gennaio dovrebbe tenersi perchè la Corte di Cassazione il 4 aprile si è pronunciata conferato il sequestro dei beni, per 650 mila eruo, degli imputati.
Evidentemente la Cassazione ha ritenuto esistente il reato di truffa contestato agli imputati.
Per l’ex presidente della Provincia, Stefano Vitali difeso dall'avvocato Moreno Maresi, la suprema corte ha accolto il riscorso e rinviato gli atti al Tribunale di Rimini per una rivalutazione.
A Sabrina non piace Conchita. Solo lei può dire che Riccione è in declino
Sostiene Sabrina Vescovi, candidata del Pd a sindaco di Riccione che “Il quadro che è emerso ieri sera dalla trasmissione di Concita De Gregorio su Riccione, andata in onda su Rai3, appare lontanissimo dalla realtà. Uno specchio di città in declino, non più comparabile ai fasti del passato”.
Come? Ma non è proprio il Pd a sostenere che con l’avvento del sindaco Renata Tosi la città si è avviata verso il declino? Dove sta il problema?
Il problema sta forse nel fatto che la trasmissione ha dato spazio a volte voci, anche all’interno della sinistra, ma non al candidato sindaco del Pd. Hanno parlato l’ex sindaco Daniele Imola, il leader di Oltre Fabio Ubaldi, si è dato voce al passato, al passato prossimo, silenzio invece sul presente e sul futuro. Se Conchita De Gregorio avesse intervistato anche la Vescovi forse non avremmo avuto sui social il diluvio di recensioni deluse di esponenti Pd. Se Riccione è in declino, lo può dire solo la Vescovi.
Ma forse a indispettire è anche il fatto, non trascurabile, che per la prima volta assurge a notizia nazionale la vicenda del Trc, che Conchita presenta come “opera invadente e inutile che doveva essere avveniristica ed è invecchiata prima di nascere”. E ancora: "Centinaia di alberi secolari abbattuti, un muro che ha diviso in due la città, un appalto molto ricco, 120 milioni, soldi che hanno avvelenato tutto”. Non bastasse questo quadro nefasto, si aggiunge anche la notizia che il tracciato del Trc è una formidabile via di fuga per i ladri di appartamento.
Hai voglia a ricordare la fascinosa Riccione, il glamour dei bei tempi, Alain Delon e Piera degli Esposti, Pier Vittorio Tondelli e Martina Colombari. Alla fine ciò che resta impresso nella memoria è il disastro del Trc. Ed il fallimento della sinistra, ben rimarcato dall'ex direttrice dell'Unità.
E questo forse alla Vescovi non piace. Avesse avuto meno stizza perché Tosi, Imola e Ubaldi gli hanno rubato la scena, poteva scagliarsi contro la frase “sessant’anni di governo della sinistra sono andati a finire contro un treno” . La diligente Conchita dimostra di non aver capito che il Trc non è un treno ma un autobus. Chissà, forse la sua era una licenza poetica.
Lo strano incrocio tra Nanà Arcuri e Pizzolante
Naturalmente, non c’è bisogno di dirlo, si tratta di un incrocio figurato e tutto politico, che si è creato sulla direttrice Rimini Riccione.
Il primo a muoversi per andare in trasferta è stato Arcuri. Interpellato dalla cosiddetta “lista dei curiali”, avrebbe dovuto replicare a Rimini il successo ottenuto in quel di Riccione. Le differenze però erano tante già in partenza - ad esempio non esisteva un aggregatore della protesta cittadina come il Trc - e soprattutto (anche per mancanza di quell'aggregatore) non esisteva un soggetto reale con una vita autonoma propria, radicato nella società civile, che avesse una base popolare sufficientemente ampia tale da rappresentare un qualche sentimento condiviso sul futuro della città. La lista, poi, che era nata per le elezioni del 2011 e subito dopo era praticamente scomparsa, si era rifatta viva solo in vista delle nuove consultazioni e aveva puntato tutto sull’individuazione di un candidato vincente, sul quale nome far convergere poi le altre forze di centrodestra. Ma il candidato non si è trovato e, come era lecito aspettarsi, tutto il progetto si è presto squagliato al sole di inizio estate.
Adesso è toccato a Pizzolante, nella direzione opposta, raggiungere Riccione e provare a esportare la propria formula vincente. Come abbiamo fatto notare, già è strano che una lista che si definisce “civica” si presenti con soli ex della politica (più o meno illustri e più o meno navigati) all’atto del proprio lancio pubblico e programmatico, ma, in parallelo con quanto detto su Arcuri e i “curiali”, il quadro delle differenze tra l’esperienza originale e la copia è più ampio. Grazie all’intuito dell’On. Pizzolante, la politica, a Rimini, aveva inventato uno strumento di rappresentanza su misura per quella vasta aggregazione di persone e di aderenti a varie categorie economiche che stimava il lavoro del sindaco Gnassi ma non avrebbe mai votato il Pd. Ed è esattamente ciò che nella sua versione nobile qualifica la politica come uno strumento al servizio dei cittadini. A Riccione invece il nuovo progetto di Pizzolante si è trovato costretto fin dall’inizio a surrogare qualcosa che non c’era, intanto autodichiarandosi ‘una novità’ solo in forza della presunta superiorità delle proprio idee rispetto agli altri candidati. Ma, come a Rimini per Arcuri, la dinamica si è di nuovo rovesciata e non c’è nessuno da rappresentare; almeno non qualcosa di vagamente significativo e che possa assomigliare a un soggetto civico reale.
Non possiamo sapere come andranno le prossime elezioni a Riccione. Forse la lista Patto civico Oltre potrà comunque registrare una buona raccolta di volti e potrà sedersi al tavolo di una trattativa pre o post ballottaggio. Ma se pure si può vincere, con le formule non si riesce a ricreare la vita di una città. Anche se le chiamano alchimie.
(rg)
Nessuna lista 5 Stelle a Morciano. E Riccione aspetta ancora il via libera
(Morciano) Non ci sarà una lista del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni amministrative nel Comune di Morciano. L'assemblea degli attivisti tenuta ieri sera ha deciso in questo modo. Non è dato di conoscere le motivazioni: se perchè non c'erano candidati o perchè si è preso atto che in Emilia Romagna le liste grilline non sembrano conoscere buona fortuna.
Già un mese fa a Riccione era stata lanciata la candidatura a sindaco di Andrea Delbianco e la relativa lista, ma a oggi dalla Casaleggio Associati non è arrivata la necessaria certificazione. Anzi, sul blog dei 5 stelle la regione Emilia Romagna è letteralmente sparita. E il sito riccionese del movimento è momentaneamente disattivato e presenta solo il conto alla rovescia per la data delle elezioni.
Spiaggia, Bellaria parte subito con la Bolkestein
Avanti tutta con l’applicazione della direttiva Bolkestein. La parola d’ordine viene da Bellaria Igea Marina dove il sindaco Enzo Ceccarelli ha annunciato che entro poche settimane saranno emessi i bandi per le evidenze pubbliche dei sette chilometri di spiaggia che lambiscono il territorio del Comune. Quindi non si aspetta il 2020 (la data di scadenza delle attuali concessioni approvata nel 2013), tanto meno si aspetta la legge delega che ha come padrino l’on. Sergio Pizzolante. La valutazione è che dopo la sentenza della Corte di giustizia europea si possa, anzi si debba, già procedere con le gare pubbliche.
“Chi sostiene che i bandi non siano necessari – ha dichiarato Ceccarelli - fa demagogia. In realtà le cose sono chiare e già in atto in tutti gli altri settori di interesse pubblico. Inutile tergiversare. Abbiamo bisogno di chiarezza. I nostri operatori hanno bisogno di chiarezza e così il paese intero”. La posizione del sindaco di Bellaria Igea Marina, alla guida di una giunta di centrodestra, appare molto diversa da quella di altri amministratori ed esponenti politici di Forza Italia che anche ultimamente hanno vagheggiato scappatoie per non applicare la Bolkestein alle concessioni di spiaggia.
Ceccarelli ha giustificato questa accelerazione non tanto con ragioni ideologiche di omaggio al liberismo e alla concorrenza, quando con il buon senso e la volontà di salvaguardare l’economia locale. A Bellaria la situazione della spiaggia (in parte del demanio comunale e in parte del demanio statale) è evoluta senza regole e con molti situazioni irregolari. Per anni il Comune non vi ha messo mano. Ne sono la prova i sequestri di manufatti compiuti dalla Guardia di Finanza all’inizio della scorsa stagione estiva. Secondo il sindaco questa situazione va sanata e i bandi per le evidenze pubbliche possono essere la strada migliore per farlo.
Il meccanismo tecnico escogitato è tale da salvare per tutti l’ormai imminente stagione estiva. Chi deve sanare le situazioni può farlo entro il 15 ottobre, a stagione ormai finita. Entro quella data gli operatori dovranno produrre in Comune le dichiarazioni che attestano la regolarità dei loro impianti o concludere i necessari lavori di adeguamento. L’importante novità è che questi lavori potranno essere fatti senza attenersi alle prescrizioni del piano spiaggia, che li renderebbero più onerosi. “Se uno non ha intenzione di fare forti investimenti, ha spiegato il sindaco Ceccarelli - con adeguamenti minimali può garantirsi il mantenimento della concessione fino alle assegnazioni definitive per bando”. Gli adeguamenti però sono necessari, li vuole la legge e a quanto pare l’amministrazione non ha intenzione di fare sconti.
Quindi bando pubblico nelle prossime settimane perché nel 2018 la spiaggia sia tutta “legale” e con le concessioni passate attraverso la procedura prevista dalla Bolkestein.
Sul sito del Comune è possibile vedere le schede tecniche dei 143 lotti (spiagge e bar di spiaggia) che saranno messi a bando. I criteri di assegnazioni li si potrà conoscere solo a bandi pubblicati. L’unica anticipazione fatta dal sindaco Ceccarelli riguarda la durata delle concessioni che sarà di vent’anni, un tempo congruo per ammortizzare gli investimenti e per sentirsi garantiti. Ceccarelli riconosce che “sarebbe stata auspicabile una legge del governo, ma non la si potrà avere in tempi utili, purtroppo. Tuttavia non è esatto che non ci siano leggi di riferimento. Spetta ai Comuni l’elaborazione dei regolamenti pubblici e la stesura dei bandi. Pertanto possiamo partire. Il resto è confusione abilmente sollevata da chi non sa o non vuol sapere”.
Rimini. Cadavere nella valigia: sarebbe di una donna asiatica di circa 40 anni
Macabro ritrovamento questa mattina al porto di Rimini. Il cadavere di una donna, chiuso dentro una valigia, galleggiava fra due imbarcazioni. A fare la scoperta è stato un passante che si è insospettito per la presenza di quel bagaglio abbandonato i e ha avvertito i carabinieri.L’uomo avrebbe tentato di tirarla fuori dall’acqua ma a causa de notevole peso dell’oggetto si è poi insospettito.
La donna, che non è stata ancora identificata era stata infilata prima dentro un sacco dell’immondizia e a sua volta chiusa dentro un trolley blu. Il luogo del ritrovamento è il molo vicina a via destra, a poca distanza da un distributore di benzina. Il corpo della vittima, all’apparenza non presentava ferite, colpi di arma da fuoco o segni evidenti di violenza: potrebbe essere morta per strangolamento o soffocata. Secondo i prini accertamenti, il cadavere sarebbe stato fatto a pezzi. Si tratta di una donna di circa 40 anni, di origine asiatica, un metro e settanta di altezza e corporatura molto esile. La morte risalirebbe ad almeno dieci giorni fa.
Industria a Rimini, timida ripresa tra luci e ombre
La speranza, suffragata dalla tendenza dell’ultimo semestre, è che il 2017 sia l’anno di una ripresa economica senza ombre. L’indagine congiunturale relativa all’ultimo semestre 2016 restituisce invece solo alcuni segnali positivi, che vanno interpretati con prudenza, ed una situazione a macchia di leopardo. Vanno molto pene il settore metalmeccanico e l’agroalimentare, mentre chimica, farmaceutica, legno, mobile e gomma plastica hanno performance peggiori. All’interno dello stesso settore ci sono imprese con parametri molto positivi e altre con evidenti problemi.
Il punto è stato fatto oggi dal presidente di Confindustria Roma, Paolo Maggioli, e dal direttore dell’associazione Marco Chimenti.
Il fatturato medio è cresciuto dell’1,8% rispetto al secondo semestre 2015. La volta è tirata dal mercato interno (+4,4%) mentre l’estero cresce dello 0,5%. Le crescite maggiori le hanno registrate le imprese con meno di 50 dipendenti (+6,9%) e quelle fra 50 e 20 (+6.8%). Le grandi imprese con più di 250 dipendenti accusano invece un calo del 2,1%.
La percentuale del fatturato estero su quello totale è complessivamente del 58,6%.
La produzione è pressoché stazionaria: cresce dello 0,10%. Anche qui è sensibile la differenza fra medie imprese (+3,3%9 e grandi (-2%).
Cresce l’occupazione, e in questo caso il segno più è ovunque anche se con valori diversi: +10,5% le imprese medie, +3,7% le piccole, + 3,6% le grandi.
Per il 47% delle imprese usate nel campione gli ordini sono in aumento, per il 25% sono in diminuzione. Le giacenze sono stazionarie per il 70,8% del campione, il costo delle materie prime per il 57,5%.
Le previsioni per il primo semestre 2017 sono all’insegna di un ottimismo molto prudente. La produzione è in aumento per il 44,1% delle imprese campione, stazionaria per il 48,5%. Anche per gli ordini gli impr4enditori si dividono sostanzialmente fra quanti prevedono un aumento e quanti ritengono che non cambierà nulla.
Secondo il presidente Maggioli “le aziende riminesi continuano a essere dinamiche, innovative e internazionalizzate”. Pur nel quadro di luci e ombre, ci sono fermenti positivi, come quello intorno al progetto Industria 4.0 che il ministro Calenda verrà presto a presentare a Rimini.
Fra i nodi ancora irrisolti ha segnalato quello del credito. Confindustria rileva il fatto positivo che l’ultima ispezione di Bankitalia alla Carim si sia conclusa senza sanzioni. “Ora è importante che si trovino soluzioni in tempi brevi percorrendo la strada che dia più garanzie”. Positivo il fatto che nel mondo del Credito Cooperativo si siano registrate importanti aggregazioni. “Le imprese continuano ad avere difficoltà nell’accesso al credito, i dati di Bankitalia registrano ancora una riduzione degli impieghi, e si nota che la grande massa di liquidità immessa dalla BCE in questi mesi non arriva alla maggioranza delle imprese”.
Il presidente Maggioli si è soffermato sulle infrastrutture del territorio, dalla fiera all’aeroporto. Giudizio positivo sulla fusione con Vicenza che ha dato vita a IEG e disco verde anche per la gestione di Airiminum dell’aeroporto “con l’auspicio che il Fellini possa interpretare appieno il ruolo attrattivo di carattere internazionale a cui non possiamo più rinunciare”.
Proprio oggi l’Enac ha comunicato di aver revocato l’affidamento dello scalo di Forlì alla società Air Romagna dell’americano Robert Halcombe. Sarà emesso un nuovo bando per trovare un nuovo gestore. Confidustria Romagna o imprenditori ad essa associati sono interessati? Lapidaria la risposta di Maggioli: “Spendere risorse per un altro aeroporto fra Bologna e Rimini è un lusso che nessuno oggi si può permettere”.
Annunciate due iniziative per favorire una migliore conoscenza delle imprese del territorio e per “contrastare il clima a tratti ancora negativo che grava sull’industria”. Fra fine maggio e inizio giugno ci sarà il Festival dell’industria e dei valori di impresa, con open day nelle fabbriche, mentre in autunno verranno assegnati i premi Excelsa alle aziende che una giuria valuterà come eccellenze del loro settore.
Gnassi, i russi e lo stile nomenklatura
Te la do io la Russia! Parafrasando il titolo di uno vecchio spettacolo televisivo del proprio leader politico, la consigliera a 5 Stelle Raffaella Sensoli è partita lancia in resta contro le operazioni di co-marketing avviate in Russia dal Comune di Rimini.
Dalla fiera turistica di Mosca, il sindaco Andrea Gnassi ha annunciato urbi et orbi l’accordo promozionale con Shatura, azienda di mobili che ha varato una collezione chiamata Rimini. Il nome della città veicolato su tutti gli strumenti pubblicitari dell’azienda, sconti sulla vacanza a Rimini per chi acquista mobili di quella collezione, 30 soggiorni premio estratti fra i clienti.
Cosa c’è di male? Si sa come sono fatti i grillini, vedono il marcio ovunque. La Sensoli è andata ad indagare ed ha scoperto che sul sito dell’azienda c’è un video dove di Rimini c’è solo il ponte Tiberio, e per il resto montagne e paesaggi lacustri. È questa l’immagine di Rimini che questa operazione di co-marketing vuole promuovere? E giù con le solite lamentazioni sullo spreco di denaro pubblico.
Se la diligente consigliera grillina avesse completato il lavoro, avrebbe scoperto ben altro, forse ancor più “divertente” del video incriminato. La brochure della collezione Rimini, per esempio, è molto più interessante. Un vero esempio di comunicazione vecchio stile che riesuma i riti della nomenklatura sovietica. Ricordate quando Peppone andò a fare il gemellaggio nello sperduto villaggio agricolo dell’Unione Sovietica? Le foto ufficiali, lo scambio dei gagliardetti, i brindisi a base di vodka ,e tutto ciò che ne segue? Qualcosa del genere. Sulla brochure promozionale ecco comparire il sindaco Gnassi che davanti al gonfalone del Comune stringe la mano al direttore dell’azienda, che peraltro è un riminese trapiantato nel paese di Putin. Accanto alla storica immagine, il logo ufficiale del Comune e un reperto preziosissimo di cultura e costume riminesi, la firma autografa di Andrea Gnassi. È immaginabile che i russi faranno di tutto per venire a Rimini per ammitare tanta bellezza.
Per sapere di Rimini, sulla brochure si devono accontentare di due scorci della darsena e uno della Fiera, peraltro riconoscibili solo da chi sappia già che quelli sono particolari di queste due opere della città.
La brochure ovviamente presenta anche i mobili. In ogni salotto c’è un televisore con una immagine. Ecco il solito ponte di Tiberio (meno male) e poi un mare caraibico, una struttura moderna che non si sa cosa sia, un albergo nel verde preso chissà dove, un ponte avveniristico (che non è il sovrappasso di via Roma). Ma questi sono particolari irrilevanti, ciò che conta è che di Rimini ci sia la foto del sindaco Gnassi (lui è autenticamente riminese) e soprattutto il suo autografo.
Paese che vai, comunicazione che devi usare. E Gnassi ha pensato bene che i russi, dopo settant’anni di nomenclatura comunista, siano ancora più sensibili a quello stile che a una moderna trovata pubblicitaria. O no?