Riccione, una campagna elettorale ancora in cerca d'autore
Di cosa si sta occupando la campagna elettorale a Riccione? Domanda dalla risposta molto difficile. D’accordo siamo ancora alle prime battute, ma per il momento non promette bene. Patto Civico, la creatura di Sergio Pizzolante e dell’ex Pd Fabio Ubaldi, non ha trovato di meglio che innescare una polemica sulla eleggibilità di Stefano Caldari, presidente del Palacongressi, capolista di Noi Riccionesi. A parte la questione di merito (sulla quale ovviamente esistono pareri esattamente opposti) fa impressione che una lista che si chiama Patto Civico, che dovrebbe essere espressione dei ceti produttivi e delle loro urgenze, cominci la campagna elettorale con una questione a metà strada fra l’azzeccagarbugli e le diatribe di palazzo. Interessa davvero molto al bagnino, all’albergatore, al commerciante, se Caldari, una volta eletto dovrà dimettersi?
Questa campagna elettorale, che nessuno aveva preventivato (se non chi vi lavorava alacremente nel segreto) può essere una formidabile occasione per rimettere a fuoco il futuro di Riccione, sul quale pare di capire esistono pareri diversi, al momento rimasti molto sottotraccia. Si ritorna alla Riccione modaiola e notturna, meta privilegiata dei giovani e luogo di tendenza; o si vuole continuare ad ammiccare al pubblico ch vuole tranquillità e riposo? Si spera che il dibattito entri sulle questioni vitali e non si attardi sulle accuse di tradimento, da una parte, e su questioni molto da addetti ai lavori, dall’altra.
In verità le reali contendenti sono Sabrina Vescovi e Renata Tosi, fra le quali al momento le innocenti punture di spillo hanno prevalso sulle sciabolate che ci si poteva aspettare. Non a caso a cercare la rissa sono quelli di Patto Civico, che hanno il problema di far sapere che esistono e di strappare voti ai due principali schieramenti.
Le due signore della politica riccionese vanno avanti per la loro strada. Renata Tosi, sapendo come funzionano le elezioni comunali (più candidati ci sono, più gente corre, più voti arrivano) ha allargato la sua alleanza. È di oggi la notizia della nascita della lista Renata Tosi, che va ad aggiungersi a Noi Riccionesi, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Popolo della Famiglia. “Ci saranno imprenditori, liberi professionisti, giovani, pensionati e albergatori. – spiega una nota - Nascerà per aprirsi a tutte quelle realtà indipendenti della società civile riccionese che, lontane da ogni appartenenza politica, intendono dare il loro contributo per dare, insieme agli alleati, stabilità ed efficienza al Governo della città con Renata Tosi sindaco“.
Sabrina Vescovi ha meno liste ma è molto attiva. Ogni giorno un incontro, ogni giorno una zona o un ambiente della città dove spera di intercettare i delusi dell’amministrazione Tosi. Mai un attacco frontale alla propria avversaria. Il comunicato di oggi, relativo all’incontro sul turismo con l’assessore regionale Corsini, si limita a dire che “Riallacceremo tutti i rapporti istituzionali interrotti dall'amministrazione Tosi. Dobbiamo uscire dall'isolamento in cui ci ritroviamo per dare sostanza ai nostri progetti”. Insomma, il messaggio è che non si litigherà più con Rimini e con Bologna. I riccionesi invece sappiano che, visto come stanno i finanziamenti degli enti locali, con la Vescovi sindaco la tassa di soggiorno resterà.
Ecco, sarebbe interessante conoscere le proposte delle due candidate su come sarà utilizzata.
Carim, forse Cariparma non è l’unica strada
Un giornale online di Firenze (QuiNews), in un articolo di un paio di giorni fa collega in modo diretto il destino - nel titolo, “il salvataggio” - della Cassa di Risparmio di San Miniato a quello delle Casse di Rimini e di Cesena.
Gli attori attivi “sulla scena”, diversamente da quanto si dice nella nostra città, sarebbero in tutto quattro. Oltre a quelli che già conosciamo - il Credit Agricole con Cariparma e il fondo anglo americano JC Flowers - si starebbero infatti muovendo due altri soggetti privati: il gruppo di riassicurazione panamense Barents Re (il cui nome era già stato collegato alla cassa di Ferrara) e la “cordata di privati e istituzionali guidata da Vincenzo De Bustis”, ex amministratore delegato di Monte dei Paschi e di Deutsche Bank Italia.
In sintesi, secondo le fonti del giornale, Barents avrebbe pronta “un’offerta migliorativa rispetto a quella studiata da Credit Agricole” e JC Flowers “starebbe parlando con De Bustis per unire le forze e realizzare un salvataggio dei tre istituti, Rimini, Cesena e San Miniato”. Anche se l'ipotesi della cordata De Bustis/JC Flowers ci è stata smentita direttamente da Vincenzo Macaione, AD di Primus Capital, che rappresenta il fondo angloamericano nella trattativa su Carim, la notizia rispetto alle vicende riminesi è che ci sarebbero due nuovi soggetti, oltre a Cariparma, interessati a rilevare le tre banche insieme, tra cui anche Rimini.
In ogni caso, quanto scritto, come tante altre notizie circolate anche su alcuni nostri giornali, appare verosimile ma difficilmente verificabile allo stato attuale; così come è possibile supporre che gli ‘spifferi’ riportati nell’articolo provengano in qualche modo da fonti vicine alla stessa cassa di San Miniato.
Carismi infatti, tra le tre banche, è al momento quella con la situazione peggiore, con la prospettiva di essere assorbita direttamente dal compratore francese e sparire come nome e presenza sul territorio; diversamente da Cesena e Rimini che potrebbero essere strategiche per Cariparma. ‘Trovare’ offerte migliorative, avanzare l’ipotesi che esistano alternative reali e tali magari da condizionare gli ‘umori’ di Banca d’Italia, sarebbe insomma l’ultimo tentativo per avviare una trattativa, o qualcosa del genere, con Cariparma; una trattativa con la quale spuntare, appunto, “un’offerta migliorativa” non fosse altro che per gli aspetti gestionali, quell’”autonomia rilevante” che proprio l’offerta concorrente a Cariparma garantirebbe, guarda caso, all’istituto toscano.
Comunque una speranza condivisibile anche dalla Carim, che potrebbe sperare di spuntare qualcosa di più o di meglio se Cariparma dovesse trovarsi a competere realmente con altri acquirenti.
Nell’articolo tra l’altro si ipotizza un intervento del Fondo Interbancario per un totale di 500/600 milioni, solamente per la copertura dei deteriorati dei tre istituti. Ma al momento attuale noi sappiamo che, sì, il Fondo ha acquisito l’anno scorso la Cassa di Risparmio di Cesena pagando 280 milioni, ma che per Rimini e San Miniato non è ancora chiara la strada che dovrebbe portarle a Cariparma: infatti per San Miniato si parla di una cessione diretta e solo per Rimini si ipotizza il passaggio dal Fondo Interbancario.
Tra l’altro, nell’ipotesi delle tre banche in blocco, i 150/170 milioni ipotizzati su alcuni giornali come offerta di Cariparma a cosa corrisponderebbero come valore delle singole banche? 120/130 per Rimini, come si dice dalle nostre parti, ‘qualcosa’ per San Miniato, ma 0 per Cesena? Lo accetterebbe il Fondo? Oppure 80/90 per Rimini, il minimo per ristrutturare l’operatività secondo gli indici di legge, e il resto diviso per l’altra e per il Fondo?
La verità, a parte i ‘divertimenti’ giornalistici, è che i numeri e gli accordi in via di definizione non li sappiamo a Rimini e molto probabilmente neppure a San Miniato. Quella “forte pressione di palazzo Koch” riportata da QuiNews è probabilmente la cosa più vera dell’articolo e che riguarda tutte e tre le banche. Anche se non dovrebbe, in quanto ente super partes, sembra che tutto si stia giocando tra i possibili acquirenti e Banca d’Italia direttamente. E probabilmente Cariparma o gli altri non si sono neppure scomodati a inviare alle tre banche una offerta formale di acquisto per salvare le apparenze. (Qui da noi, e per quello che conta, l’unica trattativa diretta sarebbe quella con JC Flowers, peraltro relativa all’ipotesi Carim da sola.)
In tutto questo, che i sindacati alzino la voce o i piccoli azionisti pretendano spiegazioni, che ci si danni l’anima per anticipare le mosse decisive di questa storia o ci si vanti dei risultati dell’ultimo bilancio, sembra una pantomina inutile e anche un po’ grottesca; dato che, almeno al momento attuale, è quasi impossibile che i territori (né Rimini, né San Miniato, né tantomeno Cesena) possano avere la possibilità di condurre una trattativa reale che li riguardi.
In attesa di vedere se questi nuovi soggetti porteranno qualche novità nelle trattative riminesi, come unica consolazione, ma davvero non da poco, bisognerebbe sottolineare il fatto che ‘domani’, pur con un altro padrone, la banca continuerà a esistere. E non era per nulla scontato.
14 aprile
Stalker a 80 anni | Ex prostituta filma i clienti | Verso il raddoppio delle concessioni demaniali
A Morciano si scalda l'ex sindaco Ciotti
Dopo le festività pasquali, sarò possibile avere un quadro sui candidati alle prossime elezioni amministrative di Morciano. Il centro della Valconca torna al voto dopo l’interruzione traumatica del mandato per effetto delle dimissioni del sindaco Claudio Battazza, finito agli arresti domiciliari per la vicenda del progetto di riqualificazione dell’ex area Ghigi. Un trauma soprattutto per il Pd, di cui Battazza è un qualificato esponente, e per tutta l’area di centro sinistra, al governo della città dal 2009.
Il Pd ha creato un gruppo di lavoro che sta conducendo sondaggi e approfondimenti per arrivare a definire una candidatura condivisa e possibilmente forte. Sono circolati molti nomi, fra cui quello dell’avvocato Pierluigi Autunno, poi rientrati. Il gruppo di lavoro si è dato tempo fino al 20 aprile per cercare di elaborare una proposta.
Intanto a Morciano la scena è occupata dall’associazione Morciano Viva, che ha come rappresentanti Francesca Antonioli e Mirco Ripa, che nelle precedenti elezioni era un candidato del Movimento 5 Stelle. Da allora Ripa è andato ad ingrossare le fila degli ex aderenti al movimento di Grillo che hanno scoperto che non è sempre vero che “uno vale uno”. “Sono uscito – spiega Ripa - quando dall’alto ci è stato chiesto di raccogliere le firme per l’uscita dell’Italia dall’euro. Ad un certo punto non sono riuscito più a sopportare i continui diktat con cui si cercava di ingabbiare il movimento”.
Morciano Viva si presenta come un movimento trasversale, che raccoglie persone che vanno dalla destra all’estrema sinistra, accomunate dalla volontà di voler realizzare un’alternativa dopo due legislature nel segno del centro sinistra.
Ufficialmente Ripa afferma che l’associazione non ha ancora deciso se si trasformerà anche in lista per partecipare alla competizione elettorale con un proprio candidato sindaco. Sono tuttavia numerosi gli elementi che portano a ritenere che questa sarà la strada imboccata. Una decina di giorni fa i coordinatori regionali di Forza Italia e Lega, Massimo Palmizio e Jacopo Morrone, sono usciti pubblicamente dicendo di guardare con interesse a Morciano Viva. E oggi, interpellati da BuongiornoRimini il segretario della Lega e la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Anna Borsarelli confermano che è quella la direzione verso cui si sta lavorando.
Se la lista prenderà forma, il candidato sindaco dovrebbe essere un nome già ben noto ai morcianesi, l’ex sindaco Giorgio Ciotti, che ha amministrato la città dal 1999 al 2009. “Ciotti – afferma Ripa – sta partecipando ai nostri incontri e ci sta dando una mano. Vedremo cosa fare quando decideremo di presentare la lista”.
Si diceva che Morciano Viva occupa la scena perché in questi giorni sta conducendo un sondaggio, online e offline, fra i cittadini per capire quali sono gli umori della popolazione, i problemi più sentiti, le soluzioni più caldeggiate. Anche per il sondaggio la dead line è fissata per il 20 aprile, una settimana dopo ci sarà un incontro pubblico per presentare i risultati e forse in quella occasione saranno sciolti anche gli ultimi dubbi sulla lista.
“Il sondaggio sta andando molto bene – afferma Ripa – solo online hanno già partecipato 300 cittadini. Inoltre un bar del centro mi ha chiamato per invitarmi a portare altri moduli perché aveva già terminato quelli consegnati. Penso che avremo un buon quadro della situazione del paese”. Nel sondaggio, 30 domande, si chiede di tutto, dal verde pubblico alla scuola, dai giovani ai problemi degli anziani, dalla sicurezza alla riqualificazione dell’ex area Ghigi, senza dimenticare le prospettiva della fusione con altri Comuni. “Da quel che ho visto in base alle schede già compilate – anticipa Ripa – mi pare che non ci sia la volontà favorevole ad una fusione”.
Contrariamente a quanto era stato detto in un primo momento, probabilmente anche il Movimento 5 Stelle sarà in partita. Martedì 18 aprile attivisti e simpatizzanti si troveranno in pizzeria per scegliere il candidato sindaco. Entro domani chi è interessato a correre dovrà farlo sapere al Meet Up o alla chat del Movimento 5 Stelle. Bisognerà poi vedere se candidato e lista otterranno la necessaria certificazione da Milano (Riccione è ancora in attesa dopo un mese).
La prima volta di papa Francesco in Romagna, il 1 ottobre sarà a Cesena
La prima volta di papa Francesco in Romagna. Accadrà a Cesena il prossimo 1 ottobre. Ne ha dato notizia ai fedeli il vescovo della città, monsignor Douglas Rigattieri, al termine della messa crismale ieri sera in cattedrale. L'invito per papa Francesco intende sottolineare i 300 anni della nascita di papa Pio VI, al secolo Giovanni Angelico Braschi, pontefice per 24 anni, dal 1775 al 1799.
La visita a Cesena sarà piuttosto breve, durerà solo la mattinata. Nel pomeriggio papa Francesco raggiungerà Bologna per visitare quella città. Il programma prevede che Bergoglio arrivi al mattino in elicottero all'ippodromo di Cesena. In piazza del Popolo vedrà la cittadinanza e incontrerà clero, giovani e famiglie in cattedrale.
Il vescovo Rigattieri ha consegnato la prima lettera di richiesta direttamente al Papa il 3 ottobre 2013. Poi ha insistito ogni volta che ne aveva occasione. Alla fine Francesco ha accettao l'invito e l'ha comunicato il 2 aprile scorso durante la visita a Carpi.
Più intneso e già noto il programma di Bologna: il papa visiterà l'Hub di via Mattei, dove incontrerà i giovani nordafricani sbarcati sulle coste italiane, reciterà l'Angelus in Piazza Maggiore, pranzerà con i poveri nella Basilica di San Petronio, incontrerà il clero e i consacrati in Cattedrale, dialogherà con il mondo universitario nella Basilica di San Domenico e infne celebrerà la Santa Messa.
Airiminum ha guadagnato più di un milione con pochi passeggeri. "Bene così".
Nuovo comunicato di Airiminum per esaltare l'attuale gestione dell'aeroporto. Questa volta l'amministratore delegato Leonardo Corbucci ha preso la parola per sottolineare che il 2016 si è chiuso per il suo gruppo con un utile di 1.128.019 euro. Corbucci si lancia anche in paragoni: "Le società di gestione dell’Aeroporto di Trieste (con 724.882 passeggeri) e dell’Aeroporto di Genova (con 1.263.302 passeggeri) hanno registrato nel 2016 il record della storia rispettivamente con utili netti di circa EUR 304.000 e EUR 795.495. Con soli 236.897 passeggeri, noi possiamo ritenerci soddisfatti". Morale: i passeggeri sono pochi, ma noi abbiamo guadagnato più di un milione, ed è ciò che conta. "Il raggiungimento già al secondo anno di un risultato così eclatante non deve però farci abbassare la tensione e distoglierci dall’unica ragione di vita per una gestione privata come la nostra, quale appunto il rispetto continuo dell’equilibrio economico".
Che ne se farà Airiminum di questo milione entrato nelle sue casse? Il comunicato non lo dice, propone però un ragionamento: “Questo mi consente di far comprendere al territorio che seppure investissimo tutto l’ammontare (di più l’Enac non ce lo consentirebbe) dell’utile generato - che è un valore record per aeroporti delle nostre dimensioni, forse non solo italiano - in marketing, al fine di acquisire traffico dalle principali compagnie low-cost, sulla base di quanto pagano gli altri aeroporti, al massimo si potrebbero far atterrare al ‘Fellini’ 40.000 passeggeri". Fossero veri questi numeri, per gli alberghi, considerato che chi arriva in aereo normalmente sta una settimana, sarebbero almeno 250 mila presenze in più. Non male.
"Il 15 maggio presso il Palacongressi di Rimini - concldue Corbucci - intendiamo rappresentare al territorio i nostri progetti per i prossimi 3 anni, che sono molto più ambiziosi ma il cui raggiungimento non può prescindere da uno sforzo congiunto dell’intero sistema romagnolo. Il nostro appello a tutti gli operatori privati della filiera del turismo è che raccolgano il nostro invito partecipando all’evento di lunedì 15 maggio, dando una forte e chiara dimostrazione di consapevolezza di far parte del più grande distretto turistico italiano e rendano concreto il loro “noi ci siamo”, più volte a noi espresso”.
Holding regionale delle Fiere: secondo Cagnoni non si farà
La holding con le fiere di Bologna e di Parma non si farà perchà nel momento in cui si guardano i conti si capsice chi deve fare il capo e quindi salterò tutto. Lo afferma senza peli sulla lungua il presidente di Ief, Lorenzo Cagnoni in un'intervista all'edizione di Bologna del Corriere della Sera.
all'intervistatore che gli chiede se crede alla holding, Cagnoni risponde: «Sono leale e le rispondo sì. Perché la ritengo logica, anche se pericolosa dal punto di vista industriale: non è che non veda negatività e aspetti critici, la ritengo però un’operazione ragionevole. Anche se ci sono motivi che mi spingono a ritenere che “la ditta” — come avrebbe detto Bersani — non sia possibile metterla insieme. Se domani mattina si dicesse “mettiamoci attorno a un tavolo”, arriverei prima degli altri. Se se mi si chiedesse di fare un pronostico, però, sarebbe negativo».
Rilancia l'intervistatore: e perchè non vi candidate voia guidare la holding regionale? Risponde Cagnone: «E chi sarebbe il candidato oggi? Lei lo immagina in capo a Bologna perché ne ha sentito parlare, nessuno si è mai azzardato a dire chi deve essere il capo della holding. Il capo esce il giorno dopo che abbiamo messo sul tavolo la radiografia dei conti e andandoli a vedere si vede subito chi dovrebbe essere il vertice e questa è una delle ragioni per cui non si farà».
Cagnoni aggiorna anche sul processo di privatizzazione, sul quale appare come sempre molto cauto: «Abbiamo affidato a Ernst & Young l’incarico di realizzare il progetto industriale. Il nuovo business plan sarà pronto tra tre mesi: questo è documento, insieme a tutti gli altri atti di bilancio, deve far parte del corredo che ci porterà a Piazza Affari. Non abbiamo ancora scelto tutti i consulenti che ci dovranno aiutare, lo faremo dopo elaborazione del piano e penso che manterremo l’obiettivo di andare a quotazione nel 2018, forse a primavera, mercati permettendo. Se le carte saranno in regola per entrare nel segmento Star, lo faremo».
Facendo il punto sulle recenti acquisizione, il presidente di Italian Exhibition Group rinnova il suo interesse per Forlì: «Da tempo abbiamo idee su Forlì legate a Fieravicola. Le avevamo messe sul tavolo, le abbiamo ancora e le abbiamo rinforzate: se ci sarà occasione, potremo dimostrare che sono idee vantaggiose per tutti dal punto di vista industriale».
Poveri, malati e soli: 16 mila riminesi fra noi
Poveri, malati e soli, si intitola il rapporto 2016 sulla povertà a Rimini redatto dalla Caritas, presentato oggi alla presenza del vescovo monsignor Francesco Lambiasi e delle autorità cittadine. L’anno scorso era emersa una diminuzione del numero delle persone che si erano rivolte ai centri Caritas. Quest’anno il grafico è tornato a salire arrivando a quota 6.776. Se si calcolano anche i componenti del nucleo famigliare siamo di fronte ad una realtà di 16.052 persone, compresi 3.316 minori. E questa povertà, sempre più diffusa anche fra le famiglie italiane, si esprime in cinque tendenze che tutti le associazioni ed enti che si occupano degli emarginati hanno riscontrato.
Certamente il dato più impressionante è quello relativo ai senza dimora. La Croce Rossa,che di notte ha unità di strada che percorrono vari puti della città, ne ha incontrati in un anno 2.052 La Caritas ne ha intercettati 1992, riscontrando un aumento di quelli italiani. La Capanna di Betlemme dell’associazione Papa Giovanni XXIII ne ha ospitati 735 per un totale di 16.648 pernottamenti.
Seconda tendenza: sono in crescita gli italiani poveri, specialmente gli over 50. Le Caritas presenti in diocesi hanno incontrato 2.383 italiani, pari al 35,2% del totale degli assistiti. Rispetto al 2010 gli italiani sono aumentati del 92 per cento. Anche la Papa Giovanni osserva che gli italiani sono passati dal 30 al 32 per cento, con gli over 50 in crescita. Le persone fra i 51 e i 60 anni che si sono rivolte allo Sportello sociale del Comune di Rimini sono state il 34,8 per cento.
Terza tendenza: aumentano le famiglie straniere con figli minori che sono residenti in Italia da oltre 20 anni. Sono famiglie in prevalenza marocchine, senegalesi, tunisine e albanesi. La Caritas ne ha incontrate 1.661; le famiglie straniere incontrate dallo Sportello comunale sono il 40 per cento del totale.
Quarta tendenza: aumentano i profughi che hanno terminato i progetti di accoglienza e che sono in attesa di entrarci, e non sanno dove andare. Solo la Caritas ne ha intercettati 280, ma anche altri enti e associazioni si sono occupati di loro, pur non spendo quantificarne il numero.
Quinta tendenza: aumentano persone e famiglie che alla povertà aggiungono problemi di salute. La Caritas nel 2016 ha donato655 farmaci a 241 persone e oltre novemila euro per acquistarli. La Mensa dei poveri di Santo Spirito ha distribuito 3.552 farmaci contro i 2.315 dell’anno precedente. Anche altri enti hanno riscontrato la stessa domanda. Circa cinquemila persone sono state visitate dal Centro di salute mentale. Il disagio psichiatrico è spesso accompagnato dalla povertà.
Proprio per l’emerger di un forte bisogno di salute, la Caritas ha promosso il progetto “Nessuno escluso”, cioè un ambulatorio a disposizione di quanti sono privi di assistenza sanitaria.
Del rapporto 216 fa parte anche una indagine campionaria svolta fra 160 famiglia, per un totale di 5005 persone, di cui 241 con problemi di salute. Sono situazioni di cui l’assenza di lavoro, o la sua precarietà, la malattia cronica, la mancanza di risorse per mantenere la casa si mescolano e creare forte disagio. Solo il 41 per cento delle famiglie riesce a sostenere le spese per la casa. Molte famiglie sono in attesa di una casa popolare che non arriva mai. Ma ciò che emerge è soprattutto una grande solitudine: il 58 per cento delle famiglie non ha sostegno da parenti e amici, gli unici aiuti che ricevono sono dalla Caritas o dalle parrocchie. Una famiglia ha detto ai volontari andati per l’intervista: “Siamo in questa casa da sette anni e siete le prime persone che siete venute a trovarci".
Accordo fra taxisti e Airiminum: 15 euro una corsa da e per l'aeroporto
(Rimini), AIRiminum 2014 S.p.A., società di gestione dell’Aeroporto Internazionale “Federico Fellini”, e la cooperativa dei taxi CO.TA.RI di Rimini (principale cooperativa di taxi del territorio con 62 associati), nella giornata di oggi hanno raggiunto un importante accordo che mette fine alle polemiche delle settimane scorse: gli associati della cooperativa hanno deciso di applicare una tariffa per la corsa dall’Aeroporto verso la stazione e il centro città di Rimini (e viceversa) pari a 15 euro.
“Desidero esprimere la mia più profonda ammirazione per il gesto compiuto dagli amici della cooperativa CO.TA.RI - afferma l’Amministratore Delegato di AIRiminum 2014 Leonardo Corbucci - e sottolineare come tale attenzione verso il turista dimostri anche una loro chiara volontà di partecipare attivamente al rilancio di questa storica infrastruttura. In virtù dell’accordo siglato - dichiara l’Amministratore Delegato - oggi la commissione per ogni corsa a favore della società di gestione, solo per loro già dal primo aprile, rimane pari a euro 2, con l’aggiunta di un caffè ad accoglierli tutti i giorni. La stessa commissione, da domani, sarà applicata anche a tutti gli altri tassisti che per adesso hanno ritenuto di non manifestare la stessa sensibilità, sperando che entro breve potremo offrire anche a loro il nostro caffè”.
“Crediamo che questo possa essere un primo passo verso una futura collaborazione sempre più proficua tra la nostra cooperativa e l'attuale gestione del “Federico Fellini”, in quanto ben consci dell’importanza dello scalo per tutto il territorio della riviera - aggiunge Stefano Pulazza, Presidente della cooperativa CO.TA.RI di Rimini. Abbiamo ritenuto significativo collegare lo scalo con la stazione ad un prezzo veramente competitivo e di estendere la stessa iniziativa anche a Rimini centro città, speranzosi che anche i nostri concittadini torneranno a breve ad usufruire del nostro aeroporto per i loro spostamenti”.
“Stiamo organizzando per il prossimo 15 maggio un incontro presso il Palacongressi di Rimini - prosegue l’Amministratore Delegato di AIRiminum 2014 Leonardo Corbucci - per presentare a tutti gli operatori privati della filiera turistica alcune nostre proposte sui mercati che vogliamo andare a sviluppare nei prossimi anni, oltre che alcune nostre idee su come impostare un sistema integrato hardware/software del prodotto turistico capace di presentarsi al mondo con una logica moderna e sistemica verso cui speriamo il territorio nel suo complesso dimostri interesse".
Scintille del Comitato Pro Rimini con Patto Civico a Torre Pedrera
(Rimini) Molto movimentata l’assemblea di ieri sera Torre Pedrera promossa da Patto Civico in una delle sue roccaforti elettorali. La sala era colma di persone, forse più di duecento. Ma non erano solo cittadini della zona di Rimini Nord ad essere confluiti. A parte i rappresentanti degli altri partiti movimenti politici (presenti per “spiare” le mosse degli avversari), c’era un nutrito gruppo di aderenti al Comitato ProRimini, quello che si batte contro le micro aree per i sinti di via Islanda.
Non era questo il tema della serata, o almeno non solo questo. Però il Comitato voleva che si trasformasse nell’ennesimo confronto sui nomadi. Così quando l’on: Sergio Pizzolante ha cominciato a parlare del suo impegno politico in Parlamento, dei voucher e delle concessioni demaniale, sono iniziati i primi segni di nervosismo, poi sfociato in focosi battibecchi (specialmente fra Pizzolante e l’ex consigliere di Forza Italia, Casalboni), ed infine quasi metà della sala si è alzata ed ha lasciato l’assemblea.
Il Comitato ProRimini voleva discutere, ed era anche indispettito dl fatto che gli esponenti di Patto Civico, che in un primo tempo si erano dichiarati contrari alle micro aree, adesso le difendano.
Dei nomadi gli esponenti di Patto Civico hanno parlato solo a propositori via Gaza, per ribadire che al momento in quella zona non è prevista alcuna micro area perché il terreno non è di proprietà comunale.
Si è parlato anche del parcheggio sui terreni di proprietà del Comune di Ravenna, informando che per la prossima estate sarà confermato.
Il capogruppo Mario Erbetta annuncia che analoghe assemblea si terranno anche a Miramare e nel centro storico.