E alla fine, nell'ultimo giorno utile, anche Mimma Spinelli, il sindaco uscente di Coriano, è scesa in campo presentando la sua lista Progetto Comune.

"Oggi si legge in una nota - dopo 5 anni di attività amministrativa in cui il primo obiettivo di Progetto Comune è stato quello di evitare il dissesto, presentiamo ai cittadini il progetto della città.

Questi anni sono serviti a mettere in sicurezza il futuro dei corianesi attraverso il contenimento della spesa pubblica, l’erogazione dei servizi completamente azzerati dal commissario prefettizio e la realizzazione di progetti di slancio e visione, ma soprattutto, progetti che hanno avuto le gambe per produrre crescita al territorio.

Il Progetto nasce da una esperienza concreta di una attività amministrativa che si è misurata giorno dopo giorno con le criticità derivanti dalla crisi economica e le difficoltà di processi partiti a seguito del commissariamento. Processi che ci hanno visti impegnati in termini economici ed umani su situazioni molto complesse dove la responsabilità e la legalità sono state la nostra stella polare nell’interesse di tutti i cittadini e del territorio.

Il progetto che vogliamo portare avanti è la continuità del lavoro svolto con il valore aggiunto di una esperienza concreta che ha prodotto risultati tangibili".

A sua volta Domenica Spinelli ha dichiarato “Ribadiamo, coerentemente, quanto avevamo deciso 5 anni fa, ovvero abbracciare totalmente in nostro appartenere al civismo.

Senza precluderci alcun confronto con tutte le forze politiche che hanno voluto o vogliano intraprendere confronti con noi affermiamo con forza la nostra appartenenza ad una lista realmente civica.

A ulteriore conferma di questo, io sono tra i fondatori di una associazione che unisce esperienze e liste civiche a livello nazionale, fondata a marzo di quest’anno e figlia di lodevoli esperienze di unioni locali ha iniziato ad operare a livello nazionale, il lavoro di squadra e il confronto sta dando luogo a sinergie fruttuose".

Elezioni Coriano: Lista Progetto Comune Candidato Sindaco Domenica Spinelli

“Sono riuscita nell’impresa di riunire intorno a me tutta l’area del centrosinistra”, dice con orgoglio la candidata del Pd, Sabrina Vescovi, che questa mattina ha tenuto al Palazzo del Turismo la sua conferenza programmatica. Ed è proprio il limite che qualcuno le rinfaccia, perché conduce una campagna diretta a rinsaldare l’orticello sicuro piuttosto che cercare di sfondare in altri campi. Le respinge l’accusa: “Faccio il pieno nel campo dei valori del centrosinistra. Poi seguo la via della concretezza dei problemi. I riccionesi guardano alla credibilità dei candidati. Per anni una città orientata verso il centrodestra, ha eletto sindaci di sinistra. È vero che mi sono candidata in un momento in cui il Pd ha il suo momento politico più basso. È una sfida ma vedo che in città il clima è buono”.

Vescovi sostiene anche che non è vero che non lanci fendenti polemici all’avversario. “Certo non voglio che si arrivi allo sbrago del 2014. Basta con le faide fratricide che danneggiano la città. La più grossa critica che rivolgo alla giunta uscente è di aver alzato steccati come meccanismo di protezione. Si sono fatte scelte solo per rimarcare la rottura con il passato, non si è cercata una nuova coesione sociale”.

Facciamo osservare alla Vescovi che la Tosi le ribalterebbe la questione: è stato il Pd, con il Trc, ad alzare muri e dividere la città. “Secondo un sondaggio – ribatte – il Trc interessa solo il 18 per cento della popolazione. Alle assemblee a cui partecipo sono in pochi a sollevare questo problema. Su questa opera è stata impostata una battaglia politica personalistica. Diciamo che siamo uno a uno, palla in centro. Anche se non ho difficoltà a riconoscere che è stato sbagliato realizzare solo nel 2014 un progetto data 1995. Però la Tosi ha fatto in modo che fosse realizzato il più brutto possibile”.

Se il Trc non scalda più i cuori dei riccionesi, Vescovi racconta su quali argomenti strappa gli applausi nel corso degli incontri. “Arrivano quando parlo della sede ex Cgil, chiusa, e solo tre anni dopo si capisce che potrebbe esse utile alla città. Applaudono quando parlo dello smantellamento del progetto pedagogico nelle scuole. O quando dico che questa città è stata rotta. La Tosi è percepita come una persona divisiva, al di là dei sorrisi impostati che esibisce”. Beh, un attacco di questo tipo ancora non lo si era sentito.

Il suo programma si sviluppo su relazioni (il 2014 ha fatto perdere il senso di comunità), cultura (il Turismo che diventerà Palazzo della Cultura, l’Istituzione che riavrà i finanziamenti perduti), testa (cioè capacitò di progettazione e di visione), attenzione ai giovani. Sottolinea che Riccione deve dare ai suoi ospiti emozioni, dare loro la sensazione di essere davvero in vacanza, e non in mezzo ai problemi (traffico, smog, ecc.) che già vivono nelle loro città.

Il programma non prevede nuove grandi opere. A Riccione c’è già tutto, serve riqualificazione. Osserva con disappunto che nei cassetti dell’amministrazione uscente non c’è un progetto di riqualificazione che possa essere subito messo in cantiere. Sostiene che occorre uscire dalla paura del debito. Fare debiti è nocivo se si spendono i soldi per iniziative discutibili. Ma i debiti contratti dalle passate amministrazioni hanno lasciato opere importanti come il Palacongressi, il lungomare, le scuole, lo stadio del nuoto. Occorre un equilibrio virtuoso perché i debiti non vadano troppo ad incidere sulla capacitò di spesa per i servizi.

Sul tema delle notte riconosce che nella zona del Marano si era raggiunto un punto di non ritorno, ma fermando tutto, come ha fatto la passata amministrazione, si è danneggiata l’immagine di Riccione, che appare come una città spenta.

Facciamo notare a Vescovi che il suo programma non è tanto diverso da quello di patto Civico: chiederà i suoi voti al ballottaggio? “Non mi rivolgerò al ceto politico, ma all’elettorato”.

Un contratto contro le congiure di palazzo. Nessun notaio a siglarlo, solo i flash dei fotografi a immortalarlo. I rappresentanti delle liste che sostengono Renata Tosi hanno ufficialmente firmato l’impegno a sostenere con lealtà il sindaco e a dimettersi dal consiglio se in corso d’opera si dovesse cambiare idea. Un patto pubblico con il candidato sindaco e davanti a tutta la città. Una trovata alla Bruno Vespa (che Tosi incontrerà presto), buona per un titolo di giornale: si tratta poi di vedere se veicola un messaggio di forza o di debolezza.

In ogni caso è la sorpresa finale che l’ex sindaco ha voluto riservare alla stampa e al piccolo pubblico di fans accorso ad ascoltarla nella conferenza stampa di presentazione del programma della coalizione di centrodestra.

Non è comunque l’unico elemento degno di nota. Il sindaco è sicuro di esser riconfermato e annuncia che dal giorno dopo tutto riprenderà come prima. L’estate non sarà sguarnita di eventi e immediatamente sarà firmato il contratto con Radio Dj. E il 12 giugno (notare la data) si metterà già al lavoro per preparare gli eventi di Natale.

La città ha bisogno di importanti investimenti. Nelle prime settimane si darà il via ad un progetto di riqualificazione del Savioli Spiaggia e sarà avviato il Masterplan per l’area dei campeggi. Con gli operatori privati si formerà un tavolo di lavoro per un progetto di riqualificazione del centro cittadino. Un progetto che comprende viale Dante (promosso a decumano) e interessa tra piazze, quella del porto, quella di fronte al palazzo del Turismo e quella costituita da viale Ceccarini.

Renata Tosi è convinta che non servano grandi nomi ma grandi idee. Annuncia che ci sarà un super-assessorato che comprende le deleghe del turismo, della cultura e dello sport. Un’unica regia per gli eventi, di qualsiasi natura essi siano.

Particolare attenzione sarà riservata all’economia turistica di Riccione. Promette che andrà in archivio il termine “destagionalizzazione” perché il turismo manterrà viva Riccione per 365 giorni all’anno e a 360 gradi. Il futuro sindaco si impegnerà a dotare Riccione anche di una porta di accesso dal mare: sono già in corso contati con Costa Crociere perché una corciera faccia tappa nella Perla Verde.

Cambiamento di rotta sul fronte della notte. Dopo un confronto con gli operatori, è stato deciso di rivedere il rigido regolamento sugli orari, concedendo mezz’ora in più alla musica dal vivo e prolungando la musica di sottofondo. Si plaude alla prossima apertura del Samsara al Marano, che ha annunciato la musica e il ballo dal pomeriggio. Anche per la coalizione che sostiene la Tosi la parola chiave è qualità del divertimento notturno. Il candidato sindaco precisa che si passerà dalla logica delle sanzioni a quella dei premi. Se dagli operatori arriveranno proposte per migliorare la qualità del prodotto, maggiore disponibilità ci sarà da parte dell’amministrazione. E annuncia che sarà introdotto un bollino di qualità per quei locali che sottoscrivono un protocollo con determinati impegni. La nuova Riccione del divertimento sarà promossa a Milano e in altre importanti città italiane ed europee.

Prima di Renata Tosi, erano intervenuti a illustrare alcuni punti del programma i rappresentanti delle liste della colazione: Stefano Caldari per Noi Riccionesi, Andrea Dionigi Palazzi per Fora Italia, Beatriz Colombo per Fratelli d’Italia, Elena Raffaelli per la Lega Nord, Stefano Lombardini per il Popolo della Famiglia.

PROGRAMMA COALIZIONE RENATA TOSI

La possibilità che si ritorni a fare azioni di co-marketing (cioè a sostenere compagnie aeree che avviano nuove rotte) è stata ventilata quasi sottovoce dalla presidente di Airiminum Laura Fincato e dall’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini. Ieri è poi intervenuto l’onorevole Sergio Pizzolante a dire che così fan tutti e non si capisce perché l’aeroporto di Rimini debba rimanere estraneo a questa pratica. Se parlare oggi di intervento pubblico a sostegno dell’aeroporto suscita cautele e diffidenze, a processo sul crac Aeradria ancora in corso e con sindaco e altri esponenti pubblici sotto accusa, dipende appunto dal fatto che a determinare il fallimento della precedente società di gestione ha contributo anche un modo per aggirare la normativa sugli aiuti di Stato che la Procura ha giudicato truffaldino.

Si è inoltre affermata nell’opinione pubblica la sensazione, più che una chiara consapevolezza, che l’Unione Europea vieti gli aiuti sempre e in ogni caso. Il che non è così.

Una ventina di giorni fa il ministro Graziano Delrio, rispondendo alla Camera ad una interrogazione di una deputata del Movimento 5 Stelle, ha fornito un quadro, seppure parziale, della situazione. Il ministro ha spiegato che l’Enac ha ricevuto comunicazione di accordi di incentivazione alle compagnie stipulati dagli aeroporti di Torino, Verona, Venezia, Treviso, Napoli, Catania, Palermo, Alghero, Cagliari e Lamezia Terme. Inoltre ha confermato che di recente la Regione Abruzzo ha stipulato contratti di co-marketing con Ryanair e Mistral e che la Regione Puglia ha varato un piano quinquennale di incentivi per i suoi aeroporti (pari a venti milioni all’anno, secondo notizie di stampa).

Gli aeroporti citati non hanno preso iniziative a rischio di censura, ma si sono attenuti alle direttive della Commissione, emanate nel 2014 abrogando quelle precedenti del 2005 e del 1994, e alle linee guide di applicazione in Italia, firmate da Delrio nell’agosto 2016. Per quanto riguarda gli accordi di favore con le compagnie, le norme stabiliscono che non si incorre nel divieto sugli aiuti di Stato quando i prezzi per i servizi aeroportuali sono quelli di mercato e quando viene superato il cosiddetto “test MEO”, cioè quando, attraverso un'analisi ex ante, si valuta che l'incentivo è in grado di produrre una maggiore redditività dell’aeroporto e maggiore ricchezza sul territorio. Le norme della Commissione sono più ampie, dettagliano diversi casi, chiariscono anche a quali condizioni si possono dare contributi pubblici agli aeroporti, ma per il caso in discussione a Rimini il criterio è quello indicato. Il ministro ha spiegato che ogni aeroporto deve chiarure la propria policy commerciale e dare conto sul proprio sito degli accordi raggiunti. Tutto deve essere pubblico e trasparente. Si prenda, per esempio, il caso dell’aeroporto di Verona. Sul sito sono pubblicate le condizioni che le compagnie devono rispettare per poter aspirare agli incentivi. Le compagnie sono tenute ad operare il nuovo collegamento per un periodo non inferiore alle 5 settimane continuative; garantire regolarità e continuità all’utenza limitando le cancellazioni di carattere operativo al 5% dell’intera programmazione. A queste l’aeroporto si impegna a dare un contributo per passeggero in partenza, sulla base di una previsione definita del volume di traffico. In altra pagina del sito, la società riporta l’elenco degli accordi in corso con numerose compagnie. Quello con Ryanair, per esempio, prevede una modulazione tariffaria variabile a seconda del grado di preesistenza della rotta in questione e dei passeggeri trasportati.

Nelle linee guida di Delrio, che riprendono le direttive della Commissione, si precisa che non ha importanza se i beneficiari degli aiuti siano soggetti pubblici o privati, così come è irrilevante il soggetto giuridico che gestisce le compagnie e l’aeroporto.

Pertanto, le norme, par di capire, si applicano anche all’aeroporto di Rimini gestito da una società completamente privata. In via teorica, Airiminum 2014, che ha il bilancio in attivo, potrebbe autonomamente procedere, nel rispetto delle norme, ad accordi con le compagnie.

Lo steso ministro, nella sua risposta alla Camera, ha precisato che “Non tutti gli accordi, però, utilizzano risorse pubbliche. I gestori sono a volte gestori privati e, quindi, utilizzano risorse private. E quindi alcuni degli accordi afferiscono a risorse proprie del gestore aeroportuale privato”.

Tuttavia Airiminum ha pubblicamente dichiarato che si inoltrerà sul terreno delle compagnie low cost solo in caso di compartecipazione alle spese delle autorità pubbliche.

Il punto da verificare con l’evoluzione degli eventi è quali forme Airiminum 2014 e la Regione vogliano dare alla ipotizzata collaborazione. Sempre Delrio ha informato che “Alcune forme di co-marketing, infine, riguardano la promozione diretta del territorio e sono effettuate direttamente dalle regioni senza passare per i gestori aeroportuali”. È il caso della Regione Abruzzo. A dispetto della conclamate esigenze di trasparenza, il nuovo contratto con Ryanair e Mistral non è stato pubblicato, e a quanto risulta in molti casi analoghi sono stati tenuti nel cassetto per volontà della compagnia. Da quanto è trapelato, il precedente contratto aveva steso tappeti rossi a Ryanair. Se il nuovo contratto è top secret, la Regione ha però pubblicato i criteri che richiede siano rispettati negli accordi con i vettori: L’efficacia commerciale della proposta e l’impatto sulla redditività dell’Aeroporto; i volumi di traffico generati, la rilevanza strategica della destinazione; il periodo di operatività ( stagionale o su base annua), la fascia oraria di operatività (peak/off peak); la tipologia di destinazione ( Europea/extra Europea), il numero delle frequenze operate.

A proposito invece della Puglia, dove nel 2009 era stato sottoscritto un oneroso contratto con Ryanair, poi rinnovato nel 2014, è stata archiviata l’inchiesta per abuso d'ufficio, truffa e falso perché – ha sostenuto il Pm e il Gip ha condiviso - il contratto di marketing da 14 milioni di euro con la società concessionaria della pubblicità per Ryanair non intendeva favorire la compagnia, ma incentivare il turismo sullo scalo barese attraverso l'unico vettore che in quel momento assicurava un numero consistente di rotte internazionali.

Questo quadro, per forza di cose sommario, provoca non pochi interrogativi sulle dolorose vicende di Aeradria. Ne riassumiamo due o tre: le direttive della Commissione europea precedenti a quelle del 2014 erano radicalmente diverse da quelle attuali da indurre gli amministratori di Aeradria a inventarsi il macchinoso meccanismo che poi li ha inguaiati e a non seguire la procedura semplice di accordi trasparenti con le compagnie? Perché ciò che non è truffa in Puglia lo è invece a Rimini? Dipende dal fatto che i comportamenti sono sostanzialmente diversi o perché la magistratura di Rimini è stara più rigida di quella pugliese? Chissà se prima o poi riusciremo a rispondere.

Domenica Spinelli, sindaco uscente di Coriano, ha definito la lista del centrosinistra Insieme per Coriano una sorta di Arca di Noé che ha imbarcato tutto e il contrario di tutto? Alessandro Leonardi, non se la prende proprio per niente: “L’Arca di Noè ha salvato il mondo dal diluvio, vorrà dire che noi salveremo Coriano. Devo ringraziare la Spinelli, ci ha fatto un gran complimento”.

Leonardi, 45 anni, dipendente della Provincia, informatico, è probabilmente l’avversario più temibile della Spinelli. Gli altri competitor sono Maria Rosaria Apicella, del Movimento 5 Stelle, completamente digiuna di politica e pubblica amministrazione, e Oreste Godi, di Coriano Sinistra Unita, che si candida a raccogliere i voti dei duri e puri della sinistra.

Anche Leonardi è alla sua prima esperienza politica (“non ho tessere, né militanze passate”, precisa), e infatti la sua candidatura è stata un parto faticoso. Anche se è un neofita, ha ben chiara la strategia politica da seguire per cercare di sfondare. Inutile cercare di ottenere da lui un giudizio critico sull’amministrazione uscente o sul sindaco Spinelli. “La gente è stanca di scontri e diatribe politiche. Vuole conoscere, vuole informarsi. Le famiglie non mi chiedono cosa penso della Spinelli, ma se riaprirà l’asilo nido. E gli anziani vogliono sapere da me cosa farò per i trasporti”.

Quindi barra diritta sui problemi del paese, 47 chilometri quadrati in cui c’è veramente tutto: commercio, industria, agricoltura, eccellenze enogastronomiche, frazioni separate una dall’altra. E infatti Leonardi si appresta a chiedere voti ai suoi concittadini in nome di una ritrovata fiducia nel futuro e promettendo un lavoro per ricostruire un senso di appartenenza ad una comunità. Tutto questo partendo dai problemi concreti.

Al primo puto la mobilità. Troppe strade dissestate sul territorio, vanno ripristinate le condizioni di sicurezza; quindi nei primi cento giorni un vasto programma di manutenzione stradale da realizzare in accordo con la Provincia. E nel corso della legislatura centrale l’obiettivo di qualche pista ciclabile lunga più un chilometro.

Il Comune, secondo Leonardi, deve tornare ad essere la casa di tutti ed operare in piena trasparenza. Vanno coltivati i rapporti con i cittadini, con la riapertura dell’Ufficio relazioni con il pubblico, e sindaco e assessori avranno orari di ricevimento precisi e puntuali (qui, indirettamente, c’è una critica alla Spinelli, accusata da una parte della popolazione proprio di mancanza di rapporti con i cittadini). Il candidato di Insieme per Coriano pensa anche ad un ufficio con il compito di intercettare i finanziamenti europei.

In questi anni anche Coriano ha risentito dalla crisi. Ci vuole una nuova stagione di crescita, bisogna tornare ad attirare nuove aziende e riqualificare le attività esistenti. Il Comune deve favorire il dialogo con le imprese e con le parti sociali.

Un programma di sinistra non può non avere attenzione alle componenti più deboli della società, come bambini, anziani e disabili. Leonardi pensa ad uno sportello per la famiglia, ad un incremento delle attività extra-scolastiche, di cui c’è bisogno visto l’impegno lavorativo di entrambi i genitori, di iniziative per uscire dall’isolamento, come la costituzione di ogni quartiere e frazione di un comitato di cittadini incaricato di tenere i rapporti con l’amministrazione. Quindi grande attenzione per la cultura e per le eccellenze eno-gastrononiche del territorio.

La lista con i nomi dei candidati consiglieri non è ancora stata pubblicata. Sono in corso gli ultimi ritocchi, anche perchè domani scade il termine ultimo per la presentazione.

Elezioni Coriano: Lista Insieme per Coriano Candidato Sindaco Alessandro Leonardi

(Morciano) Ed infine, in zona Cesarini, è arrivata la certificazione anche per la lista del Movimento 5 Stelle a Morciano. Il candidato sindaco sarà Giulio Ripa, 46 anni, impiegato.

Anche il centrosinistra ha definito il proprio candidato: è una donna, Evi Giannei, 57 anni, impegnata nell'attività industriale del marito. E' stata assessore nella prima giunta Battazza dal 2009 al 2015.

Per la conquista dell'amministrazione di Morciano si profila dunque una parita a tre. Ripa e Giannei se la dovranno vedere con Giorgio Ciotti, già sindaco dal 1999 al 2009, candidato di Morciano Viva, con l'appoggio dei partiti di centrodestra.

Vai ad un aperitivo con Carlo Conti, candidato sindaco di Patto Civico, e se ne ascoltano delle belle. Il discorso scivola ben presto sull’esigenza che Riccione esca dall’isolamento, che si sviluppi un turismo di qualità (con un occhio rivolto a Ibiza), e Fabio Ubaldi, capolista, ex Pd ed ex competitor di Renata Tosi nel 2014, sostiene convinto che lui, senza aspettare che si muova lo scalo di Rimini, punterebbe tutto ad un rapporto con l’aeroporto di Bologna. “Avessi un milione da investire in promozione, lo metterei lì. Cos’è mai un’ora di distanza? E’ la stessa di tutti i grandi aeroporti europei. Dobbiamo collegarci con chi oggi manifesta grandi potenzialità”. Il candidato sindaco Carlo Conti ascolta perplesso e avanza una perplessità: “Beh, se l’aeroporto di Rimini funzionasse, io sarei contento”. Ma ad Ubaldi ormai si è aperto il file e replica: “Anche io sarei più contento se il Trc non fosse stato fatto, Ma ormai c’è. E magari usiamolo per andarci a prendere i turisti che arrivano a Rimini”.

Scampoli di campagna elettorale in presa diretta. Ad ascoltare Conti un gruppo di giovanotti fra i venticinque e i trent’anni, e qualcuno più avanti nell’età, come Oscar Del Bianco, storico commerciante di viale Ceccarini. Il quale, essendo mancato più di un mese da Riccione chiede perché mai questa lista, che doveva essere alleata del Pd, adesso corre da sola. Gli si risponde che queste cose “politiche” non interessano i ragazzi, e si va avanti su altro.

Conti batte sui tasti della sua campagna: c’è bisogno di ritrovare un senso di comunità, la città è stata divisa, basta vedere come ci si tratta sui social. Spiega che lui non aveva mai fatto politica e che nel 2014 si è ritrovato assessore senza neppure aver partecipato alla campagna elettorale. Insiste che è stato interrotto un dialogo con la città: quattromila firme contro il Trc sono rimaste carta straccia e la Tosi ha fatto promesse che non poteva mantenere. Se si vuole il bene della città, è necessaria capacità di mediazione, volontà di trovare accordi. Snocciola i progetti che metterà in campo nei primi cento gironi: ricollegare il paese con il mare, la riqualificazione di piazza Unità, il ripensamento di viale Ceccarini, un intervento sulla zona del porto con un ponte che colleghi i due lungomare e il parco dello sport. Riccione, infine, deve uscire dall’isolamento in cui si è cacciata e fare sistema con le altre località.

I ragazzi lo portano subito a parlare della notte. Conti si tuffa a pesce spiegando che quello degli orari rischia di diventare un falso problema, il punto di alzare la qualità del divertimento notturno. Certamente nell’area del Marano si era andati troppo in là, è stato messo uno stop, ma adesso bisogna ricominciare e andare avanti. Arriva a dargli man forte Claudio Tamburini, gestore del Mojito e candidato nella sua lista, spiegando che gli imprenditori della notte hanno bisogno di certezze. “Quest’anno per la prima volta sappiamo in anticipo quali sono gli orari perché c’è il commissario. Gli altri anni si cominciava in un modo e si cambiava nel corso della stagione”. Il discorso scivola sulla scarsa qualità dei locali notturni attualmente esistenti. Conti spiega che non è il Comune a dover decidere come la gente si debba divertire; gli imprenditori devono fare le loro proposte e l’amministrazione deve dare risposte certe in tempi brevi.

Se l’aperitivo serale è con i ragazzi, a mezzogiorno del giorno dopo Carlo Conti partecipa alla presentazione della seconda lista, Riccione Viva, che sostiene la sua candidatura. A guidarla è l’ex coordinatrice comunale di Forza Italia, Licia Fabbri, il cui cuore – racconta – è rimasto con i berlusconiani, ma, non avendo condiviso la scelta del candidato sindaco, si è messa in libera uscita. E giù con un violento attacco a Renata Tosi, espressione della “politica del no”, del “colpire, affondare e mai ricostruire”, del “tanto peggio tanto meglio”. In lista c’è anche Johnny Bezzi, già presidente dell’istituzione Riccione per la cultura, che assicura che tutto ciò che è riuscito a fare è stato “non grazie ma nonostante il sindaco Tosi”, che in due anni ha ridotto i fondi da700 a 200 mila euro. Sostiene che con i soldi spesi per iniziative discutibili come i villaggi Far West si potevano realizzare qualificate mostre d’arte. Prende la parola un altro candidato, Andrea Speziali, giovane esperto d’arte, per lamentare che su tante proposte inviate in Comune non ha mai ricevuto risposta.

Conclusione con l’ultimo siluro a Renata Tosi. “L’ex sindaco – ha sostenuto Conti - comunica sui social come se fosse ancora alla guida dell’amministrazione comunale”. E cita un post su Facebook relativo alla collaborazione delle forze dell’ordine. “Scriveremo al commissario – annuncia Conti – per sapere se questo comportamento è legittimo. C’è un reato che parla di usurpazione di funzioni pubbliche. Non crediamo che la Tosi continui a fare il sindaco, ma il modo con cui comunica può indurre le persone nell’errore”.

Elezioni Riccione: Lista Riccione Viva Elenco completo

Il pendolo al momento oscilla fra grandi visioni strategiche e un piccolo, ma redditizio, cabotaggio quotidiano. Si spera che, fra tante oscillazioni, il pendolo possa finalmente fermarsi e segnare l’ora dell’effettivo rilancio dell’aeroporto di Rimini.

Gli occhi del sistema turistico locale sono puntati su Airiminum 2014, la società di gestione, ed hanno la forma di un gigantesco punto interrogativo.

Proprio nei giorni in cui venivano cancellati prima i voli di Air Berlin e poi quelli di Condor per Francoforte, e nessuna novità di rilievo veniva annunciata, la società emetteva uno dopo l’altro comunicati trionfalistici sui guadagni realizzati nel 2016 e annunciava un evento dal titolo davvero impegnativo “First Adriatic Travel Forum – Rimini aeroporto e la governance del traffico turistico da Germania, Russia e Cina nella costa adriatica centrale”.

Cosa bolle in pentola? “Vi è l’idea – dice Airiminum - di sviluppare delle sinergie tra gli aeroporti della piattaforma turistica adriatica centrale (ovvero Rimini, Ancona e Perugia) e partnership strategiche con aeroporti internazionali, di creare un prodotto turistico integrato che sappia esprimere al meglio le eterogenee potenzialità dei territori e, infine, di sviluppare una strategia commerciale della piattaforma turistica comune basata su un approccio di profit sharing".

Ne sapremo di più lunedì 15 maggio, giorno del Forum, circa quali vantaggi possa portare a Rimini questa triangolazione con Perugia ed Ancona, un aeroporto, quest’ultimo, per il quale il Pm ha chiesto il fallimento e la Regione Marche ha risposto con una leggina ad hoc che stanzia 21 milioni di euro per ripianare il deficit.

In attesa di lumi, è possibile fare il punto su cosa è successo dal 14 aprile 2016, giorno in cui la società, finalmente libera dalle spade di Damocle delle sentenze, ha presentato i suoi programmi.

L’amministratore delegato Leonardo Corbucci spiegò in quell’occasione che le linee portanti sarebbero state economicità della gestione e sviluppo del traffico. Fu detto che doveva cambiare il modello su cui fino a quel momento si era retto il Fellini: solo o quasi voli charter, 72 per cento del traffico proveniente dalla Russia, funzionamento solo nei tre mesi estivi, anzi per essere più precisi in soli quindici/sedici giorni, di solito al sabato dalle 17 alle 21.

Corbucci poi aveva insistito su un punto: d’ora in poi la ricchezza sviluppata dall’aeroporto doveva essere meglio distribuita fra i protagonisti della filiera.

Certamente su quest’ultima priorità Corbucci è stato molto puntuale: vedi la vertenza con i taxi, il conflitto con l’aeroclub, la rottura del rapporto con Aircoop che gestiva il bar dell’aeroporto.

Sul resto i risultati, finora, sono apparsi più scarsi. Nei voli in programma per la stagione estiva, se non abbiamo contato male, 47 sono charter, 29 di linea, più qualche volo straordinario, cioè una tantum. Dei voli stagionali in programma, una cinquantina sono per Russia, Bielorussia e Ucraina. Quindi lo zoccolo duro rimane ancora quello. Nell’aprile scorso erano stati annunciati voli per Olbia (non ci sono), per la Germania (sappiamo come sono finiti), Praga, Amsterdam, Bruxelles (non ci sono), Zurigo (c’è solo un volo straordinario il 18 maggio. Ci sono poi alcuni voli per Tirana e poco altro. Se si fanno questi conti, è perché i dirigenti di Airiminum avevano sempre ribadito di non guardare ai primi magri risultati del 2016, ma alla vera stagione d’inizio, il 2017, perché solo per quest’anno ci sarebbe stato tutto il tempo per contattare le compagnie e stendere programmi più ambiziosi. Al momento non si sono visti.

Da aprile 2016 ad oggi, Airiminum, in occasione del TTG, aveva lanciato anche l’idea di “un nuovo meccanismo sistemico fondato esclusivamente da soggetti privati, che vada ad affiancarsi e ad operare in modo sinergico con gli strumenti istituzionali già previsti dal settore pubblico per la promozione del territorio romagnolo e la crescita dei flussi turistici.” Non è ben chiaro che fine abbia fatto questa idea. Il 14 marzo viene data notizia di un incontro con gli hotel aderenti al Club destinazione Romagna per creare “un sistema di shuttle privati che collegheranno l’aeroporto con gli alberghi principali della riviera romagnola già a partire dalla stagione in corso”. Era questo lo strombazzato nuovo sistema turistico?

Negli ultimi giorni è invece tornata d’attualità una parola che, dopo il disastro di Aeradria, sembrava bandita: co-marketing. Intervistato dal Resto del Carlino a proposito dei voli cancellati dalla Germania, l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, ha detto: «Incontreremo Airiminum, cercando anche di capire se è possibile dare contributi di co-marketing attraverso dei bandi pubblici».

Il giorno dopo, la presidente Laura Fincato, sempre intervistata dal Carlino, ha affermato che «sarà difficile aumentare i voli su Rimini, dalla Germania e da altri paesi strategici per la Riviera, se non riceveremo il concreto sostegno economico di operatori privati e istituzioni». E poi ha aggiunto: «Per aumentare il traffico servono voli di linea e low cost, ma da soli non possiamo farcela». Ed infine ha chiuso il cerchio: «Mi sono piaciute le parole dell’assessore regionale al Turismo Corsini, che ha riconosciuto la necessità di trovare la formula per erogare contributi di co-marketing».

La novità è rilevante. Da una parte, per la prima volta Airiminum afferma di non disdegnare il ricorso a contributi pubblici di co-marketing. La società si era presentata affermando che mai più un euro pubblico sarebbe stato speso in aeroporto, che tutto il peso sarebbe stato a carico degli azionisti privati. Per la prima volta si parla di possibili voli low cost, in precedenza mai citati nei programmi via via annunciati. Dall’altra parte, la Regione, titolare delle politiche turistiche, si dice pronta a sedersi al tavolo per discutere di possibili azioni di co-marketing.

A più riprese, nei mesi scorsi BuongiornoRimini ha sostenuto che la gestione privata dell’aeroporto, legittimamente e doverosamente attenta ai conti, non poteva prescindere da un virtuoso e fecondo rapporto con il territorio, al servizio del quale è posto l’aeroporto. Quindi ben venga una discussione seria sul co-marketing, se ciò significa azioni di sostegno allo sviluppo dei voli nel rispetto della normativa europea e delle tasche dei contribuenti.

C’è da augurarsi che il convegno del 15 maggio porti qualche interessante segnale.

Da politico navigato, si è già preparato la risposta all’inevitabile domanda che lo accompagna: “Ancora lui?”. Sì, perché Giorgio Ciotti, classe 1963, docente e ingegnere informatico, sindaco di Morciano lo è stato per dieci anni, dal 199 al 2009. Ed adesso si ricandida con Morciano Viva, espressione dell’omonima associazione, sostenuta anche dia partiti di centrodestra.

La risposta di Ciotti a chi è sorpreso di rivederlo in campo è la canzone di Lucio Battisti “Ancora tu”.

Spiega il candidato: “Ad un certo punto la canzone dice: lasciarti non è possibile. Ecco, non era possibile che io e Morciano ci lasciassimo per sempre…”.

La solita sindrome dell’indispensabile?

“No, no…Questa candidatura non l’ho cercata”.

Dicono tutti così.

“Ma in questo caso è vero. Dopo le dimissioni di Battazza (l’ex sindaco Pd, arrestato per la vicenda delle sponsorizzazioni nell’area ex Ghigi, ndr) si è preso atto che in paese non c’è rimasto più niente, a parte il piccolo recinto del Pd. Solo un cumulo di macerie, di disillusioni, di distacco dalla vita pubblica. Come reazione a questa situazione è nata l’associazione Morciano Viva”.

Per fare cosa?

“Si sono messe insieme quelle persone e quella realtà (Pro Loco, enti sportivi, commercianti) che di fronte a ciò che succede non vogliono restare indifferenti ma voglio partecipare, vogliono costruire il proprio futuro. Morciano è u npiccolo comune di 7.007 abitanti, teoricamente non dovrebbe esserci la distanza fra istituzioni e cittadini, la gente dovrebbe essere facilitata a partecipare. E invece non è così. Queste persone e queste realtà hanno deciso di non volere più delegare a terzi. Anche perché Morciano vive una situazione difficile. Nel 2016 per la prima volta dagli anni Sessanta la popolazione è in calo, significa che rischiamo di non essere più il centro propulsore della Valconca”.

Però non ha ancora detto perché è stato necessario che lei si ricandidassse…

“Ci arrivo subito. Morciano Viva non pensava che ci fossero le elezioni subito. Quando però si è visto che erano inevitabili, si è capito che dopo quel che è successo, dopo un periodo di commissariamento, in Comune doveva arrivare una persona capace di rimettere in moto subito la macchina comunale. E quindi lo hanno chiesto a me, che ho già avuto esperienza”.

E lei ha inventato lo slogan “La novità dell’esperienza”

“Certo, perché non sempre la novità è sinonimo di fatti positivi. Hanno deciso di affidarsi a un uomo di esperienza, e intanto faremo crescere la nuova classe dirigente di Morciano per i prossimi decenni”.

Al di là delle ragioni che ne hanno determinato le dimissioni, qual è il suo giudizio sull’amministrazione Battazza?

“Ha agito senza ascoltare i cittadini, e ciò ha creato un forte distacco fra il Comune e la realtà del paese. La cesura è stata così forte e radicale che oggi a Morciano il dibattito pubblico è degenerato in una guerra per bande. Su ogni cosa ci sono forti contrasti. Battazza ha diviso il paese, non lo ha unito. Invece Morciano ha bisogno di una sana tranquillità, ha bisogno che si torni a ragionare sulle cose, i vari corpi sociali devono dialogare fra di loro”.

E qui viene fuori l’antico democristiano che è in lei…

“C’è un altro aspetto che rimprovero a Battazza. Ha ridotto la vocazione storica di Morciano: noi siamo nel bel mezzo della Valconca per servire la Valconca. C’è bisogno di rilanciare questo aspetto trascurato dalla sua amministrazione. C’è bisogno di rinforzare taluni servizi, come la scuola e la sanità. Va valorizzato l’unico presidio ospedaliera, la casa di cura privata Montanari. Morciano ha bisogno di una giunta che non lasci solo il privato nel confronto con la Regione”.

Un “tormentone” di Morciano è la riqualificazione dell’area ex Ghigi. Cosa è in gioco?

“Parliamo di un’area di 15 mila metri quadrati posta proprio al centro del paese. Per questo è importante e strategica. Nel 2000 è cessata l’attività produttiva trasferita a San Clemente. È stato approvato dal Comune un piano di riqualificazione che inizialmente prevedeva la conservazione dell’immobile un tempo adibito a pastificio. Poi il Comune ha cambiato idea, l’immobile è stato abbattuto ed è stata rilasciata a Conad una licenza per realizzare un centro commerciale, due torri di residenze, un auditorium e altri servizi. Ma è stata presentata una variante che, a quanto pare, ha fatto fuori le torri, e conservato l’auditorium, sopra il centro commerciale. Il consiglio comunale appena sciolto ha votato all’unanimità che l’auditorium non lo vuole. I lavori sono in corso, ma con una licenza parziale, limitata cioè solo al centro commerciale”.

Sei lei sarà sindaco, cosa farà?

“Bisogna innanzitutto vedere le carte. Abbiamo chiesto al Commissario che ci trasmetta copia della variante. Certamente dovranno essere prese decisioni con metodo trasparente e con il principio della concertazione. Sull’auditorium bisogna valutare, presenta forti inconvenienti dal punto di vista dell’accessibilità. E poi ce n’è già uno nei padiglioni fieristici, serve farne un altro?”.

L’altro tema caldo è la possibile fusione con altri Comuni. Qual è la sua posizione?

“Da quindici anni Morciano è nell’Unione della Valconca, formata da nove Comuni. Molti servizi sono già in Comune e tutti i risparmi possibili sono stati realizzati. È vero che per dieci anni la Regione dà finanziamenti speciali ai Comuni che si sono uniti, ma io voglio capire cosa succede dall’undicesimo anno. La proposta che riguarda Morciano è la fusione con Montefiore, Gemmano e San Clemente. C’è la necessità di approfondire per verificare qual è la soluzione che più fa risparmiare”.

Nel sondaggio di Morciano Viva sembrava essere una preferenza per San Clemente.

“Non è proprio così. L’ampia maggiorana ha detto no a qualsiasi fusioni. Fra i favorevoli c’era una preferenza per San Clemente. È anche logico: sono i confinanti e sono i comuni più ricchi”.

Elezioni Morciano Lista Morciano Viva Candidato Sindaco Giorgio Ciotti Tutti i nomi

(Morciano) Come slogan ha scelto "La novità dell'esperienza", un modo per prevenire la domanda "Ancora lui?". Sì, perchè Giorgio Ciotti è stato sindacodi Morciano per un decennio, dal 1999 al 2009. Ed ora si riprensenta con Morciano Viva, la lista civica sorta dall'omonima associazione che nele settimane scorse ha realizzato un sondaggio per capire gli umori dei morcianesi.

La lista ha l'appoggio ufficiale dei partiti del centrodestra, anche se i promotori tendono a sottolinearne il carattere civico e trasversale.

Sabato prossimo, con un'apericena in piazzza, ci sarà la presentazione ufficiale alla città.

Non ancora definito il nome del competitor del centrosinistra, anche se il nome più gettonato è quello dell'ex sindaco di San Clemente, Cristian D'Andrea.

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