Santarcangelo, Parma spera nella "tradizione di buon governo"
Sarà quindi la vicenda della chirurgia senologica il “Trc” che porterà la sinistra a Santarcangelo a subire la prima sconfitta dopo decenni di maggioranze più o meno bulgare?
“No, non ponga la domanda in questi termini”, replica Alice Parma, 30 anni, sindaco Pd uscente. La reazione del sindaco è comprensibile: fino all’altro ieri è vissuta come Alice nel paese delle meraviglie, complice un’opposizione mai esistita. Ma con la candidatura di Domenico Samorani, sostenuto con forza da tutto il centrodestra, Alice corre il rischio di un brusco risveglio.
La domanda è questa, provi a rispondere.
“La chirurgia senologica non è argomento da campagna elettorale. Abbiamo un punto di eccellenza dentro l’area vasta Romagna, dentro un presidio ospedaliero a cui negli ultimi cinque anni abbiamo riservato investimenti che non si erano mai visti prima. Magari in campagna elettorale parliamo invece del potenziamento di tutto l’ospedale, di tutti i suoi servizi, non di uno solo. Oltretutto ricordo che la senologia è stata codificata con questo ultimo piano sanitario, prima c’era ma non scritta nero su bianco. Non vado dietro a chi vuole farne il Trc di Santarcangelo. Mi batto per più salute e più servizi per tutti”.
Quindi le preoccupazioni del Punto Rosa sarebbero infondate? Stanno raccogliendo migliaia di firme perché secondo le donne si sta invece infliggendo un duro colpo al reparto…
“Apprezzo molto l’attività del Punto Rosa, che svolge un lavoro prezioso sulla prevenzione. È un’associazione che collabora con le istituzioni ed ha anche ricevuto una sede pubblica. Però non accetto sentenze preventive sulla validità di un progetto che deve essere valutato solo dal punto di vista tecnico e scientifico. La riorganizzazione del reparto non porta alla diminuzione dei posti letto e al depotenziamento. Il ruolo delle associazioni è importante, ma le decisioni tecniche e scientifiche sono della direzione sanitaria”.
Dica la verità, come avversario in campagna elettorale avrebbe voluto tutti ma non Domenico Samorani…
“Tutti gli avversari sono importanti, tutti contribuiscono a fare della campagna elettorale un momento di crescita collettiva. Penso che sbagli a travestirsi da candidato civico quando non lo è. Aggiungo che questa città bisogna conoscerla, bisogna averne una conoscenza approfondita. Bisogna sapere che centrale è il tema del lavoro, inteso come sviluppo delle zone artigianali e del centro commerciale naturale. C’è l’urgenza di nuovi servizi per favorire la partecipazione al lavoro. C’è da sviluppare la sicurezza sociale, che non è solo il contrasto all’illegalità, ma anche occupazione e casa per le persone. Una città dive si trova casa e lavoro è una città viva, più sicura”.
A guardare i risultati del 4 marzo scorso, lei è già spacciata, non crede?
“A livello nazionale spirano i venti del sovranismo e del populismo, ma sul territorio la battaglia è diversa. Qui abbiamo una tradizione di buon governo, si può essere di destra o di sinistra, sovranisti o populisti, ma ciò che conta è vivere in una comunità, in una città che ha raggiunto un posizionamento economico, sociale e culturale molto avanzato”.
Lei in sostanza rivendica le certezze offerte dal governo Pd. Ma prima a Bellaria e poi a Riccione hanno scoperto che si continua a vivere anche senza il Pd al governo. Come pensate di convincere gli elettori ormai molto mobili?
“Dobbiamo aprirci, e non solo al mondo del civismo, ma a tutte quelle associazioni, come il volontariato, che hanno deciso di partecipare alla vita pubblica. Santarcangelo non è una piattaforma Rousseau, non è una realtà superficialmente calcolabile. Quando dico che la città va conosciuta, dico che è una città che merita molto rispetto nell’approccio politico. È una città che ha una storia e tradizioni molto forti ed ha una necessità di sguardo verso il futuro e verso l’extra, ciò che sta fuori, verso l’internazionalizzazione”.
C’è qualche risultato concreto che può raccontare ai cittadini in campagna elettorale?
“Il risultato più importante è stata la partecipazione nei vari campi. Nella pianificazione territoriale che ha portato alla semplificazione degli strumenti urbanistici che hanno consentito l’insediamento di importanti aziende, con riflessi su lavoro e occupazione. Abbiamo lavorato sull’accessibilità, intesa non solo in senso fisico ma come inclusione sociale. Abbiamo affrontato i problemi del centro storico mettendo a confronto chi ci risiede e chi ci lavora. In generale questi anni hanno portato ad un forte posizionamento di Santarcangelo nel contesto della provincia e della regione. Resta molto da fare: nei prossimi anni bisognerà lavorare sulla ricucitura della via Emilia, che adesso è una strada che divide. Finora abbiamo lavorato a un più facile attraversamento. Ma c’è la possibilità di lavorare a progetti di rigenerazione urbana che possono favorire l’integrazione fra le due parti di città. Nello stesso tempo, si può lavorare sulla vecchia via Emilia, portando al miglioramento della viabilità e alla creazione di parcheggi. ”.
Un progetto che il prossimo sindaco, lei o un altro, dovrà realizzare.
“E’ il recupero e la valorizzazione dell’ex cementificio. L’idea è di farne un centro per le arti di livello internazionale”.
A proposito di arti, in campagna elettorale entrerà sicuramente il Festival teatrale. Molti contestano gli spettacoli trasgressivi degli ultimi anni, chiedono un ritorno alle origini.
“Forse non conoscono le origini. Il Festival ha avuto una storia dirompente fin dalla sua creazione. Il Festival, che nel 2020 giunge al traguardo dei 50 anni, ha sempre mantenuto la sua natura attraversando tutte le epoche. Dagli hippies in poi è sempre stato il riflesso e l’interpretazione dei movimenti culturali in atto. In ogni periodo ha espresso l’arte contemporanea, quella di oggi non è quella degli anni Ottanta”.
Quindi i cittadini devono rassegnarsi a nudi e ammucchiate in piazza?
“Apprezzo chi solleva il tema delle origini per riportare gli spettacoli teatrali in piazza. Ma si deve sapere che i cosiddetti elementi di trasgressione, quelli che fanno scandalo, ci sono sempre stati. Bisogna conoscere la storia del Festival. In occasione del cinquantennale, saranno pubblicati gli archivi. Emergerà che più che trasgressione, con il Festival c’è stata discussione, dibattito, confronto sulla società contemporanea. Per i santarcangiolesi è sempre un’occasione per porsi domande, non credo che ne farebbero a meno”.
Pen.sa. su Amazon a Santarcangelo: monitorare ambiente e condizioni di lavoro
Pen.Sa (Pensare Santacangelo), l'associazione che pensa di costituirsi in lista civica alle prossime elezioni amministrative, intervine sulla vicenda dello stabilimento Amazon.
"Partiamo dal presupposto - scrive - che l’arrivo di una multinazionale sul nostro territorio non è quanto di meglio si possa desiderare, in primo luogo per la filosofia di massimizzazione del profitto a scapito di ambiente e lavoro che spesso queste aziende incarnano.
Detto questo, la notizia non può essere assolutamente banalizzata, se non altro per la quantità di tematiche di prima importanza che coinvolge: la pianificazione del territorio, la questione ambientale, opportunità e diritti del lavoro, l’impatto sul commercio locale.
Rispetto al primo tema, è da considerare il fatto che il nuovo stabilimento non rappresenta una nuova edificazione, bensì il completamento di una previsione già esistente, peraltro con una diminuzione di superfici e volumi.
Quanto alla dialettica pubblico-privato, la nuova rotatoria all’incrocio tra via Tosi e via Vecchia Emilia sarà più che mai necessaria visto il concomitante arrivo, appena annunciato, del gruppo Paesani nell’area del Bornaccino.
Solo il tempo dirà se questo intervento sarà sufficiente a far fronte all’aumento del traffico. Di certo però fanno sorridere le uscite di certi gruppi di opposizione, che confondono una mozione (atto di indirizzo da realizzare a spese del Comune) con un contributo di solidarietà a carico del privato.
Si poteva chiedere di più? Anche in questo caso bisogna considerare che in ambito urbanistico esistono degli standard legati all’entità dell’intervento: non si può certo chiedere di più a un privato solo perché fattura più di un altro. La questione ambientale è un aspetto che certo andrà monitorato, anche con l’ausilio di apposite strumentazioni se necessario".
"Detto questo, - conclude Pen.sa. - lanciare una raccolta firme un giorno sì e l’altro pure sa molto di propaganda elettorale.
Per quanto riguarda PenSa, il vero nervo scoperto in tutta la vicenda Amazon riguarda i diritti dei lavoratori: la multinazionale, infatti, è nota per le sue dure politiche nei confronti dei propri dipendenti, che sono scesi in piazza anche nel nostro Paese per chiedere maggiori tutele.
Ora, 50 nuovi posti di lavoro sono chiaramente un’ottima notizia per il territorio di Santarcangelo. Ma bisogna poi soffermarsi a monitorare la qualità del lavoro che si offre ai propri cittadini, senza che questo pregiudichi il senso dell’intera operazione.
Se emergeranno problematiche specifiche, relative al rispetto delle condizioni di lavoro e alla tutela dell’ambiente, PenSa le affronterà senza alcuna remora. Amazon, con la sua forza economica, può e deve garantire condizioni migliori a coloro che vi lavorano: condizioni che è sacrosanto pretendere con fermezza.
Allo stesso tempo, ci domandiamo se non sia altrettanto saggio evitare di agitare lo spettro della “rovina del commercio”, dal momento che la struttura in questione – come hanno già fatto notare altri, tra cui la stessa Confesercenti – non è altro che un magazzino di smistamento merci.
Che nulla ha a che vedere con supermercati, centri commerciali o concorrenza sleale al piccolo bottegaio o artigiano di paese: si possono tutelare le une e le altre esigenze senza scadere nella becera propaganda elettorale esibita in questi giorni da diverse formazioni politiche".
Santarcangelo, Confesercenti: il nuovo sindaco confermi il no ai centri commerciali
I candidati sindaci delle prossime elezioni amministrative a Santarcangelo devono garantire che sarà confermata la scelta compiuta 26 anni fa: nessun centro commerciale nel territorio del Comune. Lo afferma Massimo Berlini, dirigente sindacale della Confesercenti.
Il tema del commercio, del centro storico, dell’insediamento di nuove strutture commerciali, sarà certamente al centro della campagna elettorale già iniziata. “La nuova amministrazione – spiega Berlini – dovrà continuare una politica di salvaguardia del centro storico, che io amo definire un centro commerciale naturale. È un format che va difeso e che costituisce un punto di riferimento anche per altri paesi e borghi. Certamente non vanno bene i progettati insediamenti sulla via Emilia, perché costituiranno inevitabilmente una concorrenza. Nel nostro centro storico c’è tutto ciò che deve offrire un centro commerciale, negozi, bar, ristoranti, botteghe artigiane, con il vantaggio di essere accanto a un borgo ricco di monumenti e di bellezze artistiche”.
Quindi è immaginabile che i commercianti non siano molto felici del prossimo insediamento di Amazon. “Quell’azienda apre un magazzino, non un supermercato. Quindi al momento non c’è un danno diretto. Se è vero che in futuro Amazon vuole arrivare alla consegna in giornata, allora costituirebbe un pericolo immediato per le nostre attività”.
Tornando al centro storico, Berlini racconta che nell’ottobre del 2017 era stata compiuta un’inchiesta sulle oltre 180 attività presenti: insieme garantivano 703 posti di lavoro dipendente. “E’ il nocciolo del nostro tessuto economico. L’agricoltura ormai non c’è più, le industrie sono sparite”. Restano commercio, artigianato e il variegato mondo dei servizi.
In concreto cosa dovrebbe fare l’amministrazione per sostenere le attività del centro? “Bisogna innanzitutto intervenire sulla viabilità, per rendere Santarcangelo più facilmente raggiungibile da clienti e turisti. Non c’è, per esempio, nessun collegamento di trasporto pubblico da Bellaria e da tutto il litorale nord di Rimini. Anche il collegamento con Rimini va migliorato. Da noi arrivano più turisti da Bellaria, Gatteo, Cesenatico e Cervia che non dalla vicina Rimini. Vanno inoltre segnalate le aree dove si può parcheggiare. Le aree dove è possibile sostare gratuitamente ci sono, ma vanno meglio segnalate”.
Certamente in campagna elettorale si parlerà di sicurezza. “E’ un problema da tenere d’occhio. Il Comune ha annunciato l’installazione di dodici telecamere sul territorio comunale. Noi pensiamo che ce ne vogliano due in più nel centro storico. Qualche episodio c’è stato. La spaccata contro gli esercizi commerciali o case private svaligiate. Serve una presenza della polizia municipale: il servizio è gestito dall’Unione della Valmarecchia e il centro storico è sguarnito. La presenza dei vigili sarebbe poi anche molto utile per sanzionare quei commercianti che non rispettano le regole. E anche sanzionare chi porta in giro i cani e non pulisce”.
Secondo il dirigente della Confesercenti il centro storico della città è ben tenuto, solo manca un po’ di illuminazione in qualche punto. Però va incrementata la sua capacità attrattiva. “Gira meno gente. O meglio c’è più gente durante gli eventi, le feste, le iniziative, ma ce n’è di meno durante i giorni normali. Certo questo dipende dal generale calo dei consumi, ma bisogna agire per rendere Santarcangelo più raggiungibile. Un tempo si poteva parlare di scarso numero delle strutture ricettive, ma ultimamente sono sorte nuove attività, come ad esempio gli Airbnb. Durante molte fiere a Rimini, in molti trovano alloggio a Santarcangelo. Bisogna inoltre che l’amministrazione dialoghi e collabori con tutte le associazioni del settore. Un sostegno particolare lo deve dare a Città Viva, un’associazione trasversale sorta per rendere più attraente e vivace il centro storico. È uno strumento essenziale che ha bisogno di un deciso intervento da parte dell’amministrazione”.
Città Viva: fare squadra per rilanciare centro e turismo a Santarcangelo
Commercio, centro storico, futuro di Santarcangelo. Abbiamo rivolto alcune domande anche a Piero Ricci, neo eletto presidente dell’associazione Città Viva, e ad alcuni membri del suo direttivo.
Come sta il centro storico di Santarcangelo? Che problemi presenta?
“Santarcangelo presenta un’offerta sempre rinnovata. Abbiamo esercizi di tradizione, come il mangano, che costituiscono delle vere e proprie eccellenze. Offrono spettacolo ai turisti e producono lavoro. Gli esercizi del centro sono diversificati, e a nostro avviso anche in futuro non dovranno essere tutti uguali. Se c’è questa diversità, il centro storico può essere ciò che a noi Santarcangiolesi piace chiamare un centro commerciale naturale. Le persone che lo affollano nei week end possono vivere una bella esperienza di godimento. Certo bisogna lavorare perché il flusso vada oltre il solo week end”.
Fra pochi mesi si vota per rinnovare l’amministrazione. Qual è secondo lei una proposta su cui i candidati sindaco possono puntare?
“Crediamo fortemente sia la sicurezza, inteso che bisogna lavorare per mantenere l’attuale livello raggiunto in questo formidabile angolo fra l’Uso e il Marecchia.
Dobbiamo restare il luogo dove a prendere l’aperitivo si ritrovano l’amico spazzino e l’amico dirigente di banca, dove quando c’è una festa arriva tanta gente dalle città vicine!
Per migliorare Santarcangelo dobbiamo adoperarci tutti, non solo le associazioni ma chiunque ci abita o abbia un interesse. E poi bisogna puntare ancor più sul tessuto economico e sociale di tutta la città, riservando un occhio di riguardo al commercio perché potrà aver difficoltà per via della diffusione degli acquisti online. Ci auguriamo che questo non accada. Non meno importante sarà cercare di fare la differenza sul turismo sano e di qualità, andando a valorizzare le cose già esistenti come i percorsi agli ipogei, le chiese, i palazzi nobili, i monumenti e gli spazi pubblici. Far sì che queste bellezze siano raccontate meglio e di più. E soprattutto che siano più apprezzate da chi le vede e le vive”.
Il centro storico è accessibile o c’è un problema di parcheggi, di aree di sosta?
“I nostri problemi sono comuni a molti paesi o città, nel senso che nei giorni feriali i parcheggi possono bastare, ma durante le feste o semplicemente nei weekend è un po’ più difficile parcheggiare”.
Cosa fare perché non chiudano i negozi?
“Bisogna convogliare il consumo dei santarcangiolesi all’interno della città. Molti fanno i loro acquisti nei grandi centri commerciali per vari motivi, tra cui il presunto risparmio. Noi dobbiamo comunicare ai santarcangiolesi, e agli abitanti dei paesi vicini, che facendo i propri acquisti in paese aiutano anche loro stessi perché si fa muovere l’economia locale (invece che ingrassare qualche multinazionale). Insomma fare in modo che il denaro continui a circolare nel nostro territorio invece di volare per lidi stranieri”.
Cosa bisogna fare per aumentare la capacità attrattiva di Santarcangelo?
“Continuare con la promozione del paese su tutti i fronti, dai media, ai social network. Occorre investire maggiormente su eventi di richiamo nazionale che facciano perno sulle nostre prerogative principali e riconosciute, il buon cibo, il Sangiovese, l’arte. Per il resto Santarcangelo è così bella da rimanere nei cuori e il passaparola vale più di mille promozioni turistiche.
Riteniamo che fare attività e mantenere vivo il paese sia fondamentale. Questo è lo scopo della nostra associazione. Bisogna fare ancor più squadra fra tutte le attività, andando così a migliorare il sistema. Dobbiamo adoperarci tutti, non solo le associazioni ma chiunque ci abita, ci lavora o abbia un interesse. Bisogna amare Santarcangelo sempre e con il cuore!”
La "Fedeltà" di Marco Missiroli è anche alla città di Rimini
Per scrivere “Atti osceni in luogo privato” Marco Missiroli ha impiegato ventitré giorni, per arrivare all’ultima stesura di “Fedeltà” (uscito da qualche giorno da Einaudi) sono stati necessari quattro anni. Dopo l’enorme successo della storia di Libero Marsell, lo scrittore ha avuto come un blocco, si è impadronita di lui una sorta di ansia da prestazione, come Missoroli stesso ha confessato al pubblico che ieri pomeriggio ha affollato all’inverosimile la Sala del Giudizio, al Museo, per la prima presentazione nazionale della sua ultima opera. Tanta gente in piedi, anche fuori dalla sala. Al suo fianco il sindaco Andrea Gnassi. “Ed anche la prossima presentazione la faremo qui”, ha assicurato lo scaramantico Missiroli.
Il precedente libro era andato benissimo, come replicare e corrispondere alle aspettative dei lettori? Un rovello che ha tormentato anche lo scrittore tanto da fargli vergare una lettera aperta al proprio editore per invitarlo a non pubblicare nulla che non fosse all’altezza.
E “Fedeltà” non solo si è mostrato all’altezza ma è risultato addirittura migliore, ha sentenziato un lettore certamente esperto come Piero Meldini. Il quale ha avuto il compito di introdurre l’incontro e di sollecitare l’autore con domande e osservazioni appropriate, tanto da far esclamare all’autore “Ma l’hai proprio letto bene!”.
Meldini considera “Fedeltà”un’opera umanamente e letterariamente matura, fondata su un’abile capacità di introspezione psicologica dei personaggi, specialmente di quelli femminili, e su una scrittura asciutta che però riesce a rendere una realtà complessa con sapiente uso di sfumature. I protagonisti di questo romanzo sono Carlo e Margherita, lui un insegnante universitario a progetto, raccomandato dal padre, lei un’agente immobiliare. Le loro vicende si intrecciano con quelle di Sofia, studentessa di Rimini a Milano per un master, e di Andrea, un fisioterapista, dedito alla boxe senza guantoni e ai combattimenti fra cani, che risulta la figura più inquietante del romanzo. È con loro che i due protagonisti principali vivono quella zona d’ombra in cui non è chiara la linea di confine fra fedeltà e infedeltà.
Missiroli ha raccontato due aneddoti su come è nata l’idea del romanzo. In un bar gli capita di ascoltare l’allegra conversazione di tre ragazze. Quando una si allontana, le due rimaste cominciano a sparlare della terza. “Immaginate una telecamere che prima riprende le tre, poi le due, infine la terza che se ne è andata”. In qualche modo è struttura narrativa di “Fedeltà”.
Il secondo episodio lo ha riguardato direttamente. Sua moglie ha avuto bisogno di numerose sedute fisioterapiche per curare una tendinite. Come la protagonista del romanzo, la moglie tornava dalle sedute particolarmente e inspiegabilmente contenta. “Fedeltà” è insomma nato una sottile crisi di gelosia dell’autore.
Secondo Meldini nel romanzo sono rintracciabili tre trame. La prima è il racconto dei fatti, asciutti, senza colpi di scena. La seconda è la trama dei pensieri sottili dei protagonisti che Missiroli sa ben inseguire e raccontare. La terza è una trama topografica, i personaggi sono ancorati a luoghi precisi, in determinate vie di Milano e in ben noti spazi e luoghi di Rimini, la città in cui Missiroli è nato e vissuto prima di approdare nel capoluogo lombardo. C’è il quartiere Ina Casa, dove abitava, con via Magellano, la piazzetta di largo Bordoni, il bar Zeta, la ferramenta. C’è il centro storico, ci sono inevitabilmente il mare e la spiaggia. Ci sono gli amici di una vita, inseriti come personaggi minori con nome e cognome reale. “Rimini mi è mancata, con questo romanzo, ho ritrovato Rimini. – ha detto Missiroli – Quando mi chiedono perché non torno a Rimini, rispondo che non stando vicino alla mia città la sento più desiderabile”.
La fedeltà del titolo è plurale, non è semplicemente quella coniugale. È la fedeltà a se stessi, ai rapporti, ai luoghi. Il libro nasce per documentare quanto sia faticosa l’infedeltà, soprattutto se significa rinunciare a se stessi.
Due ultime notazioni. Secondo Meldini, il personaggio più interessante è Anna, la madre di Margherita, “una sarta finita”, che nella trama del romanzo ha il compito di ricucire i rapporti frantumati. E le pagine più belle sono quelle finali, rasserenanti, pacificanti. Gli ha fatto eco Missiroli raccontando di essersi trovato a scrivere il finale in un bar, mentre a Milano scendeva la neve. “La neve su Milano mi ha indotto a rivedere tutto, a rallentare il ritmo”.
Valerio Lessi
Rimini, piano strategico in cerca di futuro (intanto fa il tagliando)
L’avvio della complessa operazione chiamata piano strategico risale a 12 anni fa: era il 2007 quando Comune di Rimini, Provincia di Rimini, Camera di Commercio e Fondazione della Cassa di Risparmio sottoscrissero il protocollo per costituire il comitato promotore. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: archiviata l’esperienza del sindaco Ravaioli, si è aperta l’era Gnassi, un anno dopo l’avvio del piano strategico è iniziata la crisi decennale da globalizzazione che ha inciso anche sul territorio di Rimini. È cambiato anche lo scenario istituzionali: fra i promotori la Provincia ha oggi un ruolo ridotto, la Camera di Commercio è romagnola, la Fondazione Carim non è più il motore dello sviluppo del territorio. Il traguardo fissato dal piano strategico era il 2027: ma già dall’anno scorso è cominciato il tagliando, una verifica generale per aggiornare obiettivi e metodi.
Il piano strategico scelse come metodo il coinvolgimento di quanti hanno responsabilità (non solo nelle istituzioni, ma nell’economia, nella società, nel volontariato, nello sport, ecc.) e di una cinquantina fra associazioni di varia natura e ordini professionali. Nella città si aprì un grande cantiere di idee e di riflessioni (secondo i critici con il rischio evidente della “fuffa”) che individuò per la città una mission, Rimini terra di incontri, ed una vision, la persona al centro. All’elaborazione del piano parteciparono attivamente molte realtà del mondo cattolico che, escluse dalla gestione amministrativa, vi videro l’opportunità di incidere sul futuro della città. Non a caso quando nel 2010 il consiglio comunale approvò all’unanimità il piano strategico alla seduta parteciparono tutti i maggiorenti della città, compreso il vescovo Francesco Lambiasi.
Il famoso Libro Rosso, contenente tutte le indicazioni del piano, doveva essere attuato. Furono costituiti laboratori e gruppi di lavoro su determinati temi che hanno prodotto numerosi quaderni che sono consultabili sul sito Rimini Venture. Nel 2013 è stata costituita l’Agenzia, una srl costituita nel 2013 con amministratore unico Maurizio Ermeti (dall’inizio, come presidente del Forum, deus ex machina dell’iniziativa) che è il soggetto incaricato di facilitare la realizzazione dei progetti che escono dal piano.
Ma in questi anni cosa di concreto è stato realizzato? Sul sito dell’Agenzia sono presentati ben 24 progetti. A guardarli uno per uno, sono molto diversi fra di loro. In primo piano c’è ovviamente il parco del mare che, sebbene non ancora realizzato, ha comunque avviato il proprio iter, con le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. Per il parco del mare è evidente la connessione alle idee del piano. Fra i progetti è segnalato anche il piano della balneazione che, così come è strutturato, non era certo contenuto nel piano, che si limitava a segnalare la necessità strategica di salvaguardare la balneazione. È stata realizzata Rimini Innovation Square, spazi e servizi per il coworking ubicati al secondo piano di Palazzo Buonadrata. È stato realizzato un piano per il welfare (convegni e seminari) e l’Emporio, supermercato per chi ha difficoltà a fare la spesa. Alcuni progetti suscitano domande: cosa ha di “strategico” Welcoming Cities, un convegno che si tiene ogni anno nell’ambito di Be-Wizard?
Altri ancora appaiono superati dagli eventi. Nel progetto “Riqualificazione Piazza Malatesta-Ponte di Tiberio-Porto Canale” si può leggere che “il Piano strategico considera di rilevante importanza promuovere un progetto unitario che riguardi il recupero del fossato, la creazione di un parcheggio sotterraneo, il recupero del teatro Galli, la valorizzazione del percorso delle mura, la riqualificazione della piazzetta San Martino, la qualificazione del percorso di connessione con il Ponte di Tiberio”. Se poi si legge il relativo quaderno, si parla di progressiva liberazione della piazza dalle auto e di eventuale spostamento del mercato. Viene da pensare che l’amministrazione Gnassi abbia, per così dire, scavalcato a sinistra il piano strategico. Basta guardare cosa è oggi piazza Malatesta, altro che progressivo allontanamento delle auto! L’esempio pone in luce il delicato rapporto fra piano strategico e amministrazione. Anche per la natura dello strumento piano strategico (non è uno strumento di programmazione dell’ente), appare evidente che il piano lancia suggestioni, propone idee, ma poi è l’amministrazione a decidere, sulla base delle verifiche tecniche e della propria visione, che può, ed è stata, diversa.
Il percorso, comunque, non è ancora terminato ed ora è in atto quello che abbiamo chiamato il tagliando. Sono state programmate oltre 300 interviste a protagonisti della città. Ad essi viene chiesto quale percezione hanno avuto del piano strategico e quali sono a loro giudizio i punti critici e problematici che la città deve affrontare nel prossimo futuro. Alla domanda aperta segue anche l’elenco di alcuni temi raggruppati per grandi aree: territorio e ambiente, welfare, innovazione e impresa, cultura e sicurezza. Sarà interessante vedere quali saranno i più gettonati. Certamente il tema degli immigrati (presente nell’elenco) dieci anni fa non era così scottante. Così come la trasformazione che la città ha di fatto avuto o dovrà avere (vedi cento storico e parco del mare) pone in primo piano il tema della mobilità e dei parcheggi. Una domanda aperta si riferisce alle opportunità che si aprono per Rimini e la Romagna. Il proseguimento del piano stratetico non potrà non tener conto della dimensione romagnola che già caratterizza molti soggetti, come Ausl, Confindustria, Camera di Commercio.
Il traguardo finale resta il 2017. In mezzo ci saranno le elezioni amministrative del 2021: il nuovo sindaco come si porrà di fronte al piano strategico?
Turismo 2018: maggiore crescita a Riccione, Rimini con più stranieri
La provincia di Rimini nel 2018 è tornata a superare i 16 milioni di pernottamenti (16.188285),grazie alle performance in crescita di tutti i Comuni della costa. Dal 1999 solo altre due volte si superarono i 16 milioni di presenze complessive, per la precisazione nell’anno 2001 (16.044.480) e 2011 (16.242.831). In percentuale il saldo finale è un +3 per cento di arrivi e un +1,4 per cento di presenze.
Naturalmente la media provinciale nasconde performance diverse: Riccione è il Comune che è più è cresciuto (+4,7 di arrivi e +2,2 di presenze), mentre sulla costa l’incremento è più contenuto è quello di Misano Adriatico (+0,6). Si segnala, in termini percentuali, l’ottima performance di Santarcangelo (+22,6) che in termini assoluti vale comunque 28 mila presenze.
Nel diffondere i dati il Comune di Rimini propone anche un confronto sugli ultimi cinque anni. Nel capoluogo gli arrivi sono cresciuti del 16 per cento e le presenze del 6,6. La differenza fra arrivi e presenze di traduce anche in un calo della permanenza media che a Rimini nel 2018 è stata di 4 giorni mentre nel 2014 era di 4,3. Quindi già da un po’ di anni, parallelamente alla crescita del turismo del week end e degli eventi fieristici e congressuali, a Rimini la permanenza media è in calo, rispetto alla media provinciale (5,3). Sulla costa, il Comune con la permanenza media più alta è Bellaria Igea Marina con 5,6 giorni.
ANNO |
ARRIVI |
PRESENZE |
2018 |
1.854.313 |
7.460.844 |
2017 |
1.802.870 |
7.376.990 |
2016 |
1.710.093 |
7.093.796 |
2015 |
1.633.142 |
6.916.643 |
2014 |
1.598.158 |
6.993.861 |
Confronto 2014/2018 |
+ 256.155 (+ 16 per cento) |
+ 466.983 (+ 6,6 per cento) |
Rimini è anche il Comune più internazionale: gli stranieri rappresentano il 29 per cento delle presenze complessive. Mentre il Comune con meno stranieri è Riccione (16,9).
Riccione, 300 mila euro per le famiglie in difficoltà
Un sostegno per il pagamento dell’affitto, delle rette per le case di risposo, delle bollette di acqua, luce e gas e per altre voci di richiesta, quali le rette scolastiche. Anche per il 2019 il Comune ha confermato la somma di 300.000 euro per dare un aiuto ai cittadini che versano in condizioni di temporanea difficoltà. Nel 2018 è stata data la priorità a contributi mirati al pagamento dell’affitto e delle utenze domestiche: 94.500,00 euro rispetto ai 90.000,00 del 2017, oltre 55.000,00 euro per le utenze domestiche nel 2018, 7.000 euro in più del 2017. Anche i contributi alle rette per le case di riposo sono cresciuti da 69.000,00 nel 2017 a circa 81.000,00 nel 2018. Nello specifico, nel 2018 si contano 198 interventi per le utenze domestiche (erano 158 nel 2017) e 133 per l’affitto (6 in meno del 2017).
Interventi che variano di entità e di numero. Per le rette alle case di riposo, nel 2017 il Comune è intervenuto con circa 69.000,00 euro per far fronte a 23 richieste, nel 2018 con 12.000 euro in più per 21 richieste. In quest’ultimo caso sono state elargite maggiori risorse per le famiglie che, in via temporanea, hanno faticato a far quadrare i bilanci di fine mese nel pagamento delle rette dei familiari assistiti in case di riposo.
“ Nell’arco di un anno una stessa famiglia può rivolgersi agli uffici comunali, nei casi di necessità, più di una volta in coincidenza delle scadenze di pagamento delle bollette. Si tratta di momenti - afferma il vice sindaco e assessore ai servizi alla persona Laura Galli- che nell’economia familiare hanno un certo peso a cui l’amministrazione, attraverso le verifiche incrociate dei requisiti, fornisce aiuti concreti, di entità diversa, per dare immediato sollievo nel momento del bisogno. Sono aiuti contingenti e di stimolo per superare la crisi che una famiglia può attraversare in particolari fasi della vita. Ricordo che anche per il 2019 abbiamo previsto con il settore tributi, un bando per le agevolazioni sulla tassa rifiuti con un fondo di 250.000 euro in modo da sostenere in maniera efficace le famiglie a basso reddito, i portatori di handicap, le famiglie numerose, gli anziani e i disoccupati”.
Ordinanza anti-prosttuzione: otto denunciati
In meno di due mesi sono otto le persone denunciate in Procura a seguito dei controlli dalla Polizia Municipale per la violazione dell’ordinanza contingibile e urgente voluta dall’Amministrazione Comunale a contrasto della prostituzione su strada. L’ordinanza, entrata in vigore lo scorso 22 dicembre, fa divieto a chiunque di porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco a chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. La violazione di quanto disposto dall’ordinanza è perseguita ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a 206 euro, fatto salvo che la condotta non configuri un più grave reato.
L’ordinanza mira a contrastare l'insorgere e il perdurare del fenomeno criminoso dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di persone che l’Amministrazione ha già messo in campo nel 2018 e che si sta confermando come un importante strumento di deterrenza, con risultati in termini di controlli e denunce alla Procura in linea con quelli dell’anno passato.
Il divieto, in vigore fino al 30 aprile 2019, ha validità su una serie di zone del territorio comunale dove il fenomeno si manifesta con una maggiore recrudescenza (in corrispondenza e nelle aree adiacenti alle vie: Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita, Viale Principe di Piemonte, Via Cavalieri di Vittorio Veneto, Via Losanna, Via Guglielmo Marconi, Via Novara, Via Macanno, Via Casalecchio, Via Fantoni, Via Emilia Vecchia, Via XIII settembre, Viale Matteotti, Via dei Mille, Via Tolemaide; su tutta la Strada Statale ”S.S. 16”- compresa tra il confine con il Comune di Bellaria-Igea Marina e il Comune di Riccione; in Piazzale Cesare Battisti, Via Savonarola, Via Mameli, Via Ravegnani, Via Graziani, Via Dardanelli, Piazzale Carso, Via Principe Amedeo; Via Varisco, in Viale Eritrea).
Università, chi si laurea a Rimini trova lavoro
Chi si laurea a Rimini ha buone possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. I dati più recenti provenienti da AlmaLaurea - frutto dell'intervista ad un campione rappresentativo del totale degli iscritti - confermano la stretta correlazione tra i laureati nel campus universitario di Rimini e l’ingresso nel mondo del lavoro.
Nel campus riminese, durante il 2017, sono stati 1.037 gli studenti ad ottenere una laurea triennale, 287 la laurea magistrale, 87 la laurea a ciclo unico in Farmacia.
Nelle lauree magistrali e a ciclo unico, ad un anno dal conseguimento del titolo, sono molto alte le percentuali degli occupati o di chi, comunque, prosegue gli studi per specializzarsi con master o corsi post laurea. Si va dal 71,4% di statistica al 95,5% di scienze dell’educazione.
In particolare il corso di laurea magistrale con più iscritti, quello in gestione e progettazione nel disagio sociale, produce sostanzialmente un percorso netto: su 116 iscritti, il 95,5% dei laureati nel 2017 oggi lavora. Molto buoni anche i dati dell’unico corso a ciclo unico del campus riminese, quello in farmacia. Degli 87 laureati nel 2017 l’87,3% lavora e, se contiamo chi continua gli studi per specializzarsi ulteriormente, la percentuale sale a 92,8%.
Anche i dati di chi ottiene la laurea triennale sono molto buoni. Ovviamente in questo caso prevale chi, all’ingresso nel mondo del lavoro, preferisce specializzarsi concludendo il ciclo di studio con una laurea magistrale. I numeri, considerando chi continua a studiare e chi decide di entrare nel mondo del lavoro sono anche in questo caso molto buoni, passando dal 66,2% della laure in culture e tecniche della moda al 95,1% di scienze motorie.
LAUREE MAGISTRALI/CICLO UNICO 2017 A due anni dalla laurea |
n. laureati |
% Lavora |
% Lavora+studia |
LM Scienze Statistiche, finanziarie e attuariali |
7 |
57,1 |
71,4 |
LM Amministrazione e gestione d'impresa |
88 |
79,2 |
83 |
LM Tourism economics and management |
53 |
75,8 |
78,8 |
LM Progettazione e gestione dell'intervento educativo nel disagio sociale |
116 |
95,5 |
95,5 |
LM Fashion culture and management |
23 |
85,7 |
85,7 |
LCU Farmacia |
87 |
87,3 |
92,8 |
LAUREA TRIENNALE 2017 ad un anno dalla laurea |
n. laureati |
% Lavora |
% Lavora+studia |
Economia del turismo |
126 |
48,3 |
67,8 |
Economia dell'impresa |
136 |
55,6 |
82,8 |
Finanza, assicurazioni e impresa |
37 |
27,6 |
72,4 |
Culture e tecniche della moda |
191 |
50,4 |
66,2 |
Chimica e tecnologie per l'ambiente e per i materiali |
38 |
40 |
83,3 |
Educatore sociale e culturale |
363 |
64,7 |
78,6 |
Scienze delle attività motorie e sportive |
146 |
78,8 |
95,1 |