Il Grande Coro Popolare, gruppo corale composto da più di 70 elementi fra cantori e musicisti, sarà protagonista dello spettacolo “E le stelle stanno a guardare” che chiuderà il periodo natalizio.

L’appuntamento, proposto dalle Scuole della Karis Foundation, è fissato per domenica 7 gennaio alle ore 18.00 presso la chiesa di Santa Maria dei Servi in corso d’Augusto a Rimini: il Grande Coro Popolare eseguirà un repertorio di canti tradizionali natalizi provenienti da tutte le parti del Mondo, dalle canzoni popolari regionali del nostro paese fino all’Africa o all’America Latina, passando per le Hawaii con la famosa Melekalikimaka portata al successo da Mina per arrivare a Ator Ator Mutil, villancico basco proveniente dal nord della Spagna.

L’ingresso al concerto è libero e le offerte che i partecipanti vorranno donare saranno interamente devolute alle scuole Karis, a sostegno del progetto ‘Borse di Studio‘ che la Fondazione Karis organizza ogni anno per promuovere la libertà di scelta nell’educazione scolastica.

Sabato, 30 Dicembre 2017 09:49

30 dicembre

Si è accoltellata da sola | Pienone di Capodanno | Alce Nero, sioux e forse santo

Venerdì, 29 Dicembre 2017 09:27

29 dicembre

Sigilli alla sala scommesse | Ladro su Facebook | Capodanno verso il pienone

Un’antica tradizione teologica, risalente ai primi secoli del cristianesimo, ama mettere in rapporto analogico Eva, la prima donna, la madre di tutti i viventi, con Maria, la nuova creatura, “porta per la quale venne al mondo la luce”. Se con Eva si sono chiuse agli uomini le porte del Paradiso terrestre, con Maria, che ha generato il Figlio di Dio, quelle porte si riaprono, proponendo agli uomini un nuovo destino di pace. Questa analogia tra le due ‘madri’ è anche alla base di una antica tradizione medievale secondo la quale, proprio la notte di Natale, ricorreva anche la festa di Adamo ed Eva. Questa tradizione si è espressa anche in alcune opere d’arte nelle quali l’albero del paradiso terrestre viene presentato come “albero della vita e della morte”. Ai suoi due lati, e separate da esso, troviamo infatti Eva, che ne coglie i frutti materiali e li distribuisce a coloro che si rivolgono a lei, e Maria, che invece distribuisce ai fedeli quelli spirituali.

L’immagine è diventata anche il manifesto dello spettacolo Nel giorno di Eva che si svolgerà giovedì 28 dicembre alle ore 18,30 nella Chiesa Mater Admirabilis di Riccione, nell’ambito della rassegna Dai cori al cuore, promossa dall’amministrazione comunale.

Gli organizzatori lo hanno chiamato “piccolo concerto di musica e poesia”. La poesia è quella di Charles Peguy che nella sua ultima opera in versi Eva, pubblicata proprio il 28 dicembre del 1913, si fa interprete moderno di questa tradizione risalente ai primi Padri della Chiesa, dal filosofo Giustino a sant’Ireneo, fino al mistico poeta Efrem il Siro.

In questo suo lungo poema, Péguy fa parlare Gesù stesso che si rivolge a Eva come alla propria madre, con toni anche sorprendenti di grande compassione e tenerezza, mischiando continuamente i riferimenti alle due donne. Fino ad arrivare a rivolgersi a Eva sulla falsariga della preghiera alla Madonna: “Ave, o piena di disgrazia”.

Una tenerezza che si allarga all’umanità intera e all’intera creazione, passando dal lirismo che accompagna gli animali del paradiso al registro bonario e quasi comico con il quale descrive l’asino e il bue del presepe. “Il bambino alzava gli occhi alle due grosse teste, / seguendo con lo sguardo quei due grandi monumenti. / Loro lì vicino gli facevano le feste, / dondolando dal castello come piroscafi giganti.”

Il testo di Peguy è stato tradotto dal riminese Roberto Gabellini, che ha al suo attivo anche il poema L’ultima marcia del tenente Peguy e che di recente ha pubblicato la traduzione di due raccolte - Quattordici preghiere e Una Chiesa vestita di foglie - del poeta francese Francis Jammes. Gabellini firma anche la curatela dello spettacolo.

La musica è quella dell’Ensemble Amarcanto, diretto da Laura Amati, che da anni con passione si dedica alla ricerca e alla riproposizione di repertori di musica antica e popolare, sia italiana e che internazionale. Nello spettacolo di Riccione saranno eseguiti canti di contenuto natalizio provenienti da diverse tradizioni nazionali (Galizia, Siria, America Latina, Francia, Italia).

La voce recitante è dell’attrice Laura Palmeri, originaria di Cattolica, proveniente dalle scuole del Piccolo Teatro di Milano del Teatro Eleonora Duse di Parma. Ha debuttao nel 2014 al fianco di Elisabetta Pozzi in Giovanna D’Arco e di recente ha partecipato allo spettacolo Nadia, presentato a Berlino nel giugno 2017.

 

Si chiude con numeri positivi il 2017 per Scm Group: il fatturato è stimato a 650 milioni di euro e un portafoglio ordini in costante aumento. “Un successo – afferma l’azienda - che conferma il trend di crescita degli ultimi anni del Gruppo che fonda le sue radici in Scm a Rimini, quando nel 1952 inventò la sua prima macchina per la lavorazione del legno, diversificando nel tempo le proprie attività in altri settori, dai materiali compositi alla plastica, dal metallo all’alluminio fino al vetro e alla pietra.

Nel 2017 Scm Group ha inaugurando una nuova area produttiva nel territorio di Zogno (BG), ridando vita ad un’area manifatturiera di 20.000 mq per potenziare la produzione di macchine speciali di Cms, azienda bergamasca che da quindici anni è il fiore all’occhiello del Gruppo nella lavorazione di materiali avanzati, oltreché di plastica, vetro, metallo, pietra, quindi riferimento per  settori come ad esempio l’automotive e l’aerospaziale.

Gli investimenti non si limitano ai confini italiani ma valicano le Alpi dove è stata acquisita la tedesca Hg Grimme, specialista nella progettazione e costruzione di macchine per la lavorazione di materiali plastici e compositi. Aperta nel mese di novembre una nuova sede a Vancouver, nel Canada occidentale, a riprova della volontà di essere sempre più vicino ai clienti per fornire un servizio puntuale ed efficiente.

Scm Group, sempre alla ricerca di giovani talenti, ha intensificato la propria presenza negli istituti scolastici e universitari con la partecipazione ai tanti open days nei principali atenei italiani e stranieri, organizzando percorsi di crescita e sviluppo professionale come ad esempio il Digital innovation graduate program, un progetto articolato nell'ambito del quale si inserisce la partecipazione ad un Master Digital realizzato in collaborazione con partners e Università prestigiosi. L’iter di selezione ha avuto il culmine a fine novembre con lo svolgimento delle ultime prove direttamente presso l'headquarters di Rimini per far vivere ai candidati l’atmosfera lavorativa. I finalisti hanno quindi firmato un contratto a tempo indeterminato entrando a far parte a tutti gli effetti del Digital innovation graduate program.

Proprio il Digitale con la “D” maiuscola è di vitale importanza nel quotidiano di Scm Group.

A testimonianza di questa attitudine si terranno prossimamente gli Scm Digital Days, dal 25 al 27 gennaio 2018 presso l’Scm Technology Center, nella sede principale di Rimini recentemente ridisegnata. Tre giorni ricchi di attività e iniziative durante i quali Scm, leader mondiale nelle macchine per la lavorazione del legno, presenterà le proprie soluzioni tecnologiche e digitali ai propri clienti provenienti dai vari paesi del mondo: una risposta concreta alle esigenze dei clienti in termini di reale ritorno degli investimenti.

Le macchine robuste e precise di Scm Group –informa una nota - consentono di realizzare opere grandiose come ad esempio il rivestimento di interni della sala concerti della nuova Filarmonica di Amburgo, con la cosiddetta “pelle bianca” dalle caratteristiche acustiche uniche che hanno per così dire “acceso” il suono in modo eccellente in ogni angolo della sala. Due anni di lavoro, 10.000 pezzi con struttura della superficie sempre diversa e un risultato qualitativo eccezionale.

Crédit Agricole Cariparma ha comunicato oggi di aver perfezionato l’acquisto dallo Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (lo “Schema Volontario”) del 95,3% del capitale sociale di Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A., Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. e Cassa di Risparmio di San Miniato S.p.A.
L’ingresso delle tre Banche nel Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia - informa una nota dell'istituto bancario - rappresenta il passaggio finale di una più ampia operazione nell’ambito della quale lo Schema Volontario ha apportato alle tre Banche capitale e risorse patrimoniali aggiuntive grazie alle quali il CET1 ratio pro-forma aggregato delle stesse si attesta a più del 10,7%;  le Banche hanno perfezionato la cessione di 2.740 milioni di crediti deteriorati lordi (sofferenze e inadempienze probabili) attraverso un’operazione di cartolarizzazione e  286 milioni di crediti deteriorati lordi (sofferenze e inadempienze probabili) attraverso un’operazione di cessione diretta.
Nel mese di gennaio 2018 si terranno le assemblee delle tre Banche per il rinnovo dei consigli di amministrazione e degli organi di controllo.

“Siamo soddisfatti di aver concluso nei tempi previsti un’operazione complessa - ha dichiarato Giampiero Maioli, Senior Country Officer del CA in Italia e CEO del Gruppo Bancario Credit Agricole Italia - resa possibile dalla fattiva collaborazione di tutte le istituzioni italiane che hanno partecipato.
Il negoziato con lo Schema Volontario del FITD e le altre parti coinvolte è stato esemplare per disponibilità e impegno.
I nostri sforzi fin da oggi avranno come obiettivo le Tre Casse di Risparmio, i nostri nuovi colleghi e i loro clienti, perché inizi un nuovo percorso all’insegna dello sviluppo, della solidità e della crescita sostenibile”.

Il trend è positivo, il territorio della provincia di Rimini sembra essersi agganciato alla ripresa che in Italia vede il 2017 chiudersi con un aumento del Pil dell’1,4 per cento. Le esportazioni continuano a tirare, cresce la produzione industriale, il turismo ha conosciuto una stagione con un rotondo segno positivo. Accanto a queste luci restano zone di ombra che sono l’agricoltura, gravata nel 2017 anche da problemi climatici, la crisi del commercio al dettaglio e, non da ultimo, il sistema del credito ancora in affanno, pochi prestiti e molte sofferenze.

È il quadro sintetico che emerge dall’Osservatorio economico della Camera di Commercio della Romagna che ieri, ad un anno dalla fusione di Rimini con Forlì-Cesena, ha presentato il proprio pre-consuntivo 2017.

Rimini nell’anno che sta per terminare ha prodotto 8,7 miliardi di valore aggiunto, con una media pro-capite di circa 26 mila euro ed una crescita dell’1,5 rispetto al 2016: è al 36° posto fra le 110 province italiane.

Tale ricchezza è stata prodotta da 34.381 imprese attive, un numero che è rimasto sostanzialmente stabile. La situazione è però diversa nei vari settori dell’economia. Le imprese di servizi crescono del 5,9%, mentre sono in calo quelle dell’agricoltura, delle costruzioni, dei trasporti; sostanzialmente invariato il numero di quelle manifatturiere e del settore turistico. Nel 2017 le star up innovative sono state 101, con una crescita del 48,5 per cento rispetto all’anno precedente. Le imprese manifatturiere vedono nei primi tre trimestri crescere produzione (+3,5), fatturato (+3,5), fatturato estero (+2,8), ordinativi (+2,9), ordini esteri (+3,7). Ed anche le previsioni per il quarto trimestre confermavano la crescita.

Niente di nuovo da aggiungere sul sistema delle costruzioni (il 2017 ha visto calare le aziende dell1,5, anche se è cresciuto dell’1 per cento il volume di affari), mentre segnali evidenti di crisi si manifestano nel commercio al dettaglio: ha chiuso l’1,9 per cento delle imprese attive. L’andamento congiunturale vede il segno meno per alimentari, non alimentari, piccola e media distribuzione, ed il segno positivo per supermercati, iper e grande distribuzione. A questo proposito, il presidente della Camera di Commercio ha osservato che se da una parte occorre una politica di valorizzazione dei centri storici, dall’altra bisogna adeguare le imprese commerciali alle nuove sfide, prima fra tutte quella del commercio elettronico.

Nel primi nove mesi del 2017 è cresciuto del 7,4 per cento il commercio con l’estero delle imprese riminesi: le migliori performance le ottengono prodotti alimentari e bevande, tessile e abbigliamento, macchinari e apparecchi, apparecchi elettrici, articoli in gomma e materie plastiche.

Riguardo al mercato del lavoro, i dati Istat elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, rilevano un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (63,1%) inferiore al dato regionale (68,8%) e superiore al dato nazionale (57,4%); un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (10,3%) superiore al dato regionale (6,6%) e inferiore al dato nazionale (11,7%); un tasso di disoccupazione giovanile provinciale 15-24 anni (31,8%) superiore al dato regionale (22,0%) e inferiore al dato nazionale (37,0%).

Positive le previsioni di assunzione da parte delle imprese per il periodo novembre 2017-gennaio 2018: si stimano 6.200 entrate (di cui il 90% dipendente e un terzo a carattere stabile).

In flessione le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-settembre 2017 (-32,2%), con la conferma del calo della CIG Ordinaria (-20,0%) e Straordinaria (-19,5%).

Riguardo all’andamento del credito, al 30 settembre 2017 i prestiti bancari alle imprese risultano in aumento (+0,6% rispetto al medesimo periodo del 2016), sebbene le imprese di minori dimensioni (con meno di 20 addetti) riportino una variazione negativa (-5,0%). Aumentano i prestiti verso le imprese del settore manifatturiero (+8,5%) e nei Servizi (+0,9%), mentre diminuiscono quelli verso le imprese del settore Costruzioni (-7,5%). Le sofferenze sugli impieghi totali, al secondo trimestre 2017, sono state pari al 15,97% (Emilia-Romagna: 12,51%, Italia: 10,19%). Ancora elevato risulta il ritmo di crescita delle nuove sofferenze (+3,1%) rilevato in provincia nel terzo trimestre 2017.

Due note a margine del presidente Moretti. Ha detto che la Camera di Commercio è pronta a collaborare con gli enti locali per un piano strategico della Romagna, che individui le infrastrutture di cui il territorio ha bisogno per lo sviluppo. Riguardo agli aeroporti ha sottolineato che, fermo restando che Bologna costituisce il principale hub regionale, ci può essere coesistenza e non competizione con gli altri aeroporti, come Rimini ed eventualmente Forlì, se andrà a buon fine il tentativo di farlo ripartire. Certo è che non devono essere commessi gli errori del passato.

Con il voto dei consiglieri Pd, l'astensione di Forza Italia, il voto contrario degli altri gruppi di maggioranza e della Lega, il consiglio regionale ha approvato la nuova legge urbanistica, di cui è stato relatore il riminese Giorgio Pruccoli.

“Oggi è una giornata importante per l’Emilia-Romagna- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Decidiamo di invertire la tendenza e di frenare il consumo di suolo, scegliendo un modello di sviluppo sostenibile. Ci arriviamo dopo una discussione vera, ampia e partecipata fatta nei territori, con le parti sociali, i professionisti, le associazioni e nelle commissioni consiliari con l’apporto di tutti i Gruppi e le forze politiche. Dal mondo del lavoro, dell’impresa e da molti sindaci è arrivato il sostegno a questa legge, nel solco di quel Patto per il Lavoro che ci sta permettendo di crescere e creare occupazione. E il mio grazie va anche a chi ha espresso opinioni differenti e contrarie, perché anche da loro abbiamo preso contributi rilevanti. Il territorio, i luoghi in cui viviamo e che abitiamo sono una risorsa fondamentale per le nostre comunità. Vogliamo portare avanti un’idea di uso intelligente del suolo e il tetto che abbiamo previsto del 3% quale percentuale di territorio urbanizzato nei Comuni ci rende la Regione più avanzata nella sfida contro la cementificazione e l’espansione urbanistica. La nostra ambizione era ed è quella di avere una legge in grado di accompagnare e governare il passaggio culturale verso un modo innovativo di concepire l’ambiente urbano e il territorio, salvaguardando i cittadini e l’ambiente, il tessuto produttivo, l’agricoltura, cioè la competitività e l’attrattività della nostra regione. L’approvazione della legge- chiude il presidente della Giunta- rappresenta quindi una svolta storica”.

 

Ecco una scheda della nuova legge diffusa dalla Regione:

Consumo di suolo a saldo zero: -60% per le previsioni urbanistiche, limite del 3% per i Comuni

Scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche passando, secondo le stime, dai 250 km quadrati di espansione previsti dagli attuali strumenti urbanistici a un massimo di 70 e introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, anticipando quanto fissato per il 2050 dal settimo Programma di azione ambientale dell’Unione europea. Il consumo di suolo per ogni Comune non dovrà superare il 3% del territorio urbanizzato (oggi è l’11%) e sarà consentito solo per progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio come i nuovi insediamenti produttivi. Inoltre saranno esclusi dal limite i nuovi insediamenti residenziali legati a interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale.

Anche le opere pubbliche e i parchi urbani, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti non concorreranno, quindi, al raggiungimento del limite del 3% (in quanto interventi diretti a sostenere l’attrattività regionale e la sostenibilità e vivibilità dei territori) e saranno possibili sempre che non vi siano “ragionevoli alternative” in termini di riuso e di rigenerazione dell’esistente.

Prevista anche una disciplina ad hoc per tutelare e valorizzare il territorio agricolo che prevede la possibilità di costruire nuovi fabbricati se funzionali alle aziende o se inseriti in un piano di ammodernamento dell’attività rurale, oltre a incentivi per la demolizione dei fabbricati dismessi.
Per i progetti, agricoli o urbani, la promozione della qualità consiste nello scomputo dei contributi di costruzione fino al 50% dei costi sostenuti per lo svolgimento di concorsi di progettazione.

Incentivi alla rigenerazione urbana e adeguamento sismico: 30 milioni a fondo perduto

La legge prevede poi forti incentivi per la rigenerazione urbana, interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. In particolare, la Regione stanzierà entro il 2020 contributi fino a 30 milioni di euro a fondo perduto per la rigenerazione delle città. Inoltre, sono previsti incentivi fiscali, volumetrici, legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle.
Tra le novità, per quanto riguarda l’adeguamento sismico, vi è una norma “sblocca interventi” che prevede la possibilità per il 50% dei proprietari di un edificio di imporne la realizzazione alla restante quota di proprietari, anche se contrari.

Semplificazione amministrativa: un unico piano per ogni livello territoriale

Per quanto riguarda la semplificazione degli strumenti urbanistici, la legge vuole superare il sistema della “pianificazione a cascata” attribuendo più precise competenze a ogni ente, prevedendo inoltre un unico piano generale per ogni livello territoriale: per la Regione il Ptr, Piano territoriale regionale, che ricomprenderà anche il piano paesaggistico e quello dei trasporti, mentre Città metropolitana di Bologna e amministrazioni provinciali si doteranno di un Piano territoriale metropolitano (Ptm) o d’area vasta (Ptav).
Anche per i Comuni c’è un unico Piano urbanistico generale (Pug) per stabilire programmazione e pianificazione del loro territorio, che sostituisce il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico edilizio (Rue).
I Pug saranno poi attuati attraverso “Accordi operativi”, che sostituiranno Poc e Pua e che regoleranno nel dettaglio gli interventi da realizzare. Gli enti locali, che si doteranno di uffici di piano per svolgere le funzioni in materia di governo del territorio, avranno tre anni dall’approvazione delle nuove norme per avviare i procedimenti di approvazione dei Pug e due anni per concluderli.

Legalità: concorsi di architettura, maggiore partecipazione e antimafia per i privati
Per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni, vengono incentivati concorsi di architettura e incontri pubblici.

Per aumentare la trasparenza e la legalità dei progetti urbanistici ed evitare infiltrazioni mafiose o corruttive, la legge impone le informazioni antimafia per i soggetti privati che propongono progetti urbanistici e recepisce le disposizioni dell’Autorità nazionale anticorruzione e le norme contro i conflitti di interesse.

Lunedì, 18 Dicembre 2017 13:52

Il Presepe vivente Karis all'Arco di Augusto

Immagini del prepese vivente allestito dagli alunni delle scuole Karis Foundation di Rimini domenica pomeriggio all'Arco di Augusto.

I consiglieri comunali hanno tempo fino alle ore 13 del 20 dicembre per presentare eventuali emendamenti al bilancio di previsione 2018 che poi sarà discusso e approvato nella seduta del 21 dicembre.

Sarà interessante vedere se arriveranno proposte alternative (e quali) alla decisione più discussa di questo bilancio e cioè la reintroduzione della tassa sui passi carrai.

Giovedì scorso, presentando il bilancio, l’assessore Gian Luca Brasini ha sostenuto la singolare tesi che la tassa sui passi carrai non rappresenta un inasprimento della pressione fiscale perché si tratta di un atto non obbligatorio rivolto alla generalità dei cittadini (la paga solo chi vuole il cartello con il divieto di sosta davanti al proprio cancello).

In realtà la contrarietà al nuovo balzello è molto diffusa. A partire dallo stesso partito di maggioranza, il Pd, dove esponenti importanti, come l’ex segretario provinciale Juri Magrini, e il circolo del V Peep, si sono detti contrari. Secondo il suddetto circolo, la decisione della giunta è inaccettabile nel metodo (proporre le questioni senza il tempo necessario alla discussione rende di fatto impossibile qualsiasi tentativo di trovare alternative o migliorie alle proposte fatte), e nel merito perché “la tassa sui passi carrai ha una lunga storia alle spalle che ha portato alla sua abolizione condivisa da tutte le forze politiche riminesi con delle motivazioni che a tutt’oggi riteniamo siano più che mai valide poiché vessatoria e in larga parte iniqua, che oltretutto getta cattiva luce su quanto di buono e di grande l’attuale Amministrazione sta facendo”. A sua vota Magrini ha osservato che “sarebbe più utile e coerente, per esempio, sfruttare al massimo l’imposta di soggiorno piuttosto che reintrodurre (con tutti i gravami organizzativi e gestionali) la “tassa” sui passi carrai. Avremmo lo stesso risultato amministrativo, e magari qualche cittadino riminese non arrabbiato.”

Sul fronte dell’opposizione, Gioenzo Renzi si è detto contrario perché la nuova tassa penalizza il centro storico. Inoltre “su un bilancio comunale con una spesa di 180 milioni basterebbe tagliare tante spese superflue a cominciare dalle feste o risparmiare su tanti interventi malfatti e costosi”. Gennaro Mauro, del Movimento per la sovranità, sostiene che “Prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini bisognerebbe razionalizzare la spesa pubblica, migliorare l’efficacia dell’amministrazione comunale, con una sburocratizzazione degli uffici”; “Se proprio vogliamo introdurre la tassa sui passi perché non destiniamo l’intero gettito dei prossimi anni alla riqualificazione del lungomare Rimini Nord e dei viali delle Regine?”.

Nessuno fino a questo momento ha messo in discussione la destinazione dell’introito della tassa (1,4 milioni) che sarà usata per il sostegno all’handicap nelle scuole (470 mila), per interventi sulla sicurezza (500 mila) e altri 430 mila euro per la gestione dei nuovi contenitori culturali (Teatro Galli e Rocca). Il circolo Pd del centro storico, che è favorevole, ha applaudito perché in questo modo il Comune fa qualcosa di sinistra.

Nessuno, in maggioranza e all’opposizione, ha sollevato il tema che la scelta della giunta implica: i costi di gestione del rinato Teatro Galli e le modalità della gestione (tutta in capo al Comune?).

È auspicabile che il dibattito in consiglio comunale porti chiarezza su questo punto. Le dichiarazioni di Brasini in sede di presentazione lasciano intendere che sarà così, cioè che la gestione del Galli sarà esclusivamente pubblica. Brasini ha introdotto infatti un inciso importante: ha detto che a Rimini, con il venire meno della capacità di spesa della Fondazione Carim a causa delle note vicende, tutto il peso della cultura e dello spettacolo sarà d’ora in poi a carico del Comune.

L’assessore al bilancio ha cercato di fornire risposte preventive alle possibili e naturali obiezioni alla decisione dell’amministrazione, e ha evidenziato un aspetto che sembrava un assist a quanti pensano di fare proposte alternative.

Andiamo con ordine. Secondo Brasini, il Comune di Rimini ha le carte in regole sul fronte della riduzione della spesa e del recupero dell’evasione fiscale. Con la riduzione dei dirigenti dal 30 a 20 sono stati risparmiati 7 milioni, sono stati drasticamente ridotti gli incarichi esterni, sono diminuiti gli oneri finanziari grazie alla riduzione del debito. Sono stati recuperati 10,3 milioni di evasione Imu e Tari. A fronte di maggiori spese di 7 milioni, è necessario che entrino almeno 1,4 milioni di euro per non creare squilibri al bilancio.

Per documentare la “buona” politica fiscale dell’ente, ha sottolineato che l’addizionale Irpef è ferma da tempo all’aliquota massima dello 0,3 mentre in tutti i capoluoghi della Regione è allo 0,8. Non solo: a Rimini godono della soglia di esenzione concessa a quanti non superano i 17 mila euro di reddito oltre 60 mila contribuenti. E qui Brasini ha messo in evidenza l’anomalia riminese: In Regione, la media di reddito dichiarato pro-capite è più bassa rispetto a un presunto Pil pro-capite più alto. Senza dirlo esplicitamente, Brasini ha alluso all’evasione dell’Irpef, ancora molto praticata. Quindi, se si concede l’esenzione dall’addizionale a quanti dichiarano meno di 17 mila euro, c’è il concreto rischio di premiare, oltre a chi ha effettivamente bisogno, anche chi evade allegramente. Questa conclusione l’assessore non l’ha tratta, la traiamo noi. Ma è un interessante spunto di riflessione per rivedere la politica fiscale dell’ente, compresa la discussa tassa sui passi carrai.

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