Governo coi 5 Stelle? Melucci contro il silenzio di Gnassi
L’ex vice sindaco ed ex assessore regionale Maurizio Melucci denuncia sul proprio profilo Facebook il “silenzio assordante” del sindaco Andrea Gnassi nel dibattito che in queste ore sta dilaniando il Pd dopo che il leader del M5S ha chiuso il forno con la Lega ed ha aperto quello con i Dem. Scrive Melucci: “In questi giorni ed ore nel Pd vi è un dibattito molto vivace, per usare un eufemismo, sulla linea da tenere nei confronti dei 5 Stelle per la formazione del Governo. Un dibattito fuori dagli organismi, ma su chat, Fb, giornali televisioni. In tanti hanno espresso la propria opinione. Anche a Rimini in tanti dirigenti, iscritti ed elettori del Pd dicono la propria opinione. Manca all’appello un intervento, autorevole ed importante: Andrea Gnassi Sindaco di Rimini. Questo non è il periodo dei tatticismi e dei posizionamenti, quel periodo semmai vi è stato non è più praticabile. Ora ognuno, soprattutto chi ha più responsabilità deve dire la propria opinione. Lo ha fatto il presidente della Regione, il segretario regionale, il segretario provinciale, lo hanno fatto altri sindaci non vedo la ragione di questo silenzio abbastanza “assordante”.
La nuova linea divisoria interna passa dunque attraverso la disponibilità a sedersi al tavolo dei 5 Stelle, un modo per contare quanti ancora seguono la linea Renzi, fermamente contrario, e quanti invece colgono l’occasione del dibattito sul governo per dare l’ultima spallata alla gestione renziana. Melucci appartiene al novero di coloro che sostengono che bisogna scendere a discutere nel merito, senza posizioni precostituite. Sula linea del dialogo anche l’assessore regionale Emma Petitti e l’ex segretario Juri Magrini.
La provocazione di Melucci a Gnassi ha suscitato la reazione piccata dell’ex sindaco di Riccione, Daniele Imola: “Che senso ha questa guerra fratricida continua, sarò all'antica ma chi ha responsabilità pubbliche va aiutato,sostenuto ,criticato anche nel merito per aiutarlo a sbagliare meno possibile , ma francamente queste lotte intestine interminabili sono ormai insopportabili”.
Pronta la replica di Melucci: “Guerra di cosa? Chiedo cosa pensa il sindaco di Rimini ed esponente di primo piano del Pd sul dibattito in corso per la formazione del governo. Siamo lontani dalle elezioni, non sto discutendo di politica amministrativa ma nazionale. Poi scusa la franchezza, caro Daniele ma tu la morale sulle guerre fratricide a me non la fai. Ho sostenuto Gnassi sindaco contro tutti, abbiamo vinto le elezioni dopo Ravaioli ed il secondo mandato di Gnassi. Le guerre fratricide vi sono state e vi sono ancora a Riccione e tu ne sei un protagonista di primo piano”.
Sul sito ufficiale del Pd riminese l’ultimo post sull’argomento è del 22 aprile: la condivisione di un articolo di Democratica, il giornale online dei De, che afferma: “Fico tratta con il Pd, Di Maio con la Lega: ma è serio?”.
Il sindaco Tosi: se Rimini non decolla ci rivolgeremo all'Enac
Quando si parla di aeroporti, le sorprese sono sempre dietro all’angolo. L’ultima viene da alcune dichiarazioni del presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il quale si è sentito in dovere di esprimere un pubblico apprezzamento per la cordata di imprenditori che si è candidata a gestire l’aeroporto di Forlì. Anzi, Bonaccini ha fatto di più, ha promesso, prima ancora che la cordata si sia aggiudicata la concessione, il sostegno della Regione. "Abbiamo fatto bene – riferisce l’Ansa - a chiedere ad Enac un nuovo bando per l'Aeroporto di Forlì. Piena fiducia nella cordata di imprenditori che se ne è candidata alla gestione. La Regione, come sottolineato dall’assessore Donini pochi giorni fa, sarà al loro fianco per definire il fabbisogno infrastrutturale collegato al piano di sviluppo, così come abbiamo fatto con Bologna, cantierando il People Mover e con Parma, mettendo a disposizione 12 milioni di euro per l'allungamento della pista per il piano cargo".
È opportuno ricordare che il 16 aprile è scaduto il termine fissato da Enac per la presentazione di offerte per rilevare la gestione del Ridolfi. Alla scadenza, solo un’offerta è stata presentata, quella di una cordata che ha i due principali referenti negli imprenditori Ettore Sansavini (gruppo sanitario privato Villa Maria) e Giuseppe Silvestrini ( ex presidente e tuttora azionista di minoranza di Unieuro), ai quali si sono aggiunte altre realtà imprenditoriali come Cmc, Orogel, Ponzi, Cittadini dell'Ordine e Orienta Partners, la società che a suo tempo è anche stata ideatrice del progetto di rilancio dell'Aeroporto Ridolfi. A costoro Bonaccini ha promesso non le solite azioni di co-marketing ma di essere al loro fianco per definire il fabbisogno infrastrutturale collegato al piano di sviluppo. Qualcosa di molto più sostanzioso.
Non si sono mai udite dichiarazioni del genere a proposito della società privata che nel 2014 si è aggiudicata la gestione dell’aeroporto di Rimini. Forse perché a quattro anni di distanza tutti ancora sono in attesa di conoscere i piani di investimento di Airiminum? O forse perché nel 2019 sia la Regione che il Comune di Forlì sono sotto elezioni e non guasta far vedere un fattivo interessamento per una importante infrastruttura del territorio?
In attesa che i fatti arrivino a rispondere a questi interrogativi, occorre prendere atto che l’aeroporto di Rimini dà molte soddisfazioni al suo azionista Leonardo Corbucci ma assai scarse al territorio e alla sua economia turistica. I tre voli Ryanair partiti a fine marzo non hanno certo compensato le perdite subite sul fronte russo (a vantaggio di Ancona e di Bologna), né ci sono elementi conosciuti per sperare che ci sia a breve o medio termine un’inversione di tendenza. Il primo trimestre del 2018 si è chiuso con un -13,4 per cento di movimenti e un -0,7 di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2017. E dire che sul sito dell’assessorato ai trasporti della Regione ci sono ancora previsioni, probabilmente comunicate da Airiminum, che parlano di 2 milioni di passeggeri nel 2020, cioè fra due anni. Non a caso stanno riemergendo posizioni – se ne è fatto interprete nei giorni scorsi l’ex assessore provinciale al turismo, Fabio Galli – che guardano con sfiducia ad una possibile ripresa dell’aeroporto di Rimini e propongono di puntare a collegamenti rapidi con la stazione di Bologna, dove dal marzo prossimo entrerà in funzione il People Mover che in sette minuti collegherà all’aeroporto.
È una prospettiva di cui il sindaco di Riccione Renata Tosi non vuole nemmeno sentire parlare. Nessun piano B, per lei ciò che è assolutamente prioritario è la realizzazione del piano A, cioè il decollo dell’aeroporto di Rimini come porta di accesso per il turismo internazionale in Riviera. “Bene - osserva - se la Regione manifesta interesse per gli aeroporti, mi auguro che lo faccia per tutti, compreso quello di Rimini. Certamente i turisti possono arrivare a Rimini anche atterrando a Bologna, ad Ancona o a Forlì, ottima a questo proposito l’iniziativa degli shuttle, ma quel che maggiormente interessa a noi rappresentati del territorio è che l’aeroporto di Rimini possa svolgere la sua funzione di servizio per l’economia turistica”. Ma oltre a questi auspici, ci si chiede cosa in concreto possono fare gli enti locali di fronte ad un aeroporto che stenta a dare segnali di vitalità. La gestione è privata e non possono essere i politici a dire cosa deve fare un privato. “Un momento – attacca il sindaco Tosi – la gestione sarà anche privata ma l’aeroporto è un bene pubblico che appartiene al territorio. Non a caso viene dato in concessione sulla base di precisi impegni di sviluppo e di investimenti. Se questi impegni non sono rispettati, ci si può rivolgere a chi istituzionalmente ha il colpito di vigilare, cioè l’Enac. Siamo istituzioni e ci rivolgiamo alle istituzioni”. In concreto cosa vuol dire? “Vuole dire – risponde Tosi – che non appena a Roma ci sarà un governo funzionante, andremo a incontrare i responsabili per chiedere se e come il gestore dell’aeroporto stia rispettando gli impegni assunti con la concessione”.
Riccione, i politici all'assemblea Caritas. Polemiche e intervento dei parroci
È stata un’assemblea della Caritas con un seguito di polemiche quella svoltasi venerdì scorso a Riccione. A destare scalpore è stato l’enorme numero di partecipanti, decisamente più numerosi rispetto ad analoghi appuntamenti precedenti. Sui quotidiani locali è stato notato che ad ingrossare le fila erano anche esponenti politici, consiglieri ed assessori, della maggioranza che amministra la città.
Il clamore è stato notevole, tanto che i parroci di Riccione si sentono oggi in dovere di intervenire nel dibattito. Innanzitutto ricordano che “La Caritas è lo strumento pastorale diocesano e parrocchiale di educazione comunitaria alla carità. Il nostro Vescovo Francesco Lambiasi nel discorso alla presentazione del Rapporto della Caritas sulle povertà diceva che: “La Caritas non è l’organo erogatore di aiuti, distributore di fondi, promotore di collette da dividere con/tra i poveri. E’ invece l’organo che aiuta l’organismo a realizzare una sua funzione vitale: la pratica dell’amore. E’ l’occhio che fa vedere i problemi antichi e nuovi…
“Noi sacerdoti di Riccione – proseguono i parroci - siamo convinti che la Caritas cittadina debba continuare su questa strada indicataci dal nostro Vescovo, perché solo su di essa possiamo essere una Chiesa capace di condivisione e di servizio.
La Caritas cittadina è questo luogo dove ogni persona si sente accolta e dove ciascuno può donare del suo tempo per essere compagno di viaggio di chi è nel bisogno, per cui come parroci ci teniamo a sottolineare che la Caritas non rappresenta nessun partito e non appoggia nessuna scelta di parte”.
Il richiama finale è alla buona politica occorre evocata da Papa Francesco in visita pastorale a Cesena lo scorso 1 ottobre: “Una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali – esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.
Si Facebook era in precednza intervenuta anche una simpatizzante della maggioranza di centrodestra, Vittoria Pullè, che ha rivolto ai “critici” cinque interrogativi: E’ vietato iscriversi per i simpatizzanti della maggioranza?; Essere una simpatizzante della maggioranza e’ una nota di demerito? ; La mia iscrizione alla associazione è stata irregolare?; Il mio voto è stato irregolare?; Lo statuto e’ stato violato con il mio voto?
Dopo aver risposto con altrettanti no, propone altre domande: “La persona che ha rilasciato l’intervista al giornale, il Presidente uscente della associazione, Galavotti, non è forse quel Galavotti che è anche presidente della Direzione del PD riccionese?; Con i consiglieri comunali di maggioranza, non erano presenti all’Assemblea, venerdì sera, anche i consiglieri comunali del PD Marina Gambetti e Simone Gobbi?; Alla assemblea di venerdì sera, non era forse presente anche il Segretario del PD di Riccione, Alberto Arcangeli, o ho visto male io?; Alla Assemblea di venerdì sera, non erano forse presenti anche altri esponenti della Segreteria PD ed altri maggiorenti del partito? O mi sono sbagliata? Se così fosse, perché si addita la presenza di persone “vicine” alla maggioranza, e lo si evidenzia come un fatto negativo, e non si dice nulla del fatto che il PD di Riccione era praticamente tutto presente?”.
La Pullé osserva infine “l’assoluto strabismo con cui in questa città si leggono le situazioni: tutto ciò che è normale, se fatto dalle sinistre, se lo fa qualche persona con “simpatie di centrodestra” viene bollato come “insidia”, come “letterale mobilitazione”; quasi che la Caritas fosse di proprietà di qualcuno, un orticello politico da coltivare. Ci sono persone, nelle parrocchie che vanno ad esprimere i consiglieri in seno all’associazione, che non si sentono politicamente di appartenere ad un “monocolore PD”, e che a volte vorrebbero far sentire la propria opinione, senza essere viste per forza come “eversori” o “politici arrembanti”.
La Caritas è un patrimonio, e nessun movimento politico deve pensare di metterci sopra le proprie bandierine”.
Bellaria, perde pezzi l'inclusivo Ceccarelli
Al quarto tentativo, la maggioranza di centrodestra di Bellaria Igea Marina è riuscita a votare la sostituzione della consigliera Cristina Zanotti, entrata in giunta, con Marco Nanni, della lista di Forza Italia. La fumata bianca è stata frutto del combinato disposto della convocazione del consiglio comunale al venerdì mattina e delle assenze di gran parte dei consiglieri di minoranza. Quando erano tutti presenti, per tre volte la partita è finita otto a otto, perché i due consiglieri di Ncd si sono chiamati fuori dalla maggioranza, non condividendo la promozione ad assessore della Zanotti. Ciò significa che d’ora in poi il sindaco Enzo Ceccarelli può contare su una maggioranza sicura di nove consiglieri contro otto di minoranza: basta un raffreddore o uno sgambetto per non avere i voti sufficienti per far passare importati delibere.
La defezione dei due consiglieri di Ncd ha un aspetto clamoroso che val la pena di sottolineare. Una delle caratteristiche del sindaco Ceccarelli, che l’ha portato alla vittoria al primo turno per due elezioni consecutive, è la sua capacità di includere, di mediare, di smussare gli angoli, di mettere d’accordo i molti galletti del pollaio di centrodestra. Ora, ad un anno dalla fine del mandato, sembra che questa capacità di tenere unite le tutte le anime del centrodestra sia venuta meno. Nello stesso tempo Ceccarelli ha assunto il ruolo di un uomo solo al comando: ha promosso la Zanotti assessore lasciandole però deleghe assolutamente marginali. Lui, il sindaco, segue direttamente lavori pubblici, turismo, cultura, bilancio, risorse, tributi, sistema Comune. Se si toglie l’urbanistica, in mano a Michele Neri, tutto ciò che serve ad amministrare il Comune è in mano a Ceccarelli.
Gli ultimi eventi suscitano importanti interrogativi sulle elezioni del prossimo anno. Bellaria Igea Marina è stato il primo importante Comune della provincia ad essere stato strappato al Pd nel lontano 2009. Ceccarelli fu eletto al primo turno con il 59,9% dei voti, l’allora Pdl viaggiava da solo con quasi il 40 per cento dei consensi. Bellaria si presentava insomma come la roccaforte del centrodestra nel panorama provinciale. Nel 2014, dopo cinque anni di amministrazione, Ceccarelli ottenne cinque punti di percentuale in meno, sufficienti comunque per passare ancora una volta al primo turno. Era però cambiata l’alleanza che lo sosteneva: Forza Italia era al 23,51 per cento, mentre la galassia centrista (Udc e Ncd) raccoglieva in totale più del 18 per cento dei voti, con la Lega che presentava percentuali da prefisso telefonico.
Ora se si guarda ai risultati delle elezioni politiche del 4 marzo scorso si vede che la situazione è cambiata ancora una volta. Alla Camera la candidata di centrodestra ha ottenuto il 43,15% dei voti, con Forza Italia scesa al 17 per cento e la Lega che è diventata il secondo partito della città con il 21,86 per cento, mentre i centristi di Noi per l’Italia non sono andati oltre l’1,1 e Fratelli d’Italia si è attestata sul 3,59. Un inciso: Ncd, il partito che si è messo di traverso in consiglio, non esiste più e i suoi eredi si sono alleati con il Pd (vedi Pizzolante) o sono tornati alla casa madre.
Nel mutato quadro elettorale, sulla carta, la Lega potrebbe rivendicare il candidato sindaco. Tuttavia il movimento di Salvini al momento non ha nessuno in consiglio comunale e nemmeno presenta dirigenti di rilievo in grado di aspirare all’incarico. Potrebbe però, al tavolo delle trattative, esprimere o no un gradimento decisivo verso candidati espressi da altri.
La palla, al momento, sembra ancora in mano a Forza Italia. Il candidato naturale potrebbe essere Filippo Giorgetti, forse “parcheggiato” nel ruolo di presidente del consiglio comunale per non logorarsi nell’attività amministrativa. Ma corrono anche le voci su una possibile candidatura di Roberto Mazzotti, già dirigente nazionale del Credito Cooperativo. Chiunque sia, dovrà essere consapevole che un’elezione al primo turno come Ceccarelli è un miraggio difficile da raggiungere. Gli altri competitor saranno espressione certamente dei 5 Stelle (che a Bellaria non brillano ma sono comunque attestati al 30 per cento) e del Pd, che, nel disastro nazionale, è riuscito comunque a conservare il 18 per cento dei voti in una città da almeno un decennio “ostile”. C’è poi il quarto incomodo, che ha cominciato la sua corsa in largo anticipo e c’è da chiedersi se riuscirà a conservare fiato per il traguardo. Si tratta di Gabriele Bucci, a lungo direttore dell’Aia di Rimini, nonché consigliere dei Verdi e del Psi nel secolo scorso. È candidato sindaco di una lista civica dai contorni ancora non ben definiti. Da una pagina Facebook dal titolo inequivocabilmente elettorale (VotaBucciSindacodiBellariaIgeaMarina) non manca, con periodici video ripresi in bucolici scenari cittadini, di far sapere la sua opinione sul quadro politico cittadino, sostenendo la tesi di un Ceccarelli arroccato nel proprio blocco di potere e incapace di ascolto della città. Se ci si deve basare sul numero dei like sulla pagina (appena 53) verrebbe da pensare ad un’organizzazione semiclandestina. Ma potrebbe essere il quarto incomodo che costringe il candidato del centrodestra ad un pericoloso ballottaggio.
Turismo in Valmarecchia. Incontro di Rimini Banca
"In riva all’entroterra: destinazione Valmarecchia" è stato il tema dell'incontro organizzato da Rimini Banca , in collaborazione con Rimini Reservation e Ventis, per presentare agli operatori del turismo del territorio alcuni degli strumenti messi loro a disposizione per intercettare il turismo di costa e valorizzare il patrimonio culturale, gastronomico e ludico del l'intero entroterra.
Il programma dell'evento ha visto, dopo i saluti di Gianluca Conti, Direttore Generale RiminiBanca, gli interventi "Il Turismo dell’esperienza: strumenti e network per valorizzare e vendere la destinazione Valmarecchia" di Eugenio Angelino, Direttore Promozione Alberghiera / Manuela Messori, Operation Manager Rimini Reservation e di Manolo Bianchini, Founder & CEO Ventis che ha illustrato Ventis.it, il portale di flash sales firmato Carta BCC.
"L'incontro che è servito a mettere in piena luce le forti potenzialità turistiche di un territorio che sta sempre di più diventando attrattivo per il turismo di qualità", ha sottolineato il presidente di RiminiBanca, Fabio Pula, " segna un ulteriore passo in avanti della strategia di RiminiBanca votata sempre più ad essere punti di riferimento dello sviluppo economico dell'intera provincia riminese. Un ruolo a cui vogliamo imprimere - ha ribadito Fabio Pula - sempre maggior impulso e attenzione sia come banca di servizio sia come motore di accelerazione di nuove opportunità".
Opinioni | Aeroporto: la sfida reale sono i collegamenti con Bologna
Tra un anno verrà inaugurato il "People Mover" di Bologna, la navetta che collegherà in 7 minuti l'aeroporto con la stazione centrale del capoluogo emiliano-romagnolo.
Io mi auguro il contrario, ma obiettivamente credo che siano scarse le reali possibilità per l'aeroporto di Rimini di tornare 'competitivo' come un tempo. Lo dimostra il fatto che amministrazioni pubbliche e operatori privati stanno supportando operazioni che riguardano il trasferimento da e per l'aeroporto 'Marconi' di Bologna tramite navette-shuttle.
E allora forse sarebbe il caso di superare il dibattito molto provinciale sul TRC ed iniziare a pensare al futuro, ad una vera infrastruttura che ci permetta di collegare la riviera a Bologna, come del resto succede in molti luoghi d'Europa. Certo, non siamo una metropoli, ma nel periodo estivo possiamo considerarci come un'unica grande città, che va da Bellaria a Cattolica e che assomma in un anno oltre 15 milioni di presenze turistiche. Se si va a Londra con un vettore come Ryanar, si impiegano 50 minuti di treno per arrivare da Stansted alla capitale. Se si va a Parigi, con la RER ci si impiega lo stesso tempo per trasferirsi dal 'Charles de Gaulle' al centro città.
Quelli appena fatti sono solo due esempi, non per paragonare la riviera alle due capitali europee, ma per rendere l’idea circa la distanza tra l’approdo del vettore e la mèta finale di destinazione, ed anche per dimostrare che il turista sa di poter mettere in conto del tempo per trasferirsi dall'aeroporto di arrivo alla località di vacanza. La sfida vera è farglielo trascorrere in modo agevole e possibilmente rapido, e non su improbabili treni regionali o su quelli ad alta velocità, comunque non frequenti ed in ogni caso molto costosi.
Penso quindi ad un collegamento Bologna-Rimini diretto, e dal capoluogo di provincia il TRC diventerebbe a quel punto il mezzo per arrivare al resto delle località della riviera. Se si vogliono 'aggredire' seriamente i mercati turistici esteri questa a mio modesto parere è l'unica strada da percorrere. Possiamo promuovere il miglior prodotto turistico del mondo, ma senza gli strumenti per arrivare a 'consumarlo' dovremo continuare a leggere nelle statistiche relative alle presenze turistiche annuali il dato del 75% di italiani sul totale dei pernottamenti trascorsi in riviera.
E a quel punto porci alcuni interrogativi. Ci accontentiamo? Reggiamo in questo modo le sfide del futuro? Riusciranno le nostre imprese ad avere una redditività tale che consenta loro di fare quegli investimenti necessari per riqualificarsi? Temo che la risposta a tutti i quesiti sia un preoccupante no.
Fabio Galli
Acqua Arena, fra fallimenti, indagini e sospetti
Se si vanno a rileggere le cronache del tempo (siamo nel 2014), si ha l’impressione che le forze di opposizione di allora abbiano avuto il dono della facile profezia. Si avventuravano ad affermare che in realtà all’amministrazione non interessava nulla della piscina (Acqua Arena) e che l’unico scopo della variante in discussione era far costruire alla Conad il supermercato e le palazzine. Tuonavano: centro commerciale e condomini saranno costruiti subito, la piscina resterà al palo. Da alcuni giorni il Conad ha aperto, le palazzine sono quasi ultimate, della piscina non sono mai cominciati i lavori. Non sappiamo quale sarà l’ultima parola, ma stando a ciò che è accaduto fino a questo momento le forze di minoranza ci avevano preso.
Sulla piscina di fronte al Palacongressi si incrociano adesso due vicende: la prima riguarda il fallimento della società Axia che aveva vinto l’appalto della costruzione, la seconda riguarda invece l’indagine che due procure, Rimini e Bologna, hanno avviato su due importanti opere pubbliche, Acqua Arena, appunto, e Tecnopolo. Le vicende sono distinte e corrono lungo binari diversi, anche se suscita molti interrogativi il fatto che a vincere l’appalto sia stata un’impresa che dopo pochi mesi si è vista costretta a dichiarare fallimento. In un contesto – si badi bene – in cui altre imprese si erano chiamate fuori perché, sostenevano, le condizioni poste dal Comune non erano vantaggiose.
Comunque, i tempi sono destinati ad allungarsi ulteriormente. Prima il Comune deve riuscire ad ottenere la risoluzione del contratto con la ditta fallita, e solo dopo procedere all’indizione di una nuova gara. Vedremo come andrà a finire.
Invece nei giorni scorsi è arrivata un’importante svolta nelle indagini giudiziarie. Il pubblico ministero ha comunicato l’avviso di conclusione delle indagini a diciotto indagati, fra i quali figurano tre funzionari comunali, fra i quali il dirigente Massimo Totti, ed alcuni tecnici progettisti di aziende private.
Al centro dell’indagine delle due procure c’è un personaggio emiliano che, stando all’esposto presentato in procura dall’ex assessore Roberto Biagini, girava per gli uffici comunali presentandosi a nome di un importante funzionario e come referente di questa o quell’azienda che aveva in corso un appalto comunale. Scuola 1 Maggio, Tecnopolo, Acqua Arena, sembrava non ci fosse rilevante opera pubblica che non vedesse coinvolto il personaggio indicato. Un deus ex machina sempre presente e con voce in capitolo su tutto.
La segnalazione a Biagini pare fosse arrivata dal dirigente di un consorzio di artigiani vicino alla Cna, probabilmente la stessa persona che recentemente è stata interrogata a Bologna.
Quindi il famoso esposto dell’ex assessore non riguardava fatti specifici riguardanti Acqua Arena e Tecnopolo, ma la presenza anomala di questo personaggio che i dipendenti comunali mal sopportavano, ma accettavano perché faceva capire di essere incaricato da qualcuno di importante in seno all’Amministrazione. Era semplicemente un facilitatore di rapporti fra pubblica amministrazione e imprese, o andava oltre questo legittimo ruolo? È l’interrogativo dal quale sono partiti Procura e Guardia di Finanza incaricata delle indagini. Oggi si capisce che partendo da quella generica segnalazione dell’ex assessore, il focus delle indagini si è poi concentrato su Acqua Arena e Tecnopolo. Su Acqua Arena l’attenzione degli inquirenti è stata attirata dal bando per l’appalto della piscina ed il ruolo giocato dal misterioso personaggio. Riguardo al Tecnopolo di via Dario Campana gli inquirenti hanno voluto vederci chiaro sul finanziamento regionale di 2,8 milioni e sui ritardi accumulati nel completamento e nella consegna dell’opera. Ai funzionari comunali è contestato il falso in atto pubblico e a Totti anche la truffa, per altri indagati si parla di turbativa d’asta. Per tutti potrebbe presto arrivare la richiesta di rinvio a giudizio.
Corsini su Bolkestein: a questo punto si esprima la Commissione
Se anche la Commissione Europea condivide quello che ha detto oggi a Roma Frederik Bolkestein, ex commissario Ue, conosciuto come il padre della direttiva la cui interpretazione in Italia prevede che le concessioni demaniali vengano messe a gara, “siamo assolutamente soddisfatti, ma l’Europa lo deve fare in modo formale, per iscritto”
E’ quanto hanno detto Andrea Corsini, assessore regionale al turismo dell’Emilia-Romagna e Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione Abruzzo con delega al turismo, commentando le parole dell’ex Commissario europeo, secondo cui "In virtu' della concessione, i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione è un bene, non è un servizio". Quindi, secondo il pensiero di Bolkestein, le concessioni per le spiagge non sarebbero soggette a gare.
“Le considerazioni espresse da Bolkestein sono assolutamente importanti ed autorevoli – concludono Corsini e Lolli – ma le Istituzioni si esprimono per atti formali. Quindi la cosa giusta ora sarebbe una indicazione espressa e formale da parte della Commissione Europea”.
Mister Bolkestein: niente gara per le spiagge
Le concessioni demaniali sono beni e non servizi”, di conseguenza non possono essere soggette alla direttiva Ue Servizi. L’Aula dei gruppi parlamentari quasi viene giu’ dagli applausi, tutti in piedi, cori. A entusiasmarsi sono i balneari di tutta Italia convenuti ad ascoltare l’oratore che ha dato questo giudizio lapidario. E non e’ un oratore qualunque, si tratta di Frederik ‘Frits’ Bolkestein, il politico olandese, commissario Ue per il Mercato interno, la tassazione e l’unione doganale nella Commissione Prodi dal 1999 al 2004. Da lui prende il nome la famigerata direttiva Bolkestein sulla libera circolazione dei servizi nella Ue, quella la cui interpretazione in Italia vorrebbe che le concessioni demaniali vengano messe all’asta. Circostanza questa che da anni agita gli oltre 30mila titolari di concessioni balneari in Italia, spesso da decenni sulla stessa spiaggia, che temono di perdere la fonte di reddito di intere generazioni.
“In virtu’ della concessione i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione e’ un bene, non e’ un servizio”, scandisce Bolkestein, “non vedo come le concessioni demaniali non debbano essere considerate beni ma servizi”, ribadisce, “non capisco come una concessione demaniale possa essere considerata un servizio”. Il fatto e’ che “parliamo di concessionari demaniali delle spiagge, sono oltre 30mila e rappresentano una categoria economica molto importante- ripete l’autore della famigerata, male intesa e vituperata direttiva- sono Piccole e medie imprese e molta occupazione arriva dalle Pmi: economicamente parlando sono molto importanti, e non vedo come possano essere considerati servizi”. Insomma, “anche se i concessionari aiutano i turisti penso che non dovrebbero essere considerati servizi perche’ quello non e’ il loro campo principale”, precisa. In Spagna i concessionari possono avere una proroga di 75 anni, “se si possa fare altrettanto in Italia non so, dipende dal governo italiano”, valuta tra scroscianti applausi Bolkestein. (AGENZIA DIRE)
Dedicato al lavoro l'incontro del vescovo con politici e operatori sociali
Venerdì prossimo 20 aprile si terrà il consueto incontro del vescovo monsignor Francesco Lampiasi con con le persone impegnate in ambito sociale e politico, e con le realtà che operano nel mondo del lavoro.
L'appuntamento, organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale, in programma venerdì 20 aprile presso l’Aula Magna dell’Istituto di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini, via Covignano 265. Verterà sul tema "Il lavoro che serve, ciò che serve al lavoro” è
Questo incontro era solitamente organizzato nel mese di dicembre, per gli auguri di Natale. Quest’anno, la tradizione si sposta solo di qualche mese in avanti, con la proposta di riflettere insieme sul lavoro, un tema che da sempre è al centro della preoccupazione della Chiesa, oggetto anche dell’approfondimento della Settimana Sociale di Cagliari, nello scorso ottobre, e del Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana in occasione del 1 Maggio, festa di San Giuseppe lavoratore.
Senza lavoro non c’è dignità”, ha detto Papa Francesco nel suo saluto all’assemblea della Settimana Sociale. E ha proseguito: “La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono: bisogno perciò difenderla e promuoverla (…). La Chiesa opera per un’economia al servizio della persona, che riduce le disuguaglianze e ha come fine il lavoro per tutti”. Ci sono segni positivi, segni di speranza da coltivare, sempre, dove ci sono persone che hanno come obiettivo: “servire le persone che hanno bisogno; e formare comunità in cui la comunione prevale sulla competizione”.
Il confronto su “ciò che serve al lavoro” partirà da un intervento di padre Francesco Occhetta, 47 anni, scrittore, notista politico e giornalista de La Civiltà Cattolica. Padre Ochetta, in particolare, rifletterà sul lavoro dei giovani, in questo anno dedicato al Sinodo che li vedrà protagonisti il prossimo ottobre.