Passi Carrai, proroga al 30 novembre. Respinto l'emendamento Erbetta
(Rimini) Per il pagamento dei passi carrai la scadenza è stata prorogata al 30 dicembre. Lo ha deciso a maggioranza il consiglio comunale di Rimini, con il voto di astensione dei gruppi di opposizione.
Il consigliere ex Patto Civico Mario Erbetta aveva presentato un emendamento che allungata la proroga al 31 dicembre. Questo in ragione del caos che regna negli uffici comunali dove ogni giorno, quando c’à anche l’apertura pomeridiana, non meno di 100-150 persone fanno la fila per chiedere spiegazioni, per riconsegnare i cartelli del passi carrai, per definire meglio al propria posizione. Erbetta ha infatti evidenziato che il database del Comune è inaffidabile: hanno ricevuto l’avviso di pagamento persone decedute e altre che non sono più proprietarie dell’immobile.
La maggioranza ha respinto l’emendamento, ritenendo che la scadenza del 30 novembre sia sufficiente a risolvere i numerosi problemi riscontrati.
Sorpresa, il Trc partirà anche con i vecchi bus filosnodati
Il Trc partirà non con la flotta dei mezzi ordinata da Pmr ma con bus filosnodati, cioè con gli attuali in servizio sulla linea 11 pur senza filovia? Una frase contenuta nel bilancio di previsione di Pmr e pubblicata su numerose pagine Facebook ha sollevato un vespaio di commenti indignati e di polemiche. Per i cittadini, specialmente di Riccione, contrari all’opera costata oltre 100 milioni di euro, è apparsa come l’ennesima beffa: si sono spesi tanti soldi per far andare i vecchi filobus fra Rimini e Riccione?
Cosa dice esattamente la frase? Eccola. “In attesa del completamento della flotta MetroMare, il sistema di trasporto potrebbe essere reso operativo con il provvisorio utilizzo di altri filosnodati”. Che significa? Ce lo spiega Massimo Paganelli, presidente di Pmr: “La frase va letta bene, tenendo conto del condizionale “potrebbe” e della parola “anche” che contiene. Significa che poiché i mezzi ordinati non arriveranno tutti prima dell’estate, il servizio partirà comunque con quattro mezzi della flotta MetroMare e, per un periodo provvisorio, anche con altri bus, in modo da garantire la completa attivazione della linea”.
Il contratto per l’acquisto dei bus, in costruzione in Olanda, è stato firmato da Paganelli nell’agosto 2017 e i primi tre o quattro sono attesi a Rimini per i primi giorni di giugno. Quindi, chi pensava che il Trc sarebbe partito all’inizio del 2019, come taluni annunci lasciavano intendere, deve ricredersi; il servizio, se tutto andrà bene, partirà solo in estate. “Ho sempre pensato che saremmo partiti con la Pentecoste, che è tradizionalmente il periodo di maggiore afflusso dei tedeschi in Riviera”, spiega Paganelli. E nel 2019 la Pentecoste cade il 9 giugno. In realtà è più probabile che tutto sia pronto a metà del mese. Stando a quanto dichiara Paganelli, tutta la flotta sarà completa non oltre il mese di novembre 2019.
Nell’estratto del bilancio di previsione pubblicato sui social c’è un’altra frase che ha messo in allarme: “L’auspicio è che tutti gli attori interessati (Regione Emilia Romagna, gli altri attori interessati, AMR) collaborino fattivamente affinché si realizzino le condizioni per accendere i motori del MetroMare nei tempi prestabiliti, evitando il concreto rischio di vedere deperire uno dei maggiori investimenti del territorio”. Quindi, non c’è solo il problema che gli autobus arriveranno in ritardo, c’è la necessità che tutti si diano una mossa, e “collaborino”, per evitare che il Trc, costato 100 milioni, vada in malora. La frase in raltà è ancora più preoccupante della prima. Cosa ancora deve essere realizzato perché il Trc possa partire? Perché si invoca la collaborazione di enti locali, Regione e AMR? Cosa c’è che ancora non quadra? “Non si tratta più di un lavoro politico o di ricerca dei finanziamenti – sostiene Massimo Paganelli – ma solo di questioni tecniche e amministrative per completare autorizzazioni necessarie e omologazione dell’impianto. Inoltre AMR (Agenzia Mobilità Romagna) deve fare le procedure per la nomina del soggetto gestore dell’impianto. Nella giornata di mercoledì ci sarà il collaudo tecnico-amministrativo, mentre il completamento dell’impiantistica sofisticata è atteso per la metà di gennaio 2019”.
La nomina del gestore spetta ad AMR. Al 31 dicembre 2018 scade il contratto di servizio fra AMR e Start Romagna per la gestione del trasporto pubblico locale. AMR ha iniziato i preliminari della gara: nel maggio scorso ha emesso un bando per manifestazione di interesse volto a individuare un soggetto che garantisca l’assistenza tecnica per tutte le fasi della gara. Ma stando al sito di AMR la gara vera e propria non è ancora stata indetta.
Elezioni in Provincia, prove tecniche di ribaltone generale
Eh sì, esiste ancora la Provincia. Nessuno ormai se ne cura più, ma se con le elezioni di domani, dovesse accadere il clamoroso ribaltone, temuto a sinistra e auspicato a destra, se ne tornerà a parlare alla grande. Non solo per l’evidente significato politico e cioè che la frana del Pd e del centrosinistra è tale da coinvolgere anche istituzioni finora ritenute un feudo pressoché sicuro. Le conseguenze maggiori si vedranno dopo, negli atti concreti. Pensiamo per esempio alla Fiera: fino ad ora ogni atto sull’importante azienda partecipata è passato tranquillamente anche in Provincia. Ma con una maggioranza diversa, il percorso si farà più accidentato e non si potrà non tenere conto dei desiderata della sede di Corso d’Augusto. Quindi in gioco nel voto del 31 ottobre c’è un valore molto importante dal punto di vista politico e amministrativo.
La Provincia non esisterebbe più, se fosse passato il referendum del 2016, ma avendo prevalso i no resta questo ente intermedio in gran parte svuotato di funzioni e di risorse, rispetto ai tempi in cui lo governavano Nando Fabbri e Stefano Vitali. A questo punto è chiaro che non basta più una gestione “da tempo libero”, quale quella esercitata dal presidente uscente Andrea Gnassi, occorre qualcuno che vi dedichi tempo ed energie.
A contendersi la poltrona di presidente sono per il centrosinistra il sindaco Pd di Gemmano Riziero Santi e, per un’alleanza che vede insieme movimenti civici e centrodestra, il sindaco di Coriano Mimma Spinelli. Per capire queste elezioni, bisogna conoscere il meccanismo elettorale. Non votano i cittadini, ma i sindaci e i consiglieri comunali, un corpo elettorale composto da appena 354 persone. Ed il loro è un voto ponderato, cioè pesa in rapporto alla consistenza demografica del Comune. Quindi, se un consigliere comunale di Rimini vale 1.060 voti, il suo collega di Talamello ne vale 50 e quello di Bellaria Igea Marina ne vale 329. Facendo i conti risulta che Santi può contare solo su un’ampia maggioranza relativa, non dispone sulla carta di una maggioranza assoluta. E ciò rende l’esito della battaglia molto aperto. L’obiettivo della sua avversaria Spinelli è di far convergere sul proprio nome tutti rappresentanti delle liste civiche alternative alla sinistra, tutti i consiglieri dei partiti di centrodestra ed anche i grillini che, avendo in mano la maggioranza del Comune di Cattolica, dispongono di un determinante gruzzolo di voti. D’altra parte la scelta della Spinelli come candidato alternativo alla sinistra risponde proprio alla logica di realizzare la massima convergenza tra chi vuole far suonare anche a Rimini le trombe del cambiamento. “Non è una battaglia in cui sono in gioco simboli e strategie di partito. – chiosa Carlo Rufo Spina, di Forza Italia e candidato nella lista Spinelli – Mimma è espressione di una lista civica e può esprimere al meglio le istanze dei civici e di chi vuole il cambiamento. Se vincerà, anche nella nostra Provincia avremo finalmente una situazione di normalità, cioè un sistema politco aperto all’alternanza”.
Perché suonino le trombe del cambiamento è necessario che tutti i sindaci e i consiglieri che non sono di Pd o centrosinistra votino compatti Mimma Spinelli. Se anche gli avversari saranno compatti, il sindaco di Coriano riuscirà vincitore per uno scarto di due-tremila voti ponderati. Tuttavia in queste elezioni ci sono molte incognite. In quanti andranno a votare? Pare che il Pd abbia trattenuto a Rimini alcuni consiglieri che altrimenti sarebbero partiti per il lungo ponte di Ognissanti. E se a sinistra hanno maggiore tradizione di compattezza e organizzazione, nella vasta e composita area non di sinistra potrebbe essere più difficile fare il pieno di elettori e quindi di voti. C’è anche l’incognita dei Cinque Stelle: il sindaco di Cattolica ha dichiarato ufficialmente che c’è libertà di voto, anche se ha precisato che non gli è piaciuto essere tirato per la giacchetta da Santi e dal segretario Pd, Giannini. A sinistra sono invece certi che ci sia un accordo con i pentastellati.
Se vincerà Spinelli queste elezioni provinciali passeranno alla storia come le prove tecniche di ribaltone generale, in vista delle amministrative di primavera in molti Comuni (piccoli e grandi come Santarcangelo) e per le regionale di novembre 2019.
Turismo, l'imposta di soggiorno e la lotta alla zanzara tigre
Il consiglio comunale a Rimini ha recentemente modificato il regolamento dell’imposta di soggiorno. Come si è visto nel dibattito, la discussione, più che sugli aspetti tecnici, ha toccato i ventilati aumenti dell’imposta e, a ricaduta, l’utilizzo dei proventi.
Nel 2017 l’imposta ha fruttato alle casse comunali di Rimini il bel gruzzolo di 7 milioni e 200 mila euro. A quanto pare, resta comunque un insoluto di 250 mila euro. Ecco perché le proposte di modifica al regolamento mirano a rendere più stringente l’obbligo degli albergatori a versare quanto incassano dai turisti. La dichiarazione dovrà essere trimestrale, come i versamenti: in modo che il Comune possa subito verificare se l’albergatore ha trattenuto qualcosa. È introdotto l’obbligo agli esercenti di utilizzare il servizio online. Ogni anno l’albergatore dovrà presentare una resa del conto giudiziale, cioè un riepilogo generale. Cadenza periodica delle dichiarazioni e servizio online sono da tempo già introdotte dal Comune di Riccione. Nella Perla Verde l’incasso dell’imposta ammonta a circa 3,5 milioni ovvero poco meno della metà di quanto incamera Rimini. Tuttavia Riccione ha un terzo degli esercizi ricettivi rispetto a Rimini, 440 contro 1.216; se si considerano solo gli alberghi il rapporto è di 398 contro 1.105. Sembrerebbe quindi che Riccione riesca, in proporzione, ad incassare molto di più. Se invece si considerano i posti letto totali sono 35.554 contro 74.638, e in questo caso torniamo alla stessa proporzione dell’incasso.
Ormai gli albergatori, tranne le “pecore nere” che cercano di evadere, hanno accettato e digerito l’imposta di soggiorno. Quel che invece fa discutere e storcere il naso, a proposito degli aumenti che saranno deliberati a Rimini, è l’impiego di questi fondi. La legge che l’ha reintrodotta nel 2011 stabilisce che il gettito dell’imposta di soggiorno sia destinato a finanziare interventi in materia di turismo, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché i servizi pubblici locali. Una definizione generale, se non generica, entro la quale, in un Comune a prevalente economia turistica, è possibile far passare di tutto. C’è così chi teme – lo hanno fatto gli esponenti dell’opposizione in consiglio – che l’imposta serva a coprire i buchi di bilancio e non per interventi prettamente finalizzati ad incrementare l’economia turistica. Sullo sfondo, la prospettata riforma nazionale, con il ministro Centinaio che la vuole trasformare in una tassa di scopo. Ma a ben guardare l’attuale definizione di legge, non è già in qualche modo una tassa di scopo?
Vediamo allora come viene utilizzata. A Riccione i 3,5 milioni vengono impiegati per gli eventi di Natale, primavera ed estate, un ambito in cui la giunta Tosi ha deciso di investire e caratterizzare la propria azione; per la promozione turistica ovvero la partecipazione a fiere, le iniziative nelle località montane, l’accordo con Trenitalia; e infine collaborando agli eventi sportivi che a Riccione portano numerose presenze.
Per Rimini abbiamo un resoconto ancor più dettagliato. Un milione e 82 mila euro vanno alle iniziative turistiche, dalla Motogp al finanziamento dei comitati locali. Le iniziative culturali assorbono 1,5 milioni: c’è dentro la Sagra Musicale Malatestiana, il Festival del mondo antico, altre spese minori di tipo culturale, ma anche 264 mila euro per interessi passivi del diritto di superficie Valloni e interessi passivi “riguardanti servizi culturali diversi”. Le manifestazioni sportive assorbono 85 mila euro. Negli interventi di riqualificazione, la somma più consistente, 2,5 milioni, va alla gestione del verde pubblico; più di un milione alla manutenzione delle strade e alle ordinanze di modifica della circolazione; oltre un milione anche per gli interessi passivi relativi a viabilità e fogne; 250 mila euro vanno alla videosorveglianza; ci sono anche circa 200 mila euro per la lotta alla zanzara tigre. Certamente se non ci sono le zanzare anche i turisti sono più contenti, ma questo, come altri interventi, ad esempio gli interessi passivi per i mutui, potrebbero tranquillamente essere collocati in altre voci di bilancio. Il punto è sempre quello: non essendo cogente la definizione di legge, cosa è inerente al turismo in una città che prevalentemente vive di questa attività economica?
Quando passeranno gli aumenti che l’amministrazione ha in mente, le nuove tariffe per gli alberghi di Rimini dovrebbero essere le seguenti:
Alberghi |
Attuale tariffa |
Futura tariffa |
1 stella |
0,50 |
1,00 |
2 stelle |
0,70 |
1,20 |
3 stelle 3 stelle superior |
1,50 |
2,00 |
4 stelle 4 stelle superior |
2,50 |
3,00 |
5 stelle |
3,00 |
3,50 |
A Riccione invece le tariffe sono le seguenti:
Alberghi |
Tariffa 2018 |
1 stella |
0,50 |
2 stelle |
0,70 |
3 stelle 3 stelle superior |
1,80 |
4 stelle 4 stelle superior |
3,00 |
5 stelle |
4,00 |
Dopo 75 anni è rinato. Il Teatro Galli com'è e come sarà
Il Teatro Galli di Rimini com’è e come sarà. Il sindaco Andrea Gnassi, nel discorso inaugurale, tira una riga sul passato. D’ora in poi non si parlerà più del teatro com’era e dov’era, si parlerà dell’oggi, il teatro che c’è e del suo futuro, della nuova storia che è cominciata ieri sera, 28 ottobre 2018, 75 anni dopo quel bombardamento del 28 dicembre 1943 che lo aveva in gran parte distrutto. A Gnassi piacciono i “tormentoni”, e dopo quello ormai noto del Teatro che dialoga con Rocca, ieri sera ha lanciato il “teatro com’è e come sarà”.
I riminesi, probabilmente per la prima volta, ascoltano un sindaco che parla con il timbro della voce segnato dall’emozione. Del resto, la sua stessa regia dell’inaugurazione è volta a sollecitare le corde emotive dei presenti. Quando il sipario si apre, l’occhio di bue illumina non il sindaco, ma uno sconosciuto. Che poi si presenta: è Luciano Bagli, 75 anni, nato il 28 dicembre 1943, il giorno dei bombardamenti, il giorno della distruzione del Galli. “Mia mamma e mio babbo pur in condizioni difficili hanno deciso di mettermi al modo perché erano persone forti e pieni di speranza come tanti riminesi. Come tanti, non ho mai potuto assistere ad un’opera qui dentro, stasera finalmente ci riesco”.
La famiglia di Bagli – racconterà poi Gnassi con il groppo in gola - era sfollata nelle gallerie di Serravalle insieme alla mia”.
Si chiudono i cerchi della vita personale, e si chiudono anche quelli della città. Con la riapertura del Galli si elimina il groppo di un teatro che la città ha ricostruito dopo tanto, troppo tempo. “Ma il tempo dei meriti e delle colpe deve lasciare spazio alla riconciliazione della comunità con la sua storia. Facciamo pace con chi siamo stati e con chi ci siamo dimenticati di essere stati”, scandisce Gnassi.
La platea ascolta e si guarda intorno, punta gli occhi verso l’alto sulla magnifica volta che copre il Galli, guarda a destra e a sinistra la teoria di palchi. All’ingresso tutti tradivano l’entusiasmo di partecipare ad un evento storico. Foto di gruppo, selfie, sguardi curiosi e ammirati, tutti alla scoperta di ogni aspetto della novità, a partire dai bar dove bere qualcosa prima di entrare in sala. Molte signore si sono presentate all’appuntamento con la mise che l’evento storico chiedeva: abiti lunghi, in nero ma anche con colori sgargianti; fra gli uomini in tanti con completo scuro e papillon, lo stesso Gnassi era in smoking. Non è mancato chi ha pensato che forse l’avrebbero notato di più se si fosse presentato con un look sportivo tutt’altro che serale. Anche Gnassi poi sottolinea che questo è un teatro per pellicce e anfibi. “Ma pellicce ecologiche”, precisa, strappando una risata.
Il sindaco ricorda la sua vision: il teatro come motore di un quadrante della città che comprende arena sull’acqua e ponte di Tiberio, cinema Fulgor, galleria d’arte al Palazzo del Podestà. E naturalmente la Rocca, sede del futuro museo felliniano, che dialoga con il teatro ottocentesco. Quando ripete il suo tormentone preferito, alle spalle si aprono le quinte che fanno intravedere Castel Sismondo, e dalla platea nasce spontaneo l’applauso. Ieri sera il Galli ha dialogato anche con piazza Cavour dove era stato installato un maxi schermo per permettere a chi voleva di seguire la Cenerentola di Gioacchino Rossini, magistralmente eseguita dall’orchestra (Les Musiciens du Prince) e interpretata da Cecilia Bartoli e gli altri cantanti del cast. La piazza era piena e l’effetto teatro era assicurato dalle immagini dell’interno del Galli proiettate sul Palazzo del Podestà e sugli edifici di fronte.
“Il Galli è una ripartenza per Rimini, una città che si proietta verso il futuro. Il Galli rinasce per andare oltre”, spiega Gnassi.
Non mancano nel discorso del sindaco i ringraziamenti. Non cita nomi, esprime il suo grazie ai consigli comunali e alle amministrazioni di ieri e di oggi. Ma il grazie più caloroso lo riserva alle maestranze che hanno costruito e allo staff comunale, dipendenti, funzionari, dirigenti, che ha seguito il progetto passo a passo, fino all’evento di ieri sera. “Dobbiamo tornare a guardare il cielo… Questa sera apriamo una porta che è stata chiusa per troppo tempo”.
Terminato il discorso, si parte davvero. L’orchestra accorda gli strumenti, entra il direttore Gianluca Capuano e l’ouverture immette direttamente nei suoni e nelle arie tipiche di Rossini.
Al termine del primo atto la prima valanga di applausi: cantanti e direttore fanno più di un’uscita per raccogliere il consenso del pubblico. Una fatto inusuale, tanto che in sala a qualcuno viene i dubbio che l’opera sia finita. Lo pensano in piazza, che si svuota, lasciando solo pochi fedelissimi a seguire il secondo atto.
Il finale è un trionfo. Applausi di qualche minuto per Cecilia Bartoli e per tutto il cast. Dall’alto piovono fiori. E Gnassi ne porta un mazzo alla Bartoli. Il Galli è rinato, una nuova pagina di storia si è aperta.
Scuola e lavoro: esperienza all'avanguardia in tre aziende metalmeccaniche
In una recente conferenza stampa il presidente di Confindustria Romagna Paolo Maggioli aveva messo in evidenza l’urgenza di un rapporto più stretto fra gli istituti tecnici della zona e le industrie della provincia. Le aziende hanno bisogno di personale tecnico adeguatamente formato, che spesso non è facile reperire sul mercato del lavoro. In questa direzione va l’iniziativa Industry 4 School, promossa da tre azienda meccaniche della zona sud, Cattolica e San Giovanni in Marignano, FOM Industrie, MT Marchetti e Universal Pack, che complessivamente danno lavoro ad oltre 500 persone e sono caratterizzate da un elevato livello di innovazione tecnologica e da un’altissima propensione all’export dei rispettivi prodotti.
Si tratta di un progetto di formazione specialistica integrativa e gratuita offerta dalle imprese agli studenti degli Istituti tecnici industriali del nostro territorio. Ha registrato la partecipazione di 64 ragazzi delle classi IV e V degli ITIS di Rimini, Morciano di Romagna ed Urbino.
Il percorso formativo, di complessive 48 ore, è stato articolato sulla partecipazione degli studenti nelle tre aziende (16 ore ciascuna), dove, a turno, i titolari, i manager ed i responsabili di reparto hanno fornito una panoramica sull’organizzazione aziendale, precisamente: visita agli stabilimenti ed alle linee di montaggio, area software, meccanica, progettazione elettrica, elettronica e meccanica, nonché sicurezza/qualità. Qualcosa di più e di aggiuntivo alla tradizione formula dell’alternanza scuola lavoro.
I risultati sono stati più che positivi. Su un totale di 25 diplomati, infatti, ben 6 hanno trovato lavoro nelle aziende promotrici di questo progetto. Altrettanti invece hanno scelto di proseguire gli studi, mentre i restanti sono comunque in gran parte occupati in altre aziende della provincia.
Il progetto prevedeva che al termine del percorso formativo fosse assegnato un premio ai tre studenti più meritevoli. I prescelti sono Massimiliano Frisoni, dell’ITIS “Belluzzi/Da Vinci” di Rimini; Lorenzo Palmerini, dell’ISISS “Gobetti/De Gasperi” di Morciano di Romagna; Matteo Fraternali, dell’ITIS “Mattei” di Urbino, ai quali è andato un assegno di 300 euro. .
Da segnalare che, oltre ai 6 ragazzi che sono stati assunti dalle tre aziende, altrettanti hanno scelto di proseguire gli studi (e anche questi verranno seguiti dalle aziende nel loro percorso universitario in ingegneria con borse di studio dedicate), mentre i restanti sono comunque in massima parte già occupati in altre aziende della provincie di Rimini e Pesaro-Urbino, prevalentemente nel settore meccanico.
Nel pomeriggio di sabato scorso si è svolta presso la Fom Industrie di Cattolica la cerimonia di prenotazione, alla quale hanno partecipato i dirigenti scolastici e alcuni amministratori pubblici del territorio.
L’Amministratore Unico di MT Marchetti Srl, Gianluca Marchetti, ideatore del Progetto INDUSTRY 4 SCHOOL, nel suo breve discorso di saluto iniziale, ha voluto esprimere “un ringraziamento particolare, oltre che ai miei amici e colleghi imprenditori Alessandro Pettinari e Pietro Donati, anche al management ed alle maestranze delle tre aziende FOM, Universal Pack e MT Marchetti, che hanno direttamente supportato questo progetto con gli insegnamenti, le informazioni e le dimostrazioni effettuate a beneficio dei partecipanti.
Si è trattato a tutti gli effetti di un lavoro di squadra e come tale oggi, tutti insieme, lo festeggiamo !
Questa iniziativa è stata concepita da noi imprenditori con la consapevolezza di alcune precise necessità, ma ha trovato nelle scuole e, soprattutto negli studenti, i protagonisti di un percorso formativo specialistico, che ha tutti i presupposti per potersi tradurre in un effettivo inserimento nel mondo del lavoro, come in buona parte abbiamo concretamente già dimostrato”.
Caos passi carrai, si va verso la proroga al 30 novembre
Era inevitabile che la vicenda dei passi carrai rimbalzasse in consiglio comunale dopo il caos di lunedì agli uffici di via Rosaspina. In quella giornata si era creata una fila che è durata fino alle 13, solo tre addetti agli sportelli per rispondere alle domande dei cittadini, nessun dirigente che cercasse di organizzare il lavoro e limitare i disagi. “Sembrava essere tornati indietro di 30 anni - ha osservato il consigliere comunale Mario Erbetta – Eppure l’invio dei bollettini all’ultimo momento e con scadenza al 31 ottobre poteva far pensare che ci sarebbe stata una risposta di quel tipo”. Erbetta ha poi sostenuto che sono arrivati bollettini a persone decedute e a cittadini che non sono più proprietari dell’immobile. Insomma, il database non era aggiornato. Erbetta ha poi dato atto all’amministrazione che nei giorni seguenti, dopo che la notizia del caos era apparsa sui giornali, è aumentato il personale e gli uffici sono stati aperti anche al pomeriggio.
Un’altra interrogazione sui passi carrai è stata presentata da Nicola Marcello, di Forza Italia, che ha proposto modifiche al regolamento: lunghezza massima 5 metri, esenzione per gli agricoltori, prevedere che siano i notai in sede di rogito a trasmettere le variazioni di proprietà agli uffici comunali. L’assessore Roberta Frisoni ha risposto che il Comune può al massimo agevolare questa ipotesi ma non imporla.
Che i disagi siano forti e che ci voglia più tempo per sistemare al meglio le pratiche, risulta anche dal fatto che in commissione è stato dato via libera alla proroga della scadenza per il pagamento: non più 31 ottobre ma 30 novembre. La proroga dovrà comunque essere approvata dal consiglio comunale convocato martedì prossimo.
Paradossi: i Sinti integrati sono espulsi dalle loro "microaree"
Gli amanti dei paradossi possono davvero sbizzarrirsi con questa storia. Dunque, il Comune di Rimini affronta l’impopolarità e le rivolte dei comitati andando avanti con il progetto, costoso, delle microaree da assegnare ai Sinti attualmente accampati in condizioni deplorevoli in via Islanda. Nello stesso tempo, caccia i Sinti che da decenni vivono felici e integrati in microaree di loro proprietà che non sono costate un euro alle casse comunali.
I Sinti in questione, circa 30 nuclei famigliari, 140 persone, di cui la metà bambini, visto che fino ad oggi non sono riusciti ad avere risposte dal Comune, hanno deciso di rendere pubblica la loro storia. Sono in prevalenza giostrai, da decenni residenti a Rimini, città nella quale periodicamente tornavano nei periodi in cui non erano in giro con giostre e carovane. Si sistemavano in luoghi ovviamente non deputati alla sosta di carovane, visto che a Rimini un campo nomadi autorizzato non c’è mai stato. Circa trent’anni fa, l’amministrazione comunale suggerì loro la soluzione: acquistate un terreno e lì potrete sostare senza disturbare nessuno. I Sinti accettano il suggerimento e acquistano i terreni, tutti agricoli, in diversi punti della città: Rimini Nord, San Vito, Spadarolo, via Pomposa, zona del Gross. Vi insediano le loro roulotte o le loro casette mobili di legno, senza fondamenta. Molti di loro da itineranti sono diventati stanziali, altri hanno deciso di lavorare solo nelle vicinanze. I loro bambini vanno tutti a scuola, pagano le tasse, hanno allacci regolari alle utenze domestiche, con i vicini intrattengono rapporti buoni.
Nel 2005 entra in vigore una legge nazionale che equipara la loro presenza sui terreni agricoli a veri e propri abusi edilizi, da perseguire con multe, demolizioni e, in caso di non ottemperanza, con la requisizione dei terreni. Negli ultimi anni, sotto il mandato della giunta Gnassi, è scattata la lotta ad ogni forma di abusivismo ed anche i Sinti si sono visti recapitare sanzioni e ordini di demolizione, in qualche caso anche la requisizione del terreno. Man mano che le pratiche andranno avanti, le famiglie si troveranno in mezzo alla strada.
I Sinti hanno presentato nei mesi scorsi la loro controproposta. In un’istanza hanno chiesto al Comune di applicare anche al loro caso la legge regionale n.11 del 2015, la stessa usata dall’amministrazione per realizzare le microaree per i Sinti che dovranno abbandonare via Islanda. Ogni nucleo con la sua “casetta” unifamiliare, su un terreno di proprietà: sarebbero microaree a costo zero per le casse comunali, basterebbe solo un cambiamento di destinazione d’uso secondo le norme della legge regionale.
Per sostenere la loro causa sono scesi oggi a Rimini anche Diana Pavlovic, portavoce di Alleanza Romanì, associazione che si batte per i diritti delle popolazioni Sinti e Rom, e Antonio Reinhardt della Missione Evangelica Tzigana. “Abbiamo parlato con il capo di gabinetto del sindaco e con l’assessore Gloria Lisi, - spiega Pavlovic – ma non abbiamo ottenuto risposte.” A dire il vero una risposta è arrivata, firmata dal dirigente Fabio Mazzotti, il quale scrive che l’amministrazione non intende avvalersi delle facoltà concesse dalla legge regionale “valutando che la pervasività della misura in questione sia suscettibile di determinare effetti sugli squilibri territoriali sproporzionati rispetto alla gravità dei fenomeni da fronteggiare”. Una frase che potrebbe vincere il campionato nazionale di lingua burocratese, ma che lascia intendere quale sia il problema. “Probabilmente – osserva Pavlovic – temono, visto che c’è già la pratica calda di via Islanda, di suscitare proteste e reazioni da parte dei cittadini. Rimini potrebbe invece prendere esempio da Padova dove un sindaco leghista, dopo aver fatto visita ad un insediamento Sinti uguale a quelli di Rimini, ha deciso di sanare tutte le situazioni. Ma più vicino a Rimini c’è l’esempio di Misano dove il sindaco ha risolto il problema proprio come da noi indicato”.
I Sinti pensano che, dopo aver inutilmente insistito coi funzionari e con l’assessore Lisi, solo il sindaco Gnassi possa risolvere la situazione. Che, in caso contrario, potrebbe evolvere verso conseguenze drammatiche dal punto di vista sociale e dell’ordine pubblico. Dove finiranno queste 140 persone buttate fuori dalla loro proprietà? “Non vorremmo essere costretti – dice la riminese Babooska Gerardi – a dover dar vita ad un nuovo campo abusivo come quello di via Islanda”.
E così torniamo ai numerosi paradossi di questa storia. Il Comune ha tollerato per 30 anni il degrado di via Islanda ma non tollera le casette mobili di chi vive integrato nella città. Spende centinaia di migliaia di euro per le realizzare le microaree ai Sinti di via Islanda ma nega il riconoscimento a microaree di fatto, private, senza costi per le casse comunali. Paradossi che il Comune è chiamato a sciogliere prima che esploda una emergenza difficile da gestire.
Ecco i 21 progetti privati che cambieranno Riccione
Ampia partecipazione di pubblico venerdì scorso alla presentazione dei 21 progetti di rigenerazione urbana presentati in seguito al bando indetto dall'amministrazione comunale.
Le proposte presentate comprendono 20 aree di intervento (due proposte riguardano la medesima area) per 675.000 mq di superficie territoriale, di cui 7 in zona sud, 5 nelle aree turistiche centrali, 5 in zona Nord e 3 a monte della Ferrovia.
A proposito della quota di risparmio di edificabilità che la legge regionale suggerisce, da una prima analisi emerge che nella zona Sud le proposte di intervento considerano un edificato complessivo di 46.000 mq rispetto alle previsioni del PSC ( adottato nel 2004 e approvato nel 2007) pari a 86.500 mq, per cui consentono di tagliare del 50% le previsioni di edificabilità prevista dal Piano Strutturale Comunale.
Nella zona Nord i progetti riguardano: Aree in viale D’Annunzio e Passeggiata Goethe; Aree ex Sirenella; Aree libere in viale D’Annunzio/ Oriani ed ex Garage Lido;
ex “ Conchiglie”; Beach Village
Nell’insieme le proposte spaziano dalla riqualificazione di spazi pubblici e ristrutturazioni per giochi all’aperto, alla realizzazione di complessi ricettivi e residenziali, fino alla ristrutturazione degli immobili esistenti.
Nella zona Sud le aree interessate sono: Aree dal Rio della Costa al Rio Alberello; Aree Rio Alberello; Aree fra viale Cellini e Rio della Costa; Aree ASAR viale Colombo; Parco pubblico viale Vespucci; Aree Riccione Terme e Perle d’Acqua; Colonia Perla Verde.
In questi casi si parla della ristrutturazione e ampliamento dei Campeggi ex Fontanelle ed ex Alberello, del campeggio Adria fino alla proposta di un insediamento turistico-sportivo per l’ASAR o la ridefinizione del complesso Perle d’Acqua.
Nel tessuto urbano turistico sono 5 e comprendono l’ex Vallechiara, l’ex Delphinarium, il Grand Hotel, l’Hotel Vittoria, l’Hotel Tropic.
Nella zona a monte della ferrovia sono 2: le aree adiacenti Piazza Unità e le aree in prossimità del Rio Marano in viale Tortona/ Flaminia.
Dal punto di vista procedurale, a seguito della presentazione alla città delle proposte, i passi successivi saranno la formulazione di una delibera di indirizzi, documento strategico che si esprimerà sulle manifestazioni d’interesse presentate, stabilendo priorità, requisiti e limiti delle stesse, per dare la possibilità agli operatori economici di avanzare la richiesta di accordi operativi e attuare i progetti.
“Grazie al lavoro e alle competenze del settore urbanistica comunale, recentemente potenziato, - ha dichiarato il sindaco Renata Tosi - abbiamo presentato alla città e a potenziali investitori italiani, un primo importante risultato che dal numero di proposte arrivate parla da sè a riprova dell’appeal che, nonostante la crisi economica, Riccione ha mantenuto negli anni. Siamo orgogliosi di un lavoro che mettiamo a disposizione dei riccionesi, in trasparenza e senza remore. L’investimento complessivo generato dalle proposte arrivate ammonta a circa 200 milioni di euro.
Con l’avviso pubblico indetto all’inizio dell’anno, diamo un chiaro segnale di cambio di passo e di prospettiva, perché abbracciamo e incentiviamo una logica di rigenerazione importante del territorio. Un’azione di forte rilancio e recupero di alcuni buchi neri in aree di pregio della città, penso alla sky line della zona mare, da anni in attesa di un’importante operazione di valorizzazione.
Ritengo sia fondamentale proiettare la città al passo con le richieste provenienti dal mercato, non possiamo e non dobbiamo fermarci, cogliamo le necessità di sviluppo e di competitività senza però tralasciare pochi ma essenziali principi: riduzione del consumo del suolo, recupero del patrimonio edilizio esistente e possibilità di rigenerare la città in aree nevralgiche. Occorre uno scatto di reni per il bene di Riccione e dei suoi abitanti, iniziamo assieme questo percorso di sviluppo”.
Come mi vesto per la prima del Galli? Consigli utili per non essere cafoni o provinciali
No, ma nella vita mi tocca sentirle tutte, ho capito già eh.
Il 28 ottobre il teatro della mia città riapre baracca dopo anni e anni di dibattiti e discussioni, fin qui tutto bene. C'è anzi un certo livello di attesa, di orgoglio, insomma di sana e verace romagnolità che gonfia il petto, eh che diamine.
Per una volta questa piccola grande città non si accontenta di tingersi di rosa, di mettere le discoteche sui barconi dei pescatori o di allestire tendoni da circo, ma scommette sul futuro, investe insomma in quella grande sconosciuta, la signora cultura, che ciao eh, chi la conosce più.
Insomma, c'è da tenere su il livello gente, mantenere l'asticella alta eh, che il Sindaco se l'è sudata tutta sta baraonda, diamo una mano insomma.
Allora, visto che ognuno ha i suoi talenti, ho deciso di portare il mio contributo in fatto di moda.
Si perché, leggendo certe cose in rete, mi sento come investito di una missione divina, ecco, perché a una certa età certe cose non le posso più sentire, mi sanguinano le orecchie in zero secondi.
Allora gente, famo chiarezza: è una prima, è una inaugurazione, è l'evento cult della stagione invernale. Fin qui tutto bene eh, tutti d'accordo giusto?
Però, vi prego, non è il momento di tirare fuori tutta la cafoneria o la grezza provincialità che contraddistingue chi non è in uso a certi eventi.
Quindi, poche e semplici regole:
1) Per quanto io sia contento, non stiamo parlando dell'apertura della Scala ok? Quindi per una volta nella vita, evitiamo di pensare a come caspiterina era vestita Cara Delavigne al matrimonio reale o Lady Gaga agli Oscar e via dicendo.... perché? Perché, santa pazienza, uno tu non sei Cara Delavigne che fa la modella e l'attrice e se anche va in giro in smoking non vuol dire che tu te lo possa permettere, due magari se pensi più a te che a Lady Gaga stai meglio no? Chi vi da questi suggerimenti, credetemi, è da incarcerare al banco dei cinesi al mercato.
2) Non trasformatevi in lampadari ambulanti: less is more, ve la ricordate questa semplice regola? Che io non veda nessuno, ma dico nessuno, agghindato da palla stroboscopica nell'idea che serve un po' di luccichio che inevitabilmente diventa sole a mezzanotte.
3) Il colori per una serata di gala, al contrario di quello che vedo scrivere, non variano con le stagioni: la sera è nero, è oro, è porpora al massimo.... ma non è fucsia o giallo o chissà quale caspita di colore vi hanno suggerito. Il galateo non è una opinione, ok?
4) Infine, cari colleghi uomini: ho letto (e stavo per impazzire) che qualcuno vi ha suggerito di indossare un abito blu con camicia bianca, che sarebbe (oddio sto male solo a pensarlo) l'outifit richiesto per il tipo di serata... mentre penso a come prendere a schiaffi chi sostiene questa idea che mi provoca ripetuti conati di vomito, ricordo che il blu va bene, al massimo, per una cerimonia religiosa o un pre-serale, tipo aperitivo o famiglia bella... un evento di gala richiede PER FORZA il nero, almeno in questa stagione. Allora, non vi chiedo di mettere per forza lo smoking eh, ma il primo che mi si presenta con la camicia aperta e le catene dorate in vista, giuro che non rispondo di me...
Roberto Neri