23 09 2015 | Rimini | Aeroporto: in luglio e agosto solo 69 mila passeggeri
Aeroporto di Rimini: in luglio e agosto solo 69 mila passeggeri
Mentre sull’aeroporto di Rimini pende la spada di Damoche della sentenza del Tar dell’Emilia Romagna e del ricorso in Consiglio di Stato, la burocrazie continua il suo percorso.
Airiminum dà notizia che i data odierna è stato siglato oggi da Enac e la società il verbale di consegna dei beni demaniali dell’Aeroporto ‘Federico Fellini’. Le firme al documento sono state apposte da Maria Concetta Laudato, direttore Enac per l’ Emilia Romagna, e da Leonardo Corbucci, amministratore delegato di AIRiminum (nella foto).
Per gli effetti di questa consegna – che ha decorrenza 31 marzo 2015 – la società AIRiminum 2014 subentra ad ENAC nei rapporti attivi e passivi esistenti alla data di efficacia del Decreto di anticipata occupazione, compresi quelli con l’Aeroclub di Rimini e con ogni eventuale altro concessionario di ENAC.
Il verbale non riguarda invece i beni destinati alla Repubblica di San Marino.
Domani, giovedì, i vertici di Airiminum hanno convocato una conferenza stampa, probabilmente per fare un po’ di chiarezza su cosa succederà ora in aeroporto in attesa che si definisca l’iter giudiziario.
Intanto oggi l’Enac ha reso noto l’andamento del traffico aereo nei mesi di luglio e agosto, il cuore della stagione estiva. Secondo questi dati a Rimini sono transitati 69.122 passeggeri. Stranamente nella tabella non è riportato il dato del 2014, quando pure l’aeroporto era aperto. Stando alle comunicazioni del curatore Renato Santini nel luglio agosto 2014 i passeggeri sono stati circa 170 mila.
Peggio di noi sono andati solo Bolzano, Cuneo e Pantelleria. L’aeroporto nostro concorrente diretto, Ancona, ha contato 124.830 passeggeri, con una crescita del 7,4 per cento rispetto al 2014. Sono andate bene le cose anche per Bologna che ha sfiorato 1 milione e 400 mila passeggeri con una crescita del 2,7 per cento.
In linea con la buona stagione turistica, anche il traffico aereo registra incrementi ovunque, in qualche caso anche a doppia cifra. Rimini in così forte regresso, appare quindi ancora più indietro e incapace di sfruttare l'onda positiva.
22 09 2015 | Rimini | Mercato ambulante, il Comune tira diritto
Mercato ambulante, il Comune tira diritto
Il Comune di Rimini conferma che da domani 23 settembre comincia l'assegnazione dei posteggi per gli ambulanti nella nuova area del mercato, una procedura che si concluderà l'8 ottobre.
La nota di Palazzo Garampi risponde anche alle ultime obiezioni che sono state mosse alle scelte dell'amministrazione, a partire da quella della dirigente scolastica.
"I progettisti fanno infatti notare come l'osservazione di maggior rilievo della Dirigente scolastica sia costituita dalla tesi secondo cui in caso di emergenza - ad attività mercatale in corso - gli spazi che residueranno disponibili come via di esodo delle scolaresche siano insufficienti alle necessità del caso, questo perché i posteggi dei commercianti occuperanno il parcheggio pubblico a fianco della scuola ed alcuni saranno a fronte dei due cancelli principali. Una tesi infondata, poiché se la presenza delle bancarelle del mercato da un lato surroga come ingombro fisico la presenza degli autoveicoli nel parcheggio, dall'altro la “funzione mercato” crea l'effetto di trasformare un'area destinata alla circolazione e alla sosta dei veicoli in una superficie totalmente pedonalizzata in cui è precluso anche il traffico dei cicli, per i quali vi è l'obbligo di essere condotti a mano dai relativi utilizzatori. Quindi, in presenza del mercato, l'area di parcheggio permane nelle condizioni di praticabilità che le sono attualmente riconosciute, con la miglioria che le deriva dall'essere trasformata in un'area pedonale urbana per tutto il tempo di svolgimento del mercato. Laddove poi fosse ritenuto opportuno disporre di un maggiore spazio a fronte del marciapiede su cui aggettano i cancelli della scuola, vi è comunque l'assoluta disponibilità a verificare ogni possibile soluzione poter raggiungere l'obiettivo, eventuualmente anche attraverso un'appropriata ricollocazione dei posteggi".
"Una seconda osservazione riguarda l’insufficienza del marciapiede pubblico circostante la scuola nel consentire la gestione delle “normali attività di entrata ed uscita dalle scuole Panzini”, tanto da rendere “ingestibile qualunque uscita delle classi per visite guidate e altre attività sul territorio”. Un'affermazione che lascia alquanto perplessi, poiché starebbe a significare, laddove corrispondesse al vero, che tali attività vengono ordinariamente poste in essere interessando la pubblica via, ossia ponendo in essere azioni che contrastano con la disciplina del codice della strada ed anche con le più elementari norme di sicurezza. Si ha motivo di ritenere, pertanto, che le cose non siano propriamente come descritte e che l'uso del marciapiede predomini sempre e comunque in qualsiasi circostanza ordinaria".
Noi andiamo avanti ricorsi o no – ha commentato l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad – ma dispiace doversi confrontare più che sulle cose utili da fare comunemente su aspetti pretestuosi. Ognuno, naturalmente, è libero di dire e fare ciò che vuole ma trovo deprecabili alcuni critiche avanzate anche oggi dalle associazioni degli ambulanti. Anche perché il disegno finale del nuovo mercato ambulante ha raccolto la quasi totalità delle richieste avanzate dalle associazioni stesse anche in sede istituzionale come la commissione consiliare che trattò nelle settimane scorse il tema.
Affermare che la sede “storica” del mercato ambulante abbia le caratteristiche fondamentali per un mercato ambulante, dove una persona non può essere soccorsa, è arrampicarsi sugli specchi, così come ritenere che uno spazio straordinario della Città e della sua storia debba continuare a essere un parcheggio. Una prospettiva che per noi resta inaccettabile.”
Per il rientro a scuola. Le parole sempre attuali di Péguy
Per il rientro a scuola. Le parole sempre attuali di Péguy
La crisi dell'insegnamento non è una crisi dell'insegnamento; non c'è crisi dell'insegnamento; non c'è mai stata crisi dell'insegnamento; le crisi di insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita; denunciano, rappresentano crisi di vita e sono crisi di vita esse stesse; sono crisi di vita parziali, eminenti, che annunciano e accusano crisi della vita generale; o, se si vuole, le crisi di vita generali, le crisi di vita sociali si aggravano, si radunano, culminano in crisi dell'insegnamento, che sembrano particolari o parziali, ma che in realtà sono totali, perché rappresentano il tutto della vita sociale; è infatti all'insegnamento che le prove eterne attendono, per così dire, la cambievole umanità; il resto di una società può passare, truccato, mascherato; l'insegnamento non passa; quando una società non può insegnare, non è che manca accidentalmente di un apparato o d'una industria; quando una società non può insegnare, è che questa società non può insegnarsi; è che ha vergogna, è che ha paura lei stessa d'insegnarsi; per ogni umanità, insegnare, in fondo, è insegnarsi; una società che non insegna è una società che non si ama; che non si stima; e questo è precisamente il caso della società moderna.
I parassiti politici parlamentari di ogni lavoro umano, i politici della politica e dell'insegnamento hanno un bel celebrare la scienza e il mondo moderno e la società contemporanea in gozzoviglie cerimoniali; né il calore comunicativo dei banchetti, né le manifestazioni e i discorsi programmatici e i toasts e le manifestazioni e le distribuzioni di acqua benedetta laica fanno un'umanità, un insegnamento, una cultura; come insegnare quando tutto il mondo mente; io so che si mente molto nell'insegnamento; ma ugualmente l'insegnamento ripugna più alla menzogna che le altre operazioni sociali; l'infanzia e la giovinezza hanno, nelle società più danneggiate, una certa forza di innocenza propria che resiste alle invasioni della frode; è per questo che la pedagogia ha meno successo delle altre forme di demagogia; ed è per questo che le malattie sociali venute dalla menzogna appaiono anzitutto sotto forma di sintomi pedagogici.
Le stesse esagerazioni dei nuovi predicatori malcelano una sorda inquietudine; un autentico sapiente che lavora nel suo laboratorio, non scrive Scienza con la S maiuscola; un autentico artista, che lavora nel suo atélier, non scrive Arte con l'A maiuscola; e un vero filosofo, che lavora nella sua testa, non scrive Filosofia; il più delle volte non pronunciano e non scrivono queste parole: scienza, arte, filosofia; si può affermare che usano queste parole il meno possibile e per così dire a difesa del loro corpo; colui che dice Scienza, Arte, Filosofia e Società moderna ai barlumi di illuminazioni civiche è uno che non sa quel che è un laboratorio, un atélier, un pensiero personale, un'umanità; e quando un demagogo scientista pone una S maiuscola a Scienza, non lasciamoci ingannare; è che questa S maiuscola, nei rimorsi della sua tardiva coscienza, fa una sostituzione; sostituisce tutto quello che nello spirito del demagogo, o del pedagogo, è tutt'uno, viene meno alla scienza per esercitare la funzione sociale di mistica laica a essa attribuita dai politici; come se questa mancanza stessa non ci fosse, questa pretesa insufficienza che garantisce la scienza allo sguardo del vero sapiente, come se questa impotenza impolitica della scienza non fosse, agli occhi del sapiente vero, il suo marchio stesso, la causa della sua eminente grandezza, la condizione della sua dignità.
Quando un demagogo pone una S maiuscola a Scienza e quando tenta di costituire un culto rituale della Scienza ricalcato sugli antichi culti religiosi, è che anzitutto non comprende nulla della vera scienza, della sua vera grandezza, e secondariamente che, non comprendendo nulla di questa autentica grandezza, vi mette stupidamente una prolunga; prolunga di grandezza uguale a quella che, nello spirito di un demagogo, può separare una S maiuscola capitale da una s minuscola di cassa.
Trovano che la scienza non è dunque come è, per quel che ne vogliono fare, e poiché sono incapaci di ingrandirla nella realtà, fanno professione di ingrandirla nella tipografia.
Traggo argomento di questo sentimento che hanno di questa insufficienza; e mentre si vuole fare della Società moderna un nuovo Dio, come non riconoscere in questo idolo nuovo delle tare peggiori delle tare degli dèi antichi; come insegnare l'infanzia e la giovinezza quando tutto il mondo mente, quando tutti i grandi personaggi mentono, quando tutti gli Stati Maggiori, di tutti i partiti, mentono, quando tutto il mondo politico parlamentare mente, quando i maestri, che dovrebbero insegnare a non mentire, mentono, quando l'appiattimento delle coscienze appiattisce le coscienze universitarie stesse, quando il favoritismo, il nepotismo, quando l'arrivismo invade il personale universitario stesso, quando i figli, i nipoti, i generi e i cugini di secondo grado dei grandi maestri salgono i gradi della gerarchia a una velocità uniformemente accelerata, quando infine tutti i giovani professori provano simultaneamente lo stesso colpo di fulmine automatico per tutte le ragazze di tutti gli ispettori generali.
Come insegnare l'infanzia e la giovinezza quando tutto quel che non è più bambino e che non è più giovane mente; qualche anno fa, al tempo del mio apprendistato e delle esperienze inevitabili, avrei scritto, come tutti, che il mondo moderno si cerca; oggi, nel disordine delle coscienze, siamo malauguratamente in grado di scrivere che il mondo moderno si è trovato, e che si è trovato malvagio; le conseguenze delle menzogne politiche parlamentari ricadono per sempre sugli autori che sono contabili e responsabili di queste menzogne; ricadono sempre sulla stessa umanità; come insegnare quando tutta la società è marcia di menzogna; in Francia anche il grande movimento democratico, così pieno di promesse, formulate, tradite dal suo Stato Maggiore politico parlamentare, venduto, rivolto in usurpazione demagogica; l'immenso movimento socialista, così pieno di promesse, quasi realizzate, tradito dal suo Stato Maggiore politico parlamentare, venduto al capitalista, ritorto in usurpazioni capitaliste [ ... ]
Che la scienza, che l'arte, che la filosofia si sbarazzi dei politici, che il socialismo, che il mondo operaio si sbarazzi dei politici, che l'insegnamento si sbarazzi dei politici [ ... ]: a questo punto forse degli uomini che non mentiranno avranno qualche diritto di parlare della giovinezza; e non avendo più questa crisi di vita, forse a questo punto non ci sarà più crisi dell'insegnamento.
“Per il rientro a scuola” (Pour la rentrée) è un articolo scritto da Péguy in occasione della riapertura delle scuole, l’11 ottobre 1904. Il testo è raccolto da Jean Bastaire nell'antologia “Péguy tel qu'on l'ignore” (1973). Il brano proposto è estratto dall’antologia “Lui è qui”, a cura di Davide Rondoni e Flora Crescini, Rizzoli.
Maggioli (Unindustria): mano tesa alla Carim e apertura sul Parco del Mare
Maggioli (Unindustria): mano tesa alla Carim e apertura sul Parco del Mare
Senza un’alleanza con le forze imprenditoriali, sarà difficile uscire dalla crisi e avviare la banca verso un percorso di ripresa e di sviluppo. È il messaggio diretto che il presidente di Unindustria Rimini, Paolo Maggioli, lancia ai vertici della Carim che nei giorni scorsi hanno “licenziato” il direttore generale Alberto Mocchi e nominato al suo posto il vice Giampaolo Scardone. Maggioli si mostra dialogante ma fa capire che la scelta di liquidare Mocchi non è piaciuta, anche se la soluzione interna lascia capire che forse non sarà interrotto il cammino fin qui compiuto. Gli industriali sono comunque disponibili ad un dialogo con i vertici Carim anche se nel recente passato non hanno accettato il loro contributo (il riferimento è all’elezione del consiglio d’amministrazione).
Maggioli interviene anche sull’aeroporto per auspicare che presto si passi da un problema giudiziario (vedi recente sentenza del Tar) ad un problema industriale, cioè si cominci a ragionare di cose concrete. “Auspichiamo che il ricorso al Consiglio di Stato possa risolvere le incertezze in tempi brevi per non perdere tutte le occasioni di crescita dello scalo la cui operatività è determinante per lo sviluppo dell'economia riminese. Da parte nostra continueremo a sostenerlo come fatto fino ad oggi: la presenza di alcuni imprenditori nella compagine sociale e le nostre numerose prese di posizione ne sono una conferma”.
Il terzo messaggio Maggioli lo lancia sulla Fiera, dicendo che è in attesa di sapere che fine faranno i propositi di una gestione unitaria fra Rimini e Bologna.
La conferenza stampa era stata convocata per fare il punto sulla congiuntura economica che è in linea con i segnali di ripresa che si registrano nel resto del Paese.
Il campione di aziende monitorato da Unindustria dice che nel primo semestre 2015 c'è stato un aumento del fatturato del +5,10% per le aziende campione. Incremento sia per il fatturato interno (+5%) sia per quello estero (+5,20%). La produzione cresce dello 0,30%. Aumentano anche gli ordini per il 42,10% delle aziende campione. L'occupazione è in aumento (+1%). Sensazioni positive confermate nelle previsioni per il secondo semestre 2015 La produzione è in aumento per il 36% delle imprese e stazionaria per il 53,30%. Gli ordini sono in crescita per il 39,50% delle aziende e stazionari per il 48,70%; gli ordini esteri sono previsti in aumento dal 31,50% e stazionari dal 59,30%. L'occupazione è prevista stabile per l'80,60% e in crescita per il 16,70%.
Anche dal mondo del credito segnali positivi: rimane forte l’impressione di un razionamento (come dichiara il 59,38% del campione preso in esame per l'indagine svolta da Unindustria Rimini), anche se negli ultimi tre mesi, quando si fa riferimento alla propria aziende, le imprese interpellate hanno dichiarato nel 63,64% dei casi che la concessione del credito sembra essere stata meno selettiva.
Per quanto riguarda il credito alle famiglie e in particolare la situazione dei mutui, da informazioni pervenute da FIAIP, risulta che sia le richieste sia l'erogazione di mutui sono in crescita.
Inoltre dai dati ABI emerge che i mutui casa sono al +82%.
Il punto critico rimane l’edilizia, sempre in caduta libera, che vede solo 23 aziende in attività con cantieri aperti. Gli industriali sperano nell’annunciata diminuzione della tassazione sulla casa e soprattutto sul completamento del percorso di Psc e Rue, che il Comune di Rimini dovrebbe terminare entro l’anno.
Maggioli, rispetto al passato, non ha usato alcuna asprezza polemica nei confronti dell’amministrazione comunale. “La pubblicazione del bando del “Parco del Mare” per il tratto piazzale Boscovich-Miramare, - ha anzi sottolineato - è un segnale molto positivo che auspichiamo possa essere colto dagli operatori economici. Da parte nostra auspichiamo che, come abbiamo detto in altre occasioni, questo possa consentire di realizzare iniziative che abbiano un margine economico positivo”.
Il Comune è sollecitato a trovare soluzioni per l'APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata) di Rimini Nord con una rapida approvazione degli strumenti urbanistici necessari. Questo perché anche Rimini possa essere toccata dal fenomeno che ha visto prestigiosi marchi come Philip Morris, Lamborghini, Danfoss e Louis Vuitton insediarsi in alcune località della regione.
#Ioelakaris. Lucia Zanotti, figlia, mamma e presidente di 1400 alunni
#Ioelakaris. Lucia Zanotti, figlia, mamma e presidente di 1400 alunni
Qualche giorno fa Gramellini su La Stampa ha fatto l’elogio della tristezza, quella tristezza che “sa aprire squarci che permettono di guardarsi dentro da una prospettiva nuova”. Se c’è qualcosa di cui Lucia Zanotti, presidente della Karis Foundation, potrebbe fare l’elogio è quello dell’inadeguatezza di fronte al mestiere di presidente di una delle opere educative più importanti del territorio.
Non ama apparire, salire sul palco, fare i discorsi, fare alcune cose che fanno parte del mestiere del presidente. “Mi sento sempre inadeguata. Ho detto sì a questa proposta prima di tutto per il dono che è stata la scuola per me e la mia famiglia. Mi rendo conto che ho tanto da imparare ancora. E’ complesso il mondo della scuola, ma quanto è veramente bello dare la propria vita per cose grandi”.
Questa sentimento di inadeguatezza insomma non gli ha impedito di caricarsi sulle spalle la responsabilità delle scuole della Karis che si avviano al loro 41° anno scolastico con quasi 1400 studenti, oltre 150 insegnanti e 31 dipendenti dediti ai servizi ausiliari, dall’asilo fino ai licei. Una realtà i cui proprietari sono da sempre i genitori: sono stati dei genitori ad iniziarla, sono i genitori che la sostengono con le rette che pagano ogni anno a questa scuola paritaria che solo nel 2014 è stata premiata con il Best Preparation Award dal Cambridge English Language Assessment e con il riconoscimento della Fondazione Giovanni Agnelli.
Lucia, per gli amici Cia, è figlia: figlia di quella Lella Ugolini che ha iniziato le scuole e le ha condotte per anni; è nipote di quel don Giancarlo Ugolini che ha iniziato la comunità di Cl a Rimini ed è stato l’anima delle scuole. Ora Lucia è anche mamma di tre figli e in un certo senso, insieme ai dirigenti e agli insegnanti, educatrice di tutti quegli alunni che sabato si ritroveranno per la tradizionale inaugurazione dell’anno scolastico al 105 Stadium. “Forse il compito che ci ritroviamo addosso, io e chi con me conduce la scuola, è quello di rivivere prima di tutto noi la grande tradizione educativa della Karis e innovarla, mantenerla al passo con i tempi”.
C’è la crisi, ci sono le emergenze internazionali, c’è tutto quello che la realtà ogni giorno pone come sfida ad ogni uomo: “Noi non siamo mica quelli con la verità in tasca o con la soluzione per i problemi. Se c’è qualcosa che abbiamo chiaro è questo: noi ai ragazzi non diamo soluzioni, noi con la scuola vogliamo aiutare la famiglia a crescere gente responsabile, aperta al mondo, creativa, libera, pronta a tutto, pronta ad affrontare qualsiasi sfida”.
Le sfide che la Karis sta affrontando sono tante. La chiamata nei ruoli statali di docenti anche della Karis: “Ho parlato con tanti professori, chiaramente il metodo di chiamata nello stato li costringe a una scelta del tipo ‘o adesso o mai più’ e ho in mente tante facce che in questi giorni andavano via a malincuore perché riconoscevano che la Karis è un posto dove si lavora bene”. Inoltre i contributi statali per le scuole materne ed elementari sono sempre meno: “Su questo quest’anno lavoreremo per far si che sempre di più si conosca la scuola e il suo valore affinché tutte le persone di buona volontà, che hanno a cuore i giovani. possano collaborare con noi: #ioelakaris sarà lo slogan che segnerà queste iniziative”.
A volte le rivoluzioni sembrano il modo più veloce per cambiare, ma Lucia ha preso un’altra strada: “Abbiamo un corpo docente giovane ma con persone a fianco che hanno letteralmente fatto la nostra scuola, un cda che è un mix di professionisti e imprenditori; insieme a loro stiamo guardando tutto quello che abbiamo per, come dicevo prima, viverlo fino in fondo e innovarlo: il grande investimento sull’inglese, con madrelingua presenti dall’asilo fino ai licei è proprio per questo”.
Se c’è qualcosa che colpisce di Lucia è l’essere nello stesso tempo aperta a tutto, ma decisa e schietta come solo i veri romagnoli sanno essere: “La scuola è una grande opera ideale, ma nei tempi in cui siamo anche un’opera come questa richiede efficienza e molto realismo, su questo stiamo facendo un grande lavoro. Faccio un esempio: abbiamo ridotto le sezioni nei licei, ma il numero di maturati di quest’anno corrisponde a quello degli iscritti che iniziano adesso. Insomma gli alunni sono gli stessi”. E quando gli chiediamo del calo delle iscrizioni nell’infanzia la risposta è schietta: “Chi non ha lavoro, si tiene i figli a casa”.
Mentre parliamo Lucia ha tra le mani sottolineato il libretto con le trascrizioni del convegno fatto l’anno scorso in occasione dell’5° anniversario dalla scomparsa di don Giancarlo Ugolini. “Sto studiando!”, dice sorridendo. “Sto pensando a quello che dirò a tutta quella marea di gente e mi rendo conto che quello che mi sta a cuore sono poche cose ma per me grandi. La Karis non nasce per dare un’educazione diversa in tempi difficili, nasce per una passione per i ragazzi e per la loro educazione, certi che la vita è una cosa bella da vivere, qualsiasi sfida ci venga proposta. Ecco perché vale la pena riiniziare ogni anno ad imparare, perché c’è del bello da scoprire e qualcuno con cui farlo, con cui iniziare un’avventura”.
E pensando al futuro, ai semi che si stanno gettando, Lucia ha una ‘botta d’orgoglio’: “Sono sempre più certa che quello che costruiamo ogni giorno sia qualcosa di bello, entusiasmante. L’unica cosa che non dobbiamo fare è tenere chiusi gli occhi, accomodarci, smettere di imparare, dobbiamo anzi essere aperti a tutti i cambiamenti e le sfide, per prime quelle che ogni giorno ci porranno gli alunni quest’anno. Questa è la buona scuola che penso per noi, per gli alunni, i docenti e tutte le famiglie che ricominciano sabato insieme a noi”.
Cattolica, Pd allo sbando e gli avvertimenti di Gambini
Cattolica, Pd allo sbando e gli avvertimenti di Gambini
La storia insegna che bisogna seguire con attenzione i movimenti alle periferie dell’impero perché prima o poi finiranno per raggiungere anche la capitale.
Ecco perché in questi giorni i riflettori sono puntati su Cattolica, anzi dovrebbe esserci ancor più attenzione su quanto succede nell’estrema periferia sud della provincia di Rimini. In un Comune dove il defunto Pci prendeva percentuali davvero bulgare, ora abbiamo un Pd spaccato, con una parte che sta con il sindaco Piero Cecchini ed un’altra, guidata dal segretario del partito, contro. Ma detto così non è ancora chiaro. Spieghiamo meglio. All’ultimo consiglio comunale si doveva votare la vendita di una farmacia comunale: il risultato è stato di 7 a 6 in favore di chi non voleva alienare. Quattro consiglieri comunali del Pd non si sono presentati in aula in coerenza con le indicazioni del segretario comunale Alessandro Montanari che è contrario alla vendita. Tre consiglieri, invece, si sono presentati ed hanno votato a favore della proposta del sindaco. E cosa fa il segretario del partito: dice che quei consiglieri fedeli al sindaco sono fuori, perché la linea è di essere contro il sindaco (che è un uomo del Pd). Ecco, adesso forse è più chiaro il marasma politico che regna in casa democrat a Cattolica e la vicenda assume quindi il valore simbolico di un Pd che, non solo a Cattolica, è allo sbando. Si può permettere che si vada al voto in consiglio comunale su un tema così importante senza evitare una contrapposizione frontale fra Pd e sindaco? La ragionevolezza dice che queste sono situazioni da evitare e che quando accadono significa che nessun ha mosso un dito per evitarle.
E infatti all’indomani della clamorosa votazione che lo ha messo in minoranza, il sindaco ha dichiarato che lui aveva tentato di arrivare ad un accordo, ma che non ha trovato alcun interlocutore disponibile: «Mi riferisco – ha dichiarato al Carlino - alla lettera da me inviata il 13 agosto scorso a Montanari, così come al segretario provinciale Pd Magrini e all’ex Capogruppo Luca Ercolessi, una lettera dai contenuti profondamente democratici e orientati verso l’apertura e il dialogo. Tale lettera è stata scritta a seguito di due riunioni intercorse tra i soggetti sopracitati e gli assessori Cibelli, Ubalducci e il sottoscritto, con la finalità di evidenziare in maniera chiara gli obiettivi da perseguire da qui a fine legislatura. Ma questa missiva, caratterizzata da toni propositivi e conciliatori, non ha ricevuto risposta». Cecchini insomma ha imparato a sue spese ciò che è lo slogan che accompagna la segreteria di Juri Magrini: non pervenuta.
È evidente che a questo punto ciò che conta non è tanto il merito della vicenda (su cui si può discutere) quanto il risvolto politico. Il merito è che nel 2015 non ha alcun senso che il Comune faccia il farmacista. Ma il fatto di vendere solo una farmacia su due e che il ricavato serva per asfaltare le strade, ha fatto storcere il naso anche agli alfieri delle privatizzazioni. Come ad esempio un noto iscritto al Pd di Cattolica, l’ex senatore Sergio Gambini che affida le sue riflessioni ad un lungo intervento pubblicato sul sito del partito. E infatti Gambini liquida velocemente il merito, per arrivare al nodo politico della vicenda: durante il mandato di Cecchini, che ha il merito di aver rimesso a posto i conti del Comune, “il consenso per il centro sinistra si è ridotto (non è facile fare capire la necessità del rigore finanziario) ed il Pd è risultato più solo, meno capace di produrre alleanza”.
Per l’ex senatore, guardando i numeri, le prospettive non sono rosee: “Con il 43,18% ottenuto alle regionali si va al ballottaggio e, ovunque si è votato dove il PD governa, negli ultimi anni, i voti del M5S e della destra al secondo turno si sommano e spesso sono sufficienti per sconfiggere il centro sinistra, come è avvenuto a Livorno o a Perugia.
A Cattolica il M5S miete successi decisamente più grandi che altrove. Alle ultime regionali ha superato il 20%, sei punti percentuali in più della media regionale. Il capoluogo di provincia dove è andato meglio è stato Rimini, ma è arrivato solo al 17%. Il suo boom qui è stato alle politiche del 2013. 3218 voti, sono tanti. Chi ha votato il M5S nel 2013 può votarlo ancora nel 2016 e se si ripetesse quello zoccolo di consenso il ballottaggio per i sostenitori di Grillo potrebbe essere una passeggiata.
C’è qualcosa di più, in termini assoluti nelle consultazioni degli ultimi anni, a Cattolica, il PD va molto meglio nelle elezioni di valore nazionale che in quelle di carattere locale. Solo1688 voti alle regionali 2014. 4104 voti alle europee del 2014. 3297 voti alle politiche del 2013. Di nuovo solo 2181 voti alle comunali del 2011.
Insomma quando si da un voto locale ci mancano dai mille e cinquecento ai duemila cinquecento elettori, un’enormità”.
Gambini interviene quindi sui sondaggi (smentiti dal partito) che si sarebbero rivelati disastrosi per l’amministrazione, tanto che ne sono stati fatti due, uno di seguto all’altro per verificare se gli orientamenti dell’elettorato fossero davvero così negativi: “A me, comunque, per essere preoccupato, molto preoccupato, bastano i risultati elettorali più recenti.
Leggendo quei dati c’è un altro insegnamento che dovremmo valutare con attenzione. Alle ultime comunali il nostro candidato sindaco, al primo turno, ha preso cinque punti percentuali in meno della somma dei partiti della coalizione. Il 48%, contro il 53%. Vuol dire che senza valorizzare le alleanze non si vince”.
L’intervento di Gambini sul sito del partito precede il voto del consiglio comunale che ha visto lista Arcobaleno e Officina Civica (per l’ex senatore potenziali alleati del Pd) votare contro la vendita della farmacia, quindi teoricamente in coerenza con la posizione del segretario Montanari. Ma l’impressione è che il pasticcio sia più complesso.
Aeroporto di Rimini, la politica - se c'è - batta un colpo
Aeroporto di Rimini, la politica - se c'è - batta un colpo
Questa è l’occasione buona che ha il territorio riminese – enti locali, partiti, associazioni di categoria, singoli imprenditori – di dimostrare se davvero ci tiene al suo aeroporto o se si ritiene soddisfatto dal recitare il solito mantra – una importante infrastruttura per lo sviluppo – quando l’ennesima tegola cade sul Federico Fellini.
Decine e decine di dichiarazioni non hanno impedito, nell’ordine: una gestione che ha prodotto più debiti che voli, il fallimento di Aeradria, la chiusura dell’aeroporto per alcuni mesi. Ed ora che il fantasma di una nuova possibile interruzione dell’attività ha ripreso ad aleggiare su Miramare, occorre che alle dichiarazioni di principio seguano i fatti concreti.
A ventiquattro ore dalla “bomba”, si segnalano gli interventi di due tipi.
Primo tipo: è una disgrazia, e, facendo il verso ai The Rokes, “ma che colpa abbiamo noi!”. Dimenticando che le responsabilità possono essere diverse: ci sono quelle immediate e ci sono quelle indirette, di cui è chiamato a farsi carico chi ha le mani in pasta nella cosa pubblica (non necessariamente la politica). “Ma che colpa abbiamo noi” può essere la legittima reazione del primo momento, ma non ci si può fermare ad essa.
Secondo tipo di reazione: bisogna fare in modo che l’aeroporto non chiuda. Bella petizione di principio, ma se si omette di dire il come, è fuffa. Il sindaco Andrea Gnassi ieri ha garantito che lui è per la difesa dell’aeroporto e dei suoi lavoratori, ma non ha spiegato come concretamente si svolge questa attività di difesa. Da parte di alcune forze di opposizione, si è invocata la nomina di un commissario che mantenga aperto l’aeroporto e faccia uscire di scena AiRiminum, vista come corresponsabile del pasticcio combinato dall’Enac. I grillini si sono limitati a dire che loro l’avevano detto e che Gnassi si deve dimettere. A volte sono puntuali e precisi, a volte preferiscono le scorciatoie giustizialiste un tanto al chilo.
A dire il vero c’è una terza reazione, quella di chi ha preferito rimanere zitto: non si è vista nessuna nota ufficiale del Pd, che forse è ancora il maggior partito riminese, non si è visto un comunicato degli albergatori o degli industriali. Talmente basiti da non riuscire nemmeno a prendere la parola? Non sappiamo, per il momento registriamo il loro silenzio.
Non è che abbiamo bisogno di chiacchiere, ma di qualche indicazione concreta, sì.
L’opinione pubblica vuole sapere cosa succede adesso. Non è morbosa curiosità, ma è ancora troppo fresca la notizia della chiusura dell’aeroporto a novembre, senza che si siano visti sforzi sovrumani per scongiurarla.
La palla in questo momento ce l’hanno l’Enac e Airiminum che non possono limitarsi a dire che faranno ricorso al Consiglio di Stato. La presidente Laura Fincato, fra l’altro, ha detto che chiederanno la sospensiva della sentenza, e la grillina Carla Franchini ha replicato che le sentenze del Tar sono esecutive. Se le cose stanno così, la confusione sembra essere alta. Enac ed Airiminum devono anche dire qual è l’immediato futuro dell’aeroporto.
Bisogna che qualcuno precisi al più presto cosa deve succedere domani e dopodomani, quali sono le strade percorribili per tenere aperto il Fellini. Strade percorribili e fruttuose. Un esercizio provvisorio di Airiminum può dare queste garanzie? Come può spendere soldi e investire una società che è sotto la spada di Damocle della perdita della concessione? AiRiminum certamente farebbe lo stesso ragionamento che fanno i bagnini con la Bolkestein: perché devo investire se poi arriva qualcuno che si prende tutto?
Quello che si apre è un grande spazio per la politica, intesa davvero come attività per il bene comune. L’Enac non è un marziano che da solo ha deciso di governare gli aeroporti, è un ente dello Stato e lo Stato, fino a prova contraria, è governato dai politici, non dai magistrati. Occorre quindi che i politici e le istituzioni facciano il loro mestiere, si mettano all’opera, attivino i contatti giusti. Le cose non succedono a caso, succedono perché qualcuno si muove. C’è una classe dirigente locale che ha l’occasione di dimostrare di essere tale.
Vicino a noi c’è un aeroporto concorrente, Ancona, che come noi è sommerso da decine di milioni di debiti. Eppure non è fallito e adesso è pure stato privatizzato. Non è vero che c’è solo il destino cinico e baro che sembra inseguire Rimini.
A questo ruolo politico sono chiamati tutti, anche le forze di opposizione. Non è molto popolare fare questo discorso a pochi mesi dalle elezioni, la tentazione di sfruttare il pasticcio per raccattare voti è alta. Ed è anche legittima, ma viene un attimo dopo. Ci sarà l’occasione per regolare i conti, per attribuire a ciascuno le proprie responsabilità (i cittadini un’idea già se la sono fatta), intanto però è bene muoversi insieme, ciascuno nel ruolo di competenza, per arrivare all’obiettivo prioritario: tenere aperto l’aeroporto e con una prospettiva positiva, non per vivacchiare.
Se c’è ancora un briciolo di politica seria, che batta un colpo.
15 09 2015 | Rimini | Aeroporto, Fincato: chiederemo sospensiva della sentenza
Aeroporto, Fincato: chiederemo sospensiva della sentenza
"Dopo un agosto “spumeggiante” caratterizzato da dichiarazioni profetiche, - dichiara il presidente di Airiminum Laura Fincato - ieri abbiamo preso atto della sentenza del TAR di Bologna, depositata l’11 settembre scorso, basata esclusivamente su un presunto vizio originario del bando di gara dell’ENAC.
AIRiminum 2014 ha regolarmente partecipato ad un bando pubblico e la regolarità delle sue azioni durante tutto il periodo della gara e nel corso del lungo periodo di certificazione (circa 6 mesi) a cui l’Enac ha assoggettato AIRiminum 2014 per verificare la capacità tecnica e l’idoneità all’esercizio dell’attività aeroportuale, è confermata dalla stessa sentenza che nulla ha eccepito al riguardo.
I nostri legali stanno lavorando per richiedere la sospensiva e preparare l’appello al Consiglio di Stato di Roma e sono in contatto con ENAC che ci ha comunicato fin da ieri sera la ferma intenzione di richiedere immediatamente la sospensiva della sentenza e di continuare a porre in essere tutte le azioni necessarie volte garantire la continuità della attività aeroportuale del Federico Fellini, riaperto nonostante tutto solo circa 5 mesi fa".
Aeroporto di Rimini, bando annullato. E quelli di Siena, Forlì e Lampedusa?
Aeroporto di Rimini, bando annullato. E quelli di Siena, Forlì e Lampedusa?
Ciò che più colpisce nella decisione del Tar dell’Emilia Romagna di annullare il bando, e quindi l’aggiudicazione dell’aeroporto di Rimini alla società Airiminum, sono le motivazioni. Il bando non è stato annullato perché Airiminum non aveva i requisiti giusti o perché la commissione aggiudicatrice ha dato più punti a chi non ne aveva diritto.
No, il bando è stato annullato perché - dicono i giudici – era sbagliato nella formulazione, non chiedeva ai partecipanti di dimostrare (attraverso esperienze precedenti o altro) la capacità tecnica di gestire un aeroporto.
Letta così la notizia, due considerazioni arrivano immediate. La prima: l’Enac ha compiuto un errore clamoroso. E alla considerazione si accompagnano subito le domande: possibile? Il mestiere dell’Enac non è forse quello di fare bandi per assegnare la gestione di aeroporti? E allora non sa come questi devono essere fatti?
Seconda considerazione: se all’Enac conoscono il proprio mestiere, perché i giudici arrivano a mandare tutto all’aria? Forse che l’Enac, nel caso di Rimini si è presa qualche libertà in più, non ha agito correttamente? Domande a cui nessuno, se non la magistratura – in questo caso penale, non amministrativa – può dare una risposta.
Intanto possiamo provare a rispondere autonomamente alla domanda che la sentenza del Tar suscita: il bando di Rimini era anomalo rispetto agli altri effettuati in Italia negli ultimi tempi?
Sul sito dell’Enac si possono ancora trovare i bandi relativi agli aeroporti di Rimini, Siena, Forlì e Lampedusa. Sul punto dei requisiti per poter partecipare sono fatti quasi in fotocopia. Per Siena si chiede che sia una società di capitali e che abbia nell’oggetto sociale la gestione di attività aeroportuali. Nel bando per gli aeroporti di Rimini, Forlì e Lampedusa si chiede anche che il capitale sociale sia di almeno 120 mila euro, aumentato fino a 3.098.741 in caso di aggiudicazione (per Lampedusa l’aumento richiesto è solo di € 516 mila euro). Non c’è traccia, anche negli altri bandi, delle capacità tecniche ritenute necessarie dai giudici del Tar. C’è anzi in tutti il particolare curioso che se l’oggetto sociale non prevede l’attività aeroportuale, l’amministratore presenti una lettera di impegno ad inserirlo. Per fare un esempio: una società che fino a ieri ha imbottigliato birra, può concorrere a gestire un aeroporto purchè dichiari di cambiare l’oggetto sociale e abbia il capitale sociale. Delle capacità tecniche, ripetiamo, nessuna traccia. Strano? Certamente. Ma è la regola applicata a tutti, non solo all'aeroporto di Rimini.
L’unica garanzia che Enac richiede è di tipo finanziario: una dichiarazione di almeno due istituti bancari.
Se così sono fatti i bandi degli ultimi aeroporti assegnati, si deve presumere che questo sia lo standard seguito dall’Enac che fra i suoi compiti ha appunto quello di espletare le gare per affidare gli aeroporti alle società di gestione.
Fino a ieri non si è avuta notizia di ricorsi conclusisi con la censura di questo procedimento da parte dei giudici amministrativi, anche perché in caso contrario c’è da presumere che l’Enac avrebbe cambiato le regole del gioco.
I giudici argomentano che non sempre nelle gare d’appalto sono necessarie le capacità tecniche, ma lo sono quando in gioco c’è l’organizzazione di un servizio complesso come quello aeroportuale. I giudici hanno insomma indirettamente detto all’Enac che se fino a quel momento i bandi li ha fatti in quel modo, li ha fatti sbagliando clamorosamente. Come sempre piove sul bagnato: a rimetterci è l’aeroporto di Rimini che di tutto aveva bisogno tranne che di questa nuova doccia fredda.
Le prossime ore ci diranno quale sarà la risposta dell’Enac. È assai probabile che sarà annunciato un ricorso al Consiglio di Stato che sarà chiamato a dire una parola definitiva.
Intanto Rimini si interroga con apprensione sul futuro del proprio aeroporto
14 09 2015 | Rimini | Mauro (Pdl) su Airiminum: ora l'Enac nomini un commissario
Mauro (Pdl) su Airiminum: ora l'Enac nomini un commissario
"Un po' c'è lo aspettavamo, facevamo fatica a comprendere che bastassero pochi spiccioli per prendere in gestione l'aeroporto è soprattutto dopo diversi mesi di gestione non abbiamo visto i soci di AIRIMINUM mettere mano al portafoglio e versare i milioni di euro che avevano sottoscritto".
Comincia così una nota del capogruppo Pdl in consiglio comunale Gennaro Mauro a proposito dell'annullamento, da parte del Tar, del bando di gara Enac e dell'aggiudicazione ad Airiminum.
"Ci attendiamo ora - scrive Mauro - che l'ENAC provveda immediatamente a revocare l'assegnazione alla società AIRIMINUM, e nominare un commissario straordinario per la gestione dello scalo Riminese.
Non si può lasciare all'attuale società la gestione dell'aeroporto Fellini in attesa di un nuovo vincitore, anche alla luce dei risultati di gestione poco lusinghieri che sono, pultroppo, nettamente inferiori a quelli ottenuti dal liquidatore di AERADRIA, Santini.
Prolungare la presenza di AIRIMINUM nella gestione dello scalo, significa pregiudicare definitivamente il futuro dello scalo riminese".