neroTurismo, il sindaco non va dalla Franchini ma dalla commissione "amica"

 

 

Il sindaco Andrea Gnassi fa sapere che il prossimo 2 ottobre non andrà alla seconda commissione convocata dalla grillina Carla Franchini sul tema del turismo. Le ragioni non sono note. O forse sì. Perchè il capo di gabinetto Sergio Funelli nel comunicare l'assenza di Gnassi alla Franchini, aggiunge anche la notizia che il sindaco andrà invece alla quarta commissione, convocata per il 12 ottobre sempre sul tema del turismo. L'unica differenza è che la quarta commissione  è presieduta da un esponente del Pd, Mazzocchi.

Pepata la risposta della Franchina a Funelli: "Come lei sa - scrive - ad ogni mia richiesta di presenza, il Sindaco, per il suo tramite,  ha sempre comunicato di avere precedenti impegni.

A nessuna delle richiesta da me formalizzate ha mai dato nè risposte né conferme e soprattutto mai nessuna disponibilità, nonostante le numerose richieste da me inviate su temi che lo riguardano in quanto titolare di delega.  
E in tutta sincerità ritengo che  questa circostanza sia piuttosto spiacevole perché  in tutto il mandato il Sindaco Gnassi non ha mai avuto tempo e il modo di partecipare ai lavori delle commissioni.

Le chiedo di conoscere quale sia la motivazione per la quale il Sindaco comunica, per suo tramite,  che non sarà presente. E se  la decisione fosse ascrivibile a precedenti impegni le chiedo di conoscere quali siano.  E questa mia richiesta costituisce richiesta di informazioni ex art. 43 comma 3 TUEL.

Tuttavia Le comunico, come avrà già intuito,  che la commissione avrà luogo in ogni caso.

 

La decisione del Sindaco di essere presente in 4° commissione  il 12 ottobre (la quale peraltro si riunisce con eccezionale rarità) è  facilmente intuibile che sia mera conseguenza della convocazione del prossimo venerdì 2 ottobre.
E dunque benché rammaricata per l'assenza del Sindaco per il prossimo venerdì,  sono tuttavia lieta che la convocazione  del prossimo venerdì abbia sollecitato il Sindaco ad affrontare il tema "Turismo",  seppure in altra commissione.
Confido unicamente che siano in tale occasione saranno invitati tutti i rappresentanti delle categorie,  affinché sia loro concesso di esprimersi pubblicamente anche e soprattutto al fine di poter avanzare proposte per la nostra città".

andrea gnassi

10bGrattacieli di Rimini. Magari un’idea per qualche lista elettorale

 

La notizia che il PSC permetterà agli hotel di alzarsi di un piano per liberare spazio a terra, ci permette di tornare su una vecchia idea lanciata qualche anno fa sotto una testata diversa, quando ancora il Piano Strategico era solo una promessa di cui pochi parlavano e ancora meno sapevano qualcosa.

Almeno un esempio di quella tensione a definire una visione futura della città che distingueva il dibattito di allora. Ma ancora più interessante oggi, quando questo slancio sembra ormai appannaggio unico del sindaco Gnassi, mentre chi gli si oppone sembra preferire, nella lotta politica, il suggerimento di vie giudiziarie o solo contabili.

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Da Ariminol, 14 dicembre 2008

“Dauntaun” Rimini, l’ora dei grattacieli.

Non un omaggio a Tom Waits, ma allo spirito riminese. Dopo la Rimini americana degli anni ’80 (da pronunciare Rai-mai-nai) che cercava la sua strada dopo la crisi delle mucillaggini, oggi è probabilmente il tempo di una nuova sfida.

Una provocazione soltanto, da prendere per quello che è, oppure, bontà vostra, una visione. Niente comunque a confronto con gli esercizi di creatività che si praticano all’interno dei gruppi di lavoro del Piano Strategico, come quello del ponte sull’Adriatico per collegare Rimini con la costa slava. E poi, visto che il parco archeologico del quale abbiamo parlato nelle nostre ultime uscite prima della pausa estiva è già entrato nella discussione dei gruppi, ci riproviamo.

Il quadro di riferimento è quello che ormai tutti conosciamo: una lunga serie di hotel sempre più marginali il cui destino, sancita l’impossibilità di trasformarsi in residence, è ormai quasi segnato. Potranno solo provare a prendere la strada di una super specializzazione, provare a trasformarsi in hotel de charme oppure cercare di vendere; anche perché agli accorpamenti, così come sono stati configurati, al momento non sembra crederci nessuno.

L’idea è quella di una downtown riminese, una piccola Manhattan tra la ferrovia e i viali delle regine, con 3 o 4 grattacieli nei quali sarebbero ‘convogliate’ un certo numero di strutture ricettive marginali. Non un accorpamento a due a due, con un guadagno limitato di altezza e cubature, ma 10, 15 o 20 piccoli alberghi che, abbattuti, portino la loro dote di metri cubi nella costruzione di un unico grattacielo.

L’occupazione dello spazio ‘aereo’, l’unico ancora disponibile oltre al mare, produrrebbe in cambio la liberazione di ampi spazi aperti a terra e la possibilità per l’ente pubblico di riattrezzarli a spazi vivibili per tutti. I grattacieli non sarebbero spalmati come torri di avvistamento su tutta la lunghezza del litorale ma concentrati, creando un quartiere turistico di forte impatto e di richiamo, perché pur non essendo in prima fila vanterebbe caratteristiche e servizi di pregio, di nuova concezione, e anche perché - pur così arretrati - si vedrebbe il mare.

Una risposta dunque al rischio di marginalità dei piccoli alberghi che potrebbero decidere di associarsi in una nuova impresa solo costruttiva o anche gestionale (un unico albergo per ogni grattacielo o tanti alberghi nei diversi piani) oppure vendere - a quel punto certi di ricavare un prezzo degno - a un imprenditore o un gruppo di imprenditori che creda nell’operazione, e un’occasione per la città di selezionare al suo interno o di accogliere da fuori una nuova leva di imprenditori che desiderino davvero investire nel settore dell’accoglienza.

Infine un buon pasto per le imprese edili, con la possibilità per l’Amministrazione cittadina di contrattare in cambio anche la desiderata trasformazione del lungomare in uno spazio verde, pedonale, con i parcheggi sotterranei, senza doverlo stravolgere rispetto alle caratteristiche attuali, come accadrebbe adesso se passassero i “progetti di finanza”.

D’altra parte a Riccione, questa riqualificazione, l’hanno pagata solo con un parcheggio sotterraneo.

rossoLe "liaisons dangereuses" di Tirincanti

 

 

C’è qualche turbolenza, nemmeno troppo sotterranea, a Riccione fra il sindaco Renata Tosi e i partiti di centrodestra che fanno parte della sua maggioranza. I malumori, pur con tono felpato, sono stati espressi al Resto del Carlino dalla portavoce di Forza Italia, Licia Fabbri. Nell’intervista la Fabbri annuncia che sabato Forza Italia, la Lega e la Civica di Giovanni Bezzi si ritroveranno per discutere di urbanistica, piano spiaggia, sviluppo delle zone centrali di Riccione. Proprio i temi sui quali si sono appuntanti le critiche del Pd all’amministrazione Tosi.

 

I sommovimenti non sono sfuggiti ad un osservatore attento come Gianni Piacenti, Forza Italia, membro del cda della Fiera e nel recente passato uno dei berlusconiani di punta nella provincia.

“Mi dicono – scrive sul suo profilo Facebook - che a Riccione un’abile regista piddina sia riuscita a fare breccia nel “cuore” di un puro e duro di Forza Italia. Io invece sono certo che l’esperienza maturata in quarant’anni di militanza politica impediscano al nostro di credere sul serio d’essere l’architrave portante dell’attuale maggioranza, anzi sono convinto che luì sia consapevole d’essere stato in alcune occasioni un peso ingombrante.
Non sono le interessate lusinghe che hanno messo il sale sulla coda del nostro. Parafrasando Andreotti, faccio un peccato grave e butto là con nonchalance, un vecchio amore politico ha convinto il nostro che il Partito della Nazione è dietro l’angolo e anche la lista della città è molto vicina”.

 

Posto così, il messaggio è criptico e decifrabile solo dagli addetti ai lavori esperti conoscitori delle beghe di palazzo. Proviamo a decifrarlo. L’abile regista del Pd è Sabrina Vescovi, nota esponente del partito; il puro e duro di Forza Italia è il vice sindaco di Luciano Tirincanti. Il suo vecchio amore politico, che lo sedurrebbe con la prospettiva del partito della Nazione, è il deputato Sergio Pizzolante.

 

“Mi auguro – conclude Piacenti - che gli eletti di Forza Italia siano consapevoli di essere oggi consiglieri di maggioranza unicamente perché Renata Tosi al ballottaggio ha stracciato il candidato delle sinistre.
I convegni che nascono dalle tematiche suggerite recentemente dal Partito Democratico di Riccione danno spazio a fraintendimenti, spero che gli eletti di Forza Italia a Riccione ne siano consapevoli”.

tirincanti

tortora-chiaro

Rimini, la grillina Franchini convoca gli stati generali del turism

 

 

Nella sua veste di presidente della seconda commissione, la grillina Carla Franchini ha convocato una sorta di stati generali del turismo riminese per valutare la stagione appena trascorsa.

L’ordine del giorno che ha posto per la riunione del prossimo 2 ottobre è vasto: risultati della stagione turistica 2015; Flussi turistici e presenze in occasione degli eventi; I comitati turistici: ruolo, eventi, risorse erogate e loro impiego; Proposte per la stagione turistica 2016.

Tra l’altro fino ad oggi sono Riccione e Bellaria, che sono andate molto bene, hanno comunicato i flussi turistici di agosto e il consuntivo dei primi otto mesi dell’anno. Niente è stato comunicato da Rimini, nemmeno è possibile reperire i dati dal sito della Provincia che stranamente è fermo a luglio. Probabilmente riusciremo a saperli nella riunione di venerdì.

Sono stati convocati i presidente di Associazione albergatori, Promozione alberghiera, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, i presidenti dei comitati turistici e i rappresentanti degli operatori balneari. Convocato anche, nelle vesti di esperto, il professor Attilio Gardini.

carla franchini

mattoneScomparsa Guerrina, padre Gratien rinviato a giudizio per omicidio

 

 

 

Padre Gratien Alabi, il religioso congolese di Ca' Raffaello, nell'alta Valmarecchia, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo la procura di Arezzo, infatti, è stato lui ad uccidere Guerrina Piscaglia, una sua parrocchiana, sposata,  che  risulta scomparsa dal maggio 2014.  Il frate, 45 anni,  è stato arrestato il 23 aprile scorso a Roma dove si era trasferito.

 

Il gip del tribunale di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, ha accolto la richiesta di procedere con rito immediato avanzata dal procuratore capo Roberto Rossi e dal sostituto Marco Dioni. Padre Graziano dovrà quindi presentarsi il 4 dicembre davanti alla corte di assise. Intanto, il suo legale  Francesco Zaccheo entro 15 giorni dovrà scegliere se procedere con il rito abbreviato, con eventuale sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

9b

Variante dolce al Trc: l'uomo del MIT ha detto sì. E Riccione esulta

 

 

 

Si può fare. L’ingegner Henry Del Greco, dirigente del Ministero dei Trasporti, interpellato dal Comune di Riccione ha messo nero su bianco che “si potrebbero includere nel percorso varianti di linea in sede promiscua, mantenendo comunque sostanzialmente inalterati i tempi di percorrenza fra le due stazioni capolinea”.

 

Si conclude così la perizia sul Trc che in otto pagine dipana osservazioni e considerazioni che vanno nella direzione auspicata da Riccione: si può scendere con il percorso in quota fino alla sede stradale, gli incroci con il normale traffico possono essere regolati da semafori intelligenti. In questo modo niente più ponti e viadotti e, soprattutto, niente più quel muro di così forte e negativo impatto ambientale. La variante dovrebbe interessare l’ultimo tratto nel territorio comunale di Riccione, ovvero i viali Portovenere, Rimini e dei Mille.

 

“E’ la proposta – spiega il sindaco Renata Tosi - che a suo tempo avevamo presentato al tavolo di coordinamento e che abbiamo sempre ripetuto in ogni occasione utile. Ci è sempre stata bocciata. Una circostanza che ci ha fatto riflettere. Per cui abbiamo fatto un bagno di umiltà e siamo andati a chiedere il parere tecnico ad una persona competente, qualificata e lontana mille miglia dalle polemiche del territorio. Ci ha fatto piacere scoprire che non eravamo matti o illusi. Ci sfidavano affermando che nessuno ci avrebbe messo la firma sulla nostra idea. L’ingegner Del Greco ce l’ha messa. E non è un signor nessuno”.

 

Il parere dell’ingegner Del Greco si basa sul presupposto che i veicoli che saranno utilizzati per il Trc siano regolarmente omologati, quindi adatti alla circolazione su strada ed in grado di essere localizzati attraverso un sistema GPS. Ne consegue che si possono attuare “tutte le varianti piano altimetriche e di quota del percorso, utili per mitigare l’impatto architettonico nel tessuto urbano comunale”. Il sistema dei semafori intelligenti inoltre funziona perfettamente in altre città italiane come Roma, Milano e Pescara-Montesilvano.

 

Secondo l’insegnar Del Greco una variante di questo tipo produrrebbe “una significativa riduzione dei costi di realizzazione (minori infrastrutture) e delle spese di gestione di esercizio, senza impattare negativamente sulla regolarità del servizio pubblico promesso da Trc”. Secondo i calcoli dell’’amministrazione comunale di Riccione il risparmio potrebbe essere di sette/otto milioni di euro.

 

L'origine di tutti i mali? La mancanza di VIA

 

La variante potrebbe risolvere molte criticità che sono presenti perché a suo tempo il progetto non è stato sottoposto a VIA (valutazione di impatto ambientale). “Era stata presentata la domanda – informa l’assessore Roberto Cesarini – ma dalla Regione l’assessore mandò una lettera per dire che il progetto aveva un così scarso impatto che non c’era bisogno del VIA”. Grazie alla varriante, si potrebbe inoltre tornare a pensare ad una linea diretta con l’aeroporto, inizialmente prevista e poi esclusa; si potrebbe pensare ad u collegamento con le Terme.

 

“Questa proposta di variante – insiste il sindaco Tosi – è tutt’altro che ostruzionistica. Non si chiede di cambiare il tracciato. Il percorso rimane nello stesso sedime. È una variante che può approvare Am da sola proprio perché non modifica il tracciato e non comporta un aumento di costi. In questo ultimo anno ne ha approvate e realizzate altre. Volendo, i tempi possono essere veloci, così facendo potremmo avere il Trc per la prossima stagione, invece di questo passo…”

Tutto bello, tutto facile, tutto semplice? Finalmente è stato trovato l’uovo di Colombo che porterà la pace sociale e politica sul Trc? La madre di tutte le battaglie può finalmente andare in archivio con buona pace di tutti? L’invito del sindaco a resettare il passato sarà accolto anche dagli interlocutori? Qui c’è da andare cauti. Il 7 ottobre è convocato il tavolo di coordinamento, con altri argomenti all’ordine del giorno, ma fra le varie ed eventuali Riccione chiederà di esaminare nuovamente la sua proposta di variante. “E’ un tavolo tecnico e mi auguro che si possa ragionare sul piano tecnico. Vorremmo inoltre che anche dalla Regione arrivasse finalmente un approccio libero da pregiudizi. Abbiamo la possibilità di realizzare il Trc con il massimo consenso da parte delle comunità locali interessate. Vogliamo sprecarla?”.

 

Per giocare al meglio questa carta, Riccione si muove a largo raggio. Chiederà di incontrare il ministro Del Rio (“uno dei migliori politici che abbia oggi il nostro Paese”, sottolinea Cesarini), agirà di concerto con il deputato Pd Michele Anzaldi, autore di una interrogazione in linea con le idee e i progetti di Riccione. Il sindaco Tosi fa capire che Anzaldi non è isolato e che la sua mossa è stata concordata anche con forze dell’aerea di centrodestra, anche hanno ritenuto opportuno non firmarla. “Di anomalo in questa vicenda – chiosa il sindaco – c’è solo la reazione scomposta del Pd, questa chiamata a serrare le fila, come se non si potesse fare una libera interpellanza che si aggiunge alle tante che in una legislatura vengono presentate”.

Il punto è convincere Agenzia Mobilità. “Confidiamo sulla ragionevolezza”. E se dirà ancora una volta di no? “Ad una azione segue sempre una reazione”, si limita a rispondere il sindaco.

 

 

trc muro riccione

8bLa svolta di Dreamini: Fiera privatizzata per fare il Parco del Mare

 

 

 

Una svolta davvero radicale. Fino all’altro ieri il Parco del Mare, il nuovo lungomare proposto da Gnassi, era sbrigativamente definito da Bruno Sacchini, presidente di Dreamini, il “Pacco del Mare”, per sostenere che si trattava di fuffa, di propaganda elettorale, di idea irrealizzabile.

 

Nella conferenza stampa di oggi, convocata per esporre le idee dell’associazione sulla politica economica del Comune e sulla privatizzazione della Fiera, Sacchini ha sostenuto al contrario che il Parco del Mare è una proposta certamente utile e necessaria per il futuro turistico di Rimini. Ma il Comune non ha le risorse per realizzarla, tant’è che “vuole scaricare i costi sui privati”. Che fare dunque? Realizzare il cavallo di battaglia di Dreamini: la privatizzazione pressoché totale di Rimini Fiera e la cessione di tutte le altre partecipazioni. Se ne potrebbero ricavare dai 150 ai 200 milioni da investire in opere pubbliche necessarie per il rilancio della città. Una risposta di classico stampo keynesiano rispetto alle prove di sussidiarietà (i cui esiti sono tutti da vedere e sui quali è quindi lecito nutrire dubbi) messe in atto dall’amministrazione comunale.

 

Che Dreamini voglia una dismissione totale delle partecipazioni, a partire dalla Fiera, non è una novità. Lo aveva già dichiarato solennemente in un’altra conferenza stampa di inizio estate. La novità di oggi che i soldi così ricavati dovranno essere utilizzati per il Parco del Mare, che altrimenti è destinato a tornare "Pacco del mare". Novità importante, anche perché intorno al tavolo programmatico allestito da Dreamini si sono seduti i rappresentanti di tutte le realtà (partiti, associazioni, liste civiche) che voglio mandare a casa Gnassi o chi per lui.

 

L’altra novità è che questo nuovo intervento di Dreamini esce dopo la presentazione del bilancio 2014 di Rimini Fiera, che Cagnoni ha indicato come la smentita plateale delle previsioni catastrofiche contenute nel Libro Bianco di Dreamini di un anno fa, e dopo l’avvio della procedura parziale di privatizzazione, sulla base del rapporto di KPMG, l’advisor a cui si sono rivolti Comune, Provincia e Camera di Commercio.

Sul bilancio di Rimini Fiera il commercialista Mario Ferri, vice presidente di Dreamini, non ha nulla di sostanziale da eccepire (“si conferma come la migliore realtà dell’Emilia Romagna”). Pollice verso invece per il bilancio della Società del Palazzo dei Congressi (la proprietaria del Palas) e su Rimini Congressi, la società che detiene il pacchetto di maggioranza di Rimini Fiera.

Ferri ritiene che l’aver messo a bilancio un valore dell’immobile di 101 milioni, il costo storico meno gli ammortamenti, sia sbagliato, perché non tiene conto del fatto che la società, potendo contare solo sull’affitto pagato dalla Fiera e dalle royalties degli albergatori, sarà sempre in perdita. Secondo Ferri la corretta applicazione dei principi di contabilità avrebbe dovuto portare ad una valutazione diversa e si spinge a dire che, stando al codice civile, è un bilancio irregolare. Ferri cita anche la nuova legge sul falso in bilancio, ricordando che costituiscono reato solo fatti materiali e non questioni oggetto di valutazione. Tuttavia cita una sentenza della Cassazione secondo cui l’erronea valutazione non deve superare il limite della ragionevolezza. Ferri si ferma qui, ma poi l’ex consigliere grillino Luigi Camporesi si spinge oltre dicendo che “domani leggendo i giornali i magistrati potrebbero scoprire che hanno qualcosa su cui indagare”.

 

Su Rimini Congressi, Ferri rimarca che l’utile considerevole del 2014 (più di 4 milioni) dipende dal ricavato dei terreni di via della Fiera per l’operazione Acqua Arena. “Dovremo fare un motore immobiliare all’anno per tenere in attivo il bilancio?”, si chiede Ferri. Alla luce di queste considerazioni, anche sul bilancio positivo di Rimini Fiera si stendono molte ombre.

 

Quindi la ricetta è quella indicata: privatizzare, privatizzare. Secondo Dreamini e secondo Filippo Zilli, dell’associazione Vincere per Rimini, che ormai condivide lo stesso percorso, la privatizzazione avviata da Comune, Provincia e Camera di Commercio è in realtà una “ristrutturazione del debito” e come tale poco significativa.

In verità questa “scoperta” delle due associazioni è sempre stata dichiarata. La privatizzazione di cui si sta parlando è infatti partita dal grido di allarme dei soci pubblici (in particolare Provinciae Camera di Commercio) che hanno fatto presente un anno e mezzo fa di non essere più in grado di sostenere il pagamento delle rate del mutuo contratto con Unicredit. Di qui l’incarico a KPMG, di qui la procedura di privatizzazione del 20 per cento. Doveva servire appunto a rendere sostenibile il debito.

fierarimini

mattoneAeroporto. Il sottosegretario: Enac ha agito correttamente secondo le norme

 

 

 

"L'affidamento della concessione di gestione aeroportuale è soggetta ad una specifica disciplina di settore prevista proprio dagli articoli 704 e 705 del Codice della navigazione ed alla stessa, in quanto concessione di servizi, non si applicano le disposizioni del Codice dei contratti, come statuito dall'articolo 30 del medesimo Codice, salvo il rispetto dei principi desumibili dal trattato e dei principi generali relativi ai contratti pubblici che richiedono l'espletamento di gara ed un adeguato livello di pubblicità della stessa. Tale posizione risulta, peraltro, confermata da una consolidata giurisprudenza, sia dei TAR, che del Consiglio di Stato. Ad esempio, al Consiglio del Stato la più significativa è la seguente: sezione V, sentenza 7 gennaio 2009, n.8".

 

La precisazione è del sottosegretario ai Trasporti Umberto Del Basso del Caro che questa mattina alla Camera ha risposto all'interpellanza urgente presentata dalla deputa riminese del M5S Giulia Sarti a proposito della sentenza del Tar che ha annullato il bando Enac che ha visto vincitrice Airiminum.

 

Del Basso del Caro ha quindi sottolineato che “la scelta dei requisiti di ammissione, di aggiudicazione della gara e la loro effettiva modulazione nell'ambito del bando e del disciplinare rientrano nell'ambito di valutazioni di natura esclusivamente tecnica di competenza propria dell'Enac, nel suo ruolo istituzionale di Autorità nazionale per l'aviazione civile e di gestore del demanio civile aeronautico”. E le norme prevedono che nelle gare si possono prendere in esame in sede di gara le capacità professionali e di capacità economico-finanziaria, in seguito, con la procedura di certificazione, le capacità tecniche.

Il sottosegretario ha quindi concluso: “L'ente ha operato nel quadro delle norme sopra indicate che prevedono l'accertamento da parte dell'Enac dei requisiti tecnici successivamente all'aggiudicazione della gara.
Peraltro, allo stato attuale, pur prendendo debitamente atto dellasentenza del TAR di Bologna sulla questione, si precisa che la stessa non risulta ancora notificata all'ente che ha fatto presente l'intendimento, non appena detta sentenza verrà notificata, di voler proporre appello al Consiglio di Stato con contestuale richiesta di sospensiva.
Conseguentemente, tenuto conto del diverso orientamento giurisprudenziale sopra indicato e ritenuto che nelle more della notifica e dei termini utili ad ottemperare, possa intervenire il pronunciamento del Consiglio di Stato sull'istanza cautelare, si ritiene necessario attendere lo stesso al fine di consentire una compiuta valutazione delle questioni, anche alla luce del parere dell'Avvocatura dello Stato, già costituita in giudizio di primo grado in difesa di ENAC.”

 

L’on. Sarti ha replicato che “il problema però che si pone è chi controlla l'Enac" ed ha ricordato i rapporti pregressi di amicizia fra il presidente Enac Vito Riggio e la presidente di Airiminum Laura Fincato.

7b

Aeroporto, Airiminum: restiamo noi a gestirlo. Il 2015? Deludente ma abbiamo guadagnato

 

L’aeroporto di Rimini resta aperto e a gestirlo, fino a quando non si pronuncerà il Consiglio di Stato, sarà la società Airiminum. E se malauguratamente il Consiglio di Stato dovesse dare ragione al Tar dell’Emilia Romagna, Enac avrà la possibilità di tenere comunque aperto l’aeroporto, in attesa di un nuovo bando. Lo dice l’amministratore delegato di Airiminum Leonardo Corbucci che, insieme alla presidente Laura Fincato, oggi ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione dopo la “doccia fredda” della scorsa settimana quando il Tar ha annullato il bando dell’Enac che ha visto vincitrice la società Airiminum.

 

Una conferenza stampa un po’ nervosa (con scambi di frecciatine fra Corbucci e giornalisti) e un po’ surreale, con l’acqua che pioveva dal soffitto a conferma di quello che Fincato ha definito un aeroporto “sgarrupato”.

 

La doccia fredda è stata tale anche per i vertici di Airiminum che proprio non se l’aspettavano, visto come erano andati i precedenti ricorsi. Sia Corbucci che Fincato hanno evidenziato che il Tar ha annullato il bando, non ha avuto niente da eccepire su Airiminum, sulla sua proposta, sui suoi comportamenti. Una sottolineatura più volte ripetuta e volta a sgomberare il campo dalle voci e dai gossip che perdurano su presunte irregolarità in cui sarebbe coinvolta anche la società. Questo il senso delle dichiarazioni: noi abbiamo partecipato al bando predisposto da Enac, abbiamo vinto, abbiamo fornito in seguito le necessarie certificazioni in materia di persone e beni, quindi abbiamo cominciato la gestione dell’aeroporto; il nostro comportamento è stato in tutti i passaggi corretto. “Il Tar – afferma Corbucci – ha lamentato il mancato requisito di una precedente esperienza aeroportuale. Ma nessuno dei quattro soggetti partecipanti, compreso il Consorzio che ha fatto ricorso, era in possesso di tali requisiti, proprio perché non richiesti. Partecipando al bando, il Consorzio lo sapeva, e allora perché ha fatto ricorso dopo, a procedura conclusa?”. Il ricorso, al Consiglio di Stato, adesso lo presenterà Airiminum, e si aggiungerà a quello già annunciato da Enac.

 

“Siamo fortemente preoccupati – ha detto Fincato – e le nostre sono le stesse preoccupazioni del territorio. Speriamo che i ricorsi si definiscano in tempi veloci. Chiediamo al territorio di continuare a sostenere ciò che ha sempre detto: che l’aeroporto è una infrastruttura fondamentale per la comunità locale e che quindi deve restare aperto. Credo che Enac farà la propria parte”.

 

Il discorso è caduto inevitabilmente sui risultati per nulla soddisfacenti della prima gestione estiva di Airiminum: nei mesi di luglio e agosto, come ha comunicato ieri Enac, sono 69.122 passeggeri. La linea di difesa dei vertici di Airiminum corre su binari abbastanza prevedibili: siamo arrivati e abbiamo trovato un aeroporto chiuso, una società fallita, con tutte le conseguenze giudiziarie che si conoscono; siamo entrati il 1 aprile quando i giochi per la summer season erano già fatti; abbiamo pagato il prezzo della crisi del rublo e delle turbolenze fra Russia e Ucraina; siamo dovuti intervenire per riportare a Rimini voli che erano finiti ad Ancona, non sono quindi ammissibili confronti con la gestione di Renato Santini.

“Quindi anche se non c’è nulla di cui vantarsi riguardo ai numeri raggiunti, i conti sono in ordine e anzi abbiamo anche guadagnato”, ha sottolineato Corbucci. Nessun sbilanciamento a fare previsioni o auspici per il 2016.

 

L’amministratore delegato ha quindi affermato che gli azionisti hanno sottoscritto circa 3,7 milioni, dei quali versati 1,7. Capitale ancora tutto in cassa, vista la gestione in attivo.

E l’immediato futuro? I vertici di Airiminum, pur confermando che tutto procede secondo i programmi stabiliti, non hanno nascosto le difficoltà commerciali del momento: è fatica far capire alle compagnie che l’aeroporto resta aperto e funzionante. Con la firma dell’accodo dell’Enac sul passaggio dei beni, adesso potrà essere compiuta anche l’ordinaria manutenzione, compresa la centralina elettrica che da cinque anni aspetta di essere messa a norma. Un investimento da 80/90 mila euro. In assenza della firma dell’accordo con l’Enac, Airiminum si è beccata anche una denuncia penale per aver sistemato il parcheggio.

 

Per investimenti più consistenti si aspetteranno probabilmente la risposta del Consiglio di Stato e la firma del decreto interministeriale per le gestione totale di 30 anni. La firma era attesa entro l’anno, ma la pendenza giudiziaria quasi certamente la farà slittare.

Aeroporto Rimini-Miramare

mattone 210Trc: il Pd contesta il sindaco ma un suo deputato lo sostiene

 

 

 

La realtà supera sempre la fantasia. Mentre il Pd di Riccione è impegnato ogni giorno a contestare le iniziative del sindaco Renata Tosi, dirette ad ottenere qualche cambiamento nel progetto del TRC, un deputato dello stesso partito, eletto nella circoscrizione dell'Emilia Romagna, presenta un'interrogazione al Ministero del Trasporti per chiedere una variante di minor impatto ambientale dell'opera.

 

Partiamo dal primo fatto. Il Comune ha affidato all'ingegner Del Greco, dirigente del Ministero dei Trasposrti, una consulenza per avere un suo parere sulla proposta di variante tecnica al tracciato dell'infrastruttura del TRC che i tecnici del comune di Riccione hanno prodotto per evitare che la città venga devastata da un muro di cemento armato. Non solo, obiettivo della proposta è anche quello di ridurre per oltre 7 milioni di euro i costi di realizzazione dell'opera, mantenendone funzionalità, prerogative e limiti di sicurezza imposti dal CIPE. Una consulenza che al Comune costerà 7,5 mila euro.

 

"Gridano gli smemorati di Collegno del Pd - si legge in una nota del Comune - che non ricordano per nulla che la precedente amministrazione, quella "indiana", aveva richiesto ed autorizzato ad AM spese per studi di fattibilità di una revisione progettuale finalizzata ad una ipotetica variante Riccione, per un importo pagato di €.60.000,00 (a fronte di €.200.000,00 preventivati). Variante tristemente abortita perché era stata ritenuta incompleta ed inadeguata. Senza dimenticare che la stessa AM ha appena definito l’affidamento di un incarico esterno di progettazione delle nuove pensiline per un importo di €.100.000,00 euro".

 

"Non smetteremo di credere - dichiara il sindaco Renata Tosi - che una soluzione convincente che eviti a Riccione questo sfregio permanente sia ancora possibile.

Abbiamo adesso la possibilità di poter richiedere un valido e affidabile parere ad un esperto, credibile e istituzionalmente riconosciuto che valuti pienamente la nostra tesi.

Visto che ormai tutta la città ha pienamente compreso quali e quanti saranno i danni che il Trc recherà alla città e alla sua economia, mi aspetterei da parte dell'opposizione, tutta, un atteggiamento più responsabile e meno ideologico o di parte. Noi continueremo a stare dalla parte degli interessi della città. Delle sterili polemiche non ne sentiamo assolutamente il bisogno ne' l'utilità".

 

E mentre il Pd di Riccione contesta queste iniziative della Tosi, un suo parlamentare, Michele Anzaldi, presenta un'interrogazione per sostenere che per il Trc sarebbe preferibile una tecnologia come la semaforizzazione automatizzata, meno impattante e più economica.

“Nei territori di Rimini e Riccione – si legge nel testo – è in corso di realizzazione il collegamento diretto delle due Stazioni ferroviarie chiamato Trasporto Rapido Costiero tramite una linea filoviaria della lunghezza di circa dieci chilometri su infrastruttura, dedicata, in affiancamento ai binari dei treni. La città di Riccione da questa citata opera vede il proprio paesaggio urbano fortemente segnato dal punto di vista dell’impatto ambientale. Vi sono progetti già segnalati all’attenzione del ministero che prevedono la possibilità di sostituire i viadotti con la tecnologia della semaforizzazione automatizzata con prevalenza alla linea pubblica per risolvere il nodo dell’intersezione viaria garantendo sostanzialmente inalterati i tempi di percorrenza. La suddetta variante “non necessita dell’utilizzo di ulteriori aree e soprattutto non richiede l’attribuzione di nuovi finanziamenti, anzi consente anche una riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione, mitigandone anche l’impatto dal punto di vista ambientale e paesaggistico”.

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