Mercoledì, 09 Novembre 2022 15:27

9 novembre

Terremoto | Apre Ecomondo | Stelle Michelin

Una scossa di magnitudo 5.7 è stata registrata questa mattina, verso le 7,07 circa al largo della costra tra Pesaro e Fano. Insieme alla seconda di 4.0, è stata percepota nitidamente anche nel riminese. Risveglo all'insegna della paura soprattutto nei piani più alti dei palazzi.

Il comune di Morciano, attraverso la sua pagina Facebook, ha riferito di essere "già all'opera per verificare scuole ed edifici pubblici. Allo stato non si segnalano danni".

Le scuole di Rimini saranno regolarmente aperte. "A seguito della scossa di terremoto registrata questa mattina con epicentro sulla costa pesarese e chiaramente avvertita anche nel riminese, l’Amministrazione ha subito disposto i controlli tecnici previsti per questa fattispecie di avvenimento su tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio comunale. I controlli, ad opera dei tecnici comunali e di Anthea, proseguiranno per tutta la giornata. Le scuole saranno regolarmente aperte", spiega l'amministrazione attraverso i suoi canali social.

A causa della scossa la linea ferroviaria Ancona-Rimini è stata sospesa e molti treni registrano ritardi.

Martedì, 08 Novembre 2022 19:23

Riccione, arrivano i campioni del nuoto

(Rimini) Tutto pronto allo Stadio del Nuoto di Riccione per il Campionato Italiano Assoluto Invernale “Frecciarossa” FIN che si disputa in vasca corta. Lo staff della Polisportiva Riccione è ancora una volta protagonista delle gare nazionali di nuoto più attese, organizzate con la massima professionalità e con la piena fiducia della Federazione Italiana Nuoto, che ha fatto dell’impianto natatorio della Perla Verde la sua seconda casa.
Nelle corsie dell’impianto di Riccione i campioni Azzurri si giocheranno l’accesso ai Mondiali di Melbourne, in Australia, dal 13 al 18 dicembre prossimi. Obiettivo: battere i tempi limite fissati dalla Federazione Italiana Nuoto. Insieme ai big, anche tantissimi altri atleti: per la precisione 458 (239 maschi e 219 femmine) saranno quelli che prenderanno parte alle gare in programma giovedì 10 e venerdì 11 novembre. Saranno 117 invece le società presenti, con ben 1.049 presenze gara. Numeri di assoluto rilievo, anche senza le staffette. L’impianto natatorio rimarrà chiuso al pubblico da mercoledì 9 a venerdì 11 novembre e riaprirà regolarmente sabato 12.

(Rimini) Ha preso avvio formale l'intesa istituzionale tra Rimini e la Repubblica di San Marino per l'elaborazione di un piano strategico condiviso che, per la prima volta nella storia delle relazioni di contiguità territoriale tra la più antica Repubblica del mondo e la città di Rimini, stabilirà una serie articolata di progetti sinergici e di collaborazioni.

Questa mattina si è insediato ufficialmente il Comitato Promotore istituzionale, ovvero il tavolo di lavoro dell'organo di governance politico preposto all'attuazione dell'Intesa, dando così il via formale e operativo all'accordo senza precedenti tra Rimini e la Repubblica di San Marino siglato nel luglio scorso.

Nella sede del Comune di Rimini, alla presenza del Sindaco Jamil Sadegholvaad, dell'Assessore allo sport e patrimonio Moreno Maresi, del capo di gabinetto Riccardo Fabbri, del Segretario generale del Comune di Rimini Diodora Valerino e della delegazione dei Segretari di Stato della Repubblica di San Marino composta dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, per la Cooperazione Economica Internazionale e le Telecomunicazioni, Luca Beccari, il Segretario di Stato per la Sanità, la Sicurezza Sociale, l'Innovazione Tecnologica e gli Affari Politici Roberto Ciavatta, il Segretario di Stato per il Lavoro, la Programmazione Economica, lo Sport e i Rapporti con l'AASS Teodoro Lonfernini, il Segretario di Stato per l'Istruzione e la Cultura, l'Università e la Ricerca Scientifica, le Politiche Giovanili, Andrea Belluzzi, il Segretario di Stato per l'Industria, l'Artigianato e il Commercio, la Ricerca Tecnologica, la Semplificazione Normativa, Fabio Righi, si è dato il via ai lavori del tavolo che darà attuazione alla pianificazione e che è costituito da otto membri politici - in rappresentanza paritetica della Repubblica di San Marino e del Comune di Rimini – competenti per materia, a seconda dei temi trattati.

L'insediamento del tavolo di lavoro è stato anche l'occasione per fare il punto sui temi prioritari da trattare negli ambiti di concertazione per impostare il percorso della pianificazione strategica: dagli obiettivi da sviluppare nel medio-lungo termine, come quelli legati alle politiche infrastrutturali e sanitarie, alla riqualificazione ambientale ed energetica, a quelli da sviluppare nel breve-medio periodo come quelli legati ai temi dello sport e degli eventi sportivi, che già da tempo vedono le realtà di Rimini e della Repubblica di San Marino fare "squadra", o quelli legati al turismo e agli effetti del caro energia che hanno un forte impatto sul territorio, soprattutto per le imprese e le attività economiche.

Oggi parte dunque ufficialmente quel percorso di sviluppo all'insegna di una fase nuova e in un'ottica sostenibile che vedrà come prossimo step l'avvio dei lavori dei board tecnici e dei focus group costituiti da tecnici competenti sui vari temi trattati che si riuniranno periodicamente per ciascun ambito tematico in grado di avere un impatto di livello interterritoriale e intersettoriale: da infrastrutture, trasporti e logistica, a transizione ecologica, cultura, sviluppo economico, turismo, sport e benessere.

Martedì, 08 Novembre 2022 19:02

Sanità: buco in bilancio per la Regione

(Rimini) Dai bilanci preventivi 2022 delle Ausl emiliano romagnole "emerge un buco di 838.004.875 euro. Le Ausl hanno incrementato del 4-500% il proprio indebitamento rispetto alle previsioni dell’anno scorso. Dati alla mano ho chiesto alla Giunta che chiarisca per i cittadini qual è il piano di rientro o se il fantasma del commissariamento che aleggia sulla sanità diventerà realtà". Lo rende noto la consigliera regionale di Forrza Italia, Valentina Castaldini.

"Quando si parla di buco di bilancio c’è sempre scalpore, è inevitabile, ma oggi durante l’Assemblea Legislativa mi sono voluta soffermare sui numeri di questo clamore perché i dati sono i miei interlocutori principali e perché evidentemente qualcosa a tirare le somme non torna, oppure torna ma che allora la Giunta Bonaccini ci spieghi cosa sta accadendo. Perché? Facile, la mia preoccupazione è che i servizi eccellenti, di cui ci siamo sempre giustamente fatti vanto, vengano erogati senza disservizi, ritardi o nella peggiore delle ipotesi annullamenti degli stessi. La cura delle persone e dei propri bisogni deve restare il faro della nostra politica. Al di là dei conti con la calcolatrice, che oggi non ci lasciano tranquilli", ribadisce Castaldini.

"Se nel 2021 i bilanci preventivi delle Ausl emiliano romagnole erano in negativo di 319 milioni di euro, oggi il buco di bilancio è di 838.004.875 euro. Le Ausl da Piacenza a Rimini hanno deliberato i bilanci preventivi a fine ottobre, quindi, con dieci mesi di prestazioni già erogate e con aziende sanitarie che hanno incrementato del 4-500% il proprio indebitamento rispetto alle previsioni dell’anno precedente. Quello che ho portato oggi in consiglio non è l’indignazione a spot, perché i numeri fanno sempre saltare sulle sedie, ma quello che le Ausl hanno dichiarato. Dati alla mano che ho narrato, anzi li ho semplicemente riportati come tali".

Castaldini si dichiara "davvero preoccupata per la tenuta del sistema, ci sono voci sempre più insistenti di un possibile commissariamento, circolano nelle corsie degli ospedali, nei corridoi di questa Giunta, e anche a Roma. Se nel 2021 il bilancio preventivo in rosso è stato, a fatica, portato in pareggio nella fase del bilancio consuntivo con fondi straordinari statali e pay-back farmaceutico. Cosa accade adesso? Oggi ho chiesto semplicemente che la Giunta ci metta al corrente del piano di rientro, che sicuramente il Governo precedente aveva già richiesto, o se arriverà il commissariamento, perché è giusto che vengano tutelati i bisogni dei cittadini".

 

Martedì, 08 Novembre 2022 18:54

Eolico, la contrarietà di Italia Nostra

(Rimini) Questa mattina la sezione riminese di Italia Nostra ha inviato formalmente le proprie osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica contrarie alla realizzazione del progetto per centrale eolica offshore "Rimini" antistante la costa tra Rimini (RN) e Cattolica (RN), attualmente in fase di Valutazione di Impatto Ambientale. 

"Una conferma dell'orientamento che - ha detto la Presidente Alessia Gattei - la nostra associazione, prima tra le tante, ha avuto fin dal maggio del 2020 quando prese avvio l'esame della richiesta avanzata dalla società Energia Wind 2020 srl e che ora, dopo l'esame dell'imponente documentazione a corredo, ci sentiamo di confermare pienamente. Tante e diverse le motivazioni che dopo la lettura della Relazione Paesaggistica e dei rispettivi allegati ci spingono alla contrarietà ad un progetto che andrebbe in modo irreparabile a stravolgere il nostro territorio e il nostro paesaggio. Un bene che, vogliamo ribadirlo con forza, non è "un accessorio" della qualità della vita delle persone, ma è la sua stessa essenza per una vita migliore, un valore così irrinunciabile da essere tutelato dall'articolo 9 della nostra Carta costituzionale che lo pone tra le fondamenta della nostra collettività." 

"In considerazione di quanto riportato sopra, emerge che la completa non visibilità di un impianto eolico con fondazione fissa costituito da turbine di sempre maggiore dimensione, risulta una condizione non realizzabile nei nostri mari", non lo dice Italia Nostra, spiega l'associazione, "ma gli stessi estensori della Relazione paesaggistica quando a pag. 139 concludono la propria analisi sull'impatto visivo dell'impianto. Del resto basta guardare le mappe per accorgersi che le piattaforme oggi esistenti e perfettamente visibili dalla riva saranno alla stessa distanza dalla costa dei primi aerogeneratori, con la differenza che questi ultimi saranno sette volte più alti e in numero ben maggiore". 

Per Italia nostra "è indubbio che la realizzazione di 51 aerogeneratori di 6,45 MW di potenza ciascuno con un'altezza massima dal medio mare compresa in un range di 210/220 m che arriva a 300 conteggiando l'altezza di 90 m. di ciascuna pala, posti a una distanza minima dalla costa varia da 6 Mn (11,2 km) a 9,5 Mn (17,6 km) a seconda delle alternative proposte, è un ecomostro che sarà visibile da terra, e non solo dal litorale. La domanda conseguente è solo una: può convivere una località turistica che fa del rapporto con l'ambiente il proprio assioma con un impianto industriale? Potrà continuare Rimini, che nel comparto turismo è dopo Bolzano la prima provincia in Italia per Pil turistico pro capite calcolato in oltre 3,5 miliardi di euro due terzi dei quali di valore diretto e un terzo sull'indotto, continuare a mantenere nei confronti dei propri competitor nazionali ed esteri la propria posizione d'assoluta eccellenza?".  

La risposta per Italia nostra "è NO! e deve essere chiaro che chi si assumerà la responsabilità, anche solo di non contrastare, la realizzazione di questo ecomostro, avrà anche la responsabilità di quegli effetti conseguenti verso le generazioni presenti e future ma anche di mettere in discussione la visione che da ormai due secoli guida la nostra collettività, ovvero l'amore per la natura e per il mare che dal 1843 fu il principio ispiratore della nascita del turismo balneare. Un benessere materiale e spirituale come quello che ancora la spiaggia riminese sa offrire in ogni stagione legando natura e uomo e che la brutale presenza di 51 aerogeneratori alti fino a 300 metri snaturerebbero per sempre". 

"Siamo sicuri che queste promesse contenute nel progetto – non ultime quelle relative agli investimenti stratosferici - saranno attentamente sottoposte a verifica nel momento di decidere della concessione del nostro mare a favore di privati. Italia Nostra rimane fortemente contraria per le ragioni espresse alla sua realizzazione e chiede di negare la concessione richiesta per l'impatto negativo che avrà attraverso la compromissione del paesaggio e della sua attrattività su tutta l'economia del territorio". 

Su sollecitazione di qualche amico e poiché seguo ancora le vicende di Banca Popolare Valconca, sia come socio, sia come ex-amministratore (2017-2019), provo a rispondere, basandomi su qualche semplice ragionamento di economia aziendale, alle considerazioni svolte su “La Piazza” per ben due volte dall’ex-presidente Giuseppe Vanzini.

Vanzini sostiene, in parole povere, che il valore fissato per il concambio dall’esperto nominato dal Tribunale è un valore inaccettabile (e quindi si dovrebbe votare contro la fusione) poiché troppo modesto e penalizzante per Banca Popolare Valconca. Egli sostiene tutto questo basandosi unicamente sui dati di bilancio e su una valutazione che, in termini accademici, da un lato chiameremmo di patrimonio netto contabile (il patrimonio così come risultante dal bilancio), dall’altro, di patrimonio netto tangibile (il valore dei cespiti, immobiliari e non). Sul valore al metro quadro delle sedi di proprietà inviterei Vanzini a fare qualche riflessione su sedi storiche, a Rimini, come a Riccione, in zone centralissime, occupate in passato da banche e a lungo tempo rimaste (più d’una lo è ancora) desolatamente sfitte e inutilizzate.

Ma parliamo di patrimonio netto contabile che, pur significativamente “asciugato” dagli effetti della visita ispettiva di Bankitalia nell’autunno scorso, sarebbe, secondo Vanzini, la vera controprova di una sottovalutazione e di una svendita della banca: paragonando infatti i due patrimoni, quelli dell’incorporante (BPL attraverso Blu Banca) e dell’incorporata BPV, e facendo, quindi, la fotografia istantanea dei due valori, emergerebbe una disparità intollerabile.

È la legge del buon senso e delle buone prassi, prima ancora dei principi contabili, quella che indica nella continuità aziendale il requisito fondamentale per qualunque tipo di impresa, e quindi anche per BPV, per la prosecuzione dell’attività attraverso un capitale di funzionamento adeguato, che mostri che la banca è in grado di produrre ricavi e utili. Il che pare francamente impossibile in assenza di un qualunque piano industriale che, come Vanzini riconosce, tutti i CdA che si sono succeduti dal 2017 in poi, non solo su sollecitazione di Banca d’Italia, non sono riusciti a fare. Purtroppo, l’unico è stato presentato in forma di proposta aggregativa da Banca Popolare del Lazio e con essa si devono fare i conti. Una banca non va avanti perché ha in pancia una partecipata, CSE, che, per ora, è molto profittevole; se il mercato del credito va consolidandosi, con fusioni sempre più numerose, un motivo deve pur esserci, compreso il fatto che esternalizzare alcune funzioni, in tempi di digitalizzazione spinta e dimensioni sempre più grandi, non è detto convenga ancora. Ad ogni modo l’ipotesi che il marchio sopravviva alla banca è tutt’altro che remota e fantascientifica, come più volte avvenuto in Italia nel corso di questi anni e quindi non vedo fondata l’obiezione.

Pertanto, valutare BPV sulla base del valore di mercato delle sedi sotto il profilo immobiliare, e della partecipazione CSE, senza alcun legame logico tra questi valori, significa dimenticare che il business bancario consiste nell’intermediazione creditizia e nella vendita di servizi, proiettata in un futuro che offra una strategia credibile. Strategia che il patrimonio di BPV non consente. Non lo consente perché il patrimonio di Vigilanza è sceso troppo e non è immaginabile che qualcuno, senza alcuna prospettiva di piano industriale, effettui iniezioni di liquidità solo per essere in pari con i requisiti patrimoniali: occorre un capitale di funzionamento adeguato a produrre, in prospettiva, ricavi e reddito. Ma questo patrimonio non c’è ed è evidentemente da questo che discende la valutazione fatta dal perito nominato dal Tribunale. D’altra parte, la conseguenza di un voto contrario sarebbe un probabile commissariamento da parte di Banca d’Italia, vicenda da non augurarsi anche perché per certo sparirebbe proprio il marchio. Da ultimo, come avrebbe ricordato il mio Maestro, prof.Giampaoli, valutare un’azienda, così come una banca, nel modo che invita a fare Vanzini, significa adottare un’ottica di liquidazione, ovvero proprio quella che egli dice di voler evitare.

Alessandro Berti, professore associato di tecnica bancaria e finanza aziendale presso la Scuola di Economia dell’Università degli Studi di Urbino

Martedì, 08 Novembre 2022 10:48

8 novembre

Pnrr, rincari in vista | Eolico, parco o mostro? | Il meccanico di Bagnaia

(Rimini) Il mondo della Green Economy torna a darsi appuntamento a Ecomondo e Key Energy, i saloni di Italian Exhibition Group dedicati, rispettivamente, all’economia circolare e alle energie rinnovabili. L’appuntamento è da domaninel quartiere fieristico di Rimini. Con oltre 1.400  brand espositori, una superficie di 130mila metri quadri, oltre 30 delegazioni e oltre 600 top buyer provenienti da 90 Paesi, grazie alla sinergia con Agenzia ICE e Ministero degli Affari esteri, le due manifestazioni porteranno in fiera le novità tecnologiche dei diversi mondi dell’economia circolare e delle fonti rinnovabili.

Nel calendario dei 160 eventi, curati con la supervisione dei comitati tecnico scientifici delle due manifestazioni diretti dal professor Fabio Fava dell’Università di Bologna (per Ecomondo) e dall’ingegner Gianni Silvestrini direttore del Kyoto Club Italia (per Key Energy), ben 32 sono targati Commissione europea, attraverso sue agenzie operative come la European Research Executive Agency (REA) o European Mission A Soil Deal for Europe o, ancora, CINEA.
 
Ecomondo e Key Energy 2022 si apriranno domattina alle 10.30 nella Hall Sud, con una cerimonia inaugurale cui parteciperanno il Presidente IEG Lorenzo Cagnoni, il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, e Irene Priolo, Vice Presidente e Assessore all'Ambiente, Transizione ecologica e contrasto al cambiamento climatico della Regione Emilia-Romagna: verrà data lettura del messaggio inviato dal Ministro per l’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che sarà poi presente fisicamente alla manifestazione nella giornata di venerdì 11 novembre.

A seguire, via ai lavori dell’11ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dedicata, quest’anno, alle sfide che la transizione ecologica impone alle imprese italiane, anche alla luce degli alti costi dell’energia, delle materie prime e della crisi climatica. Durante la giornata verrà presentata anche la Relazione 2022 sullo stato della Green Economy in Italia, dalla quale emerge come il 62% delle imprese veda nell’attuale periodo storico maggiori ragioni per intraprendere un percorso di transizione ecologica , vista come opportunità strategica. Dalla ricerca emerge, inoltre anche una chiara richiesta di maggiore informazione, perché ben il 60% degli imprenditori intervistati dispone di un livello di conoscenza ritenuto generico e un altro 5% del tutto carente; solo il 35% pensa di avere un buon livello di conoscenza.

Nell’ambito della prima giornata di Key Energy si terrà invece il convegno Scenari energetici dirompenti per l’Italia, che vedrà la presenza, tra gli altri, di Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico Key Energy, Gilberto Dialuce, Presidente ENEA, Andrea Ripa di Meana, Amministratore Unico GSE e Francesco La Camera, Direttore Generale IRENA. Durante l’evento sanno presentati i dati dello studio commissionato ad Elemens , che traccia alcuni dei possibili nuovi scenari energetici per l’Italia, alla luce dei nuovi obiettivi europei al 2030, degli alti prezzi dell’energia, a seguito della guerra in Ucraina, destinati a rimanere più elevati nel breve-medio termine rispetto al passato, come evidenziato dalla ricerca degli Stati Generali.

Lunedì, 07 Novembre 2022 15:27

Città green, Rimini in undicesima posizione

(Rimini) Rimini conferma le prestazioni positive degli ultimi anni e resta tra le città ecologicamente più virtuose del Paese, appena fuori la top ten. E’ il risultato che emerge dalla 29esima edizione del rapporto Ecosistema urbano di Legambiente pubblicato oggi su Il Sole 24 Ore, che ogni anno fotografa le performance delle 105 città capoluogo di provincia d'Italia sulla base di 18 indicatori raggruppati in cinque macroaree (aria, acqua, ambiente, rifiuti, mobilità). Nell’ultima rilevazione, riferita al 2021, Rimini eguaglia il risultato ottenuto nel rapporto precedente piazzandosi in undicesima posizione e consolidando dunque la crescita registrata negli ultimi anni (era 50esima nel 2010). Tra i capoluoghi emiliano romagnoli, meglio di Rimini solo Reggio Emilia (4°) e Forlì (8°).

A determinare l’ottima posizione di Rimini su scala nazionale alcuni valori ormai consolidati: il capoluogo è quarto in Italia per l’estensione delle isole pedonali (con 2,062 mq pedonalizzati per abitante contro 1,1 mq nel 2020), così come svetta (11°) per uso efficiente del suolo, indicatore del livello di urbanizzazione rispetto al numero di residenti. In linea con lo scorso anno anche il dato relativo all’utilizzo del solare termico e fotovoltaico, che vede Rimini in 21esima posizione in Italia con 8 Kw su edifici pubblici ogni mille abitanti. Si confermano anche le buone performance nell’ambito della mobilità, nel 2021 ancora condizionato dalle conseguenze della pandemia da Covid: bene l’offerta di trasporto pubblico (22° per chilometri percorsi annualmente dal complesso di mezzi per numero di abitanti) e il numero di passeggeri (19°). Cresce anche l’offerta di piste ciclabili sul territorio (16,4 metri ogni 100 abitanti), mentre resta stabile il tasso di motorizzazione (62,5 auto ogni 100 abitanti).

Rimini risulta tra le realtà più positive anche rispetto all’acqua, uguagliando i risultati per la ridotta dispersione della rete idrica (18esima per minor differenza tra acqua immessa in rete e consumata per usi civili, industriali, agricoli) e per l’elevata capacità di depurazione (95%, 47° posizione). Trend in linea con gli altri anni per la qualità dell’aria (PM10), con Rimini che registra un livello medio di concentrazione annua di 28 ug/mc, così come sono nella media dei livelli nazionali i dati su livello di ozono. Si confermano anche alcune vulnerabilità, legate in particolare alla dimensione di città turistica. In primis la produzione di rifiuti urbani, dove Rimini si conferma al 100esimo posto, così come sul fronte dei trasporti, si conferma anche l’elevato tasso di utenti della strada coinvolti in incidenti (7,9 ogni mille abitanti).

“La fotografia scattata dal rapporto annuale di Legambiente fornisce degli elementi utili per compiere un’analisi di quanto fatto finora e soprattutto per orientare le nostre azioni per l’immediato futuro – commentano il sindaco Jamil Sadegholvaad e l’assessora alla transizione ecologica Anna Montini – La classifica infatti, pur nell’impossibilità di fornire un’analisi esauriente e dettagliata, dà forza ad alcuni asset di sviluppo su cui abbiamo orientato l’azione amministrativa: si pensi agli spazi riqualificati e rinaturalizzati per essere riconsegnati alla città con nuove funzioni, così come all’attenzione per una mobilità alternativa e complementare a quella delle auto. Asset che trovano una sintesi e la massima espressione nel progetto del Parco del Mare, che sta contribuendo a rivoluzionare non solo l’immagine del waterfront ma a cambiare il modo di approcciarsi e di vivere gli spazi urbani. Il percorso è già tracciato, ma il contesto attuale, con la crisi energetica che ha congelato la ripresa e gli allarmi per un’emergenza climatica che si fanno sempre più insistenti, ci obbligano a investire con ancora maggior convinzione su alcune delle direttrici che già abbiamo individuato da tempo, per una città più green, sostenibile e più a misura d’uomo e delle rinnovate esigenze di chi la abita. Questo si traduce concretamente nell’impulso alla riforestazione della città, con l’obiettivo di aumentare del 30% il patrimonio di alberi oggi esistente attraverso investimenti pubblici e privati. E ancora, proseguire in una mobilità che tenga conto delle diverse esigenze di chi si sposta in città, allontanando il traffico di attraversamento dalle zone centrali e turistiche, ampliando le “zone 30” e le zone a traffico limitato. Significa anche incentivare l’uso di energia da fonti rinnovabili: in questo senso stiamo lavorando attraverso gli strumenti urbanistici per favorire l’installazione di pannelli fotovoltaici per le aree private e pubbliche e la creazione di comunità energetiche. Questo, però, nella consapevolezza che la trasformazione delle città in chiave sostenibile passa sì dalle scelte dei Comuni, ma queste devono necessariamente essere sostenute da politiche serie e chiare su scala nazionale”.

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