(Rimini) E’ stata firmata oggi la lettera d’intenti che rappresenta la prima pietra del progetto “Città Romagna” per valorizzare una visione unitaria dello sviluppo del territorio che ha le potenzialità - imprenditoriali, sociali e culturali - per competere alla pari con le zone più avanzate d’Europa e del mondo. Il progetto nasce da una visione e da un lavoro comune di Federalberghi Rimini, Cisl Romagna, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, Confcooperative Ravenna e Rimini, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Romagna e Legacoop Romagna, che rappresentano complessivamente 4.000 aziende e 104 mila lavoratori, per un fatturato di circa 39 miliardi di euro.
La Romagna, secondo i sottoscrittori, pur avendo raggiunto elevati standard di benessere e di sviluppo, non ha ancora espresso in pieno le sue grandi potenzialità. I dati comparativi mostrano che esiste ancora un deficit di competitività rispetto alla vicina Emilia, a Milano e al triangolo che il capoluogo lombardo forma assieme alle città venete e alla città metropolitana di Bologna: un gap che può essere colmato con uno sforzo comune.

“La competizione globale tra territori è diventata in questi ultimi anni sempre più serrata e in ampi settori della società romagnola si è diffusa la consapevolezza che bisogna crescere più velocemente per portarsi al livello delle aree più avanzate – spiegano i vertici delle sette organizzazioni aderenti al progetto - l’unità d’intenti tra le realtà economiche, associative, sociali e amministrative garantirebbe la forza necessaria per confrontarsi alla pari con le zone all’avanguardia. Le nostre singole città, pur espressione di eccellenze, da sole infatti non hanno le dimensioni demografiche ed economiche per poter competere in una sfida in cui le grandi città e le aree metropolitane sono le capofila dello sviluppo economico e sociale”.
“Secondo i più attenti studiosi della competizione globale tra territori, le zone con maggiori potenzialità di sviluppo contano un milione di abitanti, sono vicine al mare e gravitano attorno a grandi comparti industriali – proseguono i firmatari - è la fotografia della nostra Romagna che conta un milione e centomila abitanti, si è sviluppata come una grande area urbana, spesso senza soluzione di continuità soprattutto sulla costa, ha importanti comparti economici e una comune identità storico-culturale”.
Da questa consapevolezza nasce la volontà dei sottoscrittori di dare vita ad un progetto comune in base al quale la Romagna, con una visione strategica declinata al futuro, deve muoversi unitariamente su temi come infrastrutture, lavoro, welfare, ambiente, tecnologia, formazione, sistema educativo, stile di vita, turismo e cultura, ragionando “come se” fosse una città unita, e mettendo così in atto azioni virtuose a beneficio di tutta la comunità.

Tutto ciò comporta anche una riflessione a livello istituzionale: lo svuotamento delle Province ha creato incertezza e confusione, per questo le associazioni auspicano anche l’avvio di un dibattito sull’istituzione di una nuova provincia di Romagna, dotata delle medesime competenze e deleghe riconosciute alla città metropolitana di Bologna. Questo “fare insieme” per lo sviluppo, per volontà precisa delle Associazioni firmatarie, non ha pretese autonomistiche: l’obiettivo è avere una Romagna più forte in una regione più forte.
“Quello di oggi è il primo passo di un lavoro iniziato un anno fa all’insegna della massima condivisione: tutte le associazioni, le istituzioni, gli enti di rappresentanza che intendono farne parte troveranno le porte aperte – è l’invito dei sottoscrittori - In questi mesi è iniziato un dialogo con gli enti locali che hanno mostrato grande interesse per l’iniziativa, un rapporto che sarà approfondito nelle prossime settimane e che nell’auspicio di queste associazioni e delle amministrazioni porterà ad una visione strategica della Romagna del futuro”.
Il percorso proseguirà con l’incontro con le amministrazioni per trovare un terreno e metodi di lavoro comune nel rispetto delle singole prerogative, e l’istituzione di tavoli di lavoro tematici nel quale saranno elaborate le proposte di “Città Romagna” che poi saranno rese pubbliche nella massima trasparenza.

(Rimini) Una nuova frontiera per la filiera ortofrutticola italiana, in particolare il settore delle tecnologie preraccolta e post-raccolta, che sarà protagonista in Colombia alla fiera Expo Agrofuturo, in programma a Medellin (Plaza Mayor) al 18 al 20 settembre.
L'Italia, come Paese invitato d'onore, sarà al centro dell'evento fieristico ospite nel padiglione centrale dedicato all'innovazione, con una area di 400 metri.
 
Tra le aziende tricolori presenti, le 12 selezionate nell'ambito del progetto Colombia Atracciòn, supporto alla promozione commerciale delle PMI emiliano-romagnole della filiera della meccanica agricola e post raccolta, promosso da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con il Sistema camerale regionale e con il co-finanziamento della Regione.
Ciascuna delle 12 aziende partecipanti al progetto Colombia Atracciòn disporrà di uno spazio individuale durante gli "Agro Talks" in fiera per presentarsi a un pubblico mirato, e di un "open space" adibito a area comune nell'ambito della collettiva organizzata da ICE ufficio di Bogotà  che insieme a Macfrut e Federunacoma si è fatta promotrice di un percorso di internazionalizzazione con un ottimo riscontro: circa 40 le aziende italiane presenti in totale.
In particolare, per il progetto Colombia Atracciòn, le 12 imprese emiliano-romagnole potranno contare anche su uno specifico evento di "networking" collaterale esterno: un'occasione di incontro tra domanda e offerta per favorire l'interazione sociale e la dinamicità commerciale attraverso il contatto con clienti e fornitori, stakeholder e opinion leader finalizzato a conoscenza reciproca. 
La partecipazione alla fiera specializzata "Expo AgroFuturo" di Medellin è una nuova azione del progetto Colombia Atraccion, articolato in distinte e coordinate fasi operative per accompagnare le imprese emiliano-romagnole a sviluppare possibilità di promozione, contatto e visibilità sul promettente mercato colombiano.
Fa seguito alla missione esplorativa in marzo e alla successiva missione incoming di operatori colombiani conclusa al salone Macfrut in collaborazione con Cesena Fiera.
 
La Colombia è un importante player del settore alla ricerca soprattutto di tecnologie e packaging per elevare i propri standard produttivi. Molto significativi i dati dell'interscambio del settore tra Emilia-Romagna e Colombia, che "pesa" quasi 3 milioni di euro con un incremento del 67% rispetto all'ultimo anno di rilevazione, e rappresenta il 48% riguardo al valore complessivo italiano.
La fiera di Medellin è una importante vetrina anche per le imprese italiane desiderose di allargare i confini nel vasto mercato del Sud America.
L'obiettivo del progetto Colombia Atracciòn è di favorire - attraverso un percorso di accompagnamento - l'esplorazione e l'approfondimento delle opportunità esistenti nel mercato colombiano, stimolando la creazione e lo sviluppo di business delle nostre PMI del settore dei macchinari agricoli e post raccolta con controparti colombiane.

(Rimini) “Clima e numeri da alta stagione”. Così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi saluta l’ultimo fine settimana, con i 40mila visitatori dell’Italia bike festival a piazzale Fellini e i quasi 160mila a Misano per il Motogp. “Il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini si è confermato ancora una volta come uno degli appuntamenti sportivi più importanti per il territorio, strategico perché consente di allungare la stagione estiva, per l'indotto che comporta portando e non da ultimo per l'imparagonabile vetrina promozionale che dà la possibilità all'intera Riviera di farsi conoscere ad un vasto pubblico internazionale, veicolando i tratti più sinceri della sua identità. Una terra di motori che si racconta al mondo presentando il suo carattere e la sua vocazione all'ospitalità, la sua capacità di fare rete per creare un palinsesto di iniziative che trasforma una tre giorni di gare in una settimana di esperienze da vivere fuori dal circuito. Le 158mila presenze contate da venerdì a sabato al "Marco Simoncelli" dimostrano che la chiave vincente è questa: non essere solo contenitore di eventi, ma trovare quei contenuti in grado di intrecciarsi con i nostri valori e di esaltare quelle caratteristiche che rendono Rimini e la riviera unica e riconoscibile nel mondo. E su questo solco si colloca l'Italian Bike festival che alla sua seconda edizione ha registrato numeri da incorniciare con oltre 40mila presenze distribuite in tre giorni. Un colpo d'occhio eccezionale per una manifestazione che, così come la MotoGp, è dedicata ad un'altra fetta di pubblico specializzata e che conta un numero sempre maggiore di appassionati. Un evento unico nel suo genere, capace di coniugare l'aspetto sportivo, l'aspetto commerciale e quello di intrattenimento e al quale il pubblico ha risposto con entusiasmo. Così come la MotoGp è lo specchio della passione e dell'arte dei motori che da sempre muove la nostra terra, così il mondo bike incarna uno degli asset su cui si sviluppa la nostra idea di futuro e di città. Il calendario ci avvisa che l'estate è agli sgoccioli, ma le tante iniziative di altissimo livello che la Riviera ha ospitato negli ultimi giorni 'baciati' per altro da temperature agostane, consolida settembre come un periodo stategico per il turismo dell'intero territorio. E i numeri in costante crescita, in termini di arrivi e di pernottamenti turistici, stanno lì a dimostrarlo. E il settembre d'oro non finisce qui visto che già nel prossimo fine settimana, con la manifestazione 'Giardini d'Autore', sono attese migliaia di persone in città".

(Rimini) “J’accuse" è un mezzo rivoluzionario per far esplodere la verità, "j'accuse" è un atto di responsabilità con cui l'io si espone. Quando l'ingiustizia ammantata di diritto vince non tutto è perduto: l'ultima parola spetta a quel particolare tipo di intellettuale che riveste un ruolo sociale autonomo, ovvero il depositario del buon senso. E infatti "Io accuso" è la celebre formula con cui lo scrittore Émile Zola difese, nella Francia di fine '800, il capitano Alfred Dreyfus, ebreo, ingiustamente condannato per tradimento. Il clamoroso errore giudiziario aveva fornito il capro espiatorio ideale ad una società in crisi ma l'anziano scrittore vede la verità e non può ignorarla: Dreyfus è innocente, lo proclama a gran voce bollando la violenza nascosta dietro la maschera del potere per ciò che è, pura volizione, sopraffazione e non diritto. La nota vicenda è solo una fra le macchie della storia europea ma gli elementi costitutivi ne fanno il paradigma di ogni persecuzione: il crimine sociale, la vittoria del pregiudizio sull'evidenza, il rifiuto della giustizia, la corruzione, le campagne false per smarrire l'opinione pubblica.
Ispirandosi a questa pagina di resistenza della ragione Gustavo Cecchini, direttore della Biblioteca di Misano Adriatico, ha curato la nuova rassegna filosofica della stagione autunnale dal titolo "J'accuse: nessuno è innocente", attualizzando la formula di Zola per sottoporre al fuoco della critica le contraddizioni del nostro presente. Ogni ospite pronuncerà il proprio J'accuse, attraverso l'insegnamento di altri maestri del pensiero oppure attraverso la testimonianza personale. Ma chi accusare in un mondo globalizzato e omologato?

La rassegna sarà aperta, venerdì 4 ottobre, dal filosofo Umberto Galimberti con "Nietzsche: j'accuse dell'Occidente".
Il genio di Röcken, in tremendo anticipo sui tempi, intuì che l'Occidente giudaico-cristiano, come organismo storico vincente al centro del mondo, era destinato ad un inevitabile declino. Facendo piazza pulita di sistemi e costumi, morali e religioni, tradizioni e istituzioni, Nietzsche individuò la debolezza dell'orizzonte culturale di questo sistema nella fede cieca tributata all'idealità metafisica. L'Occidente è infatti lo scenario in cui i significati determinati dalla ragione hanno delimitato i confini dell'anima, chiudendo l'apertura ad ogni altro senso, ma il j'accuse del filosofo obbliga tale ordine ad apparire per ciò che è: una tecnica difensiva inventata dal platonismo per arginare il caos della realtà. La logica platonica non è un ordine immutabile ma un percorso storico che avrà una fine. Quando questo impianto concettuale non riuscirà più ad organizzare la complessità del mondo cosa accadrà? O meglio, cosa sta accadendo?

Venerdì 11 ottobre il chimico Gianfranco Pacchioni proporrà "L'ultimo sapiens. Viaggio al termine della nostra specie". Immaginiamo un futuro in cui sapiens supertecnologici controlleranno, con le loro intelligenze aumentate, il mondo; mentre altri sapiens desueti, saranno relegati a un ruolo marginale. Uno scenario solo fantascientifico? Oggi l'intelligenza artificiale, le neuroscienze, le nanotecnologie, la genetica modificano in modo sempre più vertiginoso il rapporto tra l'uomo e la natura. Nella storia dell'umanità sta succedendo qualcosa che potrebbe condurre alla fine dell'Homo sapiens. Pacchioni ci introdurrà tra le pieghe di uno scenario tanto avvincente quanto inquietante: quello del nuovo ecosistema – mai visto prima – in cui vivranno i nostri discendenti. Saremo in grado di fermarci in tempo nella nostra corsa col turbocompressore verso le Colonne d'Ercole, come si chiedeva Primo Levi? Cosa siamo dunque e cosa stiamo diventando? "Homo faber fortunae suae", dicevano i latini, l'uomo è artefice della propria sorte. Non ci resta che scoprire quale.
Il 18 ottobre il filosofo Marco Guzzi proporrà "J'accuse QUESTE élites suicidarie". Mai come in questi anni si sta palesando che un intero sistema di mondo sta diventando suicidario, e cioè opera distruggendo il pianeta, devastando le culture umane e potenzialmente anche i cuori e le menti delle nuove generazioni. Questo sistema viene contestato come finanzcapitalismo sottolineando come la globalizzazione neoliberista abbia esasperato le disuguaglianze sociali e il dominio incontrastato di un mercato senza scrupoli. Ma tale processo è stato possibile anche perché le oligarchie del neoliberismo sono state supportate da altre oligarchie collaborazionistiche, quali quelle intellettuali, universitarie e dei massmedia. Il silenzio di tanti giornalisti, scrittori, persone dello spettacolo, il loro costante sviamento dell'attenzione del pubblico su altri fuochi polemici, del tutto irrilevanti, ha reso possibile l'egemonia delle oligarchie internazionali suicidarie. E' venuto il tempo di smascherare questo suicidio planetario e di avviare un'allegra e inedita forma di rivoluzione culturale e democratica.

Mercoledì 23 ottobre la rassegna si aprirà ad un fuori programma con il filosofo Massimo Cacciari che parlerà del suo libro "La mente inquieta. Saggio sull'umanesimo". Predomina ancora una visione del periodo dell'Umanesimo che ne esalta, da un lato, i valori estetico-artistici, e tende a ridurne, dall'altro, il pensiero a elementi retorico-filologici. Ma le cose sono più complesse e meno schematiche, e la stessa filologia umanistica va inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento. C'è un nucleo tragico del pensiero umanistico, fortemente «anti-dialettico», in cui le polarità opposte non si armonizzano né vengono sintetizzate.
Venerdì 25 ottobre il filosofo Diego Fusaro parlerà di "Pier Paolo Pasolini: j'accuse contro l'omologazione". Negli anni Settanta, Pasolini lanciò il suo Je accuse contro l'omologazione prodotta dalla civiltà del consumo. Parlò espressamente di genocidio culturale generato dal livellamento planetario del consumismo. Il suo Je accuse era, in pari tempo, rivolto contro quanti ancora non avevano capito che il potere aveva mutato sembiante: non era più clerico-fascista ma consumista ed edonista, permissivo e libertario. La civiltà dei consumi è, per Pasolini, il nuovo fascismo, ancora più totalitario delle dittature precedenti. Quanti oggi hanno il coraggio di prenderne atto e agire conseguentemente?

Venerdì 8 novembre il filosofo Carlo Sini pronuncerà "J'accuse: nessuno è innocente". Diceva il grande Anassimandro che tutti gli esseri si fanno la guerra, che si recano ingiustizia e che ne pagheranno il fio secondo la legge del tempo, ossia morendo a loro volta. L'innocenza non è di questo mondo, in cui i viventi abitano nella strozzatura di corpi separati, vicendevolmente bisognosi gli uni degli altri ma anche vicendevolmente persecutori. Come sottrarsi allora a questa colpa strutturale e originaria? Ed è poi proprio una colpa? Ne siamo davvero, e in che misura, responsabili? Già questa domande dimostrano però che, nel profondo, non siamo del tutto sicuri della nostra innocenza, perché, come diceva Freud, non siamo del tutto padroni a casa nostra. Heidegger parlava di un costitutivo "essere in colpa dell'Esserci". Insomma: nessuno è innocente? Nessuno lo fu mai? Bisognerà pure chiederselo, una volta o l'altra.
Venerdì 15 novembre il filosofo Salvatore Natoli rifletterà il presente nel passato con la lezione "Socrate, il tafano: contro la pigrizia dell'intelligenza e la decadenza della Polis". Il filosofo ateniese non accusa ma mette sotto inchiesta, perché Socrate non è uomo d'invettiva ma di finissima ironia: sprona alla riflessione turbando le intelligenze appiattite sui luoghi comuni, getta nel dubbio gli ignoranti inconsapevoli e smonta il falso sapere dei sapienti. Il suo insegnamento denuncia come e quanto l'ignoranza impedisca l'esercizio della virtù e come questo influisca in modo determinante sulla vita della città perché facilita la conquista del potere da parte dei demagoghi. Così s'innesca un circolo vizioso che conduce la città alla decadenza. La sorte di Socrate, dissidente non violento, è nota: nonostante la devozione al bene della città, i giudici ateniesi trovarono nelle sue parole motivi sufficienti per condannarlo a morte. Socrate ha perso ma la sua sconfitta è diventata semente da cui nel corso della storia sono maturati frutti di libertà. Ma ne ha avuto di coraggio! La sua scelta non è affatto da considerare scontata ma anzi è il caso di domandarsi: e noi, oggi?

Su questo punto si interrogherà giovedì 21 novembre il teologo Vito Mancuso che ha intitolato il suo intervento "J'accuse me stesso". L'oggetto della requisitoria sarà proprio il sé, nella convinzione che ogni reale miglioramento del mondo esterno parte dalla propria interiorità, ovvero che la vera rivoluzione è sempre quella che cambia la mente e il cuore di chi la vive. Si tocca così il tema, religioso e filosofico al contempo, della confessione, sulla scorta di padri del pensiero quali Agostino e Rousseau, e dell'esame di coscienza, la cui prima attestazione in occidente risale a Pitagora. Coscienza, male, peccato, senso di colpa, confessione, liberazione interiore, questi i concetti decisivi a partire dai quali l'uomo Vito Mancuso affronterà sé stesso.
Chiuderà la rassegna venerdì 29 novembre il latinista Ivano Dionigi con la serata "Osa sapere: contro la paura e l'ignoranza". Di fronte all'arrivo inarrestabile di nuovi "barbari" ci si ostina a erigere muri, fisici e mentali, nel vano tentativo di restituire centralità all'Europa, e di fronte al dominio della tecnica ogni soluzione appare effimera. Ma l'intelligenza è la prima difesa della democrazia e dobbiamo credere che si possa capire e rendere amico questo futuro-presente, globale e frantumato, invadente e carico di complessità, se "osiamo sapere". A nulla vale la potenza della tecnologia se alla vita vengono a mancare la tensione verso uno scopo e il senso della fine, se non si sa restare uomini. E come la politica deve recuperare la lezione antica di Roma la cui grandezza fu quella di aprirsi ai nuovi popoli, riconoscendo cittadini gli stranieri e persino i nemici, così si sente l'urgenza di un "pensiero lungo" che tenga insieme diversi punti di vista, e del dialogo tra i saperi: un nuovo umanesimo, interrogante e dubitante, da affidare anzitutto alle Università, crogioli di identità internazionali, e a coloro che difendono la conoscenza, la verità e la pietas.

Lunedì, 16 Settembre 2019 12:03

16 settembre

Mantiene moglie e figli con i soldi dell'amante | Aggrediti in via Garibaldi | Motogp

(Rimini) Anche il Comune di Rimini si aggiunge alle città italiane che hanno voluto dichiarare lo stato di emergenza climatica del territorio. Il Consiglio Comunale - con 15 voti favorevoli, 9 astenuti e nessun voto contrario – ha approvato l'atto attraverso il quale il Comune sposa l'invito del  movimento Fridays For Future, impegnando non solo l'Amministrazione, ma nel complesso l'intera comunità riminese, a mettere in pratica comportamenti e iniziative che possano contrastare il cambiamento climatico e che conducano a una società più sostenibile dal punto di vista ambientale. Oltre a dichiarare lo stato di emergenza climatica, con l'atto approvato ieri, il Consiglio Comunale si assume l'impegno di mettere in atto ogni iniziativa per contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi e di fissare un forte obiettivo di riduzione delle emissioni di gas climalteranti per il 2030. "L'adesione all'appello del movimento Fridays For Future è una logica conseguenza di quanto portato avanti finora – spiega l'assessore all'Ambiente Anna Montini – Anche quest'atto infatti è parte di un percorso che Rimini ha già avviato nel 2014  con l'approvazione del primo Paes, che verrà ridefinito e integrato con la redazione del piano di azione per l'energia sostenibile ed il clima (PAESC) con nuovi obiettivi fissati per il 2030 e che comprende una serie di interventi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti nell'edilizia pubblica e privata, nel terziario, nell'illuminazione pubblica, nei trasporti, a cui si aggiungono azioni di contrasto al consumo di nuovo territorio e potenziamento del verde urbano. Sono tante le azioni trasversali che mettiamo in campo per sostenere e promuovere scelte ambientalmente sostenibili: penso al lavoro che si sta facendo per l'aggiornamento degli strumenti urbanistici in cui si prevede di incentivare i privati che intervengono per la riqualificazione degli immobili attraverso il miglioramento delle prestazioni energetiche e con i cosiddetti 'tetti verdi o verde verticale'. Ci sono poi gli interventi diretti da parte del comune, come la sostituzione e ammodernamento degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici: dopo decine di interventi gia' effettuati negli anni scorsi ,saranno installate nuove caldaie a condensazione alla scuola La Vela, all'asilo nido il Cerchio Magico e alla Palazzina Roma. E' stata ampliata la rete ciclabile (da 78 km del 2011 a oltre 102 nel 2018), sono stati introdotti 21 scuolabus a metano, proseguiremo con l'installazione delle case dell'acqua, con il potenziamento del verde urbano e tanto altro: non interventi spot, ma la volontà di cambiare modo di vivere e disegnare la città, in ottica sostenibile".
Il consiglio comunale ha inoltre approvato all'unanimità le "Modifiche al regolamento di contabilità del comune di Rimini" e la delibera relativa ai debiti fuori bilancio (15 favorevoli e 11 contrari).

(Rimini) Anche quest’anno in occasione del “Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini”, è scattato il piano di intensificazione dei servizi di controllo economico del territorio da parte dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Oltre a concorrere ai servizi di sicurezza e ordine pubblico, sono infatti 40 i militari della Guardia di Finanza di Rimini che opereranno da questa mattina sino a domenica, presso l’area del circuito e le rotabili di accesso, eseguendo controlli di polizia economica e finanziaria.
L’azione di contrasto della circolazione di prodotti contraffatti o non conformi agli standard di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale ha già consentito alle fiamme gialle del Gruppo di Rimini di sequestrare presso un esercente di Misano Adriatico, cittadino del Bangladesh, 123 capi d’abbigliamento contraffatti, fra i quali cappellini e magliette di note scuderie motociclistiche e società di calcio (Honda, Yamaha, Juventus e Barcellona) con conseguente segnalazione all’Autorità Giudiziaria. Tra il materiale sequestrato ci sono anche numerosi cappellini “VR 46 THE DOCTOR” di Valentino Rossi e tante t-shirt sempre con lo stesso logo “VR 46 THE DOCTOR”. I servizi vengono svolti in uniforme ed in “borghese” dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, del Gruppo di Rimini e della Tenenza di Cattolica, anche con l’ausilio delle unità cinofile, per il contrasto ai traffici illeciti ed in particolare per eseguire controlli, estesi fino alle porte dell’autodromo, per prevenire e contrastare il fenomeno del “bagarinaggio”.
In questa prima giornata l’attività, infatti, è stata mirata soprattutto alla prevenzione degli illeciti, atteso che, come già rilevato nelle precedenti edizioni, i “bagarini” di solito si muovono in gruppi organizzati composti da 4/5 persone che hanno ruoli diversi: il palo, il procacciatore di clienti, il detentore dei biglietti e la persona a cui viene affidato il denaro riscosso; il tutto per eludere eventuali controlli. 25 i soggetti sospetti già identificati mentre stazionavano nei pressi degli accessi al circuito e delle casse con atteggiamenti da potenziali “bagarini”, mentre per un soggetto di origine britannica è scattato in queste ore il sequestro dei biglietti che cercava di piazzare ed il relativo verbale di sanzione.

(Rimini) L’intervento di Leonardo Corbucci al "Saint Petersburg Travel Hub" - il forum internazionale organizzato in occasione della 23^ Assemblea Generale di United Nations World Tourism Organization (UNWTO) a San Pietroburgo - si è inserito nel modulo che ha coinvolto le principali autorità del turismo di San Pietroburgo volte a condividere le strategie di sviluppo de flussi turistici nel periodo di bassa stagione.
Leonardo Corbucci, quale rappresentante di Rimini "Visit Petersburg" (Ufficio Turistico di San Pietroburgo), ha focalizzato il suo intervento sulle ricchezze enogastronomiche e culturali dell'Emilia-Romagna e sulla complementarità del nostro territorio con i tesori artistici e culturali di San Pietroburgo. L'intento è di rafforzare la collaborazione strategica per arrivare a proporre pacchetti congiunti di eventi e percorsi verso il mercato asiatico e cinese, già molto presente nella città russa.
In tale direzione si inserisce la rivoluzionaria novità del visto elettronico, che dal 1° ottobre consentirà di arrivare a San Pietroburgo in maniera molto più agevole, auspicando che la splendida città russa costruita prevalentemente da architetti italiani, possa diventare nei prossimi anni una tappa obbligata anche per i romagnoli interessati ad ammirare uno dei più bei tesori dell'Europa.

Venerdì, 13 Settembre 2019 18:08

Mobilità, oltre mille incidenti da inizio anno

(Rimini) Ecco alcuni dati sintetici, che descrivono la situazione della mobilità a Rimini. Un quadro diversificato, dal quale emergono cambiamenti, prospettive e le soluzioni per le varie problematiche che verranno rappresentate anche nell'ambito delle iniziative della Settimana della Mobilità. I veicoli circolanti nel Comune di Rimini, come risulta da una tabelle Aci, aggiornata al dicembre 2017, risultano essere 89.688.


Autobus e filobus. In riferimento alla modalità di trasporto pubblico, disponibile nei confini comunali, sono in funzione un totale di 145 autobus a cui si devono aggiungere  6 filobus, questi ultimi con una lunghezza complessiva delle linee di trasporto di  8,6 km. Il parco mezzi in generale è composto da  47 autobus euro6, 15 autobus euro5 e 83 mezzi euro4. Tutti impegnati nel nel bacino urbano.



Fermate autobus. Le fermate in tutto sono 122  oltre alle attuali 67  del filobus.  Saranno invece 17 in tutto le fermate del  Metromare che dividono Rimini e Riccione, di cui 11 quelle che separano  l'Aeroporto di Miramare  dalla stazione di Rimini. Un sistema di trasporto pubblico che funziona regolarmente con una velocità media di 22,30 km/h e che ha trasportato nel 2018 quasi 16 milioni di passeggeri.



Altri tipi di trasporti a motore. 
Sono 71 le licenze attive dei taxi sul territorio, a cui si aggiungono 12 licenze di noleggio con conducente.



Mobilità lenta (bici, monopattini, bike sharing). Attualmente  (dato aggiornamento ad oggi) siamo arrivati ad avere un totale di 119,47 km di piste ciclabili,  un dato che è in costante crescita se si pensa che erano  102 i km  nel 2018,  96 nel 2016 e 86 quelli disponibili ai ciclisti nel 2015. Esistono in tutto 9 stazioni di bike sharing. Da menzionare i sorprendenti numeri dei monopattini con il servizio sperimentale avviato solo da qualche settimana, che è arrivato a raggiungere il numero di 1000.



Aree pedonali o a mobilità lenta. 
La superficie complessiva delle aree pedonali è di 135.887 mq  a cui si deve sommare la superficie delle Zone a traffico Limitato di 0,8526 kmq e la superficie delle cosiddette 'zone 30' arrivata nel 2019 a coprire uno spazio di  0,1184 kmq.



Parcheggi. Sono oltre 14.000 gli stalli con le strisce bianche distribuiti sull'intero territorio comunale a cui si devono aggiungere i 7956 a pagamento con strisce blu, 1663 riservati a disabili con le strisce gialle, 346 a tempo, 620 per i residenti e 103 riservati ad altro, 4425 sono invece quelli  disponibili esclusivamente nel centro storico.  



Classificazione delle strade. Sono 338 in totale le strade elencate nella cartografia, inerente la classificazione delle strade comunali,  riconosciute lo scorso ottobre 2018 con deliberazione della Giunta Comunale. Di queste 20 sono strade extraurbane, 10 strade urbane di scorrimento, 11 strade urbane interquartiere, 71 strade urbane di quartiere e 226 strade urbane locali interzonali . Una rete di arterie regolate da un totale di 56 impianti semaforici.



Incidenti stradali. Ad oggi (dati aggiornati al 12 settembre) la Polizia Locale è arrivata a rilevare 1024 sinistri dall'inizio del 2019, in lieve crescita rispetto all'analogo periodo del 2018.  Di questi 1.024 sinistri, 92 sono stati causati da controllo inadeguato del veicolo da parte del conducente, 84 tra mancato arresto o precedenza all'intersezione, 25 per omessa revisione, 17 per mancata precedenza a pedoni, 11 per aperture di portiere senza verificare adeguatamente l'eventuale pericolo, 7 per omessa precedenza al passaggio ciclopedonale, 4 a pedoni che non hanno utilizzato il marciapiede, 2 per danneggiamento di segnali stradali. 

Venerdì, 13 Settembre 2019 18:02

Motogp al via a Misano con Rideoncolors

(Rimini) Prima giornata col sole e tanto pubblico a Misano World Circuit. E' partita a pieno ritmo anche la macchina organizzativa che al Simoncelli coinvolge oltre 2.500 addetti nei vari settori.
Oggi la pista ha visto il debutto, anche tramite le riprese televisive diffuse in tutto il mondo, dell'intervento voluto dai promotori del Gran Premio Octo di San Marino e della Riviera di Rimini, di #Rideoncolors, l'iniiziativa all'interno del progetto The Riders' Land voluto e promosso da Visit Romagna per colorare l'evento sportivo e il suo territorio a partire dalle vie di fuga del circuito.
L'iniziativa di marketing integrato utilizza il Gran Premio come palcoscenico per valorizzare l'immagine e i prodotti – prevalentemente legati al turismo - della Repubblica di San Marino e della Riviera di Rimini all'interno di un contesto, quello della Motor Valley coi suoi 15 musei specializzati, 16 collezioni private aperte ai visitatori e 4 autodromi per le gare sportive, che garantiscono sul territorio oltre 1,2 milioni di presenze turistiche. Il progetto #RideOnColors proietta l'iniziativa avviata nel 2017 da MWC, con la colorazione delle vie di fuga a cura della Drudi Performance, verso una contaminazione che coinvolge i territori, i loro eventi collaterali anche con le scelte grafiche, a partire dal poster 2019 dedicato ai 40 anni di Valentino Rossi. Tante le iniziative collaterali, anche a Rimini.

Pagina 763 di 1907