(Rimini) “Tutti i nuovi positivi a Rimini sono contatti del signore con la trattoria, dipendenti o avventori”, conferma nel corso della conferenza stampa odierna l’assessore regionale per la sanità Sergio Venturi (almeno fino a domani quando si insedierà la nuova giunta Bonaccini). I casi a Rimini in totale sono sei. “Sono in corso le indagini epidemiologiche e non solo, nel senso che ci sono anche quelli che le indagini le fanno di professione”, stanno indagando anche i carabinieri. “Stanno verificando in un luogo lì accanto, dove la gente si ferma per dormire, per vedere se prendendo un periodo di oltre un mese (a ritroso, ndr) in quel periodo abbiamo avuto o meno cittadini provenienti dalla zona rossa del basso lodigiano. Vediamo, questa indagine è ancora in corso e nelle prossime giornate sicuramente avrà un risultato, noi ci auguriamo positivo. Diciamo che ormai quelli sono i focolai, non è che se non troviamo un nesso di causalità ci sia qualcosa che ci sorprenda”.
Capitolo scuole. Venturi ha spiegato che “domani la nuova giunta farà le sue valutazioni” e confrontandosi con le istituzioni locali deciderà. “Ieri ho spiegato che quando abbiamo preso domenica scorsa il provvedimento, si è presa un’ordinanza sulle scuole che era un po’ a metà tra le questioni che riguardano la protezione della salute e un po’ le precauzioni di carattere generale. E quindi è del tutto evidente che queste due cose vanno ricommisurate e quindi sono assolutamente consapevole, e non può che essere così, che domani la nuova giunta farà le sue considerazioni, le valuterà credo insieme ai sindaci e alle Province. Ragion per cui domani la giunta deciderà. Ci sono molti auspici in queste ore che si cerchi di allentare la presa e ritornare ad una situazione più normale, visto che ci stiamo rendendo tutti conto che non siamo di fronte ad una situazione che al momento desti preoccupazioni sul piano della qualità, della pesantezza della malattia. E quindi io sono il primo ad auspicare che questo allentamento delle condizioni possa essere preso, per dare un segnale ai cittadini, alle famiglie e anche ai ragazzi che sono a casa da scuola”.

(Rimini) A partire dalle ore 7 di lunedì 2 marzo il ponte di Verucchio torna ad essere transitabile per tutti i veicoli aventi una massa a pieno carico non superiore a 40 tonnellate. Permangono le altre prescrizioni in essere, ovvero il limite di velocità di 30 chilometri orari e il senso unico alternato regolato da impianto semaforico su una corsia e il percorso pedonale sul lato monte del ponte.

Il divieto di transito per i veicoli con massa a pieno carico superiore a 40 tonnellate si estende dal Km. 6+990 all’uscita della rotatoria di intersezione con la SP 14 Ter fino al Km. 9+680 (testata del ponte lato Verucchio) della S.P. 14 “Santarcangelo” al confine fra i Comuni di Poggio Torriana e Verucchio, con le eccezioni per i veicoli che devono raggiungere le destinazioni ubicate lungo la SP 14 prima del ponte sia per carico o scarico che per raggiungere la propria sede.

(Rimini) Le rate della tassa di soggiorno in scadenza al 16 marzo e quella in scadenza al 16 maggio saranno posticipate al 16 luglio. Lo ha deciso l'amministrazione comunale di Riccione, accogliendo le richieste arrivate dalle associazioni degli albergatori. "Aver posticipato la tassa di soggiorno - ha detto l'assessore al Bilancio del Comune di Riccione, Luigi Santi - è un modo per dare un aiuto concreto ai nostri albergatori. E' indubbio che a causa della difficile situazione che si è creata per la paura, spesso immotivata di contagio da Covid-19, si possono prendere delle difficoltà per i nostri operatori. Intanto abbiamo pensato di posticipare le due rate in scadenza, ma stiamo studiando eventuali altre misure per far sentire la nostra vicinanza agli operatori riccionesi".

(Rimini) “C’è una differenza, e non è sottile, tra giusta preoccupazione e allarmismo. C’è uno scarto evidente tra l’evoluzione di un quadro clinico costantemente e attentamente monitorato e la paralisi delle città, delle attività quotidiane. Ognuno di noi ne è perfettamente consapevole in questa fase molto difficile e che ci impegna ad ogni istante del giorno. Ma è necessario, per la vita delle nostre comunità, essere molto precisi nel distinguere i piani, gli interventi, le informazioni giuste e indispensabili per non farsi sopraffare dall’incertezza e da paure eccessive”. Inizia così l’appello alla “normalità” dei sindaci della provincia di Rimini.

“La Regione, le Asl, stanno facendo un lavoro straordinario su tutti i territori dell’Emilia Romagna, al fine di individuare e curare adeguatamente le situazioni di positività al virus Covid- 19. E’ un lavoro portato avanti a esclusiva garanzia e tutela delle persone, dei minori, degli anziani, che qui risiedono e di tutti coloro che in Emilia Romagna svolgono attività professionale o vengono per turismo. Questo è un punto fondamentale e rimarchevole dell’intera vicenda: c’è una macchina medica, sanitaria, scientifica che funziona, che provvede ad attuare tutti i provvedimenti indispensabili alla salute pubblica, che monitora, controlla, interviene su ogni singola situazione. La Regione Emilia Romagna, e anche i Comuni della Provincia di Rimini, hanno adottato da lunedì 24 febbraio e sino a domenica 1° marzo disposizioni preventive e precauzionali che accompagnano la primaria attività medico-sanitaria e che sono state assunte per far sì che la normalità possa proseguire, con le cautele del caso, anche di fronte a particolari contesti come quello attuale. Sono regole e azioni ovviamente basate su evidenza e informazioni delle autorità sanitarie competenti e prese nell’ottica di salvaguardare la salute pubblica e individuale, continuando comunque a svolgere in sicurezza le attività del nostro quotidiano”.

“Noi sindaci della provincia di Rimini ribadiamo come sia indispensabile proseguire nella vita delle nostre città con buon senso e intelligenza, continuando ad affrontare le cose con coraggio e dinamismo nelle piazze, nei luoghi di lavoro e d’incontro, nelle relazioni. Quello che è stato messo in campo in Emilia Romagna in questi giorni dimostra che si può adottare la tutela sanitaria migliore senza paralizzare le comunità. Anche da un punto di vista economico in generale, e turistico in particolare, verrebbe persino da chiedersi se paesi europei a noi concorrenti stiano adottando o abbiamo adottato le stesse misure o addirittura qualche paese concorrente in campo turistico stia “speculando“ sull’Italia. Occorre che per i prossimi giorni vi sia un graduale ritorno alla normalità, una volta testata la massima sicurezza medica. Senza fughe in avanti, ma senza farsi bloccare dalla paura. I Comuni della provincia di Rimini continueranno a dare il loro contributo alla risoluzione del problema primario della diffusione del virus Covid-19 e, nello stesso tempo, si mettono a completa disposizione affinché le città tornino alle consuetudini precedenti, uscendone man mano più forti e rafforzate dal aver affrontato un fenomeno complesso e inedito dei nostri tempi. Credere nella normalità per essere la terra straordinaria che siamo, che ha sempre guardato in faccia i problemi affrontandoli con lavoro e caparbiet”à.

(Rimini) “Il rischio più che tangibile è che terminata questa emergenza sanitaria, del nostro turismo, della nostra economia, rimangano solamente i cocci. Ieri (mercoledì 26 febbraio) – spiega Gianni Indino - come vicepresidente regionale di Confcommercio con delega al turismo, insieme al direttore dell’Unione Regionale, Pietro Fantini, ho partecipato a Bologna alla riunione con l’assessore al Turismo, Andrea Corsini, i rappresentanti dei Comuni della Regione e delle categorie economiche. Insieme alle misure di sostegno per imprese e lavoro, quello che ho chiesto a gran voce è stato di lanciare segnali positivi. Segnali che riportino fiducia nelle imprese e nelle famiglie, che mitighino questo allarmismo che a mio parere, in questa misura, risulta essere eccessivo. Magari si potrebbero riaprire almeno i musei e i teatri, o i cinema, per tornare pian piano alla normalità e riattivare le nostre città, permettendo alle persone di avere luoghi dove trascorrere momenti di svago e serenità. Questo farebbe un gran bene a tutti noi, a tutte le imprese e ai cittadin”i.
Se l’emergenza dovesse proseguire per mesi, “una stima prudenziale di Confcommercio parla di una perdita di 5-7 miliardi di Pil sul territorio nazionale. Lo ha spiegato a chiare lettere il nostro presidente Carlo Sangalli: tra marzo e maggio sono a rischio oltre 21 milioni di presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi e la perdita di circa 100mila dipendenti dei pubblici esercizi. La psicosi è un nemico non meno pericoloso del Coronavirus. Il turismo, ad esempio, è il settore che sta registrando un tracollo senza precedenti con un calo di fatturato che ha punte dell’80-90% e la destinazione Italia rischia di sparire dai radar. La situazione è già grave e può diventare drammatica: per questo Fipe-Confcommercio, ad esempio, ha chiesto al governo lo stato di crisi per l’intero settore dei pubblici esercizi”.

Ci avviamo alla bella stagione, alle feste di Pasqua, ai ponti primaverili e alla lunga lista di grandi eventi che porteranno all’estate. “Lo scenario carico di aspettative è invece completamente mutato: le fiere sono state sospese, rinviate o addirittura cancellate, il turismo scolastico è crollato con le gite annullate in tutta Italia, le disdette fioccano, gli eventi sono stati vietati, le persone non girano più volentieri per strada. Alcuni Paesi sconsigliano addirittura di viaggiare in Italia, compresa quella Russia che per la Riviera Romagnola è uno dei bacini più importanti. Le ripercussioni nella nostra Regione saranno pesanti, sia dal punto di vista dell’immagine, fattore che ci posiziona in alto a livello internazionale, sia soprattutto sulla vita delle imprese del turismo e di conseguenza del commercio. A Piacenza gli alberghi stanno chiudendo, nel turismo termale e a Bologna si registra un calo del 50%, sulla Riviera di Rimini del 60-70%. Nei nostri settori di riferimento, commercio e pubblici esercizi, ci sono cali dal 40 al 90% di fatturato e gli imprenditori non sanno quanto potranno reggere se le cose non cambiano. Noi chiediamo giustamente gli ammortizzatori sociali, ma se non usciamo in fretta da questo vortice, il lavoro non ci sarà più. Qui si tratta di salvare le attività e l’occupazione”.
Tra le istanze delle aziende del nostro territorio “che ho portato al tavolo regionale, ci sono l’istituzione di un fondo per le imprese destinato a questa emergenza attraverso un’unità di crisi che coinvolga anche i rappresentanti delle categorie. Al sistema bancario è stato chiesto di rivedere mutui e scadenze e di riorganizzare tutto il debito delle imprese come in passato è stato fatto per le calamità naturali. Gli interventi previsti dovranno poi essere commisurati al reale impatto dell’emergenza sull’attività dell’impresa, per il turismo in particolare. Con le istituzioni regionali abbiamo avviato un tavolo di confronto e abbiamo richiesto: la moratoria per le rate di mutui e leasing in scadenza, attraverso un accordo con il sistema finanziario anche per evitare impatti negativi sul rating creditizio delle imprese; la sospensione delle scadenze fiscali, contributive e delle utenze; l’attivazione di un fondo per il sostegno al reddito in collaborazione con gli Enti Bilaterali per consentire una diminuzione dei costi del personale alle imprese con un calo importante di fatturato; ogni possibile forma di ammortizzatore sociale. Riusciremo a superare anche questa, ma bisogna fare molto, presto e bene. Altrimenti la nostra economia rischia davvero di essere messa in ginocchio - per riprendere le parole del presidente nazionale Sangalli - con costi sociali difficili da gestire e contenere”.

(Rimini) Sono 97, in Emilia-Romagna, i casi di positività al Coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma, tutti riconducibili al focolaio lombardo, e 6 a Rimini. Nessuno dei nuovi pazienti è in terapia intensiva, dove invece rimangono i tre di ieri (uno all’ospedale di Piacenza e due a Parma), e la maggior parte si trova in condizioni non gravi; molti sono addirittura asintomatici o presentano sintomi modesti (febbricola e lieve tosse).

Un aumento dei riscontri positivi – che ieri pomeriggio erano 47 – dovuto anche all’elevato numero di tamponi refertati nella nostra regione (1.033) ed effettuati nei giorni scorsi anche su persone asintomatiche spesso contatto di casi positivi, prima che le nuove indicazioni nazionali stabilissero la necessità di fare il test tampone solo in caso di sintomi manifesti. Rispetto a ieri pomeriggio, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 10 a Modena, sempre contatti del primo caso che si era recato nell’area rossa del Lodigiano; 2 a Parma e 3 a Rimini (tutti correlati al primo paziente di Rimini). Si precisa inoltre che, contrariamente alle precedenti comunicazioni, non sarà allestito un modulo provvisorio per il triage a Cento (Fe).

 

Giovedì, 27 Febbraio 2020 12:58

Economia, le imprese straniere crescono poco

(Rimini) L'aumento delle imprese straniere in regione (49.251) è meno forte rispetto alle precedenti rilevazioni (+2,4 per cento, +1.152 unità). L'Emilia-Romagna è l'ottava regione per crescita delle imprese straniere, davanti alla Lombardia (+1,0 per cento) e dietro al Veneto (+2,7 per cento). Sale il numero delle società di capitale (+13,7 per cento, +679 unità), mentre rallentano le ditte individuali (+1,3 per cento). L'espansione si concentra negli altri servizi diversi dal commercio (+649 imprese, +5,0 per cento), in particolare alloggio e ristorazione (+173) e altre attività (+167); si rafforza notevolmente nelle costruzioni (+329 unità).
La crescita della base imprenditoriale estera in Emilia-Romagna rallenta. A fine 2019 le imprese attive straniere risultano 49.251 (il 12,3 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.152 unità, pari al +2,4 per cento.
E' il dato più contenuto registrato dal 2013 riferito al quarto trimestre per le imprese a conduzione straniera, e si accompagna a una diminuzione leggermente più ampia delle imprese di nati in Italia (-1,2 per cento). E' quanto emerge dall'analisi ed elaborazione dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio dell'ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese straniere diminuiscono solo in due regioni.
L'Emilia-Romagna è l'ottava regione per crescita e nelle altre regioni leader con cui si confronta la crescita delle imprese straniere è leggermente più rapida in Veneto (+2,7 per cento), mentre è ben più contenuta in Lombardia (+1,0 per cento), area dove però, le imprese non straniere tengono meglio (-0,4 per cento). A livello nazionale, la crescita delle imprese straniere (oltre 548 mila, pari al 10,7 per cento del totale) è minore (+1,9 per cento), ma la diminuzione delle altre imprese è più lenta (-0,5 per cento).

I settori di attività economica. La crescita delle imprese straniere si concentra sostanzialmente nel settore dei servizi, che con 741 imprese in più, mette a segno un + 3,0 per cento. Qui la tendenza è data dal rapido e ampio incremento nell'aggregato degli altri servizi diversi dal commercio (+649 imprese, +5,0 per cento), tuttavia anche le imprese del commercio registrano una leggera crescita (+92 imprese, +0,8 per cento), anche se è la più contenuta degli ultimi 7 anni. La crescita della base imprenditoriale estera dell'industria rallenta ulteriormente (+1,0 per cento, +53 unità), a fronte di una costante flessione delle imprese industriali non estere (-1,7 per cento). Riparte invece la crescita delle imprese straniere attive nelle costruzioni (+1,9 per cento, +329 unità), che risulta la più ampia degli ultimi 7 anni, in contro tendenza con le altre imprese del settore che diminuiscono dell'1,2 per cento. Infine, si conferma elevata la crescita in agricoltura (+3,8 per cento), mentre calano del 2,4 per cento le imprese agricole non straniere. Da sottolineare che l'agricoltura resta però un settore ancora marginale per le imprese estere. Negli ultimi cinque anni, la quota delle imprese attive nei servizi è salita di 3,7 punti percentuali e quella delle attive in agricoltura, silvicoltura e pesca è salita di un decimo di punto, mentre si è ridotto il rilievo di tutti gli altri settori. In particolare, la quota delle imprese delle costruzioni è scesa di 3,6 punti percentuali e quella delle imprese dell'industria in senso stretto di 2 decimi di punto.

La forma giuridica. La spinta alla crescita deriva dalle società di capitale (+679 unità, +13,7 per cento), sostenute dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa ha avuto, invece, effetti negativi sulla consistenza delle società di persone (-0,3 per cento). Il secondo contributo all'aumento, viene dalla dinamica delle ditte individuali (+499 unità, +1,3 per cento). Invece, diminuiscono le cooperative e i consorzi (-1,7 per cento). Negli ultimi cinque anni, il rilievo delle società di capitale è salito di 4,5 punti percentuali. La quota delle cooperative e consorzi è rimasta sostanzialmente invariata, mentre il peso delle ditte individuali si è ridotto di 3,5 punti percentuali e quello delle società di persone di 1,0 punto percentuale.

(Rimini) Nelle prossime ore sono attesi i risultati dei tamponi effettuati a tredici delle persone che sono entrate in contatto con il primo caso positivo al coronavirus, del riminese. Ad oggi sono tre le persone positive: l’albergatore cattolichino, un dipendente del suo ristorante di San Clemente, e un cliente della trattoria. Lo rende noto la prefettura di Rimini nel report mattutino di aggiornamento della situazione a livello locale.
“Prosegue all’insegna della più stretta collaborazione tra l’Asl (medici e tecnici del Dipartimento di Sanità pubblica) e le Forze dell’Ordine coordinate dal Prefetto di Rimini Alessandra Camporota, l’indagine epidemiologica mirata ad individuare tutti coloro che possono aver avuto contatti stretti col primo paziente risultato positivo a coronavirus. Le Forze dell’Ordine, infatti, stanno offrendo il necessario supporto al Dipartimento nell’individuazione e reperimento dei contatti, esaminando in particolare la documentazione di una struttura ricettiva che ha ospitato lavoratori del Nord Italia che hanno frequentato il locale del “paziente uno”, per cercare di comprendere l’origine della trasmissione del virus”, spiega la nota della prefettura.

“Al fine di identificare l’origine della trasmissione del virus e delimitarne l’ambito territoriale di estensione, tenendo conto anche degli spostamenti delle persone che hanno frequentato il locale del “paziente uno”, le attività di monitoraggio e di verifica, condotte dal competente Dipartimento dell’Asl con la collaborazione delle Forze dell’Ordine, si stanno estendendo progressivamente, attraverso una varietà di strumenti, comprese mirate “interviste epidemiologiche” anche ai dipendenti delle ditte nelle quali lavorano i due nuovi pazienti risultati positivi”.
Asl “ha chiarito che sussistono criteri clinici ben precisi rispetto sia all’effettuazione del tampone per rilevare l’eventuale positività al virus, sia per l’attivazione della quarantena domiciliare volontaria, che emergono proprio dall’“intervista epidemiologica”. Per quanto riguarda la quarantena, è appropriata nei soggetti che abbiano avuto un “contatto stretto” - vicinanza prolungata e con contatto fisico o a distanza minore di un metro e mezzo - con un paziente positivo, entro i 14 giorni precedenti”.

Il tampone “va invece effettuato se a tale condizione si aggiungono i sintomi del paziente come tosse, febbre, polmonite. Il tampone va peraltro effettuato non prima di tre giorni dal momento del contatto accertato, periodo nel quale il paziente non trasmette la malattia e nel quale il tampone porta ad un forte rischio di avere un falso negativo”.
Ai fini di un “costante aggiornamento sugli sviluppi della situazione in esame nel territorio provinciale, la comunicazione istituzionale, con cadenza quotidiana, si articolerà nell’arco della giornata sui seguenti livelli: - comunicato stampa della Regione alle ore 12.00; - comunicato stampa condiviso tra il Prefetto e l’AUSL di Rimini entro le ore 13.00 sulle iniziative individuate in apposite riunioni di coordinamento e da assumere a livello locale; - eventuali comunicati stampa successivi dei Sindaci per eventuali maggiori dettagli sui puntuali provvedimenti da assumere a livello locale; - conferenza stampa a cura della Regione alle ore 17.30 per un quadro generale della evoluzione del fenomeno”.

Il Dipartimento di sanità pubblica ha messo a disposizione un numero di cellulare dedicato, il 3397720079, attivo dalle ore 8:30 alle 18, principalmente per i soggetti che ritengano di aver avuto contatti con i pazienti positivi. Questo stesso recapito, insieme al 118, al 1500 e al numero verde regionale 800 033 033, sono a disposizione anche per cittadini e aziende che abbiano necessità di informazioni più in generale sul coronavirus.
Al link http://www.regioni.it/newsletter/n-3786/del-26-02-2020/coronavirus-il-decalogo-del- ministero-della-salute-20866/ del ministero della Salute è inoltre pubblicato un decalogo con alcune buone pratiche.

Giovedì, 27 Febbraio 2020 12:42

Dm inaugura lo store in viale Vespucci

(Rimini) È stato inaugurato oggi a Rimini, in Viale Amerigo Vespucci 121, il quarto punto vendita Dm dell'Emilia-Romagna, nonché il trentottesimo in Italia. Presenti per il taglio del nastro inaugurale Hubert Krabichler, CEO di dm drogerie markt Italia, Benjamin Schneider, Direttore Marketing e Acquisti, Francesco Gargiulo, Direttore vendite e HR e Jamil Sadegholvaad, Assessore alle attività produttive di Rimini.
Il nuovo store, primo in Romagna, si aggiunge ai punti vendita già aperti nelle città emiliane di Bologna, Fidenza e Piacenza. "È per noi un grande piacere inaugurare un nuovo punto vendita a Rimini, zona ad alta densità turistica e cuore pulsante della Riviera romagnola – ha affermato Benjamin Schneider, Direttore Marketing e Acquisti di dm –. Ci inseriamo nella principale via commerciale, punto di riferimento importante per la moda e le tendenze. Siamo quindi particolarmente felici di portare anche qui la nostra offerta specializzata per la bellezza e il benessere di ogni giorno; un'offerta che si distingue per la qualità elevata dei prodotti, la convenienza dei prezzi e la versatilità di una proposta capace di rinnovarsi e reinventarsi per rispondere, o addirittura anticipare, trend e bisogni".

(Rimini) Si è riunito ieri a Forlì il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo in assemblea straordinaria, convocata a fronte dell’improvvisa scomparsa del suo presidente, Dino Amadori. Per l’occasione erano invitati a partecipare anche i rappresentanti del Consiglio Direttivo dell’Associazione Volontari e Amici dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Dopo un sentito, commosso ricordo dell’opera del fondatore dello IOR si è preso atto, come da norme statutarie, che la rappresentanza e la firma passano al Vicepresidente anziano, Domenico Scarpellini, che ha accettato con grande senso di responsabilità e con il pieno e convinto sostegno di tutto il consiglio, confermando la perfetta continuità con il mandato e l’opera di Dino Amadori, suo grande amico.
Al termine dell’assemblea, culminata con un minuto di raccoglimento e un ultimo sentito applauso all’ex Direttore Scientifico Emerito Irst Irccs, il Direttore Generale Ior Fabrizio Miserocchi ha affermato: «Dopo esserci presi qualche giorno per elaborare una notizia che ci ha lasciato profondamente sconvolti e affranti, come Amadori avrebbe voluto ci siamo rimessi al lavoro senza perdere un minuto affinché l’Istituto Oncologico Romagnolo, la sua creatura prediletta, proseguisse la preziosa attività al fianco delle Oncologie del territorio e dei pazienti che soffrono. La situazione sanitaria attuale d’emergenza, d’altronde, coinvolge anche le attività dei volontari che operano al fianco delle persone che si recano ogni giorno in ospedale per sottoporsi alle necessarie terapie. Il nostro caro Presidente era abituato a lanciare grandi sfide affinché, come diceva sovente lui stesso, “questo sia effettivamente il secolo in cui il cancro subirà un colpo decisivo”. Oggi ci accorgiamo quanto profondamente avesse già tracciato per tutti noi la via da seguire per vincere queste sfide. Uniti continueremo dunque la nostra attività sul solco di quanto ci ha insegnato, a partire dalla costruzione a San Cristoforo del Prime Center, una struttura che il prof. Amadori ha fortemente voluto e che rappresenterà il suo ultimo, ennesimo regalo alla Romagna che lotta contro il cancro».

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