(Rimini) “Data la circostanza, è sospeso il precetto festivo (Can 1248 §2). Tuttavia, è consentita la celebrazione delle ss. Messe festive – compresa quella del sabato sera – evitando processioni e assembramenti di persone al temine della celebrazione, a condizione che venga ottemperato il n. 1. Coloro che per motivi di salute non si sentissero di partecipare alla celebrazione, preghino nelle loro case”. Lo spiega la nota serale inviata dalla diocesi alla stampa: il coronavirus non ferma la messa domenicale, anche se non sarà “obbligatorio” per i fedeli partecipare di persona. Per chi temesse il contagio, così come per chi fosse afflitto dai mali di stagione, il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, celebrerà la messa alle ore 18 che sarà proposta su radioIcaro, IcaroTv e in diretta streaming sui canali web dell'emittente diocesana. Esattamente come è accaduto per il mercoledì delle ceneri.

Facendo seguito all’Ordinanza del Ministero della Salute d’intesa con il Presidente della Regione Emilia Romagna, circa le misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da covid19 e ai relativi chiarimenti applicativi, la Diocesi di Rimini, in comunione con le Diocesi della Conferenza episcopale dell’Emila Romagna, in tutte le attività di loro specifica competenza, ad ogni livello e in ogni ambito della vita ecclesiale, con gli uffici preposti della Regione e delle Prefetture, adottano le seguenti nuove disposizioni, in sostituzione delle precedenti segnalate a inizio settimana.

Il primo invito ai fedeli è ad attenersi “sempre a criteri di prudenza, evitando concentrazione di persone in spazi ristretti e per un tempo prolungato, sia in riferimento alle attività parrocchiali che diocesane. Le chiese rimangono aperte al culto e alla preghiera individuale”. Sono consentite le celebrazioni liturgiche feriali che non comportano un afflusso significativo di fedeli. Le acquasantiere continueranno a rimanede a secco di acqua benedetta, la comunione sarà distribuita solo sulla mano, si sospenderà il segno pace.

Per i funerali è consentita la celebrazione eucaristica esequiale con i soli familiari. Sono sospese le visite alle famiglie per le benedizioni pasquali. Sono consentite le consuete visite ai malati e l’unzione degli infermi.

Gli incontri di catechismo e del dopo-scuola riprenderanno alla riapertura delle attività scolastiche. Si consente lo svolgimento delle attività ordinarie di oratorio. Sono sospese le attività che prevedono la presenza di pubblico, per esempio spettacoli teatrali, cinematografici, tornei e ogni altro genere di aggregazione.

Sono sospese feste e sagre parrocchiali. I Centri d’ascolto e i servizi della Caritas diocesane e parrocchiali sono aperti e svolgeranno la propria attività in accordo con le rispettive diocesi e secondo le indicazioni delle competenti autorità territoriali.
 
“La situazione è in continua evoluzione pertanto ci riserviamo la possibilità di ulteriori interventi nei prossimi giorni. Siamo vicini con la preghiera alle vittime e ai loro cari, alle persone colpite dalla malattia, ai loro familiari e amici e a coloro che li stanno assistendo e curando. Ringraziamo ed ammiriamo la disponibilità e il coraggio di medici, operatori sanitari, forze di sicurezza e di vigilanza, volontari, ministri delle comunità, istituzioni locali e statali”, concludono dalla diocesi.



(Rimini) Si è riunita oggi in comune a Rimini la conferenza dei Presidenti dei gruppi Consiliari “per definire le modalità più corrette di svolgimento dell'attività del Consiglio alla luce delle disposizioni in materia di contrasto alla diffusione del Covid-19”, spiegano dalla presidenza del consiglio comunale. “La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consiliari ha espresso all'unanimità la volontà di proseguire con l'attività consiliare programmata, tenuto conto che essa non contrasta in alcun modo con quanto stabilito dall'Ordinanza regionale n.1 del 23 febbraio 2020. La Conferenza ha altresì condiviso la necessità di adottare ogni misura preventiva e precauzionale indicata, in relazione allo svolgimento dell'attività programmata. Resta inteso che ogni ulteriore evoluzione o aggiornamento del quadro attuale verrà preso in considerazione da questa Presidenza, di concerto con la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consiliari, per tutti gli adeguamenti necessari al rispetto delle regole disposte in materia di tutela della salute pubblica”.

(Rimini) Coronavirus, si è svolto oggi a Bologna l’incontro dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil, confederali e di categoria, con l’assessore alla Sanità Sergio Venturi e il direttore generale Kyriakoula Petropulacos.
“Nel positivo incontro di oggi abbiamo richiesto e convenuto che la regione dia indicazioni affinché tutte le prestazioni straordinarie e aggiuntive del personale del servizio sanitario regionale determinate dalla situazione di emergenza collegata al Coronavirus, vengano gestite come prestazioni aggiuntive per tutti i profili per cui si renderanno necessarie”, rendono noto i sindacati.
Inoltre “nella discussione si è concordato, nel caso di proroga della chiusura delle scuole, l’utilizzo di permessi straordinari da parte dei dipendenti del servizio sanitario regionale che avessero necessità di conciliare i tempi di vita e lavoro in questo momento di grandissima difficoltà”. Oltre a questo strumento “sarà possibile attivare in maniera straordinaria lo strumento del lavoro agile (smart-working) per garantire la continuità delle attività lavorative e ridurre la mobilità delle persone”.

Per tutti i pazienti che vengono da fuori regione o dalle zone a rischio “verranno rinforzate le indicazioni al fine di ridurre i rischi per gli interventi che non possano essere rinviati. Abbiamo inoltre posto la questione relativa al sistema di riscossione del ticket (il cd. Malus) nel caso mancata disdetta della prestazione, nel periodo di vigenza dell'ordinanza, e la Regione si è impegnata ad affrontare il problema”.
I sindacati hanno “segnalato inoltre fra i diversi aspetti situazioni di carenza di dispositivi di Protezione Individuale, la gestione delle sale di attesa (nei contesti socio sanitari e più in generale in tutte le Pubbliche Amministrazioni), la definizione di procedure puntuali ed omogenee per il personale di front-office e la tutela del personale impegnato nell'assistenza domiciliare. Su questi ultimi punti la regione ha raccolto le indicazioni e si è impegnata a trasmettere schemi di corretto approccio per la prevenzione a tutti i soggetti interessati oltre a quelli già definiti”.
Si è infine concordato che in base alla evoluzione della situazione ci potranno essere ulteriori incontri a monitoraggio degli sviluppi.

 

(Rimini) Il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Rimini, Marzio Pecci, ha scritto al prefetto di Rimini, Alessandra Camporota, per chiedere la sospensione del consiglio comunale convocato per oggi.
“Il presidente del consiglio comunale di Rimini (Sara Donati, ndr) ha convocato per oggi 27 febbraio 2020 alle ore 18.45 il consiglio comunale della città di Rimini. Nelle more della convocazione è intervenuta l’ordinanza del ministro della Salute (Roberto Speranza, ndr), e del presidente della Regione Emilia-Romagna (Stefano Bonaccini, ndr) che sospende le attività pubbliche che vedono la partecipazione del pubblico fino al 1 marzo 2020”, esordisce Pecci.
“Il provvedimento ministeriale è stato assunto per evitare il diffondersi del covid19 nella Regione Emilia Romagna e per contenere e contrastare l'evolversi della situazione epidemiologica che da qualche giorno interessa anche la Provincia di Rimini. Stante la situazione che si è generata nella nostra Regione ed in virtù della ordinanza ministeriale il Consiglio Regionale di insediamento, previsto per la data del 28 febbraio 2020, è stato rinviato al 4 marzo 2020”, spiega Pecci.
“Contrariamente alle decisioni della Regione, il presidente del consiglio comunale di Rimini ha assunto la grave decisione di non applicare la delibera del Ministero della Salute e della Regione. La decisione del presidente del consiglio comunale di Rimini presa in contrasto alla ordinanza del Ministero della Salute e della Regione non solo viola la legge e costituisce reato punibile ai sensi dell'articolo 650 del codice penale, ma mette in serio pericolo la salute dei consiglieri comunali e del pubblico che assiste ai lavori consiliari”, protesta Pecci.

 

(Rimini) “Tutti i nuovi positivi a Rimini sono contatti del signore con la trattoria, dipendenti o avventori”, conferma nel corso della conferenza stampa odierna l’assessore regionale per la sanità Sergio Venturi (almeno fino a domani quando si insedierà la nuova giunta Bonaccini). I casi a Rimini in totale sono sei. “Sono in corso le indagini epidemiologiche e non solo, nel senso che ci sono anche quelli che le indagini le fanno di professione”, stanno indagando anche i carabinieri. “Stanno verificando in un luogo lì accanto, dove la gente si ferma per dormire, per vedere se prendendo un periodo di oltre un mese (a ritroso, ndr) in quel periodo abbiamo avuto o meno cittadini provenienti dalla zona rossa del basso lodigiano. Vediamo, questa indagine è ancora in corso e nelle prossime giornate sicuramente avrà un risultato, noi ci auguriamo positivo. Diciamo che ormai quelli sono i focolai, non è che se non troviamo un nesso di causalità ci sia qualcosa che ci sorprenda”.
Capitolo scuole. Venturi ha spiegato che “domani la nuova giunta farà le sue valutazioni” e confrontandosi con le istituzioni locali deciderà. “Ieri ho spiegato che quando abbiamo preso domenica scorsa il provvedimento, si è presa un’ordinanza sulle scuole che era un po’ a metà tra le questioni che riguardano la protezione della salute e un po’ le precauzioni di carattere generale. E quindi è del tutto evidente che queste due cose vanno ricommisurate e quindi sono assolutamente consapevole, e non può che essere così, che domani la nuova giunta farà le sue considerazioni, le valuterà credo insieme ai sindaci e alle Province. Ragion per cui domani la giunta deciderà. Ci sono molti auspici in queste ore che si cerchi di allentare la presa e ritornare ad una situazione più normale, visto che ci stiamo rendendo tutti conto che non siamo di fronte ad una situazione che al momento desti preoccupazioni sul piano della qualità, della pesantezza della malattia. E quindi io sono il primo ad auspicare che questo allentamento delle condizioni possa essere preso, per dare un segnale ai cittadini, alle famiglie e anche ai ragazzi che sono a casa da scuola”.

(Rimini) A partire dalle ore 7 di lunedì 2 marzo il ponte di Verucchio torna ad essere transitabile per tutti i veicoli aventi una massa a pieno carico non superiore a 40 tonnellate. Permangono le altre prescrizioni in essere, ovvero il limite di velocità di 30 chilometri orari e il senso unico alternato regolato da impianto semaforico su una corsia e il percorso pedonale sul lato monte del ponte.

Il divieto di transito per i veicoli con massa a pieno carico superiore a 40 tonnellate si estende dal Km. 6+990 all’uscita della rotatoria di intersezione con la SP 14 Ter fino al Km. 9+680 (testata del ponte lato Verucchio) della S.P. 14 “Santarcangelo” al confine fra i Comuni di Poggio Torriana e Verucchio, con le eccezioni per i veicoli che devono raggiungere le destinazioni ubicate lungo la SP 14 prima del ponte sia per carico o scarico che per raggiungere la propria sede.

(Rimini) Le rate della tassa di soggiorno in scadenza al 16 marzo e quella in scadenza al 16 maggio saranno posticipate al 16 luglio. Lo ha deciso l'amministrazione comunale di Riccione, accogliendo le richieste arrivate dalle associazioni degli albergatori. "Aver posticipato la tassa di soggiorno - ha detto l'assessore al Bilancio del Comune di Riccione, Luigi Santi - è un modo per dare un aiuto concreto ai nostri albergatori. E' indubbio che a causa della difficile situazione che si è creata per la paura, spesso immotivata di contagio da Covid-19, si possono prendere delle difficoltà per i nostri operatori. Intanto abbiamo pensato di posticipare le due rate in scadenza, ma stiamo studiando eventuali altre misure per far sentire la nostra vicinanza agli operatori riccionesi".

(Rimini) “C’è una differenza, e non è sottile, tra giusta preoccupazione e allarmismo. C’è uno scarto evidente tra l’evoluzione di un quadro clinico costantemente e attentamente monitorato e la paralisi delle città, delle attività quotidiane. Ognuno di noi ne è perfettamente consapevole in questa fase molto difficile e che ci impegna ad ogni istante del giorno. Ma è necessario, per la vita delle nostre comunità, essere molto precisi nel distinguere i piani, gli interventi, le informazioni giuste e indispensabili per non farsi sopraffare dall’incertezza e da paure eccessive”. Inizia così l’appello alla “normalità” dei sindaci della provincia di Rimini.

“La Regione, le Asl, stanno facendo un lavoro straordinario su tutti i territori dell’Emilia Romagna, al fine di individuare e curare adeguatamente le situazioni di positività al virus Covid- 19. E’ un lavoro portato avanti a esclusiva garanzia e tutela delle persone, dei minori, degli anziani, che qui risiedono e di tutti coloro che in Emilia Romagna svolgono attività professionale o vengono per turismo. Questo è un punto fondamentale e rimarchevole dell’intera vicenda: c’è una macchina medica, sanitaria, scientifica che funziona, che provvede ad attuare tutti i provvedimenti indispensabili alla salute pubblica, che monitora, controlla, interviene su ogni singola situazione. La Regione Emilia Romagna, e anche i Comuni della Provincia di Rimini, hanno adottato da lunedì 24 febbraio e sino a domenica 1° marzo disposizioni preventive e precauzionali che accompagnano la primaria attività medico-sanitaria e che sono state assunte per far sì che la normalità possa proseguire, con le cautele del caso, anche di fronte a particolari contesti come quello attuale. Sono regole e azioni ovviamente basate su evidenza e informazioni delle autorità sanitarie competenti e prese nell’ottica di salvaguardare la salute pubblica e individuale, continuando comunque a svolgere in sicurezza le attività del nostro quotidiano”.

“Noi sindaci della provincia di Rimini ribadiamo come sia indispensabile proseguire nella vita delle nostre città con buon senso e intelligenza, continuando ad affrontare le cose con coraggio e dinamismo nelle piazze, nei luoghi di lavoro e d’incontro, nelle relazioni. Quello che è stato messo in campo in Emilia Romagna in questi giorni dimostra che si può adottare la tutela sanitaria migliore senza paralizzare le comunità. Anche da un punto di vista economico in generale, e turistico in particolare, verrebbe persino da chiedersi se paesi europei a noi concorrenti stiano adottando o abbiamo adottato le stesse misure o addirittura qualche paese concorrente in campo turistico stia “speculando“ sull’Italia. Occorre che per i prossimi giorni vi sia un graduale ritorno alla normalità, una volta testata la massima sicurezza medica. Senza fughe in avanti, ma senza farsi bloccare dalla paura. I Comuni della provincia di Rimini continueranno a dare il loro contributo alla risoluzione del problema primario della diffusione del virus Covid-19 e, nello stesso tempo, si mettono a completa disposizione affinché le città tornino alle consuetudini precedenti, uscendone man mano più forti e rafforzate dal aver affrontato un fenomeno complesso e inedito dei nostri tempi. Credere nella normalità per essere la terra straordinaria che siamo, che ha sempre guardato in faccia i problemi affrontandoli con lavoro e caparbiet”à.

(Rimini) “Il rischio più che tangibile è che terminata questa emergenza sanitaria, del nostro turismo, della nostra economia, rimangano solamente i cocci. Ieri (mercoledì 26 febbraio) – spiega Gianni Indino - come vicepresidente regionale di Confcommercio con delega al turismo, insieme al direttore dell’Unione Regionale, Pietro Fantini, ho partecipato a Bologna alla riunione con l’assessore al Turismo, Andrea Corsini, i rappresentanti dei Comuni della Regione e delle categorie economiche. Insieme alle misure di sostegno per imprese e lavoro, quello che ho chiesto a gran voce è stato di lanciare segnali positivi. Segnali che riportino fiducia nelle imprese e nelle famiglie, che mitighino questo allarmismo che a mio parere, in questa misura, risulta essere eccessivo. Magari si potrebbero riaprire almeno i musei e i teatri, o i cinema, per tornare pian piano alla normalità e riattivare le nostre città, permettendo alle persone di avere luoghi dove trascorrere momenti di svago e serenità. Questo farebbe un gran bene a tutti noi, a tutte le imprese e ai cittadin”i.
Se l’emergenza dovesse proseguire per mesi, “una stima prudenziale di Confcommercio parla di una perdita di 5-7 miliardi di Pil sul territorio nazionale. Lo ha spiegato a chiare lettere il nostro presidente Carlo Sangalli: tra marzo e maggio sono a rischio oltre 21 milioni di presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi e la perdita di circa 100mila dipendenti dei pubblici esercizi. La psicosi è un nemico non meno pericoloso del Coronavirus. Il turismo, ad esempio, è il settore che sta registrando un tracollo senza precedenti con un calo di fatturato che ha punte dell’80-90% e la destinazione Italia rischia di sparire dai radar. La situazione è già grave e può diventare drammatica: per questo Fipe-Confcommercio, ad esempio, ha chiesto al governo lo stato di crisi per l’intero settore dei pubblici esercizi”.

Ci avviamo alla bella stagione, alle feste di Pasqua, ai ponti primaverili e alla lunga lista di grandi eventi che porteranno all’estate. “Lo scenario carico di aspettative è invece completamente mutato: le fiere sono state sospese, rinviate o addirittura cancellate, il turismo scolastico è crollato con le gite annullate in tutta Italia, le disdette fioccano, gli eventi sono stati vietati, le persone non girano più volentieri per strada. Alcuni Paesi sconsigliano addirittura di viaggiare in Italia, compresa quella Russia che per la Riviera Romagnola è uno dei bacini più importanti. Le ripercussioni nella nostra Regione saranno pesanti, sia dal punto di vista dell’immagine, fattore che ci posiziona in alto a livello internazionale, sia soprattutto sulla vita delle imprese del turismo e di conseguenza del commercio. A Piacenza gli alberghi stanno chiudendo, nel turismo termale e a Bologna si registra un calo del 50%, sulla Riviera di Rimini del 60-70%. Nei nostri settori di riferimento, commercio e pubblici esercizi, ci sono cali dal 40 al 90% di fatturato e gli imprenditori non sanno quanto potranno reggere se le cose non cambiano. Noi chiediamo giustamente gli ammortizzatori sociali, ma se non usciamo in fretta da questo vortice, il lavoro non ci sarà più. Qui si tratta di salvare le attività e l’occupazione”.
Tra le istanze delle aziende del nostro territorio “che ho portato al tavolo regionale, ci sono l’istituzione di un fondo per le imprese destinato a questa emergenza attraverso un’unità di crisi che coinvolga anche i rappresentanti delle categorie. Al sistema bancario è stato chiesto di rivedere mutui e scadenze e di riorganizzare tutto il debito delle imprese come in passato è stato fatto per le calamità naturali. Gli interventi previsti dovranno poi essere commisurati al reale impatto dell’emergenza sull’attività dell’impresa, per il turismo in particolare. Con le istituzioni regionali abbiamo avviato un tavolo di confronto e abbiamo richiesto: la moratoria per le rate di mutui e leasing in scadenza, attraverso un accordo con il sistema finanziario anche per evitare impatti negativi sul rating creditizio delle imprese; la sospensione delle scadenze fiscali, contributive e delle utenze; l’attivazione di un fondo per il sostegno al reddito in collaborazione con gli Enti Bilaterali per consentire una diminuzione dei costi del personale alle imprese con un calo importante di fatturato; ogni possibile forma di ammortizzatore sociale. Riusciremo a superare anche questa, ma bisogna fare molto, presto e bene. Altrimenti la nostra economia rischia davvero di essere messa in ginocchio - per riprendere le parole del presidente nazionale Sangalli - con costi sociali difficili da gestire e contenere”.

(Rimini) Sono 97, in Emilia-Romagna, i casi di positività al Coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma, tutti riconducibili al focolaio lombardo, e 6 a Rimini. Nessuno dei nuovi pazienti è in terapia intensiva, dove invece rimangono i tre di ieri (uno all’ospedale di Piacenza e due a Parma), e la maggior parte si trova in condizioni non gravi; molti sono addirittura asintomatici o presentano sintomi modesti (febbricola e lieve tosse).

Un aumento dei riscontri positivi – che ieri pomeriggio erano 47 – dovuto anche all’elevato numero di tamponi refertati nella nostra regione (1.033) ed effettuati nei giorni scorsi anche su persone asintomatiche spesso contatto di casi positivi, prima che le nuove indicazioni nazionali stabilissero la necessità di fare il test tampone solo in caso di sintomi manifesti. Rispetto a ieri pomeriggio, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 10 a Modena, sempre contatti del primo caso che si era recato nell’area rossa del Lodigiano; 2 a Parma e 3 a Rimini (tutti correlati al primo paziente di Rimini). Si precisa inoltre che, contrariamente alle precedenti comunicazioni, non sarà allestito un modulo provvisorio per il triage a Cento (Fe).

 

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