(Rimini) Non tutto è telelavoro o smart working. Imprese manifatturiere e di servizi, studi professionali e attività commerciali, per continuare le attività hanno bisogno anche della presenza fisica dei dipendenti, di rapporto "faccia a faccia", con clienti, fornitori, visitatori. Il problema è quali misure di prevenzione sanitaria queste realtà possano adottare, rispettando il diritto alla privacy di ogni individuo e il trattamento di un dato assolutamente sensibile: la sua condizione di salute. La domanda, quindi, è cosa può chiedere un'azienda ai dipendenti e a chi entra in contatto con lei, per prevenire e monitorare i rischi da contagio da Covid-19.
La prima risposta a un tema, che mette in gioco due diritti apparentemente contrapposti come privacy personale e tutela della collettività, arriva nella nota del Garante Privacy (2 marzo). Nel testo si è espresso in merito alla possibilità di raccogliere, all'atto della registrazione di visitatori e dipendenti, informazioni circa la presenza di sintomi da Coronavirus, notizie sugli ultimi spostamenti, quali misure di prevenzione rischi contagio. Il tutto senza scatenare nessuna pericolosa e inutile caccia all'untore o inaccettabili forme di discriminazione.

L'Autorità di controllo ha ribadito come la normativa d'urgenza preveda che chiunque negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato nelle zone a rischio epidemiologico debba comunicarlo alla Asl. Sarà lei a provvedere ad accertamenti e provvedimenti come l'isolamento fiduciario. Ha confermato che la raccolta informazioni relative ai sintomi del Covid-19 e quelle sui recenti spostamenti di ogni individuo, spettano a operatori sanitari e protezione civile. Quindi, i datori di lavoro non possono raccogliere a priori, in modo sistematico e generalizzato, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa. Questa attività è sottoposta a limiti stringenti, soprattutto se chi la applica non è un medico.
Esistono però delle comunicazioni non invasive che si possono adottare senza rischiare infrazioni alla norma o sanzioni, spiegano spiega Paolo Rosetti, Chief Excutive Officer & DPO della società "Consulenti Privacy Srl" e l'avvocato Fabio Pari specialista in tematiche giuridiche del settore aziendale: "È possibile evitare la raccolta dati apponendo all'ingresso dell'azienda o una infografica, che guidi dipendenti e utenti alla autovalutazione del rischio e sconsigli l'ingresso a chi è stato in determinate zone, oppure abbia manifestato sintomi influenzali o febbre. L'eventuale misurazione della temperatura corporea dovrebbe essere svolta direttamente dalla persona, senza che risultato sia visibile ad altri. Quest'ultima soluzione è quella maggiormente rispettosa del Regolamento UE e del principio di minimizzazione del dato".

"Altra strada, è raccogliere solo le informazioni strettamente necessarie, informando e richiedendo il consenso al loro trattamento. Prima di tutto, l'azienda deve chiedere il consenso al trattamento dei dati sanitari, contenuta nell'informativa privacy dell'art. 13 del GDPR. Si devono poi prevedere e rispettare tempi di conservazione dei dati molto ridotti e relativi al solo periodo di emergenza sanitaria - concludono Paolo Rosetti e Fabio Pari - Il tutto accompagnato dall'aggiornamento del documento di valutazione dei rischi aziendale, includendovi questo nuovo rischio biologico, quale motivo e giustificazione del trattamento di informazioni sanitarie sui dipendenti. Nel caso finalizzarla anche alla fornitura di corretti e necessari dispositivi di protezione individuale. Quste sono azioni in grado di tenere insieme, rispettandone i rispettivi confini, le necessità di tutela della collettività e dell'inviolabile diritto alla privacy di ogni persona".
Si questo argomento "Consulenti Privacy" ha indetto un Webinair di aggiornamento (gratuito) per aziende in professionisti, in programma sulla piattaforma web dell'azienda il prossimo 13 marzo.

(Rimini) «Per me il Meeting di Rimini è stato ed è tuttora un’immensa avventura di libertà». Dopo 27 anni di presidenza e 40 di responsabilità condivisa, nei prossimi giorni, con il rinnovo del consiglio di amministrazione della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri lascerà la guida della più seguita e di una tra le più longeve manifestazioni culturali al mondo. Un passaggio annunciato, peraltro, già da tempo, ma che ugualmente lascia il segno.

«Capisco che è il momento di lasciar andare ad altre mani, braccia e gambe questa cosa bella, ricca e tanto amata che ho vissuto», è il commento della presidente. «Dico “lasciar andare” e non “abbandonare”, è come con i figli: se gli vuoi bene, devi lasciarli andare». Il sentimento che contraddistingue questo momento? «Soprattutto una grandissima gratitudine per tutto quello che ho avuto da questi quattro decenni, in termini di storia, di ricchezza di esperienza, di incontri. Mai avrei immaginato di poter incontrare tante esperienze dal mondo». Una gratitudine declinata in dettaglio «per ognuna delle persone con cui ho lavorato, gli amministratori del Meeting, la redazione culturale, i collaboratori, le istituzioni, i partner, i relatori, i curatori delle mostre, i tantissimi volontari che hanno dato gratuitamente il loro tempo. Porto nel cuore i nomi e i cognomi di tantissimi».

I volontari, l’anima del Meeting, oltre tremila ogni anno da quattro decenni. «Anch’io sono sempre stata una volontaria del Meeting», racconta Emilia, «in questi quarant’anni abbiamo messo insieme in campo la bellezza dell’esperienza umana che abbiamo incontrato nell’amicizia di don Giussani, perché potesse diventare un luogo di incontro, libertà, dialogo e costruzione comune con tutti. Un grande amico negli anni Ottanta, ai primi passi del Meeting, mi disse: “Ricordati Emilia che il Meeting non è tuo”. Io sono cresciuta con questa consapevolezza e almeno tentativamente con la libertà di chi ha tra le mani qualcosa la cui origine lo precede».

L’appuntamento ora è al Meeting 2020, che avrà come titolo “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. «Anch’io desidero questa meraviglia di cui parla il titolo dell’edizione di quest’anno. Conto di godermi questo Meeting quanto mi sono goduta gli altri quaranta, magari anche di più, chissà, sono molto curiosa».

 

Emilia Guarnieri, bio. Nasce il 19 giugno 1947 a Varazze (Savona), a quindici anni si trasferisce con la famiglia a Rimini. Frequenta la facoltà di Lettere moderne all’Università di Bologna, dove si laurea con lode nel 1969. Inizia subito ad insegnare. Dal ’74 è titolare della cattedra di italiano e latino, prima al Liceo Scientifico statale Serpieri, poi all’Einstein di Rimini. Successivamente, dal 1989 al 2014 insegna al liceo classico della Karis, la Fondazione che gestisce scuole paritarie e legalmente riconosciute, di cui Guarnieri è nel ’74 socio fondatore. Nel 2001 collabora ai tre volumi della Commedia di Dante, per i tipi dalla Bur-Rizzoli.
Nel 1980 è socio fondatore del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Responsabile culturale fin dalle prime mosse della manifestazione, dal 1993 è Presidente della Fondazione cui fa capo la settimana riminese.
Nel 2003 le viene conferita, da parte del Presidente della Repubblica, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2004 le viene consegnato il Sigismondo d’oro, riconoscimento conferito dal Comune di Rimini a propri cittadini che abbiano onorato la città con la propria attività.
Intensa l’attività di ambasciatrice del Meeting in varie nazioni. A partire dal 1987 con il convegno culturale con presentazione del Meeting all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi; nel 1989 il viaggio culturale con presentazione del Meeting a Berlino a pochi giorni dalla caduta del muro; nel 1992 la presentazione del Meeting all’Università Statale di Mosca; nel 1998 il Forum internazionale a carattere sociale organizzato a Chisinau dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica di Moldavia; nel 2009 la presentazione del Meeting nella sede dell’Unesco a Parigi; nel 2010 la partecipazione come relatrice alla prima edizione di “Meeting Cairo”; nel 2011 la partecipazione agli eventi culturali organizzati con l’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo e nel Palazzo dei Dottori nel Tempio del Monte Koya; sempre nel 2011 la presentazione del Meeting all’Onu a New York; nel 2012 la presentazione del Meeting nella Sede dell’Ambasciata Italiana a Beirut; nel 2012 la presentazione del Meeting nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca. È intervenuta come relatrice alla manifestazione Meeting Brno (Repubblica Ceca) nel 2017.
Negli ultimi due anni infine ha guidato due importanti missioni. La prima nell’ottobre 2018 ha avuto come meta Alessandria d’Egitto e Il Cairo, in collaborazione con la Biblioteca di Alessandria, nella quale ha figurato come relatrice in due convegni. A Il Cairo la delegazione guidata da Guarnieri ha incontrato anche il Grande Imam di Al-Azhar Ahmed al-Tayyeb. La seconda missione, svoltasi nel marzo 2019, si è tenuta in Arabia Saudita, a Riad, con l’incontro con il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale Muhammad bin Abdul Karim al-Issa e a Gedda, con Abdulaziz Ahmed Sarhan, segretario generale dell’International Association for Relief, Welfare and Development (IORWD), ong su base mondiale che opera in situazioni di gravi emergenze umanitarie.

Giovedì, 05 Marzo 2020 09:35

5 marzo

Scuole chiuse fino a metà marzo | Aeroporto in affanno | Il sondaggio degli albergatori

Mercoledì, 04 Marzo 2020 22:05

Coronavirus, nove nuovi casi a Rimini

(Rimini) Gli aggiornamenti sulla situazione sanitaria nella provincia di Rimini inviati dalla Asl alla prefettura segnalano nove nuovi casi di positività al coronavirus registrati. Dal 25 febbraio, dunque, nella dimensione provinciale riminese le persone diagnosticate sono 33, di cui 31 residenti in provincia di Rimini, il cittadino sammarinese, purtroppo deceduto, ed il cittadino della provincia di Pesaro Urbino ricoverato all’Ospedale di Rimini. Dei 9 nuovi casi 3 pazienti sono ricoverati in ospedale e gli altri 6 sono a domicilio poiché senza sintomi o aventi sintomi lievi. L’Asl precisa, al riguardo, che rispetto a questi 9 nuovi casi, dal punto di vista epidemiologico, si tratta di un dato atteso. Si è, infatti, messa in atto una ricerca attiva dei casi, effettuata attraverso il tampone in tutti i pazienti per i quali, dal punto di vista clinico, vi sia un fondato sospetto di positività. Questa procedura è mirata alla sicurezza dei pazienti e dei cittadini e al contenimento della ulteriore diffusione della malattia. Rispetto ai 9 nuovi casi positivi 5 sono maschi, di età compresa tra i 30 e gli 82 anni, e 4 donne di età compresa tra i 25 e gli 80 anni. Sempre in giornata di oggi sono stati dimessi, dal reparto di Malattie infettive dell’Ospedale di Rimini, altri 5 pazienti, che si aggiungono a quelli di ieri: quattro donne ed un uomo.

(Rimini) E’ ufficiale: scuole chiuse da domani fino al 15 marzo su tutto il territorio nazionale. "Per il governo non è stata una decisione semplice, abbiamo aspettato il parere del comitato tecnico scientifico e abbiamo deciso di sospendere le attività didattiche da domani al 15 marzo", ha detto il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina parlando a Palazzo Chigi (Ansa).

Sono 2.706 i malati per coronavirus in Italia, con un incremento di 443 persone in più rispetto a ieri e 107 i morti, 28 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. Sono 276 i guariti, 116 in più rispetto a ieri. L'aumento è del 72,5%, il maggiore registrato negli ultimi giorni.
Intanto è arrivato il via libera definitivo dell'Aula del Senato al dl sull'emergenza coronavirus. Il testo è stato approvato a Palazzo Madama con 234 voti a favore, cinque astenuti e nessun contrario. Gli italiani dovranno cambiare stile di vita almeno per 30 giorni (Ansa).

(Rimini)  In Emilia-Romagna sono 543 le persone contagiate da Coronavirus, 124 in più rispetto all’aggiornamento di ieri pomeriggio, a fronte di 2.385 test refertati. Tutti presentano un quadro clinico non grave o addirittura asintomatico. Sono 234 i pazienti in cura a casa, dove rispettano l’isolamento previsto, e 26 quelli ricoverate in terapia intensiva (due in più rispetto a ieri).  I decessi sono saliti a 22 (più 4 a ieri). Sale anche il numero delle persone “clinicamente guarite”, che non presentano cioè più alcuna manifestazione clinica dovuta al virus, 6 in tutto, ma anche quello dei pazienti ricoverati in terapia intensiva che diventano 26, due in più di ieri. Finora, inoltre, sono state installate 14 strutture esterne nelle aree degli ospedali e prossimamente, anche nei sette Istituti penitenziari presenti in regione, finalizzate al triage per riscontrare eventuali contagi. 

In dettaglio, dei casi di positività: 319 sono a Piacenza, 115 a Parma, 20 a Reggio Emilia, 41 a Modena, 12 a Bologna (di cui 1 nel circondario imolese), 24 a Rimini, 2 a Forlì-Cesena, 2 a Ravenna.
Dei 123 nuovi casi rilevati, 63 riguardano Piacenza, 31 si riscontrano a Parma, 6 a Reggio Emilia, 8 a Modena, 5 a Bologna, a cui si somma 1 caso registrato nel circondario imolese.  Resta invariato il numero delle persone risultate positive a Ravenna (2) ma si registra un secondo caso a Bertinoro, nel forlinese. 
Rispetto a ieri, si registrano altri quattro decessi, che portano a 22 il numero delle persone decedute in regione, 6 delle quali di provenienza lombarda.  Si tratta anche questa volta, come nel caso dei precedenti decessi, di persone con patologie pregresse. Tra i nuovi decessi 3 riguardano due uomini e una donna piacentini, tra i 64 e gli 87 anni di età, deceduti all’ospedale di Piacenza, e una signora di 87, di Parma, deceduta al nosocomio di Parma.

Più posti letto in terapia intensiva. La Regione Emilia-Romagna è intanto impegnata a incrementare il numero dei posti letto in terapia intensiva: entro la settimana, per le strutture ospedaliere del piacentino, sarà garantito il raddoppio delle postazioni di terapia intensiva che passeranno da 15 a 33 (oltre le 9 postazioni per l’attività ordinaria, extra Coronavirus).
I moduli per il triage. Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari e per la sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture sanitarie, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti nel piacentino, nuovi moduli provvisori per il triage, dove poter sottoporre le persone alle prime valutazioni delle condizioni generali e di esposizione prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 nella provincia di Modena (ospedali di Mirandola, Vignola Pavullo nel Frignano), 1 a Imola; 2 nel parmense, ospedale di Fidenza e Borgo Taro (PR), in aggiunta alle due tende antistanti all’ingresso PS dell’azienda ospedaliera di Parma; si aggiungono nella provincia reggiana 2 a Guastalla, 1 a Montecchio oltre al presidio (2 strutture) in ingresso dell’Ospedale Santa Maria di Reggio Emilia. 
In altre strutture ospedaliere (Modena Policlinico e Baggiovara, oltre agli ospedali di Carpi, Sassuolo, Rimini, Riccione e Ravenna per la Romagna ed all’ospedale di Cona a Ferrara sono già operativi specifici spazi con le medesime funzionalità all’interno delle aree di attesa o di ingresso. in tutte le rimanenti strutture della regione, si sta prevedendo una modalità di installazione rapida al crescere del numero dei casi (provincia di Ferrara e di Bologna e Faenza Lugo Cesena Forlì per la Romagna). In tali strutture sono comunque attive modalità per la separazione dei pazienti all’ingresso).

Altre attività messe in campo dalla Protezione civile regionale. Presso la base dell’aeronautica militare di San Polo di Podenzano (PC), è in corso l’allestimento logistico, da completare in 2-3 giorni, di una struttura che verrà resa disponibile per ospitare le persone del Nord Italia che non possono svolgere il periodo di quarantena presso il proprio domicilio. Gli allestimenti in corso (strutture esterne con funzione di servizi e spogliatoi) si limitano a chi dovrà operare nella gestione di queste strutture. Inoltre, 25.200 mascherine FFP2 fornite dal Dipartimento nazionale sono state consegnate al deposito sanitario della Regione di Reggio Emilia, da cui verranno distribuite secondo i criteri prefissati, ad uso esclusivo di medici, infermieri e personale sanitario.
Donazione mascherine. E c’è anche, oltre al grande senso di responsabilità di cui stanno dando dimostrazione in questi giorni i cittadini emiliano-romagnoli, un gesto di generosità. Arriva da un’azienda di Modena, la Canovi Coperture Srl, che ha deciso di donare alla Regione 500 mascherine ‘ffp3’, cioè quelle con protezione massima.
I dispositivi, disponibili già domani, saranno distribuiti nelle strutture sanitarie in cui si riscontra maggiore necessità e utilizzati dagli operatori sanitari.

(Rimini) Il governo sta pensando all’eventualità di chiudere le scuole e le università in tuttoil territorio della penisola italiana fino al 15 marzo per contrastare la diffusione del coronavirus.
La conferma della decisione drastica è attesa nelle prossime ore, insieme ad altre misure per affrontare la crisi delle attività economiche e produttice causata dalle misure contenitive del virus, attive ormai da una decina di giorni nelle zone più colpite. Il Governo, infatti, prima di esprimersi ufficialmente attende l’ultimo via libera del comitato scientifico. Per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si tratterebbe della terza settimana di chiusura delle scuole.

(Rimini) Un vero e proprio "Coronavirus Shop": questa è la denominazione riportata in uno dei tanti siti individuati dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso delle indagini sulla diffusione di migliaia di articoli spacciati come antidoti contro il virus venduti a prezzi altissimi.
Nel corso di una nuove operazione, dopo quella che nei giorni scorsi aveva portato alle prime 20 denunce, sono stati individuati e segnalati alla magistratura i nomi altri 14 imprenditori, tutti italiani, per i quali si profila l'accusa di frode in commercio.
L'indagine è stata svolta dai Baschi verdi del Gruppo pronto impiego Torino con il coordinamento dei pm Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo. Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie queste le attività dei "furbetti del web". Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata sono le province coinvolte nell'operazione (Ansa).

Mercoledì, 04 Marzo 2020 16:39

Donazione di RivieraBanca allo Ior

(Rimini) Una donazione che farà la differenza per tante famiglie in difficoltà del territorio di Rimini e provincia: è con questo spirito che è stato celebrato il contributo, pari a 15.000 euro, riconosciuto da RivieraBanca Credito Cooperativo all’Istituto Oncologico Romagnolo. L’offerta andrà a sostegno del servizio d’assistenza domiciliare fornito gratuitamente dallo IOR ai pazienti del territorio grazie al prezioso lavoro dell’operatrice socio-sanitaria Marica Innocenti. Un aiuto importantissimo e competente per le famiglie che attraversano il momento più critico della malattia di un proprio caro, come testimoniano i dati del 2019: solo nella provincia di Rimini sono state 14 le persone aiutate a domicilio, per un totale di più di 400 accessi. Per comprendere la portata del servizio garantito gratuitamente dallo IOR, Marica Innocenti ha trascorso 700 ore accanto a chi attraversa le fasi più critiche della lotta contro il cancro, supportando i pazienti nelle piccole faccende quotidiane, garantendone l’igiene e facendo opera di compagnia e ascolto. Per aiutare l’operatrice socio-sanitaria a farsi carico del maggior numero di persone bisognose sul territorio, col contributo di RivieraBanca Credito Cooperativo l’Istituto Oncologico Romagnolo ha acquistato un’automobile, affinché la professionista possa muoversi in autonomia presso i domicili di tutta la provincia.
 
«Anche laddove la malattia non possa più essere curata, è comunque fondamentale prendersi cura della persona fino alla fine garantendone la migliore qualità di vita possibile – ha spiegato il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – lo IOR ha deciso già da qualche anno di istituire nuovamente il servizio d’assistenza domiciliare specialistica di cure palliative: un servizio che contraddistingueva la nostra attività soprattutto nelle prime fasi dei nostri quarant’anni di vita, ma che per vari motivi era stato interrotto. Tuttavia, ci siamo accorti come certe situazioni famigliari tipiche della società moderna abbiano portato ad una sempre crescente esigenza di figure che possano aiutare famigliari e caregivers a prendersi cura dei pazienti in fase critica di malattia: figure che magari non tutti possono permettersi, o che spesso non sono formate o preparate ad un’attività tanto delicata. Visto che i vari specialisti sono concordi di come quello domiciliare rappresenti il setting più adeguato per la presa in carico dei malati che raggiungono, purtroppo, le fasi terminali della neoplasia di cui soffrono, abbiamo deciso di tornare nelle case con persone in grado di alleviare il carico fisico ed emotivo che questi momenti comportano. Ci tengo dunque a ringraziare di cuore gli amici di RivieraBanca, che con questo importante contributo dimostrano di avere ben presenze le esigenze delle famiglie in difficoltà del territorio in cui opera».
 
«Quello sulla sanità – ha affermato il Presidente di RivieraBanca, Fausto Caldari - è un grande progetto che riguarda il territorio, ed ha come obiettivo la prevenzione e cura della salute di tanti uomini e tante donne che vivono, lavorano e si impegnano ogni giorno, per la crescita e a favore di questa società. Riteniamo la salute una priorità essenziale, perché significa benessere, entusiasmo, volontà di fare, per il futuro proprio e quello degli altri. Con le iniziative sul sociale, come questa riguardante il contributo finalizzato all’acquisto di una vettura per lo IOR, destinata a supportare i malati oncologici e le loro famiglie sul territorio, RivieraBanca dimostra di operare concretamente per la propria comunità, soprattutto in tematiche così importanti e delicate. Continueremo questa attività con grande impegno, perché le donazioni arrivano al cuore della gente, a cui ci lega da sempre un rapporto speciale».

(Rimini) La neo assessora regionale Barbara Lori è risultata positiva al Coronavirus. Lori aveva partecipato alla seduta di insediamento della Giunta venerdì scorso. Subito dopo aver appreso la notizia, ieri sera tardi, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il sottosegretario Davide Baruffi e l'assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, si sono sottoposti al test tampone, per motivi legati all'operatività dell’Ente e doverose ragioni precauzionali. In particolare, l’assessore Donini era entrato in più diretto contatto con Barbara Lori nei giorni scorsi.
Il presidente Bonaccini e il sottosegretario Baruffi sono risultati negativi. Positivo, invece, l’assessore Donini. Già questa mattina, gli altri componenti la Giunta sono stati sottoposti al test.
Lori e Donini sono in buone condizioni e si trovano presso le loro abitazioni, dove rispetteranno il periodo di isolamento. In entrambi i casi è in corso di definizione la lista dei contatti avuti nei giorni passati e, così come previsto dai protocolli, verranno svolti gli accertamenti sulle persone interessate, contattate direttamente dalle strutture sanitarie competenti territorialmente.
Il presidente Bonaccini parteciperà all'incontro con il premier Conte e le parti sociali dedicato alle misure economiche, previsto nel pomeriggio a Roma, collegato in videoconferenza dalla Regione, a Bologna.

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