Gnassi: basta luoghi affollati, chiuderemo quelli che non rispettano le regole
(Rimini) E’ successo ieri che con la bella giornata di sole, moltissimi riminesi, famigliole con bimbi, nonni e nonne, gruppi di amici, hanno approfittato per la tradizionale passeggiata al porto, affollando a dismisura piazzale Boscovich. Sarebbe potuto essere tutto normale, se non fosse per il fatto che alle due della notte tra sabato e domenica, il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte aveva firmato il decreto che inserisce Rimini e provincia tra le zone “arancioni” ovvero quelle sottoposte a particolari restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus. Tra le “regole” c’è anche quella di uscire solo per necessità e non affollare luoghi, che siano privati o pubblici, che siano al chiuso o all’aperto.
Ragione per cui in comune hanno deciso che da oggi in avanti si potrà ricorrere alla chiusura dei luoghi (bar, ristoranti, ecc.) che non garantiscono il rispetto della prescrizione. Lo ha ribadito il sindaco Andrea Gnassi in un video messaggio pubblicato questo pomeriggio sui canali social del Comune.
“Questo è un messaggio che un sindaco non ha piacere di dare, ma se non lo desse sarebbe colpevole irresponsabilmente”, ha attaccato il sindaco. “Non vi faccio né prediche né retorica: la battaglia all’espandersi dell’epidemia e del coronavirus la si fa a partire dai comportamenti individuali. Dobbiamo cambiare il nostro stile di vita: non possiamo far finta che le cose non ci riguadino. Il virus si diffonde e colpisce le persone più fragili”.
Da ieri c’è un decreto. “Non è il tempo delle polemiche. Lo dico ai cittadini, lo dico anche ai miei parenti che mi guardano: anch’io vorrei avere le risposte a tutte le domande che il decreto pone. Ma prima di tutto oggi pensiamo alla vita, pensiamo alla salute. Siamo stati in videoconferenza tutta la notte, questa mattina e lo saremo oggi pomeriggio. Chiederemo al governo anche i dettagli”.
Il decreto dice che “ci si può spostare all’interno del territorio provinciale per lavorare, i negozi possono stare aperti, bar e ristoranti chiudono alle 18 e aprono alle sei della mattina. Ci si può muovere per esigenze di necessità. Ma non ci si può muovere e non ci si può comportare come ieri”, dice Gnassi mostrando la prima pagina di un quotidiano locale. Questa non è una necessità, è una voglia: prima giornata di sole dopo l’inverno, i riminesi al mare. Ma oggi con l’epidemia non possiamo più farlo. Perché guardate, la vera emergenza è questa qui, la vera emergenza sono i pochi posti letto”, dice poi mostrando la prima pagina di un quotidiano nazionale.
“Questo virus è infame e anche cordardo, è sconosciuto. Magari uno è asintomatico ma può contagiare gli altri. E allora dobbiamo quindici giorni, un mese, tenere duro per ripartire”, riprende Gnassi.
Poi un esempio, che lo stesso sindaco dice “estremo”. “Abbiamo visto la nostra città nella sua storia millenaria vivere momenti di splendore e di tragedia. Mi vengono in mente le immagini di una guerra. Non siamo in guerra, nel senso che non cadono le bombe, ma dobbiamo essere in guerra contro l’epidemia. Quando cadono le bombe, cioè quando si è in guerra, la prima cosa da fare e provare a proteggersi, si va in un rifugio. Di fronte al coronavirus la prima cosa per difendere la propria salute è stare in casa. E’ non frequentarci. E’ limitare le relazioni sociali”.
Il sindaco mostra una foto d’epoca, in bianco e nero. Si vede una persona adulta con un bambino. “Qui una mamma, una nonna, un adulto, proteggeva le persone più fragili, il bambino, in tempi di guerra e di bombe. In tempi di virus, dove le bombe non si vedono, ma ci si contagia magari anche solo stando vicini, i più fragili sono gli anziani. Per questo rivolgo un appello a tutti noi. Facciamo un patto generazionale: come gli adulti allora, in guerra, proteggevano i bambini, oggi le persone più sane non frequentino i posti come una volta per proteggere gli anziani. Proteggiamo i nostri genitori, le persone che magari hanno una patologia. Questo è un patto che Rimini si può permettere”.
Chi non rispetta le regole, potrà essere costretto a farlo. “Le regole oggi sono chiare e vanno rispettate. Noi non potremo tollerare, perché io avrei una responsabilità come il prefetto e le forze dell’ordine, comportamenti irresponsabili. Oggi il decreto ci dice anche che locali, luoghi, situazioni che creano affollamento possono essere chiusi e chiuderemo anche bar, ristoranti e locali che non fanno rispettare queste regole. E’ una mossa che non avremmo voluto né annunciare né fare, ma è doveroso farla. Dobbiamo rispettare le regole”.
Turismo. “Per la nostra economia, il governo sta prendendo dei provvedimenti: pagamenti dilazionati, sospensione dei pagamenti, cassa integrazione, sospensione dei mutui. Io sarò inflessibile, tanto mi conoscete, nel difendere, ad esempio il turismo. E’ il settore più esposto perché non esporta meci, ma importa persone, costruisce relazioni. E allora chiederemo provvedimenti speciali, per Firenze, per Venezia, ma anche per la nostra città”.
L’affondo finale. “Siamo la società dei diritti, delle libertà individuali, oggi abbiamo dei doveri: proteggere i più fragili, gli anziani. Abbiamo il dovere di non comportarci senza responsabilità. Io non do colpa a nessuno, anche io sarei voluto andare in un bel luogo affollato e prendere un bel caffè in un giorno di sole. Oggi per quindici giorni, un mese, non si può fare e non permetteremo che qualcuno possa continuare a farlo. So che Rimini è forte, so che Rimini è responsabile. Se facciamo questo, non intasiamo gli ospedali. Non occupiamo i posti letto, che non sono infiniti. Non occupiamo le terapie intensive. Si può uscire da questa storia e ne usciremo.Ci si può ammalare e stare a casa e stare bene, ma qualcuno può finire intubato. Quanti più sono i contagi, tanti più saranno i posti letto occupati, che non sono infiniti. Quindi è il momento della responsabilità dei nostri comportamenti per la nostra famiglia, per la nostra comunità, per ripartire sicuramente dopo più forti di prima”.
Coriano, la direttiva del sindaco per i servizi essenziali
(Rimini) Questa mattina il sindaco Domenica Spinelli in accordo con l'assessore al personale Beatrice Boschetti ha deciso di diramare una direttiva di regolamentazione del lavoro dell'ente e al fine del contenimento di accesso diretto agli uffici, pur mantenendo l'operatività del Comune di Coriano.
Nella direttiva si indicano le modalità di accesso agli uffici e servizi comunali e si elencano i canali di comunicazione da utilizzare per la comunicazione con l’ente. "Tutti gli sforzi che tutti stiamo facendo devono mirare a limitare al massimo la possibilità di contagio, la particolare situazione non può assolutamente essere sottovalutata, il rischio a cui si può andare incontro metterebbe in serio pericolo le persone più vulnerabili. E' per questo che faccio nuovamente appello alla responsabilità di tutti”, spiega il sindaco Domenica Spinelli. L'ente utilizzerà tutti i suoi canali di comunicazione ufficiali per diramare ogni notizia utile.
Riccione, comune garantisce servizi essenziali
(Rimini) L’amministrazione comunale di Riccione ha messo a punto le misure necessarie a tutela dei dipendenti e dei servizi resi alla cittadinanza. “Verranno garantiti esclusivamente i servizi essenziali”, assicurano da comune.
L'attività di sportello e di ricevimento del pubblico verrà comunque assicurata ai cittadini “prioritariamente mediante utilizzo delle tecnologie informatiche, telefonicamente o in caso di necessità ed urgenza mediante appuntamento. E' sospesa l'attività degli uffici Iat. Sospesa l'apertura del sabato mattina. Sospesa la distribuzione dei bidoncini per la differenziata. Servizi solo su prenotazione e solo se urgenti anche per Geat e Palacongressi. Saranno altresì sospesi i mercati settimanali Mercatino dell'Arboreto e Mercato del venerdì (come da decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 8 marzo 2020)”.
Gli uffici demografici, “saranno chiusi al pubblico fino a nuove disposizioni. È garantito il servizio nei seguenti orari (dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 13.30 e il giovedì con orario continuato fino alle 17.00) solo ed esclusivamente su prenotazione per le pratiche di stato civile (dichiarazione di nascita, denunce di morte, conferme per accordi di separazione e divorzio già ricevuti, uffici contattabili al numero 0541/608345), anagrafe (carta di identità solo se scaduta o rubata e solo se la persona non sia in possesso di altro documento di identità, richiesta residenza alla scadenza del temine per accedere alle agevolazioni fiscali prima casa, richiesta iscrizione di coloro che sono senza residenza perché cancellati per irreperibilità, autentica di firma su dichiarazione per assegni insoluti, dichiarazione sostitutiva eredi in caso di successione, certificato per documentare la residenza in modo da poter accedere alle zone sorvegliate, compilazione dei moduli per la pensione estera,uffici contattabili al numero 0541/608339).
L’ufficio relazioni con il pubblico è raggiungibile al numero 0541/608301.
Numeri utili per gli altri servizi:
IMU
0541 608288
0541 608280
0541 608392
IDS
0541 608392
TARI
0541 608260
0541 608225
0541 608251
0541 608314
0541 608327
Coronavirus, gli appelli di De Luigi e dei sindaci di Santarcangelo, Verucchio e Poggio Torriana
(Rimini) Pubblichiamo l’appello dei sindaci ai cittadini di Santarcangelo, Verucchio e Poggio Torriana. Un illustre santarcangiolese, l'attore Fabio De Luigi, inoltre, ha diffuso ieri un video per richiamare concittadini e non solo al rispetto delle regole delle zona arancione.
"Come tutti sapete, questa mattina il Governo ha emanato un nuovo decreto per contenere la diffusione del Coronavirus, con misure più restrittive rispetto alle scorse settimane anche per la Provincia di Rimini.
Ci sono alcuni punti ancora da chiarire, rispetto ai quali restiamo in attesa di precisazioni da parte del Governo, ma al di là di questo work in progress vorremmo condividere alcune informazioni importanti per le nostre comunità.
Il decreto del Governo nasce dalla volontà di garantire i nostri presidi sanitari. In pratica l’obiettivo è dare una mano, tutti insieme, per far sì che i nostri ospedali siano in grado di gestire l’emergenza sanitaria, senza arrivare al collasso e aiutando gli operatori socio-sanitari, che soprattutto in questi giorni stanno svolgendo un lavoro davvero straordinario, per il quale li ringraziamo.
La macchina sanitaria è organizzata al meglio e sta reagendo con grande prontezza e professionalità a questa situazione di emergenza, ma se i contagiati continueranno ad aumentare i nostri ospedali non saranno più in grado di accogliere chi ha bisogno di particolare assistenza.
Per contenere la diffusione del virus, il decreto del Governo ha ridotto al minimo indispensabile gli spostamenti all’interno dei nostri territori, verso altri Comuni e Province. Gli aspetti più importanti, di cui siamo certi fin da ora, è che sono consentiti gli spostamenti per tre motivi principali: lavoro, necessità impellenti o motivi di salute.
Questo vale tra i Comuni della stessa Provincia, nelle Province vicine, da e verso la Repubblica di San Marino. In pratica al lavoro si va, ma il decreto invita le aziende che ne hanno la possibilità ad attivare tutti gli strumenti per contenere il movimento del personale, come ferie e smart working.
Tra le altre disposizioni del decreto ce n’è anche una che riguarda attività di ristorazione e bar, che potranno restare aperti soltanto dalle 6 alle 18.
Per tutte le informazioni di dettaglio su questa e altre situazioni, in ogni caso, diffonderemo il prima possibile i chiarimenti applicativi non appena ci saranno comunicati dal Governo. Ricordando a tutti, nel frattempo, l’importanza di affidarsi a informazioni certe provenienti da fonti istituzionali verificate.
Il nostro invito, in generale, è a condurre uno stile di vita attento, rispettare le norme igieniche per contenere la diffusione del virus (un metro di distanza tra le persone, lavaggio delle mani, ecc), evitando sempre e comunque assembramenti, specialmente in luoghi chiusi.
Un invito al buon senso, un appello alla responsabilità di ciascuno di noi: si può certamente continuare a stare insieme, ma osservando con attenzione e coscienziosità le regole che ci siamo dati per arginare questa emergenza.
Santarcangelo, Verucchio e Poggio Torriana sono comunità fatte di persone abituate a stare insieme, vicine: il miglior modo per continuare a farlo, in questo momento, è aiutarci a vicenda cambiando temporaneamente le nostre abitudini, per il bene di tutti.
Coraggio!"
I sindaci
ALICE PARMA (Santarcangelo)
STEFANIA SABBA (Verucchio)
RONNY RAGGINI (Poggio Torriana)
Coronavirus, Coldiretti: approvvigionamento frutta e verdura freschi è garantito
(Rimini) Un aumento degli acquisti di frutta e verdura pari a circa il 20% si è verificato nei mercati contadini nella prima settimana di marzo rispetto allo stesso periodo del mese precedente. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti sulla spesa dell’emergenza Coronavirus sulla base delle indicazioni della Fondazione Campagna Amica in mercati e fattorie lungo tutta la Penisola. “A spingere gli acquisti è sicuramente il clima di incertezza riguardo la diffusione del contagio che spinge a fare provviste più abbondanti ma anche la tendenza a consumare cibi ricchi di fibre e vitamine che aiutano il corpo umano a rafforzare le difese immunitarie, come consigliato da molti medici e ricercatori”, spiegano da Coldiretti. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi Milano "la miglior alimentazione per il nostro organismo, quella che più potrebbe aiutarlo ad affrontare un'infezione da coronavirus, e quella mediterranea. Consiglio di consumare alimenti ricchi di vitamina B e C, e oligominerali, come lo zinco". Via libera dunque a frutta e verdura (come agrumi, kiwi, fragole, lattuga, broccoli ricchi di vitamina C) e a riso, cereali, pesce e uova, tutti alimenti con molta vitamina B. “Per effetto dei cambiamenti climatici con l’inverno più caldo mai registrato in Europa, l’Italia – continua la Coldiretti – può contare in questo periodo su un’ampia offerta di verdure e grazie all’anticipo di maturazione delle primizie sui banchi si trovano già asparagi, fragole, agretti, zucchine, carciofi e pomodori. I rifornimenti alimentari sono dunque garantiti in tutte le aree del Paese nei mercati e nei supermercati dove – sottolinea la Coldiretti - occorre evitare inutili accaparramenti che favoriscono solo le speculazioni”, sottolineano da Coldiretti. “Su nostra sollecitazioni sono stati pubblicati i chiarimenti al Dpcm sul trasporto merci e sul lavoro necessari a dare continuità alle attività produttive nelle campagne dove vanno seguiti i cicli stagionali, dalla semina alla raccolta e garantita la cura delle piante e l’assistenza e l’alimentazione degli animali allevati nelle stalle, ma anche la trasformazione industriale e le consegne per la distribuzione commerciale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che sottolinea "l’importanza di un monitoraggio continuo delle misure adottate per non compromettere la mobilità di merci e persone necessarie all’attività produttiva, nel rispetto delle norme di sicurezza". La nota esplicativa al Dpcm chiarisce infatti – precisa la Coldiretti – che “le merci possono entrare ed uscire dai territori interessati dalla delimitazione. Il trasporto delle merci è considerato come un'esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all'interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci”. Anche la produzione alimentare, continua la Coldiretti, “può procedere regolarmente nei territori delimitati dal nuovo Decreto che riguardano la food valley italiana che garantisce l’approvvigionamento sui mercati nazionali ed esteri con la produzione di circa 1/3 del Made in Italy agroalimentare, dal latte alla carne, dai formaggi ai salumi, dal riso alla pasta, dalla frutta alla verdura fino al vino e alle conserve di pomodoro. Un territorio dove – conclude la Coldiretti - si concentra il maggior valore della produzione nazionale alimentare di qualità”.
9 marzo
Tempo di responsabilità | Zona arancione | Allora tutti al mare?
Coronavirus, l’appello di Gnassi alla responsabilità dei riminesi. Giunta permanente
(Rimini) E’ fissata per le 15 la riunione dei sindaci della Provincia con la Prefettura e la Regione. Nei minuti precedenti, il sindaco di Rimini ha lanciato un messaggio ai cittadini di Rimini, appellandosi al senso di responsabilità dei riminesi. “Cambieranno molte delle nostre abitudini, ma è necessario”, ha detto Gnassi.
Scopo della riunione sarà quello, spiega Gnassi, di “fare chiarezza” su quelle che definisce “alcune zone grige” del decreto firmato la scorsa notte dal presidente del consiglio dei ministri. Nel corso della riunione, i sindaci chiederanno una circolare applicativa che sia in grado di rendere maggiormente intellegibile il testo del governo.
Giunta permanente. “Ho convocato la giunta permanente - ha anche speigato Gnassi - per organizzare nel migliore dei modi i servizi per i cittadini, anche in questa situazione”.
Coronavirus, firmato il decreto: Rimini è “chiusa”
(Rimini) “Non è un "divieto assoluto", spiega, "non si ferma tutto", non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute”, spiega l’Ansa. La polizia potrà, in ogni caso, fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando nei territori interessati dalle nuove misure restrittive per il coronavirus.
A notte fonda il video del presidente del consiglio Giuseppe Conte che si assume “la responsabilità politica” delle decisioni. "Ce la faremo", dice lanciando un appello all’"auto responsabilità": basta “fare i furbi”.
Alle 2 di notte, Conte è sceso nella sala stampa di palazzo Chigi per illustrare le misure. Il decretto definitivo allarga alcune misure a tutta l’Italia: stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro. Le misure più rigorose, però, riguardano Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Padova, Treviso e Venezia.
"Non c'è più una zona rossa - spiega il premier - scomparirà dai comuni di Vo' e del lodigiano. Ma ci sarà una zona con regole più rigorose”, ha spiegato Conte.
Nella nuova area, fino al 3 aprile, per esempio, “saranno limitati i movimenti, salva la possibilità di rientrare a casa propria, e i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire”, spiega l’Ansa. Confermata entro al massimo martedì la bozza del decreto da 7,5 miliardi di aiuti alle famiglie e alle imprese.
Coronavirus, Bonaccini su nuove zone rosse: chieste al governo soluzioni più coerenti
(Rimini) “Abbiamo ricevuto solo tre ore fa dal Ministero della Salute la bozza dei due nuovi Dpcm con le misure ulteriormente restrittive anti-Coronavirus”, spiega attraverso il suo profilo Facebook il presidente della giunta dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Talune di queste prefigurano agli occhi di molti la possibile introduzione di una grande “zona rossa”, estesa dalla Lombardia a diverse province dell’Emilia-Romagna, del Veneto, del Piemonte e delle Marche. Non è propriamente così, ma alcune parti del provvedimento possono risultare di dubbia interpretazione e domani di difficile applicazione. C’è addirittura chi ci sta chiedendo se lunedì potrà recarsi o meno al lavoro o se verrà introdotto il fermo produttivo”.
“Ben comprendendo che queste nuove limitazioni sono dettate da indicazioni imprescindibili del Comitato tecnico-scientifico e condividendo l’obiettivo di contenere con ogni mezzo la diffusione del virus, riteniamo necessario poter meglio valutare la coerenza dei provvedimenti, che impattano peraltro in modo disomogeneo sul nostro territorio regionale”.
Per queste ragioni “ho chiesto al presidente Conte e al ministro Speranza, in una logica di leale collaborazione, di poter lavorare ancora alcune ore per addivenire alle soluzioni più coerenti e condivise”.
Coronavirus, Rimini sarà zona rossa. Santi: bozza "preoccupante", ma non definitiva
(Rimini) Coronavirus, la provincia di Rimini sarà zona rossa. La firma della versione definitiva del decreto, attesa per questa sera, arriverà invece domani, come confermato alle 22 dal presidente della provincia Riziero Santi.
“La bozza del decreto ministeriale getta noi amministratori nella preoccupazione rispetto alle ricadute di un provvedimento che dovesse blindate ogni attività nel nostro territorio”, spiega Santi in un intervento affidato al suo profilo Facebook. “È in corso un confronto tra Regione e Governo e fino a domani nulla sarà certo. Noi ci stiamo facendo carico delle mille domande che cittadini, commercianti, operatori turistici, imprenditori ci stanno ponendo. Siamo consapevoli della gravità del momento che stiamo vivendo e della necessità di fare uno sforzo collettivo per riuscire a contentere la minaccia del contagio del Covid19, ma siamo altrettanto consapevoli del riverbero sulla vita di ciascuno e sui sacrifici che ci vengono chiesti”, ha ribadito Santi.
“Abbiamo a cuore le nostre comunità e ogni decisione che prenderemo sarà dettata anzitutto dal bene per i nostri concittadini”.
La bozza “che ormai circola tra la gente rappresenta una base di discussione, non un punto di arrivo, e queste ore servono proprio a darne compiutezza. Siamo certi che nella giornata di domani avremo le risposte che in tanti attendono, nel frattempo invito tutti alla riflessione e alla calma, perché abbiamo già vissuto le conseguenze di certe fughe in avanti di indiscrezioni e notizie che poi non si sono rivelate veritiere. Abbiate fiducia, ce la faremo. Tutto insieme! Uniti!”.
La bozza non definitiva del decreto in discussione
ART. 1
(Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria )
1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria sono adottate le seguenti misure:
a) evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori di cui al presente articolo, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza;
b) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante;
c) divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;
d) sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metrod) si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di anticipare, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario o di ferie;
e) sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
f) sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;
g) l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;
h) sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza ad esclusione dei corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, .Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa;
i) sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
j) sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro;
k) sono consentite le attività di ristorazione e dei bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
l) sono consentite le attività commerciali diverse da quelle di cui alla lettera precedente a condizione che il gestore garantisca un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse);
m) è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto;
n) l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione;
o) sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
p) sono adottate in tutti i casi possibili, nello svolgimento di incontri o riunioni, modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19, comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro ed evitando assembramenti;
q) nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali, il gestore dei richiamati esercizi deve comunque garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse. La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, il cui gestore è chiamato a garantire comunque il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
r) sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.
Art. 2
(Esecuzione e monitoraggio delle misure)
1. Il prefetto territorialmente competente, informando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure di cui all’articolo 1, nonché monitora l’attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Il prefetto, ove occorra, si avvale delle forze di polizia, con il possibile concorso del corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della regione e della provincia autonoma interessata.
2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto delle misure di cui al presente decreto è punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale come previsto dall’articolo 3, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.
Art. 3 (Disposizioni finali)
Le disposizioni del presente decreto producono il loro effetto dalla data dell’8 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.