Confcommercio, i ristoranti chiudono per combattere il coronavirus
(Rimini) “Come presidente di Fipe–Confcommercio della provincia di Rimini sottolineo con orgoglio la grande responsabilità dimostrata dalla maggioranza dei ristoratori nostri associati, che dopo le ultime disposizioni del governo e della Regione hanno deciso di chiudere completamente le proprie attività e non solo nella fascia oraria imposta, con l’obiettivo di salvaguardare la salute di tutti. Come associazione – spiega Gaetano Callà - appoggiamo, condividiamo e unifichiamo questa iniziativa atta a limitare e contrastare la diffusione dei contagio da Coronavirus, spinti da senso civico e responsabilità sociale. Da Cattolica a Bellaria, dalla Valconca alla Valmarecchia, ad oggi i pubblici esercizi aderenti su tutto il territorio provinciale sono la maggioranza. Ora più che mai siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare dalla stessa parte per raggiungere la riva sani e salvi e farci trovare pronti a ripartire”.
“Molti nostri associati hanno già optato per la chiusura totale al pubblico fino alla fine dell’emergenza sanitaria in atto nel nostro Paese – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino -. Consultata la base, ci siamo trovati del tutto favorevoli a questa iniziativa nata con lo spirito di favorire le persone a rimanere in casa. Nonostante le grandi difficoltà in cui sono piombate le nostre imprese, che rischiano anche la chiusura definitiva se il sostegno promesso non sarà veloce e concreto, le categorie hanno dimostrato unità di intenti e grande responsabilità. Tutte le attività commerciali che hanno deciso di rimanere chiusi rischiano tutto, ma lo fanno per preservare quello che resta e poter ripartire più forti che mai per la stagione estiva che ci aspetta”.
Restrizioni coronavirus, gli ambulanti denunciano disparità
(Rimini) “Ancora una volta come FIVA, Federazione Italiana dei Venditori ambulanti e ANVA, Associazione Nazionale Venditori Ambulanti, dobbiamo denunciare una disparità di trattamento nelle regole dettate per contrastare il contagio da Coronavirus. Indipendentemente dal fatto che la priorità di ognuno di noi, adesso, è la salute pubblica – spiegano i presidenti provinciali di FIVA, Nicola Angelini e ANVA, Vincenzo Celli – e che le regole devono essere rispettate, dà molto fastidio il fatto che le disposizioni non siano state pensate con equità e attenzione agli equilibri. Le nuove disposizioni emanate ieri dalla Regione Emilia Romagna impongono la chiusura ai nostri mercati ambulanti, fatta eccezione per i banchi di generi alimentari, mentre al contrario si avvantaggia ancora la grande distribuzione organizzata, che rimane aperta non solo per il settore alimentare, ma può vendere di tutto. Un nuovo schiaffo ad una categoria già fortemente provata da un mese di sofferenza dovuta ai precedenti blocchi a livello comunale, che ora dovrà rimanere altre tre settimane con le braccia conserte. In queste tre settimane però ad altri si consente la vendita di quegli stessi beni non di prima necessità la cui vendita a noi è interdetta. E chi fa acquisti ora, non li ripeterà certamente al mercato tra qualche settimana. Le nostre sono micro imprese, spesso a conduzione familiare, che ogni giorno si sostengono con l’incasso quotidiano e anche quel poco può fare la differenza. Oggi invece i nostri clienti sono indirizzati a comprare altrove quello che troverebbero anche da noi. Perché i grandi colossi non mettono a disposizione di strutture ospedaliere e ricerca il guadagno ottenuto da questo tipo di vendite? Sarebbe un bel segnale. Non siamo qui ad annunciare proteste eclatanti, non è questo il momento, ma chiediamo di non essere trattati da “cornuti e mazziati”: si attivino da subito adeguate contromisure vietando uniformemente la vendita non alimentare, e strumenti di sostegno efficaci anche per noi imprese familiari e individuali, che paghiamo imposte pesanti e non riusciamo ad attingere agli ammortizzatori sociali”.
Coronavirus, l’aggiornamento delle Prefettura: 4 nuovi decessi
(Rimini) Per quanto concerne l’aggiornamento sulla situazione sanitaria in provincia di Rimini, secondo i dati forniti dall’Asl Romagna ad oggi risultano comunicati dalla Regione 245 pazienti positivi a coronavirus, dei quali 238 sono residenti in provincia di Rimini, 6 residenti fuori regione e il cittadino sammarinese purtroppo deceduto. Si tratta di 245 diagnosi positive su oltre 335mila residenti.
Rispetto a quanto comunicato ieri, spiegano dalla prefettura, si è registrato un incremento di 37 casi di residenti in provincia di Rimini, di cui 21 uomini e 16 donne. Di questi, 16 sono ricoverati in ospedale e 21 risultano a domicilio in quanto privi di sintomi o con sintomi leggeri.
Ai 6 decessi già noti se ne sono aggiunti altri 4: sono uomini di 86, 83 e 82 e 81 anni. Sono oltre 950, infine, le persone in quarantena volontaria obbligatoria.
Secondo quanto comunicato dall’Azienda sanitaria, rispetto all’inizio delle positività nella giornata di oggi è da rilevare l’uscita dalla quarantena delle prime 10 persone, che non hanno avuto sintomi e stanno bene.
L’Asl, infine, segnala che, in chiave preventiva, sono state perfezionate le pratiche burocratiche per recuperare ulteriori spazi di degenza, sempre nell’ambito del nuovo Dea.
Asl, positivo a coronavirus dipendente Colosseo
(Rimini) Un dipendente della Asl di Rimini è risultato positivo al coronavirus. La persona lavora presso la sede aziendale di via Coriano 38 (“Colosseo”). Per questo motivo, la direzione ha valutato, in “via precauzionale e preventiva, di limitare l’attività” della sede stessa alle sole funzioni essenziali. “I dipendenti utilizzeranno la modalità del telelavoro dal proprio domicilio, e sempre in chiave precauzionale, si invita l’utenza dei servizi amministrativi a non recarsi presso la struttura se non strettamente indispensabile”, spiegano dalla Asl.
Coronavirus, Rimini maglia nera dei contagi. Venturi: Riminesi, state a casa
(Rimini) Con 245 casi di positività al coronavirus, 39 in più rispetto a quelli resi noti ieri, Rimini è terza tra le province dell’Emilia Romagna per numero di contagi, il trend di crescita è del 19%. Prima è Piacenza, dove però il trend della diffusione del virus si è abassato al 5%, seconda Parma.
E’ il commissario regionale per la lotta al coronavirus, Sergio Venturi, a dirlo senza mezzi termini: “Rimini è una delle province su cui c’è maggiore attenzione. Ha bisogno che i suoi cittadini siano più rigorosi nei confronti delle restrizioni indicate per contrastare la diffusione del coronavirus. E’ un sacrificio da fare per qualche settimana”.
Coronavirus: in crescita contagi, decessi, ma anche guarigioni
(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 1.739 i casi di positività al coronavirus, 206 in più rispetto all’aggiornamento di ieri pomeriggio. Passano da 5.167 a 6.640 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali. Complessivamente, ci sono 718 persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 104 (6 in più rispetto a ieri). E salgono a 38 (ieri erano 31) le guarigioni, 37 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 1 dichiarata guarita a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi. Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 86 a 113: 27, quindi, quelli nuovi, che riguardano 22 uomini e 5 donne; la maggior parte delle persone decedute aveva patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per 9 pazienti sono ancora in corso gli approfondimenti. I nuovi decessi si sono registrati 13 nella provincia di Piacenza, 4 a Parma, 4 in quella di Rimini, 3 a Reggio Emilia, 2 a Modena (di cui 1 deceduto a domicilio) e 1 a Bologna (del circondario imolese, relativo a un uomo di Medicina).
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che si riferiscono sempre non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 664 (31 in più rispetto a ieri), Parma 378 (53 in più), Rimini 245 (39 in più), Modena 163 (36 in più), Reggio Emilia 114 (10 in più), Bologna 108, di cui 42 del circondario imolese (complessivamente 22 in più, di cui 5 del circondario imolese), Ravenna 31 (7 in più), Forlì-Cesena 24 (di cui 17 Forlì e 7 Cesena, complessivamente 4 in più, di cui 1 a Cesena e 3 a Forlì), Ferrara 12 (4 in più rispetto a ieri).
‘Insieme si può: l'Emilia-Romagna contro il Coronavirus’: un conto corrente per le donazioni. La generosità dei cittadini non si ferma. Di fronte ai tanti che hanno chiesto di fare donazioni, la Regione ha deciso già da oggi di mettere a disposizione di chiunque voglia dare un contributo per la gestione dell’emergenza sanitaria il conto corrente della Protezione civile regionale dell’Emilia-Romagna (Iban: IT69G0200802435000104428964). Le donazioni si possono fare anche dall’estero, utilizzando il codice BIC SWIFT: UNCRITM1BA2. Con la causale di versamento ‘Insieme si può: l'Emilia-Romagna contro il Coronavirus’. Anche in questa circostanza, come è stato fatto per la ricostruzione post sisma, ogni euro raccolto e il suo utilizzo verranno resocontati pubblicamente.
La generosità delle Aziende. E continua ad arrivare alla Regione la disponibilità di Aziende che vogliono dare il proprio sostegno. Oggi è la volta di Unilever Italy Holdings Srl, pronta a fornire gratuitamente, come primo supporto, prodotti igienizzanti e disinfettanti per il personale in prima linea nel contrasto alla diffusione del virus, in particolare prodotti per la pulizia generica e prodotti specifici per dispositivi clinici e attrezzature mediche.
Un’altra mano tesa arriva da Fater Spa, che per dare un segnale concreto di vicinanza all’Emilia-Romagna offre una fornitura a titolo gratuito di candeggina profumata per l'igienizzazione di locali e spazi pubblici.
Anche a queste aziende, oltre che a tutti i cittadini che vorranno fare una donazione, va il “grazie di cuore” dell’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, del commissario ad acta, Sergio Venturi, e di tutta la Regione Emilia-Romagna.
Punti triage e strutture sanitarie. La situazione è confermata rispetto a ieri: le ultime novità riguardavano il potenziamento dei triage di Mirandola e Vignola (MO) con l’installazione di due ulteriori tende, in aggiunta alle roulotte prima utilizzate, a loro volta dedicate alla funzione di punto informativo. Complessivamente, dunque, sono 17 i punti triage, così distribuiti: 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo nel Frignano e Modena città, dove la tenda è davanti alla sede del 118, a supporto degli operatori); 1 nella città metropolitana di Bologna (Imola); 1 in provincia di Ferrara (Cento, Ospedale Santissima Annunziata); 1 nella Repubblica di San Marino
Dispositivi di protezione individuale. Sono state consegnate 31.000 mascherine modello ffp2, arrivando a un totale di 131.000. Consegnate anche le prime 80.000 mascherine chirurgiche; confermato il dato delle 3.180 mascherine modello ffp3 e delle 738 tute mono uso. Ulteriori consegne sono attese fin dalle prossime ore. Tutto il materiale viene portato al deposito sanitario regionale di Reggio Emilia, da cui viene distribuito secondo i criteri prefissati, a uso esclusivo di medici, infermieri e personale sanitario. Si ricorda ai cittadini che l’Agenzia non provvede a distribuire alcun dispositivo di protezione individuale.
Carceri e strutture penitenziarie. Si sta smontando il modulo per filtrare gli accessi installato davanti al carcere della Dozza (Bologna); nei prossimi giorni saranno valutate nuove soluzioni. Quanto alle esigenze segnalate da carceri e strutture penitenziarie, è in corso di allestimento una tenda davanti al carcere di Piacenza, che si va ad aggiungere a quelle già attive davanti alle carceri di Ferrara, Forlì, Rimini, Ravenna e Parma, e alla casa circondariale di Castelfranco Emilia (Mo). Infine, è presente un gazebo nel cortile davanti al Tribunale dei Minori di Bologna, in via del Pratello, per offrire riparo a parenti, avvocati e persone in attesa di accedere all’edificio.
Volontariato. Il nucleo di volontari più numeroso che risulta oggi in attività è quello del coordinamento di Piacenza (14 unità), in parte impegnati nei lavori in corso davanti al carcere. A ieri, le giornate di volontari erano 776, svolte in attività di logistica, senza alcun coinvolgimento sanitario.
Misano, l’appello del sindaco Piccioni: #restateacasa
(Rimini) Il sindaco di Misano Fabrizio Piccioni invita i suoi concittadini a non trasgredire le restrizioni varate dalle istituzioni per combattere la diffusione del coronavirus. “Le splendide giornate di sole di questo periodo invogliano ad uscire per fare due passi”, dice Piccioni, “ma siamo in un momento di particolare difficoltà”. Nella nostra provincia, continua Piccioni, “siamo ad oltre 200 casi di contagio da Coronavirus e circa 900 in quarantena. Misano in questo contesto ha oltre 20 pazienti ricoverati o a domicilio affetti da Covid-19. Nei paesi dove si sono sostanzialmente azzerati i contatti tra persone (ad esempio Codogno) oggi non abbiamo nuovi casi positivi ed è lo sforzo che chiedo a tutti voi, cittadini misanesi. Stiamo a casa, impegnamoci a rispettare le restrizioni previste nel decreto e ne usciremo più velocemente possibile. La responsabilità di ognuno di noi può essere determinante per salvare la vita delle persone più fragili. Conto su di voi. A presto”.
Coronavirus, Busetti: non rispettare la quarantena è reato penale
(Rimini) Per fermare la diffusione del coronavirus le uniche vere vie sono quelle del rispetto della quarantena per chi è entrato in contatto con persone risultate positive al virus e di evitare spostamenti non necessari per tutti gli altri cittadini. Lo ha ribadito il direttore sanitario della Asl Romagna Stefano Busetti, che ha diffuso un video messaggio, in collaborazione con l’amministrazione riminese.
“Stiamo mettendo in atto tutte le iniziative per fronteggiare l’epidemia in corso, ma anche al contempo garantire le prestazioni essenziali per tutte le altre patologie di cui soffre la popolazione. Perché in questo momento c’è l’emergenza corovavirus, ma non bisogna dimenticare tutte le altre condizioni che richiedono assistenza di pari livello”, spiega Busetti. “Gli sforzi sono tesi a fare in modo che gli ospedali siano il più attrezzati possibile per accogliere anche grandi quantità di pazienti positivi al coronavirus e, soprattutto, ad aumentare la disponiiblità dei posti nelle terapie intensive che, a livello nazionale, ma anche mondiale, è stato e sta diventando il fattore limitante più grande per affrontare i diversi livelli di intensità assistenziale che questa malattia comporta”, sottolinea Busetti.
“Questi sforzi possono andare a buon fine, se il numero dei pazienti contagiati e positivi da assistere rimane entro certi limiti. Per far questo la misura più importante è quella della prevenzione del contagio, perché se il numero dei contagiati sale eccessivamente è difficile trovare spazi adeguati per tutti e, soprattutto, è difficile poter trovare quegli spazi necessari nelle terapie intensive che abbiamo ricordato prima, che sono comunque un numero limitato. Da qui l’importanza imprescindibile di adottare tutte quelle misure di prevenzione del contagio che sono contenute, di fatto, in tutti i provvedimenti governativi, della regione e anche dell’azienda sanitaria di questi giorni”, spiega Busetti.
Per prevenire il contagio, “la prima regola è quella di evitare assembramenti e affollamenti non necessari. Le ultime misure sono anche più restrittive perché, fondamentalmente, danno un messaggio importante per tutti: quello di restare il più possibile a casa. In questo messaggio ci sta un po’ tutto. Soprattutto ci sta il fatto di muoversi solo ed esclusivamente per necessità: o per motivi di salute, o per necessità di approvvigionamenti alimentari, ma poco altro”, spiega Busetti. “I provvedimenti di questi ultimi giorni e i dati di queste ultime ore sono proprio rivolti in questa direzione sull’intero territorio nazionale, e non più solo in alcune aree, e diventeranno via via più stringenti perché so che le forze dell’ordine, in collegamento con i prefetti, stanno predisponendo anche controlli sempre più frequenti all’interno dei territori proprio per verificare che queste disposizioni siano poi realmente praticate”. Quindi il primo invito “è stare il più possibile a casa e uscire solo quando necessario, questa al di là dei disocrsi che si possono fare è l’unica vera misura preventiva”.
Vietato sfuggire alla quarantena. “Un’altra cosa molto importante, che è stata ulteriomente rafforzata da questi ultimi provvedimenti governativi, è la necessità assoluta che i soggetti in isolamento domiciliare, la cosidetta quarantena, perché sono venuti in contatto con casi positivi, e sono stati posti in isolamento fiduciario dai servizi di igiene pubblica dei diversi territori, restino assolutamente al loro domicilio”, sottolinea Busetti. “Questa, che era una misura vincolante anche prima, in realt), ma solo su indicazione dell’autorità sanitaria, da oggi diventa una misura ancor più vincolante, sottoposta a controlli anche delle forze dell’ordine (sempre in collegamento con i prefetti) e la cui violazione, come riportato nel provvedimento governativo assume rilievo di carattere penale. E quindi una ulteriore raccomandazione, molto più forte, molto più stringente di quanto non fosse prima, affinché sia rispettata questa della quarantena, che è l’unica misura realmente efficace, insieme a quella di evitare di spostarsi inutilmente. Solo con queste misure si può riuscire a contenere quel fenomeno del dilagare del contagio che, ripeto, se oltrepassa certi numeri gestibili diventa difficilmente controllabile e mette in forte crisi tutto il sistema sanitario non solo della Romagna, ma dell’intera regione e potenzialmente anche di tutto il paese”, conclude Busetti.
No tax area riaperto il bando per i contributi. Nuovo Fiore tra le botteghe storiche
(Rimini) È stato riaperto il periodo di presentazione delle domande per i contributi previste dalla No Tax Area. Si tratta delle azioni previste per l'anno 2020 dall'articolato pacchetto voluto dall'Amministrazione per sostenere il settore commerciale e produttivo nel triennio 2019 – 2021, attraverso la concessione di contributi correlati alle imposte locali pagate. L'investimento è importante, 600 mila euro complessivi spalmati regolarmente sui tre anni, con 200 mila euro per ogni annualità (2019 – 2020- 2021).
L’amministrazione ha quindi rivisto e aggiornato l'avviso pubblico (https://www.comune.rimini.it/comune-e-citta/comune/gare-appalti-e-bandi/avviso-202010), aggiornato tutti i modelli di domanda e la documentazione. Sarà possibile fare domanda (https://www.comune.rimini.it/comune-e-citta/comune/sportello-unico-le-attivita-produttive/info-le-imprese/no-tax-area-2019-2021), a seconda delle quattro distinte finalità comprese nel bando: entro il 10 novembre 2020 per la finalità 1 – start up di impresa, entro il 10 gennaio 2021 per tutte le altre finalità.
La richiesta di contributo deve essere inviata a mezzo di posta elettronica certificata all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando nell'oggetto del messaggio la frase "richiesta di contributo economico No Tax Area 2020– Finalità n. __" (indicare il numero della finalità per la quale si partecipa all'avviso).
L'agevolazione è articolata in quattro distinte finalità: "Start-up di impresa" ("Finalità 1"): valorizzazione del Centro Storico e dei Borghi, promozione dello sviluppo occupazionale nel territorio comunale e sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel territorio comunale: termine per la presentazione delle domande 10 novembre 2020; "Negozi aperti, vetrine illuminate" ("Finalità 2"): incentivi al contenimento dei canoni di affitto di locali a destinazione commerciale o produttiva e alla riattivazione temporanea di immobili non occupati da imprese attive; termine per la presentazione delle domande 10 gennaio 2021; "Botteghe Storiche" ("Finalità 3"): sostegno alle Botteghe Storiche iscritte nell'Albo Comunale istituito ai sensi della Legge Regionale Emilia-Romagna n. 5 del 10 marzo 2008; termine per la presentazione delle domande 10 gennaio 2021; "Edicola Punto Digitale" ("Finalità 4"): incentivo all'attivazione di servizi di rilascio di certificati anagrafici e altri prodotti digitali del Comune presso le rivendite di giornali e riviste; termine per la presentazione delle domande 10 gennaio 2021
Per l'anno 2020 è stato previsto l'omogeneità della distribuzione dei 200 mila euro previsti tra tutte le quattro finalità; non cambia, invece, il meccanismo che prevede, una volta che dovessero essere esaurite le risorse prioritariamente assegnate ad ogni finalità, la ridistribuzione di eventuali resti che non fosse stato necessario utilizzare per le altre.
Sono 42 i procedimenti avviati nel corso dell'annualità 2019, così distributi (14 start-up, 10 canoni di affitto ridotti, 2 locali in disuso assegnati in comodato gratuito a organismi del terzo settore, 16 botteghe storiche).
Con i 5 nuovi ingressi sono arrivate a 28 le Botteghe storiche nell'albo. Gli ultimi arrivati di marzo sono la Gelateria Nuovo Fiore, la Taverna degli Artisti, la Tabaccheria Romani, il Ristorante Guido e il ristorante pizzeria Giusti. Con questi 5 nuovi ingressi arrivano a 28 le botteghe storiche iscritte all'albo del Comune di Rimini.