Il coronavirus blocca le fogheracce, pattuglie dei forestali in campo per evitare i falò (tutti vietati)
(Rimini) Nel pomeriggio e nella serata di oggi, 18 marzo 2020, i carabinieri forestali di Rimini pattuglieranno il territorio per vigilare sull’eventualità che vengano accesi i tradizionali fuochi di San Giuseppe, le “focheracce”. “Si conferma infatti che tali accensioni, così come i collegati assembramenti di ogni tipo e in ogni luogo, non possono essere autorizzati e quindi risultano vietati sia in quanto in contrasto con i provvedimenti contro la diffusione del coronavirus, sia in quanto in contrasto con la disciplina dell’accensione dei fuochi”, spiegano i forestali.
“Si confida nella responsabilità di tutti i cittadini perché evitino qualsiasi accensione di fuochi anche se in piccole quantità e anche in forma privata. Anche gli imprenditori agricoli e forestali, per la giornata del 18, al fine di ridurre tutti i rischi connessi e facilitare l’azione di controllo, eviteranno gli abbruciamenti di residui vegetali provenienti dalle attività di potatura e sfalcio”, precisano i forestali.
Nei giorni scorsi, durante l’attività di vigilanza ambientale i carabinieri forestali si sono imbattuti in un cittadino riminese intento a lavare la propria auto all’interno di un lavaggio automatico che è stato denunciato in quanto tale condotta è risultata in contrasto con le misure adottate in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica del Covid-19. Analogo provvedimento è stato adottato nei confronti di un cittadino albanese che, come unico motivo utile a giustificare la propria presenza in strada, dichiarava di cercare dove poter prendere un caffè.
Crisi coronavirus, la Camera di commercio istituirà un fondo per la liquidità alle imprese
(Rimini) “La straordinaria gravità della realtà che stiamo vivendo e il prolungarsi di questa situazione per un tempo oggi indefinibile, necessitano di interventi di eccezionale portata e richiedono anche al Sistema Camerale azioni e modalità di relazione nuove che consentano di interagire a distanza e deliberare le iniziative che siano di maggior supporto alle imprese – dice Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio della Romagna –. Ora più che mai, va favorito il dialogo che consenta di raccogliere informazioni e idee sul da farsi, o proposte da avanzare ai vari livelli istituzionali, compresi quelli nazionale e regionale. Tutto ciò in una "logica di ascolto" da parte di chi, Amministratore o Dirigente del Sistema Camerale e parimenti delle Associazioni di Categoria, desidera interpretare al meglio il proprio ruolo e le necessità delle imprese in un momento così difficile”.
In particolare, “stiamo lavorando per la costituzione di un fondo rotativo che aiuti le imprese a ottenere liquidità, coinvolgendo Confidi e Banche e, a questo scopo, abbiamo attivato contatti anche con la Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì, il Comune di Forlì, il Comune di Cesena e il Comune di Rimini”.
Considerata la gravità della situazione, “la nostra Camera interverrà con uno stanziamento straordinario di 1 milione di euro, cui potrebbero aggiungersi le risorse degli altri soggetti contattati.
Inoltre, come Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, sono stato inserito nella Task Force Nazionale neocostituita e, in quella sede, consapevole dei ruoi diversi e delle diverse competenze, ho avanzato precise proposte: superamento della "normativa taglia spese" e possibilità di destinare a programmi di sostegno alle imprese le somme da versare annualmente al bilancio dello Stato; modifica della circolare MEF che limita gli interventi delle Camere a sostegno dei sistemi economici territoriali; attivazione da parte di Prefetture e Questure di forme di monitoraggio sull'arrivo di capitali di dubbia provenienza nelle aree e nelle attività dove la crisi colpisce di più”.
La Camera, con i suoi Organi decisionali, “è pienamente consapevole che l'attuale emergenza si inserisce in uno scenario economico generale che già dall'ultimo trimestre del 2019 mostrava in calo tutti principali indicatori aziendali. Allora i segnali migliori arrivavano dall'andamento dell'Export e dal Turismo, proprio i settori che, purtroppo, oggi risultano quelli più penalizzati. Le misure di sostegno, pertanto, si rendono quanto mai necessarie e indifferibili”. Va poi ricordato che “nella zona di Rimini e lungo tutta la Riviera Romagnola, le Associazioni di Categoria, che raggruppano gli imprenditori del settore, ci dicono che le percentuali delle "disdette," che hanno colpito tutto il comparto e tutte le filiere a monte e a valle di esso, creano fortissime e motivate preoccupazioni, sia per la stagione alle porte, sia per quelle dei prossimi anni”.
Nei prossimi giorni “organizzeremo una "web conference" con i principali soggetti economici del Territorio e sarà attivato di un "tavolo virtuale" che permetta, attraverso la rete, un continuo interscambio di informazioni, di idee ed iniziative. Desideriamo far sentire a tutte le realtà economiche che "la loro Camera è al loro fianco", per sostenerle con azioni concrete in questo momento in cui, da un lato, occorre preservare la salute degli imprenditori e dei lavoratori, dall'altro, occorre agire sia per salvare le imprese che rischiano la continuità, sia per favorire la ripresa, sostenendo gli investimenti”.
Coronavirus, i sindacati chiedono i tamponi per tutti i sanitari impegnati nella lotta
(Rimini) Ieri il commissario regionale per l’emergena coronavirus, Sergio Venturi, ha anticipato un piano per effettuare i test a tutto il personale sanitario della Regione che presenterà a breve al presidnete Stefano Bonaccini. Oggi i sindacati Cgil, Cisl e Uil rendono noto di aver raggiunto più di 16mila firme con la campagna lanciata per la modifica dell'articolo 7 del decreto legge Speranza che abolisce la quarantena per il personale sanitario.
“Sempre nelle ultime ore abbiamo apprezzato l’intenzione della Regione di predisporre un piano di potenziamento dei tamponi, anche per gli asintomatici, a partire dagli operatori sanitari. D’altronde ampliare la platea delle persone da sottoporre a tampone è una richiesta dell’OMS e quindi della comunità scientifica”, spiegano i sindacati. “Chiediamo però con forza al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore alla Sanità Raffaele Donini di fare il prima possibile: serve un impegno concreto e rapido a tutela della salute di chi lavora e della popolazione, perché la situazione attuale ci preoccupa moltissimo”.
Tutti i professionisti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie dell’Emilia-Romagna “devono essere dotati immediatamente dei giusti dispositivi di protezione individuale e sottoposti subito al tampone, anche se asintomatici, così da accertare se hanno contratto o meno il virus. È inoltre fondamentale che vengano messi in quarantena fino all’esito del tampone. Essere sicuri che medici infermieri OSS tecnici di radiologia e di laboratorio, fisioterapisti, e tutti gli operatori in servizio a contatto con pazienti positivi, abbiano la certezza di un tampone negativo, è il primo strumento per evitare che si rischi di trasformare le strutture sanitarie in punti di propagazione del virus”.
“Sappiamo che eseguire i tamponi a tutto il personale entrato in contatto diretto di pazienti positivi comporta un impegno organizzativo e di risorse importante, come sappiamo che sia altrettanto uno sforzo privarsi dei professionisti in attesa del referto del tampone, ma lo riteniamo l’unico strumento, in una prospettiva temporale dell’emergenza oggi non conosciuta, per tutelare la salute dei professionisti, dei loro familiari e dell’intera collettività”.
18 marzo
Provincia blindata | Aumentano i posti letto | Maccolini in auto quarantena
Coronavirus, la Provincia chiederà alla Regione misure più restrittive per la circolazione
(Rimini) “Stiamo lavorando per prendere tutte le decisioni utili a limitare il contagio. Che le persone siano preoccupare è corretto: dobbiamo esere preoccupati perché la situazione è seria. Io continuo a dire: non ci vuole il panico, il panico non aiuta. Aiuta essere preoccupati ed essere pronti a fare tutto ciò che sarà necessario”. “I cittadini devono stare a casa. Punto. Punto e basta. Tutto il resto non esiste in questo momento”, ha detto oggi a Temporeale su Radio Icaro il presidente della Provincia Riziero Santi.
Domani alla Regione la Provincia di Rimini proporrà misure per limitare la circolazione tra i comuni a sud, il pesarese e San Marino. “Credo che non sia necessario e nemmeno semplice arrivare ai livelli di Medicina (comune del bolognese da ieri zona rossa, ndr), perché Medicina è una piccola realtà. Il nosto territorio è più complesso, con migliaia e migliaia di persone. Però stiamo ragionando per arrivare a ridosso di quel tipo di limitazione. Attraverso meccanismi di controllo degli assi viari principali facendo confluire lì il traffico indispensabile, affinché si possa avere una maggiore capacità di controllo".
"Dobbiamo realizzare un’area cuscinetto tra comune capoluogo, la realtà del riminese sud sulla costa, che è quella più colpita in questo momento, San Marino e Pesaro, in modo tale che ci sia una limitazione della circolazione tra queste aree”, ha detto Santi. “Le istituzioni devono prendere tutte le decisioni perché ciò possa accadere. Dobbiamo decidere cosa fare da qui ai prossimi giorni e alle prossime settimane, perché il picco deve ancora arrivare. Si deve sapere che il picco non è ancora arrivato. E noi stiamo lavorando per cercare di difenderci. Siamo come in guerra. Stiamo schierando le truppe e dobbiamo difendeci dal picco. Difenderci significa interrompere la catena del contagio, tenere separate le persone”, ha spiegato il presidente della Provincia.
“Quello che è stato fatto fino ad adesso non è sufficiente: ci sono troppi movimenti sul territorio. Il nostro è un territorio particolare, noi siamo terra di confine. Abbiamo da un lato la provincia di Pesaro nelle Marche che ha una situazione ancora più pesante della nostra e c’è un grande travaso di persone per ragioni di lavoro. Lì facciamo fatica perché non è facile chiudere i rubinetti. Dobbiamo quindi assumere delle decisioni per limitare questa mobilità tra le province”.
Coronavirus, a sud il rapporto contagiati/popolazione è 4 volte superiore che nel resto della provincia
(Rimini) “Non abbiamo fatto nulla finora. I prossimi giorni, le prossime settimane saranno ancora più dure e dobbiamo prepararci a resistere con ancora maggiore forza e durezza”. Torna a ribadirlo il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, a tema la lorra alla diffusione del coronavirus. “Lo avevo detto ieri e lo ribadisco con il massimo realismo di tempi in cui serve la nettezza e spesso la crudezza. La situazione in provincia di Rimini è seria, molto seria. Ieri l’Ausl Romagna ha informato Prefetto e sindaci del territorio di un quadro che non si può far finta di aggirare”.
Cosa ha detto la Asl? “Nei Comuni della zona sud il rapporto tra numero di contagi al Coronavirus e popolazione è quattro volte superiore a quello che si registra nel Comune di Rimini e nel Distretto Nord. La stessa situazione estremamente critica per la Repubblica di San Marino e la Provincia di Pesaro Urbino, confinanti con il territorio riminese”.
Cosa significano questi dati? “Dobbiamo oggi, in queste ore, noi sindaci, le istituzioni, gli enti locali, fare i conti con tale contesto, che per certi versi è quello verificato nella zona metropolitana di Bologna con il Comune di Medicina. Attenzione! Siamo uno! Una sola cosa, una comunità, una provincia, una regione, uno Stato. Non è questione di provare a salvaguardare un pezzo di territorio ma tutti. Tutti noi”. Cosa può accadere al sistema sanitario locale? “Il tema oggi è tutelare gli ospedali e i loro reparti partire da quello di Rimini che svolge punto primario di cura per l’intera provincia ed è già sollecitato al limite delle forze. Se nel resto della provincia riminese, il rapporto contagiati/abitanti diventasse uguale a quello della zona sud il problema da grave potrebbe determinare un tema serio di tenuta degli ospedali. E questo non ce lo possiamo permettere. L’Ospedale Infermi, il Ceccarini di Riccione, il Francolini di Santarcangelo, il Cervesi di Cattolica, il Sacra Famiglia di Novafeltria, la rete messa in campo con le strutture private Tutte servono a tutti gli abitanti della nostra provincia. Non ci sono zone diverse, meglio o peggio. Ci sono zone in cui si stanno manifestando contagi e casi. Che, ribadisco, riguardano tutti noi, non solo l’area di insediamento del nosocomio. Parenti familiari amici colleghi di lavoro; l’area riminese è davvero una integrata e omogenea”. Cosa potrebbe accadere se la situazione andasse avanti così? “Non è questione di colpa o responsabilità, il virus è potente, potrebbe arrivare e colpire chiunque, è spesso asintomatico, un focolaio potrebbe accendersi anche senza una causa rintracciabile e visibile. Occorre fare di tutto perché ciò non avvenga nei prossimi giorni”.
Cosa si può fare? “Nel coordinamento con il Prefetto, con il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi e tutti i Comuni, da ieri e per tutta la giornata odierna, stiamo definendo una serie di proposte e di nuove misure da presentare nella giornata di domani alla Regione Emilia Romagna, che hanno l'obiettivo di potenziare ulterioremente controlli, contenimento e distanziamento sociale, e spostamenti delle persone. Nelle prossime ore questa proposta condivisa sarà presentata e verranno comunicate le decisioni prese. Oggi più che mai è necessario salvaguardare le strutture ospedaliere, medici, personale sanitario, pazienti. Si deve arrestare la catena del contagio. Restare a casa. Restare a casa. Restare a casa”.
Coronavirus, aggiornamento regionale: 478 nuovi positivi in più oggi, 69 a Rimini
(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 4 mila i casi di positività al Coronavirus, 478 in più rispetto all’aggiornamento di ieri. Passano da 13.096 a 14.510 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12.00, sulla base delle richieste istituzionali.
Complessivamente, sono 1.466 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 223 (26 in più rispetto a ieri). E salgono a 134 (ieri erano 88) le guarigioni, 117 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 17 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.
Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 346 a 396: 50, quindi, quelli nuovi; per 4 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 26 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 3 in quella di Rimini, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 1 a Forlì e 3 in quella di Bologna, due dei quali a Medicina; due persone decedute erano residenti fuori regione.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.204 (131 in più rispetto a ieri), Parma 800 (93 in più), Rimini 578 (69 in più), Modena 460 (20 in più), Reggio Emilia 299 (58 in più), Bologna 333 (complessivamente 42 in più, di cui 10 a Imola e 32 a Bologna), Ravenna 124 (10 in più), Forlì-Cesena 144 (di cui 74 a Forlì, 22 in più rispetto a ieri, e 70 a Cesena, 19 in più rispetto a ieri), Ferrara 58 (14 in più rispetto a ieri).
Nel dettaglio sui dati forniti oggi dalla Asl riminese, dei 69 nuovi pazienti risultati positivi a Coronavirus, 64 sono residenti in provincia di Rimini mentre altri 5 risultano residenti fuori provincia. Dei complessivi 578 casi diagnosticati a Rimini, 551 in residenti in provincia e 27 in cittadini fuori provincia. Concentrando l’attenzione sui residenti in provincia di Rimini, è da osservare che i nuovi casi sono rappresentati da 31 uomini e 33 donne. Di essi 37 sono ricoverati in ospedale e gli altri 27 risultano a domicilio in quanto privi di sintomi o con sintomi leggeri.
Per quanto riguarda i 3 decessi, si tratta di 1 donna di 54 anni e di 2 uomini di 74 e 80 anni. Infine, l’Azienda sanitaria riporta il dato secondo cui ulteriori 10 persone escono oggi dal periodo di quarantena. Al riguardo, il totale di coloro che hanno terminato la quarantena senza più sintomi risulta essere di circa 115. Sono circa 1.200 le persone che ancora sono in isolamento domiciliare, e che comprendono sia le persone ammalate sia quelle che hanno avuto contatti stretti con casi positivi accertati.
Ospedali, 2.480 posti letto aggiuntivi già allestiti, 218 in più di ieri: 2.111 ordinari e 369 di terapia intensiva
Tra ieri e oggi in tutta l’Emilia-Romagna sono stati allestiti ulteriori 218 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 2.262 a 2.480, tra ordinari (2.111) e di terapia intensiva (369).Un lavoro che procede a ritmo serrato, quellomesso in campo dalla rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale.
Nello specifico: 606 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 585 a Parma (49 terapia intensiva), 342 a Reggio (42 terapia intensiva), 246 a Modena (66 terapia intensiva), 324 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (91 per terapia intensiva), 68 a Ferrara (21 terapia intensiva), 309 in Romagna (in particolare: 145 Rimini, di cui 23 per terapia intensiva; 56 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 47 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 6 Lugo).
Volontariato. Ieri, 16 marzo, sono stati 156 i volontari operativi in Emilia-Romagna, per un totale di 1.507 dal 23 febbraio scorso. Tra i nuclei più consistenti quelli impegnati a Parma (39), Rimini (20) e Forlì-Cesena (15);fra le associazioni nazionali, risultano operativi 24 volontari Anpas, 4 Croce rossa italiana e 10 dell’Associazione nazionale alpini (Ana). Le attività più significative svolte dai volontari in questo periodo di emergenza da Coronavirus, vanno dall’aiuto ai Comuni nell’ assistenza alla popolazione, come ad esempio la consegna della spesa e dei farmaci alle persone più fragili, al supporto al servizio delle ambulanze (effettuato principalmente da Anpas E Cri); fino alla sanificazione delle ambulanze (attività svolta soprattutto a Fidenza). A queste attività si aggiunge il supporto tecnico alle più recenti installazioni per il pre-triage ospedaliero.
Europa, frontiere: stop certificazioni aggiuntive per merci trasportate legalmente
(Rimini) Non dovrà essere imposta alcuna certificazione aggiuntiva per le merci che si spostano legalmente nel mercato unico dell'Ue. Con la pubblicazione delle linee guida sulle misure da adottare alle frontiere per l'emergenza Coronavirus, la Commissione europea mette definitivamente la parola fine a certe pratiche commerciali scorrette, segnalate più volte dalle aziende italiane, come la richiesta assurda di certificati "virus free" da apporre sui prodotti agroalimentari in arrivo dall'Italia. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, sottolineando come anche l'Autorità europea per la sicurezza alimentare riporta che "non ci sono prove che il cibo sia una fonte di trasmissione di COVID-19".
"Le linee guida dell'Ue sulla gestione delle frontiere - osserva Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna - vanno nella giusta direzione di proteggere la salute dei cittadini, garantendo sia la libera circolazione dei prodotti, in primis quelli agroalimentari, all'interno del mercato unico, sia la sicurezza dei rifornimenti. Allo stesso tempo, tutela anche l'adeguato trattamento di chi deve viaggiare, come i lavoratori stagionali e transfrontalieri".
Ora l'auspicio di Cia è che le linee guida della Commissione Ue vengano rispettate e applicate da tutti gli Stati membri, senza riserve o scetticismi. In caso contrario, si andrebbe a creare una situazione senza precedenti in Europa, con conseguenze rischiose sia per la tenuta del mercato unico, che per quella economica dei singoli Paesi.
Sgr a sostegno dell’ospedale nell’acquisto di attrezzature per ampliare i reparti covid
(Rimini) Il Gruppo Sgr s’è reso disponibile a sostenere l’ospedale Infermi nella ricerca e acquisto celere di letti ed altre attrezzature che andranno ad arricchire il nuovo reparto di terapia intensiva che il nosocomio riminese sta attrezzando. Ciò ha portato oggi all’arrivo dei primi due letti per la terapia intensiva, adatti alla rianimazione con sistemi di pesatura incorporati, la cui reperibilità al momento non è semplice in tempi rapidi. Domani arriveranno gli altri due. L’acquisto, insieme ad altre attrezzature garantito dal Gruppo Sgr, servirà a garantire 20 nuovi posti letto per l’ospedale riminese. Un’attività svolta dall’Azienda in stretta collaborazione con il Primario di Anestesia e Rianimazione Giuseppe Nardi e col Dirigente Paolo Cenni.
“Abbiamo affrontato l’emergenza con tempestività e senso di responsabilità – commenta Bruno Tani, amministratore delegato del Gruppo Sgr – sul fronte dell’organizzazione aziendale, con il 60% dei dipendenti in smart working e tutti i provvedimenti di sanificazione già ultimati, ma anche sostenendo i nostri collaboratori che sono il tesoro più prezioso, con una polizza assicurativa per tutti che attenua il disagio di eventuale contagio. A tutti i clienti abbiamo offerto la rateizzazione gratuita e modalità online per interloquire con gli uffici”.
Ora questa nuova azione di natura sociale, ultimo anello di una catena lunga 60 anni nei quali l’azienda ha sempre mostrato forte sensibilità verso le persone in difficoltà. “E’ un appello ricorrente – conclude Tani – quello che esorta le imprese a restituire al territorio una gratitudine concreta. Siamo abituati ai fatti concreti e oggi l’emergenza covid19 interroga tutti con una domanda di coinvolgimento reale. Stiamo facendo la nostra parte e sono certo che tante altre realtà del territorio stiano facendo la medesima cosa. Ne usciremo più forti e più uniti”.
Insieme si può (sottinteso: battere il coronavirus), i vip emiliano romagnoli a sostegno della sanità regionale
(Rimini) Insieme si può. Insieme, il coronavirus si può battere. Facendo ognuno la propria parte nel rispettare le regole, restare a casa, evitare assembramenti. E lo si può fare aiutando la sanità dell’Emilia-Romagna. Donne e uomini che ogni giorno combattono il virus in prima linea. La si può sostenere con una donazione, utilizzando il conto corrente messo a disposizione dalla Regione.
E un invito a farlo arriva oggi da Milena Gabanelli, Fabio De Luigi, Martina Colombari, Gregorio Paltrinieri, Alberto Tomba, Luca Carboni, Arrigo Sacchi, Ivan Zaytsev, Gessica Notaro, Paolo Cevoli, Chiara Boschetti, Julio Velasco, Stefano Accorsi, Gaetano Curreri, Luciano Ligabue e Fiorella Belpoggi. Elencati nell’ordine in cui compaiono nel video col quale la Regione Emilia-Romagna promuove la possibilità di contribuire alla gestione dell’emergenza sanitaria versando sul conto corrente regionale, video pubblicato sui profili social istituzionali dell’Ente e disponibile per chiunque lo voglia diffondere (già numerose tv regionali hanno dato la loro disponibilità). Contemporaneamente, loro stessi sui profili social personali diffonderanno il loro video di sostegno alla campagna della Regione, “Insieme si può, l’Emilia-Romagna contro il coronavirus”. Nella consapevolezza comune che “siamo gente tosta di una terra forte” e che “insieme ne usciremo”.
“Li ringrazio davvero tutti per averci dato una mano nel sostenere l’iniziativa che abbiamo avviato per permettere a chiunque di fare una donazione a sostegno della sanità regionale, che insieme alla nostra protezione civile sta svolgendo un lavoro straordinario nel curare le persone e nell’arginare la diffusione della pandemia- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Ringrazio loro così come ogni singolo cittadino, impresa, ente, associazione che già in questi giorni hanno effettuato donazioni, piccole o grandi che siano state, per una corsa alla solidarietà che qui si sta rivelando ancora una volta eccezionale. Ogni euro donato e l’utilizzo che ne verrà fatto- chiude il presidente- saranno resocontati pubblicamente e in maniera trasparente, così come abbiamo fatto a partire dalla ricostruzione del sisma del 2012”.
È possibile donare versando sul conto corrente intestato alla Protezione civile regionale: IBAN: IT69G0200802435000104428964
DALL'ESTERO codice Bic Swift: UNCRITM1BA2
CAUSALE: Insieme si può Emilia-Romagna contro il Coronavirus
INTESTATARIO: Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia-Romagna.