(Rimini) “Sono giorni, settimane, di grande incertezza, contraddistinti da un costante richiamo al senso di responsabilità individuale e collettivo per uscire nei tempi più rapidi possibili da questa tempesta che sta travolgendo e allo stesso tempo immobilizzando l’intero Paese e le nostre città”, spiega l’assessore epr il commercio del comune di Rimini. “Una situazione d’emergenza straordinaria e imprevista che ha avuto però come effetto quello di risvegliare il senso di appartenenza ad una comunità, di solidarietà e di vicinanza, seppur solo ideale, che consente anche di accantonare gli interessi individuali. Un clima che sarà necessario preservare anche quando la tempesta sarà passata e sarà l’ora di rimboccarsi le maniche per ricostruire. Perché se oggi l’impegno principale e assoluto è fronteggiare l’emergenza sanitaria, non si può non pensare al domani. Quando sarà ancora necessario che ognuno, come avviene oggi, faccia la sua parte. Istituzioni e cittadini”.  

In queste settimane di ‘pausa forzata’ “sono tanti i titolari di attività economiche che oltre a fare i conti con la preoccupazione per la salute propria e dei propri cari, sono alle prese con le ansie e le difficoltà legate a questa sospensione prolungata e alle ripercussioni a breve e medio termine che questa avrà sui bilanci di fine mese. Penso ad esempio ai tantissimi esercizi commerciali, che ancor prima dell’obbligo di chiusura necessariamente e dolorosamente imposto da Governo e Regioni, avevano risentito di un calo di clienti legato al clima di instabilità; e ancora ai pubblici esercizi costretti ad abbassare le serrande e alle attività ricettive per le quali si annunciano mesi difficili. Ci saranno le manovre di sostegno statali, gli enti locali stanno già valutando misure per dare ossigeno sospendendo rate e imposte, ma serve anche un’assunzione di responsabilità individuale. Mi rivolgo in questo caso ai tanti proprietari di immobili dati in affitto ad uso commerciale o produttivo: negozi, bar, ristoranti, alberghi. L’invito accorato è quello di valutare misure di alleggerimento dei canoni di affitto, rinunciando magari ad una parte di entrate ma garantendo al proprio locatario condizioni più favorevoli per riprendere in mano la propria attività. Si tratterebbe di un sacrificio nell’immediato, con effetti sul lungo periodo: situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo richiedono il massimo sforzo da parte di tutti e ci danno anche l’opportunità di cambiare prospettiva”.

Anche il Comune “mette in campo le sue risorse: ricordo infatti che già mesi fa abbiamo messo a punto un pacchetto di interventi a sostegno delle imprese, la no-tax area, che – proprio nell’ottica di stimolare una rinegoziazione al ribasso dei canoni di affitto - prevede agevolazioni per i proprietari degli immobili. Nello specifico chi possiede immobili a destinazione commerciale o produttiva può ottenere un contributo economico sulla base dell’IMU versata (che può raggiungere anche il 100%) a fronte di una riduzione del canone di affitto alle imprese non inferiore al 20%. E’ un’opportunità importante che vale la pena di prendere in considerazione, in questo periodo più che mai. Oggi dobbiamo restare in casa, ma in un futuro speriamo vicinissimo dovremo essere in grado tutti di metterci in gioco e di fare rete per tornare a correre”.

(Rimini) Le Industrie Valentini hanno comunicato ieri pomeriggio ai sindacati di aver depositato presso il Tribunale di Rimini ricorso per concordato in bianco, già iscritto al registro imprese di Rimini. “Una procedura - spiegano i sindacati - che intende tutelare il ceto creditorio congelando tutti i debiti aziendali, compresi quelli verso i lavoratori, alla data del 17 marzo 2020”.
Questa decisione “assunta dalla più importante azienda del legno di Rimini, specializzata nella produzione di mobili in kit e nell’arredamento per la casa”, sottolineano i sindacati, “è legata anche al recente inasprirsi della crisi del settore. In questi ultimi anni la società ha subito consistenti cali di fatturato e ha dovuto assorbire – anche negli ultimi mesi – importanti insoluti e ritardi negli incassi da clienti. Tra questi la società ci ha evidenziato il triplice default del Gruppo Mercatone Uno, che ha lasciato impagati debiti sia da parte del Gruppo ante Amministrazione Straordinaria che successivamente da parte della procedura ministeriale e da ultimo dall’assuntore (ora fallito) Shernon Holding”.

Da tempo l’azienda aveva avviato programmi ed attività di riposizionamento sul mercato, ed “in particolare dall’estate scorsa ha cercato un nuovo partner industriale per rilanciare la produzione ed il marchio. Negli ultimi mesi l’azienda ci ha comunicato di essere in procinto di chiudere una trattativa con un importante Gruppo del settore, prevedendo un intervento finalizzato a mantenere la continuità aziendale e a tutelare il presidio occupazionale. Purtroppo, l’aggravarsi della situazione del mercato per le note vicende sanitarie che hanno indotto alla chiusura di tutti i centri commerciali e della clientela al dettaglio, ha portato ad un peggioramento della situazione e ad una sospensione della trattativa con il terzo interessato. I tempi dell’auspicata operazione sono stati sospesi e rinviati al necessario miglioramento del contesto economico nazionale”.
I sindacati, “fiduciosi che le trattative per la ripresa e la prosecuzione dell’attività, anche tramite l’affitto o la vendita di ramo d’azienda, possano essere riavviate prima possibile per garantire la continuità di una realtà storica che attualmente occupa 160 lavoratori diretti più circa 40 per attività in appalto”, hanno chiesto un “ulteriore incontro all’azienda e chiederemo immediatamente un incontro al commissario giudiziale, appena sarà nominato. Ciò per attivare gli opportuni strumenti e fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria, con gli obbiettivi di continuare a garantire una forma di sostegno al reddito per i tanti lavoratori occupati e per evitare la perdita di posti di lavoro”.

Giovedì, 19 Marzo 2020 10:51

19 marzo

Ci vuole la zona rossa | Il virus cresce | Aeroporto chiuso

(Rimini) Chiusi al pubblico parchi e giardini pubblici, uso della bicicletta e spostamenti a piedi ammessi solo per lavoro, ragioni di salute o altre necessità come gli acquisti di generi alimentari.
Una nuova ordinanza regionale, sarà valida da domani ed è stata emessa questa sera a firma del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini in tema di misure per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione della sindrome da Covid-19 ed in particolare per il contrasto alle forme d’assembramento delle persone.
Con questo nuovo dispositivo la Regione vuole uteriormente evitare assembramenti di persone. La prima mossa è quella ci chiudere al pubblico parchi e giardini pubblici. Scelta già applicata da singoli comuni del riminese, a partire dal capoluogo già nei giorni scorsi. “L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi sono consentiti esclusivamente per le motivazioni ammesse per gli spostamenti delle persone fisiche (lavoro, ragioni di salute o altre necessità come gli acquisti di generi alimentari). Nel caso in cui la motivazione sia l’attività motoria (passeggiata per ragioni di salute) o l’uscita con l’animale di compagnia per le sue esigenze fisiologiche, si è obbligati a restare in prossimità della propria abitazione”.
Al fine di ulteriormente contrastare le forme di assembramento di persone a tutela della salute pubblica sul territorio regionale, l’apertura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e di rifornimento carburante è consentita lungo la rete autostradale e lungo la rete delle strade extraurbane principali, limitatamente alla fascia oraria che va dalle ore sei alle ore 18 dal lunedì alla domenica per gli esercizi posti lungo le strade extraurbane secondarie, non è consentita nelle aree di servizio e rifornimento ubicate nei tratti stradali comunque classificati che attraversano centri abitati.

Mercoledì, 18 Marzo 2020 20:39

Coronavirus, la Asl chiede zona rossa

(Rimini) Il direttore generale della Asl Romagna, Marcello Tonini, all’assessore Regionale alla sanità, al prefetto di Rimini, al presidente della provincia di Rimini, al sindaco di Rimini per chiedere l’istituzione di una zona rossa vista l’evoluzione del quadro epidemiologico per quanto riguarda i comuni di Riccione, Misano, Cattolica, San Giovanni in Marignano e Morciano. Anche il comune di Rimini sarebbe nella lista dei sorvegliati speciali. A dare la notizia è l’agenzia Ansa che parla delle “medesime ulteriori misure restrittive contenute nell’ordinanza della Giunta Regionale adottate per il comune di Medicina e zone limitrofe”.

Mercoledì, 18 Marzo 2020 20:25

Rimini sud: sei comuni vogliono la zona rossa

(Rimini) Riccione, Cattolica, Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano, Morciano e San Clemente sono i comuni della zona sud della provincia più esposti alla diffusione del coronavirus e i cui sindaci hanno chiesto ulteriori strette alla regione. Quello che hanno potuto, chiudere ogni tipo di mercato e proibire anche di passeggiare in strada, lo hanno disposto con ordinanze, ora ritengono opportuno un passo in più.
“Abbiamo chiesto, con grande sacrificio, di fare un passo in avanti e di chiudere a breve le attività lavorative. Chi abita in questi sei comuni inoltre non deve poter uscire dal territorio e neppure devono essere consentiti ingressi”. Lo ha detto questa mattina il sindaco di Riccione Renata Tosi intervenendo nella trasmossione Tempo Reale di Radio Icaro.
Come anticipato ieri, una proposta è stata presentata oggi in Regione, ma la decisione sull’istituzione di una verosimile zona rossa deve essere valutata dal Ministero della salute.

(Rimini) “Super eroi contro le Forze dell’ordine”? L’assessore per la sicurezza del comune di Rimini ha rintracciato e denunciato una chat di Whatsapp usata per eludere i controlli anti coronavirus delle forze dell’ordine. “Mentre negli ospedali medici e infermieri si stanno facendo in quattro per assistere le persone colpite da Coronavirus oltre tutti i pazienti che necessitano di altre tipologie di cure, mentre le Forze dell'ordine si stanno prodigando col loro lavoro per contrastare gli spostamenti inutili delle persone al fine di combattere la diffusione del virus, c'è qualche imbecille che con logiche criminali pensa bene di creare chat per segnalare e schivare i posti di blocco. Per fortuna la stragrande maggioranza dei riminesi è perbene e coscienziosa. Questi pochi imbecilli verranno messi in un angolo”, scrive Sadegholvaad su Facebook.

(Rimini) Dopo Riccione, Coriano e Morciano, a vietare jogging e passeggiate è anche il comune di San Giovanni in Marignano. Il comune aveva già vietato ogni forma di mercato, la chiusura dei cimiteri, delle casine dell'acqua e dei parchi pubblici. Oggi l'amministrazione ha emanato un'ordinanza vieta l'accesso agli orti sociali comunali e l’attività motoria all’aperto in luoghi pubblici.
"Ancora una volta vi esortiamo alla più ampia collaborazione. Ci rendiamo conto - spiega l’amministrazione in una nota - dell’entità di queste restrizioni, ma sono dovute al fatto che si sono verificati numerosi episodi di infrazioni che, in questo momento, visto l'aggravarsi della situazione, non ci possiamo permettere".

(Rimini) “Come valuta la reazione delle istituzioni italiane di fronte all’emergenza Coronavirus?”. E poi: “Sono state prese delle misure restrittive dei comportamenti individuali, lei vi si attiene?”. Ancora: “In un periodo in cui il comportamento individuale è posto sotto sorveglianza, cosa le manca e in che misura?”. Infine: “Secondo lei, cosa produrrà nel tempo il Coronavirus?”. Sono solo alcune delle 30 domande della ricerca di Federconsumatori Emilia-Romagna e nazionale dal titolo “Coronavirus, come cambia la nostra vita”.
Lo studio, con il supporto scientifico dell'istituto di ricerca IRES ER, è stato avviato tra i cittadini della regione per studiare in che modo la pandemia in corso sta incidendo sulla vita delle persone, in termini di comportamenti, atteggiamenti, di scale valoriali e di giudizio su quanto sta accadendo dedicando una parte importante al tema della sanità digitale.
Il questionario è disponibile solo on line ed è rigorosamente anonimo.

Rispondere ai quesiti è un modo per le persone di riflettere e di dare vita a una ricerca che ci servirà tra qualche mese per elaborare quanto è accaduto e per trarne spunti e indicazioni per il futuro.
Federconsumatori ringrazia già da subito a chi vorrà collaborare compilando il questionario, realizzato nell'ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo economico.
È possibile rispondere andando sul sito www.federconsumatorier.it (o direttamente su https://www.federconsumatori.it/doc/partecipa-al-sondaggio-coronavirus-come-cambia-la-nostra-vita/20200317013304), sulla pagina Facebook Federconsumatori Emilia-Romagna e sui siti e pagine Facebook delle Federconsumatori territoriali.

(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 4.525 i casi di positività al Coronavirus, 525 in più rispetto all’aggiornamento di ieri. Un dato che non comprende, però, i nuovi casi positivi di Parma, provincia rispetto alla quale sono disponibili solo i numeri aggiornati sui decessi. Così come non è ancora disponibile il dato sui decessi nella provincia di Rimini.
Passano da 14.510 a 15.461 i campioni refertati. Si tratta di dati accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali.
Complessivamente, sono 1.735 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 247 (24 in più rispetto a ieri). E salgono a 152 (ieri erano 134) le guarigioni, 135 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 17 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 396 a 461: 65, quindi, quelli nuovi, di cui 15 donne e 50 uomini. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 12 residenti nella provincia di Piacenza, 34 in quella di Parma, 5 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna - di cui 1 a Medicina -, e 1 a Cesena; 4 persone decedute erano residenti fuori regione.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.340 (136 in più rispetto a ieri), Parma dato mancante, Rimini 613 (35 in più), Modena 575 (115 in più), Reggio Emilia 414 (115 in più), Bologna 395 (di cui 113 a Imola e 282 a Bologna; complessivamente 62 in più, di cui 13 a Imola e 49 a Bologna), Ravenna 153 (29 in più), Forlì-Cesena 171 (di cui 78 a Forlì, 4 in più rispetto a ieri, e 93 a Cesena, 23 in più rispetto a ieri),  Ferrara 64 (6 in più rispetto a ieri). 


Sono 2.691 i posti letto aggiuntivi già allestiti, 211 in più di ieri: 2.295 ordinari e 396 di terapia intensiva
Tra ieri e oggi in tutta l’Emilia-Romagna sono stati allestiti ulteriori 211 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 2.480 a 2.691, tra ordinari (2.295) e di terapia intensiva (396). Un lavoro che procede a ritmo serrato, quello messo in campo dalla rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale.
Nello specifico: 575 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 593 a Parma (57 terapia intensiva), 454 a Reggio (42 terapia intensiva), 250 a Modena (70 terapia intensiva), 400 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (103 terapia intensiva), 68 a Ferrara (21 terapia intensiva), 351 in Romagna (in particolare: 179 Rimini, di cui 26 per terapia intensiva; 58 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 53 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 6 Lugo).
In particolare, si sono aggiunti a Piacenza due ospedali Covid grazie all’accordo con le strutture private accreditate del territorio: la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto. E anche l’Ospedale di Comunità di Bobbio, sempre nel piacentino, è diventato Covid hospital. A queste strutture si affiancano, come Covid hospital, Castel San Giovanni e Fiorenzuola, sempre nel piacentino. A Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub) operano come Covid hospital. Sono già pronti per diventare ospedale Covid Fidenza e Borgo Taro, nel parmense.
Nel reggiano, a supportare l’hub di Reggio Emilia città (Arcispedale Santa Maria Nuova) come Ospedale Covid, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano. A Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta). Pronti per diventare ospedali Covid Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid la Terapia Intensiva), Mirandola e Sassuolo.
A Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25. Già definito ospedale Covid il Bellaria, che funzionerà come tale anche per l’imolese. Per Ferrara, in caso di necessità l’hub del Sant’Anna sarà supportato come Covid dall’ospedale del Delta.
Infine, per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena verranno affiancati come Covid hospital gli ospedali di Lugo e di Riccione.


Volontariato. Nella giornata di martedì 17 marzo sono stati 182 i volontari attivi in Emilia-Romagna; 1.684 in totale, a partire dal 23 febbraio scorso (un dato che, peraltro, non considera le attivazioni nazionali di soggetti come ANPAS, CRI, ANA e altre associazioni).
Tutti i coordinamenti provinciali sono impegnati. I nuclei più consistenti risultano a Parma (41), in particolare nella sanificazione delle ambulanze, a Piacenza (28), Rimini (25), Reggio Emilia (21), Ferrara (21) e Modena (16).
L’altra attività più rilevante, distribuita sull’intero territorio regionale, è l’assistenza alla popolazione in supporto ai Comuni (consegna della spesa e/o di farmaci alle categorie più fragili). Prosegue anche il servizio dei volontari di CRI e ANPAS a supporto delle ambulanze in Romagna e nel trasporto di campioni nel territorio ferrarese.
Oggi un riscontro provvisorio sulle attività vede impegnato un consistente numero di volontari di protezione civile a Parma e Piacenza (alcuni stanno facendo formazione sulla disinfezione assieme agli operatori del 118 e ai Vigili del Fuoco).


Dispositivi di protezione individuale. Dal Dipartimento nazionale di protezione civile sono pervenute altre mascherine, di tre tipi: 212.000 di “tessuto non tessuto”, 52.000 chirurgiche, 2.200 ffp2.
Dopo la consegna, nei giorni scorsi, di 135.000 mascherine alle Prefetture, che a loro volta le stanno distribuendo ai vari corpi dello Stato e alle Polizie locali, parte dei nuovi dispositivi è stata inviata al magazzino di Reggio Emilia della Sanità regionale, altre restano a disposizione del sistema di protezione civile.


Quarantena. Proseguono i sopralluoghi per identificare strutture utilizzabili come alloggi singoli per persone che non necessitano di assistenza medica.


Punti triage
Confermati i 31 punti-triage (tende e containers): 10 davanti alle carceri (a Modena è stata smontata parte delle installazioni servite fino a ieri) e 21 davanti agli ospedali:
3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni);
3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro);
3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla);
5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città, davanti alla sede del 118);
3 nella città metropolitana di BO (nel capoluogo davanti agli ospedali Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola);
2 in provincia di FE (Argenta e Cento);
1 in provincia di FC (Meldola, davanti all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori);
1 nella Repubblica di San Marino.

Donazioni: Iban e causale
Per chi volesse effettuare una donazione sul conto corrente intestato all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna, si ricorda che i versamenti vanno effettuati utilizzando il seguente Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale: Insieme si può Emilia-Romagna contro il Coronavirus

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