Pa, accordo tra regione e sindacati sulle regole anti coronavirus
(Rimini) Accordo tra Regione, Anci, Upi, Cgil, Cisl e Uil per il contrasto alla diffusione del coronavirus nella Pubblica amministrazione. Le linee guida condivise, contenute nell’accordo, dettagliano le procedure che tutti i dipendenti pubblici devono adottare per ridurre il rischio del contagio e gli accorgimenti tecnici che il datore di lavoro deve mettere in atto perché ci sia la massima sicurezza sui luoghi di lavoro. A partire dalle sanificazioni degli ambienti alla gestione degli spazi comuni.
Nell’accordo, ci sono poi alcune disposizioni organizzative. Si va dall’impegno ad estendere misure personali e di prevenzione a tutti i collaboratori esterni che entrano in contatto con l’amministrazione, alla limitazione della presenza negli uffici ai soli casi in cui essa è davvero indispensabile. Fino ad arrivare alla sospensione del ricevimento del pubblico esterno, e alla riduzione del numero di persone per ufficio e degli incontri con la presenza fisica di persone.
Per rendere possibile tutto questo, le linee guida inducono le Amministrazioni ad adottare soluzioni tecnologiche adeguate. Per questo la Regione Emilia-Romagna rende disponibili agli enti locali le competenze di Lepida, la società regionale a capitale interamente pubblico, nel suo ruolo di aggregatore tecnologico.
“Un accordo importante e significativo- commenta l’assessore al personale Paolo Calvano- che tiene assieme i lavoratori attraverso le loro rappresentanze sindacali, i Comuni e le Province, per il tramite di Anci e Upi, e va nella logica di una Pubblica amministrazione che, nell’emergenza, non solo continua a funzionare ma adegua e innova la propria struttura per essere ancor più rispondente ai bisogni dei cittadini tutelando i propri lavoratori”.
“Stiamo operando in questo senso sia verso la scuola sia verso la Pubblica amministrazione- aggiunge Paola Salomoni, assessore regionale alla scuola e all’agenda digitale- affinché i processi di innovazione ci consentano di affrontare al meglio questa crisi e di poter ripartire più rapidamente quando l’emergenza sarà finita”.
L’accordo raggiunto tende ad accelerare l’adozione dello smart working come modalità di lavoro, per garantire, in questa fase di emergenza, la continuità dei servizi e al tempo stesso ridurre la mobilità dei dipendenti, abbassando così il rischio di contagio.
Per questo la Regione metterà a disposizione delle amministrazioni locali due milioni di euro per i processi di innovazione amministrativa a partire proprio dallo smart working. Queste risorse rappresenteranno una grande opportunità per l’innovazione digitale della pubblica amministrazione.
Altro punto qualificante dell’intesa è che si ribadisce il fatto che tutte le attività messe in campo dalle Pubbliche amministrazioni restano operative, limitando però la presenza fisica dei collaboratori negli uffici a quelle attività per cui tale presenza è indispensabile.
Su questo, si andranno ad individuare -sentite le Organizzazioni sindacali- le attività funzionali all’emergenza per le quali è indispensabile la presenza fisica degli addetti, e quelle ordinarie che possono essere svolte con il lavoro a distanza.
Saranno anche individuate le attività che possono essere sospese e quelle invece che occorre potenziare, vista la situazione. E questo potendo contare sull’apporto di personale solitamente impiegato su altre funzioni non legate all’emergenza del momento.
Aggiornamenti coronavirus: 689 casi in più, 78 a Rimini
(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 5.214 i casi di positività al Coronavirus, 689 in più rispetto all’aggiornamento di ieri.
Passano però da 15.461 a 18.344 i campioni refertati, 2.833 test in più effettuati rispetto a ieri. Si tratta di dati accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali.
Complessivamente, sono 2.196 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 260 (13 in più rispetto a ieri). E salgono a 177 (ieri erano 152) le guarigioni, 158 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 19 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 461 a 531: 70, quindi, quelli nuovi, di cui 17 donne e 53 uomini. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 29 residenti nella provincia di Piacenza, 7 in quella di Parma, 7 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna (di cui nessuno del territorio imolese),7 a Rimini, 1 a Ravenna e 1 a Forlì; 1 persona deceduta era residente fuori regione.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.428 (88 in più rispetto a ieri), Parma 869 (69 in più), Rimini 691 (78 in più), Modena 663 (88 in più), Reggio Emilia 608 (194 in più), Bologna 465(di cui 124 a Imola e 341 a Bologna; complessivamente 70 in più, di cui 11 a Imola e 59 a Bologna), Ravenna 185 (32 in più), Forlì-Cesena 227 (di cui 112 a Forlì, 34 in più rispetto a ieri, e 115 a Cesena, 22 in più rispetto a ieri), Ferrara 78(14 in più rispetto a ieri).
Sono 3.023 posti letto aggiuntivi già allestiti, 332 in più di ieri: 2.607 ordinari e 416 di terapia intensiva
Prosegue anche oggi a ritmo serrato il lavoro della rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale. In tutta l’Emilia-Romagna, tra ieri e oggi, sono stati infatti allestiti ulteriori 332 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 2.691 a 3.023, tra ordinari (2.607) e di terapia intensiva (416).
Nello specifico: 578 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 675 a Parma (58 terapia intensiva), 550 a Reggio (48 terapia intensiva), 280 a Modena (74 terapia intensiva), 453 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (105 terapia intensiva), 58 a Ferrara (22 terapia intensiva), 416 in Romagna (in particolare: 189 Rimini, di cui 26 per terapia intensiva; 77 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 47 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 95 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 12 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).
Per quanto riguarda gli ospedali Covid a Piacenza grazie all’accordo con le strutture private accreditate del territorio ci sono la Casa di Cura Sant’Antoninoe il San Giacomo per complessivi 120 posti letto,l’Ospedale di Comunità di Bobbio,Castel San Giovanni e Fiorenzuola;a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastallasi è aggiunto Scandiano; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi(dove è già attiva per pazienti Covid la Terapia Intensiva),Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese; a Ferrara, in caso di necessità l’hub del Sant’Anna sarà supportato come Covid dall’ospedale del Delta.
Infine, per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesenaverranno affiancati comeCovid hospital gli ospedali di Lugo e di Riccione.
Le attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile
In vista dell’apertura di un reparto di terapia intensiva in zona militare a Piacenza, il comandante della guarnigione ha richiesto all’Agenzia due moduli bagno e due moduli doccia (ognuno da 3 posti, in container ISO 10), con i rispettivi gruppi elettrogeni.
È già in corso il montaggio delle tende da parte dell’esercito; entro le prossime 48 ore, i moduli igienici verranno collegati alle tende mediante percorsi protetti (si prevede che la struttura campale venga ultimata entro lunedì 23 marzo).
Volontariato
Sono stati 273 i volontari attivi in Emilia-Romagna attivi ieri sul territorio, il numero più alto dall’inizio dell’emergenza; 1.985 in totale, a partire dal 23 febbraio (il dato non considera le attivazioni nazionali di soggetti come ANPAS, CRI, ANA, ecc.).
Il nucleo più consistente risulta quello dei volontari Anpas e Cri regionale (87), su più province, nel supporto al trasporto dei pazienti sulle ambulanze: questa attività risulta molto incrementata rispetto alle giornate precedenti. Prosegue, inoltre, il lavoro dei volontari CRI (4) nel trasporto di campioni sanitari nel territorio ferrarese.
La maggioranza dei volontari è impegnata nell’assistenza alla popolazione: Parma (37), Ferrara (35), Rimini (29), Modena (20), Ravenna (6) e Forlì-Cesena (13), a supporto dei Comuni nella consegna della spesa e/o di farmaci alle categorie più fragili. Tutti i coordinamenti provinciali sono impegnati, salvo quello di Bologna (dove 4 volontari attivati a livello nazionale agivano nella sorveglianza dei passeggeri all’aeroporto).
Da stasera,14 volontari del coordinamento di Piacenza sono impegnati nella disinfezione delle ambulanze, a supporto degli operatori del 118.Data la grave emergenza del Piacentino, si è reso necessario un potenziamento di questa attività, e un gruppo di volontari è stato formato in due giornate (17 e 18 marzo) dai coordinatori del 118 e dai Vigili del Fuoco sull’utilizzo delle attrezzature necessarie per la sanificazione delle ambulanze e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Suddivisi in vari turni, quasi senza interruzione, questi 14 volontari utilizzeranno attrezzature rese disponibili dal 118.
Dispositivi di protezione individuale
Sono arrivate 316.000 mascherine Montrasio e 37.300 mascherine chirurgiche dal Dipartimento nazionale di protezione civile.
Confermati i 31 punti-triage (tende e containers), 10 davanti alle carceri (a Modena è stata smontata parte delle installazioni servite fino a ieri) e 21 davanti agli ospedali:
3 in provincia di PC (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni);
3 in provincia di PR (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro);
3 in provincia di RE (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla);
5 in provincia di MO (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città, davanti alla sede del 118);
3 nella città metropolitana di BO (nel capoluogo davanti agli ospedali Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola);
2 in provincia di FE (Argenta e Cento);
1 in provincia di FC (Meldola, davanti all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori);
1 nella Repubblica di San Marino.
Donazioni: Iban e causale
Per chi volesse effettuare una donazione sul conto corrente intestato a Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna, si ricorda che i versamenti vanno effettuati utilizzando il seguente Iban: IT69G0200802435000104428964
Causale: Insieme si puo Emilia Romagna contro il Coronavirus /
I nuovi trasgressivi al tempo del coronavirus
(Rimini) C’è chi prende il sole su una panchina, magari in compagnia di un libro, c’è chi fa un giro in bici, c’è chi cerca di dare fuoco a delle sterpaglie, chi deve fare benzina alle undici di sera, chi deve comprare le sigarette per la mamma, chi si siede al tavolono del bar chiuso, tra i denunciati ai tempi del coronavirus. Tra ieri sera e stamattina i carabinieri di Novafeltria hanno controllato 55 persone e 20 esercizi pubblici e hanno denunciato sei persone per il reato di “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”, tra Verucchio, Poggio Torriana, San Leo, Novafeltria sorpreso ieri in tarda serata tranquillamente seduto all’esterno di un bar nel centro di Novafeltria e Talamello.
Servizi domiciliari, 200 le chiamate al comune da parte di anziani soli
(Rimini) E’ pari a 200 telefonate e un centinaio di servizi domiciliari attivati per anziani più soli o non autosufficienti, il bilancio della prima settimana dall’11 marzo 2020: da quando ciè l’Italia è diventata zona protetta e sono entrate in vigore in tutta la penisola le misure restrittive del governo per combattere la diffusione del coronavirus. Il numero di telefono a cui arrivano le segnalazioni (0541-704.000 oppure 339-7729127) risponde dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18 e sabato dalle 8.30 alle 18. Il Comune di Rimini lo ha dedicato da mercoledì 11 marzo per creare un canale preferenziale dedicato agli anziani perché, in queste settimane di emergenza sanitaria sono proprio loro, gli over 65, le persone più a rischio.
Tra i servizi attuvati, sono 40 quelli per la consegna della spesa, 28 per la consegna di farmaci, 29 per la consegna di pasti. Oltre ai servizi domiciliari vengono richieste informazioni sugli spostamenti e sulle norme di comportamento da seguire in questo periodo.
Si ricorda che si tratta di un servizio dedicato ai soggetti più vulnerabili grazie alla collaborazione con Auser, Caritas, Croce Rossa, una serie di numeri di assistenza a domicilio per le persone anziane ultra 65enni – o affette da problematiche sanitarie - per evitare che escano di casa. Per segnalare persone in difficoltà di qualsiasi genere, la cui condizione è aggravata dalle misure restrittive previste nei decreti governativi chiamare il numero 0541-704.000 oppure 339-7729127 (sportello sociale Comune di Rimini. Si tratta di servizi già attivi per le persone non autosufficienti che vengono estese temporaneamente alle persone più vulnerabili al virus.
"Oltre alle nuove segnalazioni di nuovi servizi domiciliari per anziani soli - spieg Gloira Lisi, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini - arrivano anche le prime telefonate di quelle persone adulte, in maggioranza già conosciute dai servizi - ma non solo - preoccupate perchè, non potendo al momento iniziare a lavorare - come ogni anno - da stagionali, sono a rischio per il pagamento degli affitti e delle spese famigliari. Visto l'aumento nelle richieste di consegna a domicilio dei pasti da parte degli anziani, il Comune di Rimini ha messo a disposizione anche due mezzi per il giro nonni della Caritas che, ora, può arrivare a 6 turni giornalieri per 60 consegne".
Trasgressori del regime anti coronavirus: 8 denunce della municipale negli ultimi tre giorni
(Rimini) Ci sono i 3 ragazzi di origini marocchina, fermati martedì notte, tutti nella stessa auto a passeggio nei paraggi della stazione, oppure i 2 amici, anch'essi stranieri, di ritorno in auto dalla visita fatta in casa di conoscenti, ma anche la coppia di fidanzatini italiani che, dopo aver portato da mangiare al propio cane, rimasto solo in casa, stavano andando a prendere un paio di pizze d'asporto e ancora il giovane riminese che andava a trovare la mamma, per una cena in famiglia.
Sono 8 in tutto le denunce emerse dai controlli della Polizia Locale di Rimini, fatti nei primi 3 giorni della settimana. Un report, quello degli agenti, da cui emerge una situazione sommariamente positiva, nella quale però c'é sempre qualcuno che non riesce a rispettare le disposizioni imposte. Obblighi importanti per evitare qualunque fenomeno di assembramento di persone; verificare il mantenimento dei contatti, ad una distanza interpersonale di almeno un metro, così come disposto e raccomandato da tutti gli ultimi provvedimenti del Governo per il contrasto, contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica derivante da Covid-19.
Dalla fondamentale attività di controllo, eseguita sulle tre giornate, risultano in tutto 336 persone controllate di cui 170 il lunedì 16 marzo, 90 martedì e 76 mercoledì. Il controllo alle attività commerciali si è concentrato su 357 esercizi pubblici, di cui 79 lunedì, 45 martedì e 233 nella giornata di ieri. La vigilanza, eseguita dall'organo di polizia comunale, è sempre coordinata con le altre forze dell'ordine con le quali avviene quotidianamente una suddivisione di tutto il territorio comunale, che viene perlustrato in ogni area: dalle zone del mare, al centro storico fino alle vie del forense. Una vasta operazione che si ripete ogni giorno e che mette in campo circa una ventina di agenti, mattina, pomeriggio e sera, con 3 pattuglie per ciascun turno di lavoro.
Riccione, chiusi gli orti per gli anziani: creano forme di assembramento
(Rimini) Un’ulteriore ordinanza in tema di misure per la gestione dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione della sindrome da Covid-19 è stata emanata questa mattina dall’amministrazione comunale di Riccione. Si tratta di un atto del sindaco, Renata Tosi, che, per contrastare ogni ulteriore forma di assembramento di persone, ordina la sospensione delle attività di gestione degli orti su terreno comunale siti in via Empoli e in via Piemonte e il divieto di accesso ai medesimi da parte di chiunque, inclusi gli assegnatari. Gli orti comunali come è noto sono molto frequentati e usati dalle persone anziane, dai nonni della comunità riccionese, i più a rischio di complicanze in seguito all’infezione Covid-19 e quelli che maggiormente vanno tutelati. Come noto nella giornata di ieri, Riccione con due diversi atti sindacali ha posto un freno alle uscite di casa senza validi motivi, all’attività sportiva nei parchi pubblici e in spiaggia, alle passeggiate lunghe chilometri e alle uscite senza limite di tempo con i cani. Inoltre dopo aver chiuso le casette dell’acqua e i parchi pubblici, nel comune di Riccione sono stati chiusi i bar ai distributori di benzina e alla stazione ferroviaria.
Un appello quindi viene rinnovato oggi dal sindaco Tosi e da tutta la Giunta comunale di Riccione che ricorda ai cittadini di non uscire di casa.
“Non uscire per cose futili. L'infezione è ancora troppo presente sul territorio comunale e saranno prese misure ancora più rigide a causa dei comportamenti irresponsabili. Dobbiamo capire che il nostro modo di combattere il virus è quello di stare a casa e lasciare che i medici, gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, la protezione civile facciano il loro lavoro”.
Proprio oggi ad esempio in Comune è arrivata la mail di una giovane mamma che dice: "Si continua a ripetere che la situazione è grave e aumentano i divieti alle uscite. Ma le aziende produttive (parlo di quelle che producono beni NON di prima necessità) sono ancora aperte e molti genitori devono continuare ad andare a lavorare. In questo modo si mette a rischio la salute, e forse la vita, dei genitori che vanno al lavoro e di tutto il resto della famiglia che sta chiusa in casa rispettando i divieti. A che cosa serve rispettare i divieti se poi ci sono persone che rischiano di ammalarsi sul posto di lavoro e quindi di portare il virus in casa contagiando gli altri?”.
Alla mail firmata è seguita la risposta del Comune: “Al momento possiamo solo dire che in queste ore si stanno decidendo molte cose importanti la speranza è che le decisioni di oggi diano una risposta al suo quesito estremamente ragionevole e condivisibile In questo momento dobbiamo resistere”.
“Ad oggi sono diverse decine le telefonate arrivate al Comune, ai singoli assessori e a me di cittadini preoccupati per l'attività di famiglia - ha detto il sindaco Tosi -. In maggioranza albergatori, ristoratori, tantissimi imprenditori dello spettacolo, del turismo e del divertimento che per primi dall'inizio di questa crisi stanno pagando il prezzo più alto e per i quali l'amministrazione di Riccione non risparmierà azioni incisive per agevolare la ripresa una volta passata la crisi sanitaria”.
Stazioni di servizio, bar chiusi sulle strade provinciali
(Rimini) Applicando l’ordinanza regionale di ieri, la provincia precisa che “relativamente alle strade provinciali quella che fa fede ai fini dell’ordinanza regionale è la classificazione redatta dalla Provincia di Rimini in quanto Ente proprietario”.
La provincia quindi precisa che “non sono presenti strade extraurbane principali nel territorio provinciale”, mentre “le strade extraurbane secondarie che vi insistono, e per le quali è disposta l’apertura degli esercizi limitatamente alla fascia oraria che va dalle ore 6 alle ore 18 dal lunedì alla domenica, sono:SP 17 Saludecese, Km 0+000 – km 0+960 e Km 2+100 – km 3+080; SP 17 Saludecese Variante Pianventena, Km 0+000 – km 3+360; SP 18 Conca, Km 8+575 – km 9+775; SP 49bis Gronda, Km 0+000 – km 1+790; SP 73 Pontaccio-Macello, Km 0+290 – km 1+930; SP 136 Santarcangiolese, Km 0+000 – km 3+360; SP 2 Trasversale Conca”.
Tutte le altre strade provinciali, tratti della SP 258 Marecchiese inclusi, “rientrano fra quelle per cui l’ordinanza regionale non consente l’apertura degli esercizi nelle aree di servizio e rifornimento”.
Emergenza coronavirus, Confindustria chiede agli associati la sospensione dei lavoratori da Pesaro o San Marino
(Rimini) Come è noto l'emergenza dovuta al diffondersi del Coronavirus è diventata particolarmente critica nella zona sud di Rimini tanto che, vista la difficoltà di gestione del contagio, si stanno ipotizzando ulteriori disposizioni. “Le garanzie delle condizioni di salute sono la priorità per tutti e Confindustria Romagna esprime la totale disponibilità a collaborare con le autorità e con le istituzioni al fine gestire gli spostamenti e l'attività produttiva a ciò che è indispensabile”, spiega un nota inviata alla stampa dagli industriali.
“Purtroppo - sottolineano da Confindustria - la chiusura immediata provocherebbe la mancata spedizione di merci deperibili o a scadenza programmata, dove non è possibile fermare il ciclo produttivo, o a quelle a ciclo stagionale dove la mancata presentazioni di nuovi prodotti vorrebbe dire chiudere per sei mesi se non un anno. Per alcune aziende significherebbe l'impossibilità di continuità aziendale e decine di famiglie senza sussistenza”. L'eventuale chiusura, “anche se temporanea delle attività produttive, non comporterebbe la sola sospensione della produzione e dei fatturati per il periodo in essere, ma sarebbe fonte di ingenti disastri economici che si riverserebbero direttamente sulle lavoratrici e lavoratori delle nostre aziende (occorre tenere conto che la stessa cassa integrazione non può essere anticipata dalle aziende per decreto e che quindi decine di famiglie si troverebbero senza stipendio per mesi)”.
Per questo la delegazione di Rimini di Confindustria Romagna, ad integrazione di tutto quanto previsto dalle norme fino ad ora emanate ed applicate dalle aziende, propone un ulteriore codice di autoregolamentazione, con l'obiettivo sempre di privilegiare la salute delle persone.
Ecco le regole consigliare da Confindustria Rimini:
1. CHI PUO' CHIUDERE per una o due settimane senza forti danni per la continuità aziendale lo FACCIA.
2. RIDUCIAMO ulteriormente la SETTIMANA LAVORATIVA E/O GLI ORARI DI LAVORO.
3. PORTIAMO il più possibile i lavoratori in HOME e SMART WORKING.
4. RIDUCIAMO la presenza AD UNA SINGOLA PERSONA per UFFICIO che possa aiutare fisicamente chi lavora da casa.
5. DOVE NON FOSSE POSSIBILE E NEGLI IMPIANTI PRODUTTIVI portiamo la distanza tra le persone a ben oltre quella suggerita di 1,5 m ma a 2,5 metri o meglio ancora 3 metri.
6. SCAGLIONIAMO GLI ORARI DI INGRESSO per impedire afflussi di personale in contemporanea.
7. CHIUDIAMO spogliatoi e luoghi di aggregazione all'interno e all’esterno.
8. SANIFICHIAMO gli ambienti di lavoro.
9. FORNIAMO DOVE POSSIBILE MASCHERINE A TUTTI i dipendenti (qui vi possiamo aiutare).
10. OBBLIGO DI MASCHERINE in tutti i corridoi.
11. EVITIAMO RIUNIONI CON PRESENZA FISICA SIA ESTERNE CHE INTERNE usiamo telefoni e videocall.
12. EVITIAMO GLI SPOSTAMENTI TRA SEDI e TRA FORNITORI il più possibile.
13. CHIUDIAMO L'ACCESSO agli esterni alle nostre aziende.
14. MONITORIAMO E COMUNICHIAMO IN CONTINUITA' CON L'ASSOCIAZIONE DI APPARTENENZA E CON LE AUTORITÀ.
15. SI SOSPENDE l'utilizzo di lavoratori provenienti dai Comuni di Pesaro e di Urbino e dalla Repubblica di San Marino e si limita l'utilizza dei lavoratori che devono fare trasferimenti interprovinciali.
Confartigianato: a rischio 20mila imprese artigiane in ER
(Rimini) Secondo i dati elaborati dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna le attività artigiane di servizio alle persone che da oggi fino al 25 marzo sono chiuse comprendono 20.856 imprese artigiane, con quasi 52 mila addetti, escludendo dal computo totale i settori che non rientrano nelle chiusure previste dal Dpcm dell'11 marzo, cioè lavanderie, tintorie e servizi di onoranze funebri che comprendono 1.207 imprese artigiane registrate, e il comparto dell'autoriparazione che conta 5.332 imprese artigiane.
"La situazione delle imprese è complessa - commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese -. Per questo chiediamo fin da subito un'attenzione maggiore alle istanze delle imprese da parte della Pubblica amministrazione e dei suoi funzionari, con regole che alleggeriscano il carico burocratico e semplifichino il ritorno alla normalità. Si prendano a riferimento le procedure che, negli ultimi tempi, hanno dato risultati positivi in termini di ripresa. Penso, ad esempio, alla ricostruzione del ponte di Genova. Servono insomma risposte chiare e veloci per rasserenare la quotidianità degli imprenditori".
Nei settori dei servizi alle persone a fine 2019 sono registrate in Emilia-Romagna 27.395 imprese artigiane, pari al 21,8% dell'artigianato, che danno lavoro a 69.544 addetti, mentre sono 19.145 quelle che si dedicano ai servizi alle imprese, con oltre 42 mila impiegati. In Emilia-Romagna nel settore dei servizi (alle imprese e alle persone) operano 46.540 imprese con oltre 110 mila addetti impiegati
Nel dettaglio nei servizi alle persone, come visto sopra, lavorano oltre 69 mila addetti, a cui si sommano gli oltre 40 mila addetti nei servizi alle imprese, pari al 14,6% dell'artigianato. Rispetto al 2009 la composizione settoriale dell'artigianato si è profondamente modificata: dieci anni fa l'occupazione nelle imprese artigiane si suddivideva in modo più omogeneo nei tre macro settori, con il 36% degli addetti nel Manifatturiero, il 34,5% nei Servizi e il 29,2% nelle Costruzioni.
La suddivisione per provincia vede Bologna in testa con 11.498 imprese e oltre 24 mila impiegati. Seguono Modena, con 7.123 imprese e quasi 18 mila addetti, Reggio Emilia, con 13 mila impiegati in oltre 5 mila imprese, e Forlì-Cesena, che presenta 4.695 imprese con quasi 12 mila impiegati. Vicine Ravenna e Parma, rispettivamente con 4.085 e 4.023 imprese per 10 mila e 9 mila addetti. Seguono Rimini, con 3.790 imprese e oltre 9 mila addetti, e Ferrara, con 3.382 imprese e 7 mila impiegati. Chiude la provincia di Piacenza con 2.752 imprese che impiegano quasi 7 mila addetti.
"I dati espressi dalla ricerca del nostro Centro studi preoccupano - prosegue il presidente Granelli -, perché danno conto dell'impatto che questa emergenza ha sulle micro e piccole imprese non solo del manifatturiero, comparto su cui ci aspettavamo un duro colpo dovuto in gran parte all'indotto delle esportazioni, ma anche dei servizi. Questo settore, in particolare, impiega un gran numero di addetti che rischiano, spesso in prima persona, di non poter riaprire le proprie attività al termine dell'emergenza. Per questo attendiamo ulteriori misure per venire in aiuto agli imprenditori che in queste condizioni sono impegnati nel contenimento dei danni e a resistere sul mercato. Dopo queste prime misure andrà quindi affrontata la fase due con ulteriori interventi e, a emergenza sanitaria conclusa, saranno necessari provvedimenti dedicati agli indennizzi per i danni subiti dalle imprese e a rilanciare l'attività".
Giro nonni, raddoppiano le consegne dei pasti a domicilio
(Rimini) Con due mezzi in più, messi a disposizione gratuitamente dal Comune di Rimini alla Caritas, aumentano le consegne di pasti a domicilio del "Giro nonni". 60 gli anziani attualmente serviti grazie al raddoppio dei turni quotidiani del "Giro nonni", che passa dai 3 precedenti agli attuali 6.