(Rimini) Tra i soggetti affetti da Covid 19 ricoverati in Rianimazione presso l'ospedale "Infermi" di Rimini (ad oggi 35 in tutto) si registrano i primi quattro casi di pazienti "estubati", pazienti cioè che erano in ventilazione meccanica e che hanno ripreso a respirare senza l'ausilio della macchina. Per loro si sta valutando il trasferimento in reparto al di fuori della Terapia intensiva, ovviamente sempre in area isolata.
I pazienti affetti da coronavirus le cui condizioni si aggravano in maniera importante e che richiedono di essere collocati in ventilazione meccanica, solitamente restano in tale condizioni per periodi prolungati; i quattro pazienti dell'"Infermi" sono rimasti in respirazione assistita per un periodo compreso tra i 12 e i 15 giorni, dunque relativamente breve, in virtù anche della loro età non particolarmente avanzata. Si tratta di tre pazienti di sesso maschile e di una donna, tutti di età compresa tra i 60 e i 70 anni.
"Il miglioramento clinico di questi quattro pazienti rappresenta per noi un elemento molto importante, sia dal punto di vista clinico sia dal punto di vista psicologico – racconta il dottor Giuseppe Nardi, direttore della Anestesia Rianimazione riminese -. E' intanto un elemento importante sul fronte scientifico, e ci dice che vi sono possibilità di ripresa anche nei casi più gravi, in questa malattia ancora assai poco conosciuta. E poi è servito a darci coraggio. La nostra equipe lavora con grande entusiasmo ed abnegazione, nonostante la fatica di questi giorni, e ora lavorerà anche con più gioia. Questi quattro casi rappresentano una speranza importante anche per gli altri pazienti e soprattutto per i loro famigliari che finalmente hanno una notizia positiva dopo giorni di buio in cui non hanno potuto vedere i loro cari, e che finalmente hanno una notizia positiva".

(Sono in funzione dalle ore 16 di oggi (domenica 22 marzo) i blocchi stradali previsti nel Comune di Santarcangelo in seguito al riassetto della viabilità provinciale quale misura di contenimento per l’emergenza da Coronavirus. In seguito all'ordinanza emanata dalla Regione Emilia-Romagna il 20 marzo 2020, infatti, l'Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile ha individuato lungo i confini del territorio provinciale e al suo interno i varchi di controllo che devono essere presidiati dalle forze di polizia e i punti di blocco stradali, dove invece viene interdetta la circolazione.

Più nel dettaglio gli sbarramenti – funzionali a convogliare il traffico sulle strade principali, dove saranno presenti i varchi per i controlli delle forze dell’ordine - riguardano sei strade di Santarcangelo al confine con la provincia di Forlì-Cesena. I blocchi sono stati collocati in via Bionda, all’intersezione con via Ricciardella; in via Montalbano, all’intersezione con via Sogliano (Strada Provinciale 11); in via Poggetto, all’intersezione con via del Colle; in via Balducci all’intersezione con via Rio Salto (Strada Provinciale 92); in via San Bartolo, sul ponticello di confine fra i Comuni di Santarcangelo e Savignano; in via Antica Emilia, all’intersezione con la Strada Provinciale 13 Bis, nel tratto in direzione di San Vito.

(Rimini) Chiusi i supermercati la domenica, così come ogni tipo di mercato e mercatino, compresi i punti vendita di alimentari sia nei primi che nei secondi. E questo già a partire da domani, 22 marzo. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata questa mattina dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, varata per rafforzare le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19. L’atto resterà in vigore fino al prossimo 3 aprile. Il provvedimento prevede anche la chiusura al pubblico dei cimiteri comunali, garantendo, comunque, l’erogazione dei servizi di trasporto, ricevimento, inumazione, tumulazione, cremazione delle salme.


Supermercati chiusi la domenica

L’ordinanza regionale prevede che, ad esclusione di faramacie e parafarmacie, nei giorni festivi vengano sospese tutte le attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso, comprese le attività di vendita di prodotti alimentari, sia nell’ambito degli esercizi di vicinato che delle medie e grandi strutture di vendita, anche quelli ricompresi nei centri commerciali o nelle gallerie commerciali.

Inoltre, sono sospesi i mercati ordinari e straordinari, i mercati a merceologia esclusiva, i mercatini e le fiere, compresi i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e più in generale i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari.

“Sulla vendita di alimentari, si tratta di una misura condivisa dalla più parte delle Regioni e che qui in Emilia-Romagna era già stata annunciata autonomamente da alcuni grandi gruppi di distribuzione- afferma il presidente Bonaccini-, che avevano previsto una sospensione per le prossime due domeniche o, in altri casi, una riduzione dell’orario. Le lavoratrici e i lavoratori del settore hanno operato in queste settimane in condizioni molto difficili e in modo continuativo: mi pare sacrosanto garantire anche a loro il meritato riposo. Anche per quanto riguarda i cimiteri, sappiamo di chiedere alle persone un sacrificio, ma l’obiettivo è ridurre ulteriormente gli spostamenti, le uscite e le occasioni di contatto. Non c’è altro modo per fermare il contagio- chiude- e faccio appello alla responsabilità di tutti”.

(Rimini) Alla casa di riposo Valloni di Rimini, dove sono presenti ospiti risultati positivi al Coronavirus, sono state attivate modalità per gestire al meglio tali pazienti, attraverso spazi dedicati e consulenza medica ed infermieristica appropriata e indirizzata. In particolare sono state attivate modalità di consulenza infettivologica e pneumologica che, in coordinamento coi medici di medicina generale che seguono la struttura, attuano una presa in carico appropriata per questi pazienti. Nella struttura è stata eseguita tramite società specializzata la decontaminazione delle aree e dei locali nei quali sono ospitati i pazienti Covid positivi e sono in corso di esecuzione i tamponi a tutti gli operatori e a tutti gli utenti. L'assistenza infermieristica è garantita H24 e i familiari degli ospiti interessati, sono tenuti costantemente aggiornati.
Inoltre la cooperativa Elleuno sta fornendo adeguati Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) e protocolli operativi in grado di garantire l’incolumità dei lavoratori e ridurre ulteriormente il rischio di contagio.

(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 6.705 i casi di positività al Coronavirus, 737 in più rispetto all’aggiornamento di ieri.
Sono 24.620 i campioni refertati, 3.867 test in più effettuati rispetto a ieri. Si tratta di dati accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali.
Complessivamente, sono 2.863 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi (372 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 265, 2 in meno rispetto a ieri.

Salgono a 329 (90 in più rispetto alle 239) le guarigioni, 305 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 24 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 640 a 715: 75, quindi, quelli nuovi, di cui 19 donne e 56 uomini. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 24 residenti nella provincia di Piacenza, 15 in quella di Parma, 11 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (di cui 1 del territorio imolese), 6 a Rimini, 1 a Forlì, 1 a Ferrara, 1 fuori regione.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.693 (118 in più rispetto a ieri), Parma 1.014 (35 in più), Reggio Emilia 977 (204 in più),  Modena 906 (139 in più), Rimini 826 (69 in più),  Bologna 610 (di cui 163 a Imola e 447 a Bologna),  complessivamente 58 in più (di cui 19 a Imola e 39 a Bologna), Ravenna 287 (74 in più), Forlì-Cesena 269 (di cui 126 a Forlì, 8 in più rispetto a ieri, e 143 a Cesena, 11 in più rispetto a ieri),  Ferrara 123  (21 in più rispetto a ieri). 

Sono 
3.305 i posti letto aggiuntivi già allestiti, 181 in più di ieri: 2.871 ordinari e 434 di terapia intensiva. Prosegue anche oggi a ritmo serrato il lavoro della rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale. In tutta l’Emilia-Romagna, tra ieri e oggi, sono stati infatti allestiti ulteriori 181 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 3.124, a 3.305 tra ordinari (2.871)e di terapia intensiva (434).
Nello specifico: 589 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 742 a Parma (57 terapia intensiva), 540 a Reggio (51 terapia intensiva), 303 a Modena (76 terapia intensiva), 537 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (112 terapia intensiva), 106 a Ferrara (22 terapia intensiva), 488 in Romagna (in particolare: 227 Rimini, di cui 33 per terapia intensiva; 100 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 73 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 24 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).
Per quanto riguarda gli ospedali Covid si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie  e della casa di cura Val Parma Hospital di 15 posti letto Covid ciascuno, estendibili. Sempre in provincia di Parma è prevista la prossima attivazione di 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.

Sabato, 21 Marzo 2020 18:27

21 marzo

Si ferma tutto | Aggiornamenti | Sanità privata in campo

(Rimini) Grazie a un accordo sottoscritto oggi da Regione e Associazione italiana ospedalità privata Emilia-Romagna sono già stati resi disponibili 740 posti letto delle strutture private, di cui 8 di terapia intensiva, su tutto il territorio regionale; un numero destinato ad incrementarsi ulteriormente nelle prossime settimane, e che a regime raggiungerà 3.750 posti complessivi, 95 dei quali riservati alla terapia intensiva. A firmare l’intesa, i rispettivi presidenti, Stefano Bonaccini e Bruno Biagi.
“Un’intesa importantissima - commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - che rafforza ulteriormente il piano regionale di potenziamento della rete ospedaliera su tutto il territorio, che stiamo attuando con le Aziende sanitarie lavorando senza sosta. Inutile dire quanto sia fondamentale poter contare su un numero così elevato di posti letto aggiuntivi: un risultato ottenuto grazie alla collaborazione veloce e proficua avuta con Aiop e di un rapporto consolidato nel tempo. Un bell’esempio della capacità di questa regione di lavorare, bene, insieme”.

“Per Aiop ER far parte del servizio sanitario regionale significa esserci nel buono e cattivo tempo – ha aggiunto il presidente Bruno Biagi - vogliamo crescere quando la qualità del nostro sistema cresce e siamo pronti, come stiamo facendo, a fare fronte comune nei momenti critici. Non ci tiriamo indietro e questo accordo regionale ne è la dimostrazione. Le nostre sono strutture pubbliche di diritto privato e in quanto tali appartengono alla rete ospedaliera accreditata impegnata a gestire nel migliore dei modi l'emergenza COVID-19”.
In base all’accordo, i posti letto resi disponibili dalle strutture private riguardano i pazienti Covid, compresi quelli in ripresa dopo la fase acuta ma non dimissibili, e i pazienti non Covid che qui possono essere trasferiti per esigenze operatorie e internistiche.

Un ulteriore elemento dell’intesa riguarda il personale, per favorirne l’impiego nel modo più utile ed efficace possibile. Le strutture private si adopereranno per favorire, su richiesta di quelle pubbliche, il distacco di proprio personale sia medico che infermieristico, sulla base delle necessità che la Regione e le Aziende sanitarie esprimeranno in funzione dell’emergenza, senza compromettere naturalmente l’equilibrio gestionale delle strutture. Per tutta la durata dell’emergenza sono infatti sospese le norme relative all’incompatibilità del servizio pubblico/privato. Inoltre, Aiop si impegna a non attivare forme di cassa integrazione che, oltre alle ripercussioni sociali, potrebbero mettere a rischio la propria capacità produttiva.

Disponibilità nel riminese

Sol et Salus (Rimini) posti letto 128
Villa Maria (Rimini) posti letto 108
Clinica Montanari (Morciano) posti letto 75

(Rimini) “Non è il momento di contrapposizioni politiche, io da sindaco di tutta la città di Riccione sentirò tutte le forze d'opposizione perché solamente andando uniti usciremo da questa emergenza. Unità, come ci insegna il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e la salute dei cittadini prima di tutto”. L’appello all’unità è del sindaco di Riccione Renata Tosi.  
“In questi giorni, noi sindaci ci siamo guardati negli occhi (ovviamente via Skype) e ci siamo detti: dobbiamo salvare più cittadini possibili dal contagio, dobbiamo tutelare l'economia e per questo dobbiamo far sì che duri il meno possibile, anche a costo di chiusura totale. Sulle nostre consapevolezze si è aggiunta come una doccia fredda la lettera del direttore dell'Ausl Romagna, Marcello Tonini che informava tutti, prefetto e Regione compresi, che il contagio rischiava di essere fuori controllo, nella zona Sud principalmente e nel resto della provincia. Abbiamo capito che sarebbe toccato a noi il sacrificio maggiore per il bene di tutto il territorio provinciale e a voce alta abbiamo chiesto misure più drastiche sulle aziende. E' stata una scelta dura ma quando un direttore sanitario con dati alla mano dice che il sistema è al collasso e che i contagiati e i morti aumentano, non lo si può ignorare. Adesso dobbiamo rispettare le regole. E' un duro colpo alla nostra economia turistica, i nostri operatori sono allo stremo, ma mi stanno anche dando prova di gran cuore e di lavorare per il bene della comunità. Si adoperano come i romagnoli sanno fare, si rimboccano le maniche e lavorano. E' questo spirito che mi fa ben sperare che la ripresa, dopo l'emergenza sanitaria, ci sarà".

(Rimini) Le mascherine e dispositivi di protezione individuale per proteggersi dal coronavirus “continuano a non trovarsi sul mercato e così da lunedì migliaia di lavoratori delle cooperative sociali, delle pulizie, della ristorazione rischiano di doversi fermare, col conseguente pericolo di interruzione dei servizi di interesse pubblico che svolgono negli ospedali, nelle case per anziani, negli stabilimenti produttivi, nei trasporti e nella logistica, nella grande distribuzione e nei servizi essenziali ancora aperti”. A lanciare l’allarme sono in particolare le cooperative che lavorano nei servizi ospedalieri.

“È questo il rischio che le centrali cooperative hanno segnalato in una lettera ai Prefetti di Rimini, Ravenna e Forlì, vista la scarsità di dispositivi utili a fornire le condizioni di sicurezza ai soci, ai lavoratori e alle lavoratrici che sono in prima linea nella gestione dell'emergenza COVID-19 insieme al personale sanitario, delle forze dell'ordine e della protezione civile. La lettera è firmata da Alessandro Brunelli e Renato Lelli (AGCI), Luca Bracci e Mauro Neri (Confcooperative di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena) e da Mario Mazzotti (Legacoop Romagna)”.

La nota ai Prefetti specifica che «l'interruzione di attività potrebbe riguardare molte prestazioni considerate di pubblico interesse che riguardano i servizi ospedalieri (manutenzioni, preparazione pasti, pulizie, ecc.) e le attività di cura svolte in strutture protette rivolte a persone anziane e a persone con disabilità o rese a domicilio, attività che rientrano nell'obbligatorietà dei Livelli Essenziali di Assistenza».

Difficoltà crescenti si segnalano anche «nelle produzioni alimentari, nell'edilizia, nei trasporti merci e persone, nella logistica, nei servizi alle persone». Sul versante degli autotrasportatori, causa il dilatarsi dei tempi di carico e di scarico presso la committenza, «i camionisti devono attendere anche 20 ore in imprese con aree ristoro e servizi igienici non più accessibili a personale esterno».

Le cooperative chiedono quindi ai Prefetti di attivarsi affinché sia reso disponibile dalla Protezione civile per le Cooperative un numero sufficiente di dispositivi di sicurezza, così da potere «garantire i servizi essenziali di pubblica utilità a cui sono preposte». Chiedono inoltre che sia reso possibile agli autotrasportatori, per il periodo dell'emergenza in deroga alle vigenti norme, entro un raggio di 100 Km dal proprio punto di rientro (sede/abitazione) di poter derogare dai limiti di ore nella guida e permetterne il rientro tempestivo alle proprie case.

 

(Rimini) In Emilia-Romagna sono complessivamente 5.968 i casi di positività al Coronavirus, 754 in più rispetto all’aggiornamento di ieri.
Passano però da 18.344 a 20.753 i campioni refertati, 2.409 test in più effettuati rispetto a ieri. Si tratta di dati accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali. Complessivamente, sono 2.491 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi (295 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 267 (7 in più rispetto a ieri). E salgono a 239 (62 in più rispetto alle 177 di ieri) le guarigioni, 219 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 20 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 531 a 640: 109, quindi, quelli nuovi, di cui 36 donne e 73 uomini. Ma soprattutto per le province di Parma e Reggio Emilia, una parte dei decessi è relativa ai giorni scorsi, persone per le quali si attendeva l’esito del test tampone Covid-19. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 27 residenti nella provincia di Piacenza, 39 in quella di Parma, 19 in quella di Reggio Emilia, 11 in quella di Modena, 8in quella di Bologna (di cui 2 del territorio imolese),3 a Forlì, 1 a Rimini e 1 a Ferrara.
In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.575 (147 in più rispetto a ieri), Parma 979(110in più), Rimini 757 (66 in più), Modena 767 (104 in più), Reggio Emilia 773 (165 in più), Bologna 552(di cui 144 a Imola e 408 a Bologna; complessivamente 87 in più, di cui 20 a Imola e 67 a Bologna), Ravenna 213 (28 in più), Forlì-Cesena 250 (di cui 118 a Forlì, 6 in più rispetto a ieri, e 132 a Cesena, 17 in più rispetto a ieri),  Ferrara 102(24 in più rispetto a ieri). 

Sono 3.124 i posti letto aggiuntivi già allestiti, 101 in più di ieri: 2.707 ordinari e 417 di terapia intensiva. Prosegue anche oggi a ritmo serrato il lavoro della rete ospedaliera dell’intero territorio per attuare il piano di rafforzamento regionale. In tutta l’Emilia-Romagna, tra ieri e oggi, sono stati infatti allestiti ulteriori 101 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 3.023 a 3.124, tra ordinari (2.707) e di terapia intensiva (417).

Nello specifico: 586 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 742 a Parma (57 terapia intensiva), 531 a Reggio (48 terapia intensiva), 284 a Modena (76 terapia intensiva), 482 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (104 terapia intensiva), 58 a Ferrara (22 terapia intensiva), 441 in Romagna (in particolare: 201 Rimini, di cui 27 per terapia intensiva; 82 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 82 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 12 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).
Per quanto riguarda gli ospedali Covid si segnala  su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie  e della casa di cura Val Parma Hospital di 15 posti letto Covid ciascuno, estendibili. Sempre in provincia di Parma è prevista la prossima attivazione di 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.
Sul resto del territorio regionale restano confermate a  Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid la Terapia Intensiva), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese; a Ferrara, in caso di necessità l’hub del Sant’Anna sarà supportato come Covid dall’ospedale del Delta.
Infine, per la Romagna, agli hub di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena verranno affiancati come Covid hospital gli ospedali di Lugo e di Riccione.

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