Diocesi, campane in festa e preghiera comune alle 20 fino alla fine dell’epidemia
(Rimini) A seguito della festa di ieri, mercoledì 25 marzo, l’Annunciazione del Signore, la Diocesi di Rimini invita tutti i parroci e le chiese e i santuari che dispongono di campane, di suonarle da questa sera alle ore 20 e fino alla fine dell’emergenza sanitaria, e a recitare - se possibile - un’Ave Maria. Al suono delle campane tutte le persone e i fedeli della Diocesi possono unirsi nella preghiera dell’Ave Maria, quale affidamento alla Madre del Signore in questo tempo di emergenza Coronavirus.
Il segnale del suono delle campane sarà irradiato anche sulle frequenze di Radio Icaro, 92 FM. L’emittente riminese farà risuonare i rintocchi in comunione con tute le parrocchie della Diocesi di Rimini, in segno di unità e di vicinanza in questo momento di emergenza. Seguirà la recita dell’Ave Maria anche in radio.
Lotta al coronavirus, a Riccione la protezione civile e sul campo
(Rimini) Consegna di volantini informativi presso le attività di cinque Comuni del distretto Sud, consegna di generi alimentari e di prima necessità, oltre che di farmaci, supporto nell’approntare i blocchi stradali e le chiusure delle vie secondarie di accesso da Nord a Sud, tutto questo è stato il lavoro della svolto dalla Funzione 3 del Centro operativo intercomunale (C.O.I) della Protezione Civile, Riviera del Conca dall’attivazione del 27 febbraio 2020 delle misure di contenimento del diffondersi dell’infezione Covid-19.
Il sistema di Protezione Civile è un organismo complesso. Fra le strutture operative del sistema nazionale di protezione civile (di cui fanno parte il coordinamento della Presidenza Consiglio dei Ministri, Capo Dipartimento, Prefetture, Presidenza di Regione, Centri Operativi Comunali), Funzione 3 del Centro operativo intercomunale (C.O.I) della Protezione Civile, Riviera del Conca rappresenta l'ultimo anello, quello più a diretto contatto con le persone e il territorio. E’ la struttura operativa in mano all'autorità di Protezione Civile che è il sindaco di Riccione, Renata Tosi. Il responsabile di questa struttura è lo stesso responsabile del settore Ambiente del Comune di Riccione, Mario Sala, che si avvale di funzioni di supporto tra le quali c'è quella ad esempio che gestisce e dirige le attività del volontariato (F3) e quella che gestisce e dirige la funzione sanità (F2) che fa capo al sindaco come autorità sanitaria comunale. Il progetto a supporto delle utenze fragili vede l'impiego del personale dello sportello sociale coordinato da F2 dei 5 comuni (Cattolica, San Giovanni in Marignano, Morciano, Coriano e Riccione) che contatta gli over 65 soli attraverso le banche dati a sua disposizione (anagrafi comunali e dell'AUSL) e chiede loro le necessità (farmaci e beni di prima necessità) le quali vengono trasmesse alla F3 che organizza con i volontari le spese e le consegne.
Durante la prima settimana di marzo la cosiddetta Funzione 3 del Centro operativo intercomunale (C.O.I) della Protezione Civile, Riviera del Conca ha consegnato alle attività economiche copia delle prime ordinanze emesse (sia sindacali che nazionali). Questa attività è stata svolta tramite le associazioni di volontariato Arcione Riccione, ANC Valconca, CRI Riccione. Il totale delle attività coperte su i 5 comuni associati è di 803 .
Dal 12 marzo è stata poi attivata tramite i servizi sociali dei comuni dell’ambito del COI la consegna di farmaci, alimentari e altro svolta sempre con l'ausilio delle tre associazioni convenzionate con il COI (Arcione, CRI e ANC). Al momento sono state effettuate più di 45 consegne, suddivise in un 50% di farmaci, 40% alimentari e un 10% varie. Tutte persone senza rete familiare. Sono state ovviamente soddisfatte anche le richieste più particolari tipo la riparazione di occhiali.
Dal 16 marzo si è attivato il servizio di informazione alla popolazione, veicolato tramite messaggi radiofonici sia dai veicoli dell’associazione Arcione, sia dal veicolo del COI.
Dal 22 marzo con i responsabili di COI, Funzione 1 e 3 sono stati attivati servizi per la chiusura strade con varchi e blocchi come da ordinanza sindacale, insieme al supporto delle partecipata tipo Geat impiegate per il reperimento e sistemazione dei materiali e dei mezzi.
Dalla Protezione Civile dunque un solo importante appello: "Aiutateci ad aiutarvi, restate a casa”.
Blocchi stradali, Riccione chiude anche viale Venezia e altre
(Rimini) Decise oggi con atto sindacale ulteriori chiusure di strade secondarie, al fine di prevenire il rischio di diffusione del Covid-19 e tutelare la popolazione. Saranno soggette a divieto di accesso ai veicoli provenienti mare e diretti a monte su viale Venezia all’incrocio con il Viale Chioggia eccetto i residenti dal c.n. 60 al c.n. 75 del medesimo viale; Divieto di accesso ai veicoli provenienti da monte e diretti a mare sul viale Venezia all’uscita lato mare della rotatoria dell’Acero; Divieto di transito veicolare sul cavalcavia autostradale di viale Venezia; Divieto di accesso ai veicoli provenienti da viale Dell’Ecologia all’incrocio con il viale Raibano, (strada di collegamento fra il Viale Dell’Ecologia e il Viale A. Piceno); Divieto di accesso ai veicoli provenienti da Viale A. Piceno all’incrocio con il Viale Tirreno. Coloro che si sposteranno dall’abitazione di residenza, domicilio o dimora dovranno di esibire, a richiesta degli organi di vigilanza, l’auto-certificazione delle comprovate ragioni dello spostamento. Si ricorda che è fatto assoluto divieto di spostamento dalla propria abitazione o dimora ai soggetti sottoposti a quarantena o a isolamento domiciliare, per tutto il periodo disposto dal Dipartimento di Sanità Pubblica competente per territorio.
Quaresima di carità, come sostenere i servizi della Caritas
(Rimini) Sono 120 i volontari che hanno aderito al progetto della Caritas riminese “Quaresima di carità”, lanciato solo due settimane fa. “Ogni giorno aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas per chiedere aiuto. In sole 2 settimane di emergenza, alla mensa i numeri sono passati da 70 a 120 persone circa, mentre il “giro nonni” è aumentato da 30 a oltre 60 anziani soli”, spiegano dalla Caritas.
“Il giro mattutino per il ritiro dell’invenduto o delle cose in scadenza, con le attività economiche chiuse, si è ridotto al lumicino. Il costo dei generi alimentari e il consumo di benzina sta naturalmente aumentando. Caritas Diocesana deve, inoltre, provvedere all'acquisto di mascherine, introvabili, e del materiale per disinfettare e disinfettarsi”.
Questo lievitare di costi e il perdurare di questa situazione “preoccupa veramente molto. Chi è solo, non può esserlo ancora di più in questo momento. Considerata l’emergenza che si sta attraversando, si propone, dunque, l’aiuto alla Caritas Diocesana come Opera di Carità della Quaresima della diocesi”.
La raccolta fondi servirà per acquistare generi alimentari, mascherine, dispositivi di protezione. Le offerte possono essere versate sul conto: IT 21 T 06230 24206 000043130436, intestato a Caritas Rimini – ODV presso Crédit Agricole. Le offerte sono detraibili dalle tasse.
Notizie lesive, la fiera denuncia
(Rimini) La notizia che circola in queste ore di una vicinanza fisica fra due spazi espositivi predisposti da aziende con ragione sociale in Cina e nel nord Italia all’ultima edizione di Sigep di Rimini corrisponde al vero. E a confermarlo è la stessa Italian exhibition group. “Così come corrisponde al vero che a gennaio la stessa vicinanza fisica si è registrata in decine di altre fiere, in aeroporti, treni e innumerevoli posti di aggregazione”, sottolineano i vertici della fiera di Rimini che annunciano battaglia legale contro chi ha diffuso notizie sul legame tra il Sigep e il primo focolaio lombardo e italiano.
“Il Sigep è terminato il 22 gennaio. Il paziente zero si è registrato a Codogno quattro settimane dopo. Un po’ lunga come incubazione”, fanno notare da Ieg.“Invitando tutti a un atteggiamento responsabile su temi di tale gravità, Italian Exhibition Group vigilerà con attenzione perché eventuali ulteriori notizie o supposizioni non ledano gli interessi di un mercato che rappresenta uno dei più floridi ‘made in Italy’. E non ledano quelli della Società stessa, quotata alla borsa italiana. La diffusione di informazioni prive di fondamento saranno perseguite legalmente”.
Riccione, online la mappa dei negozi aperti che consegnano a domicilio
(Rimini) L’emergenza Coronavirus sta cambiando e cambierà lo stile di vita di tantissime persone. Uno di questi cambiamenti riguarderà l’acquisto online di prossimità, con relativa e rapida consegna a domicilio. Nasce a Riccione Consegneitalia.it, un portale che aggrega tutte le opportunità di acquisto e consegna a domicilio presenti sul territorio. Dodici le merceologie già presenti, dai prodotti freschi ai piatti pronti, dalle medicine ai servizi di lavanderia.
Si aggiunge una prerogativa che sta attirando già in queste ore grande attenzione da parte degli esercizi commerciali: il servizio di comunicazione dell’offerta è completamente gratuito. Sono gli stessi titolari delle imprese ad inserire sul portale la loro offerta ed affiancarsi ad altri che hanno compreso che acquisto e consegna online sono un plus che il commercio del territorio non può lasciarsi sfuggire nello scenario competitivo che ci circonda.
Al cliente non resterà che scegliere la merceologia e il raggio di riferimento sul territorio per la sua ricerca.
“Creare software è il nostro mestiere – spiega Enrico Neri di Indigitale Srl – e in queste due settimane è esplosa la domanda di App che generano questo servizio. Ne abbiamo prodotte per ristoranti, gelaterie, negozi di alimentari e diverse altre. Ci siamo quindi chiesti se potevamo anche dare una mano in questo momento così difficile, sia alle imprese che ai cittadini. Consegneitalia è la risposta, gratuita oggi e per sempre. Il portale è pronto da ieri sera, abbiamo avviato un rapido giro di contatti e in poche ore siamo arrivati a 33 aziende presenti”.
26 marzo
Contagi stabili | Ipotesi ospedali da campo | Aziende, l’80% deve stare chiuso
Attività produttive e ospedali da campo, le risposte del prefetto Camporota
(Rimini) “A Rimini siamo avanti”, ha detto oggi i videoconferenza stampa il prefetto Alessandra Camporota, alludendo alle misufe restrittive in vigore per Rimini dalla notte di venerdì scorso, con il blocco di tutte le attività produttive e commerciali non ritenute esseziali. “Noi siamo arivati venerdì, la Lombardia sabato e il governo domenica”, ricorda Caporota. Secondo la prefettura le attività chiuse sono pari all’80% del totale. “Il codice Ateco, previsto dal decreto nazionale, non vale da noi”, ha sottolineato il prefetto. Con Confindustria, camera di commercio, associazioni di categoria, istituzioni locali e regioni, spiega Camporota, si sta lavorando a un vademecum che chiarisca l’applicazione dell’ordinanza, con eventuali possibilità di deroga, e si è costituito un team che andrà a dire, una per una, quale attività può continuare e quale no. In realtà il prefetto è ottimista e questa ha scritto al ministro dell’interno Lamorgese per sottolineare come qui da noi “si sia fatta chiarezza”.
Controlli. Ieri sono state 1.818 le persone identificate, 43 quelle denunciate, “un numero costantemente in calo”. Sono, inoltre, 801 gli esercizi controllati, “tutti in regola”.
Posti letto e ospedali. Allo stato attuale, i posti letti in terapia intensiva sono 51, 41 a Rimini e 10 a Riccione. Quelli occupati sono 36 quelli occupati a Rimini, da 34 persone malate di covid e due pazienti con altre patologie, e 7 a Riccione, nessuno occupato da persone malate di covid.
Al proposito la prefettura in serata ha reso diramato una nota della direzione generale della Asl la quale, “a seguito dell'evolversi del quadro epidemiologico legato all'infezione da coronavirus, anche per il territorio provinciale di Rimini prosegue la pianificazione relativa alla dotazione di posti letto, sia di degenza sia di Terapia intensiva, per pazienti affetti da Covid 19”. E’ noto che “la disponibilità di spazi ospedalieri è stata attivata secondo la pianificazione regionale, a partire dai piani non ancora operativi del Palazzetto Dea dell'Ospedale "Infermi" di Rimini (quinto e sesto piano e presto anche il quarto); successivamente, a seguito della limitazione delle altre attività ospedaliere alle sole urgenze, sono stati recuperati ulteriori spazi a Rimini e sono stati attivati gli altri ospedali della rete provinciale, quelli di Cattolica, Santarcangelo, Novafeltria e Riccione, per la gestione di pazienti "non covid". Per Riccione è stata quindi attivata una struttura di "Covid Hospital", come da linee guida regionali.
Attualmente, i posti letto ospedalieri dedicati alla cura del Virus Covid sono 309 tra gli ospedali di Rimini e di Riccione, di cui 41 di terapia intensiva all'Ospedale Infermi di Rimini”.
Ulteriori “ampliamenti dell'offerta di posti letto si potranno attivare attingendo alle Case di Cura private per far fronte alla patologia ordinaria, ma non solo, così come è necessario prevedere di dedicare strutture intermedie (ad esempio le nuove RSA di Bellaria e Novafeltria, con complessivi 80 posti letto circa, oppure altre strutture ricettive alberghiere, oltre a quella già individuata nel territorio di Cattolica) che possano eventualmente accogliere pazienti che hanno superato la fase acuta e che si avviano alla guarigione”.
La Direzione della Asl sottolinea, inoltre, che “se nelle prossime due settimane la curva epidemiologica e la richiesta di ricovero ospedaliero dovessero mantenere i livelli attuali, potrebbe diventare indispensabile attivare ulteriori spazi di ricovero. Per questo motivo l'ufficio tecnico aziendale è al lavoro costantemente per valutare possibili scenari e modalità di intervento, tra cui, in particolare, l'ipotesi della realizzazione di un ospedale da campo all'interno del sedime ospedaliero o l'utilizzo di altri spazi, appositamente riconvertiti, con caratteristiche idonee ad ospitare tali strutture ed in posizione utile rispetto all'Ospedale stesso”.
Si pensa ad un’operazione analoga a quella effettuata per l’ospedale da campo di Piacenza. “Si potrebbe, ad esempio, ipotizzare un modulo, da allestire in collaborazione con l'Esercito italiano, di 40 posti letto più ulteriori 3 attrezzati per terapia intensiva, mentre in altri spazi potrebbero essere allestiti 42 posti più altrettanti di terapia intensiva. Rispetto ad entrambi queste ipotesi, sulle quali è comunque necessario espletare le opportune verifiche fin da ora, sarà poi ovviamente necessario mettere in campo le necessarie risorse umane (con adeguata dotazione di dispositivi di protezione individuale), tecnologiche e logistiche”.
Ospedali, 53 posti letto per la cura del covid a Bellaria
(Rimini) Una nuova struttura residenziale per anziani, con 53 posti letto, è stata messa a disposizione dell'Ausl Romagna da parte del Comitato di Distretto di Rimini nord, al fine di far fronte alla crescente necessità di cure e trattamenti per pazienti affetti da Covid 19.
Si tratta della Casa Residenza Anziani (CRA) di via Ennio Quinto che, grazie alla disponibilità del Comune di Bellaria Igea Marina, e tramite procedure amministrative straordinarie, è stata suddivisa in "due nuclei": uno destinato alla cura di anziani non auto sufficienti provenienti da strutture sanitarie del territorio; l'altro, momentaneamente riservato allo svolgimento di quarantene per anziani positivi, liberando così posti letto preziosi negli ospedali.
Una destinazione temporanea decisa dal Comitato di distretto di Rimini Nord per scopi solo in parte diversi da quelli per cui è stata costruita la CRA, essendo anziana e non autosufficiente la maggior parte dei pazienti affetti da Covid-19 che verranno ospitati. Si tratta di una struttura sostanzialmente già pronta, che viene consegnata all'Ausl Romagna per essere utilizzata da subito, dando così un po' di respiro agli ospedali del territorio, messi sotto pressione dall'inasprirsi dell'emergenza sanitaria.
"Una soluzione per garantire immediatamente nuovi posti letto – spiega Gloria Lisi, Presidente del Comitato di Distretto socio sanitario di Rimini Nord - in una struttura completamente nuova, attrezzata e pronta all'uso. Una scelta presa in maniera unanime da tutti i Comuni compresi nel Distretto di Rimini Nord per rinforzare la risposta del nostro territorio ai crescenti bisogni di assistenza sanitaria e cura ospedaliera. Una scelta resa possibile dalla disponibilità eccezionale del Sindaco Filippo Giorgetti e del Comune di Bellaria Igea Marina, che ringrazio di cuore per la generosità e la sollecitudine con cui hanno messo a disposizione di tutto il territorio questa importante struttura di ricovero e cura".
Imprese, un vademecum regionale per chi vuole la deroga allo stop
(Rimini) Un vademecum per supportare le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna che vogliano produrre mascherine chirurgiche, in deroga alla normativa vigente come previsto dal Decreto del Governo “Cura Italia”. Il documento, frutto del coordinamento dell’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla con i colleghi della Sanità Raffaele Donini e della Protezione Civile Irene Priolo, è stato messo a punto da Arter per conto della Regione, e sarà a supporto delle imprese manifatturiere emiliano-romagnole interessate a produrre questi dispositivi.
Che cosa prevede il Decreto “Cura Italia”? Le aziende produttrici che intendano avvalersi della deroga dovranno inviare all’Istituto Superiore di Sanità, Iss, un’autocertificazione nella quale dichiarino le caratteristiche tecniche delle mascherine e che queste rispettino i requisiti di sicurezza della normativa vigente, così da poter avviare la produzione.
Entro tre giorni dalla autocertificazione le imprese dovranno trasmettere all’Iss ogni elemento utile per la validazione. L’Istituto si pronuncia entro i 2 giorni successivi e in caso di parere negativo il produttore deve cessare la produzione.
Ovviamente si tratta di una procedura molto controllata: le mascherine dovranno essere testate e risultare conformi allo standard EN 14683 e allo standard ISO 10993, e dovranno essere prodotte da un’azienda che abbia un sistema produttivo di qualità certificato. In Emilia-Romagna i laboratori in grado di testare e dichiarare la conformità di mascherine chirurgiche agli standard prima citati sono l’Università di Bologna e il Tecnopolo di Mirandola (Mo).
“In una situazione economica difficile per tante filiere del manifatturiero, la produzione di questi dispositivi– dichiara l’assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla- può rappresentare un’opportunità con doppia valenza, sia sociale che economica. Con i laboratori e le competenze che abbiamo presso l’Università di Bologna e del Tecnopolo dedicato alla ricerca biomedicale riusciamo a dare un contributo concreto per realizzare prodotti necessari per la salute di operatori sanitari e cittadini”.
L’Università di Bologna e il Tecnopolo del biomedicale di Mirandola hanno già definito una procedura interna per rispondere in modo tempestivo alle richieste delle imprese, compatibilmente con i tempi tecnici dei test.
Il vademecum messo a punto da Arter è disponibile sul sito della Regione Emilia Romagna al link https://imprese.regione.emilia-romagna.it/covid19/produzione-straordinaria-dispositivi