Lunedì, 30 Marzo 2020 09:28

30 marzo

Fondi per la spesa: 2mln nel riminese | Raddoppia la produzione dell’ossigeno | Reati a picco

(Bologna) Sono 13.119 i casi di positività al Coronavirus, 736 in più di ieri. Questo il dato - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativo all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna (oggi, per un problema tecnico, non è disponibile l’aggiornamento sul numero esatto dei test effettuati). Complessivamente, sono 5.726 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (368 in più rispetto a ieri); relativamente contenuto – come si sta verificando negli ultimi giorni – l’aumento di quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 333, 17 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.344 a 1.443: 99, quindi, quelli nuovi, di cui 67 uomini e 32 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.141 (66 in più rispetto a ieri), 896 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 245 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+53 rispetto a ieri).
“Continua il trend osservato nei giorni precedenti- afferma il commissario ad acta all’emergenza, Sergio Venturi- quindi una moderata riduzione dei casi percentuali, confermati dalla riduzione degli accessi in Pronto soccorso e, attraverso il 118, in ospedale per polmonite interstiziale. Purtroppo, è ancora alto il numero dei decessi, ma ci aspettiamo comunque una significativa riduzione sia dei contagi che dei decessi nei prossimi giorni. Stiamo ponendo particolare attenzione alla situazione delle case protette, che ormai restano l’unico vero focolaio d’infezione sul territorio, perché- chiude Venturi- osserviamo come le misure di distanziamento sociale comincino a dare i primi risultati. Ma non è questo il momento di mollare: rispettiamo tutti regole e restrizioni”.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 26 residenti nella provincia di Piacenza, 21 in quella di Parma, 13 in quella di Reggio Emilia, 17 in quella di Modena, 12 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (1 nel cesenate), 5 in quella di Rimini. Un decesso si riferisce a un residente fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.475 (85 in più rispetto a ieri), Parma 1.809 (57 in più), Reggio Emilia 2.146 (150 in più), Modena 2.094 (172 in più), Bologna 1.504 (+157 in più rispetto a ieri, e 239  Imola, nessuno in più), Ferrara 300 (19 in più rispetto a ieri), Ravenna 553 (32 in più), Forlì-Cesena 642 (di cui 318 a Forlì, 18 in più rispetto a ieri, e 324 a Cesena, 12 in più), Rimini 1.357 (34 in più).
Posti letto aggiuntivi già allestiti: 4.995, 109 in più di ieri.

(Rimini) Sono 12.383 i casi di positività al Coronavirus, 795 in più di ieri. 52.991 i test refertati, 5.193 in più sempre rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna. Complessivamente, sono 5.358 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (301 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni - quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 316, 8 in più rispetto a ieri. I decessi sono passati da 1.267 a 1.344: 77, quindi, quelli nuovi, di cui 44 uomini e 33 donne.
Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.075 (115 in più rispetto a ieri), 833 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 192 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+38 rispetto a ieri).
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 22 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 8 in quella di Ferrara, 6 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (1 nel territorio di Forlì), 6 in quella di Rimini.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.390 (114 in più rispetto a ieri), Parma 1.752 (62 in più), Reggio Emilia 1.996 (135 in più), Modena 1.922 (150 in più), Bologna 1.347 (+62più rispetto a ieri, e 239  Imola, 11 in più), Ferrara 281 (37 in più rispetto a ieri), Ravenna 521 (33 in più), Forlì-Cesena 621 (di cui 300 a Forlì, 22 in più rispetto a ieri, e 312 a Cesena, 10 in più), Rimini 1.323 (59 in più).

Sabato, 28 Marzo 2020 10:13

28 marzo

Trentaquattro medici contagiati | Crescita al 5% | Centenario batte virus

(Rimini) E’ operativa una task force di 17 medici che controlleranno sul territorio i pazienti con i sintomi che sono in quarantena in casa. “Il rapido evolversi della situazione epidemiologica legata all’infezione da Covid 19 rende indispensabile mettere in campo una serie di misure per modulare e rendere il più efficace possibile per tutti, la presa in carico e la cura dei pazienti. Tali misure riguardano sia le strutture ospedaliere che l’assistenza a domicilio”, spiegano dalla Asl.

Come spiega Carlo Biagetti, responsabile Spiar della Asl, in linea con la strategia dettata dall'Oms “cerca, isola, tratta”, è stato attivato “un importante progetto mirato al territorio che ha l'obiettivo di identificare ancor più proattivamente i casi sospetti di Covid 19 che sono rimasti a domicilio poiché presentavano sintomi lievi o moderati. Grazie alla collaborazione tra infettivologi, medici di famiglia, farmacisti e Dipartimento di Sanità Pubblica, il progetto prevede che il medico di famiglia segnali al Dipartimento di Sanità pubblica il caso sospetto e vengano attivate una serie di azioni coordinate, finalizzate all'isolamento del paziente, al suo trattamento e al suo riconoscimento mediante tampone. Queste azioni hanno l'obiettivo ambizioso di ridurre i casi secondari sul territorio e di prevenire le complicanze che portano i pazienti ad accedere in ospedale. E' stata prevista una stratificazione del rischio dei pazienti che rimangono a domicilio che vanno da quelli asintomatici a quelli con febbre ed iniziali segni di polmonite e sono state disegnate  le relative azioni da mettere in campo”.

Inoltre, come sottolinea Antonella Dappozzo, direttore del Programma Cure Primarie dell’Ausl Romagna,  “alla presa in carico si aggiunge la creazione di apposite equipe medico- assistenziali, denominate Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca) che si affiancheranno al medico di famiglia per la gestione dei pazienti sintomatici accertati covid e sospetti,  e dei pazienti dimessi dall'Ospedale che presentassero particolari necesità. Le Usca saranno operative in tutti gli ambiti in maniera graduale, a partire dalle aree territoriali più esposte al contagio”.

I pazienti asintomatici, e quelli che non hanno più sintomi, “saranno seguiti dal proprio medico di famiglia con monitoraggio telefonico. I pazienti che hanno sintomi lievi (febbre fino a 37,5 gradi, tosse, mal di gola, dolori articolari…) e che non hanno altri fattori di rischio (età avanzata, patologie pregresse, stato di gravidanza), vengono seguiti attraverso sorveglianza attiva, con telefonate quotidiane oltre ovviamente all’assunzione di una terapia di supporto. Qualora fattori di rischio o sintomi più importanti, il medico di famiglia attiva il medico Usca che, con tutti i dispositivi di protezione individuale, si reca al domicilio del paziente, sia esso sospetto Covid sia esso acclarato come positivo, per monitorarne il decorso”,spiega Biagetti.

“Questa organizzazione, che vede una importante collaborazione dei e con i medici di famiglia, in ‘prima linea’ dall’inizio di questa emergenza insieme ad altri operatori sanitari, consente di organizzare al meglio l’assistenza e la cura, graduandola a seconda alle diverse condizioni dei pazienti. In questo percorso è stata prevista anche la possibilità di prescrivere per i pazienti sintomatici sospetti che non hanno ancora avuto contatto con le strutture ospedaliere, da parte del medico di famiglia, uno specifico farmaco, che le evidenze disponibili pongono tra le armi da utilizzare per ridurre l’evoluzione del quadro clinico verso forme gravi. Grazie alla collaborazione della Farmacia Ospedaliera e della Croce Rossa i farmaci verranno consegnati direttamente a domicilio dei pazienti. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale  - cui si è giunti anche grazie ad un importante accordo coi rappresentanti dei Medici di famiglia - rappresentano, infine, non solo uno strumento per concretizzare la presa in carico domiciliare del paziente, ma insieme alle altre misure (tampone ai pazienti sospetti, misure di isolamento) contribuiscono a contenere la diffusione dell'infezione, vero obiettivo di questa delicata fase epidemiologica”, aggiunge Dappozzo.

Infine, fondamentale è la creazione di sistemi agili di comunicazione tra i servizi e i professionisti impegnati nella gestione dei pazienti: in questo senso sono state elaborati e condivisi strumenti informatici e cartacei per la semplificazione della prescrizione e della richiesta dei tamponi nasofaringei da parte del Medico di famiglia. Insieme possiamo farcela.

(Rimini) Secondo quanto comunicato dalla Asl alla prefettura, sono 5 le nuovi guarigioni cliniche di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus. Si tratta di 3 pazienti di sesso maschile e di 2 donne. I pazienti attualmente guariti sono nel complesso 28. Inoltre, risultano oltre 20 altre persone uscite dalla quarantena, per cui il totale complessivo dei guariti è di circa 350. Restano attualmente in isolamento domiciliare circa 1.800 persone, comprendenti sia gli ammalati sia chi ha avuto contatti stretti con casi positivi accertati.

Per ciò che riguarda l’evoluzione dei nuovi contagi, nella giornata odierna se ne contano  75, comunicati dalla Regione, dei quali 71 residenti in provincia di Rimini e gli altri 4 fuori provincia. Il totale si attesta su  1.264 casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, 1.200  residenti in provincia e 64 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali.  Per quanto riguarda il dato odierno, dei 71 residenti in provincia, 32 sono maschi e 39 femmine. Sempre di questi pazienti, 61 sono in isolamento domiciliare perché privi di sintomi o con sintomi lievi e 10 ricoverati, e nessuno in Terapia intensiva. Si conferma in tal modo un trend positivo degli ultimi giorni. Si segnalano 5 decessi, distinguendo 4 pazienti di sesso maschile di 77, 79, e 2 di 80 anni; una paziente di sesso femminile di 84 anni. Il totale è di 79.

Concentrando l’attenzione sulle persone con residenza o domicilio in provincia di Rimini che risultano positive, va ricordato che il dato ricomprende anche residenti che, per vari motivi possono essere stati diagnosticati fuori provincia. Le persone positive al cornavirus comune per comune: Rimini 411, Cattolica 162, Riccione 164, Misano Adriatico 92, San Giovanni in Marignano 96, Santarcangelo di Romagna 37, San Clemente 29, Montescudo-Monte Colombo 26, Morciano di Romagna 26, Coriano 27, Novafeltria 23, Bellaria Igea Marina 19, Saludecio 13, Verucchio 14, Pennabilli 9, Mondaino 8, San Leo 7, Montefiore Conca 5, Gemmano 4, Montegridolfo 5, Talamello 3, Poggio Torriana 3, Maiolo 2, Sant’Agata Feltria 1.

(Rimini) Proseguono le attività di controllo e vigilanza nel territorio riminese al fine di “garantire il massimo rigoroso rispetto delle disposizioni emanate dal Governo, nonché in esecuzione delle ulteriori misure restrittive introdotte dalle Ordinanze emanate dalla Regione Emilia-Romagna”, sottolinea la prefettura. L’attività di vigilanza “è stata espletata attraverso l’impiego di complessive duecento unità di personale appartenente alla Polizia di Stato e alle sue specialità, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza e Roan, alla Capitaneria di Porto, alle Polizie Locali e all’Esercito”. Il Comando Provinciale Carabinieri di Rimini, “in media, impiega giornalmente 133 militari ai quali vanno aggiunti gli Ufficiali ed i Sottufficiali Comandanti dei singoli reparti”.

Dall’11 marzo a oggi, sono state controllate dall’Arma dei Carabinieri 9.690 persone e denunciate 419 per la violazione dell’art. 650 c.p. e 6 persone per la violazione degli artt. 495 e 496 c.p.. Sono stati, inoltre, controllati 4.288 esercizi commerciali con denuncia di un titolare per la violazione dell’art. 650 c.p. e uno sanzionato amministrativamente. Per quanto attiene il concorso della Guardia di Finanza nel dispositivo in atto, vengono impiegate quotidianamente 14 pattuglie e sono stati effettuati, ad oggi, controlli su circa 700 persone e su 1.100 esercizi commerciali, contestando irregolarità nei confronti di 7 esercizi commerciali. In merito all’attività effettuata è stata segnalata una drastica riduzione dei reati ed, in particolare, di quelli contro il patrimonio.

(Rimini) La Prefettura di Rimini, in collaborazione con la Camera di Commercio della Romagna e con il Comune di Rimini, ha predisposto un Vademecum esplicativo delle attività produttive non soggette a sospensione nel territorio della provincia di Rimini, ai sensi dell’Ordinanza della Regione Emilia Romagna del 24 marzo 2020. Nel Vademecum vengono specificate le attività produttive di beni e di servizi non sospese, individuando, inoltre, quelle attività soggette, per la loro prosecuzione, alla Comunicazione al Prefetto, sulla base di quanto disposto dal Punto 14 dell’Ordinanza regionale sopra richiamata. E’ stato predisposto anche un modello che le Aziende/Imprese interessate sono invitate ad utilizzare per effettuare la predetta Comunicazione. Il Prefetto potrà sospendere quelle attività produttive per le quali non ritenga sussistenti le condizioni previste nell’Ordinanza n. 48. Si allega il “Vademecum disciplina attività produttive nella provincia di Rimini” con il Modello di Comunicazione al Prefetto.

(Rimini) “Ritengo doveroso evidenziare che la genericità del termine “volontari”, senza che ad esso venga attribuita una paternità, ossia di quale associazione o di quali persone si stia parlando, rischia di insinuare dubbi sul comportamento e sullo spirito di abnegazione dei tanti volontari che quotidianamente svolgono un servizio incredibile per la comunità, non di rado –come in questo periodo-, anche potenzialmente rischioso”, così Tommaso Bianco, referente per la comunciazione della Croce rossa commenta la presa di posizione polemica espressa sulle pagine dei giornali di oggi dalla Federfarma. A tema la gestione della distribuzione dei farmaci a cura di varia associazioni, tra cui la Cri.
“La genericità delle affermazioni può infatti indurre la comunità che riceve il servizio ad un senso ingiustificato e insano di diffidenza anche nei confronti di chi, come il volontario di Croce Rossa Italiana, assolve un servizio con spirito altruistico ed assoluta gratuità. E, a proposito di gratuità, vengo anche all’affermazione relativa alla “disponibilità di volontari (rimborsati) che oggi…”, spiega Bianco.

“Non mi è dato sapere se in Valmarecchia vi siano altri gruppi, associazioni o privati che effettuino il servizio di consegna dei farmaci e, in caso affermativo, conoscere a quale titolo operino e tantomeno se per tali organizzazioni i volontari percepiscano rimborsi. Posso però sottolineare con estrema forza e decisione che i volontari della Croce Rossa Italiana non percepiscono nessuna forma di rimborso personale per i servizi effettuati e, anzi, i destinatari del servizio reso lo ricevono a titolo del tutto gratuito. Ove un volontario di Croce Rossa pretendesse compensi per il servizio prestato, invito fin d’ora a sporgere formale denuncia nei confronti del richiedente”. Cosa “ben diversa sono le eventuali donazioni, piccole o grandi che siano, corrisposte, anche attraverso un singolo, ad un Comitato della Croce Rossa Italiana. Per tale eventualità, infatti, viene prevista una specifica rendicontazione”.
Croce Rossa “non entra nel merito delle rivendicazioni di Federfarma e di Assofarm (con le quali, peraltro, Croce Rossa Italiana ha stipulato una convenzione di livello nazionale), con l’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, ma a beneficio dei lettori si ritiene necessario precisare che per quanto riguarda i volontari del Comitato di Rimini della Croce Rossa Italiana, da cui dipende anche la Valmarecchia, il servizio è proseguito – seppur con le difficoltà del caso – anche con la neve. Al riguardo posso infatti riferire che dall’attivazione – pochissimi giorni or sono - del servizio di “Pronto farmaco” anche in Valmarecchia, vi sono state circa un centinaio di consegne, delle quali oltre una quarantina nelle ultime giornate di condizioni meteo avverse”.

Quindi per Croce Rossa Italiana “non c’è neve che tenga - almeno a questi livelli – e le consegne vengono regolarmente effettuate dai volontari, tanto che le schede già predisposte per la Valmarecchia sono state tutte evase. Il servizio richiede, infatti – come facilmente intuibile -, una sistematica catalogazione degli interventi da effettuare e i volontari che hanno operato anche in condizioni difficili non meritano certamente che su di loro possa addensarsi qualsivoglia nuvola”.
Il Comitato di Rimini della Croce Rossa Italiana “sta anche provvedendo alla consegna dei farmaci per le persone risultate essere “positive” al Covid-19, sta effettuando l’accompagnamento dei medici del 118 per le visite domiciliari finalizzate a verificare casi potenzialmente sospetti e sta eseguendo i cosiddetti trasporti secondari, ossia quelli a beneficio di persone dimesse dalla struttura ospedaliera”. Impegni che r”ichiedono uno sforzo davvero notevole anche per i profili organizzativi, attesa proprio la volontarietà di chi presta tempo, risorse ed energie al servizio della comunità, dopo essersi preparato per decine e decine di ore attraverso processi di formazione continua e obbligatoria per affrontare con consapevolezza e conoscenza i vari contesti in cui opera Croce Rossa Italiana. Modalità che consente alla Croce Rossa Italiana, struttura organizzata e complessa articolata in Comitati che non beneficiano di finanziamento pubblico, di non annoverare “improvvisatori” tra le proprie fila”.

(Rimini) Completata questa mattina Rimini una struttura che funziona come pre-triage, in capo al 118, ad uno degli ingressi del day hospital oncologico dell'ospedale di Rimini. Tutti i pazienti vengono indirizzati lì e, accedendovi, trovano operatori, adeguatamente protetti con i dispositivi di protezione individuale, i quali effettuano la misurazione della temperatura ed una breve intervista diagnostica. Se, dunque, il paziente non presenta alcun sospetto/sintomo di Covid-19, prosegue nel suo percorso e viene introdotto direttamente presso il day hospital per la terapia, terminata la quale viene indirizzato ad una uscita diversa, per cui non incrocia pazienti non ancora screenati. Qualora invece emergano sintomi che lascino aperto un sospetto, il paziente viene preso in carico secondo il percorso Covid-19 previsto, e quindi indirizzato in pronto soccorso o al domicilio, ovviamente dopo aver attivato il protocollo per pazienti sospetti Covid-19.

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 88 i posti letto allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 4.630 a 4.718, tra ordinari (4.198, +82) e di terapia intensiva (520, +6).
Nel dettaglio: 589 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.062 a Parma (63 terapia intensiva), 714 a Reggio (55 terapia intensiva), 526 a Modena (89 terapia intensiva), 873 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (148 terapia intensiva), 272 a Ferrara (32 terapia intensiva), 682 in Romagna (in particolare: 248 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 71 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva.

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati ulteriori 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.


Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva, Villa Laura con 32 nuovi posti letto attivati e il San Giovanni con 52 nuovi posti letto. 

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