Riccione, Caldari lavora per il turismo post coronavirus
(Rimini) “Non stiamo con le mani in mano aspettando un qualche miracolo che arrivi a tirarci fuori dai pensieri, stiamo lavorando senza trascurare nulla, ma neanche ci illudiamo che tutto torni ad essere come prima". Da questo presupposto parte il lavoro che l'assessorato al Turismo, guidato da Stefano Caldari, sta facendo da qualche settimana per poter impostare al meglio la stagione che è alle porte e che tutti sperano dia comunque buone possibilità di lavoro.
"Il 3 aprile scadrà il primo decreto del Governo che stabiliva la chiusura delle scuole e lo stop ai movimenti, ma anticipazioni sulle future mosse dell'Esecutivo, stando almeno a quanto dice il ministro Speranza, parlano già di un prolungamento dei blocchi almeno fino al 18 aprile. E' certo non siamo ancora fuori dall'emergenza, ma ne usciremo e quando sarà noi saremo pronti. Con i grafici nell'incontro avuto ieri via internet abbiamo ragionato proprio su questo. Nulla è perduto, noi come abbiamo sempre fatto a Riccione, dobbiamo mostrare "resilienza" una parola molto di moda in questi giorni ma se ci sono persone che hanno la capacità di adattarsi, resistere e sopravvivere nonostante tutto sono i riccionesi, romagnoli doc. Sappiamo capire che le cose sono cambiate e noi cambiamo con loro, quindi partiamo dalle nostre qualità, dalla nostra tradizione. Cose che non ci porteranno mai via. Il sole, la spiaggia le più belle d'Italia, il mare. Non sono da dare per scontati perché sono la base sulle quali la nostra economia ricca è cresciuta. Non vorrei anticipare troppo della campagna di promozione e programmazione turistica in questo momento perché siamo abituati a delle presentazioni in grande stile, ma mi rendo conto che oggi c'è bisogno di rassicurare i nostri albergatori, ristoratori, imprenditori dello spettacolo e dell'intrattenimento che "Sotto il sole di Riccione" si brillerà ancora, noi dell'amministrazione ci siamo, siamo al fianco delle categorie economiche non abbiamo dato nulla per perso, stiamo solo aggiustando il tiro e mi appello a tutti gli operatori di Riccione: lavoriamo insieme per la Riccione 2020, perché l'unica soluzione è fare sistema, noi siamo pronti a fare la nostra parte come amministratori non molleremo neanche un attimo".
Bandiere a mezz’asta e sindaci soli per le vittime del coronavirus, Rimini
(Rimini) Bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio osservato dal sindaco davanti al municipio in tutti i Comuni italiani in omaggio alle vittime del Covid-19. E’ stato un omaggio comune e commosso quello che attraverso i propri sindaci i Comuni d’Italia hanno rivolto alle vittime del Covid-19, uniti comunemente nell’iniziativa lanciata dal presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli e fatta propria attraverso l’Anci da tutti i sindaci dei comuni italiani.
E’ stato in Sindaco di Rimini Andrea Gnassi che alle 12 di questa mattina, con un minuto di silenzio davanti alla bandiera nazionale di Palazzo Garampi posta a mezz’asta in segno di lutto, a manifestare a nome di tutta la collettività riminese il cordoglio di Rimini per tutte le vittime di questa immane tragedia, la vicinanza ai loro cari e a quanti col loro impegno ogni giorno ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani, dagli operatori sanitari, alle forze di polizia, a tutti coloro che con abnegazione stanno consentendo al Paese di avviare l’uscita dalla crisi. “E’ una comunità che con questo gesto simbolico si stringe intorno alle persone che non ci sono più ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi - alle loro storie, alle loro relazioni lungo vite intere. Sono donne e uomini che vogliamo ricordare e onorare con il loro nome, e non con un numero. A queste persone dobbiamo rispetto e memoria."
Le bandiere a mezz’asta e il minuto di silenzio davanti ai propri municipi dei primi cittadini di tutt’Italia – nel loro ruolo di destinatari e custodi delle preoccupazioni delle comunità che amministrano - ha significato proprio questo, la volontà di stare uniti sia nel gravissimo lutto che colpisce più duramente alcune aree del Paese, sia nella solidarietà che deve tenere uniti tutti insieme, con un messaggio che, senza dimenticare, rappresenti la fiducia e la speranza per l’intera
‘Un biglietto per gli eroi’, scatta la raccolta fondi delle discoteche per la protezione civile
(Rimini) Il Silb, Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da ballo e di spettacolo che aderisce a Confcommercio, fa appello al popolo della notte, dei concerti e dei grandi eventi formato da centinaia di migliaia di persone lanciando l’iniziativa “Un biglietto per gli eroi”. Una raccolta fondi che parte da una cifra simbolica per ognuno, l’equivalente di un ingresso nei locali o di un aperitivo, da devolvere alla Protezione Civile per fronteggiare l’emergenza (Coordinate Bancarie Protezione Civile. Intestatario: Pres. Cons. Min. Dip. Prot. Civ. IBAN: IT84 Z030 6905 0201 0000 0066 387 Causale: SILB Un biglietto per gli eroi).
“Ora in prima linea ci sono loro e per fare sentire concretamente il nostro ringraziamento – spiega il presidente del SILB di Rimini e dell’Emilia Romagna, Gianni Indino - anche i locali della provincia di Rimini hanno deciso di aderire a questa iniziativa, sensibilizzando a fare piccole donazioni anche tutti coloro che frequentano il mondo dell’intrattenimento sulla nostra Riviera. Chiediamo al circuito della nightlife di versare la simbolica cifra di un biglietto in discoteca, di un aperitivo, di un’uscita, all’Iban della Protezione Civile. Insieme significa questo. Divertirsi insieme, reagire insieme, fare sentire la propria voce insieme. Iniziamo da un piccolo gesto, ma significativo. Chiunque lo farà, conservi la ricevuta di bonifico: a emergenza finita, quando torneremo alla vita normale, avrà diritto a un ingresso gratuito in uno dei migliaia di locali affiliati Silb al momento della riapertura. Confidiamo di staccare tantissimi biglietti omaggio, vorrà dire che il senso di solidarietà è profondo.
Purtroppo i nostri locali sono serrati da più un mese: sono stati i primi a chiudere e saranno gli ultimi ad aprire. Per questo riteniamo che siano più che mai urgenti misure a tutela del settore, che si ritrova praticamente fuori dal DL “Cura Italia” che tante speranze aveva suscitato nella nostra categoria, ma che di fatto si rivelato inadatto a fronteggiare la grave crisi economica e di liquidità che ha colpito le imprese. Abbiamo presentato, attraverso il presidente nazionale Maurizio Pasca, una serie di spunti e richieste: il minimo necessario per non raccogliere solo macerie quando sarà passata la tempesta, per non veder scomparire tutto quello che tante persone hanno costruito nel corso di una vita. Una “pace fiscale” sulla scorta delle esperienze già sperimentate, per tutti i debiti sorti o che sorgeranno nel corso del 2020 nei confronti dell’Agenzia delle Entrate ma, anche, di Inps, enti locali e enti pubblici Economici come la Siae; la sospensione delle utenze e dei distacchi per morosità; la sospensione dei pagamenti dei mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale; il ripristino dei Voucher cartacei per il lavoro occasionale, semplificandone la gestione burocratica; la riduzione dell’Iva dal 22% al 10% o in alternativa lo scorporo della consumazione obbligatoria; l’abolizione dell’imposta sugli intrattenimenti; l’accesso al credito nelle forme previste dall’art. 57 del DL 18 del 17 marzo 2020; l’estensione del credito di imposta previsto dall’art. 56 del suddetto DL anche per gli immobili accatastati in categoria D3 e D8, l’emanazione di una norma che eviti lo sfratto per morosità.
Il ritorno alla vita normale, ci auguriamo il prima possibile, porterà con sé la voglia di svago e di divertimento, la voglia di socialità e di relazioni che giocoforza abbiamo dovuto abbandonare. Quel giorno vogliamo farci trovare pronti alla nuova sfida, pronti ad arricchire nuovamente l’offerta turistica, a favorire relazioni e incontri nel segno della musica e del ballo. Sul territorio italiano ci sono circa tremila aziende, che valgono 1 miliardo di Pil e danno lavoro e sostegno a 250.000 famiglie. Per tutto questo chiediamo che si sostenga il settore con misure concrete, che significa poi sostenere il sistema turistico del Paese”.
Coronavirus, test su tutti i sanitari da domani
(Rimini) Coronavirus, la Regione è pronta a partire con lo screening di massa a tutto il personale sociosanitario dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini. Mercoledì arriveranno i primi 50mila test sierologici, e già giovedì si inizia con la prima batteria di prelievi, che saranno effettuati al personale della sanità pubblica e privata convenzionata e a quello dei servizi socioassistenziali dell’intero territorio regionale.Complessivamente, si parla di circa 100mila persone, di cui oltre 60mila solo nel sistema sanitario regionale pubblico.
E proprio per garantire la copertura di massa, sono già stati ordinati ulteriori 100mila test, con l’obiettivo di arrivare a 200mila complessivi; saranno effettuati attraverso un piano e un calendario programmato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute.
“La sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti deve avere la priorità su tutto- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. É imprescindibile che il personale in prima linea in questa emergenza lavori nella condizione di massima tutela per sé e per i pazienti, senza rischiare di essere una fonte di contagio, e questi test costituiscono uno strumento importante, validato dalla comunità scientifica, che abbiamo nella lotta contro il Coronavirus. Come annunciato solo alcuni giorni fa- aggiunge Donini- siamo pronti a partire con un piano con cui testeremo a tappeto tutto il personale sociosanitario della nostra regione, sintomatico e asintomatico, in tempi rapidi. E per garantire questi numeri, abbiamo già ordinato tutta la quantità di test necessari, e anche di più. Nei prossimi giorni definiremo i dettagli dell’operazione, ma già giovedì partiamo con le prime verifiche”.
I test sierologici permettono di verificare attraverso un prelievo del sangue, in tempi molto rapidi, la presenza e il tipo di anticorpi nell’organismo, e quindi di ottenere informazioni molto importanti, a maggior ragione se relative a personale del comparto sociosanitario: se il paziente è venuto in contatto con il virus, se è o è diventato immune. Chi risulta negativo verrà testato dopo 15 giorni, i positivi saranno sottoposti a un tampone tradizionale per averne conferma.
Buoni spesa con reddito lordo di 40mila euro, fissati i criteri
(Rimini) Sono stati definiti criteri e modalità di assegnazione delle risorse messe a disposizione dall'ordinanza della Protezione Civile del 29 marzo destinate alla solidarietà alimentare. Il fondo, che per il Comune di Rimini ammonta a circa 866mila euro, sarà utilizzato in gran parte per l'assegnazione di buoni spesa ai nuclei familiari in difficoltà, mentre una quota delle risorse saranno utilizzati per l'acquisto di prodotti alimentari e di beni di prima necessità (quali ad esempi prodotti per alimentari e per l'igiene dell'infanzia) da distribuire attraverso la Protezione Civile Comunale.
Possono richiedere il buono spesa i residenti del Comune di Rimini o coloro che si trovano nel Comune di Rimini perché hanno avuto o hanno tuttora in atto un contratto di lavoro con una impresa del territorio comunale. Il reddito lordo complessivo del nucleo deve essere inferiore a 40mila euro; nel caso di famiglia con due o più figli il limite è fissato a 60mila euro. E' necessario inoltre dichiarare di non avere avuto nel mese di marzo entrate effettive da lavoro, pensione, attività professionale e di impresa o da altra fonte di reddito rilevante ai fini Irpef, superiori a 300 euro per componente del nucleo (valore medio).
A questi requisiti di base, si aggiungono ulteriori condizioni che serviranno a definire le priorità di assegnazione dei buoni spesa. Sarà infatti data la precedenza a coloro che non hanno goduto di reddito o pensione di cittadinanza, o altri ammortizzatori sociali (Fis, Naspi, ecc.); priorità anche ai nuclei familiari monoreddito il cui titolare abbia richiesto trattamento di sostegno al reddito oppure il datore di lavoro abbia richiesto ammissione al trattamento di sostegno del reddito o abbia sospeso o ridotto l'orario di lavoro per cause non riconducibili a responsabilità del lavoratore. Infine si terrà conto del numero di componenti del nucleo familiare con età superiore a 70 anni o minori, con ulteriore precedenza per i nuclei che presentano entrambe le categorie.
Il buono spesa, che avrà un valore di 150 euro per componente del nucleo famigliare presente sul territorio, sarà spendibile presso specifici esercizi commerciali. L'elenco dei punti vendita sarà pubblicato sul sito del Comune e sarà frequentemente aggiornato.
Nel giro di pochi giorni saranno fornite tutte le indicazioni e i termini per presentare la domanda attraverso i canali istituzionali dell'Amministrazione.
"Diamo seguito ad una misura puntuale, che deve essere di agile applicazione e precisa – commenta il sindaco Andrea Gnassi - andando a sostenere nelle prime necessità chi ha davvero bisogno e chi è seriamente danneggiato dalla situazione di emergenza creata dal Coronavirus. Il Comune di Rimini è a completa disposizione per raggiungere questo esclusivo obiettivo".
Coronavirus e sospensione dei mutui, Ferdeconsumatori spiega come si fa
(Rimini) In linea con quanto previsto nel Decreto “Cura Italia” e a seguito della pubblicazione del Regolamento attuativo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze “è ora disponibile il modulo di domanda per richiedere la sospensione delle rate del mutuo prima casa”, rende noto Federconsumatori.
Compilando il modulo e presentandolo alla propria banca di può chiedere l’accesso al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa (il cosiddetto “Fondo Gasparrini”) gestito dalla Consap S.p.A. “Il Fondo è stato istituito, presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con la Legge n. 244 del 24 Dicembre 2007: all'art. 2, commi 475 e ss., viene prevista la possibilità, per i titolari di un mutuo fino a 250.000 Euro, contratto per l'acquisto della prima casa, di beneficiare della sospensione per 18 mesi del pagamento delle rate al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà”.
A causa della crisi che ha creato l’epidemia il Fondo è stato rifinanziato con 400 milioni di Euro. Tra i beneficiari ci sono: i lavoratori che hanno subito una sospensione o una riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni (Cassa Integrazione o altri ammortizzatori sociali); i lavoratori autonomi e liberi professionisti (per un periodo di 9 mesi dall’entrata in vigore del Decreto Legge n. 18/2020) che hanno registrato in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, ovvero nel minor periodo intercorrente tra la data dell’istanza e la predetta data, una riduzione del fatturato superiore al 33% rispetto a quanto fatturato nell’ultimo trimestre 2019 in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività, operata in attuazione delle disposizioni adottate dall’autorità competente per l’emergenza coronavirus”.
Restano, in ogni caso, in vigore le altre casistiche di temporanea difficoltà economica già previste in precedenza per l’accesso al Fondo, e quindi: la cessazione del rapporto di lavoro subordinato, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione; la cessazione dei rapporti di lavoro “atipici” di cui all'articolo 409, numero 3), del Codice di Procedura Civile, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso datoriale per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione; la morte o il riconoscimento di handicap grave di un titolare del mutuo, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero di invalidità civile non inferiore all’80%.
In che modo si presenta la domanda? “Per poter richiedere ed ottenere la sospensione del mutuo, il cittadino in possesso dei requisiti sopra elencati deve presentare la domanda alla banca che ha concesso il mutuo e che è tenuta a sospenderlo, compilando l’apposito modulo.
Fino al termine dell’emergenza sanitaria, per l’accesso al Fondo non sarà richiesta la presentazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e sarà possibile farne richiesta anche per coloro che hanno in passato già beneficiato della sospensione del mutuo purché siano in regola con i pagamenti delle rate degli ultimi 3 mesi”.
Federconsumatori Rimini ha sospeso l’attività di ricevimento allo sportello fino a fine marzo. “Chi avesse bisogno di consulenza ed assistenza può scriverci su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure conttarci al numero 380.3876127 dal lunedì al venerdì dale 9.00 alle 12.00”.
Santarcangelo, al Franchini chiusi primo intervento e post acuti
(Rimini) “A seguito della diffusione dell’infezione da Covid 19, e nell’ottica di riconvertire i servizi, in maniera graduale ed equilibrata, verso le attività mirate a dare risposta a tale situazione, l'attività dl Punto di primo intervento dell’Ospedale “Franchini” di Santarcangelo e del servizio di Post Acuti vengono temporaneamente sospese a partire da lunedì 30 marzo”. E’ questa la comunicazione della Asl che spiega, visto “anche il numero limitato, in questo periodo, degli accessi al Punto di Pronto Intervento”.
In ogni caso al Franchini resterà, “oltre agli altri servizi di degenza, un servizio di “guardia” e le urgenze saranno dirottate verso il Pronto soccorso di Rimini e le altre strutture per urgenza del territorio. Una ambulanza e un'auto medica restano presenti presso l'ospedale 24 ore su 24. I pazienti ricoverati nei Post Acuti sono stati invece trasferiti presso adeguate strutture del privato accreditato sempre del Riminese, che hanno messo a disposizione spazi per pazienti “non covid”. Si ricorda che l'attività chirurgica è già stata sospesa, così come peraltro la quasi totalità di quella dell'ospedale di Rimini e i soli interventi urgenti sono eseguiti dai chirurghi dell'Ausl Romagna presso le strutture private accreditate del territorio con le quali sono in atto specifici accordi”.
Tale riconversione, sottolineano dalla Asl, “consente di dedicare il personale medico e infermieristico alla gestione di pazienti affetti da Covid presso l’Ospedale di Rimini e le altre strutture in cui sono ricoverati”.
Sulla questione interviene il sindaco di Santarcangelo Alice Parma. "In un momento di emergenza come quello che stiamo attraversando, occorre concentrare tutte le forze disponibili dove si gioca la sfida più difficile, dove ogni giorno si lotta senza sosta per sconfiggere il virus e salvare chi ne è stato colpito. Ai medici, al personale infermieristico e sanitario dell’ospedale Franchini va dunque tutta la nostra riconoscenza per l’aiuto che porteranno ai colleghi di Rimini, in attesa che i servizi temporaneamente sospesi possano tornare a funzionare regolarmente, una volta sconfitto il Covid-19”, ha detto il sindaco.
“Il presidente della Regione Stefano Bonaccini spieghi pubblicamente i motivi per cui è stata sospesa l’attività di Punto di Primo Intervento e del servizio post-acuti dell’ospedale Franchini di Santarcangelo, struttura sanitaria di riferimento di una vasta area di popolazione, e ne garantisca la riapertura non appena si concluderà l’emergenza”, è invece la questione posta dai deputati della Lega Jacopo Morrone e Elena Raffaelli.
Coronavirus, oltre 14mila casi in regione. A Rimini presto tamponi in auto
(Rimini) Sono 14.074 icasi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 543 in più rispetto a ieri; 54.532 i test effettuati,3.542 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, martedì 31 marzo, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Complessivamente, sono 6.069 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (173 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 353, 2 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.538 a 1.644: 106 in più, quindi, di cui 65 uomini e 41 donne (il dato ricomprende persone venute a mancare nei giorni scorsi).
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.477 (250 in più rispetto a ieri), 1.117 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 360 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 27 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 23 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 1 in quella diFerrara, 5 in quella di Ravenna, 1 nel forlivese, 1 in quella di Rimini. Due decessi si riferiscono a residenti fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.635 (119 in più rispetto a ieri), Parma 1.933 (74 in più), Reggio Emilia 2.307 (99 in più), Modena 2.222 (85 in più), Bologna 1.680 (61 in più), Imola 260 (7 in più), Ferrara 320 (14 in più), Ravenna 580 (12 in più), Forlì-Cesena 730 (di cui 366 a Forlì, 23 in più rispetto a ieri, e 364 a Cesena, 24 in più), Rimini 1.407 (25 in più).
Tamponi “drive through”: operativo da oggi il punto presso l’ospedale di Forlì, da domani quello di Ravenna. In funzione da ieri, per i dipendenti, quello del Sant’Orsola di Bologna
Per accertare la guarigione delle persone già risultate positive, in modo rapido e senza che debbano scendere dall’auto, sono stati allestiti diversi “drive trough” con materiali e mezzi dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile e l’impiego del volontariato: a Reggio Emilia, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re), Cesena e Forlì. Quest’ultimo, allestito nei giorni scorsi nel parcheggio dell’Ospedale Morgagni (via Carlo Forlanini 34), è operativo da oggi, martedì 31 marzo.
Anche a Ravenna si sta allestendo un punto di drive through, che sarà operativo da domani, presso il Cmp (Centro di medicina e prevenzione dell’Ausl), e in particolare nella parte posteriore della struttura. Qui, in collaborazione con la Protezione civile, è stata predisposta un’area ad hoc che sarà riservata al passaggio delle auto dei pazienti, riconoscibile attraverso un “portale”. I pazienti, contattati dal servizio di Igiene pubblica, si recheranno al parcheggio del Cmp e, passando sotto la struttura, saranno immessi nell’area, protetta anche dalla vista delle altre persone. Gli operatori, seguendo tutti i protocolli di sicurezza previsti, effettueranno il tampone senza che i pazienti escano dall’auto. Anche a Rimini ci si sta organizzando per allestire una struttura analoga.
Intanto, già da ieri, lunedì 30 marzo, il “drive through” viene effettuato anche al Policlinico Sant’Orsola di Bologna: è riservato ai dipendenti positivi e poi guariti che devono essere sottoposti a tampone per poter tornare al lavoro.
Da Piacenza a Rimini, più di 5.000 (5.039) i posti letto aggiuntivi già allestiti su tutto il territorio. Da Piacenza a Rimini prosegue il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto messo a punto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono stati allestiti altri 23 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 5.016 a 5.039, tra ordinari (4.501) e di terapia intensiva (538).
Nel dettaglio: 729 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.134 a Parma (65 terapia intensiva), 730 a Reggio (55 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva), 930 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (159 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 258 a Ferrara (32 terapia intensiva), 722 in Romagna (nel dettaglio: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 93 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).
Per quanto riguarda gli ospedali Covid, Parma conferma l’attivazione dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid) e della casa di cura Val Parma Hospital (attivati tutti i 40 posti messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma.
Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (106 posti letto aggiuntivi), che si affianca all’hub dell’ospedale Sant’Anna e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 93 posti letto Covid a cui si aggiungerà quello di Riccione che, al momento, ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Sul resto del territorio regionale restano confermate a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per 120 posti letto complessivi, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano e la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo;a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese.
Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Villalba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la terapia intensiva, e Villa Laura con 48 nuovi posti letto attivati. Infine, in provincia di Bologna sono attivi posti letto per pazienti Covid anche presso l’ospedale di San Giovanni in Persiceto (52 letti) e Bentivoglio (36 letti).
In arrivo in Emilia-Romagna ventilatori e dispositivi di protezione individuali donati dai filantropi cinesi partner del China-Italy Philanthropy Forum (CIPF). Un flusso di materiali medico-sanitari, coordinato dall’Ambasciata d’Italia in Cina, viaggia sulla rotta Pechino-Malpensa. Dopo il primo volo, partito il 27 marzo, oggi è decollato il secondo. Le dotazioni sono destinate alle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, e alla Caritas Ambrosiana. Nella sola giornata di oggi 10 ventilatori, 650.000 mascherine chirurgiche, 210.000 guanti, 334.255 tute protettive e 471 occhialini saranno consegnati alle strutture sanitarie sotto pressione a causa della pandemia da Covid-19. I voli umanitari sono sostenuti dal China-Italy Philanthropy Forum (CIPF) che ha raccolto fino ad oggi 850.000 euro dalle Fondazioni aderenti: Fondazione Cariplo, Fondazione Crt, Eni, Fondazione Grimaldi, Fondazione Cucinelli e Fondazione Agnelli, mentre la compagnia aerea Neos Spa copre i costi fissi e quelli del personale. Il ponte aereo sostenuto dal CIPF non trasporta in Italia solo i beni donati dai filantropi cinesi, ma anche altre donazioni provenienti da tutta la Cina e acquisti fatti dalle centrali di committenza pubblica nazionale e regionali per i quali sia urgente il trasferimento in Italia. Presidente onorario del Forum in Italia è il professor Romano Prodi. Il materiale destinato all’Emilia-Romagna è consegnato alla Protezione civile regionale dopo un accordo con il commissario ad acta per l’Emergenza Coronavirus, Sergio Venturi.
Disabili, prorogato al 5 giugno il bando per la mobilità casa-lavoro
(Rimini) È stata prorogata fino al 5 giugno la raccolta delle domande per il bando per l'erogazione di contributi finalizzati al sostegno della mobilità casa - lavoro in favore delle persone disabili che necessitano di trasporti personalizzati da e verso il luogo di lavoro, annualità di riferimento 2019. La raccolta delle domande, già partite il 24/02/2020 e inizialmente prevista fino al 03/04/2020 è stata prorogata fino il 5 giugno a causa dell'emergenza sanitaria in corso. Il bando, contenente modalità, documenti e procedure per effettuare le domande è scaricabile al seguente link: https://bit.ly/3ay5g6X
Sono destinatarie di contributo le persone disabili che necessitano di un trasporto personalizzato per recarsi al posto di lavoro. Per trasporto personalizzato deve intendersi il trasporto effettuato con mezzi pubblici/privati, resi da Associazioni di volontariato o organizzati in autonomia, con il supporto di una persona al seguito. Possono partecipare al bando per l'erogazione dei contributi le persone che alla data di presentazione della domanda risultino in possesso di tutti i seguenti requisiti: 1. Residenza in uno dei Comuni del Distretto Nord di Rimini per almeno un giorno nell'anno 2019; 2. Età maggiore di anni 18; 3. Condizione di Disabilità Certificata media, grave o di non autosufficienza riferita ad una delle categorie elencate alla tab. 3 allegata al DPCM 159/2013; 4. Svolgimento di attività di lavoro subordinato o autonomo per almeno 60 giornate, anche non continuative, nell'arco dell'anno 2019; 5. Attestazione del servizio sociale territoriale (Servizio Disabili) dello stato di necessità del trasporto personalizzato da e verso il luogo di lavoro. (solo coloro che non hanno presentato domanda per i bandi 2018 e precedenti); 6. Non essere destinatario, nel triennio antecedente la data di pubblicazione del presente Bando, di assegnazione da parte dell'Azienda Sanitaria di ausili specifici per l'autonomia nel trasporto. Sono dispensati dalla presentazione della attestazione del servizio sociale territoriale (punto 5), coloro i quali hanno già partecipato al bando del 2017 e 2018 e che quindi hanno già sostenuto il colloquio);
L'elenco sarà unico a livello distrettuale ed includerà tutti i richiedenti residenti in un Comune di Distretto di Rimini Nord. Entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione di esclusione è possibile presentare motivazioni od osservazioni per iscritto al Direttore/Dirigente dei Servizi di Protezione Sociale del Comune di Residenza.
L'entità di risorse residuali del Fondo Regionale Disabili 2019 del Distretto di Rimini Nord ammonta ad € 78.985,74. Dette risorse finanziano le spese sostenute dal 1/1/2019 al 31/12/2019 e verranno assegnate agli aventi diritto a copertura delle spese effettivamente sostenute e fino ad esaurimento
Unioncamere: l’occupazione sarà uno dei problemi più gravi dopo il coronavirus
(Rimini) Sarà l'occupazione uno dei problemi più gravi da risolvere, una volta usciti dall'emergenza Covid-19. Una crisi che sconvolge il mondo del lavoro dove si stava registrando un trend positivo come attesta l'ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati relativi agli addetti di tutte le localizzazioni di impresa operanti sul territorio, con sede legale in regione o altrove, tratti dal Registro imprese delle Camere di commercio.
L'andamento complessivo. A fine settembre 2019, gli addetti delle localizzazioni di imprese operanti in Emilia-Romagna erano 1.743.736 ovvero 29.859 in più (+1,7 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2018, una crescita inferiore a quella fatta registrare a fine settembre 2018.
Nella media degli ultimi dodici mesi gli addetti sono risultati 1.724.729 con un aumento del +2,8 per cento pari a 46.799 addetti in più. L'aumento è risultato quindi più contenuto rispetto a quello riferito ai 12 mesi intercorsi tra ottobre 2017 e settembre 2018.
A livello nazionale gli addetti sono aumentati del 2,0 per cento nel terzo trimestre e del 3,0 per cento nella media degli ultimi dodici mesi, con una leggera decelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti. Sempre nella media degli ultimi dodici mesi rispetto a quelli precedenti, tra le regioni con cui l'Emilia-Romagna si confronta, la crescita degli addetti risulta superiore in Lombardia (+3,5 per cento) e in Veneto (+3,1 per cento), ma inferiore in Piemonte (+2,2 per cento).
Dipendenti e indipendenti. Gli addetti alle dipendenze delle localizzazioni di impresa in Emilia-Romagna nella media degli ultimi dodici mesi (ottobre 2018 – settembre 2019) hanno raggiunto quota 1.384.125 unità, con un aumento del 3,4 per cento (+45.106 addetti), che ha determinato la crescita complessiva. Il risultato mette in luce un rallentamento avviato con l'inizio del 2018 della forte dinamica positiva che ha caratterizzato i due anni precedenti. Dalla seconda metà del 2018 si è invertita la tendenza trimestrale lungamente negativa per gli addetti indipendenti, che hanno fatto segnare un incremento tendenziale nel terzo e quarto trimestre del 2018 e nei primi due del 2019. Il dato trimestrale è ritornato al segno rosso nel trimestre in esame (-1,7 per cento) anche se questa inversione non si è riflessa sul dato relativo alla media mobile a quattro trimestri, tanto che gli ultimi dodici mesi fanno rilevare una leggera espansione degli indipendenti (+0,5 per cento), che ammontano a 340.605.
I macrosettori. Il buon aumento degli addetti è diffuso in tutti macrosettori, ma non omogeneamente. Nella media degli ultimi dodici mesi (ottobre 2018 – settembre 2019) la crescita degli addetti è stata trainata dal settore dei servizi, nel quale sono giunti a 1.012.787 con un aumento di 30.409 unità (+3,1 per cento), nonostante un rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti.
La dinamica è sensibilmente inferiore nel commercio, nel quale gli addetti risultano 292.604 e sono cresciuti dell'1,7 per cento (+4.898 unità), con un leggero rallentamento della tendenza positiva dei dodici mesi precedenti, mentre gli addetti dell'insieme degli altri servizi ammontano a 720.183 e sono saliti di 25.511 unità (+3,7 per cento) con una sensibile decelerazione della crescita rispetto all'analogo periodo precedente.
L'industria con 499.604 addetti ha fornito l'altro grande apporto alla crescita degli addetti (+11.976 unità), ma con una dinamica inferiore (+2,5 per cento), nonostante una buona accelerazione della crescita rispetto ai dodici mesi precedenti.
Le costruzioni escono dalla crisi anche dal punto di vista degli addetti impiegati nel settore, che nella media degli ultimi dodici mesi risultano 132.890 e hanno messo a segno un aumento di 2.319 unità (+1,8 per cento), con una buona accelerazione della crescita rispetto all'analogo periodo precedente. Infine, al di là delle forti oscillazioni stagionali, gli addetti in agricoltura risultano 79.449 e sono aumentati del 2,7 per cento (+2.095 unità), con un lieve indebolimento della tendenza positiva rispetto ai dodici mesi precedenti.