Giovedì, 02 Aprile 2020 11:13

2 aprile

Niente passeggiate | Case di riposo: oltre 40 anziani positivi | 500 imprenditori vogliono lavorare

(Rimini)  "C'è chi vuol far ripartire i cantieri chi interpreta in maniera estensiva anche per la nostra provincia, la possibilità data ai genitori con figli piccoli di uscire a fare le passeggiate, noi riteniamo che si debba spettare almeno fino al 3 aprile e poi vedremo cosa deciderà il Governo e come proseguire, anche se è logico che per alcune zone d'Italia, quelle più colpite, e quindi anche per noi, le restrizioni potranno andare oltre il 18 aprile". Così il sindaco Renata Tosi che oggi ha firmato un comunicato congiunto con gli altri sindaci della provincia per spiegare che a Riccione le passeggiate con i bimbi non sono permesse per ovvi motivi epidemiologici per tutelare la salute di tutti. "Sono al corrente che da più parti la richiesta è quella di uscire. Dico invece non perdiamo la calma e restiamo a casa perché il virus non è sconfitto. Sono convinta che ci siano dei rischi ancora perché non sappiamo esattamente quanta parte della popolazione è asintomatica. Basta pensare che proprio oggi il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro ha detto che vanno fatte indagini sulla popolazione con test più rapidi per la ricerca degli anticorpi, solo così sapremo quanti cittadini possono ritenersi liberi dal Covid. Serve un'indagine di prevalenza sierologica sulla popolazione per avere una stima reale dei casi. Oggi non lo sappiamo ancora quindi riaprire cantieri e dare il via libera alle passeggiate francamente sembra un azzardo sulla salute dei cittadini".  
"La cosa più importante in questo momento per tutti noi - ha ribadito l'assessore ai Lavori Pubblici, Lea Ermeti - è la salute di tutti i  nostri cittadini. Non possiamo lasciare niente di intentato e abbiamo l'obbligo di rispettare il DPCM del Presidente Conte e l'Ordinanza del Presidente della Regione che giustamente pongono restrizioni e limitazioni. L'ordinanza dice chiaramente  che sono sospesi tutti i cantieri di lavoro ad eccezione di quelli urgenti connessi alla messa in sicurezza del territorio e anche se lascia ad interpretazioni, noi abbiamo deciso di dare priorità alla salute. In questo momento non siamo fermi stiamo lavorando in modo concentrato in smart working con dirigenti e  tecnici del settore per proseguire insieme tutti gli obiettivi e ripartire appena sarà possibile". 

(Rimini) Anche le vacanze serviranno a far ripartire, una volta passata la fase acuta dell’emergenza sanitaria, le abitudini delle famiglie e l’attività delle tante aziende legate al turismo: una delle principali voci dell’economia italiana e dell’Emilia-Romagna. “E uno dei settori che più di altri avrà bisogno di tempo e di un grande sostegno pubblico per riprendere la corsa”, confermano anche dalla Regione.
A questo proposito, l’assessore regionale al Turismo e commercio Andrea Corsini ha scritto al ministro per i Beni culturali e turismo Dario Franceschini sollecitando, anche a nome delle altre Regioni, un  pacchetto di misure a sostegno dell’industria turistica e di tutto il comparto, gravemente colpito dall’allarme coronavirus e dalla crisi economica che ne consegue. Tra gli interventi: un “bonus vacanze” per ampliare la domanda interna e aiutare grandi e piccole attività a rimettersi in moto, aiuti ai lavoratori  stagionali, che rappresentano la maggior parte degli occupati del settore, provvedimenti per immettere liquidità attraverso proroghe fino a dicembre dei pagamenti di varia natura.
“Servirà tempo, lungimiranza, visione strategica e un grande patto fra Istituzioni, cittadini, sindacati e associazioni di categoria per affrontare la fase della ricostruzione sociale ed economica- afferma Corsini -.  L’industria turistica è il comparto che più di ogni altro ha subito e subirà un contraccolpo negativo, in alcuni casi devastante, in seguito al diffondersi del Covid-19. Le giuste misure prese per arginare la diffusione del virus impediscono il movimento delle persone e va da sé che il turismo, essendo legato agli spostamenti, ora è in ginocchio e domani risulterà fortemente penalizzato. Come Commissione Turismo delle Regioni italiane abbiamo avanzato una serie di proposte emendative al decreto ‘Cura Italia’ che partono dall’inspiegabile mancanza di un articolo dedicato alle misure di sostegno al settore che, ancorché insufficienti, sono presenti in diverse parti del decreto”.
Sempre con l’obiettivo di un’azione coordinata, Corsini chiede l’istituzione di una cabina di regia sul turismo per affrontare i prossimi mesi guidata dal Ministero con la partecipazione di Regioni e associazioni di categoria. /OC
 

(Rimini) Oltre a confermare la chiusura delle scuole fino al 13 aprile, dal Miur oggi segnalano nuovi fondi per la didattica a distanza. Le risorse destinate alle scuole della Regione Emilia Romagna, per il potenziamento della didattica a distanza, ammontano a 5.466.830 euro. In seguito alla firma del decreto di riparto degli 85 milioni stanziati nel decreto del Governo "Cura Italia, avvenuta da parte della Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina lo scorso 26 marzo, sono state infatti individuate le somme regione per regione.
In particolare, in Emilia Romagna 662.434,64 euro sono destinati alle piattaforme e agli strumenti digitali, 4.473.177,98 alla connettività di rete e ai dispositivi digitali e 331.217,44 alla formazione del personale scolastico.
"Stiamo lavorando - sottolinea la ministra Lucia Azzolina - con rapidità per potenziare la didattica a distanza, mettendo tutti gli studenti in condizioni di poterla seguire e dando a tutti gli insegnanti le conoscenze per poterla effettuare. Per la ripartizione delle risorse abbiamo scelto un criterio che ci consente di raggiungere meglio le zone del Paese e le famiglie dove c'è maggiore necessità. Ma se oggi rispondiamo a un'emergenza, al contempo costruiamo un patrimonio per il futuro e gettiamo le basi affinché la scuola possa crescere e migliorarsi, utilizzando queste tecnologie anche quando saremo tornati alla normalità" conclude.

(Rimini) Sono anche oggi 7 le nuove guarigioni cliniche di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus. Si tratta di sei pazienti di sesso maschile e di una donna. I pazienti attualmente guariti risultano essere nel complesso 59. Inoltre, altre 25 persone circa sono uscite dalla quarantena, per cui il totale complessivo è di circa 380. Restano attualmente in isolamento domiciliare circa 2.000 persone, comprendenti sia gli ammalati sia chi ha avuto contatti stretti con casi positivi accertati.

Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, nella giornata odierna se ne contano 38, comunicati dalla Regione, di cui 2 residenti fuori regione. Il totale si attesta su 1.445 casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, distinguendo 1.375 residenti in provincia e 70 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno, 14 pazienti sono maschi e 22 femmine. È bene precisare, al riguardo, che di questi pazienti, 27 sono in isolamento domiciliare perché privi di sintomi o con sintomi lievi e 9 ricoverati, di cui 2 in Terapia intensiva.

Purtroppo sono stati segnalati 5 ulteriori decessi di residenti in provincia, rilevati nelle ultime 36 ore: quattro uomini di 73, 79, 84 e 92 anni, ed una donna di 86 anni.

I dati delle positività, comune per comune: Rimini 498, Riccione 189, Cattolica 188, San Giovanni 112, Misano 100, Coriano 45, Santarcangelo 43, San Clemente 33, Morciano 28, Montescudo Monte Colombo 27, Novafeltria 24, Bellaria Igea 24, Verucchio 16, Saludecio 13, Pennabilli 9, Mondaino 8, San Leo 7, Montefiore 6, Montegridolfo 5, Poggio Torriana 5, Gemmano 4, Talamello 3, Maiolo 2, Sant’Agata 1,

(Rimini) Il governo ha deciso di prorogare fino al 13 aprile 2020 tutte le restrizioni alle attività e agli spostamenti individuali adottate per contenere la diffusione del coronavirus. La notizia era nell’aria e la ha confermata oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa al Senato.

“Siamo nel pieno di un’esperienza durissima e drammatica – ha detto il ministro – avremo tempo e modo di valutare ogni atto e conseguenza, ma a tutti è chiara una cosa: il Servizio sanitario nazionale è il patrimonio più prezioso che possa esserci e su di esso dobbiamo investire con tutte le forze che abbiamo. Il clima politico positivo e unitario è una precondizione essenziale per tenere unito il Paese in questo momento difficile della nostra storia. Non è il tempo delle divisioni. L’unità e la coesione sociale sono indispensabili in queste condizioni, come ha detto il presidente Mattarella”, ha sottolineato (Ansa).

“Attenzione ai facili ottimismi – dice ancora Speranza – che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare misure sarebbe vanificare tutto” (Ansa).

(Rimini) Una delle caratteristiche peggiori del coronavirus, da un punto di vista non strettamente clinico, è l'isolamento cui il malato va sottoposto (a tutela sua e degli altri), che in caso di ricovero rischia di rendere difficoltosa anche la comunicazione coi parenti. Specie quando le condizioni del paziente si aggravano. I limitati accessi alle strutture rendono inoltre più difficoltoso, per i congiunti, avere informazioni cliniche sui loro cari.
Per cercare di limitare questo disagio all'ospedale di Rimini è stata attivata una modalità di rapporto coi famigliari attraverso telefonate dedicate da parte di medici del presidio. Ad effettuare queste telefonate non sono medici direttamente impegnati "in prima linea", quelli cioè che lavorano nei reparti Covid, e che hanno un tempo forzatamente limitato. Anche su questo aspetto, così come su tanti altri, è infatti scattata la solidarietà e la collaborazione con colleghi di altri servizi: si tratta di alcuni medici attualmente in quarantena, e vari altri medici ospedalieri tra cui in particolare i cardiologi dell'ospedale Infermi, che ottimizzando i tempi dei turni e tra un turno e l'altro, si occupano di tenere i rapporti coi parenti. Hanno in visione le cartelle cliniche dei pazienti e informano i parenti sull'andamento dello stato di salute dei propri familiari. I parenti vengono chiamati sempre dallo stesso medico che ha preso in carico un pool di pazienti ciascuno. Giornalmente un coordinamento distribuisce i nuovi contatti a ciascun medico "chiamante".

A questo progetto se ne aggiunge un altro non meno importante. I Consulenti finanziari Banca Fideuram della Provincia di Rimini hanno infatti donato 10 tablet al reparto di Rianimazione. Grazie a questi strumenti  non appena il quadro clinico migliora e le condizioni lo permettono,  i famigliari  possono parlare al proprio caro, ma anche vederlo ed essere visti a loro volta dal familiare malato. A questa donazione si aggiunge quella di un ulteriore tablet, e delle relative schede di connessione, da parte del negozio Eurocelluar di Cattolica. Oggi per diverse famiglie è stata una giornata di buone notizie e belle sorprese. La dottoressa Antonella Potalivo, responsabile della Rianimazione, ha messo in contatto attraverso il tablet alcuni pazienti in via di miglioramento, con i propri cari.

C'è stata grande commozione e finalmente un po' di gioia dopo tanta sofferenza. "Anche il fatto di poter rivedere, dopo giorni, il proprio padre, madre, fratello, moglie, figlio, può avere un forte e positivo effetto psicologico sui pazienti oltre che essere di conforto per chi sta  a casa - racconta il dottor Giuseppe Nardi, direttore dell'unità operativa. Bisogna tener presente che questi pazienti restano ricoverati da noi anche più di tre settimane, sottoposti a ventilazione artificiale e separati completamente da tutti coloro che amano. Per quanto si faccia del nostro meglio per fornire informazioni dettagliate, non è mai come poter sentire il proprio caro. Per gli altri reparti questa operazione è più 'semplice', vista la particolare condizione dei ricoverati da noi. Questo progetto, per il quale ringraziamo sentitamente i donatori, introduce un importante tassello nella nostra offerta terapeutica".

(Rimini) Sono 14.787 casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 713 in più rispetto a ieri; 58.457 i test effettuati, 3.925 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, mercoledì 1 aprile, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

“Ci aspettiamo nelle prossime giornate, nelle prossime settimane che questi numeri (quelli dei decessi) diventino sempre più bassi”, ha detto oggi il commissario regionale Sergio Venturi presentando il bollettino quotidiano della diffusione del coronavirus in Emilia Romagna. “Lo dico con fermezza: siamo pronti e aggressivi nei confronti del virus, andiamo a cercare le persone ammmalate a tutti i livelli del sistema sanitario regionale, a partire dal territorio con i medici di base, anche loro stanno facendo un grandissimo lavoro. Dobbiamo fare in modo che il numero dei morti diventi un ricordo che possiamo lasciaci alle spalle, rintracciando la malttia in fasi più leggere rispetto a quelle che ora arrivano in ospedale, questo è quello che ci aspetiamo”.

Complessivamente, sono 6.443 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (374 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 359, 6 in più rispetto a ieri. I decessi sono purtroppo passati da 1.644 a 1.732: 88 in più, quindi, di cui 58 uomini e 30 donne.
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.566 (89 in più rispetto a ieri), 1.150 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 416 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 25 residenti nella provincia di Piacenza, 24 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 3 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 4 in quella di Ravenna, 4 nella provincia di Forlì-Cesena, di cui 2 a Forlì e 2 a Cesena, 5 in quella di Rimini.3decessi si riferiscono a residenti fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.716 (81 in più rispetto a ieri), Parma 2.005 (72 in più), Reggio Emilia 2.553 (246 in più, crescita che si deve anche un aumento dell’attività del laboratorio di analisi), Modena 2.297 (75 in più), Bologna 1.813 (133in più), Imola 271 (11 in più), Ferrara 326  (6 in più), Ravenna 605 (25 in più), Forlì-Cesena 756 (di cui 375 a Forlì, 9 in più rispetto a ieri, e 381 a Cesena, 17 in più), Rimini 1.445 (38 in più).

Test. Da domani, giovedì 2 aprile, in Emilia-Romagna si parte con lo Screening su tutto il personale della sanità pubblica e privata convenzionata e dei servizi socioassistenziali della regione, da Piacenza a Rimini. Si inizierà con una prima batteria di 50mila test sierologici, per poi proseguire con ulteriori 100mila test (già ordinati), con l’obiettivo di arrivare a 200mila complessivi; saranno effettuati attraverso un piano e un calendario programmato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute. 
Tamponi “drive through”: operativo da oggi il punto presso il Cmp (Centro di medicina e prevenzione dell’Ausl) di Ravenna. Per accertare la guarigione delle persone già risultate positive, in modo rapido e senza che debbano scendere dall’auto, sono stati allestiti diversi “drive through” con materiali e mezzi dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile e l’impiego del volontariato: a Reggio Emilia, Guastalla, Castelnuovo Monti (Re), Cesena e Forlì e, per i dipendenti positivi e poi guariti che devono essere sottoposti a tampone per poter tornare al lavoro, quello del Sant’Orsola di Bologna. E’ operativo da oggi, mercoledì 1^ aprile un punto drive through a Ravenna, presso il Cmp (Centro di medicina e prevenzione dell’Ausl), e in particolare nella parte posteriore della struttura. Anche a Rimini ci si sta organizzando per allestire una struttura analoga.

Situazione posti letto. Da Piacenza a Rimini prosegue il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto messo a punto dalla Regione. Da ieri a oggi, passano complessivamente da 5.039 a 5.044, tra ordinari (4.501) e di terapia intensiva (543).
Nel dettaglio:728 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.139 a Parma (68 terapia intensiva), 730 a Reggio (55 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva), 931 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (161 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 258 a Ferrara (32 terapia intensiva), 722 in Romagna (nel dettaglio: 258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 93 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).
Per quanto riguarda l’apporto delle strutture private, a Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo e Casa di Cura Piacenza per 210 posti letto complessivi Parma conferma l’attivazione dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid) e della casa di cura Val Parma Hospital (attivati tutti i 40 posti messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma sono stati attivati 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. A Reggio Emilia è attiva la struttura Villa Verde con 40 nuovi posti letto.

A Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Villalba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la terapia intensiva, e Villa Laura con 48 nuovi posti letto attivati. In Romagna sono stati attivati 8 posti di terapia intensiva a Villa Maria Cecilia.
Relativamente ai Covid hospital sono attivi quello del Delta di Ferrara (106 posti letto aggiuntivi), che si affianca all’hub dell’ospedale Sant’Anna e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 93 posti letto Covid a cui si aggiungerà quello di Riccione che, al momento, ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
Sul resto del territorio regionale restano confermati, gli ospedali di Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese.

Sempre in provincia di Bologna, sono attivi posti letto per pazienti Covid anche presso l’ospedale di San Giovanni in Persiceto (52 letti) e Bentivoglio (36 letti).
Per i pazienti meno gravi o in via di guarigione sono già attivi come strutture Covid l’ospedale di Comunità di Bobbio, e nel modenese l’ospedale di Comunità di Fanano.

 

(Rimini) “Hera utilizzi l'utile di 402 milioni di euro, tolta la riserva obbligatoria prevista per legge, per abbattere le tariffe della raccolta e smaltimento rifiuti". Lo chiede a gran voce il Comune di Riccione alla società Hera che come mostrano i dati pubblicati lo scorso 25 marzo ha chiuso con un utile netto di gruppo pari a 402 milioni di euro, in crescita del 35,5%
rispetto ai 296,6 milioni dell'anno precedente. "Il Comune di Riccione come tutti gli altri Comuni - spiega l'assessore al Bilancio, Luigi Santi - non può agire sulle tariffe che vengono determinate da Hera con il P.E.F. a cui si aggiungono le tasse e le addizionali.

In sostanza è la società che ci dice quanto deve pagare il cittadino riccionese per lo smaltimento rifiuti, che in un bilancio familiare o di attività rimane una delle spese più pesanti". Vista anche la difficile situazione economica dovuta all'emergenza coronavirus, quindi "sarebbe doveroso da parte dei soci di Hera rinunciare agli utili a favore dei cittadini. Anche perché - continua Santi - come è stato comunicato dalla società nei giorni scorsi il fatturato Hera, si è attestato a 7,4 miliardi di euro, in crescita di 817,2 milioni, pari al 12,3% rispetto ai 6,6 miliardi di euro del 2018. Cifre enormi che in questo momento delicatissimo per molti cittadini, molti commercianti, artigiani e piccola media impresa dovrebbero essere utilizzati anche per agevolare la ripresa economica sotto forma di abbattimento delle tariffe".

Riccione come è noto detiene attraverso Geat un pacchetto di azioni, che lo rende socio di minoranza, non rappresentato nel Cda Hera il quale avrebbe già deciso di proporre un dividendo di 10 centesimi per azione.  Ogni anno la tassa sui rifiuti che viene incassata e messa a Bilancio dal Comune 14.800.000 euro che vengono tutti girati a Hera. Insomma “in tutta questa partita il Comune non guadagna, non solo ma non può neanche decidere di aiutare i propri cittadini, abbattendo o come sarebbe il caso oggi vista l'emergenza sanitaria, eliminare le tariffe Tari 2020. Per cui i 400 milioni e rotti devono essere usati per abbattere completamente la Tari e non per distribuire dividendi  ai soci". 

(Rimini) Ci sono le risorse, 49 milioni di euro, che consentiranno il prolungamento del Metromare - il trasporto rapido di costa già operativo tra la stazione di Riccione e la stazione di Rimini - fino ai padiglioni dell’expo riminese. Il via libera formale al finanziamento dell’opera è arrivato ieri dalla Conferenza unificata Stato Regioni ed Enti Locali, che ha sancito l’intesa sul decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che destina l’importante finanziamento alla realizzazione del secondo stralcio del Metromare.
Con l’intesa firmata ieri, si è ufficializzato il finanziamento ottenuto sulla base del bando ministeriale per i sistemi di trasporto rapido di massa. L’opera consentirà di potenziare un’infrastruttura strategica per l’intero territorio della provincia di Rimini, andando a collegare il centro città con il polo fieristico, rispondendo quindi all’obiettivo di sviluppare una mobilità pubblica intermodale capace non solo di intercettare le esigenze delle centinaia di migliaia di operatori e visitatori che raggiungono Rimini in occasioni delle grandi manifestazioni fieristiche, ma offrendo un servizio anche dei city users che quotidianamente si spostano dal nord a sud del territorio provinciale.

"In questo momento così difficile e delicato- spiega Andrea Corsini, assessore alla mobilità trasporti infrastrutture, turismo e commercio della Regione Emilia-Romagna- è particolarmente importante rilanciare gli investimenti pubblici, che saranno il motore fondamentale per la ripartenza economica del nostro Paese”.
“Nel caso del Metromare- aggiunge l’assessore regionale- si tratta di un impegno mantenuto. Dopo la realizzazione del primo stralcio, il finanziamento del secondo consente di dare continuità ad un'opera strategica per tutto il territorio regionale. Un'opera che rafforza le infrastrutture turistiche della costa, valorizzando la mobilità sostenibile. Questo finanziamento è un segno di speranza che infonde fiducia e apre la strada al futuro”.

“L’intesa ufficializzata dalla Conferenza Stato Regioni è un’iniezione di fiducia per continuare a progettare il futuro e lo sviluppo del territorio – è il commento dell’assessore alla mobilità del Comune di Rimini Roberta Frisoni – Dopo l’annuncio a gennaio del ministro Paola De Micheli, oggi arriva il passaggio in conferenza unificata che sancisce gli importanti finanziamenti pubblici da destinare ad un’opera fondamentale per potenziare e migliorare la mobilità riminese e in generale promuovere uno sviluppo sostenibile e attrattivo degli spazi urbani. Ora si apre la fase di definizione della progettazione, che non trascurerà alcun aspetto, aperto ad integrazioni e modifiche scaturite dal confronto territoriale e dall’evoluzione dei sistemi di trasporto pubblico, per arrivare a mettere a punto un’infrastruttura capace davvero di dare nuove prospettive al territorio”.
 

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