Nuova Ricerca, al via attività di chirurgia
(Rimini) L’emergenza coronavirus chiama a raccolta la collaborazione fattiva delle strutture sanitarie private del territorio, in virtù anche di un accordo tra la regione e l’associazione degli ospedali privati. E' il caso di quella che prenderà il via operativamente da martedì 7 aprile fra Asl Romagna e Clinica Nuova Ricerca di Rimini.
"Dal primo giorno di questa epidemia – dice Giorgio Celli, Direttore Generale della Clinica Nuova Ricerca - Asl Romagna è a conoscenza della nostra disponibilità a fornire, senza oneri per l'Asl, strutture e professionisti per le necessità emergenti. Quella che si è concretizzata crediamo sia molto utile a pazienti estranei al covid e che potranno portare avanti un percorso diagnostico-terapeutico non procrastinabile".
L'accoglienza e l'assistenza dei pazienti covid ha via via diminuito l'attività chirurgica presso i blocchi ospedalieri dei presidi di Rimini e di Riccione e in questo contesto emergenziale, al fine di consentire il mantenimento di una residua attività chirurgica nella disciplina di Ginecologia ed Urologia, è stato attivata una nuova procedura operativa in collaborazione con la Clinica Nuova Ricerca.
All'esterno della Clinica è già in via di allestimento uno spazio triage dalla Protezione Civile, zona filtro che esaminerà i pazienti per verificare l'eventuale contagio covid prima dell'ingresso all'interno della Nuova Ricerca. Saranno accolti i pazienti con profilo preoperatorio già eseguito o da effettuare presso la Clinica. All'interno della Nuova Ricerca opereranno i medici dell'Ospedale, mente la Clinica renderà disponibili, oltre alla sala operatoria e gli ambulatori di diagnostica, l'anestesista, il personale infermieristico di laboratorio e amministrativo. L'attività si svolgerà per tre giorni alla settimana, dal martedì al giovedì.
Il Rapporto economia è online. Zambianchi: viviamo momento storico
(Rimini) La Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha reso disponibile on line l'articolato patrimonio informativo annuale che "lavora sui fondamentali" e che consente di poggiare su elementi concreti la governance e le strategie di sviluppo del nostro territorio. “Il lavoro è utile a maggior ragione nella difficile situazione attuale: lo stato di emergenza non deve travolgere la capacità di continuare a lavorare. Utile, inoltre, alla ricerca di situazioni contingenti, anche nel medio e lungo periodo per concretizzare quella visione di crescita e di coesione che ha raccolto negli ultimi anni l'adesione di energie preziose”, spiegano dalla Camera di commercio.
Dalle analisi realizzate emerge che, nel corso del 2019, il sistema produttivo del territorio Romagna, nonostante un contesto internazionale recessivo e in progressivo rallentamento e il permanere di alcune criticità e l'emergere di nuove, “è riuscito complessivamente a realizzare, rispetto al quadro nazionale, performance tutto sommato buone”. In estrema sintesi le analisi elaborate hanno evidenziato alcuni aspetti che è importante tenere presenti: buon incremento del valore aggiunto (in termini nominali); lieve flessione della base imprenditoriale, meno accentuata però per le localizzazioni; indicatori del mercato del lavoro migliori del dato nazionale; tenuta delle esportazioni anche se con performance inferiori a quella regionale e nazionale; difficoltà diffusa nel preservare la redditività; buon posizionamento nelle classifiche tematiche dello sviluppo sostenibile territoriale e della responsabilità sociale d’impresa; conferma di un mix produttivo articolato capace di creare, nel lungo periodo, forme di compensazione a livello territoriale che conferiscono un buon grado di resilienza delle performance complessive del nostro sistema.
Inoltre, pur con specifiche caratterizzazioni, “i territori forlivese, cesenate e riminese hanno intrapreso percorsi sfidanti e qualificanti per ridefinire il proprio profilo competitivo e la propria attrattività con un impegno che, una volta superata l'attuale emergenza sanitaria ed economica, non andrà assolutamente perso e anzi potrà rinnovarsi con una maggiore lucidità, efficacia e capacità realizzativa. Gli investimenti innovativi messi in campo in questi anni in termini di risorse e di competenze per valorizzare filiere e competenze distintive e su asset - quali la digitalizzazione, l'innovazione e l'internazionalizzazione - e temi strategici - quali la cultura e i grandi servizi (università e sanità...) sono per loro natura a "rendimento lento", ma non mancheranno di dare sempre di più i loro frutti una volta superate le impreviste" difficoltà attuali poichè hanno già contribuito a cambiare la fisionomia dei nostri territori con percorsi che sono stati faticosi e lenti da avviare ma che sono poi divenuti sempre più solidi e in grado di resistere anche a gravi battute di arresto”.
"Siamo di fronte a situazione straordinaria e “storica" – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna – che segnerà un "prima" e un "dopo" nelle vite di ciascuno di noi. Dovremo tutti fare i conti con questa situazione di incertezza, imprevista e improvvisa, che ci obbligherà a sostanziosi cambiamenti. Alla fine del 2019, i dati ci raccontavano di un'economia territoriale che, nonostante il rallentamento generale rilevato - a partire dal contesto esterno - dava dimostrazione di buona resilienza nel sistema produttivo. Una caratteristica questa che ci contraddistingue e sulla quale sappiamo di poter contare, anche ora che stiamo mettendo in campo le misure per affrontare lo shock dell'attuale emergenza e nel progettare la ripartenza. Davanti a noi, però, si prefigura una recessione profonda e pervasiva, in cui il nostro Paese, con un'economia nella quale hanno una forte incidenza settori come i servizi e il turismo, caratterizzati da piccole e medie imprese e un debito pubblico già elevato, corre il rischio di risultare fragile. Tra l'altro, di fronte a questa recessione, che si manifesta con modalità inedite e tempi di soluzione incerti, anche i consueti modelli previsionali perdono significatività. Dobbiamo, però, rifiutarci di accettare che sia la paura a connotare la nostra agenda che, invece, deve essere dettata dalla nostra visione strategica e dalla nostra capacità di contemperare prudenza e coraggio. Il "dopo" emergenza Covid-19, cioè, deve essere affrontato già oggi, dando valore strategico anche a questo tempo di apparente sospensione in cui siamo costretti. È necessario, perciò, imparare/incrementare la capacità di mixare competenze specialistiche, con altre di elaborazione della complessità e, in particolare, dobbiamo consolidare il valore della relazione, del confronto e del lavoro in sinergia. La Camera di commercio, in questa situazione, è stata in grado, innanzitutto di riconfigurare sé stessa come organizzazione capace di agire con efficacia, anche nell'emergenza, nel servizio prioritario alle imprese, ma anche come "cabina di regia" che, insieme alle Associazioni di Categoria, lavora per dare risposte immediate e concrete e per continuare a realizzare quella realtà di crescita e coesione che il nostro Sistema territoriale merita”.
Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali di sintesi sono pubblicati nel sito della Camera di commercio.
Il quadro economico del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini)
La popolazione residente totale nel territorio Romagna è pari a 733.644 persone (fonte: ISTAT al 31 dicembre 2018), in aumento (+0,29%) rispetto ai 12 mesi precedenti. Gli stranieri residenti nel territorio Romagna sono 81.301, pari all'11,0% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,3%), ma superiore a quella nazionale (8,7%). Più della metà dei residenti stranieri (il 54,2%) sono donne. I principali Paesi di provenienza dei residenti non italiani sono, nell'ordine: Romania (con il 17,5% dei residenti stranieri), Albania (16,6%), Marocco (9,5%), Ucraina (8,8%) e Cina (7,1%).
Le stime di Prometeia (gennaio 2020), relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto nel territorio Romagna nel 2019 riportano una crescita annua del +0,5%, superiore al dato nazionale e quasi in linea con quello regionale.
Il territorio della Camera di commercio della Romagna è caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica che occupa un posto di rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Le elaborazioni su dati Infocamere al 31/12/2019 riportano 99.616 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate (di cui 88.149 attive); le imprese registrate (sedi) sono 81.480 (di cui 70.650 attive). Riguardo sia alle localizzazioni attive sia alle imprese attive, si rileva, rispetto al 31/12/2018, una flessione, che risulta essere più contenuta per le prime (rispettivamente, -0,4% e -0,8%).
Il territorio Romagna si caratterizza per una diffusa imprenditorialità con 97 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna 90, Italia 85).
Nel sistema imprenditoriale di riferimento della Camera di commercio della Romagna, accanto a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,6% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore. Il 30,3% delle imprese è artigiana (31,4% in regionale e 25,1% in Italia), in flessione dello 0,9%. Le cooperative sono 791, in flessione del 2,9% sul dato 2018.
Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il commercio, che costituisce il 23,5% delle imprese attive, registra una flessione del 2,5%. Il settore delle costruzioni risulta in lieve calo (-0,3%) e rappresenta il 14,7% del totale. Le imprese del settore agricolo, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, che rappresentano il 12,6% delle imprese attive totali, sono diminuite dell'1,7%; segue per incidenza il settore "alloggio e ristorazione" (10,6% sul totale), sostanzialmente stabile (+0,2%). Il calo del settore manifatturiero, che rappresenta l'8,6% delle imprese, si attesta sull'1,7%. Le attività immobiliari (il 7,9% del totale delle imprese attive), registrano un aumento dell'1,5% mentre una stabilità (+0,1%) si rileva nelle "altre attività di servizi" (4,7% del totale). Prosegue, inoltre, la riduzione (-2,0%) delle imprese che svolgono "Trasporto e magazzinaggio" (3,2% del totale). Segnali positivi in termini di crescita provengono invece da attività economiche con incidenze minori ma, per alcuni aspetti, maggiormente innovative: aumentano infatti le imprese concernenti "Attività professionali, scientifiche e tecniche", il "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" e i "Servizi di informazione e comunicazione".
I principali indicatori ISTAT del mercato del lavoro riportano i seguenti risultati nel 2019:
• tasso di attività (15-64 anni) pari al 74,4%, in linea con il dato regionale (74,6%) e superiore a quello nazionale (65,7%);
• tasso di occupazione 15-64 anni pari al 69,3%, più contenuto del dato medio regionale (70,4%) ma maggiore di quello nazionale (59,0%);
• tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 6,6%, più alto di quello dell'Emilia-Romagna (5,5%) ma decisamente migliore del dato nazionale (10,0%).
Nell'anno 2019, le esportazioni del territorio Romagna sono state pari a 6,3 miliardi di euro (+0,1% rispetto al medesimo periodo del 2018, +4,0% per la regione Emilia-Romagna +2,3% per l'Italia). Il settore dei macchinari costituisce oltre un quinto (il 20,4%) delle esportazioni totali del territorio Romagna, con una variazione annua negativa del 2,7%; segue il settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2% rispetto al 2018, incidenza del 17,9%), i metalli e prodotti in metallo (-0,7%, incidenza del 10,8%), le altre attività manifatturiere (-5,1%, incidenza del 10,4%), i mezzi di trasporto (+25,2%, incidenza dell'8,7%) e i prodotti alimentari (+5,1%, incidenza del 7,8%). I prodotti dell'agricoltura costituiscono il 5,4% dell'export Romagna e hanno registrato un aumento del 5,3%.
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni sono, nell'ordine, la Francia (11,5% del totale), la Germania (10,3%), gli Stati Uniti (8,7%), il Regno Unito (7,1%) e la Spagna (4,4%); tra questi, da sottolineare gli incrementi verificatesi verso la Francia (+2,8%), la Germania (+2,2) e la Spagna (+1,7%) che si contrappongono alla stabilità degli Stati Uniti (-0,3%) e del Regno Unito (-0,1%).
Secondo i principali indicatori di output S3 (Smart Specialization Strategy) riguardanti le politiche e le azioni di innovazione, nel periodo 2014-2019, nell'area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono stati finanziati 748 progetti (547 a Forlì-Cesena, 201 a Rimini) per un totale di 622 imprese finanziate e 81 aziende coinvolte, ed erogati 67 finanziamenti a laboratori di ricerca, con 46 contratti; 20 sono state le nuove imprese create, 19 i brevetti generati dai progetti, 174 milioni di euro gli investimenti effettuati, 95 milioni di euro i contributi e 340 i ricercatori coinvolti, con 1.806 persone formate.
Le start-up innovative con sede nel territorio della Camera di commercio della Romagna (rilevate al 3/2/2020) sono 174 e operano principalmente nei servizi (128 unità) e nell'industria/artigianato (31 unità); in termini di variazione annua, si registra una diminuzione del 2,8%.
Nell'area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), al 31/12/2019, le aziende con certificazione di responsabilità sociale d'impresa (certificate SA8000) sono 27 (il 17,0% a livello regionale), tre in più rispetto al 2018. Secondo i dati dell'Osservatorio GreenER (ART-ER), a ottobre 2019 risiedono 1.161 imprese green (il 17,6% del totale regionale), con una crescita, rispetto a fine 2018, del 21,3%, superiore alla variazione positiva dell'Emilia-Romagna (+20,4%); nel settore Agroalimentare si concentra la metà delle relative imprese (581 su 1.161, 50,0% del totale), cui segue la Mobilità (104, 9,0%), l'Energia rinnovabile ed efficienza energetica (90, 7,8%) e il Ciclo rifiuti (81, 7,0%).
Le due province che costituiscono il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) presentano buoni posizionamenti in merito a variabili sociali, strutturali ed economiche di carattere multidimensionale che confluiscono nel variegato concetto di sviluppo sostenibile. Nella classifica SmartCity (ForumPA 2019), su 107 comuni, le città capoluogo della Romagna si collocano rispettivamente al 22° posto (Forlì) e al 20° (Rimini). In tale contesto, anche lo standing delle due province in termini di qualità della vita si conferma buono: infatti, secondo l'indagine de Il Sole 24 Ore, redatta su 107 province italiane, nel 2019 Forlì-Cesena risulta al 25° posto e Rimini al 17°.
Il quadro economico della provincia di Rimini (sintesi)
Nel 2019, pur con alcune criticità, sono state rilevate positive tendenze per il territorio riminese. I principali indicatori settoriali segnalano:
· PLV agricola in aumento, grazie al positivo contributo delle coltivazioni erbacee (in particolare le orticole e le foraggere)
· aumento del valore del pescato e della quantità commercializzata
· dinamica congiunturale del manifatturiero moderatamente positiva
· alcuni segnali positivi dal settore costruzioni da contestualizzare però in un quadro operativo alquanto ridimensionato
· vendite nel commercio al dettaglio stazionarie ma difficoltà nella piccola e media distribuzione
· stagione turistica sostanzialmente positiva (aumentano gli arrivi, stabili le presenze), in aumento le presenze straniere
· in calo i prestiti alle imprese; elevata l'incidenza delle sofferenze anche se in ridimensionamento
· in diminuzione la dinamica imprenditoriale artigiana, in linea con quella regionale e nazionale
· diminuzione delle cooperative ma con fatturato in aumento.
Legambiente: usiamo questi giorni sfortunati per studiare soluzioni all’inquinamento
(Rimini) “Stiamo vivendo settimane che non avremmo mai pensato di poter vedere: un blocco quasi totale degli spostamenti e delle attività produttive in tutta Italia. Una situazione dalla quale ci auspichiamo tutti di uscire al più presto, ma da cui possiamo ricavare insegnamenti e possibilità per approfondire i temi dell'inquinamento. Tema su cui, nelle ultime settimane, si sono sprecate valutazioni in tutte le direzioni e anche diverse esternazioni prive di fondamento”. Lo sostiene Legambiente che spiega: “La possibilità di studiare le dinamiche degli inquinanti dell'aria in condizioni di traffico praticamente assente avrà sicuramente dei risvolti positivi sul dibattito infinito legato all'emergenza aria che leggiamo ogni inverno sui nostri giornali. Una condizione che il mondo scientifico sta utilizzando per ribadire, nel caso in cui ancora qualcuno avesse dei dubbi, che l'aria irrespirabile delle nostre città è frutto del nostro stile di vita: in primo luogo la nostra eccessiva mobilità privata, basata su spostamenti di singole persone in grandi automobili mosse da carburanti fossili”.
L'Ispra ha pubblicato la scorsa settimana uno studio che dimostra come, in un solo mese, le concentrazioni di NO2 in pianura padana si siano ridotte tra il 40 ed il 50% (qui lo studio integrale). “Un risultato non da poco in una situazione – quella italiana e padana- in cui sono decine di migliaia ogni anno le morti premature da traffico, come segnalato anche dalle agenzie europee”.
Per quanto riguarda le polveri (le note PM10 e PM 2,5) per avere risultati confermati il periodo di analisi dovrà essere più lungo. “Infatti l'incidenza delle caratteristiche atmosferiche padane è sempre un elemento centrale. Nel breve termine lo abbiamo visto nelle giornate con livelli bassi di polveri ad inizio marzo, influenzate da un meteo favorevole, ma anche con l'impennata recente determinata da un afflusso proveniente dall'area del Mar Caspio (qui l'articolo integrale delle spiegazioni fornite da ARPAE)”.
Ciò non toglie che “già nei primi 30 giorni di blocco del traffico abbiamo potuto misurare riduzioni delle concentrazioni di PM10 nelle stazioni di monitoraggio "urbana traffico" (ovvero quelle più impattate dal traffico veicolare) come ha evidenziato uno studio preliminare di Arpa Toscana (studio integrale qui). Dallo studio sembra emergere un effetto più rilevante proprio nelle stazioni che monitorano l'inquinamento nelle zone urbane più trafficate”.
In un quadro come questo “girano purtroppo troppe "bufale", sia in rete che sulla stampa. I "negazionisti" dell'inquinamento dell'aria causato dal traffico veicolare hanno cercato di sfruttare queste variazioni di masse d'aria per dimostrare empiricamente che i blocchi del traffico siano inutili. Un approccio ben poco scientifico e non supportato da riscontri delle strutture che monitorano e studiano l'inquinamento dell'aria.
Ma affrontare il nostro modello di mobilità solo sulla base delle emissioni locali sarebbe una sottovalutazione del problema. Gli spostamenti con mezzi a combustibili fossili – dalle auto, ai camion, fino agli aerei – sono uno dei principali imputati del cambiamento climatico. Infatti, secondo le valutazioni dell'ISPRA, a causa delle restrizioni alla mobilità dovute al COVID-19, quest'anno si attende una consistente riduzione delle emissioni di gas serra su tutto il territorio nazionale. Nel primo trimestre del 2020 le emissioni sarebbero inferiori del 5-7% rispetto a quelle dello stesso trimestre del 2019”.
Il cambiamento climatico in questi ultimi giorni “si sta manifestando in modo altrettanto incontrovertibile: un inverno assente che ha anticipato la stagione agricola, seguito da importanti gelate che stanno causando dei danni alle produzioni. A questo poi si sta profilando all'orizzonte la possibilità di crisi idrica in Romagna, per le precipitazioni quasi assenti degli ultimi mesi. Su questo versante marzo sta registrando uno stop quasi totale delle vendite di auto. Il dopo crisi potrebbe essere il momento per interventi economici mirati nel modo giusto: incentivando un forte salto verso l’elettrico".
“Sfruttiamo questa sfortunata, ma irripetibile, situazione forzata– conclude Legambiente – per studiare problemi e soluzioni definitive all'inquinamento dell'aria, ed in generale verso un ripensamento dei nostri stili di vita quotidiani che fino a ieri credevamo immutabili”.
Covid: mille smartphone contro l’isolamento dei pazienti
(Rimini) Contro la solitudine e l’isolamento da Coronavirus, corre in aiuto la tecnologia. Nei reparti ospedalieri dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, stanno arrivando infatti 1.000 smartphone e 750 schede Sim: consentiranno ai pazienti ricoverati di dialogare con i propri cari, con i caregiver, o anche con gli psicologi, superando così la barriera fisica, ma anche emotiva, cui sono sottoposti per poter essere curati. Un’idea nata dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute e resa possibile grazie alla collaborazione di Unieuro Spa e Lepida, società in house della Regione.
“Tutto è partito da una riflessione sul profondo senso di solitudine che nasce, inevitabilmente, dall’isolamento dei pazienti in ospedale- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Si tratta, forse, di uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza sanitaria in atto, perché rende ancora più difficile e pesante il percorso di cura di chi è malato e fragile. Grazie all’intervento di Unieuro e Lepida- prosegue l’assessore- è nato questo progetto; un progetto di umanità, che esprime la volontà e la capacità da parte del nostro sistema sanitario di occuparsi anche della parte emotiva dei pazienti Covid, riducendo il carico di sofferenza causato dalla distanza, dall’impossibilità di toccare i propri cari, di parlare con loro, di vederli. Pubblico e privato si sono uniti e hanno lavorato insieme- conclude Donini- con un obiettivo comune: restituire calore e vicinanza a relazioni che la malattia ha forzatamente interrotto. La sanità pubblica, per noi, è anche questo”.
Il progetto.
Unieuro Spa si è attivata per donare 1.000 smartphone Motorola E6 play e per effettuare le consegne presso le Aziende ospedaliero-universitarie e le Aziende sanitarie locali dell’Emilia-Romagna; le prime sono avvenute proprio in questi giorni. Saranno poi le singole strutture a distribuire i dispositivi nei reparti.
Per ovviare al problema di un’eventuale scarsa copertura di campo (dove, in sostanza, il wifi funziona poco), Lepida ha acquistato 750 Sim di tipologia M2M, che potranno essere utilizzate qualora non siano disponibili collegamenti adeguati (segnale basso). Per quest’attività le Aziende possono fare riferimento a Lepida, che negli anni scorsi ha supportato, ad esempio, l’estensione della rete EmiliaRomagnaWiFi.
Dove sono state effettuate le consegne dei primi 498 apparecchi. Ad oggi sono stati consegnati i primi 498 apparecchi, così distribuiti: 62 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena; 46 all’Ausl di Modena; 150 all’Ausl di Piacenza; 165 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma; 75 all’Ausl di Parma. A breve verranno consegnati gli altri 502 smartphone, così suddivisi: 143 all’Ausl della Romagna, 54 all’Ausl di Bologna, 67 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna, 149 all’Ausl di Reggio Emilia, 30 all’Ausl di Imola, 32 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, 23 all’Ausl di Ferrara, 4 all’Istituto Ortopedico Rizzoli
Gnassi: moltiplicare lo sforzo fino a Pasqua
(Rimini) “Sinora è stata dura, durissima”. Inizia così l’intervento di oggi del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, per chiedere di andare avanti come le misure restrittive anti coronavirus. “Abbiamo cambiato le nostre vite, abbiamo chiesto a tutti di restare a casa e alle imprese di chiudere. Ma non è finita qui”.
Rimini, i sindaci della provincia di Rimini, il Prefetto, “già da settimane ormai hanno deciso di intraprendere la via più ripida per tutelare la salute e salvaguardare il sistema sanitario al limite. Una serie di prescrizioni e di limitazioni molto rigorose che la Regione Emilia Romagna ha accettato, quindi esteso alla provincia di Piacenza, e infine quel modello è stato fatto proprio dall'ultimo decreto governativo”. Su questa stessa strada, dobbiamo procedere ancora almeno fino al 13 aprile. “Questo non è il momento di tirare il fiato, né un sospiro di sollievo. Al contrario. Adesso e ancora serve proseguire questo nostro sforzo. Per questo stamane ho inviato, insieme al Presidente della Provincia Santi e concordando con il presidente della Regione Bonaccini, una lettera al Presidente Giuseppe Conte chiedendo espressamente che l'ordinanza 'Rimini' venga reiterata fino al 13 aprile. Perché proprio l'ordinanza 'Rimini' fa parte di una strategia aggressiva verso il Coronavirus, cominciata proprio qui sul territorio riminese, che proprio in questi giorni nell'intera Emilia Romagna viene agganciata alla nuova serie di test sierologici per incrementare il numero e la precisazione dei test”.
Guardare alle curve statistiche, alla cauta discesa delle ultime giornate “ha un valore empirico. Dobbiamo stare invece ai dati scientifici, alle valutazioni prettamente sanitarie. E tutte queste ci indicano la necessità di prorogare le misure restrittive. Proprio ieri l'assessore regionale alla Sanità ha messo in evidenza come, se ancora due settimane fa l'incremento medio giornaliero del contagio nella nostra provincia superava anche il 15 per cento, adesso si attesta sullo 0,7 per cento, sotto la media regionale del 3,5 per cento. Le misure di distanziamento sociale a cui abbiamo deciso con responsabilità di attenerci evidentemente funzionano. E allora dobbiamo proseguire, e non fermarci”.
Per Gnassi, “dobbiamo ribaltare il concetto: proprio rispettare un'ordinanza così rigorosa ha l'esclusivo scopo di farci tornare prima alla vita libera di esprimersi. Il professor Ricciardi (Walter, dell’Oms, ndr) parlando dell'epidemia, dei contagi e dei decessi ha correlato questi, il loro numero maggiore o minore, proprio in relazione alle misure di contenimento sociale. In assenza di queste misure, secondo il professor Ricciardi, sicuramente i decessi sarebbero stati tre o quattro volte tanto”.
Nella nostra provincia, “sinora, sono stati purtroppo un centinaio. Fare sacrifici, stare a casa, chiudere le attività produttive, le scelte che abbiamo preso qua, questo lavoro enorme e di un intera comunità, la nostra riminese, ha salvato centinaia di persone. Ha permesso sin qui alle strutture ospedaliere di reggere un urto enorme. Non è scontato che ciò sia automatico. Se i medici gli operatori sanitari gli infermieri sono al fronte , la nostra comunità ognuno di noi è la retrovia che li deve supportare. Stando insieme e compatti salviamo vite e contribuiamo a uscirne prima. Che è la vera cosa che conta anche per il lavoro e l'economia. Un orizzonte c'è. E noi lo conquisteremo”. Ribadisce Gnassi, “il dopo dipende da come affrontiamo questo durante. Per martedì 7 convocherò associazioni e sindacati per il Forum straordinario della Ripartenza, dentro al piano strategico. Il giorno prima, con l'assessore Corsini si farà il punto sul turismo presente e che verrà. Ci siamo ma prima di rivedere la luce che attendiamo dobbiamo moltiplicare lo sforzo fino a Pasqua”.
3 aprile
Il virus allenta la presa | Tamponi sulle auto | L’Istat sui decessi
Confcommercio: aziende chiuse non producono rifiuti, tari dovrà eslcudere i mesi dell’emergenza
“Le tante aziende del territorio chiuse per Decreto o per Ordinanza regionale sono concentrate su come fare fronte alle imminenti scadenze. Uno dei tributi che pesa di più nell’economia delle attività legate ai pubblici esercizi e al commercio e è la Tari, la tassa sui rifiuti di cui più e più volte abbiamo parlato per la sua grandissima incidenza sui costi di gestione delle attività. Per molti piccoli imprenditori è un autentico incubo, per tutti una tassa difficile da sostenere perché il servizio ha un costo notevole e in costante aumento nel tempo”, –spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino .
“Ora che i nostri ristoranti, i nostri bar, i nostri negozi e moltissime altre tipologie di imprese sono completamente chiuse, e non per scelta personale del gestore, sono stati di fatto azzerati i quantitativi di rifiuti prodotti. Chiediamo dunque a gran voce che quando arriverà il momento dei prossimi conteggi, per le utenze non domestiche venga tenuto conto di questa mancanza totale di passaggi da parte del gestore per la raccolta e lo smaltimento di ogni tipo di rifiuto. Diamo per scontato che per questo periodo di inattività delle imprese non vengano loro conteggiati oneri, non essendoci di fatto stato un servizio per la mancanza di produzione dei rifiuti stessi. Ci aspettiamo comunque una ridefinizione del “quantum”, la possibilità di dilazioni e uno spostamento delle scadenze. Ben vengano intanto le iniziative dei Comuni che man mano si stanno adoperando per procrastinare le scadenze delle imposte, ma anche la partita della Tari non è fuori dal contesto, in questo momento in cui agli imprenditori manca la liquidità per fare fronte a questa e alle altre imposizioni, per di più con un futuro impossibile da prevedere”.
Santarcangelo Festival si riorganizza e lancia il ‘suq dei sogni’
(Rimini) “Stiamo lavorando per immaginare cosa e come sarà Santarcangelo Festival 2020 e ne daremo notizia entro la fine di aprile. Intanto abbiamo disegnato un progetto per questo tempo sospeso e difficile per restare uniti nella distanza”. Lo ha spiegato ieri ai giornali il team di Santarcangelo Festival.
"Avevamo deciso da tempo che ‘Futuro fantastico’ (il titolo di un breve racconto che Isaac Asimov scrisse nel 1990 prefigurando – ottimisticamente – i giorni nostri) sarebbe stato il claim di questa "far-out" edizione, che guarda ai cinquant'anni trascorsi per immaginare il 2050. Poi è arrivata la pandemia a rendere ancora più infetti i pallidi tentativi di prefigurare futuri migliori. Dopo il debito smarrimento e infiniti ripensamenti sui colori, le striature, le derive semantiche in cui immergere questa fatidica edizione 2020 – che inevitabilmente, date le incertezze attuali, avrà una nuova veste d'emergenza – abbiamo deciso che sì, avremmo continuato a usare Futuro fatastico per nominarla”, spiegano gli organizzatori.
Perché, infatti, proprio ora rinunciare ai rilanci fantastici e alle visioni utopiche?
“Questo inquietante scenario era già stato incredibilmente predetto da innumerevoli film e romanzi di fantascienza (nonché da molti scienziati) tanto che al momento, immersi nella sindrome distopica, abbiamo sentito un inspiegabile senso di déjà-vu... e la crudezza del reale si è tinta, almeno per noi cresciuti a cyber-visioni, dei colori acidi di tante illustrazioni fantascientifiche, come questa immagine, anch'essa prodotta in tempi non sospetti, che avevamo scelto per il Festival. Usiamo il passato perché oramai c'è inevitabilmente un prima e un dopo il virus e questo spartiacque ce lo porteremo tatuato in corpo. Avevamo immaginato questa invasion della piazza santarcangiolese, ricorrendo alla mano di un noto e brillante illustratore che ora ha sostituito il mitico Karel Thole nel disegno delle copertine della serie "Urania": Franco Brambilla; a lui avevamo affidato questa illustrazione retro-futuristica. Ed è molto leggibile: un intervento su una cartolina vintage di Santarcangelo, con l'arrivo di alieni "amichevoli" e di una piovra gigante mono-oculare non così terrorizzante, ma anzi dolcemente adagiata sul lastricato della piazza con i tentacoli a esplorare il vicinato... questa era l’immagine".
Questa è l'immagine oggi. “La lettura si rifrange inevitabilmente sui fatti del momento e forse ora potremmo intenderla come un invito, netto, ad imparare a convivere con il mostro che è entrato nelle nostre vite, e che non se ne andrà più. L'intruso è parte di noi e dovremo appunto imparare a conoscere "le virtù del virus" come scrive Rocco Ronchi nell'omonimo articolo: "Il virus è il segno dell'eterna condizione umana. Casomai ci fossimo colpevolmente scordati della nostra mortalità, finitezza, contingenza, mancanza, ontologica deficienza ecc. ecc., ecco che il virus ce le rammenta, coartandoci alla meditazione e rimediando così alla nostra distrazione di consumatori compulsivi (...) Per l'intelligenza critica che si esercita sul fenomeno virus, Covid 19 è per lo più il nome da film di fantascienza con cui si certifica un sapere pregresso."
Cosa si sogna in tempo di pandemia, cosa si desidera? “Mettiamoli in piazza, raccontiamoli, scambiamoli, facciamoli diventare collante e carburante per ripartire! L'opposto del panopticon è il SUQ, spazio impossibile da controllare nella sua concentrica conformazione e per il caos innato che lo compone.
Nasce per questi giorni di attesa e preparazione della virtuale edizione 2020 il ‘Dream suq’ di Santarcangelo Festival. "Il suq è il luogo deputato allo scambio delle merci. Si sviluppa all'interno di piazze con andamento a cerchi concentrici". Assumiamo la connotazione a spirale che hanno questi caotici e colorati mercati del mondo arabo per costruire una piattaforma aperta e plurigestita che accolga voci e proposte "da mettere in piazza" ora che non si può. È un gruppo Facebook, collettore aperto di proposte-sogni-visioni culturali/artigianali, locali e internazionali. Un labirinto informale in cui condividere, scambiare, suggerire, mettere in campo saperi e pratiche: un mercato senza moneta, o meglio la cui unica moneta è la solidarietà nella solitarietà di questo momento”.
Coronavirus, la mappa del contagio in provincia: undici nuovi positivi
(Rimini) In merito agli aggiornamenti sul quadro sanitario della provincia di Rimini, oggi sono sei le nuove guarigioni cliniche di pazienti precedentemente risultati positivi a coronavirus, sono tutti uomini. I pazienti attualmente guariti risultano essere nel complesso 65. Altre trenta persone circa sono uscite dalla quarantena, per cui il relativo totale complessivo è di oltre quattrocento. Restano attualmente in isolamento domiciliare circa 2mila persone, comprendenti sia gli ammalati sia chi ha avuto contatti stretti con casi positivi accertati.
Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, nella giornata odierna se ne contano undici, comunicati dalla Regione. Il totale si attesta su 1.456 casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, distinguendo 1.386 residenti in provincia e 70 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno, 5 pazienti sono maschi e 6 femmine. Di questi pazienti 6 sono in isolamento domiciliare perché privi di sintomi o con sintomi lievi e 5 ricoverati, e nessuno in Terapia intensiva.
Purtroppo sono stati segnalati 4 ulteriori decessi di residenti in provincia: 3 uomini, 2 di 82 e 1 di 94 anni e una donna di 81 anni.
Coronavirus, tamponi ‘drive through’ per i pazienti guariti dal covid
(Rimini) Partirà da domani anche a Rimini la modalità del ‘drive through’ per effettuare tamponi in modo più rapido e ottimizzando le risorse umane a disposizione. All’operazione è stata destinata la vecchia “camera calda” dell’ospedale Infermi, sulla salita che conduceva al Pronto soccorso (prima del trasferimento nel nuovo Dea alcuni anni fa) e che al momento non era utilizzata con continuità. “Tali locali, molto ampi e facilmente arieggiabili, ben si prestano all’effettuazione dei tamponi dall’auto ed allo stesso tempo garantiscono protezione agli operatori che eseguono i tamponi anche in caso di intemperie”, sottolineano dalla Prefettura.
All’accesso della rampa che conduce alla camera calda, che sarà adeguatamente evidenziata con apposita segnaletica, un operatore “regolerà il traffico” delle auto in ingresso, che saliranno in maniera scaglionata ed entreranno nell’ex camera calda. All’interno, gli operatori, dotati di tutte le misure di protezione individuale previste, raccoglieranno il tampone nasofaringeo del paziente senza bisogno che questi scenda dall’auto. Dopodiché il paziente farà il percorso inverso e rientrerà a casa. Coloro che si recheranno al drive through, modalità utilizzata per effettuare i tamponi di verifica su pazienti che non hanno più sintomi, saranno contattati per l’appuntamento dall’Azienda sanitaria e dovranno recarsi sul posto seguendo il percorso più breve e diretto possibile.