7 aprile
Volontari in corsia | "Ottobre è il nuovo luglio" | Pasqua controllata
La mappa del contagio: 1.575 persone positive nel riminese (+22 oggi)
(Rimini) Si registrano oggi 25 guarigioni di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus, con doppio tampone negativo. Si tratta di 8 pazienti di sesso femminile e di 17 uomini. Altre 30 persone circa sono uscite dalla quarantena, per cui il totale complessivo è pari a oltre 500. Restano attualmente in isolamento domiciliare poco meno di 2.000 persone, comprendenti sia gli ammalati sia chi ha avuto contatti stretti con casi positivi accertati. Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, nella giornata odierna se ne contano 22, comunicati dalla Regione, di cui uno residente fuori provincia. Al riguardo, AUSL precisa che il numero di nuovi contagi è per la prima volta inferiore al numero dei guariti.
Il totale si attesta su 1.575 casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, distinguendo 1.495 residenti in provincia e 80 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno dei residenti 12 pazienti sono maschi e 9 femmine. Venti persone sono in isolamento domiciliare perché privi di sintomi o con sintomi lievi e l’unico ricoverato non è in terapia intensiva. Purtroppo, si sono verificati 6 ulteriori decessi di residenti in provincia, di cui 4 donne di 78, 86, 88 e 91 anni e 2 uomini di 80 e 84 anni.
La diffusione del virus comune per comune: Rimini 560, Cattolica 201, Riccione 201, San Giovanni 116, Misano 107, Coriano 55, Santarcangelo 45, San Clemente 34, Morciano 28, Montescudo MonteColombo 27, Novafeltria 26Bellaria Igea 26, Saludecio 16, Verucchio 16, Pennabilli 10, Mondaino 8, San Leo 7, Montefiore 6, Poggio Torriana 6, Montegridolfo 5, Gemmano 4, Talamello 3, Maiolo 2, Sant’Agata 1.
“Ho subito pensato che avrei voluto dare una mano”. Dalla pensione a Rimini contro il covid
(Rimini) Per anni si è occupato di rianimazione ed emergenza in Liguria, la sua Regione, dove ha diretto il servizio 118 di Lavagna, Genova, e ha lavorato sull'elisoccorso. E ora che si stava godendo il meritato riposo, quando la Protezione civile ha attivato un bando per reclutare medici volontari da inviare nelle zone in cui la Covid 19 colpisce, ha risposto subito "presente".
Il dottor Filippo Arcidiacono, 69 anni, di Genova, è un medico anestesista che da dal 2 aprile lavora all'Ospedale "Infermi" di Rimini, a supporto dell'equipe del dottor Giuseppe Nardi.
Dottore, cosa l'ha spinta ad accettare questa nuova sfida?
"Il lavoro nel settore dell'emergenza e rianimazione mi ha sempre appassionato, come testimonia anche il mio curriculum. Sono in pensione, ma continuavo a lavorare ugualmente, anche se con ritmi meno serrati. Quando è scoppiata l'infezione da Covid 19 ho subito pensato che avrei voluto dare una mano e, per il lavoro che ho sempre fatto, mi sentivo in grado di darla. Ho fatto richiesta di essere impiegato nel territorio in cui vivevo, ma in quel momento non era così necessario. Nel frattempo è uscito il bando della Protezione civile e, come tantissimi colleghi di tutt'Italia, mi sono subito candidato. Non ce la facevo più a limitarmi a guardare la situazione in televisione. Mi sembrava importante dare il mio contributo. Così è arrivata la chiamata, ed eccomi qua".
Che realtà si è trovato di fronte?
"Per certi versi è stato come tornare indietro nel tempo. Nel senso che dopo qualche anno mi sono ritrovato a lavorare a ritmi molto spinti. E d'altra parte l'ospedale di Rimini ha una dotazione tecnologica d'avanguardia con molte cose nuove con cui prendere confidenza. Ho visto anche la flessibilità con la quale è stato possibile ampliare il reparto di Rianimazione".
Qualche sentimento di ansia? Di paura?
"Beh un po' di paura credo sia normale. Però devo dire che anche nel mio lavoro precedente un margine di rischio c'era, ho lavorato anche in elisoccorso e al 118, per cui in generale sono abbastanza sereno. Devo dire che ho trovato una situazione in cui i protocolli sono seguiti più che alla lettera, direi in modo maniacale ma nel senso positivo del termine, per cui siamo ben protetti e 'bardati', come giusto, e questo aiuta".
Era mai stato a Rimini prima?
"No non c'ero mai stato. E anche ora da un certo punto di vista è come non esserci, perché divido l'intera giornata tra l'ospedale e il mio alloggio. Giusto 10 minuti per il tempo del tragitto, che per fortuna in questi giorni posso fare con un po' di sole... Ma quando tutto questo sarà finito voglio tornare e conoscere meglio la città".
Together we can: Rockin’1000 per la protezione civile
(Rimini) Together we can è l’operazione musicale realizzata da Aperol e Rockin’1000 per supportare attivamente la Protezione Civile, impegnata in prima linea nel fronteggiare l’emergenza in atto.
Insieme per fare bene, Aperol e Rockin’1000 hanno creato un’enorme band composta da 1200 musicisti che uniti virtualmente, ciascuno dalla propria casa, hanno cantato e suonato “Una musica può fare” di Max Gazzè. Il risultato è un emozionante video corale che racchiude tutti i contributi audio e video realizzati dai musicisti che hanno risposto alla chiamata, per lanciare insieme una raccolta fondi destinata alla Protezione Civile.
La partecipazione a Together We Can è stata aperta a tutti, a partire da Rockin'1000 - la più grande Rock Band al mondo, estendendo l'invito anche ai musicisti che non fanno parte della Community, registrando ben 1215 contributi audio-video. A fare da sfondo sono i salotti, le cucine, le camere da letto dei partecipanti che, suddivisi in 450 chitarristi, 273 cantanti, 186 bassisti, 162 batteristi, 60 tastieristi, 53 saxofonisti, 20 trombe e 11 tromboni, provengono da aree geografiche tutte diverse: Italia, Francia, Austria, Germania, Belgio, Svizzera, Russia, Argentina, Inghilterra e Tunisia.
Mai come ora, quello che la musica può fare è generare tanta solidarietà. Una musica può farci sentire più vicini, più uniti. Anche se lontani, insieme possiamo ridere, cantare una canzone, condividere emozioni e, soprattutto, dare un contributo per sostenere l'emergenza.
Per questo motivo, per ogni partecipante Aperol e Rockin'1000 hanno donato 50€ e, una volta arrivati a 1.000 partecipanti, Aperol ha raddoppiato la donazione. Grazie a TOGETHER WE CAN, sono stati così raccolti già 100.000 euro a favore della Protezione Civile, e insieme possiamo fare anche di più. Chiunque può unirsi e partecipare alla donazione, perché insieme siamo più forti.
Si ringraziano gli autori della composizione musicale “Una Musica Può Fare” Max e Francesco Gazzè, il management OTR e le edizioni Sony/ATV Music Publishing per aver aderito all'iniziativa promossa da Aperol e Rockin’1000.
Regione: tre milioni di mascherine gratuite per i cittadini
(Rimini) Tre milioni di mascherine saranno messe a disposizione gratuitamente dalla Regione per tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna. Di queste, un milione viene destinato al sistema delle imprese, per garantire il rispetto dei rigidi requisiti di sicurezza qualora dovessero concretizzarsi ipotesi di graduali riaperture in alcuni comparti economici. Nel momento in cui si rafforza la risposta sociale e individuale contro il Coronavirus, con la conferma di misure regionali ulteriormente restrittive rispetto a quelle nazionali, si vuole incentivare il più possibile l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale soprattutto nei luoghi chiusi come i servizi essenziali e gli esercizi di vendita, a partire dagli alimentari, la cui attività non è stata sospesa. Per ovviare alle difficoltà di chi non riesce a reperirle, la Regione è pronta a partire con questa prima fornitura.
A partire da mercoledì, le mascherine saranno distribuite ai Comuni tramite la rete della Protezione civile regionale dei COC, i Centri operativi comunali. I Comuni provvederanno quindi a renderle disponibili attraverso le modalità che riterranno più efficaci e che potranno passare anche per le farmacie e parafarmacie o punti come edicole e tabaccherie.
“Siamo abituati a parlare con fatti concreti e realizzabili- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- e lo stesso proviamo a fare in questo caso. Mettiamo subito a disposizione un numero di mascherine pari a tre emiliano-romagnoli su quattro, con l’obiettivo di proseguire a farlo sulla base di quelle che saranno le reali esigenze e dopo aver garantito i dispositivi di protezione in primo luogo a chi è in prima linea ogni giorno, e cioè gli operatori sanitari e socioassistenziali. Senza proclami, intendiamo continuare a fare tutto ciò che è possibile e necessario fare per fermare il contagio”.
E’ infatti prevista la possibilità di aggiungere nuove forniture per i cittadini nei giorni successivi, in base a un monitoraggio delle reali esigenze e sulla base dell’approvvigionamento dei dispositivi sia dal livello nazionale, vista l’intenzione del Governo di procedere con sempre maggiori quantitativi, sia dalla produzione regionale, oltre che delle commesse che la Regione sta realizzando in prima persona. Prima di tutto, però, si continuerà a lavorare per garantire in primo luogo la fornitura di mascherine e dispositivi di protezione individuale a tutto il personale sanitario, dei servizi socioassistenziali (Case riposo anziani e Case famiglie) e delle professioni sanitarie. La sicurezza di chi lavora in prima linea resta la priorità.
Aggiornamento coronavirus: casi in aumento contenuto
(Rimini) Sono 17.556 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 467 in più rispetto a ieri: un aumento tuttavia contenuto se paragonato a quello dei giorni scorsi (tra sabato e domenica, infatti, l’aumento era stato di 549 unità). E sono 72.163 i test effettuati, 2.177 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Complessivamente, sono 7.795 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (317 in più rispetto a ieri); 372 le persone ricoverate in terapia intensiva: due in meno rispetto a ieri, così come continuano a diminuire i ricoverati nei reparti non di terapia intensiva, che oggi sono 3.804 (-35). In calo anche i decessi: 57, purtroppo, quelli nuovi - di cui 31 uomini e 26 donne - ma il giorno prima erano stati 74); il numero complessivo sale così a 2.108.
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 2.397 (196 in più rispetto a ieri), 1.432 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 965 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 13 in quella di Parma, 8 in quella di Reggio Emilia, 6 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (nessuno nel territorio imolese), 2 in quella di Ferrara, 1 nella provincia di Forlì-Cesena (a Forlì), 6 in quella di Rimini.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 2.936 Piacenza (44 in più rispetto a ieri), 2.317 Parma (42 in più), 3.167 Reggio Emilia (101 in più), 2.691 Modena (82 in più), 2.300 Bologna (93in più), 317 Imola (3 in più), 510 Ferrara (22 in più), 728 Ravenna (20 in più), 1.015 Forlì-Cesena (di cui 546 Forlì, 20 in più rispetto a ieri, e 469 a Cesena, 18 in più), 1.575 Rimini (22 in più).
Ottici aperti, esclusi da credito d’imposta sugli affitti. Federottica protesta
(Rimini) Serrande alzate, poche e solo per i servizi d’urgenza. Gli ottici della provincia di Rimini hanno risposto presente alla chiamata per far fronte a tutte le urgenze legate al mondo dell’ottica, seppure con le dovute misure di precauzione e nella quasi totalità con orari ridotti.
“Non ci siamo sottratti a questo compito di servizio – spiega Claudio Corso, presidente di Federottica aderente a Confcommercio della provincia di Rimini –. Sì, perché di servizio si tratta: siamo aperti, ma non lavoriamo nel vero senso della parola. Siamo al servizio di tutti coloro che hanno problemi urgenti legati alla vista, da chi rompe gli occhiali a chi li deve urgentemente cambiare, fino a chi utilizza solitamente le lenti a contatto e che ora ha bisogno di consigli e materiale informativo. Ritengo che il decreto che obbliga ad uscire solo per necessità sia tutto sommato rispettato dai riminesi, per cui i pochi clienti che entrano e richiedono i nostri servizi sono per la maggior parte operatori sanitari e delle forze dell’ordine. Alcuni colleghi, per dare un aiuto ancora più concreto a chi combatte il virus in prima linea, hanno aderito anche all’iniziativa di fornire gratuitamente le lenti a contatto giornaliere monouso al personale sanitario, ai volontari della Protezione civile e alle forze dell’ordine”.
Essendo una delle attività considerate di prima necessità (art. 2 Ordinanza del Ministero della Salute 3 aprile 2020), i negozi di ottica sono rimasti esclusi da una importante misura di sostegno: la possibilità di avere un credito di imposta del 60% sull’affitto (art. 65 DL “Cura Italia”). “Ci sembra una ingiustizia – spiega Corso – e come Federottica insieme a Confcommercio stiamo cercando di porvi rimedio. I nostri negozi sono sì aperti, ma di fatto non lavorano e per chi paga un canone mensile d’affitto sarà impossibile poterlo saldare. Pensando al futuro, per la nostra professione sono tanti gli interrogativi. Anche se per noi la disinfezione degli strumenti e degli spazi è sempre stata regolare e fondamentale dopo ogni prestazione, non sappiamo come ci dovremo comportare quando si potrà riaprire. Ora però l’importante è debellare in fretta questa emergenza e ripartire il prima possibile. Per le nostre attività e per la nostra città, che vivendo di turismo rischia di pagare un prezzo pesantissimo a questa pandemia”.
Polizia municipale: 5 denunce nel week end di sole
(Rimini) Non si ferma la macchina dei controlli messi in campo dalla Polizia Locale e da tutte le Forze dell'Ordine in sinergia fra loro. Un'attività necessaria soprattutto in questo periodo, in cui, dopo alcune settimane che i dati dei contagi sembrano migliorare, è facile abbassare la guardia e pensare erroneamente che è tutto alle nostre spalle. Non è così. La mole di controlli e le verifiche che, anche in questo fine settimana, hanno portando avanti ininterrottamente gli agenti della Polizia Locale, sono ancora una misura indispensabile per contenere e gestire l'emergenza epidemiologica derivante da Covid-1 e per limitare il contagio, nel rispetto degli obblighi previsti dalle disposizioni ministeriali e regionali.
Sono 1.780 in tutto le persone controllate da giovedì 2 a domenica 5 aprile, da cui sono state acquisite in totale ben 1.293 autocertificazioni; 1.142 invece gli esercizi commerciali e le attività oggetto del controllo della Polizia Locale. Quattro giorni di controlli nei quali sono state fatte 5 sanzioni in tutto per aver trovato persone che, senza rispettare le disposizioni, sono uscite di casa con motivazioni futili e non previste dalle normative approvate per il contenimento della pandemia.
Numeri che si inseriscono in un quadro ben più ampio dal quale si legge che il totale delle persone controllate dalla Polizia Municipale, dall'inizio dell'emergenza ad oggi, è di 8704, per 5366 autocertificazioni acquisite che si aggiungono ai 7386 esercizi pubblici in cui è stata verificata la chiusura oppure, nel caso delle attività commerciali con apertura consentita, il rispetto delle disposizioni sanitarie previste. Dal report totale dei controlli, fornito dall'organo di controllo comunale, emerge anche un totale di 92 violazioni contestate, di cui 53 denunce, ex art 650 (ora trasformato in sanziona amministrativa), 32 sanzioni, 3 dichiarazioni false di autocertificazione e 4 violazioni emerse dalle verifiche sulle attività commerciali.
In riferimento alle tante autocertificazioni acquisite la Polizia Locale ha in questi giorni organizzato un ufficio dedicato esclusivamente al controllo della veridicità delle informazioni rese per iscritto. Un ulteriore controllo, incrociato con tutti gli enti territoriali, dal quale potranno emergere eventuali altre violazioni degli articoli 495 e 496 del Codice Penale, che prevede le "false dichiarazioni rese ad un Pubblico Ufficiale".
Già a partire dalla giornata di oggi, inizio della settimana di Pasqua, Il Comando della Polizia locale fa sapere che è stato alzato il livello dei controlli. Uno sforzo eccezionale che durerà per tutto il periodo di queste feste, in cui sono previste 8 pattuglie per ciascun turno di lavoro: mattino, pomeriggio e sera, per un totale di 45 agenti che si concentreranno soprattutto nelle zone dei parchi, nella spiaggia, nelle strade chiuse con il confine sud, nel centro storico e sui varchi della statale 16. Uno sforzo dedicato ai controlli su persone e veicoli in circolazione, messo in atto con tutte le forze dell'ordine in coordinamento tra loro, teso a garantire il rispetto delle misure di sicurezza, che si intensificherà ulteriormente nel fine settimana.
"Tutte le forze dell'ordine - ricorda Sadegholvaad Jamil, Assessore alla sicurezza e igiene pubblica - sono impegnate per garantire il rispetto delle disposizioni che in queste settimane si sono susseguite per fare fronte al contenimento del contagio dei COVID19. E' fondamentale rispettare tutte le disposizioni date, per questo continueranno a vigilare le forze dell'ordine per strada, nei parchi, in spiaggia e in città, in particolare in questa settimana. Abbiamo fatto tanto fino ora ma è ancora necessario resistere. E' un obbligo anche morale che abbiamo nei confronti degli uomini e delle donne che sono al fronte negli ospedali a lottare facendo ogni giorno un lavoro straordinario. Non possiamo vanificare i sacrifici di queste persone. Il Comune ha organizzato diversi servizi che vengono incontro alle persone che stanno a casa, la spesa a domicilio, le lezioni a casa per i bambini con gli educatori, le convenzioni con i taxi e noleggio con conducente per portare la spesa casa e fare servizi legati alla disabilità e oggi. Dobbiamo tenere duro, ciascuno facendo la sua piccola parte. Per questo è necessario ridurre al minimo le uscite solo per comprovate esigenze, assoluta urgenza oppure situazioni di particolare necessità e motivi di salute."
Coronavirus, Cia chiede di riaprire i mercati alimentari
(Rimini) Cia-Agricoltori Italiani Romagna non ha mai smesso di lavorare sulla riapertura dei mercati agricoli. Ora, con l'entrata in vigore dell'ordinanza del 3 aprile, Cia Romagna chiede ai sindaci di riattivare, nei modi consentiti, i mercati di prodotti alimentari. Infatti, la recente ordinanza - emessa dal ministero della Salute, d'intesa con il Presidente della Regione Emilia-Romagna - li permette. È stata così accolta la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani. L'articolo 1 lettera d) dell'ordinanza del 3 aprile 2020, ne permette la riapertura alle condizioni indicate: "Non sono sospesi all'interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari a condizione che l'accesso sia regolamentato in modo da consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro".
La riapertura dei mercati avrebbe l'importante effetto di ridurre la pressione dei consumatori sui centri commerciali e sui negozi di prodotti ortofrutticoli che, inevitabilmente, in questo periodo, come documentato da servizi giornalistici, subiscono una pressione eccessiva da parte dei consumatori. Eviterebbe, inoltre, di sprecare gran parte della produzione che in questo periodo d'inizio primavera arriva a maturazione. Cia Romagna assicura che da parte sua e degli agricoltori associati sarà data la massima collaborazione per garantire il rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente a tutela della salute di tutti
Coronavirus, GP Nuvolari rimandato a settembre
(Rimini) L’incertezza dettata dal coronavirus non ferma il Gran Premio Nuvolari. Il protrarsi dell'emergenza pandemia e i provvedimenti nazionali e locali adottati per contrastarne la diffusione, al momento non hanno interrotto i lavori, seppur rallentati, per l'organizzazione da parte della Scuderia Mantova Corse della trentesima edizione del Gran Premio Nuvolari, ad oggi confermato dal 17 al 20 del prossimo mese di settembre. "Auspichiamo che per quella data - si legge in una nota dell'organizzazione - lo spirito ed il tessuto economico del nostro Paese abbiano intrapreso quel processo di lenta ma progressiva ripresa, imprescindibile per la salute morale ed economica di tutti noi". Il Gran Premio Nuvolari 2020 sarà un'edizione a tutti gli effetti speciale, non solo perché taglierà il traguardo della sua trentesima edizione, ma anche perché costituirà anche l'edizione zero di un evento di successo ma rivisto oggi con occhi nuovi. "Al di là della riconosciuta valenza agonistica - fanno sapere gli organizzatori - apprezzeremo più di ogni altra cosa la possibilità che il Gran Premio Nuvolari 2020 ci darà di tornare a viaggiare insieme, di godere delle bellezze del meraviglioso territorio italiano e del calore affettivo che solo una moltitudine di appassionati dell'Automobilismo più vero può dare". L'evento internazionale di regolarità per auto storiche si svilupperà in tre tappe, lungo la direttrice classica Mantova-Rimini-Siena-Rimini-Mantova. Venerdì 18 settembre, la sfilata delle 300 auto storiche partirà da Piazza Sordello a Mantova, attraverserà le strade dell'Emilia per fermarsi all'Autodromo di Modena e Rimini. Sabato 19, la seconda tappavedrà gli equipaggi percorrere la Strada Statale Adriatica, col transito sul passo del Viamaggio. Seguiranno poi le campagne fiorentine e le colline del Chianti, arrivando infine a Siena. La carovana proseguirà alla volta di Piazza Grande, nel cuore di Arezzo e poi di nuovo a Rimini. Domenica 20 settembre gli equipaggi prenderanno la via del ritorno verso Mantova (Ansa).