(Rimini) Preoccupazioni e prospettive per la ripartenza al centro del primo tavolo presieduto dal sindaco Andrea Gnassi tra le associazioni di categoria (tra cui Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Camera di Commercio, Aia, Coldiretti, Confagricoltura), le tre sigle sindacati, Piano strategico, per discutere e raccogliere propose per costruire la ripartenza e dunque il futuro di Rimini e del territorio. Tanti gli argomenti affrontati: dalle azioni messe in campo per il contenimento dell'emergenza sanitaria, che hanno raccolto la condivisione di tutte le parti, al futuro della sanità, delle imprese, del commercio e alle strategie immediate per affrontare una stagione turistica mai così piena di incognite.
"Il significato di questo tavolo – spiega il sindaco Gnassi è quello di creare una piattaforma Rimini-Romagna per trovare le condizioni e le strategie le proposte per uscirne insieme e per  la ripartenza del sistema produttivo di beni e servizi. Potremo essere una delle zone più colpite dalla conseguenze della pandemia, ma anche una di quelle che potrà ripartire con il maggior slancio, con strumenti proposte modalità originali che partono dallo shock e impongono riorganizzazione e innovazione  dei processi e dei prodotti. Da un lato subito i provvedimenti di governo e Europa su liquidità credito cassa integrazione devono trovare un atterraggio concreto verso le imprese senza burocrazia e tempi tali che troverebbero le imprese già colpite a morte. Dall'altro avvertiamo forte l'urgenza di far sì che questo shock possa essere l'occasione per necessariamente inventarci qualcosa di nuovo, com'è nella natura del nostro territorio. Siamo esposti, ma da questo tavolo possono partire spunti importanti di innovazione, possono nascere proposte, che spaziano dalle piccole azioni a quelle di più ampia visione strategico: serve testa, pensiero, per uscirne e rilanciare tutti insieme individuandone fin da subito nuove modalità di produzione di beni e servizi. Dal macro al micro ci saranno innovazioni e rivoluzioni". Citando alcuni esempi possibili, si è parlato di vari temi e proposte.

Smart Working, Servizi a domicilio, delivery. Se lo spostamento e la concentrazione delle persone  sarà da non incentivare, smart working e consegna e produzione a domicilio di beni, servizi e delivery, diventerà una modalità strutturale normale e necessaria. Da un lato vorrà  dire organizzare tutele e diritti e non sfruttare lavoratori e runner, dall'altro vorrà dire aprire  nuovi mercati e servizi.                   Questo per i territori che vorranno stare sui mercati con qualità e maggiore sicurezza vorrà dire ad esempio che lo shock da pandemia farà scomparire conservatorismi e ciò che di fatto non si è riusciti a fare in termini di servizi in spiaggia. In spiaggia al turista,  oltre a spazi di sicurezza maggiori, dovrà essere data la possibilità di viverla più a lungo nel tempo e  con consegna " a domicilio", cioè sul posto, di beni e servizi a partire dalla ristorazione.
Spazio aperto e regole. Così come per le migliaia di imprese legate a servizi e turismo in Romagna si porrà  il tema di spazi all'aperto e di nuove regolamentazioni che diano certezze sulle strutture esterne in relazione alla necessità di allungare "la stagione".

Prevenire emergenze, riattivare settori. Un altro dei temi per far ripartire un sistema italia è quello di prevenire e intervenire su alcuni fronti: "ad esempio mettendo mano al testo unico dell'edilizia che consentirebbe di intervenire su un patrimonio di 14 milioni di abitazioni - prosegue il sindaco -  6/8 su 10 bisogna metterle in sicurezza statica, così facendo  ripartirebbe  non sul consumo  del territorio ma sul terreno della sicurezza e rigenerazione delle abitazioni, il comparto dell'edilizia. E ciò traendo una lezione proprio da  quello che sta succedendo. E cioè per non trovarsi così, come in una emergenza da pandemia non attrezzati al meglio su mascherine e strutture, l'intervento per la messa in sicurezza degli immobili con nuove regole e meno burocrazia consisterebbe di prevenire un'emergenza e danni ingenti  in caso di terremoto. Strategia di medie lungo periodo e interventi nel breve. Insomma una riflessione su preoccupazioni prospettive temi da tradursi in proposte   lucide studiate condivise e  messi in campo  già dai prossimi giorni".
Sostegno alle categorie economiche e innovazione dei servizi. Sul fronte del sostegno alle imprese, il Sindaco ha riepilogato le misure messe in campo dalla Regione Emilia Romagna, in particolare sospensione del pagamento della quota capitale dei mutui, la proroga delle scadenze dei finanziamenti, il sostegno all'accesso al credito. "Misure – ha spiegato il Sindaco - che devono essere incrociate con il provvedimento di 400 miliardi di euro annunciato dal governo per l'accesso al credito che va monitorato e studiato per poter avere gli strumenti per proporre modifiche e intervenire work in progress e non far atterrare risposte alle imprese tra 45 gi orni o 60. Cioè quando saranno scomparse. Tutto questo tenendo presente che la salute e la sicurezza sul lavoro non solo saranno condizioni imprescindibili, ma saranno fattori competitivi.

Turismo. La filiera turistica è forse la più penalizzata e colpita nell'immediato dall'emergenza sanitaria. Il turismo non esporta merci ma importa persone. Se per questioni sanitarie e di vita blocchi le persone il turismo scompare. Forte è la preoccupazione emersa dal presidente dell'Aia Patrizia Rinaldis, così come da Confcommercio e Confesercenti, per il futuro delle strutture ricettive e delle piccole medie imprese. Il sindaco ha accennato ai provvedimenti già annunciati e condivisi con il ministro Franceschini, a partire dall'immissione da subito di un miliardo di euro per sostenere la domanda attraverso una card per vacanze per le famiglie da spendere entro un anno. "Ma va avviata una riflessione più profonda – sottolinea il Sindaco - Non sappiamo quale scenario ci aspetta domani, se il post emergenza ci spingerà ad un ritorno ad una maggiore condivisione o al contrario ad un distanziamento sociale. Sappiamo però che ogni trauma porta con sé processi di riorganizzazione sociale, economica, tecnologica: penso ad esempio al Comune, dove siamo passati da quasi zero a quasi il 70% di smart working". Dal punto di vista delle strutture ricettive, "emerge già chiaramente che ci sarà richiesta di luoghi che possano garantire sicurezza igienica e sanitaria, ad alta innovazione e di qualità. Dobbiamo far sì che gli investimenti vadano in questa direzione, non possiamo pensare di guardare avanti con le ricette del passato". 
La situazione degli enti locali. L'economia è in difficoltà, ma gli enti locali non stanno attraversando un periodo migliore. "Come sindaco e come presidente di Anci regionale ho condiviso lo strappo compiuto da De Caro e De Pascale uscendo dalla conferenza unificata Stato-Regioni – commenta il sindaco Gnassi - O si attua un provvedimento che si stima del valore di 5 miliardi a sostegno dei Comuni o l'istituzione Comune domani non ci sarà più. I Comuni sono il primo portone a cui i cittadini possono bussare, ai comuni si chiede di organizzarsi in una notte per accogliere, imbustare e distribuire migliaia di mascherine, ma tra mancate entrate da Imu, imposta di soggiorno e via dicendo si creerà uno sbilancio tale da metterne a rischio la sopravvivenza. Per il Comune di Rimini si parla di uno sbilancio solo per la spesa corrente che si aggira sui 30 milioni. Non possiamo essere messi nelle condizioni di rincorrere decreti ogni giorno o non saremo più in grado di garantire i servizi".
 
La ripartenza. Ma quando si potrà ripartire? Per la risposta bisognerà attendere le indicazioni del governo e della Regione, "ma pensare che dai prossimi giorni ci sarà una riapertura generalizzata è impossibile oltre che fortemente sconsigliata dalle organizzazioni sanitarie. Entro la data indicata dal governo del 3 maggio  è  plausibile che si possa procedere ad una riapertura minima e selettiva ed occorre poi essere pronti e avere piani operativi per quei luoghi di produzione che quando sarà possibile  possano garantire il rispetto di prescrizioni rispetto al contingentamento e distanziamento". Andando verso una riapertura graduale e circoscritta: possiamo sfruttare questo tempo per organizzarci, per condividere protocolli che da qui alla ripartenza possano essere utili per garantire più sicurezza ai lavoratori e sicurezza alle imprese, anche con meccanismi originali". Su questo fronte il presidente di Confindustria Paolo Maggioli ha sottolineato come sia già in corso una riorganizzazione delle dinamiche lavorative, che pongano al centro la sicurezza dei lavoratori come fattore imprescindibile

(Rimini) “I dati sui contagi e i decessi avvenuti nelle strutture residenziali per anziani, che abbiamo dovuto leggere sugli organi di informazione, confermano quanto sia stato e sia necessario, data la natura di questi luoghi, riservare un’attenzione specifica alle case di riposo”. Così i sindacati Cgil, cisl e Uil chiedono un incontro al direttore generale della Asl Marcello Toni per affrontare le problematiche presenti e conoscere nel dettaglio quali percorsi sono stati attivati per prevenire e fronteggiare l’emergenza pandemia.  

“Già dalle scorse settimane avevamo ricevuto  diverse segnalazioni e richieste di messa in sicurezza, e ne avevamo messo a parte sia la Prefettura, nell'ambito del Tavolo di monitoraggio sull'osservanza delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro,  che i Distretti Socio Sanitari di Rimini Nord e Rimini Sud. Giudichiamo inadeguate le risposte che ci sono ad oggi pervenute dai diversi livelli, perché, malgrado l’attuazione dei protocolli di monitoraggio, il numero dei contagiati ci conferma che sono necessari ben altri interventi. Lo diciamo per la fragilità che è la condizione precipua degli ospiti di queste strutture, ma anche per la salute e la sicurezza delle persone che vi lavorano”.

(Rimini) Sono 19.128 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 451 in più rispetto a ieri. E hanno raggiunto quota 85.884 i test effettuati, 4.169 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, venerdì 10 aprile, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Complessivamente, 8.376 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (338 in più rispetto a ieri). 349 le persone ricoverate in terapia intensiva: 6 in meno di ieri. E diminuiscono anche i pazienti ricoverati in terapia non intensiva, negli altri reparti Covid (-126). Purtroppo, si registrano 81 nuovi decessi: 47 uomini e 34 donne.
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 3.381 (+278), delle quali 1.861 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.520 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 14 residenti nella provincia di Piacenza, 19 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 3 a Ferrara, 8 nella provincia di Forlì-Cesena (tutti nel forlivese), 5 in quella di Rimini, nessun decesso si è verificato nella provincia di Ravenna e nel cesenate. 
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.049 a Piacenza (29 in più rispetto a ieri),  2.473 a Parma ( 52 in più), 3.630 a Reggio Emilia (125 in più), 2.930 a  Modena (63 in più), 2.621 a  Bologna (91 in più), 333 a Imola (7 in più), 566 a Ferrara (3 in più). In Romagna sono complessivamente 3.616 (81 in più), di cui 766 a Ravenna (25 in più), 608 a Forlì (8 in più), 491 a Cesena (10 in più), 1.651 a Rimini (38 in più).
Si registrano oggi a Rimini 39 guarigioni di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus, con doppio tampone negativo. Il numero di casi complessivi di guarigioni complete è di circa 190. Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, solo uno di questi pazienti è ricoverato, in terapia intensiva, mentre gli altri sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi molto leggeri. Si attestano su 1.651 i casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, distinguendo 1.568 residenti in provincia e 83 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno dei residenti, 14 pazienti sono maschi e 20 femmine. Sono stati segnalati in Regione complessivamente 5 decessi. Si tratta di 4 donne di 81, 82, 83 e 86 anni e di un uomo di 98 anni.

(Rimini) Il nucleo di polizia economico finanziaria di Rimini, hanno fatto accesso in una serigrafia al fine di verificare l’effettività della riconversione imprenditoriale, così come dichiarata dall’azienda all’Ufficio Territoriale del Governo. In pratica l’azienda si è messa a produrre mascherine chirurgiche. I militari hanno trovato nei locali aziendali una stampante utilizzata nella produzione di decine di stencil raffiguranti noti marchi della moda (come Gucci, Dior, Prada, Balenciaga, Saint Laurent, Supreme, Givenchy, VLTN, Dsquared, Juventus), che secondo quanto emerso, “sarebbero stati commissionati da un soggetto di fuori provincia per la successiva applicazione, con l’utilizzo di presse a caldo, sul tessuto delle “mascherine”, al fine di trasformarle in ricercati accessori di moda”, spiegano dalla guardia di finanza.
“Al termine delle operazioni, il titolare della serigrafia e il committente dell’illecita produzione sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Rimini, per il reato di contraffazione dei marchi, aggravato da modalità imprenditoriali. Nel contempo sono stati sottoposti a sequestro 126 cosiddetti “stencil” riportanti le griffe contraffatte, una stampante e l’hard disk di un computer contenente i files dei marchi da riprodurre”.

Venerdì, 10 Aprile 2020 12:16

10 aprile

Pasqua blindata | Il virus si sta spegnendo | Comuni al dissesto

Venerdì, 10 Aprile 2020 09:33

Pasqua a casa: 350 divise in campo

(Rimini) In campo 350 uomini in divisa per blindare la Pasqua riminese ai tempi del coronavirus. Il piano della prefettura prevede posti di blocco alle uscite autostradali, ai confini nord e sud dei comuni della provincia e lungo le arterie più trafficate da e verso l’entroterra. Spiaggia e parchi saranno presidiati per evitare assembramenti. Per vegliare sul distanziamento sociale previsto nelle lotta al coronavirus torneranno in campo anche i droni.

 

(Rimini) “Una risposta che consente, come sempre nella storia recente dell’aeroporto, di tutelare i propri collaboratori e prepararsi al meglio a ripartire”. Così l’amministratore delegato di Airiminum Leonardo Corbucci, commenta la decisione da parte della società digestione dell’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino, di usare la misura prevista dal Decreto Legge Cura Italia. “Rappresenta per l’azienda una risposta immediata agli effetti di questa grande emergenza sanitaria chesta colpendo il Paese e in particolare il settore dei trasporti e del turismo, spiega Corbucci.

A partire dal 30 marzo, quindi, in accordo con i sindacati, i gestori dell’aeroporto hanno richiesto “l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per Airiminum 2014 SpA (19 dipendenti), Airhandling Srl (11 dipendenti) e Airsecurity Srl (9 dipendenti) per la durata massima di un anno”.

 

“Ogni generazione ha la sua guerra da combattere. Questa, cominciata in Emilia Romagna e a Rimini circa 40 giorni fa, è la guerra della nostra generazione”.
“Grazie per la vostra presenza a questa seduta del Consiglio comunale che, per la prima volta nella storia bimillenaria di Rimini, avviene con modalità virtuali”.

“Se ci pensate è un po’ il simbolo delle due facce della battaglia contro il coronavirus: da una parte il doloroso distanziamento sociale, l’interruzione delle relazioni fisiche, ma dall’altra il desiderio incomprimibile delle persone di parlare, discutere, di presente e di futuro”.

“Per questo voglio ringraziare la Presidente Sara Donati e tutti voi consiglieri: esattamente in questo momento affermiamo, ognuno di noi e insieme, che la democrazia non è sospesa. Questo schermo diviso in tante finestre, con volti diversi, è uno spazio infinito di libertà e di dibattito. E proprio perché questo non è un luogo asettico governato da un software ma è pieno di pietas e di umanità voglio rivolgere un pensiero a chi non c’è più, alle famiglie, a chi è su un letto di ospedale. Comunque andrà, il tributo pagato da Rimini a questa guerra è altissimo. E, purtroppo, siamo ancora qui in trincea a combattere. Stringiamo i denti nel presente per essere pronti alla ripartenza”.

“Abbiamo fatto sacrifici enormi: in Regione solo Piacenza e Medicina hanno avuto, anzi scelto responsabilmente, misure particolarmente restrittive come quelle adottate a Rimini. Lo ha detto ieri anche il commissario straordinario Sergio Venturi: ci sono comunità come Rimini, Piacenza, Medicina che hanno preso misure sanitarie durissime, ma nella piena consapevolezza che quello era l’interesse delle loro comunità. Perché è stata interrotta la catena del contagio. Queste comunità hanno avuto la pazienza e la forza d’animo di resistere e questo sacrifico sta ripagando non solo quelle popolazioni perché gli altri territori a loro vicini dovrebbero ringraziare Piacenza, Rimini. Medicina”.

“Non ci voltiamo indietro, non ci rilassiamo ma d’altro canto i dati numerici confermano alcuni indispensabili segni di speranza.
"Abbiamo passato settimane dall’8 marzo, giorno in cui fu promulgato il provvedimento del Governo di misure a forte contenimento sociale in Lombardia e in 14 altre province tra le quali Rimini, in cui la media giorno dei nuovi contagi era in vertiginosa crescita: 40, 60, 80, 109 con incrementi statistici giornalieri compresi tra il 15 e il 20 per cento. La scorsa settimana la media quotidiana dei tamponi positivi sul territorio riminese si è fermata a 28 e nei primi giorni di questa settimana siamo a poco più di 10”.

“Questo è il frutto degli sforzi fatti dall’8 marzo, raddoppiati e resi ancora più stringenti quando il 19 marzo tutti i Comuni e la Prefettura hanno chiesto alla Regione e al Governo di adottare un’ordinanza ancora più restrittiva, la cosiddetta ‘Ordinanza Rimini’. L’abbiamo condivisa con le amministrazioni, le forze sociali e economiche, consapevoli tutti – e di questo da sindaco ringrazio mille volte – che la salute e la persona viene prima di ogni altra considerazione”.

“Dobbiamo ribaltare il concetto: proprio rispettare un’ordinanza così rigorosa ha l’esclusivo scopo di farci tornare alla vita libera di esprimersi. Il professor Ricciardi parlando dell’epidemia, dei contagi e dei decessi ha correlato questi, il loro numero maggiore o minore, proprio in relazione alle misure di contenimento sociale. In assenza di queste misure, secondo il professor Ricciardi, sicuramente i decessi sarebbero stati tre o quattro volte tanto. Nella nostra provincia, sinora, sono stati purtroppo un centinaio. Fare sacrifici, stare a casa, chiudere le attività produttive, le scelte che abbiamo preso qua, questo lavoro enorme e di un’intera comunità, la nostra riminese ha salvato centinaia di persone. Ha permesso alle strutture ospedaliere sin qui di reggere un urto enorme. Non è scontato che ciò sia automatico. Se i medici gli operatori sanitari gli infermieri sono al fronte, la nostra comunità ognuno di noi è la retrovia che li deve supportare”.

“Il mio intervento vuole essere prima di tutto una nota informativa, una fotografia di quanto fatto, quanto si sta facendo e quanto si farà, in ordine al contrasto alla pandemia del Covid-19”.

“Con la Prefettura, con gli altri 24 Comuni, con la Provincia abbiamo condiviso una direzione di marcia, di assoluta responsabilità. Questa è una bella lezione per i cinici che ci aspettavano al varco per dire: ognuno andrà per i fatti suoi. Nel momento forse più duro, quando intorno a metà marzo scaturiva un quadro in cui la zona sud della provincia aveva un rapporto contagi/popolazione molto più alto del Comune capoluogo la scelta è stata quella di agire assieme. Abbiamo stabilito una catena di comando nella comunicazione, coordinata dal Prefetto Alessandra Camporota che davvero voglio ringraziare per quanto sta facendo”.

(Rimini) La giunta regionale della Confesercenti Emilia Romagna si è riunita oggi in videoconferenza per esaminare il testo del decreto-legge 23 reso noto nella tarda serata di ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Erano presenti i presidenti delle Confesercenti di Piacenza, Parma, Reggio nell'Emilia, Modena, Ferrara, Bologna, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
“Il sentimento più diffuso è stato quello della delusione rispetto a un provvedimento che aveva suscitato aspettative importanti ma che presenta più di una criticità. In particolare si lascia al sistema bancario un'eccessiva discrezionalità sulla possibilità di concessione del credito anche a fronte della garanzia dello Stato e non si comprende bene se vi possa essere un automatismo nella concessione dei prestiti al di sotto dei 25 mila euro. Anche la garanzia, inoltre, non è al 100% come preventivato ma si è abbassata al 90%, lasciando quindi spazio per dinieghi alle imprese più fragili e in difficoltà. Occorrono – a giudizio di Confesercenti provinciale Rimini - soluzioni che garantiscano veramente la liquidità finanziaria per la sopravvivenza delle nostre imprese che oggi si trovano senza ricavi ma con adempimenti, imposti e tributi locali e costi del personale praticamente inalterati”.
Le misure “fino ad ora adottate al Governo, purtroppo, non rispondono alle richieste delle aziende che vorrebbero riprendere la propria attività nel rispetto di tutte le norme precauzionali a garanzia della clientela e del proprio personale - afferma Fabrizio Vagnini, presidente provinciale Confesercenti Rimini -. Serve la cancellazione di alcune tasse e tributi per il 2020 e non solamente il loro differimento e la riduzione al 50% per il 2021, contributi a fondo perduto per la ripartenza, e accesso al credito con garanzia al 100% a tasso zero. Mentre un altro nodo intricato da sciogliere e che sta creando molti problemi alle imprese rimane quello del pagamento degli affitti per il periodo di chiusura imposto per decreto, durante il quale l'affittuario non ha la disponibilità del bene ma gli viene comunque richiesto il pagamento del canone”. L'auspicio di Confesercenti è che queste richieste trovino risposte concrete nei prossimi provvedimenti.

Giovedì, 09 Aprile 2020 19:53

I sindaci chiedono 5 miliardi a Conte

(Rimini) "La situazione e' molto peggio del 2008. Servono almeno 5 miliardi a Province e Comuni". Lo spiega alla Dire il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che ha sottoscritto un documento, insieme ad una cinquantina di sindaci, in cui gli amministratori invocano risorse per salvare i bilanci degli enti locali. "Servono risorse e poteri per semplificare le procedure- spiega Ricci-. Abbiamo dimostrato con l'azione dei buoni spesa che i Comuni sono quelli che garantiscono maggiore velocita' ed efficienza. Dall'altra parte pero' abbiamo bisogno, noi che siamo in prima linea, di tante risorse. Sui nostri bilanci questa emergenza ha avuto lo stesso effetto che ha avuto su imprese e famiglie perche' non abbiamo piu' le entrate. Non riscuotiamo piu' la tassa di soggiorno, i parcheggi, le rette degli asili, la Tari e' rinviata. Tra Comuni e Province servono almeno 5 miliardi nel decreto di aprile. Non e' la solita trattativa dove i Comuni chiedono piu' risorse ma si tratta di salvare la coesione sociale perche' meta' dei Comuni italiani rischiano di saltare". Una situazione molto piu' critica di quella del 2008 quando, alla luce del Patto di Stabilita' imposto dall'Ue, iniziarono le sforbiciate sui trasferimenti statali. "La situazione e' molto peggio del 2008 perche' la crisi economica e' molto piu' veloce di quella del 2008- conclude Ricci-. Nel 2008 c'e' stato un calo di fatturato non zero fatturato. Siamo in un mare di guai. Prima sconfiggiamo il virus prima rimettiamo in moto l'economia. Occorre organizzare la fase 2 che sara' una fase di transizione di almeno un paio di mesi. Quanto incide emergenza su Pesaro? Difficile dirlo ora. Basti pensare pero' che per la tassa di soggiorno avevamo previsto un incasso di 1,35 milioni mentre se va bene incasseremo 300mila euro. O, ancora, i parcheggi: solo a marzo200 mila euro di minori entrate" (Dire).

“Serve quindi un intervento da 5 miliardi di euro da ripartire tra: 1) fondo speciale da ripartire tra Comuni, Province e Citta' metropolitane a copertura delle mancate entrate sopra citate; 2) avanzi liberi per tutti; 3) portare il fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilita') al 60%. Inoltre, e' fondamentale istituire la figura del 'sindaco semplificatore' per la ricostruzione e la sburocratizzazione generalizzata. Servono poteri speciali ai sindaci in deroga al Codice degli Appalti e alle sovrintendenze per velocizzare al massimo le opere piu' importanti e la ripartenza dei cantieri. Ci rivolgiamo quindi al Presidente Conte e al Governo. Siamo uniti e in prima linea con voi, ma metteteci in condizione di salvare la coesione sociale ed essere protagonisti della fase 2 e della ricostruzione. Se prendiamo la vicenda dei buoni spesa o il ponte Morandi, i sindaci hanno dimostrato velocita', competenza e affidabilita'. Tutte caratteristiche fondamentali per il nostro Paese in questa fase storica emergenziale. Noi ci siamo, a servizio del Paese. Sulla base di queste considerazioni ribadiamo il massimo supporto all'iniziativa dei presidenti di Anci e Upi e auspichiamo che il positivo tavolo istituzionale aperto oggi possa avere un esito chiaro che risponda alle nostre richieste". Queste le firme: Matteo Ricci (sindaco di Pesaro), Dario Nardella (sindaco di Firenze), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Giuseppe Sala (sindaco di Milano), Mattia Palazzi (sindaco di Mantova), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), Pizzarotti Federico (sindaco di Parma), Brenda Bernini (sindaco di Empoli), Carlo Salvemini (sindaco di Lecce), Emilio Del Bono (sindaco di Brescia), Valeria Mancinelli (sindaco di Ancona), Gianluca Galimberti (sindaco di Cremona), Alessio Pascucci (sindaco di Cerveteri), Francesco Italia (sindaco di Siracusa), Andrea Soddu (sindaco di Nuoro), Romano Carancini (sindaco di Macerata), Jacopo Massaro (sindaco di Belluno), Damiano Coletta (sindaco di Latina), Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto) Giuseppe Falcomata' (sindaco di Reggio Calabria), Andrea Gnassi (sindaco di Rimini), Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia), Matteo Biffoni (sindaco di Prato), Enzo Lattuca (sindaco di Cesena), Gaffeo Edoardo (sindaco di Rovigo), Virginio Brivio (Sindaco di Lecco), Luca Vecchi (Sindaco di Reggio Emilia), Lillo Firetto (sindaco di Agrigento), Alessandro Tambellini (sindaco di Lucca), Giuseppe Cassi' (sindaco di Ragusa), Davide Galimberti (sindaco di Varese), Federico Borgna (sindaco di Cuneo), Simone Franceschi (sindaco di Vobbia GE), Massimiliano Presciutti (sindaco di Gualdo Tadino PG), Nazzareno Frenquellucci (sindaco di porto S. Elpidio), Luigi Valente (sindaco di Vinchituro CB), Francesco Cacciatore (sindaco di S.Stefano Quisquina AG), Massimo Castelli (sindaco di Cerignale PC), Mirco Signoroni (Pres. Prov. di Cremona), Giandomenico Tomei (pres. Prov. di Modena), Franco Iacucci (pres. Prov. di Cosenza), Michele Stranese (pres. Prov. di Salerno), Luca Menesini (pres. Prov. di Lucca), Stefano Minerva (pres. Prov. di Lecce), Antonio Pompeo (pres. Prov. Frosinone), Carlo Medici (pres. Prov. Latina) e tanti altri ancora che stanno inviando la propria adesione (Vid/ Dire)

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