(Rimini) “Una risposta che consente, come sempre nella storia recente dell’aeroporto, di tutelare i propri collaboratori e prepararsi al meglio a ripartire”. Così l’amministratore delegato di Airiminum Leonardo Corbucci, commenta la decisione da parte della società digestione dell’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino, di usare la misura prevista dal Decreto Legge Cura Italia. “Rappresenta per l’azienda una risposta immediata agli effetti di questa grande emergenza sanitaria chesta colpendo il Paese e in particolare il settore dei trasporti e del turismo, spiega Corbucci.

A partire dal 30 marzo, quindi, in accordo con i sindacati, i gestori dell’aeroporto hanno richiesto “l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per Airiminum 2014 SpA (19 dipendenti), Airhandling Srl (11 dipendenti) e Airsecurity Srl (9 dipendenti) per la durata massima di un anno”.

 

“Ogni generazione ha la sua guerra da combattere. Questa, cominciata in Emilia Romagna e a Rimini circa 40 giorni fa, è la guerra della nostra generazione”.
“Grazie per la vostra presenza a questa seduta del Consiglio comunale che, per la prima volta nella storia bimillenaria di Rimini, avviene con modalità virtuali”.

“Se ci pensate è un po’ il simbolo delle due facce della battaglia contro il coronavirus: da una parte il doloroso distanziamento sociale, l’interruzione delle relazioni fisiche, ma dall’altra il desiderio incomprimibile delle persone di parlare, discutere, di presente e di futuro”.

“Per questo voglio ringraziare la Presidente Sara Donati e tutti voi consiglieri: esattamente in questo momento affermiamo, ognuno di noi e insieme, che la democrazia non è sospesa. Questo schermo diviso in tante finestre, con volti diversi, è uno spazio infinito di libertà e di dibattito. E proprio perché questo non è un luogo asettico governato da un software ma è pieno di pietas e di umanità voglio rivolgere un pensiero a chi non c’è più, alle famiglie, a chi è su un letto di ospedale. Comunque andrà, il tributo pagato da Rimini a questa guerra è altissimo. E, purtroppo, siamo ancora qui in trincea a combattere. Stringiamo i denti nel presente per essere pronti alla ripartenza”.

“Abbiamo fatto sacrifici enormi: in Regione solo Piacenza e Medicina hanno avuto, anzi scelto responsabilmente, misure particolarmente restrittive come quelle adottate a Rimini. Lo ha detto ieri anche il commissario straordinario Sergio Venturi: ci sono comunità come Rimini, Piacenza, Medicina che hanno preso misure sanitarie durissime, ma nella piena consapevolezza che quello era l’interesse delle loro comunità. Perché è stata interrotta la catena del contagio. Queste comunità hanno avuto la pazienza e la forza d’animo di resistere e questo sacrifico sta ripagando non solo quelle popolazioni perché gli altri territori a loro vicini dovrebbero ringraziare Piacenza, Rimini. Medicina”.

“Non ci voltiamo indietro, non ci rilassiamo ma d’altro canto i dati numerici confermano alcuni indispensabili segni di speranza.
"Abbiamo passato settimane dall’8 marzo, giorno in cui fu promulgato il provvedimento del Governo di misure a forte contenimento sociale in Lombardia e in 14 altre province tra le quali Rimini, in cui la media giorno dei nuovi contagi era in vertiginosa crescita: 40, 60, 80, 109 con incrementi statistici giornalieri compresi tra il 15 e il 20 per cento. La scorsa settimana la media quotidiana dei tamponi positivi sul territorio riminese si è fermata a 28 e nei primi giorni di questa settimana siamo a poco più di 10”.

“Questo è il frutto degli sforzi fatti dall’8 marzo, raddoppiati e resi ancora più stringenti quando il 19 marzo tutti i Comuni e la Prefettura hanno chiesto alla Regione e al Governo di adottare un’ordinanza ancora più restrittiva, la cosiddetta ‘Ordinanza Rimini’. L’abbiamo condivisa con le amministrazioni, le forze sociali e economiche, consapevoli tutti – e di questo da sindaco ringrazio mille volte – che la salute e la persona viene prima di ogni altra considerazione”.

“Dobbiamo ribaltare il concetto: proprio rispettare un’ordinanza così rigorosa ha l’esclusivo scopo di farci tornare alla vita libera di esprimersi. Il professor Ricciardi parlando dell’epidemia, dei contagi e dei decessi ha correlato questi, il loro numero maggiore o minore, proprio in relazione alle misure di contenimento sociale. In assenza di queste misure, secondo il professor Ricciardi, sicuramente i decessi sarebbero stati tre o quattro volte tanto. Nella nostra provincia, sinora, sono stati purtroppo un centinaio. Fare sacrifici, stare a casa, chiudere le attività produttive, le scelte che abbiamo preso qua, questo lavoro enorme e di un’intera comunità, la nostra riminese ha salvato centinaia di persone. Ha permesso alle strutture ospedaliere sin qui di reggere un urto enorme. Non è scontato che ciò sia automatico. Se i medici gli operatori sanitari gli infermieri sono al fronte, la nostra comunità ognuno di noi è la retrovia che li deve supportare”.

“Il mio intervento vuole essere prima di tutto una nota informativa, una fotografia di quanto fatto, quanto si sta facendo e quanto si farà, in ordine al contrasto alla pandemia del Covid-19”.

“Con la Prefettura, con gli altri 24 Comuni, con la Provincia abbiamo condiviso una direzione di marcia, di assoluta responsabilità. Questa è una bella lezione per i cinici che ci aspettavano al varco per dire: ognuno andrà per i fatti suoi. Nel momento forse più duro, quando intorno a metà marzo scaturiva un quadro in cui la zona sud della provincia aveva un rapporto contagi/popolazione molto più alto del Comune capoluogo la scelta è stata quella di agire assieme. Abbiamo stabilito una catena di comando nella comunicazione, coordinata dal Prefetto Alessandra Camporota che davvero voglio ringraziare per quanto sta facendo”.

(Rimini) La giunta regionale della Confesercenti Emilia Romagna si è riunita oggi in videoconferenza per esaminare il testo del decreto-legge 23 reso noto nella tarda serata di ieri con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Erano presenti i presidenti delle Confesercenti di Piacenza, Parma, Reggio nell'Emilia, Modena, Ferrara, Bologna, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
“Il sentimento più diffuso è stato quello della delusione rispetto a un provvedimento che aveva suscitato aspettative importanti ma che presenta più di una criticità. In particolare si lascia al sistema bancario un'eccessiva discrezionalità sulla possibilità di concessione del credito anche a fronte della garanzia dello Stato e non si comprende bene se vi possa essere un automatismo nella concessione dei prestiti al di sotto dei 25 mila euro. Anche la garanzia, inoltre, non è al 100% come preventivato ma si è abbassata al 90%, lasciando quindi spazio per dinieghi alle imprese più fragili e in difficoltà. Occorrono – a giudizio di Confesercenti provinciale Rimini - soluzioni che garantiscano veramente la liquidità finanziaria per la sopravvivenza delle nostre imprese che oggi si trovano senza ricavi ma con adempimenti, imposti e tributi locali e costi del personale praticamente inalterati”.
Le misure “fino ad ora adottate al Governo, purtroppo, non rispondono alle richieste delle aziende che vorrebbero riprendere la propria attività nel rispetto di tutte le norme precauzionali a garanzia della clientela e del proprio personale - afferma Fabrizio Vagnini, presidente provinciale Confesercenti Rimini -. Serve la cancellazione di alcune tasse e tributi per il 2020 e non solamente il loro differimento e la riduzione al 50% per il 2021, contributi a fondo perduto per la ripartenza, e accesso al credito con garanzia al 100% a tasso zero. Mentre un altro nodo intricato da sciogliere e che sta creando molti problemi alle imprese rimane quello del pagamento degli affitti per il periodo di chiusura imposto per decreto, durante il quale l'affittuario non ha la disponibilità del bene ma gli viene comunque richiesto il pagamento del canone”. L'auspicio di Confesercenti è che queste richieste trovino risposte concrete nei prossimi provvedimenti.

Giovedì, 09 Aprile 2020 19:53

I sindaci chiedono 5 miliardi a Conte

(Rimini) "La situazione e' molto peggio del 2008. Servono almeno 5 miliardi a Province e Comuni". Lo spiega alla Dire il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che ha sottoscritto un documento, insieme ad una cinquantina di sindaci, in cui gli amministratori invocano risorse per salvare i bilanci degli enti locali. "Servono risorse e poteri per semplificare le procedure- spiega Ricci-. Abbiamo dimostrato con l'azione dei buoni spesa che i Comuni sono quelli che garantiscono maggiore velocita' ed efficienza. Dall'altra parte pero' abbiamo bisogno, noi che siamo in prima linea, di tante risorse. Sui nostri bilanci questa emergenza ha avuto lo stesso effetto che ha avuto su imprese e famiglie perche' non abbiamo piu' le entrate. Non riscuotiamo piu' la tassa di soggiorno, i parcheggi, le rette degli asili, la Tari e' rinviata. Tra Comuni e Province servono almeno 5 miliardi nel decreto di aprile. Non e' la solita trattativa dove i Comuni chiedono piu' risorse ma si tratta di salvare la coesione sociale perche' meta' dei Comuni italiani rischiano di saltare". Una situazione molto piu' critica di quella del 2008 quando, alla luce del Patto di Stabilita' imposto dall'Ue, iniziarono le sforbiciate sui trasferimenti statali. "La situazione e' molto peggio del 2008 perche' la crisi economica e' molto piu' veloce di quella del 2008- conclude Ricci-. Nel 2008 c'e' stato un calo di fatturato non zero fatturato. Siamo in un mare di guai. Prima sconfiggiamo il virus prima rimettiamo in moto l'economia. Occorre organizzare la fase 2 che sara' una fase di transizione di almeno un paio di mesi. Quanto incide emergenza su Pesaro? Difficile dirlo ora. Basti pensare pero' che per la tassa di soggiorno avevamo previsto un incasso di 1,35 milioni mentre se va bene incasseremo 300mila euro. O, ancora, i parcheggi: solo a marzo200 mila euro di minori entrate" (Dire).

“Serve quindi un intervento da 5 miliardi di euro da ripartire tra: 1) fondo speciale da ripartire tra Comuni, Province e Citta' metropolitane a copertura delle mancate entrate sopra citate; 2) avanzi liberi per tutti; 3) portare il fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilita') al 60%. Inoltre, e' fondamentale istituire la figura del 'sindaco semplificatore' per la ricostruzione e la sburocratizzazione generalizzata. Servono poteri speciali ai sindaci in deroga al Codice degli Appalti e alle sovrintendenze per velocizzare al massimo le opere piu' importanti e la ripartenza dei cantieri. Ci rivolgiamo quindi al Presidente Conte e al Governo. Siamo uniti e in prima linea con voi, ma metteteci in condizione di salvare la coesione sociale ed essere protagonisti della fase 2 e della ricostruzione. Se prendiamo la vicenda dei buoni spesa o il ponte Morandi, i sindaci hanno dimostrato velocita', competenza e affidabilita'. Tutte caratteristiche fondamentali per il nostro Paese in questa fase storica emergenziale. Noi ci siamo, a servizio del Paese. Sulla base di queste considerazioni ribadiamo il massimo supporto all'iniziativa dei presidenti di Anci e Upi e auspichiamo che il positivo tavolo istituzionale aperto oggi possa avere un esito chiaro che risponda alle nostre richieste". Queste le firme: Matteo Ricci (sindaco di Pesaro), Dario Nardella (sindaco di Firenze), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo), Giuseppe Sala (sindaco di Milano), Mattia Palazzi (sindaco di Mantova), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), Pizzarotti Federico (sindaco di Parma), Brenda Bernini (sindaco di Empoli), Carlo Salvemini (sindaco di Lecce), Emilio Del Bono (sindaco di Brescia), Valeria Mancinelli (sindaco di Ancona), Gianluca Galimberti (sindaco di Cremona), Alessio Pascucci (sindaco di Cerveteri), Francesco Italia (sindaco di Siracusa), Andrea Soddu (sindaco di Nuoro), Romano Carancini (sindaco di Macerata), Jacopo Massaro (sindaco di Belluno), Damiano Coletta (sindaco di Latina), Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto) Giuseppe Falcomata' (sindaco di Reggio Calabria), Andrea Gnassi (sindaco di Rimini), Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia), Matteo Biffoni (sindaco di Prato), Enzo Lattuca (sindaco di Cesena), Gaffeo Edoardo (sindaco di Rovigo), Virginio Brivio (Sindaco di Lecco), Luca Vecchi (Sindaco di Reggio Emilia), Lillo Firetto (sindaco di Agrigento), Alessandro Tambellini (sindaco di Lucca), Giuseppe Cassi' (sindaco di Ragusa), Davide Galimberti (sindaco di Varese), Federico Borgna (sindaco di Cuneo), Simone Franceschi (sindaco di Vobbia GE), Massimiliano Presciutti (sindaco di Gualdo Tadino PG), Nazzareno Frenquellucci (sindaco di porto S. Elpidio), Luigi Valente (sindaco di Vinchituro CB), Francesco Cacciatore (sindaco di S.Stefano Quisquina AG), Massimo Castelli (sindaco di Cerignale PC), Mirco Signoroni (Pres. Prov. di Cremona), Giandomenico Tomei (pres. Prov. di Modena), Franco Iacucci (pres. Prov. di Cosenza), Michele Stranese (pres. Prov. di Salerno), Luca Menesini (pres. Prov. di Lucca), Stefano Minerva (pres. Prov. di Lecce), Antonio Pompeo (pres. Prov. Frosinone), Carlo Medici (pres. Prov. Latina) e tanti altri ancora che stanno inviando la propria adesione (Vid/ Dire)

(Rimini) Si registrano oggi 20 guarigioni di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus, con doppio tampone negativo. Il numero di casi complessivi di guarigioni complete è di circa 150.
Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, nella giornata odierna se ne contano 17 (16 in isolamento domiciliare perché privi di sintomi), comunicati dalla Regione, di cui uno residente fuori provincia. Si attestano su 1.613 i casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, distinguendo 1.532 residenti in provincia e 81 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno dei residenti 10 pazienti sono maschi e 7 femmine.

Sono stati comunicati in Regione complessivamente 6 decessi, sebbene non tutti riferiti alle ultime 24 ore. Si tratta di 4 donne di 73, 74, 86 e 89 anni e di 2 uomini di 78 e 92 anni.

La mappa del contagio tra i residenti, comune per comune: Rimini 574, Cattolica 209, Riccione 205, San Giovanni 118, Misano 109, Coriano 56, Santarcangelo 45, San Clemente 36, Morciano 30, Montescudo Monte Colombo 29, Novafeltria 26, Bellaria Igea 26, Saludecio 17, Verucchio 16, Pennabilli 10, Mondaino 8, San Leo 7, Montefiore 6, Poggio Torriana 6, Montegridolfo 5, Gemmano 4, Talamello 3, Maioli 2, Sant’Agata 1.

(Rimini) Da quando sono entrate in vigore a Rimini le misure restrittive per le attività produttive, nella lotta al coronavirus, sono circa 800 le richieste da parrte delle aziende al prefetto per potrer continuare a lavorare. Dalla prefettira segnalano i settori più ricorrenti: imballaggi 10%; filiera sanitaria farmaceutica 18%; settore agroalimentare 22%; servizi essenziali 50%.
Dopo le sue verifiche sulla sussistenza delle condizioni per lo svolgimento delle attività economiche comunicate, il prefetto, Alessandra Camporota, ha provveduto a sospenderne circa 67.

(Rimini) C’è chi prende l'autostrada da 'Rimini nord' a 'Rimini sud' per andare a comperare l'acqua, chi venendo da Cattolica viene pizzicato al porto di Rimini perché ha "necessità di fare la spesa" e chi deve "portare la tartaruga africana dal veterinario". Sono svariate le motivazioni scritte nei moduli delle autocertificazioni, che il nuovo ufficio della Polizia Locale, attivo da lunedì 6 aprile,  sta esaminando in maniera scrupolosa ogni giorno. Con oltre 700 telefonate fatte, procedono senza sosta i controlli d'ufficio che stanno consentendo agli agenti di verificare la veridicità e la corrispondenza delle dichiarazioni fatte nei moduli di autocertificazione acquisiti, con la banca dati messa a disposizione dagli uffici pubblici e dai datori di lavoro.  
Nei primi tre giorni della settimana santa sono oltre 2200 le verifiche già appurate, che hanno riscontrato un totale di 50 violazioni, che corrispondono ad altrettante sanzioni verbalizzate d'ufficio; a cui si aggiungono 3 denunce all'art 650 del Codice Penale, con le prescritte segnalazioni all'AUSL in quanto, di rientro dall'estero, 3 persone non si erano messe in quarantena, come disposto dalle direttive ministeriali di questi giorni. 

“Ricordiamo che si tratta di un'attività controllo seria che si sta facendo in maniera incrociata con tutti gli uffici territoriali, un'impegno condiviso con tutte le forze dell'ordine che  mette in luce l'importanza di quel modulo che spesso viene compilato velocemente senza pensare al suo contenuto, oppure indicando genericamente una motivazione che non corrisponde al vero. Stiamo parlando di una dichiarazione formale, resa ad un publico ufficiale,  pertanto è necessario assumersi tutte le responsabilità delle informazioni che in quel semplice foglio, vengono inserite”, precisano dal comune. 
Non solo verifiche d'ufficio. “Gli agenti di Polizia Locale, insieme a tutte le Forze dell'Ordine, sono impegnati ogni giorno anche sulle strade del territorio comunale, dove continuano ad essere garantiti i posti di blocco per gli automobilisti e i pedoni per contenere e gestire l'emergenza epidemiologica derivante da Covid-1 e per limitare il contagio, nel rispetto degli obblighi previsti dalle disposizioni ministeriali e regionali”. 
Dalle pattuglie dei vigili, nei primi tre giorni della settimana, risultano in tutto 1999 persone controllate, da cui sono state acquisite 1611 autocertificazioni; 1402 invece sono gli esercizi commerciali e le attività passate al setaccio dalla Polizia Locale.  Tre giorni di controlli, da lunedì 6 a mercoledì 8 aprile, nei quali sono state contestate direttamente 16 sanzioni, per aver trovato persone che, senza rispettare le disposizioni, sono uscite di casa con motivazioni futili e non previste dalle normative approvate per il contenimento della pandemia.

(Rimini) Dal 28 al 31 agosto 2020: sono queste le nuove date che Italian exhibition group (Ieg) annuncia per Riminiwellness nel quartiere fieristico di Rimini e sul territorio. “Parola d’ordine: fiducia. Mood: sicurezza. Protagonisti: il business delle aziende clienti e la coralità dello straordinario pubblico di operatori e appassionati di un evento che, da quindici anni, è leader nel settore del fitness, benessere, sana alimentazione, sport e movimento”, spiegano dalla fiera.
 
RiminiWellness 2020 "con assoluta consapevolezza e rispetto dell’emergenza sanitaria" si sposta dunque da maggio a fine agosto per mettere in networking l’intero comparto del fitness e del benessere con la comunità professionale degli operatori nel suo complesso e tutta la filiera produttiva”. Continua così in questi giorni l’attività di progettazione da parte degli organizzatori che sono a supporto e al fianco degli espositori quotidianamente, per la creazione di una manifestazione che pone al centro il benessere del Paese.
 
“Sono tante le iniziative e le proposte messe in campo in questi giorni da associazioni, aziende, enti di promozione sportiva e ovviamente il Coni che hanno acceso i riflettori su un settore che si trova a vivere una situazione senza precedenti. Tutte convergono sul tema che lo sport e l’attività fisica, e di conseguenza la filiera, oltre ad un ruolo economico e di occupazione importante per il paese, esprimono anche un autentico valore sociale in termini di educazione a sani stili di vita. Da anni il settore ha abbandonato una visione prettamente edonistica e si è focalizzato sulla prevenzione dei rischi di obesità, soprattutto infantile, tumori, malattie metaboliche e cardiovascolari. Come del resto riconosciuto incontrovertibilmente dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
Sono questi i temi, “mai come oggi attuali, da cui Rimini Wellness trae linfa, rappresentandone a sua volta una tra le massime espressioni e assolvendo a una funzione di guida e ispirazione per decine di migliaia di operatori ed appassionati. Promuovere questa consapevolezza, dietro il velo di un grande evento di divertimento, è da sempre la vera missione della manifestazione”.
 
Quello del fitness “è un settore che conta in Italia un giro d’affari di attività sportive non agonistiche stimato in circa 10 miliardi di euro l’anno e che annovera circa 18 milioni di appassionati di fitness, cifra quest’ultima che rende il nostro Paese secondo solo alla Germania nelle classifiche Europee. Tantopiù questa edizione di fine agosto di RiminiWellness intende anche porsi come una grande piattaforma di riferimento con confronti di prospettiva per il settore nel “dopo covid19”, condivisione di nuove soluzioni di impresa e di innovativi modelli di business”.

(Rimini) Duemilaquattrocento pasti ai più bisognosi del riminese nei tre giorni a cavallo della Pasqua. E’ l’impegno di Summertrade, azienda di catering di Italian Exhibition Group fra le più importanti in Italia e che da Rimini ha maturato una leadership riconosciuta nel settore, con una specializzazione nel servizio ai grandi eventi fieristici, congressuali e sportivi. La Pasqua avrà un sapore diverso dal solito per tutti, ma ancor più dura sarà per quanti, oltre a trascorrerla separati dai propri affetti per osservare le disposizioni anticontagio, faticano a provvedere al sostentamento proprio e dei famigliari più stretti. Da qui la volontà di Summertrade che, in accordo con l’Amministrazione comunale e la Curia vescovile, ha deciso di mettersi a disposizione della Caritas Diocesana, struttura già riferimento per il coordinamento della distribuzione di pasti alle categorie sociali più fragili.

Sabato 11, domenica 12 e lunedì 13 aprile, Summertrade distribuirà circa 400 pasti a pranzo e cena, per un totale di circa 2400 nell’arco del week-end. I destinatari saranno la Papa Giovanni XXIII, la Casa Don Gallo per l’Autonomia, la Mensa Santo Spirito, la stessa Caritas Diocesana. La ‘cucina di Pasqua’ sarà quella attiva al Palazzo dei Congressi di Rimini, dove i pasti potranno essere ritirati direttamente dalle singole realtà associative.

“Un grazie di cuore a Summertrade, a Ieg e a tutte le aziende e persone che stanno camminando al nostro fianco aiutandoci a prenderci cura delle persone più fragili che quotidianamente si rivolgono a noi. L’importante iniziativa dei pasti di Pasqua, come pure altri segni ricevuti in queste settimane di emergenza Covid-19, sono la fragrante testimonianza di una nuova comunità che nasce, una comunità che coniuga le imprese e l’economia con la solidarietà e l'attenzione alle persone e alle realtà più deboli. Una comunità che rinasce più consapevole che il nostro destino è insieme”. E’ il commento del direttore della Caritas Mario Galasso. 

(Rimini) Sono 18.677 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 443 in più rispetto a ieri. E hanno raggiunto quota 81.715 i test effettuati, 3.348 in più. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, giovedì 9 aprile, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Complessivamente, 8.038 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (174 in più rispetto a ieri). 355 le persone ricoverate in terapia intensiva: 6 in meno di ieri. E diminuiscono anche i pazienti ricoverati in terapia non intensiva, negli altri reparti Covid (-47). 

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 3.103 (+213), delle quali 1.764 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.339 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 82 nuovi decessi: 45 uomini e 37 donne. I nuovi decessi riguardano 13 residenti nella provincia di Piacenza, 19 in quella di Parma, 13 in quella di Reggio Emilia, 7 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 1 in territorio imolese), 4 a Ferrara, 3 a Ravenna, 4 nella provincia di Forlì-Cesena (di cui 2 nel forlivese), 6 in quella di Rimini. 

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.020 a Piacenza (40 in più rispetto a ieri),  2.421 a Parma (26 in più),  3.505 a Reggio Emilia (153 in più), 2.867 a  Modena (56 in più), 2.530 a  Bologna (97 in più), 326 a Imola (1 in più),  563 a Ferrara (25 in più). In Romagna sono complessivamente 3.445 (45 in più), di cui 751 a Ravenna (5 in più), 600 a Forlì (15 in più), 481 a Cesena (8 in più), 1.613 a Rimini (17 in più).

La rete ospedaliera: 5.130 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19. Da Piacenza a Rimini prosegue il lavoro all’interno della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento dei posti letto messo a punto dalla Regione: sono complessivamente 5.130 quelli rilevati oggi, tra ordinari (4.557) e di terapia intensiva (573).
Nel dettaglio: 654 posti letto a Piacenza (di cui 46 per terapia intensiva),  1.080 a Parma, con 10 posti letto per acuti in più rispetto a ieri attivati all’Hospital Piccole Figlie (69 quelli di terapia intensiva), 679 a Reggio Emilia (64 terapia intensiva), 551 a Modena (86 terapia intensiva),  1.135  nell’area metropolitana di Bologna e Imola  (163 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 264 Ferrara (38 terapia intensiva), 767 in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva (nel dettaglio:  217 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 131 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24 attivati da oggi a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 99 Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 30 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva).

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