(Rimini) “Siamo andati a consegnare con la divisa da contadini, così oltre alle tagliatelle abbiamo regalato anche un sorriso. Non è un momento facile per nessuno, ma tenevamo a fare qualcosa per chi lavora per tutti. I ringraziamenti ci hanno aperto il cuore”. Così il ristoratore Roberto Rinaldi racconta la sua iniziativa di Pasquetta: la consegna delle tradizionali tagliatelle all’Ospedale Infermi, polizia e carabinieri di Rimini, impegnati nella lotta al coronavirus.

“L’obiettivo era di far trascorrere una Pasquetta serena anche a chi, nonostante il giorno festivo, era costretto a rimanere al lavoro per contrastare il Coronavirus”. Per questo, Roberto e Andrea Rinaldi si sono infilati la divisa del loro ristorante Da Rinaldi e, in perfetta tenuta da contadini, sono partiti dalle campagne di San Paolo alla volta di Rimini centro per consegnare le loro tradizionali tagliatelle a tutto il personale del Reparto Covid-19 dell’Ospedale Infermi, al personale della Questura della Polizia di Stato e della Caserma dei Carabinieri.

“Tutta la famiglia ha collaborato alla realizzazione e al confezionamento in monoporzioni delle pietanze – racconta Roberto Rinaldi - e per la consegna abbiamo deciso di vestirci con gli abiti da contadino, a cui ovviamente abbiamo aggiunto tutti i dispositivi sanitari di protezione. Così, oltre a fare omaggio delle nostre tagliatelle per dimostrare la nostra vicinanza a tutte le donne e gli uomini impegnati in questa difficile battaglia contro il Coronavirus, abbiamo portato un po’ di gioia anche a chi lavora e ha poco da gioire. Un sorriso e un piccolo gesto a cui tenevamo tanto e che tutti hanno dimostrato di avere gradito facendoci arrivare il loro sincero ringraziamento che ci ha aperto il cuore. Non è un momento facile per nessuno, nemmeno per noi ristoratori, ma siamo stati davvero felici di aver fatto qualcosa per gli altri”.

(Rimini) Buoni spesa per l’emergenza coronavirus, il Comune di Riccione avvisa che per l’erogazione “vista la numerosità delle domande pervenute, si prevede di procedere con erogazioni successive a partire da oggi martedì 14 aprile. Tutti i richiedenti il buono spesa riceveranno, tramite sm, una comunicazione in merito all'assegnazione del beneficio (anche in caso di esito negativo). Il valore del buono spesa assegnato sarà comunicato nell’sms, e verrà accreditato sulla Tessera Sanitaria del richiedente che dovrà essere utilizzata quale carta per il pagamento dello spesa”. Gli esercizi commerciali presso i quali utilizzare il buono sono riportati nell'elenco pubblicato sul sito del Comune di Riccione. Si ricorda che non rientrano nei beni acquistabili con il buono spesa alcolici, cosmetici, lotterie e tabacchi.

(Rimini) Il Riviera di Rimini Round del WorldSBK, precedentemente previsto dal 12 al 14 giugno al circuito di Misano, è stato riprogrammato dal 6 all’8 novembre prossimo. “In questo momento prevale l'incertezza perché alla complessità della definizione dei calendari sportivi, sulla base dei lockdown dei vari Paesi, si aggiunge quella sulle modalità con le quali gli eventi potranno svolgersi. Ci sono tanti aspetti da valutare. Certamente dobbiamo stare uniti per proteggere ogni segmento della lunga filiera del motorpsort, senza dimenticare e lasciare indietro nessuno”, è il commento di Andrea Albani, managing director Misano World Circuit. “Quanto alla riprogrammazione del Riviera di Rimini Round del WorldSBK a novembre, è coerente con gli obiettivi che cerchiamo di centrare, ossia mantenere in calendario tutti gli eventi programmati. Sarà la condizione di sicurezza per tutti coloro che entreranno in circuito a guidarci; stiamo già lavorando su questo aspetto ed aspettiamo le regole che saranno definite. Certamente ne adotteremo di ulteriori e più stringenti perché queste sono le basi solide dalle quali ripartire. Serve uno sforzo comune e molto realista: sappiamo che nulla sarà come prima, ma dobbiamo tutti fare il massimo perché si riaccenda presto il semaforo verde, ma adeguandoci al nuovo mondo che ci attende”.

Martedì, 14 Aprile 2020 12:38

Bellaria film festival: aperte le iscrizioni

(Rimini) Sono aperte le candidature alla 38ma edizione di Bellaria Film Festival, il festival dedicato al cinema documentario indipendente. Sarà possibile iscriversi fino a lunedì 11 maggio. “La manifestazione, tra le più longeve in Italia nel suo genere (è nata nel 1983), è stata rilanciata con successo di pubblico e critica grazie alla nuova direzione artistica affidata dal 2018 al produttore teatrale, musicale e cinematografico Marcello Corvino”, spiegano gli organizzatori.

Il concorso che anche per il 2020sarà diviso in due sezioni: Bei Doc, per lavori di qualsiasi formato prodotti dopo il 1 gennaio 2019, con durata minima di 20 minuti e massima di 60 minuti (titoli inclusi); Bei Young Doc per documentaristi under30 (al momento dell’iscrizione), con durata minima di 20 minuti e massima di 60 minuti (titoli inclusi).

Per entrambe le sezioni possono partecipare film inediti, presentati in altri festival o distribuiti nelle sale cinematografiche.
Il concorso è aperto a cittadini italiani e stranieri appartenenti ai 27 stati dell’Unione Europea. I film candidati possono essere frutto di coproduzioni internazionali, anteprime mondiali, europee o nazionali. I documentari in lingua straniera dovranno contenere sottotitoli in italiano.

(Rimini) “Ci siamo lasciati alle spalle il ponte pasquale per la nostra Riviera più anomalo di sempre. Spiagge desolatamente vuote nonostante un sole quasi estivo, alberghi chiusi, serrande dei negozi ed esercizi passati”. Così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. “Una dimostrazione di responsabilità della nostra comunità, che unita ha condiviso lo spirito e osservato queste misure così stringenti. Abbiamo distorto persino la nostra natura, il nostro essere terra di relazioni, di contatti, di convivialità, di stare in giro all'aperto, avere mille attività e lavori. Un sacrificio doloroso, ma in questa tragedia epocale e mondiale - per la quale ancora si cercano vaccini, farmaci, terapie, dove ancora arrivano in diretta  nelle case dati di contagi, decessi, ritorni del contagio dove sembrava esaurito - siamo disposti a sopportarlo perché mossi da un obiettivo comune: regalarci un futuro”.

Per Gnassi la “ripresa” è “da avviare il prima possibile”, “sarà sicuramente diversa”, ma “potrà anche rappresentare un'opportunità per spingere su quei processi di innovazione rimandati o bloccati, da cui magari consolidarci rispetto ad altri nel mondo. L'Italia migliore, la Romagna, sono stati anche questo nella loro storia. Siamo stati colpiti e ci siamo risollevati per diventare riferimento nel mondo. Ora viviamo questo periodo di sospensione lavorando e progettando il domani; istituzioni, categorie, esperti insieme, ipotizzando scenari inediti, nonostante le incertezze e un quadro in costante mutamento. In questa cornice sarebbe opportuno trovare una linea comune, evitare scatti in avanti tenendo bene a mente che è in ballo la salute (anche) economica del Paese e di un settore come quello del turismo che si basa sull'immateriale, su cui pesano fattori anche irrazionali. Forse è utopistico sperare di parlare con una voce sola, ma sarebbe auspicabile quantomeno evitare uscite improvvide come quella della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel suo invito a non programmare vacanze per la prossima stagione. Mentre Comuni, Regioni e Governo studiano bonus e incentivi per dare un impulso al turismo nostrano, mentre con gli operatori e imprenditori si studiano modalità per come riorganizzare attività, aziende e fabbriche e per proporre agli ospiti ai turisti servizi in linea con le nuove esigenze di sicurezza sanitaria e igienica, mentre si provano a ipotizzare nuove modalità di comunicazione e marketing, bastano poche parole ma pesanti come macigni, a compromettere un clima già complicato".

Il dossier 'estate'. "Oggi più di ieri, chi ha ruoli di vertice e di responsabilità non può non considerare che ogni esternazione, soprattutto se non suffragata da dati certi, può avere ripercussioni su interi settori. Non nascondiamoci dietro un dito: sappiamo che la sfida che ci attende sarà durissima, che il Covid sarà un trauma che lascerà ferite profonde, ma siamo pronti per metterci in gioco. Sul turismo vogliamo ripartire dal "dossier estate" che oggi è sul tavolo del governo, per immaginare che dopo una primavera chiusi in casa si possa tornare in spiaggia, a riscoprire i borghi, ovviamente appoggiandoci su una serie di normative e di prescrizioni dettate dalla scienza che garantiscano la sicurezza e la salute. In questa direzione va il bonus vacanza che il ministro Franceschini ha annunciato per immettere liquidità e stimolare il turismo interno, così come le proposte che stiamo costruendo con la Regione e gli operatori per una forte innovazione sul fronte ricettivo, con standard di igiene e qualità sicuri, rimodulazione degli spazi, e dei servizi turistici, puntando su servizi distanziati e food delivery in spiaggia. Molti operatori, pur immersi nel critico contesto attuale, si sono messi in moto per riuscire ad offrire ancora, pur con strumenti diversi, quell'esperienza di leggerezza e benessere di cui tutti noi sentiamo la necessità”.

E' già successo. “I nostri nonni, le nostre famiglie, la nostra storia ce l'hanno insegnato. Si può risorgere da una guerra, essere ancora leader dopo il mare scomparso con le mucillagini, tenere botta e ricominciare di fronte a crisi. Ci vorranno sostegni diretti e concreti, per il credito, liquidità, per il lavoro. Ma oggi serve anche questo: sembrerà retorica micro-regionalista, ma oggi dobbiamo attaccarci a quel dna che ci fa "essere romagnoli", caparbi e ostinati, irriverenti, mai domi, che è un valore immateriale enorme per darci la spinta e per dire gli uni agli altri, in ogni caso e con ogni mezzo, che anche noi, come le generazioni che ci hanno preceduto, ce la faremo".

Martedì, 14 Aprile 2020 09:42

14 aprile

Nasce bimbo da mamma ‘positiva’ | Covid: 5 decessi alla San Fortunato | Test ematici: il 15% ha gli anticorpi

(Rimini) Sono 20.440 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 342 in più rispetto a ieri. E hanno raggiunto quota 99.047 i test effettuati, 2.343 in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi, lunedì 13 aprile, sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione. Complessivamente, 8.946 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (134 in più rispetto a ieri). Sono 331 le persone ricoverate in terapia intensiva: 4 in meno di ieri. I pazienti ricoverati in terapia non intensiva negli altri reparti Covid sono 3.490 (-1).

Purtroppo, si registrano 51 nuovi decessi: 31 uomini e 20 donne. Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 4.007 (+145), delle quali 1.923 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 2.084 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.615), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 8 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 6 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna, (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 5 nella provincia di Forlì-Cesena (1 nel forlivese e 4 nel cesenate), 2 in quella di Rimini, 2 in provincia di Ravenna.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.138 a Piacenza (38 in più rispetto a ieri), 2.573 a Parma (42 in più), 3.888 a Reggio Emilia (39 in più), 3.132 a Modena (45 in più), 2.947 a Bologna (93 in più), 345 a Imola (2 in più), 618 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 3.799 81 in più), di cui 827 a Ravenna (26 in più), 691 a Forlì (30 in più), 554 a Cesena (4 in più), 1.727a Rimini (21 in più).

(Rimini, 11 apr. 2020) La Comunità riminese di Comunione e Liberazione si unisce al Vescovo Francesco, ai familiari e a tutta la Chiesa diocesana nella preghiera per il caro Vescovo emerito mons.  Mariano De Nicolò. Il suo ritorno alla Casa del Padre nel silenzio del Sabato Santo, in cui l’abbraccio di Cristo ci raggiunge proprio là dove parrebbe vincere la solitudine eterna e ci riconduce nella comunione in cui domandiamo sia accolto dal Padre, ci rende ancor più consapevoli di quanto sia essenziale il legame col Vescovo. Dopo la morte di don Giussani, mons. Mariano ci esortò a rimanere uniti: ora, mentre lo accompagniamo nella preghiera affinché possa vivere in Cielo la pienezza dell'unità che ha servito sulla terra come pastore della nostra Chiesa riminese per diciotto anni, gli chiediamo che la sua paternità continui a sostenerci nella communio sanctorum.

(Rimini) “L’emergenza Covid-19 rischia di diventare il fine vita di molti pubblici esercizi in tutta Italia e in particolare sul nostro territorio che vive di turismo, settore in crisi profonda per le misure di distanziamento sociale. Da una stima del Centro Studi FIPE-Confcommercio il nostro settore rischia la perdita di 21 miliardi di euro di fatturato nel 2020, con il rischio di chiusura definitiva per oltre 50.000 aziende e la perdita di 300.000 posti di lavoro”, spiega il presidente provinciale Gaetano Callà. “I freddi numeri sono fatti da una realtà che ci preoccupa davvero: il nostro settore negli ultimi anni ha visto tanti giovani investire tutto e ora intere famiglie si trovano nell’incapacità di avere una prospettiva rischiando di vedere compromesso il loro futuro. La chiusura di un’azienda lascia segni indelebili su numerose famiglie”.

Un quadro “avvilente che ci rende oltremodo delusi se sommato alla mancanza di risposte concrete e mirate da parte del governo, giudicate “insufficienti e parziali” dal 96% delle nostre imprese della ristorazione, bar, intrattenimento e discoteche, catering, stabilimenti balneari e fuori casa d’Italia. La FIPE ha avanzato direttamente, insieme a Confcommercio, numerose richieste alle forze politiche per dare la possibilità a migliaia di imprese di non morire. Purtroppo al momento le risposte non sono state quelle sperate. Per questo, continuiamo a chiedere con forza il contributo a fondo perduto per gli esercizi forzatamente chiusi, parametrato all’effettivo fatturato medio degli anni precedenti come indennizzo parziale dei costi sostenuti, la cancellazione dei pagamenti di tutti i tributi locali e nazionali dovuti nel periodo dell’emergenza, un sostegno finanziario al pagamento degli affitti e l’ampliamento del credito d’imposta per tutto l’anno sui canoni di locazione commerciale che includa tutte le tipologie di immobile e l’affitto d’azienda e di ramo d’azienda, più l’intervento su tutti i contratti in essere, compresi quelli con i fornitori”.

Accanto a queste richieste, “come Fipe abbiamo istituito un apposito gruppo di lavoro che sta lavorando anche per la “Fase 2” legata al processo di riapertura delle attività. Chiediamo di essere parte attiva di un piano organizzativo della riapertura, con i tempi e le indicazioni necessari ad organizzare le nostre strutture. Chiediamo l’individuazione, da subito, di specifici criteri che definiscano delle misure da adottare per la protezione dei lavoratori e dei clienti, in modo da non dovere anche fare i conti con eventuali speculazioni che vadano ad aumentare i costi di gestione già oltremodo pesanti e che salvaguardino la produttività di impresa e l’occupazione”.

Per quanto riguarda gli spazi, anche su suolo pubblico, “chiediamo alle amministrazioni locali la possibilità di concederne temporaneamente di ulteriori ai pubblici esercizi. Penso agli spazi all’aperto attigui alle attività, o nelle zone a traffico limitato e nelle aree pubbliche, che potrebbero venire utilizzate dagli esercizi per mantenere la propria capacità di lavoro. Il tutto dovrà essere un rilancio a burocrazia e costi zero: le nostre imprese non hanno possibilità di far fronte ad ulteriori adempimenti, né di pagare le imposte locali imponenti come occupazione suolo pubblico e tassa sui rifiuti. Nell’immediato, chiediamo la possibilità per i nostri ristoranti di lavorare con l’asporto rispettando tutti i parametri di sicurezza. Il take-away con ritiro in loco e consumo presso la propria abitazione, secondo le disposizioni che si usano per fare la spesa, permetterebbe infatti di riaprire da subito altre attività rispetto a quelle che si sono già organizzate per lavorare almeno parzialmente grazie al delivery”.

Un servizio, quello dei pasti consegnati a domicilio, “che ha permesso di rimanere aperte al 15% delle imprese della ristorazione, ognuna delle quali ha fatto registrare un +40% nella domanda di cibo a domicilio. Su richiesta degli associati, come FIPE abbiamo avviato una iniziativa a supporto creando una vetrina digitale dedicata al Delivery per consentire ai locali che erogano il servizio una maggiore visibilità verso i clienti. Si chiama Ristoacasa.net è una piattaforma gratuita, intuitiva ed integrata con la funzione di geolocalizzazione, che consente di individuare i locali che fanno delivery ed in particolar modo quelli che decidono di gestirlo con i propri mezzi sfruttando le risorse umane aziendali ed evitando di appoggiarsi a fornitori esterni”.

“Mi rincuora – conclude il presidente Callà - che sul nostro territorio numerose attività siano riuscite ad organizzarsi per il delivery, proponendo specialità di ogni tipo, riuscendo così a rimanere sul mercato e permettendo ai clienti di festeggiare questa Santa Pasqua, così diversa dal solito e per molti solitaria, apprezzando la nostra buona cucina e rinfrancandosi un po’ da questa prolungata quarantena. Voglio infine aggiungere il mio personale augurio di Buona Pasqua e quello di tutta la FIPE-Confcommercio, con la speranza che segni per tutti un nuovo punto di partenza e una rinascita personale e professionale”.

(Rimini) “Il Covid- 19 ha dato a tutti una lezione che non possiamo ignorare: i Comuni e quindi noi sindaci ci siamo dovuti rimboccare le maniche, operare con coraggio e determinazione, prendendo difficili decisioni per la salute dei cittadini. Con quella rigidità, lo ammetto, che all'inizio hanno provocato critiche dai più scettici ma che poi, sono convinta, hanno aiutato a salvare delle vite”. Così il sindaco di Riccione Renata Tosi.

“In un continuo e non sempre semplice lavoro di conciliazione con il territorio amministrato e con quelli dei Comuni vicini, con le istituzioni nazionali. Abbiamo fatto appello allo spirito di comunità, al senso civico e al rispetto delle regole. Ma non pensiamo neanche un momento che quando l'emergenza sanitaria si troverà nella famosa fase 2 (solo con analisi per tutti sarà efficace), potremmo tirare un sospiro di sollievo. Niente affatto, perché ci troveremo con le casse vuote e una parte consistente dei nostri concittadini alle prese con una crisi economica che al momento pare inevitabile. Non è da me, anzi non lo è mai stato, aspettare la "manna dal cielo". Certo se arrivano i soldi dallo Stato per ripianare i conti degli Enti pubblici, - come è logico che sia - saremmo i primi ad utilizzarli per i cittadini, per rilanciare Riccione, per dare respiro a tutto il comparto del turismo. Aspettare, però, non vuol dire essere veloci e qui il tempo è un fattore determinate. Quindi credo fondamentale anche fare delle proposte concrete in linea con l'amministrazione che mi trovo a governare. Per far ripartire lavoro e economia insieme, perché l'uno non prescinde dall'altra, dobbiamo fare con quello che noi sindaci abbiamo, i Comuni appunto che devono essere creatori di lavoro. E' questo il mio appello al Governo”. 

Come si può fare? “Con i lavori pubblici, mettendo in moto i cantieri, non solo per creare una città bella, che sì è importante, ma per creare posti di lavoro, per far girare l'economia, i soldi in tasca ai cittadini. Dobbiamo farlo con snellezza di procedure, senza troppa burocrazia e quindi basterebbe alzare la soglia economica, che oggi è di 40 mila euro per i servizi e 150 per appalti di costruzione, per cui un'amministrazione può procedere senza bando. Utilizzare un bando vuole dire aspettare per le varie procedure 6-8 mesi. Dobbiamo essere più veloci, non possiamo trascinare la crisi per due anni. Quindi dobbiamo poter avviare interventi pubblici con la procedura dell'invito ad aziende a presentare preventivi, incentivando progetti e programmazione sul territorio. Noi abbiamo cominciato da tempo ad utilizzare tutti gli strumenti urbanistici, quelli più snelli, per far avanzare progetti e pianificare il futuro. Noi ci chiediamo e chiediamo a voce alta: fate in modo che i Comuni diventino datori di lavoro per la ricostruzione”. 

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