(Rimini) In Emilia-Romagna sono 21.029 i casi di positività al Coronavirus, 277 in più rispetto a ieri. Per la prima volta, però, salgono di più le guarigioni: se ne sono infatti registrate 395 di nuove. I test effettuati hanno raggiunto quota 106.149, 4.253 in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione. Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.223 a Piacenza (56 in più rispetto a ieri), 2.616 a Parma (34 in più), 3.982 a Reggio Emilia (35 in più), 3.217 a Modena (37 in più), 3.035 a Bologna (60 in più), si fermano per il secondo giorno consecutivo a 345 le positività registrate a Imola,649a Ferrara (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.962 (41 in più), di cui 889 a Ravenna (9 in più),736 a Forlì (12 in più), 588 a Cesena (11 in più), 1.749 a Rimini (9 in più).

Complessivamente, 8.966 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (-50 rispetto a ieri). 325 i pazienti in terapia intensiva: tre in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (- 85). Le persone complessivamente guarite salgono a 4.664 (+395): 2.200 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 2.464 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 83 nuovi decessi: 41 uomini e 42 donne. Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.788), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 10 in quella di Parma, 17 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 19 in quella di Bologna (nessun caso registrato nell’imolese), 4 in quella di Ferrara, 3 in provincia di Ravenna, 7nella provincia di Forlì-Cesena (5 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun decesso di persone di fuori regione.

(Rimini) “Sofia muove solo gli occhi, dal contatto visivo e le cure di sua madre passa il suo rapporto con il mondo esterno”. A raccontare la storia di questa bimba, affetta da una “gravissima malattia degenerativa” che “la tiene inchiodata al letto di una casa che condivide solo con sua madre, sulle cui spalle grava un peso ed una responsabilità enormi”, è l’assessore del comune di Rimini Mattia Morolli.

“Insieme alle difficoltà, come spesso capita in queste donne forti, c'è un grande orgoglio e voglia di autonomia che porta a superare grandi difficoltà. Gli educatori che seguono Sofia sono riusciti a seguirla nei primi tempi di sospensione scolastica, poi hanno dovuto anche loro uniformarsi alle nuove disposizioni e sostenerla solo a distanza. Così sua madre ha continuato a tenere Sofia in contatto con il mondo esterno come ha potuto, affrontando queste settimane lunghissime di sospensione scolastica armata solo di un vecchio smartphone e tanta forza di volontà. Fino a qualche giorno fa, quando oltre alle forze vengono meno connettività, dati e smartphone”.

La mamma di Sofia chiede aiuto. “Solo allora sua madre sente che da sole non possono più farcela e chiama la direzione scolastica delle Fermi, la scuola di Sofia, che si attiva subito per trovare una soluzione, contattando i servizi educativi del Comune di Rimini. Il tempo di organizzarsi e, il giorno dopo, il Comune consegna a casa di Sofia un tablet ed una nuova sim per collegarsi alla rete e, con essa, al mondo esterno. I suoi occhi tornano a brillare e a muoversi veloci, potendo rivedere amici, educatori ed insegnanti su quei pochi pollici che per lei equivalgono al mondo fuori dalla sua stanza. Piano piano, passato questo difficile momento, riprenderà anche tutto il resto, la sollecitazione sensoriale fatta dai suoi assitenti, la riabilitazione, le visite di educatori ed amici, ma oggi per lei questo tablet significa poter uscire dalla solitudine. Un sollievo per Sofia ma anche per sua mamma, sola ad affrontare questo rapporto e che ora può respirare almeno un poco".

Quello di Sofia è un caso certamente estremo e del tutto particolare, ma che rientra tra quegli aiuti che, su segnalazione dei direttori didattici, il Comune di Rimini sta supprotando con aiuti mirati portando a casa di chi ha più bisogno Pc e tablet (recuperandoli tra quelli non utilizzati, consegnandoli in comodato d'uso per il periodo dell'emergenza) o materiale didattico, come fotocopie o cancelleria, mettendo a disposizione risorse e personale comunale.

"Oltre al supporto tecnico – continua l'assessore Morolli – per gli studenti riminesi, il Comune di Rimini ha sviluppato anche un sistema innovativo di didattica a distanza nelle sue scuole per l'infanzia. Da una parte "Io e Tech", il format dedicato alla formazione online sulla piattaforma youtube istituzionale, che ormai ha superato i 150 video e le 50 mila visualizzazioni; dall'altra la formazione a distanze delle maestre attraverso una classroom virtuale, un laboratorio nazionale con il supporto di Apple e Cisco. Innovazioni da cui non si torna indietro e che enteranno a far parte della cassetta degli attrezzi con cui affronteremo la didattica in maniera strutturale, e non più e non solo per la gestione di questa emergenza. La toccante storia di Sofia ci fa sentire ancora più forte l'importanza del lavoro di questi mesi, per il quale ringrazio il personale comunale, insegnanti, educatori, direttori didattici e le famiglie che stanno affrontando con grande impegno e responsabilità questi mesi difficili".

(Rimini) “Ci prepariamo e guardiamo con speranza alla fase 2, quella che segnerà la prima fase di ripresa,  ma ad oggi siamo ancora immersi nel lockdown: serrande abbassate, la stragrande maggioranza dei negozi e dei pubblici esercizi chiusi”. L’assessore per il commercio del comune di Rimini Jamil Sadegholvaad iterviene per chiedere nuovamente ai propriatari di immobili commerciali di abbassare gli affitti. “Uno scenario che speriamo di poter presto archiviare, con la consapevolezza che quando commercianti e artigiani potranno riprendere le loro attività si ritroveranno a dover fare i conti con nuove modalità di lavoro e con le conseguenze economiche di uno stop inatteso e prolungato”.

Ai piccoli imprenditori, “che sono il cuore del nostro tessuto economico, è dedicata una misura nel Decreto Cura Italia, il cosiddetto bonus affitti per negozi e botteghe, che prevedeva un'agevolazione in favore dei commercianti ed artigiani costretti a chiudere per rispettare le misure restrittive volte a limitare il contagio da Covid-19. Non si tratta di una sospensione dei pagamenti dell'affitto, ma di un credito di imposta pari al 60% del canone di locazione versato per il mese di marzo. Non la panacea di tutti i mali purtroppo, ma comunque una misura concreta che, secondo indiscrezioni, pare potrà essere ampliata e prorogata, così come pare essere allo studio un programma di incentivi statali ai proprietari per favorire l'alleggerimento dei canoni d'affitto. Si parla della possibilità di consentire ai proprietari di immobili in locazione di versare le tasse non sui dodici mesi, ma sulla base dei mesi di affitto effettivamente pagati dai locatari con il cosiddetto "regime di cassa". Così come è al vaglio un credito d'imposta per i proprietari degli immobili che riducono il valore del canone agli affittuari. L'auspicio è che queste indiscrezioni non restino tali, ma che si traducano in azioni concrete e subito applicabili per dare una boccata di ossigeno – che si traduce in liquidità – a commercianti e artigiani, con agevolazioni anche per quei proprietari che si ritrovano con minori entrate legate ai propri immobili”.

Si tratta di “misure che seguono nella filosofia e nell'applicazione quelle introdotte già da mesi dal Comune di Rimini, oggi ancor più importanti, e cioè le agevolazioni previste nella "no tax area". Grazie a questo intervento i proprietari di immobili a destinazione commerciale o produttiva possono ottenere un contributo economico sulla base dell'IMU versata a fronte di una riduzione del canone di affitto alle imprese non inferiore al 20%, contributo che copre l'intero valore dell'Imu se la riduzione del canone supera il 30%. L'appello che rinnovo ai proprietari, soprattutto in previsione delle prossime misure governative che ci auguriamo possano andare ad integrare le azioni promosse dall'Amministrazione comunale, è quello di promuovere degli accordi con i propri locatari per la riduzione del canone. Non è solo buon senso, ma un'opportunità per cercare insieme di ridurre per quanto possibile le conseguenze del lockdown e immettere un po' di liquidità per la fase di ripartenza".

(Rimini) Il Comune di Rimini esenta tutto il personale sanitario che soggiorna in strutture ricettive del territorio comunale per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19 dal pagamento dell’imposta di soggiorno.

“Abbiamo voluto formalizzare - è il commento dell’Amministrazione comunale - una scelta che ci sembrava doverosa verso quanti sono qui - medici e infermieri - per prodigarsi a tutela della salute dei riminesi. Un riconoscimento materialmente molto piccolo ma dal grande valore simbolico, che si affianca con la stima che continueremo ad avere perennemente verso questi professionisti che quotidianamente, pagando anche personalmente prezzi altissimi, stanno dimostrando cos’è il valore di una professione che, specie nei momenti del bisogno come quelli che stiamo attraversando, diventa missione. A loro tutti un grazie e la conferma di un impegno ad essere vicendevolmente uniti, al loro fianco in questa terribile battaglia di cui non è vicina la fine.”

Con la delibera approvata nell’ultima seduta la Giunta comunale ha così equiparato il personale sanitario, che la Protezione Civile e l’ASL Emilia Romagna hanno destinato nel nostro territorio comunale per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, al personale di protezione civile, in modo che medici ed infermieri, che per tale ragione si trovano a soggiornare in strutture ricettive del comune di Rimini, possano godere dell’esenzione dell’imposta di soggiorno, estendendo così quanto già previsto dal regolamento.

Mercoledì, 15 Aprile 2020 10:09

15 aprile

Morto un medico di famiglia | Eparina per curare | Venticinque aprile illuminato

(Rimini) Se i turisti, questa Pasqua, non si sono potuti muovere verso il mare, la costa adriatica ha visto altre 'visite': quelle di delfini e tonni che sono tornati a nuotare nelle acque rese più azzurre, trasparenti e silenziose dalla mancanza di barche e navi. Sui social, infatti, sono comparsi filmati e foto ripresi dai pochi pescatori in servizio nel weekend pasquale a largo delle coste di Ravenna e Milano Marittima. E si vedono sia i tursiopi, i delfini più comuni in Romagna che si muovono in solitaria, che le stenelle, più piccole e agili, che viaggiano in gruppi di 60-70 individui. "Calato il disturbo sonoro in mare- spiega Attilio Rinaldi, presidente del Centro Ricerche marine- molte specie ittiche si sono avvicinate alla costa per mangiare il nostro abbondante pesce azzurro". E dunque tonni, delfini, tursiopi e stenelle si sono avvicinati alla costa tra Rimini e Ravenna per mangiare. Che l'Adriatico sia un paradiso di biodiversita' e' noto, fa notare Apt Servizi in una nota, "oltre 800 specie ittiche affollano questo spicchio di mare, compresi animali mitici come le tartarughe e, appunto, i delfini, stimati in circa 7.000 individui". Questi cetacei, prosegue poi Rinaldi, stanno mostrando un significativo incremento nei loro contingenti "e il nostro è l'unico mare italiano dove, anziché diminuire, sono cresciuti di numero". Caterina Fortuna, dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Ispra di stanza all'International Whaling Commission di Cambridge aggiunge che "abbiamo ricevuto dati nuovi da varie parti del mondo, in cui si evidenziano trend positivi", e "di certo si può dire che i tursiopi in Adriatico sembrano stare bene e mostrano trend stabili o in aumento" (Agenzia Dire).

(Rimini) La provincia di Rimini registra altri quattro morti positivi al coronavirus, due donne di 68 e 88 anni e due uomini di 78 e 97. Mentre sono 13 i nuovi casi, cinque maschi e otto femmine, 11 sono in isolamento domiciliare e due ricoverati non in terapia intensiva. Piu' nel dettaglio dei dati di oggi, si registrano 13 guarigioni, con doppio tampone negativo, per un totale di oltre 300 pazienti guariti. I casi totali arrivano a quota 1.740, di cui 87 residenti fuori provincia, 610 a Rimini, 222 a Cattolica, 218 a Riccione, 115 a Misano Adriatico, 128 a San Giovanni in Marignano, 54 a Santarcangelo di Romagna, 36 a San Clemente, 30 a Montescudo-Monte Colombo, 35 a Morciano di Romagna, 65 a Coriano, 27 a Novafeltria, 38 a Bellaria-Igea Marina, 20 a Saludecio, 17 a Verucchio, 10 a Pennabilli, otto a Mondaino, sette a San Leo, sette a Montefiore Conca, quattro a Gemmano, cinque a Montegridolfo, tre a Talamello, sei a Poggio Torriana, due a Maiolo e due a Sant'Agata Feltria. Nella Repubblica di San Marino i numeri sono stabili. I casi positivi sono 283, uno in piu' rispetto a ieri, di cui 38 ricoverati all'Ospedale di San Marino, 16 in Rianimazione con sintomatologia severa, otto femmine e altrettanti maschi; 22 nelle degenze di isolamento predisposte con sintomi moderati, 11 maschi e altrettanti femmine; 245 in isolamento a domicilio, 128 femmine e 117 maschi. I morti sono 36 mentre i guariti 53 ed ammontano a 113 i dimessi a domicilio per migliorate condizioni cliniche. Infine sono 593 le quarantene, 523 laici, 62 sanitari, otto Forze dell'ordine, e 888 quelle terminate (Agenzia Dire).

(Rimini) E’ sicuramente uno dei settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus. Ma il turismo emiliano-romagnolo non si arrende e rilancia. Innovazione, sicurezza sanitaria, salubrità e sostenibilità ambientale le parole chiave. Insieme a uno sforzo collettivo per affrontare la crisi che veda Istituzioni, imprese, sistema del credito impegnati verso il medesimo obiettivo.
L’invito a guardare con fiducia al futuro, nonostante la pesante e inedita congiuntura, arriva dallo stesso assessore regionale al Turismo Andrea Corsini dalla sua pagina Facebook: “Tutti dicono che nulla sarà come prima, probabilmente è vero, ma non è detto che sarà peggio di come eravamo. Il mercato farà selezione, la domanda turistica cambierà, il moderno viaggiatore avrà nuove esigenze e valuterà le offerte sulla base di nuovi criteri: qualità e sostenibilità ambientale, affidabilità delle strutture in termini di salubrità, sicurezza sanitaria, dimensione degli spazi, servizi. Questo è il momento di far scattare una grande reazione, che può portare il turismo verso nuovi e più ambiziosi traguardi. Certo, dirlo ora potrà sembrare surreale, ma non lo è. È in situazioni come questa, dove tutto sembra perduto, che troveremo la spinta, le idee, il coraggio, la creatività per uscire da questo momento più forti e all’altezza delle sfide che ci attendono”.

Secondo i dati di uno studio commissionato dalla Regione all’Osservatorio turistico di Unioncamere, l’impatto di Covid-19 sull’industria turistica emiliano-romagnola nel periodo marzo-agosto può essere calcolato in una perdita di 19,2 milioni di presenze (-42%) e in una riduzione del giro d’affari di 1.180 milioni di euro nella migliore delle ipotesi. Numeri che potrebbero salire a 28 milioni di presenze in meno (-62%) e una perdita di 1.800 milioni di euro in quello peggiore.
Nel settore della ricettività, il danno è stimato in una riduzione dei ricavi per le aziende alberghiere del 55%, pari a 1 miliardo di euro di minori entrate, e del 42% per la ristorazione, equivalente a 3,8 miliardi. Se poi si considera il Valore aggiunto, quindi la ricchezza prodotta in termini di Pil il calo oscilla fra il -12,43% e il -18,45% per il ricettivo e il - 12% e il -15,5% per la ristorazione.

“Un quadro impietoso – sottolinea Corsini -  di fronte al quale sarebbe facile farsi prendere dallo sconforto, ma noi non lo stiamo facendo e non lo faremo. Certo, la ripresa sarà faticosa, ma ancora una volta dimostreremo insieme di che pasta siamo fatti, Istituzioni e imprenditori che hanno ereditato dai nonni e dai padri pionieri del turismo, la straordinaria capacità di costruire un sistema turistico invidiato da tutto il mondo, fatto di accoglienza, ospitalità, qualità dei servizi e soprattutto tanta, tanta capacità di innovazione”.
Dallo steward di spiaggia, ai pasti sotto l’ombrellone. Allo studio nuovi servizi insieme agli operatori del settore

Servizi innovativi dunque, in grado di garantire salubrità, sicurezza sanitaria, sostenibilità ambientale. Questa per Corsini la ricetta per fronteggiare la difficile congiuntura. Alcuni esempi? L’introduzione di figure come lo steward di spiaggia, non un poliziotto che sanziona, ma una figura rassicurante con il compito di controllare il rispetto delle regole e dare consigli ai clienti. Oppure il servizio di pasti direttamente sotto l’ombrellone e magari nella stanza o nel balcone dell’Hotel. 
Temi su cui è in corso - spiega l’assessore regionale - il confronto con gli operatori del settore. E su cui la stessa Regione è impegnata in questa fase in cui il contrasto all’emergenza sanitaria si sta affiancando al lavoro per programmare la riapertura di alcune filiere produttive.

Tra i provvedimenti già adottati quello che stanzia 2 milioni di euro per sanificare e dotare alberghi e campeggi di moderni ed efficienti sistemi di igienizzazione e un forte piano di comunicazione, che verrà lanciato non appena ce ne saranno le condizioni, in particolare si saprà quando le persone potranno muoversi. Ma non solo. “Rilanceremo gli investimenti pubblici e la riqualificazione delle strutture private per dotarle del sostegno necessario ad affrontare la nuova fase del mercato” – sottolinea Corsini.
Tra le misure a sostegno del settore anche quelle definite grazie al “lavoro di queste settimane fatto dalla nostra Regione insieme alle altre, dalle Associazioni di categoria, e grazie all’attenzione e alla sensibilità del Ministro Franceschini”. Dall’introduzione dei buoni vacanza validi per un anno per il sostegno alla domanda interna e alle imprese del ricettivo, agli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali, all’ulteriore liquidità alle aziende, alla sospensione di tutte le scadenze fiscali e tributarie per un congruo periodo. E ancora: credito d’imposta per chi ha affitti d’azienda, sostegno agli investimenti e all’innovazione di prodotto, un grande piano di marketing e comunicazione internazionale. E quanto prima la possibilità per gli imprenditori di avviare i cantieri e realizzare i lavori necessari per la riapertura. “Insomma – chiosa Corsini - un vero e proprio Piano nazionale con l’istituzione di un Tavolo di crisi del settore”.

Uno scatto e un salto di qualità. Insieme Istituzioni, imprese, sistema del credito. Nell’immediato però occorre affrontare alcune questioni urgenti. Prima tra tutte quella della liquidità di cui le imprese hanno bisogno subito. “Se non ora quando”, sottolinea Corsini, ricordando i 200 miliardi di euro di garanzie messi a disposizione dal Governo e il prossimo varo del  Decreto Aprile. Da qui l’appello alle banche del territorio emiliano-romagnolo affinché venga consentito alle imprese di ottenere la liquidità necessaria per sopravvivere, senza aggravi burocratici. “È il momento – sottolinea -  di dimostrare con fatti concreti che il turismo è considerato per quello che vale. Un asset economico strategico e imprescindibile per un Paese come l’Italia e ora più che mai motore della rinascita economica”.
Un impegno a 360 gradi dunque, uno scatto e un salto di qualità che chiami tutti a fare la propria parte: Istituzioni locali, regionali e nazionali, sistema del credito e imprese. Con la convinzione che in Emilia-Romagna  - conclude l’assessore Corsini - “si tornerà nelle spiagge, torneremo a fare grandi eventi, sportivi, musicali e culturali, torneremo a riempire le città d’arte, i Borghi e i Castelli torneranno a risplendere, il nostro Appennino e i nostri centri termali offriranno più di prima una vacanza all’insegna del benessere. La nostra Motor e Food Valley saranno i prodotti internazionali che più di altri segneranno il grande rilancio sui mercati europei e mondiali dell’Emilia-Romagna”.

(Rimini) Questa mattina, martedì 14 aprile, è salito al Padre il diacono Maurizio Bertaccini, della comunità di Montetauro. "Si aggiunge purtroppo alle 'partenze' di Mons. Mariano De Nicolò, Vescovo emerito della Diocesi di Rimini, e don Ferruccio Capuccini, rettore del Santuario Madonna di Bonora, e questo è motivo di ulteriore sofferenza. – ha detto il Vicario generale della Diocesi di Rimini, don Maurizio Fabbri – In questi giorni della settima di Pasqua siamo certi che Maurizio potrà godere, quale 'servo buono e fedele', della pace col suo Signore risorto. Affidiamo al Signore anche Maria e la sua grande famiglia, perché trovino consolazione e fortezza nella fede".

Maurizio Bertaccini era nato a Savignano sul Rubicone l'8 aprile 1952. Il 29 novembre 1997 è stato ordinato diacono permanente dal Vescovo Mariano De Nicolò. Prestava servizio presso la parrocchia Santa Innocenza di Montetauro di Coriano e nella comunità della Piccola Famiglia dell'Assunta di Montetauro.
Laureato in Medicina a Bologna nel 1979, dopo un primo periodo in cui ha esercitato anche come dentista a Savignano sul Rubicone, Maurizio Bertaccini si è trasferito con la famiglia a Montetauro, per seguire più da vicino la comunità, nella quale ha fatto insieme alla moglie Maria la professione nel 1997, poco prima dell'ordinazione diaconale.

Bertaccini aveva l'ambulatorio nella casa della salute di Coriano ed era molto stimato dagli oltre 1.600 pazienti di Coriano e San Patrignano di cui si prendeva cura come medico di famiglia. Si è sposato con Maria l'8 dicembre 1979; dal loro matrimonio sono nati sei figli naturali, più uno adottivo e tre in affido. La figlia maggiore si è consacrata nel 2012 nella Piccola Famiglia dell'Assunta di Montetauro.
Il virus ha fatto la sua comparsa il 18 marzo, il 24 marzo si è reso necessario il ricovero all'ospedale "Infermi" di Rimini, dove tre giorni più tardi Bertaccini è stato costretto alla respirazione meccanica. Sabato scorso le sue condizioni si erano ulteriormente peggiorate, fino all'epilogo di questa mattina. "Maurizio è volato al Padre tra le braccia amorose della mamma del Cielo" è il messaggio inviato dalla moglie Maria.

(Rimini) Sono 20.752 i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, 312 in più rispetto a ieri. E hanno raggiunto quota 101.896 i test effettuati, quasi 3.000 (esattamente 2.849) in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.167 a Piacenza (29 in più rispetto a ieri), 2.582 a Parma (9 in più), 3.947 a Reggio Emilia (59 in più), 3.180 a Modena (48 in più), 2.975 a Bologna (28 in più), 345 a Imola (nessun caso positivo in più rispetto a ieri), 635 a Ferrara (17 in più). In Romagna sono complessivamente 3.921 (122 in più), di cui 880 a Ravenna (53 in più), 724 a Forlì (33 in più), 577 a Cesena (23 in più), 1.740 a Rimini (13 in più).

Purtroppo, si registrano 90 nuovi decessi: 50 uomini e 40 donne. Complessivamente in Emilia-Romagna sono arrivati a 2.705. I nuovi decessi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 20 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 17 in quella di Bologna, (di cui1 nell’imolese), 7 in quella di Ferrara, 2 in provincia di Ravenna, 9 nella provincia di Forlì-Cesena (8 nel forlivese e 1nel cesenate), 4 in quella di Rimini; 3 persone decedute, infine, erano residenti fuori regione.
Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 4.269 (+ 262), delle quali 2.028 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 2.241 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Complessivamente, 9.016 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (70 in piùrispetto a ieri). 328 i pazienti in terapia intensiva: 3 in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-17).

 

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