(Rimini) Nel dibattito pubblico che si sta sviluppando attraverso i mezzi di comunicazione circa le modalità di gestione della fase di ripresa di molte attività, un posto centrale è occupato dalla modalità di fruizione delle spiagge per la stagione estiva nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie per il contrasto al contagio da Covid19. “Stiamo assistendo alla manifestazione di posizioni imprenditoriali e di una parte della politica che, nella fretta di ritornare ad una (discutibile) normalità, non tengono conto in alcun modo dell’importanza di garantire spazi liberi a tutti i cittadini per poter godere del mare e delle spiagge per migliorare e rafforzare la propria salute”, commenta il presidente del coordinamento nazionale ‘Mare libero’.
“L’emergenza non deve diventare il pretesto per continuare ad ignorare le gravi questioni riguardanti l’illegittimità delle concessioni balneari in essere per contrasto con le norme euro-unitarie, ribadita in tutte le sedi giurisdizionali. La pandemia ha comportato un comprensibile slittamento dell’iter legislativo di riordino delle concessioni che tuttavia in alcun modo può trasformarsi nella promozione di fatto della categoria degli imprenditori balneari al rango di unici gestori delle spiagge. Ciò sarebbe il preludio inevitabile alla privatizzazione della costa italiana, che diventerebbe così un semplice vettore di business dimenticando la sua funzione primaria di bene comune naturalistico e il diritto alla libera accessibilità al mare e alle spiagge, per loro natura destinati alla libera fruizione collettiva”, spiega il cordinamento che vuole partecipare al dibattito istituzionale in corso.

Il coordinamento chiede anche la “costituzione di un osservatorio nazionale sulla gestione del demanio quale luogo permanente di confronto tra tutti i soggetti interessati incluse le associazioni ambientaliste, dei consumatori e in difesa del mare e delle coste”.
In attesa che si stabilisca se e in che modalità la stagione balneare possa avere inizio, “è intanto opportuno avere la percezione dell’impatto economico ed occupazionale che avrebbe un’eventuale sospensione (o rimodulazione) delle attività connesse alla balneazione. È pertanto importante che tutte le società concessionarie forniscano ai Comuni dati verificabili sui rapporti di lavoro instaurati e sull’ammontare del fatturato relativamente all’ultima stagione. Con i dati così rilevati, sarà più semplice per il Governo attuare un piano strategico che tenga conto e sappia commisurare le diverse esigenze in campo; tali dati saranno utili, inoltre, per poter stabilire un criterio di ripartizione di eventuali benefici disposti dallo Stato per l’anno in corso”.

Il comitato si auspica, poi, l’adozione di misure per il “rafforzamento della capacità di gestione pubblica del demanio marittimo da parte dei comuni costieri o degli Enti gestori e lo stanziamento di risorse per garantire servizi minimi e vigilanza, e ove necessario, per l’accesso contingentato alle spiagge e alla balneazione, ove indispensabile, attraverso sistemi pubblici e trasparenti”, oltre che “contributi ai comuni costieri per istituire, attraverso convenzioni con la protezione civile e con associazioni di volontariato selezionate e adeguatamente formate, servizi di vigilanza sulle spiagge per verificare l’assenza di occupazioni abusive di suolo e violazione delle misure di sicurezza per il distanziamento e igienico sanitarie, idonee ad arginare la diffusione del virus Covid”.
Infine, suggeriscono dal coordinamento, “i percettori del reddito di cittadinanza” potrebberp essere impiegati in progetti comunali “previa apposita formazione e protezione individuale, nei servizi di vigilanza sul rispetto delle misure di sicurezza Covid e nella gestione dei servizi minimi sulle spiagge”.

Mercoledì, 22 Aprile 2020 17:55

Squadra mobile, arrestato usuraio

(Rimini) La Squadra Mobile della Questura di Rimini ha portato a termine un’operazione per il contrasto dell’usura. Grazie ai numerosi elementi di prova raccolti, il Tribunale di Rimini ha emesso un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico di due napoletani del ’79 e dell’80, disponendo altresì il sequestro preventivo dell’importo di 40.000 euro circa corrispondente ai vantaggi usurari conseguiti da eseguirsi, anche per equivalente, sui valori finanziari e sui beni dei quali abbiano comunque la disponibilità.
L’indagine ha avuto origine dalla denuncia sporta ad inizio gennaio da un commerciante di auto usate del riminese di origine napoletana, il quale, al fine di avviare la sua attività imprenditoriale, nel febbraio 2018 aveva chiesto ed ottenuto da una persona di sua conoscenza (individuato poi nel napoletano del ’79) un primo prestito di 8000 euro. In virtù di quest’accordo, dal marzo 2018 al dicembre 2019 la vittima aveva regolarmente corrisposto all’usuraio la somma mensile di 1200 euro a titolo d’interesse.
Nel luglio 2019, a causa di alcune difficoltà economiche, al denunciante era stato elargito un nuovo prestito, questa volta di 30000 euro. In quell’occasione, era stato pattuito il pagamento di una cifra mensile di 4000 € a titolo d’interesse, con l’ulteriore clausola di assumere all’interno della propria ditta il cognato dell’usuraio (identificato nel napoletano dell’80) e di corrispondere a quest’ultimo metà dello stipendio (pattuito in 1200 €) e dell’affitto dell’appartamento nel quale avrebbe dovuto abitare.

Sin dall’inizio della vicenda, il pagamento degli interessi era stato effettuato mediante ricariche su carte Postepay appositamente indicate dall’usuraio o tramite consegna brevi manu del denaro contante all’usuraio stesso o al cognato, tanto a Rimini quanto a Napoli.
Durante le festività natalizie trascorse a Napoli, poi, resosi conto di non poter più far fronte all’ulteriore impegno assunto, la vittima aveva dapprima consegnato 2300 € al fine di guadagnare tempo, per poi evitare ogni tipo di incontro con l’usuraio. È in quel momento che sono iniziate le minacce e le insistenti richieste di restituzione dell’intero capitale. Spaventato da tale atteggiamento, la vittima è ritornata a Rimini in compagnia della sola moglie, mentre i figli sono rimasti a Napoli da alcuni familiari.
Agli inizi di gennaio, quindi, l’usuraio è venuto a Rimini al fine di poter incassare la somma richiesta, ma la vittima ha continuato a rimandare ogni incontro e, stanco di quanto subito sino a quel momento, si è recato presso la Squadra Mobile per sporgere denuncia.

In sede di denuncia ed a riscontro di quanto dichiarato, il denunciante ha fornito alcune ricevute di ricariche Postepay attestanti i pagamenti effettuati e le chat Whatsapp intercorse sin dall’inizio della vicenda con il suo usuraio.
Sulla base della denuncia e dei primi riscontri effettuati, la 1^ Sezione – Criminalità Organizzata della Squadra Mobile diretta dal Dott. Mattia Falso, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Luca Bertuzzi, ha intrapreso un’attività tecnica che, unitamente ad alcuni servizi di osservazione effettuati in occasione di un incontro tra usuraio e vittima, ha confermato in pieno la gravità della situazione prospettata da quest’ultima.

Nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza restrittiva, uno dei due indagati – il cognato dell’usuraio – è stato rintracciato, lo scorso 15 marzo, al porto di Civitavecchia (RM) di rientro dalla Spagna e condotto in carcere; l’usuraio, invece, è riuscito a sfuggire alla cattura. Dagli accertamenti effettuati, sembra che ciò sia stato possibile grazie all’aiuto di soggetti vicini al clan camorristico SAUTTO - CICCARELLI, egemone nella zona del Parco Verde di Caivano (NA). Le ricerche finalizzate al suo rintraccio, in relazione al quale la Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto la dichiarazione dello stato di latitanza, proseguono tutt’ora anche grazie al contributo del Commissariato di P.S. di Scampia della Questura di Napoli.
L’esecuzione del provvedimento restrittivo ha altresì consentito – anche in ragione della dimostrata sproporzione tra redditi dichiarati dai due indagati e beni posseduti – di sottoporre a sequestro preventivo tre autovetture e due motocicli: una Fiat 500 X; una Renault Clio; una Nissan Micra munita di targa prova riconducibile alla società di proprietà della vittima; un Honda Africa Twin ed un Honda SH intestati a due prestanome del ricercato.

(Rimini) In Emilia-Romagna sono 23.434 i casi di positività al Coronavirus, 342 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 445 (7.146 in totale). I test effettuati hanno raggiunto quota 140.874, 5.996 in più rispetto a ieri. Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione. In calo i casi positivi attivi: -160 rispetto a ieri (13.084 contro 13.244).
Calano anche le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi: complessivamente arrivano a 8.903, 116 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 282, stabili rispetto ieri. E diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-81).

Le persone complessivamente guarite salgono a 7.146 (+445): 2.337 “clinicamente guarite, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 4.809 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 57 nuovi decessi: 22uomini e 35 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.204.

I nuovi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 11 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena,10 in quella di Bologna (1 nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna, 2nella provincia di Forlì-Cesena, tutti nelterritorio forlivese), 5 nella provincia di Rimini; 2 decessi di fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.533 a Piacenza (73 in più rispetto a ieri), 2.973 a Parma (64 in più), 4.437 a Reggio Emilia (68 in più), 3.472 a Modena (23 in più), 3.558 a Bologna (51 in più),359 le positività registrate a Imola (1 in più), 833a Ferrara (28 in più). In Romagna sono complessivamente 4.269 (34 in più), di cui 941 a Ravenna (4 in più), 833 a Forlì (4 in più), 621 a Cesena (4 in più), 1.874 a Rimini (22 in più).

(Rimini) “C’è un settore, fatto di piccoli negozi artigiani e ambulanti, che con regole certe e più agevoli possono riaprire per contribuire a dare una normalità alla vita quotidiana”. Lo sostiene con fermezza Confesercenti della provincia di Rimini, che sta pensando alla fase due per i suoi associati. “In maggioranza sono di piccole metrature e facilmente gestibili, già negli altri paesi come Germania in Austria, le piccole attività le hanno già fatte riaprire. Cominciamo dagli ambulanti, all'aria aperta i distanziamenti si possono mantenere con più facilità, dai negozi che già prima e dalla chiusura dell'11 di marzo funzionavano con entrate di 2 persone alla volta; gli artigiani che in piccoli spazi si riescono a gestire più facilmente. Si può ragionare anche sugli orari delle aperture: l'importante è che ricominciamo con la vita quotidiana per ridare un po' di normalità, è una necessità, questo stallo sta diventando pericoloso anche per la tenuta sociale del paese”.
Un aspetto da tenere in conto, “è che le entrate annue dello Stato, per il 35% sono basato sull'iva; se chiude una piccola impresa, che sono la stragrande maggioranza, prima di tutto lo Stato perderebbe un'entrata, ma l'aspetto più grave è che le persone disoccupate si andrebbero ad aggiungere a quelli che richiedono il reddito di cittadinanza, oppure si aggiungerebbero alle fila della Caritas o peggio ancora si potrebbe verificare la situazione della crisi del 2008 quando ci sono stati tanti suicidi”. 

Per le piccole attività poi “è chiaro che servono agevolazioni aggiungere per farle sopravvivere, perché sappiamo benissimo che se anche aprono, sicuramente non ci sarà la fila. Si deve partire dalla cancellazione delle tasse locali per il 2020, e dal fatto che per quanto riguarda la Tari, per lo meno per quei mesi che i negozi sono stati chiusi, di immondizia non è stata prodotta. Ci aggiungerei le tasse nazionali, ci vuole un piano Marshall per il 2020 con il quale ridurle il più possibile, se non azzerarle. Sicuramente il 2021 deve partire con una tassazione più leggera e semplificata per dare modo alle piccole imprese, che sono il cuore dell'Italia, basta tenere conto che sono il 95%, di farle sopravvivere. È interesse anche dello Stato, perché se non entra l'iva non arrivano più gli stipendi statali, di cui fa parte anche tutto quel comparto che abbiamo elogiato in questa emergenza, gli eroi che sono i medici e gli infermieri. Lo stesso vale per gli stipendi delle forze dell'ordine, dei pompieri o per l'erogazione delle pensioni. Non è una logica che considera solo la sopravvivenza delle piccole attività, con il loro introito infatti si dà un importante sostegno allo Stato, per cui è necessaria una riflessione ampia e importante, per tornare a vivere nel modo in cui eravamo abituati prima".
Sugli affitti "dovrebbe intervenire una legge nazionale per non fare pagare i due mesi durante i quali le attività sono state chiuse. Il 60% di credito di imposta non basta, è necessario arrivare al 100%. È poi necessaria una linea guida per rinegoziare gli affitti, dopo le riaperture ci sarà, come si prevede, un calo dei consumi; i negozi già faticavano prima per cui anche per questo non sarà facile per loro sopravvivere. Per i proprietari degli immobili dati in affitto chiediamo la reintroduzione della cedolare secca del 20% che è stata tolta". 

Mercoledì, 22 Aprile 2020 12:16

22 aprile

Zona rossa al capolinea | Emergenza, alla Asl è costata 25 milioni | San Marino è lo stato più colpito al mondo

(Rimini) I sindaci di Rimini voglio allentare la morsa anticoronavirus e riallinearsi alle misure meno rigide in vigore nel resto dell’Emilia Romagna. L'esigenza, ribadita anche dal presidnete della provincia Riziero Santi, l'hanno espressa ieri in conference call con il prefetto Alessandra Camporota, durante la riunione dell’unità di crisi per l’emergenza covid19.
“Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, in qualità di componente dell’Unità di crisi regionale, ha rappresentato al tavolo l’esigenza della Regione di provvedere, anche con una eventuale ulteriore ordinanza, a chiarire alcuni aspetti applicativi dei regimi vigenti relativi ai territori di Piacenza e di Rimini in relazione, in particolare, alla possibilità di estendere anche ai due territori la previsione della movimentazione delle merci in entrata e in uscita dai magazzini delle aziende sospese, attività già consentite nel resto del territorio regionale e nazionale”, spiegano dalla prefettura.
“Tale esigenza, condivisa dai sindaci, pertanto, comporterà l’adozione di un nuovo provvedimento, in attesa delle future determinazioni del Governo in esito al confronto nella Cabina di regia con le Regioni, prevista giovedì prossimo, nella quale sarà valutata l’entrata in vigore di un eventuale nuovo regime su tutto il territorio nazionale, di superamento dei codici Ateco e di considerazione di nuove filiere produttive, a decorrere dal 27 aprile, regime al quale i sindaci del territorio hanno fin d’ora espresso la volontà di allinearsi superando, se ricorrerà questa nuova ipotesi, l’attuale sistema di misure differenziato”, precisano dalla prefettura.

 

(Rimini) “Siamo nelle condizioni, dopo aver effettuato migliaia di tamponi sul territorio, di procedere sempre più velocemente con i test di positività ai rappresentanti delle Forze dell'ordine. A Piacenza abbiamo iniziato la scorsa settimana, a Modena saranno avviati da giovedì e – anche in coordinamento con le priorità definite dalle Prefetture – i test sono in fase di avvio anche sugli altri territori”.
Lo afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, in risposta alle sollecitazioni dei sindacati di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
“Il tema - prosegue Donini - è già stato affrontato dalla Regione consapevole della necessità di avviare uno screening sulla popolazione in uniforme, impegnata, assieme agli operatori della sanità, nel contenimento del Covid-19 e in servizio quotidiano sul territorio regionale. Le giuste ragioni che i sindacati pongono, quindi, stanno trovando una risposta proprio in questi giorni”.

(Rimini) In Emilia-Romagna sono 23.092 i casi di positività al Coronavirus, 225 in più rispetto a ieri: un aumento inferiore all’1% rispetto a ieri, in valori percentuali fra i più bassi mai registrati. Le nuove guarigioni sono 435, l’incremento maggiore in un giorno che si è avuto dall’inizio dell’emergenza sanitaria. I test effettuati hanno raggiunto quota 134.878, 5.348 in più rispetto a ieri Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Calano le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi: complessivamente arrivano a 9.019, 122 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 282: uno in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-99).
Le persone complessivamente guarite salgono a 6.701 (+435): 2.363 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 4.338 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 68 nuovi decessi: 32 uomini e 36 donne. Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 3.147), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 7 in quella di Reggio Emilia, 8 in quella di Modena, 14 in quella di Bologna (2 nell’imolese), 6 in quella di Ferrara, 3 in provincia di Ravenna, 6 nella provincia di Forlì-Cesena (3 nel territorio forlivese), 4 nella provincia di Rimini; 2 decessi di fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.460 a Piacenza (67 in più rispetto a ieri), 2.909 a Parma (22 in più), 4.369  a Reggio Emilia (17 in più), 3.449 a Modena (38 in più), 3.507 a Bologna (41 in più), 358 le positività registrate a Imola (2 in più), 805a Ferrara (18 in più). In Romagna sono complessivamente 4.235 (20 in più), di cui 937 a Ravenna (3 in più), 829 a Forlì (8 in più), 617 a Cesena (3 in più), 1.852 a Rimini (6 in più).

Martedì, 21 Aprile 2020 16:50

Violentata e picchiata per settimane

(Rimini) Per più di due settimane l'avrebbero ripetutamente violentata, percossa e minacciata in un casolare di campagna abbandonato nella periferia riminese, e per questo sono stati, per il momento, denunciati a piede libero. I due presunti aguzzini, fa sapere la Questura di Rimini, sono un 52enne e un 36enne, entrambi romeni e senza fissa dimora, la cui posizione "è adesso al vaglio, oltre che della magistratura riminese, anche dell'Ufficio Immigrazione per eventuali provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale". La vittima, una donna straniera, era finita nelle mani dei due "più di due settimane fa, quando si era fidata di uno sconosciuto che l'aveva avvicinata nei pressi della stazione di Rimini offrendole un riparo e una sistemazione 'sicura' per fare fronte comune alle limitazioni di questi giorni". Da allora la donna era stata trattenuta nel casolare abbandonato dove, stando a quanto ha raccontato agli agenti, ha subito ripetute violenze sessuali da parte di uno dei due denunciati, mentre l'altro l'ha malmenata e minacciata a più riprese. Nella notte tra sabato e domenica, però, la vittima "è riuscita a mettersi in contatto con un suo conoscente residente in Puglia, che ha contattato il commissariato di Polizia di Gallipoli". I poliziotti pugliesi hanno poi attivato i colleghi di Rimini, e verso le 2 di domenica sono iniziate le ricerche da parte degli uomini delle volanti che, anche con l'aiuto del sistema di rintraccio della posizione del cellulare della donna, sono riusciti ad individuare il casolare”.

Fuori dall'edificio, privo di elettricità, acqua corrente e riscaldamento, i poliziotti, intervenuti in forze, hanno trovato "quattro uomini che si scaldavano e bevevano davanti a un fuoco". La donna, invece, si trovava all'interno del casolare, ma quando ha sentito "il trambusto di fuori, ne ha approfittato per uscire, sentendosi finalmente al sicuro". La successiva ricostruzione dei fatti, dettaglia la Questura, ha permesso di "attribuire precise responsabilità a due dei quattro uomini che bivaccavano fuori dal casolare, utilizzato come riparo di fortuna". La vittima li ha infatti "riconosciuti responsabili" degli abusi subiti. Uno è stato indicato dalla donna come autore delle violenze sessuali ai suoi danni, mentre l'altro è stato accusato di ripetute percosse e minacce. Violenze che avevano provocato alla vittima "un senso di soggezione e paura" che, fino a quel momento, le aveva impedito di tentare la fuga "per timore delle eventuali ripercussioni” (Agenzia Dire).

(Rimini) Le fiere non si fermano davanti all'emergenza Covid-19. Anzi, accelerano. Il settore, vale la pena ricordarlo, genera affari per 60 miliardi di euro l'anno, garantendo il 50% dell'export delle aziende espositrici.

Italian Exhibition Group, quotata in Borsa Italiana, dai suoi quartieri fieristici e congressuali di Rimini e Vicenza e dalle sue sedi di Arezzo e Milano, forte di un 2019 record con i migliori risultati di bilancio di sempre, mantiene un presidio quotidiano dei mercati internazionali delle sue 48 manifestazioni e dei suoi 190 fra congressi ed eventi.
E si concentra non solo sullo sviluppo dei suoi appuntamenti del secondo semestre ma intensifica il rapporto quotidiano con stakeholders e clienti, creando valore e sviluppo attraverso nuovi contenuti.
 
Il team di Vicenzaoro, oltre a un contatto quotidiano con i clienti instaurato da settimane con webinar, digital press conference, audit associativi, ha lanciato la campagna social #labellezzanonsiferma che con testimonial del settore, insieme a Istituto per il commercio estero, promuove l'unicità e originalità del Made in Italy nel comparto jewellery & fashion. Un comparto protagonista di un export dal valore di oltre i 5 miliardi di euro. Ma non solo. Con il suo magazine internazionale VO+ Italian Exhibition Group dà voce ai protagonisti mondiali del settore con un appuntamento quotidiano di giornalismo digitale nel segno dell'eccellenza.
Attività digital rafforzate per RiminiWellness, voce iconica di un settore da 10 miliardi di euro e appuntamento internazionale cardine per gli amanti del fitness da oltre 15 anni. In attesa del prossimo evento di fine agosto, ha preso vita #RWatHome che è un autentico caso mediatico ripreso da tv e quotidiani nazionali. Sul sito e sui social RiminiWellness diventa una "palestra virtuale" e chiama a raccolta gli utenti con programmi di allenamento, idee per attrezzi homefitness, consigli su alimentazione e integrazione per consentire agli appassionati di mantenersi in forma restando a casa. 
 
Giornate chiuse che assumono colore attraverso i tutorial di Abilmente, il Salone delle Idee Creative di IEG che non interrompe la voglia di creatività e manualità del pubblico. Blogger e artigiani handmade ed espositori intervengono e suggeriscono online nuove idee con cui cimentarsi, una community che mette in circolo idee con l'hashtag #abilmentecontinua.

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