(Rimini) Continuano anche nella fase 2 le azioni e le misure adottate dal Comune di Rimini per adeguare l'organizzazione dei propri uffici al contesto di emergenza che la Città si trova a vivere in questo periodo. Sono attualmente 703 i dipendenti del Comune di Rimini (circa il 64%) a svolgere la loro attività in modalità smart working, come previsto dalle norme contenute nei diversi decreti governativi. Di questi, solo 5 erano in già in precedenza autorizzati, mentre tutti gli altri sono stati attivati in seguito all'emergenza sanitaria da covid19.

“Una fase 2 che ricalcherà in buona parte le disposizioni già attuate, con poche novità. Tra queste la riapertura dal 18 maggio (ma senza pubblico) di alcuni servizi, come quelli culturali. La biblioteca, ad esempio, riaprirà ma solo per il prestito. Altri uffici, ora chiusi, saranno riorganizzati alla luce delle attività economiche che nella fase due hanno riaperto. Continua il prezioso lavoro a distanza portato avanti dal personale docente ed educativo, che ha attivato un progetto di formazione a distanza che ha consentito di mantenere un rapporto tra insegnati ed educatori ed i bambini e le famiglie. Così come fortemente impegnato sono gli uffici legati al welfare che, pur in modalità smart, hanno svolto e stanno portando avanti un carico di lavoro molto più gravoso. Pensiamo solo al lavoro telefonico portato avanti dalle assistenti sociali in condizioni di grande emergenza per garantire non solo un servizio ma, a volte, anche solo un conforto a distanza. I servizi di anziani e disabili, in particolare, sono stati messi sotto pressione dall'aumento delle domande. Anche la riorganizzazione dei servizi didattici, per quanto riguarda studenti con disabilità, è passato da un confronto con le assistenti sociali che seguono i singoli casi; oppure il rapporto con le associazioni dei famigliari con i quali lavoriamo per garantire percorsi personalizzati”, spiega il vicesindaco Gloria Lisi. “Così come la polizia locale impegnata nel controllo del territorio e in azioni di supporto alla popolazione e di sicurezza sociale”.

“Per  gli altri servizi, in particolare per quelli chiusi,  il personale che non era collocato in smart working fruisce delle ferie, anche assegnate d'ufficio dai dirigenti, a seconda delle diverse esigenze organizzative. In questa fase 2 stiamo lavorando per ampliare i servizi di supporto ai cittadini e alle imprese che si trovano oggi ad affrontare enormi difficoltà, tutelando, contemporaneamente, la salute e la sicurezza dei nostri lavoratori. E' fondamentale che tutte le categorie che necessitano dei servizi comunali, possano continuare a farvi affidamento; si tratta di un aiuto concreto a famiglie e aziende. Voglio ringraziare i dirigenti del Comune impegnati in questa difficile opera di progressivo adeguamento dell'organizzazione alle regole emergenziali in continua evoluzione e i dipendenti che garantiscono l'erogazione dei servizi comunali, dimostrando concretamente la vicinanza dell'Amministrazione comunale al cittadino”.

(Rimini) Sollecitare una convocazione urgente dell'Unità di crisi in Prefettura e una richiesta, anch'essa urgente, di documentazione alla Direzione generale dell'Ausl in merito al rischio connesso all'accessibilità della spiaggia. Queste in sintesi le richieste contenute in due distinte lettere inviate ieri dal sindaco di Riccione, Renata Tosi, rispettivamente al Prefetto di Rimini e al Direttore Generale Ausl Romagna. "In recepimento alla Sua circolare - scrive il sindaco di Riccione al prefetto - nell'assicurarle la nostra totale osservanza, chiediamo un'urgente convocazione dell'unità di crisi" per valutare correttamente le recenti notizie su condizioni ancora critiche e a rischio collasso di alcuni servizi sanitari e la conseguente indicazione ai cittadini di rimanere a casa, nonostante le aperture previste da Governo e Regioni. A tal proposito quindi dal Comune di Riccione si chiede ufficialmente all'Ausl la trasmissione di dati e documentazione sanitaria e scientifica e di valutarne le eventuali conclusioni in una riunione dell'Unità di crisi in Prefettura. "Crediamo sia utile e necessario conoscere quali suggerimenti ufficiali dell'autorità sanitaria e dati tecnico scientifici hanno corroborato e portato fuori, da una mera discrezionalità, il rischio connesso all'accessibilità della battigia marina per una semplice passeggiata". 

(Rimini) “Per la tipologie stessa delle nostre spiagge, quella di Riccione e della Romagna, i protocolli di sicurezza sono di veloce e facile applicazione. Le regole sono pronte e sono anche più rigide di quelle governative. A Roma si ragiona su una distanza di 10 metri tra ombrelloni, la proposta presentata diversi giorni fa dai nostri bagnini, unitamente Fiba Confesercenti, Oasi Confartigianato, Sib Confcommercio e Cna Balneari, è ancora più specifica. Perché non arriva l'ok?". Lo dice il sindaco di Riccione, Renata Tosi, che si trova d'accordo con i protocolli presentati dai balneari romagnoli. "Sono regole di sicurezza e di buonsenso - dice - laddove si stabilisce una preferenza per le prenotazioni on line o al telefono, si prevede una sanificazione e contingentazione assidua delle zone comuni. Ovvio potranno essere integrate con le proposte che arriveranno dal Governo, quando e semmai queste arriveranno, sperando che non si proponga il termoscanner. Chi va in spiaggia con la febbre? Non possiamo trasformare la spiaggia in un pre ospedale da campo". 

"Sono ancora troppi i nodi che devono essere sciolti, le risposte che non arrivano e devono essere date ai comparti economici del Paese. Oggi si parla di un'anticipazione del via libera per parrucchieri ed estetiste da parte della Regione. E anche qui le categorie dei lavoratori del settore, degli artigiani, hanno presentato da tempo le loro proposte per riaprire in sicurezza. A Riccione siamo pronti anche con il settore della cura alle persone. Mi auguro che, come annunciato ieri, ci sia un'apertura per queste categorie di lavoratori, ma anche per i cittadini che hanno seconde case a Riccione e Romagna. Da tempo mi arrivano richieste di informazioni da quanti hanno la seconda casa a Riccione, permettere loro di raggiungerle sarebbe anche un modo per testare la tenuta del sistema, una prova generale di una possibile apertura al turismo, perché come sostiene l'ex commissario straordinario regionale Venturi non siamo più in emergenza. Spero che la nuova ordinanza annunciata per oggi dai non sia una doccia tiepidina, sappiamo già che le spiagge rimarranno chiuse e senza una data futura su cui far fede, ma che almeno per estetiste e parrucchieri, come per i bar e ristoranti, seconde case con pernottamento e non solo in giornata, un'apertura possa arrivare già da lunedì". 

(Rimini) Nei giorni scorsi i finanzieri della Tenenza di Cattolica, hanno individuato in un’azienda con sede nella provincia di Rimini, operante nel settore della fabbricazione di prodotti chimici, 204mila flaconi spray riportanti in etichetta la dicitura “sanificante”, in assenza della preventiva autorizzazione del Ministero della Salute, necessaria per la commercializzazione dei prodotti cosiddetti biocidi. La vendita ai consumatori finali dei 204mila flaconi spray si è stimato che avrebbe potuto fruttare circa 1,2 milioni di euro.

“E’ la circolare del 20 febbraio del Ministero della Salute – Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico, che chiarisce che i biocidi ai sensi dell’art. 3 del Regolamento (UE) n. 528/2012 sono sostanze che distruggono gli organismi nocivi o comunque li rendono innocui mediante processi chimici/biologici, con esclusione dell’azione meccanica o fisica”, spiegano le fiamme gialle.

La circolare “evidenzia che tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione sono classificabili come prodotti biocidi e sono posti in commercio solo dopo aver avuto una specifica autorizzazione del Ministero della Salute o della Commissione Europea. Anche i prodotti che riportano l’indicazione “sanitizzante/sanificante” si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi e pertanto sono sottoposti al relativo regime autorizzativo”.

(Rimini) Riaprirà dal prossimo venerdì, il mercato agricolo gestito dalle Associazioni Coldiretti e Cia, che da tempo si svolge nell'area posta in via circonvallazione occidentale detta ex Sartini. E’ di questa mattina, infatti, l’ordinanza del dirigente comunale del settore che consentirà, alla luce delle più recenti disposizioni, la ripresa dell’attività del mercato a Km0 che vede come protagoniste 21 aziende e imprese agricole con sede nel territorio del comune di Rimini o in quello dei comuni limitrofi. Naturalmente sarà necessario il rispetto delle disposizioni di contrasto alla diffusione del coronavirus.

“In particolare - spiegano dal comune - l’area dovrà essere perimetrata e gli ingressi scaglionati. Cartelli riporteranno le informazioni per garantire il distanziamento degli avventori in attesa di entrare. Dovranno essere messi a disposizione guanti e prodotti igienizzanti per le mani; mantenuta una distanza interpersonale di almeno un metro in tutti i momenti del percorso (accesso/uscita, acquisto, pagamento); l’utilizzo di mascherine e guanti è sempre obbligatorio all’interno dell’area alimentare del mercato; non è consentito sostare o intrattenersi con altri soggetti in prossimità dei posteggi e all’interno dell’area mercatale una volta effettuati gli acquisti, al fine di consentire l’ingresso di altri clienti”.

Mercoledì, 06 Maggio 2020 11:33

6 maggio

Rsa, indagini in corso | Troppa gente in giro | Preghiera itinerante

(Rimini) Si è tenuta oggi la prima riunione della cabina di regia coordinata dal prefetto di Rimini Alessandra Camporota con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di categoria, di Banca d’Italia e Abi, degli ordini professionali, delle forze dell’ordine, del mondo dell’associazionismo, nonché dell’amministrazione provinciale e del Comune capoluogo. “Tale organismo ha lo scopo di condividere l’adozione di una comune strategia per evitare che la carenza di liquidità possa generare ulteriori ripercussioni negative su imprese e nuclei familiari”.

Atteso che “alle difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro, potrebbero accompagnarsi anche perniciose opportunità per le organizzazioni criminali di intercettare ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico, con particolare riguardo alle esigenze delle categorie più deboli, è necessario individuare comuni strategie per favorire l’accesso al credito delle famiglie, dei commercianti e delle piccole imprese, potenziando la verifica dei requisiti di chi lo richiede ma facilitando, nello stesso tempo, il superamento di ostacoli burocratici che ne scoraggiano la richiesta e che favoriscono il ricorso a finanziamenti di provenienza illecita”.

Durante l’incontro “è stato anche approfondito il protocollo di intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nelle imprese beneficiarie delle misure temporanee per il sostegno alla liquidità del Decreto-legge 8 aprile 2020, firmato dal Ministro dell’Interno, dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e dall’Amministratore delegato della Sace”.

(Rimini) In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.275 casi di positività, 100 in più rispetto a ieri: aumento fra i più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 206.166 (+5.739). Le nuove guarigioni oggi sono 364 (13.889 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -303, passando dai 8.984 registrati ieri agli 8.681 odierni. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 5.208, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.877, -199 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 191 (-8) . Diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-51). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 13.889 (+364): 3.184 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 10.705 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 39 nuovi decessi: 17 uomini e 22 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.705. I nuovi decessi riguardano 3 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Modena, 6 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3 a Ferrara, 2 in quella di Forlì-Cesena (entrambi nel forlivese), 9 nel riminese. Nessun nuovo decesso a Ravenna. Per quanto riguarda il dato di Rimini la Asl ha chiarito che non tutti sono stati rilevati nelle ultime 24 ore.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.286 a Piacenza (35 in più rispetto a ieri), 3.230 a Parma (3 in più), 4.788 a Reggio Emilia (10 in più), 3.758 a Modena (11 in più), 4.232 a Bologna (28 in più), 387 le positività registrate a Imola (1 in più), 940 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 4.654 (10 in più), di cui 986 a Ravenna e910 a Forlì (in entrambi i casi nessuna variazione rispetto a ieri), 715 a Cesena (3 in più), 2.043 a Rimini (7 in più). Si registrano oggi 48 guarigioni di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus, a seguito di doppio tampone negativo. Conseguentemente il totale è di circa 1.220 pazienti guariti.

Nel dettaglio, a Rimini su 2.043 i casi diagnosticati per Coronavirus, distinguendo 1.947 residenti in provincia e 96 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno, 5 pazienti sono di sesso maschile e 2 di sesso femminile. Di questi, mentre, 2 sono ricoverati, gli altri 5 sono seguiti a domicilio in isolamento.

(Rimini) “Quanto ci si può fidare degli impegni sottoscritti dalla Cooperativa Millepiedi? Niente!”. E’ quanto sostiene Eugenio Pari della funzione pubblica della Cgil di Rimini, che spiega: “Dopo aver chiesto l’accesso al Fondo di Integrazione Salariale per un periodo di 9 settimane, per 382 dipendenti, il 3 aprile la Cooperativa Millepiedi ha sottoscritto con i sindacati di categoria afferenti a Cgil, Cisl e Uil un accordo in cui si impegnava ad anticipare, a partire dalla busta paga di marzo, l’assegno di integrazione salariale. L’anticipo doveva servire per evitare i tempi più lunghi del pagamento diretto da parte dell’Inps in questo momento molto difficile per tutti coloro che non hanno dovuto interrompere il proprio lavoro. Ma 4 giorni dopo, il 7 aprile, la stessa Cooperativa ha scritto una lettera ai 382 dipendenti per informarli della scelta di voler optare per il pagamento diretto da parte dell’Inps, salvo per alcuni casi di effettivo bisogno dei lavoratori. Questi casi naturalmente a totale discrezionalità dell’azienda”.

Supponendo “che esista una difficoltà economico/finanziaria, che andrebbe dimostrata, da parte della Millepiedi per far fronte all’anticipo dell’assegno, come è possibile che non se ne siano accorti prima? Dopo il voltafaccia dell’azienda sono intercorse numerose lettere tra la Millepiedi e la Funzione Pubblica CGIL che tra l’altro ha ribadito che le risorse erogate dall'INPS per i pagamenti del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) sono risorse a cui contribuiscono le lavoratrici e i lavoratori con prelievi mensili sulle loro buste paga e se anticipate dall’azienda vengono poi indennizzate dall'Inps. Dunque, al di là dei patti non rispettati con il sindacato, resta il problema per i dipendenti della Cooperativa, senza lavoro e senza stipendio chissà ancora per quanto. Come organizzazione sindacale ci riserviamo di procedere nei modi più opportuni per ottenere il rispetto dell’accordo sottoscritto”.

(Rimini) Il prossimo sabato, 9 maggio, il commissario ad acta all’emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, cesserà il suo incarico. Una decisione maturata con il consolidarsi del rallentamento del contagio, culminato nella fine della fase acuta della crisi e nel passaggio a quella della ripartenza. Scelta condivisa con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che lo aveva voluto in quel ruolo il 5 marzo scorso. “La situazione di oggi in Emilia-Romagna non è nemmeno paragonabile a quella di due mesi fa- sottolinea Venturi- tanto che nelle ultime ore ho parlato di epidemia sotto controllo. Si è chiusa una fase, quella dell'emergenza, e se ne apre un'altra che guarda al ritorno alla normalità. Certo, una normalità diversa da quella a cui eravamo abituati prima del Covid: dovremo abituarci al distanziamento personale per ripartire in sicurezza. Ma proprio per questo ritengo siano venute meno le ragioni di una gestione commissariale e torna l'esigenza primaria che siano le istituzioni preposte a programmare e gestire questa nuova fase”.

Spieha Venturi che “col presidente Bonaccini, l’assessore Donini, i direttori generali delle aziende sanitarie, i professionisti e tutti coloro che operano nella nostra sanità regionale abbiamo lavorato duramente ogni giorno per tornare alle condizioni che ci permettessero di ripartire. Siamo in uno scenario nuovo, finalmente. Il virus non è scomparso né sconfitto- prosegue Venturi-, non bisogna mollare adesso e bisogna continuare a rispettare le regole di prevenzione; ma si è già cominciato a riprogrammare la normale attività sanitaria ed è ormai pienamente rodata la gestione del contagio, che sono convinto possa continuare a scendere o rimanere entro limiti controllabili”.

Sono stati “due mesi drammatici - ancora una volta rivolgo un pensiero soprattutto alle persone che hanno perso la vita e ai loro cari - nei quali però ho collaborato con donne e uomini straordinari, ognuno nel suo campo. Avrò modo da qui a sabato di ringraziare tutti, anche pubblicamente. Lo voglio però fare subito con il presidente Bonaccini per la fiducia che mi ha dato e con l’assessore Donini per la collaborazione reciproca: abbiamo fatto squadra, insieme a medici, infermieri e operatori davvero straordinari”, conclude il commissario ad acta.

“In queste settimane abbiamo tutti avuto la riprova del fatto che Sergio sia una persona eccezionale- afferma Bonaccini-, prima ancora che un professionista e un amministratore pubblico serio e preparato. Nonostante scelte personali prese da tempo, ha accettato di rimanere a darci una mano non appena scoppiata l’emergenza sanitaria, diventando un punto di riferimento per l’intera comunità regionale e per tutti i cittadini, ai quali si è rivolto ogni giorno quasi prendendoli per mano e portandoli fuori da un periodo durissimo. Alle competenze tecniche e scientifiche spese nel coordinamento della gestione dell’emergenza, e al dovere di informare con trasparenza, ha aggiunto quel tratto di umanità che ha fatto sentire tutti meno soli. A Sergio va davvero il mio grazie, a nome di tutti gli emiliano-romagnoli”.

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