(Rimini) Riaprirà dal prossimo venerdì, il mercato agricolo gestito dalle Associazioni Coldiretti e Cia, che da tempo si svolge nell'area posta in via circonvallazione occidentale detta ex Sartini. E’ di questa mattina, infatti, l’ordinanza del dirigente comunale del settore che consentirà, alla luce delle più recenti disposizioni, la ripresa dell’attività del mercato a Km0 che vede come protagoniste 21 aziende e imprese agricole con sede nel territorio del comune di Rimini o in quello dei comuni limitrofi. Naturalmente sarà necessario il rispetto delle disposizioni di contrasto alla diffusione del coronavirus.

“In particolare - spiegano dal comune - l’area dovrà essere perimetrata e gli ingressi scaglionati. Cartelli riporteranno le informazioni per garantire il distanziamento degli avventori in attesa di entrare. Dovranno essere messi a disposizione guanti e prodotti igienizzanti per le mani; mantenuta una distanza interpersonale di almeno un metro in tutti i momenti del percorso (accesso/uscita, acquisto, pagamento); l’utilizzo di mascherine e guanti è sempre obbligatorio all’interno dell’area alimentare del mercato; non è consentito sostare o intrattenersi con altri soggetti in prossimità dei posteggi e all’interno dell’area mercatale una volta effettuati gli acquisti, al fine di consentire l’ingresso di altri clienti”.

Mercoledì, 06 Maggio 2020 11:33

6 maggio

Rsa, indagini in corso | Troppa gente in giro | Preghiera itinerante

(Rimini) Si è tenuta oggi la prima riunione della cabina di regia coordinata dal prefetto di Rimini Alessandra Camporota con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni di categoria, di Banca d’Italia e Abi, degli ordini professionali, delle forze dell’ordine, del mondo dell’associazionismo, nonché dell’amministrazione provinciale e del Comune capoluogo. “Tale organismo ha lo scopo di condividere l’adozione di una comune strategia per evitare che la carenza di liquidità possa generare ulteriori ripercussioni negative su imprese e nuclei familiari”.

Atteso che “alle difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro, potrebbero accompagnarsi anche perniciose opportunità per le organizzazioni criminali di intercettare ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico, con particolare riguardo alle esigenze delle categorie più deboli, è necessario individuare comuni strategie per favorire l’accesso al credito delle famiglie, dei commercianti e delle piccole imprese, potenziando la verifica dei requisiti di chi lo richiede ma facilitando, nello stesso tempo, il superamento di ostacoli burocratici che ne scoraggiano la richiesta e che favoriscono il ricorso a finanziamenti di provenienza illecita”.

Durante l’incontro “è stato anche approfondito il protocollo di intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nelle imprese beneficiarie delle misure temporanee per il sostegno alla liquidità del Decreto-legge 8 aprile 2020, firmato dal Ministro dell’Interno, dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e dall’Amministratore delegato della Sace”.

(Rimini) In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.275 casi di positività, 100 in più rispetto a ieri: aumento fra i più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 206.166 (+5.739). Le nuove guarigioni oggi sono 364 (13.889 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -303, passando dai 8.984 registrati ieri agli 8.681 odierni. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 5.208, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.877, -199 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 191 (-8) . Diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-51). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 13.889 (+364): 3.184 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 10.705 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 39 nuovi decessi: 17 uomini e 22 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.705. I nuovi decessi riguardano 3 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Modena, 6 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3 a Ferrara, 2 in quella di Forlì-Cesena (entrambi nel forlivese), 9 nel riminese. Nessun nuovo decesso a Ravenna. Per quanto riguarda il dato di Rimini la Asl ha chiarito che non tutti sono stati rilevati nelle ultime 24 ore.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.286 a Piacenza (35 in più rispetto a ieri), 3.230 a Parma (3 in più), 4.788 a Reggio Emilia (10 in più), 3.758 a Modena (11 in più), 4.232 a Bologna (28 in più), 387 le positività registrate a Imola (1 in più), 940 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 4.654 (10 in più), di cui 986 a Ravenna e910 a Forlì (in entrambi i casi nessuna variazione rispetto a ieri), 715 a Cesena (3 in più), 2.043 a Rimini (7 in più). Si registrano oggi 48 guarigioni di pazienti precedentemente risultati positivi a Coronavirus, a seguito di doppio tampone negativo. Conseguentemente il totale è di circa 1.220 pazienti guariti.

Nel dettaglio, a Rimini su 2.043 i casi diagnosticati per Coronavirus, distinguendo 1.947 residenti in provincia e 96 cittadini residenti al di fuori dei confini provinciali. Per quanto riguarda il dato odierno, 5 pazienti sono di sesso maschile e 2 di sesso femminile. Di questi, mentre, 2 sono ricoverati, gli altri 5 sono seguiti a domicilio in isolamento.

(Rimini) “Quanto ci si può fidare degli impegni sottoscritti dalla Cooperativa Millepiedi? Niente!”. E’ quanto sostiene Eugenio Pari della funzione pubblica della Cgil di Rimini, che spiega: “Dopo aver chiesto l’accesso al Fondo di Integrazione Salariale per un periodo di 9 settimane, per 382 dipendenti, il 3 aprile la Cooperativa Millepiedi ha sottoscritto con i sindacati di categoria afferenti a Cgil, Cisl e Uil un accordo in cui si impegnava ad anticipare, a partire dalla busta paga di marzo, l’assegno di integrazione salariale. L’anticipo doveva servire per evitare i tempi più lunghi del pagamento diretto da parte dell’Inps in questo momento molto difficile per tutti coloro che non hanno dovuto interrompere il proprio lavoro. Ma 4 giorni dopo, il 7 aprile, la stessa Cooperativa ha scritto una lettera ai 382 dipendenti per informarli della scelta di voler optare per il pagamento diretto da parte dell’Inps, salvo per alcuni casi di effettivo bisogno dei lavoratori. Questi casi naturalmente a totale discrezionalità dell’azienda”.

Supponendo “che esista una difficoltà economico/finanziaria, che andrebbe dimostrata, da parte della Millepiedi per far fronte all’anticipo dell’assegno, come è possibile che non se ne siano accorti prima? Dopo il voltafaccia dell’azienda sono intercorse numerose lettere tra la Millepiedi e la Funzione Pubblica CGIL che tra l’altro ha ribadito che le risorse erogate dall'INPS per i pagamenti del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) sono risorse a cui contribuiscono le lavoratrici e i lavoratori con prelievi mensili sulle loro buste paga e se anticipate dall’azienda vengono poi indennizzate dall'Inps. Dunque, al di là dei patti non rispettati con il sindacato, resta il problema per i dipendenti della Cooperativa, senza lavoro e senza stipendio chissà ancora per quanto. Come organizzazione sindacale ci riserviamo di procedere nei modi più opportuni per ottenere il rispetto dell’accordo sottoscritto”.

(Rimini) Il prossimo sabato, 9 maggio, il commissario ad acta all’emergenza Coronavirus in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, cesserà il suo incarico. Una decisione maturata con il consolidarsi del rallentamento del contagio, culminato nella fine della fase acuta della crisi e nel passaggio a quella della ripartenza. Scelta condivisa con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che lo aveva voluto in quel ruolo il 5 marzo scorso. “La situazione di oggi in Emilia-Romagna non è nemmeno paragonabile a quella di due mesi fa- sottolinea Venturi- tanto che nelle ultime ore ho parlato di epidemia sotto controllo. Si è chiusa una fase, quella dell'emergenza, e se ne apre un'altra che guarda al ritorno alla normalità. Certo, una normalità diversa da quella a cui eravamo abituati prima del Covid: dovremo abituarci al distanziamento personale per ripartire in sicurezza. Ma proprio per questo ritengo siano venute meno le ragioni di una gestione commissariale e torna l'esigenza primaria che siano le istituzioni preposte a programmare e gestire questa nuova fase”.

Spieha Venturi che “col presidente Bonaccini, l’assessore Donini, i direttori generali delle aziende sanitarie, i professionisti e tutti coloro che operano nella nostra sanità regionale abbiamo lavorato duramente ogni giorno per tornare alle condizioni che ci permettessero di ripartire. Siamo in uno scenario nuovo, finalmente. Il virus non è scomparso né sconfitto- prosegue Venturi-, non bisogna mollare adesso e bisogna continuare a rispettare le regole di prevenzione; ma si è già cominciato a riprogrammare la normale attività sanitaria ed è ormai pienamente rodata la gestione del contagio, che sono convinto possa continuare a scendere o rimanere entro limiti controllabili”.

Sono stati “due mesi drammatici - ancora una volta rivolgo un pensiero soprattutto alle persone che hanno perso la vita e ai loro cari - nei quali però ho collaborato con donne e uomini straordinari, ognuno nel suo campo. Avrò modo da qui a sabato di ringraziare tutti, anche pubblicamente. Lo voglio però fare subito con il presidente Bonaccini per la fiducia che mi ha dato e con l’assessore Donini per la collaborazione reciproca: abbiamo fatto squadra, insieme a medici, infermieri e operatori davvero straordinari”, conclude il commissario ad acta.

“In queste settimane abbiamo tutti avuto la riprova del fatto che Sergio sia una persona eccezionale- afferma Bonaccini-, prima ancora che un professionista e un amministratore pubblico serio e preparato. Nonostante scelte personali prese da tempo, ha accettato di rimanere a darci una mano non appena scoppiata l’emergenza sanitaria, diventando un punto di riferimento per l’intera comunità regionale e per tutti i cittadini, ai quali si è rivolto ogni giorno quasi prendendoli per mano e portandoli fuori da un periodo durissimo. Alle competenze tecniche e scientifiche spese nel coordinamento della gestione dell’emergenza, e al dovere di informare con trasparenza, ha aggiunto quel tratto di umanità che ha fatto sentire tutti meno soli. A Sergio va davvero il mio grazie, a nome di tutti gli emiliano-romagnoli”.

(Rimini) “La Fase 2 non è la libertà di fare quel che vogliamo, pur capendo che due mesi di sacrifici sono stati pesanti. Anche a Misano, come ho notizia in altri territori circostanti, troppe persone stanno interpretando in autonomia le indicazioni che la strategia di contenimento del contagio ha disposto”. Così interviene il sindaco di Misano Fabrizio Piccioni. “Ieri sono ripartite diverse aziende, ci si può spostare per motivi ben chiari e per fare un po' di attività motoria, incontrare brevemente i congiunti con tanti rischi in caso di persone anziane, ma sempre dotati di presidi e con mille cautele. Sta accadendo altro lungo le nostre vie e negli spazi comuni”.
 
La certezza di Piccioni. “Dobbiamo fermare questa idea che interpreta l'allentamento come se fosse un pericolosissimo 'liberi tutti’. A Misano abbiamo riaperto i tre cimiteri, oggi è partito il settore alimentare del mercato e comunque laddove c'è vigilanza e presidio, notiamo un comportamento generalmente corretto. Però c'è troppa gente in giro che appare proprio estranea ad azioni fuori dal consentito”.

Il frangente è “decisivo, i comportamenti di questi giorni dovranno garantirci di tenere sotto controllo il contagio nelle prossime due settimane; dai comportamenti attuali, oltre alla nostra salute, dipende la possibilità che la stagione estiva possa accendersi con tutta l'industria turistica pronta ad accogliere la domanda che arriverà, e che sarà tanto più alta se sapremo garantire una destinazione sicura. Alzeremo il livello dei controlli perché oltre al rispetto di chi con responsabilità si attiene alle regole, in gioco c'è una posta altissima. Lo avevo scritto qualche giorno fa, sarebbe drammatico dover tornare indietro”.

(Rimini) Investire sulle tecnologie informatiche per ridurre il rischio del digital divide nella didattica a distanza. Questo l'obbiettivo con cui il Comitato di Distretto socio sanitario di Rimini nord ha approvato l'investimento di 184 mila euro per l'acquisto di pc portatili, tablet e schede sim.L'emergenza imposta dal COVID-19, con le sue implicazioni restrittive sullo svolgimento della vita quotidiana delle persone, trascina con se l'acuirsi di nuove disuguaglianze, che impongono oggi più che mai interventi infrastrutturali e strutturali capaci di contrastare in modo decisivo uno dei fenomeni cruciali della società dell'informazione. Parliamo del digital divide, ovvero della divisione tra chi ha accesso a internet e chi no.
Il Comune di Rimini è stato individuato come soggetto capofila tra le amministrazioni del distretto nord per implementare la dotazione tecnologica da mettere al servizio delle famiglie più in difficoltà. Un intervento in cui lavoreranno insieme Enti locali, Provveditorato agli studi e dirigenti scolastici. Insieme verranno individuati i casi sui quali intervenire, i relativi bisogni tecnologici, l'acquisto e la consegna.
"Una scelta forte – spiega l'Amministrazione comunale di Rimini – che, a livello di distretto, ribadisce e rinforza quanto già adottato dal Comune di Rimini. Sono infatti già 300 (tra pc, tablet e sim) le tecnologie che Rimini, attraverso proprio personale o il supporto dei volontari della protezione civile, ha già messo a disposizione di famiglie riminesi segnalati dagli istituti e dirigenti scolastici. Una operazione che rende più strutturale un servizio a supporto di un vero e proprio nuovo bisogno sociale che, al pari di altri settori più tradizionali di diritto allo studio (come la mensa, il trasporto, i libri...), affrontiamo con il massimo impegno economico, tecnico e sociale".

Martedì, 05 Maggio 2020 15:40

Economia, imprese giovanili in calo

(Rimini) Sono 26.189, il 6,6 per cento delle imprese regionali, la presenza più ridotta tra le regioni italiane. Si parla di imprese giovanili. In un anno se ne sono perse 735 (-2,7 per cento), mentre le altre imprese sono diminuite dello 0,7 per cento. La discesa prosegue alla stessa velocità dello scorso anno. Il dato è di fine marzo 2020. A livello nazionale, le imprese giovanili scendono a 435.144 (-3,2 per cento), pari all'8,5 per cento del totale, mentre le altre tipologie di aziende subiscono solo una lievissima flessione (-0,1 per cento). Questo emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. La consistenza della base imprenditoriale giovanile si è ridotta in quasi tutte le regioni italiane. Aumenta solo in Trentino-Alto Adige (+2,4 per cento). Le contrazioni più rilevanti si sono registrate nelle Marche (-5,5 per cento) e in Basilicata (-5,2 per cento). L'andamento negativo delle imprese giovanili appare più contenuto in Lombardia (-2,5 per cento), in Veneto (-2,0 per cento) e in Piemonte (-1,4 per cento).

I settori di attività economica. La diminuzione delle imprese giovanili continua a essere determinata soprattutto dal pesante crollo delle imprese delle costruzioni (-340 unità, -6,9 per cento). A questo si è aggiunta la flessione delle imprese dell'insieme dei servizi (-259 imprese, -1,5 per cento). La tendenza è data dalla decisa caduta nel settore del commercio (-232 imprese, -3,4 per cento), mentre l'aggregato di tutti gli altri settori dei servizi mostrare una leggera flessione (-0,2 per cento). E' pesante il calo nell'industria (-116 unità, -5,8 per cento), mentre in agricoltura, silvicoltura e pesca c'è una lieve flessione (-20 imprese, -0,9 per cento).
Negli ultimi otto anni, il ruolo dominante dei servizi si è consolidato ulteriormente e la quota delle imprese attive nel settore è lievitata di ben 11,8 punti percentuali, trainata dalla crescita dei servizi non del commercio (+10,0 punti). Nello stesso periodo, è aumentata solo la quota delle imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca (+2,4 punti percentuali). Al contrario se le imprese giovanili dell'industria in senso stretto hanno visto scendere il loro peso di un punto percentuale, il rilievo delle imprese delle costruzioni è crollato di oltre un terzo (-13,3 punti percentuali), testimoniando delle difficoltà del settore.
 
La forma giuridica. La riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alla flessione molto ampia delle ditte individuali (-550 unità, -2,7 per cento) e alla contrazione notevolmente più rapida delle società di persone (-7,9 per cento, -141 unità). Le società di capitale hanno messo a segno l'unico, seppur marginale, incremento (+0,4 per cento). Anche cooperative e consorzi hanno subito un'ulteriore e più pesante contrazione (-19,6 per cento). Negli ultimi otto anni, il rilievo delle società di capitale è aumentato di 7,8 punti percentuali, quello delle cooperative e consorzi è sceso di 3 decimi di punto, mentre il peso delle ditte individuali si è ridotto di 3,6 punti percentuali e quello delle società di persone di 3,9 punti percentuali  

Martedì, 05 Maggio 2020 10:58

5 maggio

Fase due | Caos mascherine | Abbattuto il bar della Jole

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