Giovedì, 07 Maggio 2020 12:10

Spiagge chiuse: Riccione fa ricorso

(Rimini) La giunta comunale di Riccione ha dato mandato al sindaco, Renata Tosi, di presentare un ricorso amministrativo per l’annullamento e la riforma del comma 14 dell’ordinanza regionale del 30 aprile con la quale si dispone la chiusura delle spiagge. Un divieto che “non risulta - secondo la Giunta di Riccione - motivato da alcuna evidenza scientifica, a dimostrazione della pericolosità della frequentazione della spiaggia da parte della cittadinanza rispetto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19”. 

L’amministrazione di Riccione contesta due punti dell’ordinanza. Punto primo: “il Dpcm (27 aprile Gazzetta Ufficiale) all’articolo 1 comma e) per quanto riguarda la riapertura di parchi e giardini, delega i sindaci a gestire la regolamentazione degli ingressi; inoltre nello stesso comma, il Dpcm delega i sindaci alla temporanea chiusura di specifiche aree in cui non sia possibile assicurare altrimenti il divieto di assembramento o il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Secondo l’amministrazione comunale di Riccione quindi la chiusura eventuale delle spiagge, (ossia specifiche aree citate dal Dpcm), sarebbe dovuta essere una decisione dei sindaci e non della Regione”. 
Punto secondo: “la chiusura dell’arenile da parte della Regione non è stata motivata né da una proiezione statistica di un eventuale aumento di contagi, né con ragioni di ordine pubblico, né con altre condizioni”.
 
Le ragioni invece per liberare le spiagge secondo l'Amministrazione di Riccione “sono evidenti: ampi spazi che consentono di mantenere ben oltre la distanza di sicurezza interpersonale; qualità dell’aria che favorisce l'ossigenazione e quindi la salute dei cittadini, facilità di controllo per ampia visibilità. Inoltre secondo Riccione il permanere nel tempo del divieto di camminare in spiaggia e la chiusura dell’arenile comporta un danno economico, quantificabile, per il settore turistico e commerciale in prospettiva di un atteso e auspicabile ritorno alla normalità”. “Spiagge chiuse equivale a dire zero estate e zero vacanze - spiega il sindaco Renata Tosi - quindi blocco totale di un’intera economia. Ieri poi dalla Regione è arrivato l’ok agli sport acquatici, lasciando ai comuni le disposizioni di controllo e di accesso per praticarli, stessa cosa può esser fatta per l’arenile”.  

Giovedì, 07 Maggio 2020 11:36

7 maggio

Basta sciocchezze | Numeri oscillanti | Casteldelci chiude tutti fuori

(Rimini) Sport individuali sull’acqua e diporto sono oggetto della nuova ordinanza del sindaco di Rimini Andrea Gnassi. In pratica da oggi è possibile l'accesso agli specchi acquei per lo svolgimento delle attività acquatiche individuali (quali, ad esempio, windsurf, attività subacquee, canoa, canottaggio, pesca, vela in singolo, ecc...) deve avere luogo esclusivamente dalle aree oggetto di concessione per attività assimilabili (circoli nautici, velici ecc...) o dalle spiagge libere lungo percorsi opportunamente segnalati. Inoltre, nelle aree in concessione in ambito portuale, nei porti turistici (darsene comprese) e nei circoli sportivi è possibile uscire in mare per attività da diporto (quali, ad esempio, vela, pesca, diporto nautico, moto d'acqua ecc....) nel rispetto delle vigenti ordinanze della Capitaneria di Porto; in barca a vela o a motore si può uscire fra congiunti oppure, se non si tratta di congiunti, in non più di due persone.

(Rimini) Sono la Nuova Ricerca Clinica e il laboratorio Sistema 2000 SNC nel Comune di Rimini e la Casa di cura Montanari nel comune di Morciano di Romagna i laborati privati autorizzati dalla Regione Emilia Romagna all’effettuazione dei test sierologici al pubblico. La Regione, spiega una nota stampa. “spinge sull’acceleratore per quanto riguarda l’effettuazione dei test sierologici per la ricerca degli anticorpi Covid-19. E lo fa su due versanti: quello del mondo produttivo, con un deciso taglio agli adempimenti burocratici. E quello dei privati cittadini, che potranno decidere di effettuare in sicurezza il test presso i laboratori autorizzati dalla Regione”, presentando una prescrizione sottoscritta da un medico di fiducia.

“Abbiamo di fronte a noi- spiega l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini- un orizzonte che ci spinge a prendere decisioni che vadano rapidamente incontro alle esigenze di imprese e cittadini. Ma sempre in un ambito di sicurezza e di correttezza clinica. Eliminare per le imprese le autorizzazioni ai test ai collaboratori, sostituite da una autocertificazione, e consentendo ai cittadini di accedere in modo corretto allo screening sierologico, credo dimostri, ancora una volta in modo concreto, l’impegno della Regione alla lotta al flagello con il quale stiamo facendo i conti e alla ripresa della vita normale, pur dovendo forzatamente convivere con il virus”. Dalla prossima settimana, per quanto riguarda le imprese - sia quelle che hanno già fatto la richiesta, sia quelle che non l’hanno ancora fatto - con una semplice autocertificazione, nella quale deve essere indicato il laboratorio scelto tra quelli autorizzati della Regione, potranno dare corso immediatamente all’effettuazione dei test per effettuare lo screening ai propri lavoratori, naturalmente presso i laboratori autorizzati.

Al momento sono 25 i laboratori privati di analisi autorizzati dalla Regione, in possesso di tutte le caratteristiche di affidabilità per poter processare i test sierologi convalidati. Ma il loro numero è destinato a crescere nei prossimi giorni. Anche per i privati cittadini che desiderano effettuare il test sierologico c’è una novità: sarà sufficiente rivolgersi ad un medico di fiducia per chiedere la prescrizione del test, che poi dovrà essere effettuato presso i laboratori autorizzati. Tutto questo sarà possibile grazie ad un’integrazione della delibera della Giunta regionale relativa alla disciplina dei test sierologici, approvata nelle scorse settimane.

(Rimini) Spostamenti in ambito regionale, non più solo provinciale, e possibili anche insieme a persone conviventi. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato una nuova ordinanza che interviene sugli spostamenti possibili attraverso indicazioni in vigore da domani, 7 maggio. Novità anche sull’attività sportiva, permessa in strutture e circoli sportivi purché in spazi all’aperto e senza contato fra gli atleti. Ammesse anche le attività sportive acquatiche individuali, con l’accesso agli specchi d’acqua che potrà avvenire secondo modalità fissate dalle singole amministrazioni comunali.


Spostamenti.
Gli spostamenti per raggiungere le seconde case, camper o roulotte, imbarcazioni o velivoli di proprietà per attività di manutenzione e riparazione, vengono dunque consentiti nell’intero territorio regionale e non più solo in quello provinciale. Per tutti, resta l’obbligo di rientro in giornata.

La possibilità di muoversi in ambito regionale viene estesa anche agli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o di necessità, come fare la spesa, quelle cioè indicate nel Decreto della Presidenza del Consiglio del 26 aprile (articoli 1, lettera a).

Così come potranno avvenire in ambito regionale gli spostamenti per svolgere individualmente attività sportiva o motoria all'aperto (come per esempio ciclismo, corsa, caccia di selezione, pesca sportiva, tiro con l’arco, equitazione), sempre rispettando la distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività.

Inoltre, le visite ai congiunti e la stessa attività motoria e sportiva - oltre che gli stessi spostamenti per arrivare alle seconde case, camper e roulotte, imbarcazioni e velivoli di proprietà, sempre e solo per le attività consentite – potranno avvenire anche insieme a persone conviventi, non solo individualmente.


Strutture e circoli sportivi
. L’ordinanza stabilisce poi che l’attività sportiva sia consentita anche all’interno di strutture e circoli sportivi se svolta in spazi all’aperto, purché consentano il rispetto del distanziamento ed evitino il contatto fisico tra i singoli atleti (un esempio su tutti, il tennis in campi appunto all’aperto). Viene però specificato che resta sospesa ogni altra attività collegata all’utilizzo delle strutture in questione compreso quello di spogliatoi, palestre, piscine, luoghi di socializzazione, bar e ristoranti.

Attività sportive acquatiche individuali
.E’ poi stabilito che l’accesso agli specchi d’acqua per lo svolgimento delle attività sportive acquatiche individuali può avere luogo esclusivamente secondo specifiche modalità definite dalle singole amministrazioni comunali.

(Rimini) In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.379 casi di positività, 104 in più rispetto a ieri: ancora un aumento fra i più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 211.652  (+5.486). Le nuove guarigioni oggi sono 362 (14.251 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -290, passando dai 8.681 registrati ieri agli odierni 8.391. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 5.860, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.728, -149 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 176 (-15). Diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-101). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 14.251 (+362): 3.077 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 11.174 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 32 nuovi decessi: 16 uomini e 16 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.737. I nuovi decessi riguardano 5 residenti nella provincia di Piacenza, 5 in quella di Parma, 3 in quella di Reggio Emilia, 5 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ravenna, 1 in quella di Forlì-Cesena (nel cesenate), 1 nel riminese. Nessun nuovo decesso a Ferrara e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.295 a Piacenza (9 in più rispetto a ieri), 3.244 a Parma (14  in più), 4.799 a Reggio Emilia (11 in più), 3.766 a Modena (8 in più), 4.259 a Bologna (27 in più), 387 le positività registrate a Imola ( lo stesso dato di ieri), 951 a Ferrara (11 in più). In Romagna sono complessivamente 4.678 (24 in più), di cui 990 a Ravenna (4 in più),913 a Forlì (3 in più), 731 a Cesena (16 in più), 2.044 a Rimini (1 in più).

(Rimini) Continuano anche nella fase 2 le azioni e le misure adottate dal Comune di Rimini per adeguare l'organizzazione dei propri uffici al contesto di emergenza che la Città si trova a vivere in questo periodo. Sono attualmente 703 i dipendenti del Comune di Rimini (circa il 64%) a svolgere la loro attività in modalità smart working, come previsto dalle norme contenute nei diversi decreti governativi. Di questi, solo 5 erano in già in precedenza autorizzati, mentre tutti gli altri sono stati attivati in seguito all'emergenza sanitaria da covid19.

“Una fase 2 che ricalcherà in buona parte le disposizioni già attuate, con poche novità. Tra queste la riapertura dal 18 maggio (ma senza pubblico) di alcuni servizi, come quelli culturali. La biblioteca, ad esempio, riaprirà ma solo per il prestito. Altri uffici, ora chiusi, saranno riorganizzati alla luce delle attività economiche che nella fase due hanno riaperto. Continua il prezioso lavoro a distanza portato avanti dal personale docente ed educativo, che ha attivato un progetto di formazione a distanza che ha consentito di mantenere un rapporto tra insegnati ed educatori ed i bambini e le famiglie. Così come fortemente impegnato sono gli uffici legati al welfare che, pur in modalità smart, hanno svolto e stanno portando avanti un carico di lavoro molto più gravoso. Pensiamo solo al lavoro telefonico portato avanti dalle assistenti sociali in condizioni di grande emergenza per garantire non solo un servizio ma, a volte, anche solo un conforto a distanza. I servizi di anziani e disabili, in particolare, sono stati messi sotto pressione dall'aumento delle domande. Anche la riorganizzazione dei servizi didattici, per quanto riguarda studenti con disabilità, è passato da un confronto con le assistenti sociali che seguono i singoli casi; oppure il rapporto con le associazioni dei famigliari con i quali lavoriamo per garantire percorsi personalizzati”, spiega il vicesindaco Gloria Lisi. “Così come la polizia locale impegnata nel controllo del territorio e in azioni di supporto alla popolazione e di sicurezza sociale”.

“Per  gli altri servizi, in particolare per quelli chiusi,  il personale che non era collocato in smart working fruisce delle ferie, anche assegnate d'ufficio dai dirigenti, a seconda delle diverse esigenze organizzative. In questa fase 2 stiamo lavorando per ampliare i servizi di supporto ai cittadini e alle imprese che si trovano oggi ad affrontare enormi difficoltà, tutelando, contemporaneamente, la salute e la sicurezza dei nostri lavoratori. E' fondamentale che tutte le categorie che necessitano dei servizi comunali, possano continuare a farvi affidamento; si tratta di un aiuto concreto a famiglie e aziende. Voglio ringraziare i dirigenti del Comune impegnati in questa difficile opera di progressivo adeguamento dell'organizzazione alle regole emergenziali in continua evoluzione e i dipendenti che garantiscono l'erogazione dei servizi comunali, dimostrando concretamente la vicinanza dell'Amministrazione comunale al cittadino”.

(Rimini) Sollecitare una convocazione urgente dell'Unità di crisi in Prefettura e una richiesta, anch'essa urgente, di documentazione alla Direzione generale dell'Ausl in merito al rischio connesso all'accessibilità della spiaggia. Queste in sintesi le richieste contenute in due distinte lettere inviate ieri dal sindaco di Riccione, Renata Tosi, rispettivamente al Prefetto di Rimini e al Direttore Generale Ausl Romagna. "In recepimento alla Sua circolare - scrive il sindaco di Riccione al prefetto - nell'assicurarle la nostra totale osservanza, chiediamo un'urgente convocazione dell'unità di crisi" per valutare correttamente le recenti notizie su condizioni ancora critiche e a rischio collasso di alcuni servizi sanitari e la conseguente indicazione ai cittadini di rimanere a casa, nonostante le aperture previste da Governo e Regioni. A tal proposito quindi dal Comune di Riccione si chiede ufficialmente all'Ausl la trasmissione di dati e documentazione sanitaria e scientifica e di valutarne le eventuali conclusioni in una riunione dell'Unità di crisi in Prefettura. "Crediamo sia utile e necessario conoscere quali suggerimenti ufficiali dell'autorità sanitaria e dati tecnico scientifici hanno corroborato e portato fuori, da una mera discrezionalità, il rischio connesso all'accessibilità della battigia marina per una semplice passeggiata". 

(Rimini) “Per la tipologie stessa delle nostre spiagge, quella di Riccione e della Romagna, i protocolli di sicurezza sono di veloce e facile applicazione. Le regole sono pronte e sono anche più rigide di quelle governative. A Roma si ragiona su una distanza di 10 metri tra ombrelloni, la proposta presentata diversi giorni fa dai nostri bagnini, unitamente Fiba Confesercenti, Oasi Confartigianato, Sib Confcommercio e Cna Balneari, è ancora più specifica. Perché non arriva l'ok?". Lo dice il sindaco di Riccione, Renata Tosi, che si trova d'accordo con i protocolli presentati dai balneari romagnoli. "Sono regole di sicurezza e di buonsenso - dice - laddove si stabilisce una preferenza per le prenotazioni on line o al telefono, si prevede una sanificazione e contingentazione assidua delle zone comuni. Ovvio potranno essere integrate con le proposte che arriveranno dal Governo, quando e semmai queste arriveranno, sperando che non si proponga il termoscanner. Chi va in spiaggia con la febbre? Non possiamo trasformare la spiaggia in un pre ospedale da campo". 

"Sono ancora troppi i nodi che devono essere sciolti, le risposte che non arrivano e devono essere date ai comparti economici del Paese. Oggi si parla di un'anticipazione del via libera per parrucchieri ed estetiste da parte della Regione. E anche qui le categorie dei lavoratori del settore, degli artigiani, hanno presentato da tempo le loro proposte per riaprire in sicurezza. A Riccione siamo pronti anche con il settore della cura alle persone. Mi auguro che, come annunciato ieri, ci sia un'apertura per queste categorie di lavoratori, ma anche per i cittadini che hanno seconde case a Riccione e Romagna. Da tempo mi arrivano richieste di informazioni da quanti hanno la seconda casa a Riccione, permettere loro di raggiungerle sarebbe anche un modo per testare la tenuta del sistema, una prova generale di una possibile apertura al turismo, perché come sostiene l'ex commissario straordinario regionale Venturi non siamo più in emergenza. Spero che la nuova ordinanza annunciata per oggi dai non sia una doccia tiepidina, sappiamo già che le spiagge rimarranno chiuse e senza una data futura su cui far fede, ma che almeno per estetiste e parrucchieri, come per i bar e ristoranti, seconde case con pernottamento e non solo in giornata, un'apertura possa arrivare già da lunedì". 

(Rimini) Nei giorni scorsi i finanzieri della Tenenza di Cattolica, hanno individuato in un’azienda con sede nella provincia di Rimini, operante nel settore della fabbricazione di prodotti chimici, 204mila flaconi spray riportanti in etichetta la dicitura “sanificante”, in assenza della preventiva autorizzazione del Ministero della Salute, necessaria per la commercializzazione dei prodotti cosiddetti biocidi. La vendita ai consumatori finali dei 204mila flaconi spray si è stimato che avrebbe potuto fruttare circa 1,2 milioni di euro.

“E’ la circolare del 20 febbraio del Ministero della Salute – Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico, che chiarisce che i biocidi ai sensi dell’art. 3 del Regolamento (UE) n. 528/2012 sono sostanze che distruggono gli organismi nocivi o comunque li rendono innocui mediante processi chimici/biologici, con esclusione dell’azione meccanica o fisica”, spiegano le fiamme gialle.

La circolare “evidenzia che tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione sono classificabili come prodotti biocidi e sono posti in commercio solo dopo aver avuto una specifica autorizzazione del Ministero della Salute o della Commissione Europea. Anche i prodotti che riportano l’indicazione “sanitizzante/sanificante” si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi e pertanto sono sottoposti al relativo regime autorizzativo”.

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