(Rimini) “E’ stato un incontro cordiale ma fermo nei punti da affrontare”, secondo il sindaco di Cattolica Mariano Gennari, quello che si è tenuto ieri in videoconferenza tra i sindaci dei Comuni balneari del G20s e il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. I “temi urgenti” posti sul tavolo discussione ieri e illustrati dal sindaco di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani e dal Sindaco di San Michele al Tagliamento – Bibione Pasqualino Codognotto riguardavano: rimodulazione del fondo di solidarietà, interventi a sostegno di imprese e lavoratori della filiera turistica (CIG, NASPI), interventi a sostegno dei bilanci comunali. Nell’attesa che vengano definite le date di apertura della stagione turistica – data chiesta a gran voce dai sindaci nei diversi tavoli di confronto aperti in queste settimane – e i protocolli sanitari per rendere agibili tutti i servizi legati all’attività turistica dei territori, si è discusso con il sottosegretario delle diverse criticità che stanno investendo i Comuni i questo periodo e nei prossimi mesi.
 
“Rimodulazione urgente del Fondo di solidarietà per i comuni Balneari, indispensabile che siano riviste le modalità di prelievo del Fondo di solidarietà, se non addirittura sospese, per permettere di salvare il comparto turistico. Se permanesse l’attuale normativa, si metterebbero a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro non solo in loco ma anche in aziende che, pur avendo sede in altri comuni, beneficiano proprio delle presenze turistiche per il consumo e l’utilizzo dei loro prodotti. Introducendo anche la richiesta al Sottosegretario di riconoscere lo status di “Città Balneare, in considerazione del fatto che i comuni balneari sono città con flussi di presenza diversificati durante l’arco dell’anno”. E ancora: “sostegno ai lavoratori della filiera turistica. Ad integrazione ed estensione di quanto definito nel dpcm di marzo, si richiede che vengano ricompresi tutti quelle tipologie di lavoratori stagionali che non sono definiti contratti nazionali di lavoro o da codici Ateco. Naspi prorogata fino all’apertura effettiva delle imprese turistiche”. Inoltre, “sospensione del pagamento dei canoni demaniali almeno fino a tutto il 2021. L'economia dei Comuni balneari deriva dall'accessibilità del litorale e dai servizi che su questo vengono resi ai turisti. Per attrezzare le spiagge per il 2020 gli stabilimenti balneari dovranno già far fronte alle spese straordinarie derivanti dalle mareggiate di novembre 2019. L'emergenza epidemiologica attuale fa sì, inoltre, che pochissimi siano i posti spiaggia prenotati per i futuri mesi. - Serve esonerare gli stabilimenti balneari per gli anni 2020 e 2021 dalla corresponsione dei canoni demaniali ad eccezione dei Comuni per i quali risulta in vigore una normativa speciale”.
 
Sull’imu la richiesta avanzata “è quella di riduzione o rimodulazione del prelievo fiscale, mentre per la Tari si richiede l’intervento per la rimodulazione del calcolo della tariffa in considerazione della stante emergenza e dell’impossibilità di adeguarla al 2019”. Il Sottosegretario Baretta, nel suo intervento e in risposta alle richieste dei sindaci “ha confermato che le richieste troveranno spazio all’interno del prossimo decreto “maggio”; 3 miliardi sono già stati stanziati per i Comuni e si sta lavorando per predisporne altri 10 miliardi che dovrebbero consentire un avvio di liquidità dei Comuni stessi per i prossimi mesi. Per i lavoratori ci sarà la proroga di altre 9 settimane di CIG, un prolungamento della Naspi e per coloro che non possono beneficiare di cig e naspi, è allo studio un eventuale “reddito d’emergenza”. A livello europeo si sta lavorando per definire dei “corridoi” che consentano la mobilità delle persone – e quindi anche dei turisti - con il coinvolgimento di tutti i Paesi, scongiurando “cartelli che si potrebbero creare tra Paesi “contigui”. Per le famiglie che vogliono trascorrere le vacanze nelle destinazioni italiane è allo studio un “bonus vacanza” che ha la funzioni di sostenere il sistema turistico italiano e immettere liquidità nel sistema economico”. Il Sottosegretario “ha manifestato più volte durante l’incontro la disponibilità a continuare il dialogo per la ridefinizione di un pacchetto di interventi, di una strategia, che vada oltre quelli di emergenza e che consenta di risistemare almeno per un periodo di tempo medio la gestione dei bilanci, consentendo una flessibilità ai Sindaci che appare assolutamente necessaria. Riconoscendo ai comuni turistici un valore strategica per il rilancio del Paese nei prossimi anni”.
 

(Rimini) Ieri la giunta comunale di Rimini ha adottato una delibera che consentirà ai pubblici esercizi di allargarsi con i tavolini anche in strada, al posto degli stalli auto adiacenti ai marciapiedi dove già avevano i loro tavolini negli anni scorsi. Questa è la Rimini open space proposta per la stagione balneare che dovrà convivere con il coronavirus. Ogni pubblico esercizio potrà allargarsi in strada per una superficie pari al 50% della somma della superficie interna del locale e del suolo pubblico esterno già occupato. Importante: questa superficie verrà concessa gratuitamente dall’amministrazione che sta anche pensando a come abbattere i costi della cosap alle aree per cui sono stati applicati fino allo scorso anno (il personale degli uffici sarà potenziato per smaltire il più velocemente tutte le pratiche). La richiesta da parte dei gestori dei locali potrà essere presentata sottoforma di autocertificazione: “ovviamente bisognerà autocertificare che non si sta per mettere i tavolini davanti a un passo carrabile o sulla fermata di un bus”, sottolinea l’assessore Jamil Sadegholvaad.

Si inizia “dai viali delle Regine perché abbiamo in vista l’avvio della stagione estiva, ma un’idea simile è quella che abbiamo in mente per tutta la città, seppure con modalità diverse che tengano conto delle peculiarità dei diversi luoghi, che si parli del centro, dei borghi o delle frazioni e di dovunque ci sia un pubblico esercizio”, spiegano gli assessori Sadegholvaad e Roberta Frisoni. L’obiettivo è quello di garantire ai locali, nel rispetto dei protocolli della fase due, il mantenimento dei coperti delle passate stagioni. Se si dovessero confermare l’esigenza del distanziamento fisico, infatti, e con i soli spazi interni ed esterni già a disposizione il numero dei coperti potrebbe risultare dimezzato. Obiettivo è anche “mettere nelle condizioni l’utenza di potere fruire in sicurezza dei servizi di bar e ristoranti”.

La delibera di ieri, intanto, avrà valore da viale Vespucci a Marina centro fino a viale Principe di Piemonte a Miramare e prevede la delimitazione della nuova area con fioriere, lasciando ai singoli esercenti la scelta di montare o no pedane sull’asfalto, perché l’idea è anche quella “di limitare le spese per chi usufruirà della possibilità offerta”. La delibera in ogni caso, assicurano gli assessori, contiene tutte le linee guida.

Discorso diverso, e infatti occorrerà una nuova delibera, per il centro storico, dove dovrà essere espresso il parere della soprintendenza. “Le superfici concesse saranno le stesse, ma lì sappiano già che le modalità dovranno essere diverse. Per esempio sappiamo già che nelle piazze Cavour e Tre Martiri non si useranno fioriere per delimitare i nuovi spazi”, avvisa Sadegholvaad. La soprintendenza però, ne è sicuro l’assessore, “comprende benissimo la situazione in cui ci si trova e ha espresso un sostanziale accordo sugli ampliamenti. Quello che viene sottolineato è che laddove sia necessaria l’autorizzazione della soprintendenza non devono esserci fioriere o pedane per garantire la massima reversibilità del suolo pubblico. Siamo comunque certi che da parte della soprintendenza ci sarà la massima collaborazione e che avremo le autorizzazioni in tempi celeri”.

Questione parcheggi. “Il numero dei posti auto che andremo ad occupare è di qualche decina. Abbiamo già valutato come recuperarli all’interno di una serie di interventi che stiamo facendo e che stanno accompagnando i nostri progetti di riqualificazione. L’impatto sulla sosta sarà marginale se non nullo”, assicura l’assessore Frisoni che anticipa: “in tutti i tratti dove applicheremo la Rimini open space andremo ad ampliare le zone30”. Ultima info utile: non c’è una dead line per la presentazione delle richieste, vale a dire delle autocertificazioni.

Venerdì, 08 Maggio 2020 09:25

8 maggio

La ricchezza crolla | Protocollo per le spiagge | A messa dal 18 maggio

(Rimini) Test sierologici a tappeto, ogni due settimane, nelle aziende della Romagna, a partire da Rimini, territorio dove il virus si e' diffuso piu' che in altre province. Ma anche la raccolta della storia clinica degli ultimi due mesi, di ogni lavoratore per identificare chi ha un'anamnesi compatibile con pregressa diagnosi di infezione da Covid-19, passaggio che aiuta per una migliore interpretazione del test sierologico. E' quanto prevede il protocollo tra Confidustria Romagna e assessorato regionale alla Sanita', redatto da Pierluigi Viale, direttore dell'Unita' Operativa di Malattie infettive del Sant'Orsola, che vede gia' "numerose richieste di l'adesione" dalle imprese, fa sapere il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli. Le prime aziende sono partite in via sperimentale nel riminese "e altre se ne aggiungeranno in tutta la Romagna, per coniugare l'urgenza di riprendere l'attivita' con la priorita' assoluta della sicurezza delle persone", aggiunge. Perche' testare le modalita' di prevenzione dell'infezione oltre la fase di epidemia "e' un'opportunita' importante per prepararci alla prevedibile lunga convivenza con una condizione di endemia". Il documento si intitola, non a caso, "Per una ripresa sostenibile delle attivita' lavorative nell'area romagnola" e per l'assessore regionale alla sanita', Raffaele Donini, reca linee guida "molto utili in questa fase di ripresa delle attivita' produttive, in cui le aziende sono chiamate al massimo rigore e al massimo sforzo per garantire una priorita' assoluta: la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici" (Agenzia Dire).

(Rimini) In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.487 casi di positività, 108 in più rispetto a ieri. I test effettuati hanno raggiunto quota 217.039 (+5.387). Le nuove guarigioni oggi sono 459 (14.710 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -380, passando dai 8.391 registrati ieri agli odierni 8.011. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 6.699, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 5.435, -293 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 173 (-3). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-90). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 14.710 (+459): 2.923 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 11.787 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 29 nuovi decessi: 14 uomini e 15 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.766. I nuovi decessi riguardano 6 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 2 in quella di Reggio Emilia, 5 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 3 in quella di Ferrara, 1 in quella di Ravenna, 2 in quella di Forlì-Cesena (1 nel forlivese e 1 nel cesenate). Nessun nuovo decesso a Rimini e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.300 a Piacenza (5 in più rispetto a ieri), 3.260 a Parma (16  in più), 4.812 a Reggio Emilia (13 in più), 3.772 a Modena (6 in più), 4.297 a Bologna (38 in più), 388 le positività registrate a Imola ( 1 in  più ), 960 a Ferrara (9 in più). In Romagna sono complessivamente 4.698 (20 in più), di cui 993 a Ravenna (3 in più), 916 a Forlì (3 in più), 735 a Cesena (4 in più), 2.054 a Rimini (10 in più).

(Rimini) La cantautrice riminese Chiara Raggi è stata ospite dell'ultima puntata del programma dedicato a musica e parole "Settenotte" di Gigi Marzullo in onda su Rai 1. «A Rimini non siamo abituati a vedere le spiagge vuote, il mare calmo che si muove pigro nel silenzio assordante di questi giorni. Stiamo per tornare a vederlo da vicino, a sentire il suo profumo...manca poco e potremo, se non abbracciarci, sorriderci con gli occhi. E se ci saranno lacrime, saranno di commozione e complicità», ha detto in tv la cantautrice che ha così lanciato il suo messaggio carico di emozione dalla sua città d'origine, prima di lasciare spazio alle sonorità della sua canzone "Lacrimometro", accompagnata da immagini girate sulla spiaggia di Rimini.

(Rimini) “Non è più sufficiente essere buoni gestori dell'esistente, ma occorre sapere attivare nuove relazioni, avere nuova capacità progettuale e visione prospettica”. Questo il pensiero della Camera di commercio della Romagna all’opera per contrastare gli effetti negativi di questa emergenza sanitaria, sociale ed economica.

Il contesto "pre crisi”. “Nel corso del 2019, il sistema produttivo del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), nonostante un contesto internazionale in rallentamento e il permanere di alcune criticità, è riuscito a realizzare performance in linea con quelle regionali e migliori di quelle medie nazionali”, spiegano dall’ente. Si sono registrati nel bene e nel male, in particolare, un buon incremento del valore aggiunto (in termini nominali), la lieve flessione della base imprenditoriale, meno accentuata però per le localizzazioni, indicatori del mercato del lavoro migliori del dato nazionale, la tenuta delle esportazioni anche se con performance inferiori a quella regionale e nazionale, una difficoltà diffusa nel preservare la redditività, un buon posizionamento nelle classifiche tematiche dello sviluppo sostenibile territoriale e della responsabilità sociale d’impresa, conferma di un mix produttivo articolato, capace di creare nel lungo periodo forme di compensazione a livello locale che creano resilienza nelle performance complessive del sistema territoriale.

Da rilevare inoltre che, pur con specifiche caratterizzazioni, i territori forlivese, cesenate e riminese hanno intrapreso nuovi percorsi per ridefinire il proprio profilo competitivo e per valorizzare filiere, competenze distintive e asset (la digitalizzazione, l'innovazione e l’internazionalizzazione) e obiettivi di crescita per grandi servizi (sanità, università e cultura), tutti strategici per uno sviluppo duraturo e qualificato. “Si tratta di un impegno solido e strutturato e che, una volta superata l'emergenza sanitaria ed economica, non dovrà esaurirsi, ma rinnovarsi con maggiore lucidità ed efficacia”. In sintesi, secondo gli scenari (in revisione dinamica) di aprile 2020, il 2019 si è chiuso, nonostante un contesto generale in rallentamento, con una buona capacità di reazione dei nostri Territori: la crescita del valore aggiunto sul 2018 era stata dello 0,4% per Forlì-Cesena e dello 0,3% per Rimini, rispetto a +0,4% per la Romagna FC RN e allo 0,3% Emilia- Romagna e allo 0,2% Italia.

Il difficile scenario per il 2020 in recupero nel 2021. Come è noto, l'inizio del 2020 è stato caratterizzato da una gravissima emergenza sanitaria (sui territori di Forlì-Cesena e Rimini, ad oggi, 3.694 casi attivi e 379 decessi), una vera pandemia che ha determinato conseguenze altrettanto gravi a livello economico. Secondo gli scenari ufficiali più ottimisti (elaborati in aprile 2020), che consentono la necessaria declinazione, dal livello internazionale fino al livello locale, con un blocco delle attività produttive di circa due mesi, in quasi tutti i Paesi, le conseguenze economiche sul PIL nel 2020 saranno molto pesanti in tutte le aree (1,6% a livello mondiale). La crisi sarà particolarmente evidente nei paesi dell'Area Euro che, venendo già da un progressivo rallentamento, iniziato nel 2018, subiranno una variazione negativa molto marcata (-5,1%). Purtroppo, il nostro Paese è tra quelli più colpiti, con una diminuzione del PIL pari al -6,5% nel 2020; in Emilia-Romagna si arriverà al -7,0%. La ripresa è attesa nel 2021 con dati in recupero più netto a livello mondiale (+4,6%), e parziale per l'Area Euro (+3,4%), per l'Italia (+3,3%) e per l'Emilia-Romagna (+3,8%). A livello territoriale (Romagna - Forlì-Cesena e Rimini), utilizzando l'indicatore confrontabile del valore aggiunto, rispetto ad un calo regionale sempre del 7% nel 2020 e ad un aumento del 3,8% nel 2021, è previsto un calo della stessa ampiezza di quello regionale nel 2020 ed un aumento del 3,5% nel 2021. Le dinamiche provinciali portano i dati rispettivamente a -6,5% per Forlì-Cesena nel 2020 (+3,6% nel 2021) e a -7,7% per Rimini nel 2020 (+3,4% nel 2021). In sintesi, la crisi a livello nazionale colpirà più duramente le province a vocazione turistica e quelle con forte presenza artigiana e quelle export-oriented. Nella mappa nazionale sarà la "città adriatica" (Riviera romagnola fino a Chieti) a soffrire maggiormente.

"Siamo di fronte ad una situazione mai vista prima - spiega il presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi - che anche i più aggiornati scenari previsionali faticano a valutare. I dati presentati sono un "fermo immagine" fondamentale per una prima interpretazione, ma dobbiamo essere consapevoli che già ora gli ultimissimi dati in consolidamento risultano assai peggiori e saranno quindi necessarie riletture e revisioni costanti e in tempi più rapidi del consueto, a fronte di uno scenario grave e in continuo mutamento. Gli effetti negativi della recessione, purtroppo, saranno direttamente correlati alla durata reale dell'emergenza sanitaria, per la quale è urgente attivare le migliori possibili "misure di convivenza", in quanto tale situazione non sarà risolvibile in tempi brevi. L'analisi dei dati ci dice che la crisi colpisce tutti settori e tutte le tipologie di imprese, ma si presenta più  profonda per le piccole imprese, per i territori a vocazione turistica e per quelli con una più forte presenza di imprese artigiane ed "export-oriented". Questa crisi, nell'immediato, intacca in modo diretto la liquidità e i livelli occupazionali e finisce per approfondire gli effetti del "digital divide". I nostri Territori hanno però qualità distintive di resilienza, ottime filiere produttive e buona capacità di reazione, siamo inoltre ancorati stabilmente su buoni posizionamenti a livello nazionale. Ci giova anche essere situati in Emilia-Romagna, una delle regioni che trainano lo sviluppo dell'intero Paese e che certamente riusciranno a ripartire quanto prima. Ben consapevole di tutto ciò e del suo storico ruolo, la Camera di commercio della Romagna non ha mai interrotto la continuità ai servizi e alle funzioni, anzi, ha intensificato il supporto alle imprese, anche con modalità organizzative diverse, grazie all'alta digitalizzazione delle proprie attività. Inoltre, operando in network con il Sistema camerale regionale e nazionale, la Camera della Romagna porta avanti strategie di crescita e sviluppo di medio e lungo. In sinergia con le Istituzioni locali, le Associazioni di Categoria e le Fondazioni presenti nei territori, continuerà a collaborare a 360°, per l'avvio di misure mirate a contrastare gli effetti specifici di questa emergenza. Con l'inizio della globalizzazione e delle delocalizzazioni, era già emerso che i tempi con cui i "cambiamenti" avvengono hanno subito un'accelerazione senza precedenti, tanto da fare apparire il sistema economico in perenne riconfigurazione. Non è più sufficiente essere buoni gestori dell'esistente, ma occorre sapere attivare nuove relazioni, avere capacità progettuale e "visione prospettica". Le nuove tecnologie (il 5G ora e, poi, il 6G) cambieranno l'architettura delle aziende, delle fabbriche e delle città. Occorre acquisire consapevolezza che l'instabilità è diventata una norma e che il progresso non marcerà più con traiettorie lineari, ma attraverso la "discontinuità". Ed allora, resilienza e capacità di adattamento alle novità saranno scandite dalla "velocità", che non  potrà più essere quella della "nave più lenta del convoglio", se si vuole evitare il declino."

Le risposte del Sistema camerale dell'Emilia-Romagna e della Camera di commercio della Romagna. Mantenuta la continuità dei servizi e delle funzioni camerali, garantendo la salute di dipendenti e utenti grazie alla digitalizzazione dei processi e il potenziamento dei servizi da remoto e lo smart working. Attivati servizi di help desk alle imprese: su questioni inerenti export e internazionalizzazione e sulle normative nazionali e locali sia prescrittive che incentivanti. Le Camere dell'Emilia-Romagna ad oggi hanno promosso iniziative a sostegno della ripartenza delle imprese per circa 25 milioni, quasi tutti erogati a fondo perduto. Di questi: circa 7 milioni per dare liquidità immediata alle micro, piccole e medie imprese abbattendo i costi di accesso al credito, in un intervento congiunto con la Regione; circa 7 milioni per voucher e contributi alle MPMI a sostegno della digitalizzazione, per far ripartire l'export, per la promozione e il riavvio del turismo;contributi a fondo perduto per la ripartenza in sicurezza nelle imprese, garantendo la sanificazione e la sicurezza dei luoghi di lavoro; -contributi per aumentare le garanzie delle imprese per l'ottenimento di credito.  
 Focus Rimini. Secondo gli scenari ufficiali più ottimisti (elaborati in aprile 2020), che consentono la necessaria declinazione dal livello internazionale fino al livello locale, in Provincia di Rimini la variazione percentuale annua stimata del valore aggiunto per l'anno 2019 (calcolata a prezzi costanti riferiti al 2015) è del +0,3%, in linea con quella regionale (+0,3%) e nazionale (+0,2%); tutti i settori ne hanno beneficiato, ad eccezione di quello manifatturiero (-1,7%, 15,6% del valore aggiunto totale), a partire da quello agricolo (+7,1%, 1,9%) e proseguendo con le costruzioni (+1,2%, 3,9%) e i servizi (+0,5%, 78,6%).

Per il 2020 la previsione è di una diminuzione della ricchezza totale del 7,7% (determinata sempre a prezzi fissi 2015), superiore sia a quella dell'Emilia-Romagna (-7,0%) che dell'Italia
(-6,5%); tutti i settori ne risentiranno, l'industria manifatturiera (-13,7%), l'edilizia (-11,3%) e i servizi (-6,6%), mentre l'agricoltura sarà caratterizzata da un aumento (+2,7%). In diminuzione risulterà anche il valore aggiunto procapite: da 26.900 euro nel 2019 a 24.700 euro nel 2020. Riguardo alle esportazioni, considerando i prezzi costanti dell'anno 2015 (come per il valore aggiunto), il dato a consuntivo 2019 mostra una variazione annua negativa del -0,6% (+3,5% in Emilia-Romagna, +1,7% in Italia). Il 2020, calcolato sempre allo stesso modo, dovrebbe chiudersi con una diminuzione pari all'11,4%, superiore alla diminuzione regionale (-9,9%) e nazionale
(-10,3%). In calo, quindi, anche la propensione all'export (rapporto esportazioni/valore aggiunto): dal 27,4% del 2019 al 26,3% del 2020.

Proseguendo, sul fronte del mercato del lavoro i dati dell'anno 2019 hanno fatto registrare, rispetto al 2018, un decremento degli occupati del 2,1%, diversamente dall'aumento che si è avuto in Emilia-Romagna (+1,4%) e in Italia (+0,6%). Nel 2020 le previsioni parlano di un -2,3% annuo, maggiore della diminuzione sia regionale (-1,4%) sia nazionale (-1,2%). Il tasso di occupazione si attesta al 44,2% nell'anno appena trascorso mentre per quest'anno dovrebbe subire un calo di 1,2 punti percentuali, arrivando al 43,0%; di conseguenza, il tasso di disoccupazione, pari all'8,0% nel 2019, aumenterebbe di 1,6 punti percentuali nel 2020, arrivando al 9,6%. In ultimo, anche redditi e consumi subirebbero un calo, più incisivo per i secondi; nel 2020, infatti, si prevede un -1,3% annuo per il reddito disponibile (calcolato a prezzi correnti), a fronte del +2,5% stimato per il 2019, e un -6,3% annuo per i consumi delle famiglie (variazione sempre su prezzi correnti), rispetto al +1,5% stimato per il 2019. Un ulteriore approfondimento dello scenario a cura di Unioncamere Emilia-Romagna Ipotizzando un diverso scenario, con fase emergenziale fino ad aprile, fase di transizione con graduale e lenta ripresa delle attività fino a fine agosto, da settembre avvio con tassi di crescita progressivi, la variazione del valore aggiunto per RN nel 2020 scenderebbe al -10,6% (ER -8,2%). La quota delle imprese in crisi di liquidità (ipotizzando il ricorso alla CIG) è stimata pari al 29% al 30 giugno e sale al 35% al 31 dicembre. I settori più colpiti dalla crisi sono "alloggio e ristorazione", "servizi alle persone", "agricoltura". In particolare per il turismo, macrosettore intorno al quale ruota buona parte dell'economia riminese, la diminuzione del valore aggiunto 2020 è stimata oltre il 40%.

Il lockdown a Rimini: aperture e chiusure sul territorio per effetto del Covid-19. La sospensione delle attività produttive a causa dell'emergenza sanitaria è un evento inedito e di notevole impatto. I dati che seguono sintetizzano la situazione delle imprese private in termini di aperture e di chiusure delle attività secondo le disposizioni contenute sia nei vari DPCM sia nelle Ordinanze emesse dalla Regione Emilia-Romagna (alla data del 20 aprile – momento di maggiore impatto delle misure di contenimento). I dati di fonte Unioncamere – Infocamere basati sui codici Ateco, pur non tenendo conto di deroghe e aperture e chiusure disposte e verificate dalla Prefettura, forniscono una base di analisi statica ma fondamentale per comprendere la situazione nelle sue varie dinamiche.

In provincia di Rimini la maggioranza delle imprese ha subito gli effetti negativi del lockdown; infatti, su 48.592 localizzazioni registrate (sedi+u.l.), al 20/04/20, sulla base dei vari DPCM e soprattutto Ordinanze Regionali che hanno aumentato le restrizioni già disposte a livello nazionale, solo il 30,2% (14.661 unità) hanno potuto rimanere aperte mentre ben il 69,8% (33.931 unità) hanno dovuto chiudere. Conseguentemente per gli addetti, la maggior parte non ha potuto continuare a lavorare; su 138mila addetti complessivi, infatti, al 39,4% è stato consentito recarsi sul posto di lavoro mentre il 60,6% è rimasto a casa. Le attività economiche maggiormente danneggiate sono le seguenti: i servizi di alloggio e ristorazione (13,7% del totale), l'immobiliare (7,9%), le attività sportive e di divertimento (3,2%) e quelle professionali (3,1%), tutte chiuse per intero, il commercio all'ingrosso (7,8%), chiuso per l'82,0%, i servizi alla persona (3,5%), fermi per il 78,4%, le costruzioni (11,6%), lockdown al 74,8%, i servizi alle imprese (3,1%), stop per il 70,6%, il manifatturiero (7,3%), al palo per il 66,2%, e il commercio al dettaglio (16,8%), che vede una chiusura delle proprie attività al 52,7%, comprendendo, comunque, esercizi di vendita di generi alimentari, edicole e tabaccherie rimaste aperte.

(Rimini) In Emilia-Romagna, accelera lievemente la crescita tendenziale della base imprenditoriale estera regionale e si amplia leggermente la flessione delle imprese non straniere. Al 31 marzo le imprese attive straniere risultano 49.395 (il 12,5 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.157 unità, pari al +2,4 per cento. Si amplia la riduzione delle imprese di nati in Italia (-1,3 per cento). A livello nazionale, le imprese di stranieri hanno superato le 549 mila unità, con una crescita dell'1,9 per cento, mentre le altre imprese sono diminuite solo leggermente (-0,6 per cento). Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Tra le regioni italiane, le imprese straniere diminuiscono solo in Calabria e nelle Marche.
L'Emilia-Romagna è l'ottava regione per crescita e nelle altre regioni leader con cui si confronta la crescita delle imprese straniere è sensibilmente più contenuta in Lombardia (+1,0 per cento), pressocché analoga in Veneto (+2,5 per cento) e notevolmente più veloce in Piemonte (+3,7 per cento). In Lombardia e Veneto però, le imprese non straniere tengono meglio (-0,6 e -0,9 per cento rispettivamente).

I settori di attività economica. La crescita delle imprese straniere si concentra sostanzialmente nei servizi, che con 688 imprese in più registra un incremento del 2,7 per cento. Qui la tendenza è data dal rapido e ampio incremento nell'aggregato degli altri servizi diversi dal commercio (+597 imprese, +4,5 per cento).
Anche le imprese estere del commercio registrano una leggera crescita (+91 imprese, +0,8 per cento), nonostante la dinamica resti prossima al minimo degli ultimi 6 anni, mentre le imprese non estere si riducono del 2,8 per cento. Aumenta ma con il freno tirato la base imprenditoriale straniera dell'industria (+0,7 per cento, +34 unità), a fronte di una ampia flessione delle imprese industriali non estere (-1,9 per cento).
Accelera lo sviluppo delle imprese straniere attive nelle costruzioni (+2,3 per cento, +402 unità), il più notevole degli ultimi 8 anni, mentre le altre imprese del settore diminuiscono dell'1,2 per cento.
Infine si conferma elevato l'incremento in agricoltura (+4,3 per cento), mentre calano del 2,4 per cento le imprese agricole non straniere, ma questo resta un settore ancora marginale per le imprese estere.

La forma giuridica. Le società di capitale hanno registrato una crescita notevolmente rapida e molto rilevante in termini assoluti (+12,9 per cento, pari a 665 unità in più), la più grande riferita al primo trimestre negli ultimi 9 anni, sostenuta dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.
Ancora in positivo, le ditte individuali (+ 518 unità, pari a un +1,3 per cento). La normativa su società a responsabilità limitata ha avuto effetti negativi sulla consistenza delle società di persone (-0,7 per cento). L'insieme di cooperative e i consorzi si è ridotto dello 0,6 per cento.

(Rimini) Le associazioni di categoria della provincia di Rimini si rivolgono agli associati per chiedere loro di aderire alla campagna di sensibilizzazione "Sii responsabile", con cui si invitano le imprese a pagare i fornitori e mantenere fede agli impegni presi, rispettando le scadenze. 

«La via del blocco dei pagamenti ai fornitori – si legge nella lettera – non è una soluzione, è semplicemente spostare il problema su un'altra realtà, fatta di persone, impegni, oneri e doveri. E' per questo motivo che è importante adottare un comportamento etico pagando tutti i fornitori ed i professionisti in scadenza e rispettando gli accordi presi, compresa la pubblica amministrazione affinchè onori i pagamenti arretrati e presenti, per non innescare un effetto domino che metterebbe in crisi l'intera filiera». Questo il messaggio che Confcooperative Ravenna-Rimini, CNA Rimini, Confartigianato Rimini, Confesercenti Rimini, Rete Professioni Tecniche della provincia di Rimini e Legacoop Romagna hanno rivolto agli iscritti, con una lettera congiunta.

La lettera parte dalla constatazione che «il nostro Paese, l'Europa e il mondo intero stanno vivendo una situazione davvero drammatica, senza precedenti nell'era moderna, stiamo combattendo contro un nemico invisibile che ci costringe all'allontanamento sociale, all'interruzione delle relazioni, all'impossibilità di dedicarci alle nostre attività lavorative, ma che soprattutto sta causando molte, troppe vittime ed è naturale che in momenti come questi la prima cosa che deve essere salvaguardata è la vita e la salute delle persone».

In un contesto difficile anche sotto il profilo economico, che sta mettendo in ginocchio il Paese, le associazioni evidenziano che mai come ora ciò che può fare la differenza per la tenuta del tessuto economico del paese è l'adozione di senso di responsabilità imprenditoriale. «In questo momento, dove tutti abbiamo bisogno di aiuto, è impensabile che aziende, imprese, cooperative, professionisti, attività commerciali, etc. possano sostenere il peso finanziario della propria clientela. L'Italia ce la farà, ma serve l'impegno di tutti».

(Rimini) La Prefettura di Rimini ha donato duemila mascherine e duemila paia di guanti all’#Emporiorimini, progetto di cui è partner istituzionale. I dispositivi serviranno per la messa in sicurezza degli operatori all’interno della struttura di solidarietà. #Emporiorimini, il mercato solidale della Provincia di Rimini (www.emporiorimini.it), ha continuato e continua, infatti, a svolgere il suo servizio di assistenza alimentare per le famiglie in difficoltà, pur riorganizzando le modalità di distribuzione degli alimenti in funzione delle disposizioni di legge in riferimento all’emergenza Covid-19.

In particolare, le operatrici preparano i pacchi viveri sulla base dei punti di ogni singolo nucleo familiare per consentire alle persone il ritiro fuori dalla sede della spesa ed evitare il contatto e l’affollamento. E’ stato inoltre attivato il pacco a domicilio per coloro che sono beneficiari dell’emporio ed impossibilitati ad usare mezzi pubblici o altro. Le operatrici hanno, inoltre, contattato telefonicamente ogni nucleo familiare, sostenendo le famiglie con vicinanza e prossimità e cercando di usare cura e precauzione e raccogliendo le loro necessità. La flessibilità del progetto ha consentito di far sentire le persone meno sole e isolate.

Tuttavia va segnalato che, in questo momento di grande difficoltà e di difficili approvvigionamenti, stanno terminando le scorte alimentari in magazzino. Chi volesse può sostenere #Emporiorimini con una donazione che, anche modesta, potrà essere certamente di grande aiuto concreto e immediato per acquistare i prodotti da distribuire alle famiglie. Per le donazioni, che sono detraibili o deducibili fiscalmente, si può effettuare un bonifico bancario utilizzando i seguenti estremi: IT 75 V 03359 01600 100000103439; Banca Prossima; Conto intestato a: Caritas Rimini ODV; Causale: donazione a favore emporio.

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