(Rimini) Cassa integrazione? Fondamentale in questo periodo di lockdown, ma alla Cooperativa Sociale Cento Fiori hanno preferito scegliere una strada - come dire... - più cooperativistica: un Fondo Solidarietà ferie - banca ore. «Al blocco di alcuni dei nostri settori produttivi e servizi alle persone, che hanno costretto alcuni dei nostri dipendenti a sospendere il loro lavoro e ricorrere alle ferie, abbiamo cercato di dare una risposta in chiave solidale, piuttosto che ricorrere alla Cig – spiega il direttore della Cooperativa Sociale Cento Fiori Giovanni Benaglia – Abbiamo istituito il Fondo al quale stanno attingendo i nostri colleghi che hanno consumato le loro ferie. E devo dire che la solidarietà è stata davvero elevata».

La Cooperativa Sociale Cento Fiori è nata nel 1981 a Rimini, con l'obbiettivo di sostenere il percorso riabilitativo delle persone dipendenti da sostanze. Nel 1983 ha fondato la Comunità terapeutica di Vallecchio di Montescudo, nella provincia di Rimini, alla quale si sono aggiunti due Centri Osservazione e Diagnosi, uno a Vallecchio e uno ad Argenta, un Centro Diurno a Rimini e tre gruppi appartamento. Accanto alle strutture terapeutiche, sono nate delle attività economiche che impiegano sia le persone in terapia sia persone diversamente abili: la Serra Cento Fiori, la tipografia digitale Rimini Stampa, il lago di pesca sportiva Arcobaleno, la Scuderia Cento Fiori. Circa 70 persone impiegate in azienda, per un fatturato di quasi 4 milioni di euro all'anno. «Ma alcuni di questi servizi e attività sono rimasti chiusi per il lockdown. Da qui la necessità di intervenire a sostegno dei lavoratori coinvolti in questa crisi economico – sanitaria», dice Giovanni Benaglia.

«Siamo partiti dalla constatazione che il ricorso alla cassa integrazione rappresentava un cospicuo taglio allo stipendio dei nostri colleghi, anche del 40%. Non è poco. E di questi tempi sarebbe stato un ulteriore aggravio delle difficoltà e dei rischi che tutti conosciamo e stiamo affrontando. Abbiamo quindi proposto il Fondo di solidarietà banca ore / ferie». Dal lancio della proposta in meno di 24 ore circa un terzo dei dipendenti ha aderito. «Avevamo proposto la donazione di cinque ore a persona – dice Giovanni Benaglia – ma i colleghi che avevano disponibilità in banca ore o in ferie hanno raddoppiato, triplicato, qualcuno ha donato persino 20 ore. E non si sono fermati lì. Man mano che il blocco delle attività procedeva, altri dipendenti hanno aggiunto le loro ore per aiutare i colleghi che avevano esaurito le loro ferie».

«Il risultato è che non ci sono stati ritardi nell'erogazione degli stipendi e si è alleggerito il clima di preoccupazione che questa situazione ha inevitabilmente comportato per i lavoratori coinvolti nel blocco. Ma c'è un altro aspetto che i nostri soci e i lavoratori hanno colto – dice il direttore, Giovanni Benaglia - Si è trattato di un atto concreto di solidarietà tra soci e lavoratori ma che travalica non solo i singoli settori lavorativi della Cooperativa Sociale Cento Fiori, ma la nostra stessa azienda. L'aver evitato la cassa integrazione per – pochi? Molti dipendenti? non ha importanza – ha liberato risorse economiche che possono essere utilizzate dai lavoratori di altre aziende. Insomma, un gesto di solidarietà del quale i nostri colleghi possono essere orgogliosi».

Mercoledì, 13 Maggio 2020 12:59

Fase due: domani Bonaccini a Rimini

(Rimini) Domani pomeriggio il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini incontrerà gli amministratori della provincia di Rimini per proporre e concordare le modalità di riapertura della fase due alla vigilia dell’imminente provvedimento del Governo che dovrebbe dare il via libera alle Regioni a partire da lunedì 18 maggio. L’appuntamento, a cui sono stati invitati tutti i sindaci del territorio provinciale, è per giovedì 14 maggio alle ore 17 nella sala Marvelli della Provincia, in via  Campana 64. Ad accogliere Bonaccini saranno il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi e il sindaco del Comune capoluogo Andrea Gnassi.
 
La visita del presidente Bonaccini nel nostro territorio, ex zona rossa nella fase più drammatica dell’emergenza Covid-19 e tra quelli più colpiti in Regione per le sue conseguenze economiche, è al tempo stesso un “segnale forte” di vicinanza e “un’occasione preziosa” per concordare tutti insieme, nell’indispensabile spirito di coesione e cooperazione che il momento impone, le strategie di azione da mettere subito in campo per la fase di ripresa in sicurezza delle attività.
 
“Ringraziamo il presidente Bonaccini – dichiarano il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi e il sindaco del Comune di Rimini Andrea Gnassi – perché venire qui a Rimini, fisicamente, ha un forte significato ed esprime, dopo due mesi di lavoro condiviso e di stretta collaborazione, una vicinanza forte al nostro territorio. Ci troviamo al cospetto di una situazione simile a quella provocata da un terremoto: non si vedono le macerie ma le conseguenze sulle attività economiche e sull’occupazione sono purtroppo simili. Il nostro è un territorio che per buona parte vive e prospera su un’economia di relazione, i danni economici per settori come il commercio e il turismo, conseguenti ad una fase di riapertura in sicurezza com’è assolutamente necessario che sia, sono drammaticamente evidenti. Come il presidente Bonaccini sa benissimo, noi romagnoli abbiamo nel dna la capacità di reinventarci continuamente e di tirar fuori il meglio nelle situazioni difficili. Chiediamo quindi a lui e anche per suo tramite al Governo di metterci nelle condizioni di poter ripartire. Chiediamo un ristoro per le minori entrate e fondi adeguati per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali e chiediamo protocolli ragionevoli che garantiscano sì la sicurezza ma consentano al contempo l’esercizio delle attività economiche.”

Mercoledì, 13 Maggio 2020 12:58

13 maggio

Spiaggia aperta, ma come? | Fiera in perdita | Spacciatori su Whatsapp

(Rimini) Il consiglio di amministrazione di Italian Exhibition Group ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2020. Il dato che salta subito agli occhi è quello dei ricavi totali che si attestano a 60,4 milioni di euro, in calo del 10,2% rispetto ai 67,3 milioni di euro del medesimo periodo del 2019. “Le ottime performance registrate nei primi due mesi dell’anno, che hanno generato nel complesso una crescita organica pari a 2,7 milioni di euro (+3,9%), sono state bruscamente interrotte dalla diffusione anche nel nostro paese della pandemia covid19 che ha comportato una riduzione complessiva dei ricavi di 9,3 milioni di euro (-13,7%) rispetto al primo trimestre 2019”, spiegano da Ieg. “Il Gruppo ha immediatamente reagito a questa situazione adottando tutte le misure necessarie per tutelare la sicurezza e la salute dei dipendenti, collaboratori, clienti e fornitori e per contrastare gli effetti economici e finanziari di questa violenta crisi. Le misure messe in atto hanno consentito che la contrazione dei ricavi non impattasse integralmente sui risultati operativi del Gruppo”.

L’Ebitda del primo trimestre si è attestato infatti a 23,4 milioni di euro, in riduzione del 7,7% rispetto ai 25,3 milioni del medesimo periodo dell’anno precedente. L’Ebitda Margin (rapporto tra Ebitda e Valore della Produzione) evidenzia un miglioramento attestandosi al 38,7% contro il 37,6% dell’esercizio precedente.

Il Risultato Operativo (Ebit) del Gruppo, a seguito degli effetti degli eventi sopra descritti, si attesta a 18,8 milioni di euro, inferiore di 2,3 milioni rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente (-11,0%). Il risultato netto del Gruppo, che risente di un complessivo alleggerimento degli oneri della gestione finanziaria - che passano da 1,6 milioni del primo trimestre 2019 agli 1,3 milioni del primo trimestre 2020 (- 17,7%) per effetto prevalentemente della variazione del fair value degli strumenti finanziari derivati – si attesta a 11,9 milioni di euro contro i 13,1 milioni del medesimo periodo del precedente esercizio, mostrando una contrazione del 9,7%.

Il Risultato del Periodo di pertinenza degli azionisti della Capogruppo ammonta a 11,3 milioni di euro contro i 12,4 milioni di euro del trimestre dell’anno precedente, in riduzione di 1,1 milioni di euro (-9,1%). Al 31 marzo 2020 la posizione finanziaria netta si attesta 106,8 milioni di euro contro i 104,5 milioni della situazione al 31 dicembre 2019. La PFN “monetaria” (che quindi non tiene conto del debito di 28,5 milioni di euro derivante dall’applicazione dell’IFRS 16, dei debiti finanziari per eventuali future put option pari a 17,2 milioni di euro e per strumenti finanziari derivati per 5,7 milioni di euro), si attesta a 55,3 milioni di euro rispetto ai 53,2 milioni di euro al 31 dicembre 2019.

Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo 2020 ammonta a 118 milioni di euro rispetto ai 106 milioni di euro al 31 dicembre 2019. Risultati per area di attività del primo trimestre del 2020 La riduzione dei ricavi registrata nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio ha interessato, anche se in misura differente, tutte le principali linee di business del Gruppo. “Questa variazione è tuttavia il frutto di diversi fattori. Il primo è rappresentato dalla crescita organica, realizzata prevalentemente sul fronte degli Eventi Organizzati, che è stata pari a 2,7 milioni di euro (+3,9%), solo in minima parte compensata da una trascurabile contrazione di ricavi di circa 0,3 milioni di euro (-0,4%) dovuta al differente calendario fieristico della Capogruppo rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Questi dati mettono in evidenza come i primi mesi del 2020 siano stati ancora una volta all’insegna della crescita; crescita che tuttavia è stata interrotta nel mese di marzo dallo scoppio dell’emergenza sanitaria COVID-19 che ha comportato una riduzione complessiva dei ricavi di 9,3 milioni di euro (-13,7%) rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente”.

Gli effetti provocati dall’emergenza sanitaria sono stati di due tipi. “Il primo è rappresentato della cancellazione di eventi fieristici e congressuali programmati nel primo trimestre 2020 e dal blocco, a partire dal mese di marzo, dell’attività delle società operanti nel business servizi correlati, che ha comportato una perdita di ricavi pari a 5,4 milioni di euro (-8%). Il secondo è rappresentato dallo spostamento, per effetto della riprogrammazione in altra data del 2020 rispetto al primo trimestre, di manifestazioni fieristiche organizzate/ospitate dalla Capogruppo e di eventi congressuali, che ha determinato un calo dei ricavi di 3,9 milioni di euro (-5,7%). Il “core business” del Gruppo, costituito dall’organizzazione diretta di manifestazioni fieristiche, ha rappresentato nei primi tre mesi dell’anno il 71,3% dei ricavi complessivi e mostra un decremento di 2,8 milioni di euro (-6,2%) rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente”.

Come per i ricavi complessivi, anche per questa linea di business questa contrazione dei ricavi è stata il frutto di differenti fattori. “Innanzitutto, il comparto ha registrato una sensibile crescita organica di 2,4 milioni di euro (+5,1%) realizzata grazie agli ottimi risultati dei due più importanti prodotti fieristici della Capogruppo, Sigep – che ha visto l’affiancamento della manifestazione triennale ABTech Expo, Salone internazionale delle tecnologie e prodotti per la panificazione, pasticceria e dolciario - e Vicenza Oro nell’edizione January assieme a T-Gold. Le manifestazioni, oltre agli importanti risultati in termini di crescita dei ricavi, hanno confermato il loro posizionamento di leadership a livello internazionale. Questa crescita è stata tuttavia completamente assorbita dall’”effetto COVID-19” nella duplice forma dell’“effetto cancellazione”,” per euro 1,6 milioni (- 3,5%), e dell’“effetto posticipo”, per euro 3,4 milioni (-7,4%). Nell’ambito di questa linea di business si registra anche un trascurabile effetto calendario, per euro 0,2 milioni (-0,5%) dovuto all’assenza della manifestazione minore “Mondomotori”. Gli Eventi Congressuali, che nel primo trimestre rappresentano l’1,2% de ricavi complessivi, accolgono i risultati derivanti dalla gestione delle strutture del Palacongressi di Rimini e del Vicenza Convention Centre (VICC)”.

Il primo trimestre 2020 evidenzia ricavi pari a 0,8 milioni di euro, mostrando una contrazione di 1,8 milioni di euro (-70%) rispetto al medesimo periodo del 2019, interamente imputabile all’”effetto cancellazione” dovuto al COVID-19. “Questa linea di business, infatti, è stata particolarmente colpita dalle disposizioni legislative legate all’emergenza sanitaria in un periodo, come quello di marzo, storicamente ricco di eventi e che, in base ai contratti acquisiti in precedenza, contava anche per l’esercizio in corso su importanti congressi di caratura nazionale che sono stati cancellati. I ricavi dei Servizi Correlati - rappresentati da allestimenti, ristorazione e pulizie, del primo trimestre 2020, rappresentano il 26,5% dei ricavi complessivi, nel primo trimestre 2020 ammontano a 16 milioni di euro, in riduzione di circa 2,2 milioni di euro (-12,0%) rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente prevalentemente a causa della pandemia”.

La linea di business aveva fatto registrare nei primi mesi dell’anno una crescita organica del 1,5% (pari a 0,3 milioni di euro), “ma a partire dal mese di marzo le attività del comparto sono state tutte sospese. Solamente i servizi di pulizia hanno continuato ad essere operativi nell’ambito delle attività di sanificazione. Tuttavia, i ricavi di questa attività aggiuntava non hanno compensato gli effetti del COVID-19: l’”effetto cancellazione” ha comportato una perdita di ricavi di 2 milioni di euro (-11%) e l’”effetto posticipo” una perdita di 0,5 milioni di euro (-2,6%)”.

Complessivamente quindi “la crisi ha causato una perdita di ricavi di 2,5 milioni di euro pari al 13,6% rispetto al primo trimestre 2019. Eventi successivi alla chiusura del trimestre ed evoluzione prevedibile della gestione Successivamente alla chiusura del primo trimestre 2020, a seguito del perdurare dell’emergenza sanitaria covid19, nel mese di aprile sono state confermate, e in alcuni casi intensificate, le misure restrittive adottate dalle autorità governative. Nonostante i primi timidi segnali di rallentamento della diffusione del virus è possibile ipotizzare anche per i prossimi mesi un contesto di forti restrizioni allo svolgimento delle attività produttive e commerciali, alla mobilità nazionale e internazionale e, almeno per il mese di giugno, il permanere del divieto di assembramenti che impediranno lo svolgimento delle attività fieristico congressuali e dei servizi ad esse correlati”.

Come conseguenza è proseguita l’attività di riprogrammazione delle manifestazioni in portafoglio. “Ad oggi per il secondo trimestre dell’anno non è previsto lo svolgimento di alcun evento fieristico e congressuale e risultano complessivamente cancellati, rispetto al calendario del 2020, 6 manifestazioni organizzate, 1 manifestazione ospitata, 3 eventi sportivi e 49 eventi congressuali. Nell’ambito delle manifestazioni organizzate si segnala “Tecnargilla” (che aveva sviluppato nell’edizione precedente ricavi per circa 6 milioni di euro) che, a causa delle incertezze sulle possibili evoluzioni del sistema degli spostamenti internazionali, è stata posticipata all’anno prossimo. La manifestazione tornerà pertanto a settembre 2021 senza perdere edizioni ma cambiando la sua cadenza biennale che passerà dagli anni pari a quelli dispari.

Pertanto, “sulla base dello stato ad oggi del calendario fieristico-congressuale e della sospensione dell’attività delle società controllate operanti sul fronte dei Servizi Correlati, la Società stima che gli impatti sopra descritti, compresi quelli consuntivi del primo trimestre 2020, comportino una contrazione di circa 40 milioni di euro sui ricavi complessivi dell’esercizio 2020. Essendo lo scenario in continua evoluzione è tuttavia difficile effettuare una stima realistica degli effetti complessivi di queste misure restrittive, che potrebbero anche protrarsi oltre il mese di giugno, e delle conseguenze che questa forte crisi avrà sugli eventi che si svolgeranno in futuro, comportando così un aggravio della stima appena fornita degli impatti sui risultati della Società e del Gruppo. In risposta all’inasprirsi delle conseguenze dell’emergenza sanitaria appena descritte, la Società ha prontamente reagito adottando, a partire dal mese di marzo, un deciso e significativo piano di azione per tutelare la salute e la sicurezza di tutti gli stakeholders e per contrastare gli impatti economico-finanziaria della crisi. In merito alle misure a tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti, collaboratori, fornitori e clienti, la Società ha attivato immediatamente un gruppo di lavoro interfunzionale (operazione “Safe Business”) con lo scopo di individuare tutte le soluzioni capaci di rendere le proprie attività ai massimi livelli di sicurezza sanitaria ed in linea con le misure di sicurezza indicate dalle autorità competenti. Sul fronte della sicurezza dei dipendenti e collaboratori della Società e del Gruppo, si è fatto ampio ricorso allo smart working - che ha sostanzialmente coinvolto tutta la popolazione aziendale -, e sono stati predisposti appositi protocolli per riprendere in sicurezza l’attività lavorativa in sede”.

Il gruppo di lavoro “ha poi ideato un progetto che prevede un articolato sistema di misure per consentire la partecipazione agli eventi fieristici e congressuali in tutta sicurezza e nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli sanitari. La Società ha poi attivato una serie di azioni per contenere gli impatti economico e finanziari dell’emergenza sanitaria. Alla data odierna il Gruppo dispone di scorte di liquidità a cui si aggiungono linee di credito accordate e non utilizzate per un ammontare complessivo non inferiore ai 38 milioni di euro. La Società si sta adoperando per usufruire delle misure di sostegno finanziario previste dal così detto “decreto liquidita” e continuerà a monitorare la possibilità di utilizzare ulteriori future misure di sostegno finanziario. Inoltre, grazie agli ottimi rapporti con il sistema bancario, è in corso una costante interlocuzione con alcuni istituti fine di valutare l’ottenimento di nuove linee di finanziamento”.

Al fine di sostenere ulteriormente la solidità finanziaria il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha assunto la decisione di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti del prossimo 8 giugno la proposta di accantonare a riserve l’utile dell’esercizio 2019. Infine, sempre nell’ambito, delle misure a sostegno della struttura finanziaria, la Società sta mantenendo alta l’attenzione nella gestione dei propri crediti commerciali e ha adottato oculate politiche nei pagamenti dei fornitori. La Società ha poi attivato una serie di azioni allo scopo di contenere i costi operativi che sono strutturalmente caratterizzati da una rilevante incidenza di costi variabili. In particolare, è stata attuata una politica di riduzione di tutti i costi generali e si sta valutando la rinegoziazione di alcuni contratti di fornitura”.

Sul fronte del costo del lavoro “la Società ha agevolato l’utilizzo delle ferie e permessi arretrati e, a partire dal mese di aprile, ha fatto ricorso in maniera estesa agli ammortizzatori sociali (in particolare al Fondo di Integrazione Salariale) previsti dai provvedimenti governativi. Le principali società controllate hanno attivato gli ammortizzatori sociali già nel mese di marzo. Si ritiene pertanto che gli effetti, in termini di riduzione del costo del lavoro, dell’adozione di queste misure si dispiegheranno appieno nei prossimi mesi”.

È stato infine “disposto il blocco delle assunzioni e il management ha provveduto ad una riduzione volontaria delle retribuzioni per tutto il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali previsto per il personale non dirigente. Ovviamente la Società valuterà, in relazione all’andamento della crisi, la possibilità di estendere il ricorso a questo tipo di strumenti. Infine, il Gruppo ha sospeso tutti gli investimenti non essenziali. In aggiunta agli elementi sopra descritti, la Società continuerà a verificare la possibilità di aderire alle ulteriori misure di sostegno economico e finanziario che auspicabilmente saranno introdotte anche in futuro, al fine di ridurre al massimo gli impatti delle contingenti difficoltà e di essere pronti a riprendere l’attività a fianco dei propri clienti e partner non appena saranno superati questi momenti di incertezza. Il management continua ad essere convinto delle capacità di resilienza del Gruppo e dell’intera industria fieristica e dell’importante ruolo che dovrà giocare al momento della ripresa”.

(Rimini) In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.929 casi di positività, 53 in più rispetto a ieri: fra gli aumenti giornalieri più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 239.178 (+4.559). Le nuove guarigioni oggi sono 274 (16.243 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -239, passando dai 7.040 registrati ieri agli odierni 6.801. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 9.442, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.694, -37 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 136 (-5). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-153).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 16.243 (+274): 2.318 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 13.925 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.


Purtroppo, si registrano 18 nuovi decessi: 13 uomini e 5 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.885. I nuovi decessi riguardano 3 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Modena, 6 in quella di Bologna (1 nell’imolese), 3 in quella di Forlì-Cesena (nel cesenate), 2 in quella di Rimini, 1 da fuori regione. Nessun decesso nelle province di Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.386 a Piacenza (11 in più rispetto a ieri), 3.317 a Parma (2 in più), 4.854 a Reggio Emilia (5 in più), 3.830 a Modena (7 in più), 4.415 a Bologna (20 in più), 390 le positività registrate a Imola (1 in più), 977 a Ferrara (lo stesso dato di ieri). In Romagna sono complessivamente 4.760 (7 in più), di cui 999 a Ravenna (lo stesso dato di ieri), 930 a Forlì (2 in più), 754 a Cesena (2 in più), 2.077 a Rimini (3 in più).

(Rimini) L’Associazione Italiana Centri Culturali, che conta 200 centri culturali presenti sul territorio nazionale, insieme a BUR-Rizzoli, invita alla presentazione in live streaming de «Il risveglio dell’umano. Riflessioni da un tempo vertiginoso» di Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. È un libro-intervista, curato da Alberto Savorana, in cui, partendo dall’«irrompere imprevisto e imprevedibile della realtà con la faccia del Coronavirus», Carrón descrive la grande possibilità di riscoperta dell’umano che ci è data di vivere: dalla solitudine al silenzio, dalla condivisione all’amicizia, alla coscienza che abbiamo di noi e del mondo.

Il testo, in formato eBook (disponibile nei principali store per il mese di maggio in offerta a 2,49) e dal 12 giugno in libreria a 7 euro, è stato già tradotto in 15 lingue (Inglese, Spagnolo, Portoghese, Portoghese-Brasile, Olandese, Rumeno, Francese, Polacco, Ceco, Albanese, Bulgaro, Russo, Tedesco, Greco e Lituano) in versioni scaricabili gratuitamente dal sito www.clonline.org. L’appuntamento per tutti è per venerdì 15 maggio, alle ore 21, sul canale Youtube di AIC Associazione Italiana Centri Culturali e sul portale Avvenimenti.

«La situazione che stiamo vivendo ci ha resi consapevoli che in questi anni abbiamo per certi versi vissuto come in una bolla, che ci faceva sentire sufficientemente al riparo dai colpi della vita – scrive Julián Carrón –. E così siamo andati avanti distratti, fingendo che tutto fosse sotto il nostro controllo. Ma le circostanze hanno scombinato i nostri piani e ci hanno chiamato bruscamente a rispondere, a prendere sul serio il nostro io, a interrogarci sulla nostra effettiva situazione esistenziale. In questi giorni la realtà ha squassato il nostro più o meno tranquillo tran tran assumendo il volto minaccioso del Covid-19, un nuovo virus, che ha provocato un’emergenza sanitaria internazionale. La realtà, dalla quale spesso fuggiamo per poter respirare, per l’incapacità di stare con noi stessi, questa volta è stata inclemente, costringendo la maggior parte di noi a restare chiusi in casa, a fermarsi. E in questo isolamento sta emergendo ai nostri occhi - forse per la prima volta in modo così palese e diffuso - la nostra condizione esistenziale…».

«Questa presentazione – ha dichiarato Letizia Bardazzi, presidente Associazione Italiana Centri Culturali – è il modo con cui AIC desidera indicare il punto sorgivo che sostiene l’opera dei nostri duecento Centri Culturali, mostrando a tutti la pertinenza della fede alle esigenze della vita e quindi una cultura che nasce dalla passione per la realtà. Il libro che presentiamo rappresenta un contributo che riteniamo cruciale davanti all’emergenza sanitaria più importante della nostra epoca, che si è manifestata su scala globale e che ha costretto tutti noi a ribaltare «le false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende» come ha affermato Papa Francesco in una deserta Piazza San Pietro il 27 marzo scorso.»

L’autore: Julián Carrón (Navaconcejo, Spagna, 1950), sacerdote, dal 2005 è alla guida, dopo la morte di don Luigi Giussani, del movimento di Comunione e Liberazione (Cl). Insegna Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

(Rimini) “La nostra stella polare è garantire la salute delle persone. Ma sappiamo che una comunità non può bloccare a lungo la propria economia, senza rischiare gravi ripercussioni anche sul piano sociale. Per questo guardiamo con fiducia alle riaperture di molte attività economiche ora sospese a causa dell’emergenza covid-19. E stiamo lavorando affinchè tutto questo avvenga nelle condizioni di massima sicurezza per tutti”. E’ il commento di Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo, Commercio e Trasporti, alla decisione del governo di consentire una ripartenza differenziata delle attività economiche sulla base dell’andamento del contagio e dei dati epidemiologici nelle diverse regioni italiane.

Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, questo vuol dire riapertura, da lunedì 18 maggio, di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, tatuatori, spiagge, sempre rispettando norme di sicurezza.
“Siamo al lavoro da giorni con i tecnici, con i sanitari, con le associazioni di categoria, per garantire la riapertura di diverse attività ancora sospese. In primo piano l’esigenza di garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti, come dicevo, ma anche la consapevolezza di voler rimettere in moto -presto e bene- una macchina che garantisce una percentuale significativa della ricchezza dell’Emilia-Romagna”.

In questi giorni termineranno i lavori dei tavoli tecnici chiamati a definire i protocolli di sicurezza per il riavvio delle diverse attività ora sospese, nel rispetto delle linee guida nazionali. “Credo che ancora una volta l’Emilia-Romagna- conclude Corsini- con le proprie Istituzioni e le proprie rappresentanze economiche e sindacali, si sia fatta trovare pronta per affrontare la più grave crisi che dal dopoguerra ha colpito queste Paese. Attrezzandosi per ripartire, con determinazione, coraggio e rispettando le regole, perché non possiamo assolutamente permetterci che i contagi ripartano”.

Le linee guida per gli stabilimenti balneari

Si parte dall’arrivo in spiaggia con accessi allo stabilimento balneare che dovranno avvenire in modo ordinato, evitando assembramenti e nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e, dove possibile con percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita dallo stabilimento. In caso di afflussi consistenti di persone, potranno essere previsti ingressi contingentati, anche su prenotazione telefonica o informatica fino ad esaurimento dei posti ombrelloni e posti lettini. I gestori potranno, anche in forma aggregata, utilizzare piattaforme online per le prenotazioni e per evitare code alle casse potranno promuovere sistemi di pagamento veloci (card contactless) o con carte prepagate o attraverso portali/app web.

Il personale addetto al ricevimento e all’accompagnamento dei clienti, in caso non sia possibile assicurare la distanza interpersonale di almeno un metro, dovrà essere dotato di dispositivi e attrezzature di protezione nelle postazioni di lavoro (es. mascherine o schermature) e dovrà fornire ai clienti tutte le informazioni relative alle disposizioni e ai comportamenti da rispettare all’interno dello stabilimento per prevenire i rischi.

Potranno essere previste la numerazione delle postazioni/ombrelloni e la annotazione per ogni postazione dei clienti, stagionali e giornalieri, anche per eventuali indagini di natura sanitaria; l’individuazione di modalità di transito da e verso le postazioni/ombrelloni e stazionamento/movimento sulla battigia; l’accompagnamento alla zona ombreggio da parte di personale dello stabilimento (stewart).

In caso di pioggia o cattivo tempo i clienti non potranno sostare nei locali dello stabilimento che non sia in grado di garantire le distanze consentite (sedute ristorante, bar, sale…).

In spiaggia, gli ombrelloni dovranno essere posizionati in modo da avere una superficie minima ad ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente ad una distanza tra i paletti di ombrelloni e file di 4 metri e 3 metri).

Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdrai …) non sistemate sotto l’ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 1,5 metri.

Le uniche deroghe ammesse alle distanze interpersonali riguardano i componenti di uno stesso nucleo familiare o le persone che pernottano nella stessa stanza o unità abitativa di una struttura ricettiva del territorio regionale. In questo caso vale la responsabilità individuale.

Tutte le attrezzature di spiaggia in dotazione allo stabilimento balneare - sedie, sdraio, lettini, attrezzature galleggianti e natanti – dovranno essere pulite ogni giorno e disinfettate periodicamente con soluzione igienizzante a base di cloro. La disinfezione dovrà comunque essere garantita ad ogni cambio di clientela.

Pulizia più volte al giorno per i servizi igienici - per clienti e personale - e disinfezione a fine giornata dopo la chiusura. Anche le docce, meglio quelle all’aperto, dovranno essere pulite con disinfezione a fine giornata. Per quanto riguarda le cabine vanno invece evitati gli usi promiscui (con le deroghe previste per nucleo famigliare o soggiornanti nella stessa camera), con disinfezione ad ogni cambio di clientela. Se si usano come spogliatoi occorre posizionare Kit con accessori per autopulizia come nei servizi igienici.

Per quanto riguarda il servizio di bar e ristorante si promuove da parte delle strutture balneari l’attivazione di un servizio di delivery su ordinazione, con consegna dei cibi e bevande all’ombrellone-lettino nel rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro e si suggerisce comunque di tenere all’aperto l’area di somministrazione. Proprio per questo i Comuni potranno consentire anche il posizionamento di tavoli nelle cosiddette aree polifunzionali.

Le aree gioco per bambini vanno delimitate e individuate, indicando il numero massimo di bambini -soggetti alla vigilanza dei genitori per il rispetto delle indicazioni previste - consentiti all'interno dell'area stessa. Al riguardo si potrà fare riferimento al protocollo sui centri estivi che la Regione sta licenziando. Le attrezzature presenti devono essere disinfettate periodicamente.

I giochi da spiaggia e le attività sportive sono consentite esclusivamente negli spazi dedicati (aree polifunzionali) e sempre mantenendo il rispetto del distanziamento interpersonale. Sì agli sport individuali che si svolgono in spiaggia (racchettoni singolo) o in acqua (come nuoto, windsurf, sup e kitesurf) praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre (racchettoni, beach volley, calcetto, …) valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva, così come per lo svolgimento di eventuali tornei e competizioni. Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo.

Sono invece al momento vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale.

Vietata qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti come, ballo, happy hours, degustazioni a buffet…, con conseguente divieto di pubblicità in qualsiasi forma

(Rimini) Sul sito dell’Inail da oggi si possono scaricare due documenti tecnici che definiscono i protocolli di lavoro per il settore della ristorazione e per quello balneare (sul quale il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha già avuto modo di esprimere dissenso). Le pubblicazioni sono state approvate dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza nella seduta del 10 maggio. 

“Nel settore della ristorazione, che in Italia conta circa 1,2 milioni di addetti, ad assumere un aspetto di grande complessità è la questione del distanziamento sociale. Durante il servizio, infatti, non è evidentemente possibile l’uso di mascherine da parte dei clienti. Lo stazionamento protratto, inoltre, in caso di soggetti infetti da Sars-CoV-2 può contaminare  superfici come stoviglie e posate. Un altro aspetto di rilievo è il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati, anche in relazione ai servizi igienici, che spesso sono privi di possibilità di aerazione naturale”, spiega il documento, che raccomanda, tra l’altro, “di rimodulare la disposizione dei tavoli e dei posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato che preveda uno spazio di norma non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, fatta salva la possibilità di adottare altre misure organizzative, come per esempio le barriere divisorie. La prenotazione obbligatoria viene indicata come ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale”.

Nel Documento relativo al settore della balneazione, si ritiene opportuna l’adozione da parte delle autorità locali di piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative. “Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate, viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie. Si raccomanda, inoltre, di favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso portali/app web. Vanno inoltre differenziati, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita, prevedendo una segnaletica chiara”.

Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, “la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. È opportuno anche privilegiare l’assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni. In ogni caso è necessaria l’igienizzazione delle superfici prima dell’assegnazione della stessa attrezzatura a un altro utente, anche nel corso della stessa giornata. È da evitare, inoltre, la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l’utilizzo di piscine eventualmente presenti all’interno dello stabilimento, spiega l’Inail”.


(Rimini) “Evocato da sempre come industria strategica, sostanzialmente trascurato da tutti i Governi della Prima, Seconda e Terza repubblica, eccetto per le azioni e le proposte recenti del Ministro Franceschini, colpito a morte dal Coronavirus, adesso il turismo balneare italiano corre il rischio di trovarsi davanti al suo colpo di grazia”. Così il sidnaco di Rimini Andrea Gnassi in merito alle procedure contenute nel documento tecnico elaborato da Inail per la fase due del settore balneare.
“Se la risposta alle proposte serie, puntuali e rigorose fatte dalle categorie economiche e dagli operatori nella stagione più difficile dal dopoguerra, anche sui protocolli, poste a tavoli regionali e nazionali, è il documento Inail - Istituto superiore della sanità che in questo momento sta circolando su tutti i siti d’informazione nazionali, allora si abbia il coraggio di dire che i protocolli allo studio a Roma altro non sono che protocolli per fare tenere chiuse le spiagge italiane nel 2020”.
Si domanda Gnassi, “quanto sono cogenti queste indiscrezioni, queste indicazioni, nelle decisioni del Governo? Quale è la gerarchia decisionale? Ero rimasto a quanto ci ha comunicato ieri la Regione Emilia Romagna e cioè che entro venerdì sarebbero usciti i protocolli sull’utilizzo delle spiagge, condivisi tra ministeri, enti, operatori e categorie economiche. E adesso arriva, ancora come anticipazione, un materiale che è difficile anche commentare. Io più di chiedere chiarezza al Governo e chiedere alla regione Emilia Romagna chiarezza e anche forza per farsi sentire in tal senso, oggi non so cosa dire di più. Attendiamo risposte rapide, imprese e centinaia di migliaia di lavoratori. Un’industria che rappresenta il 15 per cento del PIL nazionale che non può essere trattata senza alcuna dignità”.

(Rimini) Entrerà in vigore lunedì 25 maggio l’ordinanza contingibile e urgente predisposta dal Comando di Polizia Locale del Comune di Rimini per prevenire e contrastare i pericoli cagionati da comportamenti connessi all’esercizio della prostituzione sulla pubblica via. L’ordinanza, che ricalca l’impianto dei provvedimenti già adottati con ottimi risultati negli anni passati, sarà in vigore fino al 31 ottobre 2020 e sarà valida su quelle aree dove il fenomeno della prostituzione su strada si registra con una maggiore intensità. Nello specifico il provvedimento sarà valido sulle strade e nelle aree adiacenti a Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita, Viale Principe di Piemonte, Via Novara, Via Teramo, Via Foglino, Via Cavalieri di Vittorio Veneto, Via Losanna, Via Mosca,Via Guglielmo Marconi, su tutta la Strada Statale 16 del territorio comunale (tra i confini con il Comune di Bellaria Igea Marina e il Comune di Riccione), in Piazzale Cesare Battisti, Via Savonarola, Via Mameli, Via Ravegnani, Via Graziani, Via Dardanelli, Piazzale Carso, Via Principe Amedeo,Viale Vespucci, Piazzale Medaglie d'Oro, Via Tripoli, Via Varisco, Viale Eritrea, Via Novara, Via Macanno, Via Casalecchio, Via Fantoni, Via Euterpe, Via Emilia Vecchia, Via XIII settembre, Viale Matteotti, Via dei Mille, Via Tolemaide. A queste strade, già comprese nell’ordinanza dello scorso anno, si aggiungono le vie Rodi e Nazario Sauro, entrambe in zona Marina Centro, segnalate al Comando della Polizia Locale attraverso il sistema regionale Ril.Fe.De.Ur. L’ordinanza è uno strumento da tempo adottato dall’Amministrazione Comunale e che consente di dare continuità all’attività di prevenzione e contrasto di un crimine quale lo sfruttamento della prostituzione e la tratta di persone, oltre ad arginare i fenomeni di degrado urbano ad esso collegati. “Pur se ancora in piena gestione delle conseguenze dell’emergenza Covid, non allentiamo la presa rispetto a quei fenomeni criminosi che da tempo, pur con armi a causa di limiti legislativi, cerchiamo di combattere – sottolinea l’assessore alla Polizia Locale Jamil Sadegholvaad – I nostri agenti anche nella prossima stagione estiva saranno impegnati in servizi mirati affinché prosegua quel contenimento del fenomeno registrato negli ultimi anni” 

Attraverso l’ordinanza potranno essere puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 500 euro (400 euro se pagati entro 60 giorni) tutti coloro che porranno in essere comportamenti diretti ad offrire prestazioni sessuali a pagamento e chi sarà sorpreso a richiedere informazioni a questi soggetti, concordando l’acquisizione di prestazioni sessuali a pagamento. In particolare i comportamenti colpiti con sanzione amministrativa, specifica l’ordinanza, sono quelli che “pongono in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo, mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione. La violazione si concretizza con lo stazionamento, o l’appostamento della persona, o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi, o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”. E’ inoltre vietata la richiesta di informazioni a soggetti che pongano in essere i comportamenti descritti o concordare con gli stessi l’acquisizione di prestazioni sessuali a pagamento, che saranno sanzionati anche a norma del Codice stradale per quei conducenti che, in questi frangenti, saranno sorpresi  alla guida di veicoli ad eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale. In questi casi la sanzione amministrativa di 41 euro prevista sarà elevata a 54,67 se accertata in orario notturno (dalle ore 22 alle 7 di mattina). Le violazioni previste dall’ordinanza si applicano in concorso anche con le violazioni previste dalle norme vigenti per il contenimento e contrasto alla diffusione del COVID-19. L’ordinanza prevede inoltre che qualunque fatto o atto ritenuto rilevante ai fini fiscali riscontrato dagli agenti nell’ambito dell’attività di controllo sarà portato a conoscenza dell’Agenzia delle Entrate e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini per eventuali valutazioni.

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