Protocolli riaperture, Federmoda: l’abbiamo spuntata
(Rimini) “Finalmente protocolli e linee guida per la riapertura in sicurezza dei nostri negozi sono stati messi nero su bianco e sono ufficiali. Abbiamo aspettato tanto e letto ogni genere di informazione – spiega Giammaria Zanzini, referente di Federmoda-Confcommercio a livello provinciale, ma anche vicepresidente regionale e consigliere nazionale - anche fuorviante, a volte quasi terroristica. Per questo ci tengo a ribadire che i negozi, in particolare quelli del settore tessile ovvero abbigliamento, calzature, intimo, pelletterie e accessori, sono in grado di ottemperare a tutte le disposizioni di legge per tornare a vivere in piena sicurezza il momento dello shopping, con le dovute precauzioni, dotazioni e cautele”. Così Giammaria Zanzini, presidente di Federoda Rimini interviene nell’atteso giorno della riapertura.
“Come Federmoda-Confcommercio abbiamo lavorato tanto e insistito con le istituzioni affinché i protocolli sanitari potessero essere realmente attuabili e alla fine alla lettura degli allegati all’Ordinanza della Regione Emilia Romagna del 17 maggio, possiamo dire di avercela fatta. Oltre alle regole per i dispositivi sanitari e per il distanziamento delle persone all’interno delle nostre attività (non più di una per negozi di 40 mq e per tutti distanziamenti di almeno un metro con la riorganizzazione degli spazi per evitare assembramenti), fondamentale è l’avere fatto chiarezza in merito ai concetti di pulizia, disinfezione e sanificazione”. Per i negozi in sede fissa “infatti non serve sanificare gli ambienti per mezzo di ditte specializzate per potere riaprire al pubblico dopo il lockdown, ma basta una pulizia approfondita di superfici, oggetti ed ambienti come abbiamo sempre fatto. Daremo garanzia di pulizia e igiene ambientale almeno due volte giorno e quella quotidiana delle cabine di prova con prodotti virucidi. Continueremo a farlo ogni giorno, ma non servirà sanificare i capi ad ogni prova. Solo nel caso risultasse la presenza di un soggetto positivo al virus si dovrà effettuare una sanificazione con ditta specializzata”.
Ovviamente “tutti avremo l’obbligo di mascherina e nei negozi ci siamo dotati di sistemi per la disinfezione delle mani per noi, i nostri lavoratori e i clienti. Proprio per questo in realtà non capiamo l’obbligo di usare i guanti monouso per fare gli acquisti (anche se nel protocollo si spiega che essi vanno usati “particolarmente” per l’acquisto di alimenti e bevande). Si tratta meramente di buonsenso: se una persona si è igienizzata le mani all’entrata, i guanti ci sembrano superflui e rischiano di togliere quell’esperienza tattile molto importante per l’acquisto di capi di abbigliamento o calzature. Molto importante infine è l’areazione: pulizia e disinfezione dei filtri dell’area condizionata che non andrà mai tenuta in modalità ricircolo d’aria. Ma soprattutto, come si legge,sono preferibili areazione naturale e ricambio d’aria”.
Certo “i costi aggiuntivi ci sono, dall’acquisto dei dispositivi di protezione e di igienizzazione alla redazione del documento su misure e procedure di contenimento e protezione imposte dall’emergenza ed eventualmente anche all’aggiornamento del manuale di autocontrollo. Insomma, la burocrazia resta e gli aiuti dello Stato almeno fino a questo momento sono irrisori, ma l’importante per noi è ripartire. Un motivo in più, tra i tantissimi, per preferire fare acquisti nei negozi di vicinato. E’ un momento molto difficile per tutti, ma soprattutto per le micro e piccole aziende del commercio, chiuse da tempo e ormai al collasso. Per questo chiedo davvero col cuore in mano di tornare a fare acquisti nei piccoli negozi del territorio, che sono pronti a garantire tutte le misure necessarie per la sicurezza. A tutti voi il compito di garantire la sopravvivenza a loro e a tutta l’economia del nostro territorio. Dobbiamo sostenere le piccole imprese che ripartono tra mille difficoltà, impegni e incognite sul futuro”.
Molo di levante riaperto al pubblico, riqualificazione completata
(Rimini) Terminati i lavori di riqualificazione, la punta della “palata” di Rimini, il molo di levante, è da oggi riaperta al pubblico. Questa mattina i lavori, per la cifra di 500mila euro, sono stati presentati dal sindaco Andrea Gnassi, assieme all’assessore ai lavori pubblici Jamil Sadegholvaad e all’assessore all’Ambiente Anna Montini.
“Non si tratta solo di un intervento ben riuscito che dona nuova bellezza a un luogo dell’anima – ha detto il Sindaco Gnassi – ma della conclusione di un filo conduttore che nasce dalla Piazza sull’acqua del bacino del Ponte di Tiberio, incontra il ponte sospeso per poi risalire lungo la ciclabile di via Destra del Porto, toccando Porta Galliana, l’ingresso a mare della città rinascimentale malatestiana tornata a nuova vita, e, risalendo fino ai giardini dedicati a Capitan Giulietti e ai Ragazzi del Parsifal, arriva al Faro e giungere con gli occhi pieni di bellezza e di stupore fino a qui, dove fiancheggiando i pescherecci la città si spegne per tuffarsi nel blu del mare. Un impegno, un obiettivo che ci eravamo dati – ha proseguito il Sindaco – fin dall’inizio della nostra amministrazione e che ora è diventato realtà. Tutti questi interventi ci restituiscono l’idea organica di questo progetto strategico capace di connettere la Città di Mare alla Città di Arte. Rimini si riconnette al suo mare attraverso una camminata dell’identità. E oggi formalmente, un po’ per caso, un po’ per sfortuna, un po’ per fortuna, nel momento il in cui usciamo dal lockdown, dopo mesi di sacrifici possiamo tornare a passeggiare su questa palata tirata a lustro spalancando questa nuova fase della rinascita di Rimini riprendendoci regalandoci questo spettacolo. Un messaggio forte di una città che rinasce e di fronte alle crisi non si arrende.”
I lavori di riqualificazione inaugurati quest’oggi concludono un progetto più ampio previsto dal Piano di Azione FLAG Costa dell'Emilia-Romagna cofinanziato da Regione e Comune, un progetto pensato con l’obiettivo di intervenire su tutta l’area portuale, per migliorare le infrastrutture legate alla pesca, al turismo e al diporto, interessando sia l’area del molo di levante, sia l’ingresso della banchina del porto di pesca e il molo del faro. In particolare nella parte terminale del Molo di Levante verso il mare, è stato messo in sicurezza il percorso pedonale sopraelevato al lato del capanno da pesca e della costruzione in cui ha sede il “Rockisland” attraverso una complessiva riqualificazione e la sostituzione dei vecchi parapetti presenti. La geometria dei nuovi parapetti è la medesima di quelli recentemente installati in corrispondenza della piccola darsena di Via Destra del Porto, a protezione del percorso pedonale e ciclabile. Riqualificata anche la pavimentazione della banchina e del percorso pedonale sopraelevato, che oggi si caratterizza per l’utilizzo del legno che rende magica questa parte del territorio che si protende nel mare così cara ai riminesi.
Post coronavirus a Riccione: il 31 per cento degli alberghi non aprirà
(Rimini) Federalberghi Riccione e l'Osservatorio "Luigino Montanari" hanno somministrato ai 340 soci albergatori un breve questionario sulla data di riapertura della propria struttura ricettiva. Nel tempo di 48 ore hanno risposto in 233. Al momento solo il 55% ha la certezza di riaprire, il 31% ha risposto che non riaprirà e il 14% non so. Chi aprirà la struttura lo farà per il 40% entro la prima decina di giugno, il restante 60% aprirà dopo il 10/6. Il 62% degli alberghi offrirà agli ospiti un servizio di pensione completa, il 31 bed&breakfast e solo il 7% mezza pensione. Per visionare il sondaggio completo clicca qui.
Musei social, Rimini si piazza ottava
(Rimini) Un importante risultato ha premiato la partecipazione dei Musei Comunali a #Museumweek, l’appuntamento internazionale dedicato alla cultura sui social network che si è svolto da lunedì 11 a domenica 17 maggio col supporto ufficiale di Unesco Europa Nostra. Dopo il parco archeologico di Pompei, la direzione regionale Musei di Calabria, Pinacoteca Albertina di Torino, all’ottavo posto si piazzano i Musei comunali di Rimini.
In questo 2020 così difficile il filo conduttore è stato “Togheterness”, “insieme”, a simboleggiare che solo uniti si esce dall’emergenza e la cultura ci può aiutare a dare senso e profondità ai piccoli e grandi sacrifici che abbiamo affrontato in questi mesi di forzata riduzione delle relazioni sociali, confinati in spazi più meno angusti che solo la forza della creatività e della fantasia potevano oltrepassare. Museumweek ha così raccolto per una settimana intorno ad alcuni hashtag significativi le attività e i contributi delle più prestigiose istituzioni museali più importanti del mondo. Anche i Musei Comunali di Rimini hanno svolto una attività quotidiana di sensibilizzazione e approfondimento dei temi che giorno per giorno sono stati sviluppati. Lo si è fatto condividendo contenuti speciali e le proprie esperienze, interagendo con gli altri musei e con il pubblico, nell’ormai consolidata formula di “7 giorni, 7 temi, 7 hashtag”: #HeroesMW #CultureInQuarantineMW #TogetherMW #MuseumMomentsMW #ClimateMW #TechnologyMW #DreamsMW. Ed è stato su questo filone che i Musei riminesi sono entrati nel novero dei primi dieci musei italiani più seguiti nel corso di questa iniziativa: sotto la lente d’ingrandimento del ‘consenso’ virtuale il raggiungimento gratifica chi ha operato attivamente per tutta la settimana del #Museumweek comparendo sui profili social ufficiali e cioè: facebook.com/museitaliani – twitter.com/museitaliani – instagram.
Si è toccato così con mano un diverso approccio alla cultura e alla socializzazione, attraverso le nuove modalità di fruizione: l’impegno è stato prendersi cura della comunità, accogliendo i temi proposti, approfondendo i contenuti e agendo nella direzione del dialogo con il territorio, con le proprie collezioni, con i sedimenti della storia dell’arte, dell’archeologia, delle culture antropologiche.
Sindacati: non esistono spiagge sicure senza marinai di salvataggio
(Rimini) L’assemblea dei marinai di Salvataggio della provincia di Rimini, riunitasi unitariamente in videoconferenza oggi, chiede che il servizio di salvatamento venga garantito attraverso il lavoro dei marinai professionisti mantenendo la durata del periodo di salvamento e le modalità dell’ordinanza balneare in vigore. “Qualsiasi opzione tesa a ridurre il periodo di salvamento sarebbe a esclusivo danno del reddito dei marinai di salvataggio e della sicurezza”, ribadiscono i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
“Non esistono spiagge sicure senza servizio pubblico essenziale di salvataggio, non è possibile ridurre il salvamento in rapporto agli afflussi di bagnanti senza compromettere irrimediabilmente i livelli di sicurezza. I lavoratori stagionali balneari, in tanti già pesantemente penalizzati dai meccanismi dei bonus governativi, ribadiscono l’esigenza che la ricchezza prodotta dal turismo balneare sia adeguatamente redistribuita attraverso un periodo di assunzione coerente con l’avvio della stagione balneare”.
I marinai di salvataggio, “ad oggi ancora senza prospettive di contratto di lavoro, svolgono un servizio pubblico essenziale indispensabile atto a garantire diritti costituzionali ed il loro lavoro non è sostituibile. Il nuovo modello turistico non può che partire dal massimo livello di qualità e sicurezza per lavoro e turismo”.
Viserba, il comitato contro l’antenna Iliad ricevuto dall’assessore
(Rimini) Nella mattinata odierna i promotori del comitato spontaneo Viserba Salute e Ambiente hanno incontrato l'assessore all'Ambiente del comune di Rimini, Anna Montini, per esporre le preoccupazioni dei cittadini, in merito all'installazione dell'antennone di via Baroni a Viserba di Rimini, installazione che verrà probabilmente destinata a un altro luogo. “L'assessore Montini ha precisato che venerdì prossimo il Comune incontrerà ufficialmente Iliad per verificare se è possibile trovare una mediazione per il bene della comunità di Viserba Monte”, spiegano infatti dal comitato.
I promotori hanno consegnato all’assessore Montini la petizione firmata da oltre 1300 cittadini contrari all'installazione. All’assessore i cittadini hanno anche richiesto nuova verifica della conformità al regolamento comunale degli atti e del permesso rilasciato ad Iliad. “I cittadini di Viserba non vogliono alimentare un dibattito sterile contro l'innovazione tecnologica, ma semplicemente ribadire che nel governo del territorio siano assicurati i principi e norme che sovrintendono alla localizzazione dei nuovi impianti, in considerazione anche della particolare "prossimità" a decine di abitazioni, n. 2 scuole dell'infanzia, un centro anziani/ricreativo, la parrocchia, verde pubblico con aree giochi e percorsi ciclo-pedonali”, spiegano dal comitato.
Scuole paritarie: scatta la protesta di Maestre pie e suore di Sant’Onofrio
(Rimini) “Le scuole paritarie sono invisibili al governo nazionale e regionale. Non c’è rilancio se non è per tutti!”. È questo lo slogan che anima le giornate delle scuole paritarie il 19 e 20 maggio. “Non faremo sciopero ma ci devono ascoltare!”, dicono le Maestre Pie dell’Addolorata (2100 studenti nella sola provincia di Rimini, 700 in quella di Bologna, e 100 a Roma) e le suore di Sant’Onofrio che contano circa 600 alunni in Regione. Con queste parole intendono manifestare tutto il loro “disappunto e rammarico per la assenza di attenzione da parte delle Istituzioni verso le scuole paritarie e le famiglie che le scelgono per educare i loro figli. Lo tsunami che si è abbattuto sul nostro Paese, e che ha toccato fortemente anche il sistema scolastico, non ha risparmiato le scuole paritarie, che sono parte a pieno titolo di tale sistema! Fin da subito ci si è rimboccati le maniche e gli insegnanti hanno attivato percorsi a distanza con una creatività e dedizione incredibile; gli Istituti hanno cercato nei limiti delle possibilità di andare incontro alle famiglie, soprattutto dei più piccoli, riducendo il contributo chiesto per sostenere l’attività didattica”. Parimenti “hanno dovuto affrontare “in solitaria” le spese per il personale, per la didattica a distanza e i costi fissi di gestione. È troppo facile e deviante ricorrere ai luoghi comuni e dire che tanto gli istituti religiosi sono ricchi e le loro scuole sono le “scuole dei ricchi”. Ora più che mai è manifesto che allo Stato e alle istituzioni le scuole paritarie non interessano, anzi, interessa che scompaiano. Lo dimostrano le scelte che il Governo si accinge a fare con il Decreto Rilancio. Rilancio sì, ma non per tutti”.
“Abbiamo interpellato gli organismi nazionali e anche quelli regionali – affermano le religiose – ma nessuno ci ha ascoltato. Le nostre istituzioni fanno parte del tessuto di questo territorio al quale abbiamo dato tanto negli anni. Oggi a quanto pare siamo diventati invisibili. Ma non demordiamo!” I due Istituti condividono la linea delle Presidenze Nazionali USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) che qualche giorno fa hanno sollecitato uno sciopero nazionale e una sospensione della Didattica a distanza per le giornate del 19 e 20 maggio. Saranno queste le giornate in cui in Parlamento partiranno le votazioni del Decreto ‘Rilancio’ che prevede quasi 1,5 miliardi per la scuola statale (per la sicurezza degli ambienti, per i dispositivi sanitari, per contenere il rischio epidemiologico, per la strumentazione didattica) e un finanziamento del tutto inadeguato per le paritarie - solo alla scuola dell’infanzia. Un’amara constatazione che ovviamente taglia le gambe alla lunga tradizione scolastica cattolica che da anni permea il nostro Paese.
Pur nella condivisione della manifestazione organizzata a livello nazionale, gli Istituti riminesi hanno deciso, per rispetto dei loro studenti e delle loro famiglie, di non sospendere le lezioni e continuare nel loro impegno educativo. Questo però non significa che il problema non sussista, è forte e vivo più che mai e deve diventare un tema dell’agenda politica nazionale, ma anche locale.
“Abbiamo deciso di sostenere il rumore costruttivo ed educativo proposto dai nostri rappresentanti nazionali – affermano le Superiore Generali dei due istituti - e se è vero che l’Italia deve ripartire dalla scuola che cresce cittadini di uno Stato democratico, allora è altrettanto vero che tutti devono aver l’opportunità di scegliere il proprio percorso scolastico senza essere per questo penalizzati. La crisi rischia di spazzare via una delle componenti fondamentali del sistema educativo italiano. È evidente che il protrarsi di questa condizione, giocoforza renderà difficilmente sostenibile il proseguo delle attività nelle nostre scuole. Le paritarie possono morire di Coronavirus. Il rischio è che a settembre i ragazzi non trovino le aule aperte. Significa quindi perdita di posti di lavoro, liste che si allungheranno per le scuole dell’infanzia e tanti costi per lo Stato per trovare posto a ragazzi dell’obbligo scolastico nelle statali. Ma non solo: la perdita di un’offerta formativa alternativa impoverisce anche la scuola statale stessa. Sì, perché un sistema che non ammette e non favorisce il confronto con un pensiero diverso, che non accogliere la possibilità che ci sia un modo diverso di pensare all’educazione, è un sistema che si impoverisce e prima o poi implode su se stesso perdendo qualità in ogni settore. La scuola paritaria è una risorsa per tutti perché rappresenta una differenza, un’alternativa! Le Istituzioni dimostrino di tenere all’istruzione dei propri cittadini mettendoli nelle condizioni di poter scegliere. Non c’è vero rilancio, se qualcuno viene lasciato indietro!”
Riccione, giovedì si vota sulla nuova caserma
(Rimini) Convocazione Consiglio Comunale in videoconferenza per giovedì 21 maggio alle ore 14,30. Tra i punti all'ordine del giorno la costruzione della nuova caserma dei carabinieri di Riccione e servizi accessori con la relativa variazione della destinazione di zona di uso pubblico.
Bellaria, sono 700 i beneficiari del bonus spesa
(Rimini) Sono oltre 700 i nuclei familiari beneficiari dei bonus spesa erogati a Bellaria Igea Marina: 123 di questi, legati alla cosiddetta seconda 'tranche', che dal 20 al 28 aprile ha visto giungere al Comune un totale di 586 domande. Un numero di richieste che, come anticipato ed ipotizzabile, ha imposto in sede di istruttoria l'applicazione di ulteriori criteri di precedenza; sulla base di questi, sono quindi stati esclusi coloro che già avevano ricevuto un buono spesa in sede di prima tranche, dando inoltre la precedenza alle domande collegate a nuclei numerosi con reddito basso e famiglie che accolgono al loro interno minori e/o disabili. Con queste linee guida è stata completata l'istruttoria, sottolineando che questa seconda fase, la consegna dei cui buoni è quasi ultimata, ha 'mosso' una quantità di ticket spesa pari a 19.000 euro.
Si ricorda inoltre che nella cosiddetta prima fase, le domande ricevute erano state un totale di 724, 583 delle quali accolte per altrettante famiglie che, già a fine aprile, hanno ricevuto la prima cospicua quota di bonus spesa consegnati grazie alla collaborazione tra Servizi Sociali Comunali e Protezione Civile. Nel complesso, il volume economico legato ai bonus spesa erogati dal Comune di Bellaria Igea Marina, è di oltre 131.000 euro, cifra integrata da generose donazioni di privati e aziende del torritorio: sia in denaro e nell'ordine delle migliaia di euro, sia sotto forma di centinaia di cesti alimentari recapitati ai nuclei familiari più fragili.
Crisi post covid, Zambianchi: sarà il turismo a soffrire di più
(Rimini) Come si presenta lo scenario economico travolto dal Coronavirus? Secondo le previsioni elaborate dal Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna, nel mese di maggio 2020 sarà del 10 per cento la flessione del fatturato delle imprese della regione. È una stima che non tiene conto delle misure a sostegno dell'economia predisposte a livello regionale, nazionale ed europeo, va dunque interpretata come l'effetto del Covid-19 sull'economia in assenza di interventi correttivi. La disaggregazione settoriale certifica numericamente il differente impatto della pandemia sulle attività economiche: in forte flessione, superiore al 40 per cento, i comparti maggiormente legati all'industria turistica, cali compresi tra il 10 e il 20 per cento per alcune attività connesse alla cura delle persone e del commercio.
Manifatturiero e Costruzioni presentano diminuzioni nell'ordine del 10-15 per cento, tengono e in alcuni casi crescono i settori appartenenti alla filiera sanitaria - anche nella sua componente manifatturiera – e dell'agroalimentare. In termini assoluti le imprese emiliano-romagnole registreranno un calo del fatturato di oltre 37 miliardi. Il 35 per cento delle aziende dell'Emilia-Romagna nel 2020 dovrà fare ricorso a liquidità aggiuntiva per sostenere i costi, il fabbisogno di liquidità occorrente a queste imprese ammonterà a quasi 5 miliardi, il 6 per cento del fatturato. Nel settore dell'alloggio e della ristorazione la quasi totalità delle imprese necessiterà di liquidità aggiuntiva.
Secondo Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna "ci troviamo di fronte ad una situazione mai vista prima, che anche i più aggiornati scenari previsionali faticano a valutare. I dati selezionati sono un "fermo immagine" fondamentale per una prima interpretazione, ma dobbiamo essere consapevoli che saranno necessarie riletture e revisioni costanti e in tempi più rapidi del consueto, a fronte di uno scenario grave e in continuo mutamento. Purtroppo, gli effetti negativi della recessione - sottolinea Zambianchi - saranno direttamente correlati alla durata reale dell'emergenza sanitaria. Occorre attivare le "misure di convivenza" migliori possibili, in quanto tale situazione non sarà risolvibile in tempi brevi. La crisi colpisce tutte le tipologie di imprese, ma è più profonda per le piccole, per i territori a vocazione turistica e con una più forte presenza di aziende artigiane ed “export-oriented".
Il comparto che pagherà il prezzo più alto è il Turismo, che nel 2019 in Emilia-Romagna valeva circa il 12,5 per cento del valore aggiunto complessivo regionale. "Per effetto delle misure di contenimento del coronavirus, il Turismo merita risorse importanti e dedicate. Questa grave situazione può essere peraltro l'occasione per un vero salto di qualità, affinché il Turismo sia inserito a pieno titolo tra i grandi settori dell'Economia. E' una vera industria che dovrebbe giovarsi, a livello nazionale, di un vero e proprio piano straordinario come è stato fatto proprio per l'industria qualche anno fa. Concordo con il Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, che andrebbe avviato un progetto Industria Turismo 4.0". Questa crisi, nell'immediato, intacca la liquidità, i livelli occupazionali e finisce per approfondire gli effetti del "digital divide". Tuttavia, osserva Zambianchi, "i nostri territori hanno qualità distintive di resilienza, ottime filiere produttive, efficace capacità di reazione. Siamo stabilmente su buoni posizionamenti a livello nazionale. L'Emilia-Romagna è tra le regioni che trainano lo sviluppo del Paese e che certamente riusciranno a ripartire quanto prima".
Le risposte del Sistema camerale dell’Emilia-Romagna. "Ben consapevoli della situazione e del proprio ruolo – afferma il presidente Alberto Zambianchi - le Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna hanno intensificato il supporto alle imprese, anche con modalità organizzative diverse, grazie alla digitalizzazione dei processi e il potenziamento dei servizi "da remoto" e lo smart working. Sono stati attivati servizi di help desk alle imprese in materia di export e internazionalizzazione e sulle normative "antivirus" nazionali e locali, sia prescrittive che incentivanti. Per fronteggiare questa crisi - conclude Zambianchi - le Camere dell'Emilia-Romagna a oggi hanno promosso iniziative a sostegno della ripartenza delle imprese per oltre 25 milioni, quasi tutti erogati a fondo perduto". Di questi quasi 7 milioni per dare liquidità immediata alle micro, piccole e medie imprese, abbattendo i costi di accesso al credito, in un intervento congiunto con la Regione; circa 7 milioni per voucher e contributi alle MPMI a sostegno della digitalizzazione, per far ripartire l'export, per la promozione e il riavvio del turismo. Inoltre, contributi a fondo perduto per la ripartenza in sicurezza nelle imprese, garantendo la sanificazione e la sicurezza dei luoghi di lavoro e contributi per aumentare le garanzie delle imprese per l'ottenimento di credito.