(Rimini) La sanita' di territorio "e' quella che ci ha salvato, ma li' dovremo migliorare anche noi". Lo ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intervenendo oggi alla trasmissione tv Quante storie su Raitre. Se la Lombardia coi suoi grandi ospedali si e' trovata in difficolta' a gestire l'epidemia di Covid-19, in Emilia-Romagna si e' provato ad erigere la diga sempre piu' al di fuori delle strutture ospedaliere. "Non mi permetto di giudicare la sanita' della Lombardia- premette Bonaccini- ma qui il privato e' il 20% del totale della sanita'. Io ho fatto una campagna elettorale dove mi si spiegava che dovevamo privatizzare gran parte della sanita' pubblica, e invece questa vicenda dimostra come sempre piu' bisogna investire nella sanita' pubblica universalistica e nella sanita' di territorio. Anche noi dovremo migliorare li'", sottolinea poi il governatore, confermando una delle linee della riforma del servizio sanitario regionale nei prossimi anni. Per prevenire il coronavirus, "faremo mezzo milione di test sierologici in poche settimane- ricorda Bonaccini- in particolare nelle zone piu' colpite, Piacenza e Rimini. Abbiamo accreditato una cinquantina di laboratori privati" per lo screening di privati e aziende e "abbiamo piu' di 70 unita' mobili che vanno ad assistere a casa i malati di Covid da settimane. Abbiamo messo a punto mille posti tra alberghi e luoghi della sanita' pubblica e privata dove spostare chi non poteva rimanere a casa per non infettare i propri famigliari" (Agenzia Dire).

Mercoledì, 20 Maggio 2020 07:44

Prefettura, 2mila multe durante il lockdown

(Rimini) Tra marzo e maggio in provincia di Rimini sono state controllate 72.457 persone in merito alle misure restrittive per l'emergenza sanitaria, di cui 1.997 sanzionate. Lo precisa la Prefettura fornendo i dati odierni relativi al contagio comunicati dall'Ausl Romagna: cinque positivi, una donna e quattro uomini, di cui uno e' ricoverato, mentre, gli altri sono in isolamento domiciliare. Nessun decesso. I casi complessivi sono 2.103, di cui 102 residenti fuori provincia. Nella Repubblica di San Marino si registrano un caso, zero decessi e altri otto guariti. I casi complessivi sono a oggi 655, di cui 403 attualmente positivi. I deceduti sono 41, i guariti 211. Tra le persone positive, tre sono ricoverate all'Ospedale di San Marino, di cui uno in Terapia intensiva e semintensiva; due nella degenza di Isolamento. Sono invece 400 le persone positive in isolamento al proprio domicilio e 508 le quarantene domiciliari attive sui contatti stretti. Sono stati effettuati 3.610 tamponi, 98 refertati nella giornata di ieri, e 7.553 test sierologici. Sono stati individuati anche, dal 4 maggio, 13 lavoratori frontalieri provenienti dall'Italia e positivi al virus (Agenzia Dire).

(Rimini) Tempo di utilizzo della fascia a mare prolungata; "asset strategici" e dunque la possibilità di "pranzare e cenare" sotto l'ombrellone, con la somministrazione in spiaggia e il delivery da "incentivare e promuovere". E soprattutto ai Comuni la facoltà di "determinarsi liberamente in materia di accessi degli utenti, delle aperture e chiusure degli stabilimenti balneari e delle spiagge". I Comuni costieri della Romagna, Rimini, Riccione, Cattolica, Misano Adriatico e Bellaria-Igea Marina scrivono all'assessore regionale a Mobilità e Turismo, Andrea Corsini, in merito alla prima stagione balneare segnata dal Covid-19. Sottolineando che "lo scenario che comincia a intravedersi è preoccupante a dir poco", con uno "choc senza precedenti in termini di calo del Pil, dell'occupazione e dunque del benessere delle imprese e delle famiglie". Insomma, si legge nella lettera datata venerdì 15 maggio, il turismo è stato "colpito al cuore, si chiama ripartenza ma di fatto è una sfida nuova". Così "aumenterà la necessità di poter vivere per più tempo un maggior spazio. Tempo e spazio sono le nuove coordinate entro cui le citta' dovranno ridisegnarsi”.
La Romagna, proseguono i sindaci, "è stata tra le prime a cogliere questa sollecitazione per un turismo accogliente, ma soprattutto sicuro, offrendo un nuovo modo di vivere il mare e la spiaggia a 360 gradi, da mattina a sera con servizi nuovi. Occorre insomma "guardare con occhi nuovi alla spiaggia" e gli stabilimenti balneari "dovranno essere pronti, con misure e soluzioni che ne rendano attrattiva la fruizione oltre i consueti orari". Con nuovi "asset strategici come la enogastronomia, gli straordinari servizi, la libertà da mattina a notte". E ai Comuni "la facoltà di determinarsi liberamente in materia di accessi degli utenti, delle aperture e chiusure, tenendo in considerazione l'esigenza di garantire il mantenimento delle condizioni di pulizia ed igiene". Per la competitività dell'offerta turistica romagnola occorre, conclude la lettera dei primi cittadini, “riadattare i servizi alle nuove esigenze di sicurezza e distanziamento senza sacrificarne la qualità e la facilità di accesso” (Agenzia Dire).

Martedì, 19 Maggio 2020 19:05

Fase due: riaprono i mercati ambulanti

(Rimini) Con la riapertura del mercato rionale al Centro Ausa, prevista per il prossimo venerdì 22 maggio e quello del centro storico,  previsto il giorno successivo sabato 23 maggio,  torneranno ad essere presenti tutti i banchi dei commercianti ambulanti che normalmente popolano quelle aree dei mercati rionali.  L'offerta completa dei prodotti appartenenti a tutti i settori merceologi,  che si erano interrotti a causa dell'emergenza sanitaria, a partire da questo fine settimana, ritorna completa e disponibile ai cittadini. Fin ora infatti, nel rispetto delle disposizioni di contrasto alla diffusione del COVID-19, era stato possibile trovare aperti solamente i banchi alimentari e quelli dei fiori, all'interno dell'area perimetrata "Ex Padane", una restrizione che finalmente è terminata consentendo la fruizione completa di questi servizi anche in tutte le aree della città dove si svolgono i mercati rionali.   

Si dovrà continuare a rispettare le disposizioni igienico sanitarie previste dalle norme (mascherine, guanti, distanziamento fisico, ecc), che i cittadini ormai hanno imparato a conoscere e che già si erano attuate in parte nello svolgimento dei mercati consentiti durante il lock down. Disposizioni che saranno accertate, oltre che dalla Polizia Locale, anche dagli stessi gli operatori commerciali che collaboreranno secondo un sistema di autocontrollo al rispetto di misure di distanziamento sociale.  Un controllo fatto anche a cura del personale del C.O.C.A.P. (Consorzio Operatori Commercio Su Aree Pubbliche S.R.L.), incaricato dal Comune di Rimini per la gestione dei mercati, svolgere le ordinarie operazioni necessarie all'avvio dei mercati e collaborare per garantire il controllo dei distanziamenti ed evitare gli assembramenti di persone.  

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.314 casi di positività, 47 in più rispetto a ieri. Sono 4.312 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 268.200. Le nuove guarigioni oggi sono 231 (17.987 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.330 (-195). Questi i casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.436 a Piacenza (3  in più rispetto a ieri), 3.402 a Parma (10 in più), 4.900 a Reggio Emilia (8 in più), 3.879  a Modena (3 in più), 4.502 a Bologna (12 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 980 a Ferrara (nessun caso in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.824 (11 in più), di cui 1.015 a Ravenna (3 in più), 938 a Forlì (1 in più), 768 a Cesena (2 in più), 2.103 a Rimini (5 in più).

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.561, - 151 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 99 (-6). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-38).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 17.987 (+231): 1.681 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.306 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 8 uomini e 3 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.997. I nuovi decessi riguardano 2 residenti nella provincia di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 da fuori Regione. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

(Rimini) Via libera per la sospensione e rinegoziazione dei mutui del Comune di Rimini dalla 5^ Commissione consiliare  permanente riunitasi questa mattina in videoconferenza (con minoranza astenuta e un voto contrario). Si tratta delle misure eccezionali proposte con una delibera  di Giunta per procedere alla sospensione delle rate e alla rinegoziazione dei mutui attraverso la circolare della Cassa Depositi e Prestiti, con l'obiettivo di liberare risorse necessarie per far fronte alle ripercussioni economiche dell'emergenza sanitaria. Ora, con l'ok  da parte della commissione consiliare, sono pronte per essere discusse nel corso del prossimo Consiglio comunale.

La prima azione prevede la sospensione del pagamento delle quote capitale, in scadenza nell'anno 2020, dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti agli enti locali, trasferiti al Ministero dell'economia e delle finanze. Per il Comune di Rimini l'importo 2020 è pari a circa 680 mila euro.

La seconda azione riguarda l'accordo ANCI-UPI-ABI del 6 aprile scorso con il quale le banche potranno procedere alla sospensione della quota capitale delle rate in scadenza nel 2020 dei mutui erogati in favore degli enti locali. La Giunta Comunale ha dato avvio all'operazione delle posizioni rinegoziabili per i mutui attivati con Unicredit, Istituto per il Credito Sportivo e Credit Agricole, con l'obiettivo di liberare circa un milione. Con la circolare della Cassa Depositi e Prestiti si propone una rinegoziazione per 11 posizioni con un beneficio annuo non superiore a 400 mila euro.

"Il tema su cui si è convenuto – spiega l'assessore al bilancio del Comune di Rimini, Gianluca Brasini – è quello di trovarsi di fronte a condizioni troppo penalizzanti per gli Enti locali e, dunque, anche per le imprese. Quello che ci lascia perplessi è che le condizioni proposte dalla Cassa depositi e prestiti siano svantaggiose per i Comuni, non concedendo gli stessi strumenti messi invece a disposizione dagli Istituti di credito privati. In Consiglio comunale verranno proposte diverse azioni  che terranno conto della sostenibilità a lungo termine e con cui sarà possibile svincolare circa due milioni di euro per il 2020"

Mercoledì, 20 Maggio 2020 05:34

Ospedale Infermi: chiude il sesto piano covid

(Rimini) "Domani chiuderà anche il sesto piano Covid di Rimini. Ecco alcune foto che mi hanno inviato gli infermieri di quel reparto. Grazie di cuore, per la vostra dedizione e sensibilità!. E' l'annuncio che ha dato su Facebook il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini pubblicando un collage di foto inviato direttamente dal reparto. Da ieri negli ospedali della Asl Romagna sono in vigore anche altre novità. E’ operativa, per esempio, la presenza, anche presso le principali strutture, di personale dedicato all'orientamento degli utenti in ingresso e alla verifica di alcune importanti condizioni di sicurezza mirate alla prevenzione della diffusione dell'infezione da Covid 19, anche in relazione alla graduale riapertura dei servizi e delle attività aziendali. Il personale, che ha ricevuto una apposita formazione, si occuperà di regolamentare gli accessi e di far sì che avvengano nella massima sicurezza possibile.

Nello specifico, nei 56 principali punti di accesso alle strutture, il personale si assicura che gli utenti eventualmente in fila (sebbene attraverso l'attribuzione degli appuntamenti si sta cercando di limitare al massimo le attese) sostino ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri. Verifica inoltre che tutti indossino correttamente la mascherina (cioè comprendo naso e bocca) fornendone una qualora ne siano sprovvisti. Gli operatori richiedono dunque la motivazione dell'accesso alla struttura (che al momento non è consentito, ad esempio, per sole informazioni) e qualora l'adempimento possa essere svolto anche telefonicamente o in altro modo, invitano ad utilizzare questa diversa strada indicando i numeri di telefono o le relative modalità. Il personale indirizza quindi gli utenti nel luogo preciso della prestazione/servizio, limitandone così la deambulazione all'interno della struttura e fornisce eventuale supporto al pagamento ove sono presenti riscuotitori e pos. Altro aspetto quello degli eventuali accompagnatori: gli operatori sono tenuti a verificarne la presenza poiché sono previsti solo per minori e persone non autosufficienti.

Qualora un utente indossi i guanti l'operatore li fa rimuovere e fa sempre eseguire in modo corretto la sanificazione delle mani attraverso il gel idroalcolico presente presso tutti gli accessi. Anche all'interno delle strutture, gli operatori controllano che nelle sale d'aspetto sia mantenuta la prevista distanza di un metro, che gli utenti indossino la mascherina e che i dispenser di gel idroalcolico per le mani sia presenti e utilizzabili. Sempre nell'ottica della massima sicurezza possibile, gli operatori stessi (un centinaio quelli dedicati a questi compiti) prima di entrare in servizio, devono tutti i giorni misurare la propria temperatura corporea, e qualora questa sia superiore ai 37,5 gradi, o si presentino sintomi delle vie respiratorie (tosse, raffreddore o altro), devono restare al loro domicilio, contattare il medico di famiglia e darne notizia al loro responsabile. Qualora tale sintomatologia insorga durante il servizio, l'operatore dovrà avvisare tempestivamente il proprio responsabile per l'immediato rientro al domicilio e relativa sorveglianza sanitaria.

(Rimini) “Dal mondo del turismo – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini e vicepresidente di Confcommercio Emilia Romagna con delega al Turismo - è emersa forte la preoccupazione sulla responsabilità in capo all’imprenditore nell’eventualità di lavoratori contagiati dal Coronavirus. Abbiamo fatto tanta pressione in questi mesi affinché le istituzioni prendessero coscienza di questo grande problema: far ricadere la responsabilità degli avvenuti contagi sul datore di lavoro, elementi che, abbiamo ormai capito, sono praticamente impossibili da dimostrare, non solo è inopportuno, ma apre a scenari che per le aziende possono significare la chiusura definitiva. Cause penali, civili e risarcitorie, nonché farraginose burocrazie rischierebbero di essere all’ordine del giorno. Già il riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro operato dal DL Cura Italia non ci faceva dormire la notte, poi è arrivata anche la circolare Inail che ha riconosciuto addirittura un pericoloso automatismo tra contagio e infortunio.
Abbiamo dibattuto questo tema anche durante le molteplici audizioni in Parlamento – continua il vicepresidente regionale Indino - dove i nostri rappresentanti hanno sottoposto la questione alle istituzioni, nonché attivato numerose interlocuzioni. In questi giorni i ministri Patuanelli e Catalfo e il direttore generale dell’Inail, Lucibello, hanno rilasciato dichiarazioni in merito che riteniamo vadano nella giusta direzione, poi il 15 maggio l’Inail ha pubblicato un comunicato stampa in cui annuncia che “dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro” e che “la molteplicità delle modalità del contagio (…) rendano estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro”. Benissimo, siamo d’accordo. Il problema è che ancora una volta siamo alle parole, agli annunci, ai comunicati stampa, mentre nero su bianco abbiamo ancora l’articolo 42 del Decreto Cura Italia e la Circolare 13 dell’Inail che dicono il contrario.
Per questo – conclude Indino - dal settore turismo, che per il suo ciclo prevalentemente stagionale ha bisogno di risposte chiare e veloci, vogliamo e dobbiamo fare rimanere alta l’attenzione su questo tema – conclude e lo faremo finché non verranno cambiate norme e circolari. Purtroppo senza certezze sulle responsabilità in molti decideranno di non riaprire prima di rischiare di perdere ben più del fatturato stagionale in eventuali cause risarcitorie o peggio ancora penali. L’impatto di queste norme sulle aziende del turismo è determinante. Serve subito un atto formale che sollevi l’imprenditore che sta alle regole da responsabilità che non gli competono”.

(Rimini) Turni di frequenza differenziati e utenti organizzati in piccoli gruppi stabili di massimo cinque persone; riorganizzazione degli spazi interni, rispetto delle norme igieniche e di sanificazione, utilizzo delle mascherine e test sierologici. E ancora, predisposizione di un progetto personalizzato formulato con l’utente e la famiglia che, oltre alla frequenza del Centro, possa prevedere ulteriori interventi, a distanza o domiciliari; poi trasporti da garantire in sicurezza.
Con queste nuove regole dettate dalla Regione, in Emilia-Romagna possono gradualmente riaprire le porte, già da questa settimana, i Centri diurni per persone con disabilità. 
Le Linee guida - approvate dalla Giunta nell’ambito del Piano regionale per la riorganizzazione dei servizi sociosanitari e presentate questa mattina in Commissione assembleare dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein - sono state definite per consentire il riavvio delle attività dei Centri diurni mettendo al primo posto la sicurezza di utenti, famiglie e operatori nella fase due dell'emergenza causata dal Coronavirus. Sono state redatte attraverso il confronto con Enti locali ed Anci, Enti gestori, Organizzazioni sindacali e federazioni regionali delle associazioni di persone con disabilità e loro famiglie.

Si riparte dunque progressivamente con una ripresa graduale dell’attività ordinaria dei Centri diurni per le persone con disabilità, mentre resta maggior cautela e la sospensione per quelle che accolgono le persone anziane più vulnerabili al contagio da Covid-19, fermi restando gli interventi individuali per i casi più gravi.
La Regione, per garantire una puntuale conoscenza dell’evoluzione di questa fase su tutto il territorio, ha previsto un sistema di mappatura della riattivazione dei servizi tramite un monitoraggio regionale di livello distrettuale, attraverso gli Uffici di Piano e le Aziende sanitarie, per raccogliere dati utili sulle varie fasi di riattivazione dei servizi.  

“Con le Linee guida che dovranno essere applicate in tutti i distretti e servizi della regione, i Centri diurni per persone con disabilità potranno riprendere le proprie attività in sicurezza- dichiarano la vicepresidente Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. La riapertura sarà graduale, attraverso la rimodulazione dei servizi a livello distrettuale e la co-progettazione con gli enti gestori nel rispetto delle linee guida, è importante riavviare subito dove possibile l’attività, che rappresenta un supporto fondamentale e insostituibile anche per le famiglie”.
Sono 195, in Emilia-Romagna, i Centri diurni socio-riabilitativi e 84 i Centri socio-occupazionali che ospitano quotidianamente oltre 5mila persone con disabilità gravi e gravissime; per la maggior parte sono gestiti da cooperative sociali. Ogni struttura potrà riaprire le porte dopo aver condiviso il proprio piano con i Comuni e le Aziende sanitarie di riferimento, gli operatori, i rappresentanti sindacali e le famiglie.

“É però importante- aggiungono Schlein e Donini- che le strutture già in grado di rispettare le regole riaprano al più presto, perché a causa del lungo isolamento le persone con disabilità rischiano di vedere compromessi l’autonomia e il livello di partecipazione sociale raggiunti; al tempo stesso, le famiglie hanno bisogno di sentirsi sollevate dopo un periodo così lungo e faticoso di assistenza dei propri cari. Naturalmente, non possiamo fare nessun passo indietro sulla sicurezza e l’attenzione sul rischio contagio deve rimanere massima. Occorre essere prudenti- concludono gli assessori- e rispettare rigorosamente i protocolli di sicurezza definiti, per la tutela di ospiti, famiglie e personale”.

L'Ente gestore di ogni Centro diurno dovrà definire una nuova programmazione delle attività per garantire in questa fase dell'emergenza il rispetto delle norme per la sicurezza di utenti ed operatori. In particolare, per assicurare il distanziamento fisico, ciascun Centro dovrà individuare nuove modalità di frequenza, suddividendo gli utenti in piccoli gruppi (massimo 5 persone), che frequenteranno il servizio su turni giornalieri (mattina e/o pomeriggio) e/o in giorni alternati di frequenza su base settimanale. Per aumentare la capacità di accoglienza del servizio potrà essere programmata l'apertura anche nei fine settimana e nel periodo estivo. In ogni struttura potranno essere introdotte e costantemente aggiornate soluzioni flessibili, tenendo in considerazione le dimensioni e l'articolazione degli spazi interni ed esterni, il numero complessivo degli utenti, il livello di autonomia degli ospiti e la loro capacità di rispettare i comportamenti per contenere il rischio di contagio (distanziamento, igiene delle mani, uso delle mascherine).
In accordo con il Comune e le Aziende sanitarie, l'Ente gestore dovrà garantire priorità di accesso alle situazioni di maggiore gravità e fragilità del nucleo familiare. Andrà comunque assicurata a tutti gli utenti la frequenza del servizio. Per ogni utente dovrà essere formulato, in accordo con le famiglie, un progetto personalizzato che, oltre alla frequenza parziale del centro, potrà prevedere anche ulteriori interventi, a distanza o domiciliari. Gli interventi potranno coinvolgere gli utenti individualmente o in piccoli gruppi rispettando il distanziamento e con uso di mascherine per tutti gli operatori e gli utenti che le possano utilizzare.
Per quanto riguarda gli operatori, l'Ente gestore può concordarne il numero con Comuni e Aziende sanitarie, modificando il rapporto utente/operatore per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, in particolare per la vigilanza e il sostegno alle persone disabili che hanno difficoltà a mantenere il distanziamento, per cui si prevede di intervenire con un operatore per ogni utente. Il trasporto delle persone che frequentano i Centri dovrà essere effettuato in sicurezza, quindi garantendo la sanificazione dei mezzi, il distanziamento e l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori e, se possibile, anche da parte degli utenti con disabilità. Agli operatori e agli utenti dei centri diurni sarà effettuato, con cadenza periodica concordata con le Aziende Usl territorialmente competenti, il test sierologico per la determinazione dell’eventuale avvenuto contatto con Covid-19.

Le risorse in campo. Infine, per quanto riguarda il finanziamento e la remunerazione delle attività, verranno utilizzate le risorse dei Fondi nazionale e regionale per la non autosufficienza, comprese quelle del “Dopo di noi” e “Vita indipendente”. Risorse aggiuntive arriveranno infatti dallo Stato, che – con il decreto Rilancio - aumenterà il Fondo nazionale non autosufficienza di 90 milioni di euro, e destinerà 40 milioni per il 2020 per finanziare un apposito canale di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità”.

(Rimini) “Il Governo deve riconoscere lo status di città balneare a Riccione e a quei Comuni che per vocazione, per la prevalenza di attività economiche a carattere turistico presenti sul territorio, per la particolarità dunque del gettito tributario interno e ovviamente posizione geografica, hanno caratteristiche proprie differenti dagli altri Comuni italiani". Lo chiede il sindaco di Riccione, Renata Tosi, che si unisce all'appello del G20 spiagge, che raggruppa le 20 località balneari più frequentate in Italia. 
"Sono piuttosto intuitivi i motivi per cui serve uno status diverso per una località che vive di turismo, dove questo rappresenta il 90% del PIL prodotto sul territorio, che subisce fasi alterne come le stagioni che lavora con un capitale umano diffuso e dove l'artigianalità, la piccola e media imprenditoria, sono sicuramente più presenti della grande industria - dice il sindaco -. Sono città dove in pochi mesi si concentra una grande presenza umana, in tutti i sensi. Numerose presenze turistiche, grandi aspettative, molti lavoratori stagionali. Sono questi i nostri flussi che poi hanno riflessi anche sulle casse dell'Ente pubblico. I Comuni balneari nel 2020 avranno perdite dovute ai mancati introiti derivanti dalla crisi del turismo e con meno soldi si troveranno però comunque a dover dare una risposta alle nuove fragilità economiche. Pensate a quante persone quest'anno per la prima volta si troveranno con l'attività stagionale a rischio. Queste nuove fragilità saranno le più preoccupanti dal punto di vista sociale. Bisogna intervenire sui bilanci delle città balneari è per questo che Riccione si unirà nelle prossime settimane ai sindaci del G20s per chiedere al Governo interventi economici e finanziari specifici. Bisogna intervenire sulla gestione dei bilanci, consentendo più flessibilità ai sindaci".  

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