(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.314 casi di positività, 47 in più rispetto a ieri. Sono 4.312 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 268.200. Le nuove guarigioni oggi sono 231 (17.987 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.330 (-195). Questi i casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.436 a Piacenza (3  in più rispetto a ieri), 3.402 a Parma (10 in più), 4.900 a Reggio Emilia (8 in più), 3.879  a Modena (3 in più), 4.502 a Bologna (12 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 980 a Ferrara (nessun caso in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.824 (11 in più), di cui 1.015 a Ravenna (3 in più), 938 a Forlì (1 in più), 768 a Cesena (2 in più), 2.103 a Rimini (5 in più).

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.561, - 151 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 99 (-6). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-38).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 17.987 (+231): 1.681 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.306 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 8 uomini e 3 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.997. I nuovi decessi riguardano 2 residenti nella provincia di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 da fuori Regione. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

(Rimini) Via libera per la sospensione e rinegoziazione dei mutui del Comune di Rimini dalla 5^ Commissione consiliare  permanente riunitasi questa mattina in videoconferenza (con minoranza astenuta e un voto contrario). Si tratta delle misure eccezionali proposte con una delibera  di Giunta per procedere alla sospensione delle rate e alla rinegoziazione dei mutui attraverso la circolare della Cassa Depositi e Prestiti, con l'obiettivo di liberare risorse necessarie per far fronte alle ripercussioni economiche dell'emergenza sanitaria. Ora, con l'ok  da parte della commissione consiliare, sono pronte per essere discusse nel corso del prossimo Consiglio comunale.

La prima azione prevede la sospensione del pagamento delle quote capitale, in scadenza nell'anno 2020, dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti agli enti locali, trasferiti al Ministero dell'economia e delle finanze. Per il Comune di Rimini l'importo 2020 è pari a circa 680 mila euro.

La seconda azione riguarda l'accordo ANCI-UPI-ABI del 6 aprile scorso con il quale le banche potranno procedere alla sospensione della quota capitale delle rate in scadenza nel 2020 dei mutui erogati in favore degli enti locali. La Giunta Comunale ha dato avvio all'operazione delle posizioni rinegoziabili per i mutui attivati con Unicredit, Istituto per il Credito Sportivo e Credit Agricole, con l'obiettivo di liberare circa un milione. Con la circolare della Cassa Depositi e Prestiti si propone una rinegoziazione per 11 posizioni con un beneficio annuo non superiore a 400 mila euro.

"Il tema su cui si è convenuto – spiega l'assessore al bilancio del Comune di Rimini, Gianluca Brasini – è quello di trovarsi di fronte a condizioni troppo penalizzanti per gli Enti locali e, dunque, anche per le imprese. Quello che ci lascia perplessi è che le condizioni proposte dalla Cassa depositi e prestiti siano svantaggiose per i Comuni, non concedendo gli stessi strumenti messi invece a disposizione dagli Istituti di credito privati. In Consiglio comunale verranno proposte diverse azioni  che terranno conto della sostenibilità a lungo termine e con cui sarà possibile svincolare circa due milioni di euro per il 2020"

Mercoledì, 20 Maggio 2020 05:34

Ospedale Infermi: chiude il sesto piano covid

(Rimini) "Domani chiuderà anche il sesto piano Covid di Rimini. Ecco alcune foto che mi hanno inviato gli infermieri di quel reparto. Grazie di cuore, per la vostra dedizione e sensibilità!. E' l'annuncio che ha dato su Facebook il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini pubblicando un collage di foto inviato direttamente dal reparto. Da ieri negli ospedali della Asl Romagna sono in vigore anche altre novità. E’ operativa, per esempio, la presenza, anche presso le principali strutture, di personale dedicato all'orientamento degli utenti in ingresso e alla verifica di alcune importanti condizioni di sicurezza mirate alla prevenzione della diffusione dell'infezione da Covid 19, anche in relazione alla graduale riapertura dei servizi e delle attività aziendali. Il personale, che ha ricevuto una apposita formazione, si occuperà di regolamentare gli accessi e di far sì che avvengano nella massima sicurezza possibile.

Nello specifico, nei 56 principali punti di accesso alle strutture, il personale si assicura che gli utenti eventualmente in fila (sebbene attraverso l'attribuzione degli appuntamenti si sta cercando di limitare al massimo le attese) sostino ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri. Verifica inoltre che tutti indossino correttamente la mascherina (cioè comprendo naso e bocca) fornendone una qualora ne siano sprovvisti. Gli operatori richiedono dunque la motivazione dell'accesso alla struttura (che al momento non è consentito, ad esempio, per sole informazioni) e qualora l'adempimento possa essere svolto anche telefonicamente o in altro modo, invitano ad utilizzare questa diversa strada indicando i numeri di telefono o le relative modalità. Il personale indirizza quindi gli utenti nel luogo preciso della prestazione/servizio, limitandone così la deambulazione all'interno della struttura e fornisce eventuale supporto al pagamento ove sono presenti riscuotitori e pos. Altro aspetto quello degli eventuali accompagnatori: gli operatori sono tenuti a verificarne la presenza poiché sono previsti solo per minori e persone non autosufficienti.

Qualora un utente indossi i guanti l'operatore li fa rimuovere e fa sempre eseguire in modo corretto la sanificazione delle mani attraverso il gel idroalcolico presente presso tutti gli accessi. Anche all'interno delle strutture, gli operatori controllano che nelle sale d'aspetto sia mantenuta la prevista distanza di un metro, che gli utenti indossino la mascherina e che i dispenser di gel idroalcolico per le mani sia presenti e utilizzabili. Sempre nell'ottica della massima sicurezza possibile, gli operatori stessi (un centinaio quelli dedicati a questi compiti) prima di entrare in servizio, devono tutti i giorni misurare la propria temperatura corporea, e qualora questa sia superiore ai 37,5 gradi, o si presentino sintomi delle vie respiratorie (tosse, raffreddore o altro), devono restare al loro domicilio, contattare il medico di famiglia e darne notizia al loro responsabile. Qualora tale sintomatologia insorga durante il servizio, l'operatore dovrà avvisare tempestivamente il proprio responsabile per l'immediato rientro al domicilio e relativa sorveglianza sanitaria.

(Rimini) “Dal mondo del turismo – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini e vicepresidente di Confcommercio Emilia Romagna con delega al Turismo - è emersa forte la preoccupazione sulla responsabilità in capo all’imprenditore nell’eventualità di lavoratori contagiati dal Coronavirus. Abbiamo fatto tanta pressione in questi mesi affinché le istituzioni prendessero coscienza di questo grande problema: far ricadere la responsabilità degli avvenuti contagi sul datore di lavoro, elementi che, abbiamo ormai capito, sono praticamente impossibili da dimostrare, non solo è inopportuno, ma apre a scenari che per le aziende possono significare la chiusura definitiva. Cause penali, civili e risarcitorie, nonché farraginose burocrazie rischierebbero di essere all’ordine del giorno. Già il riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro operato dal DL Cura Italia non ci faceva dormire la notte, poi è arrivata anche la circolare Inail che ha riconosciuto addirittura un pericoloso automatismo tra contagio e infortunio.
Abbiamo dibattuto questo tema anche durante le molteplici audizioni in Parlamento – continua il vicepresidente regionale Indino - dove i nostri rappresentanti hanno sottoposto la questione alle istituzioni, nonché attivato numerose interlocuzioni. In questi giorni i ministri Patuanelli e Catalfo e il direttore generale dell’Inail, Lucibello, hanno rilasciato dichiarazioni in merito che riteniamo vadano nella giusta direzione, poi il 15 maggio l’Inail ha pubblicato un comunicato stampa in cui annuncia che “dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro” e che “la molteplicità delle modalità del contagio (…) rendano estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro”. Benissimo, siamo d’accordo. Il problema è che ancora una volta siamo alle parole, agli annunci, ai comunicati stampa, mentre nero su bianco abbiamo ancora l’articolo 42 del Decreto Cura Italia e la Circolare 13 dell’Inail che dicono il contrario.
Per questo – conclude Indino - dal settore turismo, che per il suo ciclo prevalentemente stagionale ha bisogno di risposte chiare e veloci, vogliamo e dobbiamo fare rimanere alta l’attenzione su questo tema – conclude e lo faremo finché non verranno cambiate norme e circolari. Purtroppo senza certezze sulle responsabilità in molti decideranno di non riaprire prima di rischiare di perdere ben più del fatturato stagionale in eventuali cause risarcitorie o peggio ancora penali. L’impatto di queste norme sulle aziende del turismo è determinante. Serve subito un atto formale che sollevi l’imprenditore che sta alle regole da responsabilità che non gli competono”.

(Rimini) Turni di frequenza differenziati e utenti organizzati in piccoli gruppi stabili di massimo cinque persone; riorganizzazione degli spazi interni, rispetto delle norme igieniche e di sanificazione, utilizzo delle mascherine e test sierologici. E ancora, predisposizione di un progetto personalizzato formulato con l’utente e la famiglia che, oltre alla frequenza del Centro, possa prevedere ulteriori interventi, a distanza o domiciliari; poi trasporti da garantire in sicurezza.
Con queste nuove regole dettate dalla Regione, in Emilia-Romagna possono gradualmente riaprire le porte, già da questa settimana, i Centri diurni per persone con disabilità. 
Le Linee guida - approvate dalla Giunta nell’ambito del Piano regionale per la riorganizzazione dei servizi sociosanitari e presentate questa mattina in Commissione assembleare dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein - sono state definite per consentire il riavvio delle attività dei Centri diurni mettendo al primo posto la sicurezza di utenti, famiglie e operatori nella fase due dell'emergenza causata dal Coronavirus. Sono state redatte attraverso il confronto con Enti locali ed Anci, Enti gestori, Organizzazioni sindacali e federazioni regionali delle associazioni di persone con disabilità e loro famiglie.

Si riparte dunque progressivamente con una ripresa graduale dell’attività ordinaria dei Centri diurni per le persone con disabilità, mentre resta maggior cautela e la sospensione per quelle che accolgono le persone anziane più vulnerabili al contagio da Covid-19, fermi restando gli interventi individuali per i casi più gravi.
La Regione, per garantire una puntuale conoscenza dell’evoluzione di questa fase su tutto il territorio, ha previsto un sistema di mappatura della riattivazione dei servizi tramite un monitoraggio regionale di livello distrettuale, attraverso gli Uffici di Piano e le Aziende sanitarie, per raccogliere dati utili sulle varie fasi di riattivazione dei servizi.  

“Con le Linee guida che dovranno essere applicate in tutti i distretti e servizi della regione, i Centri diurni per persone con disabilità potranno riprendere le proprie attività in sicurezza- dichiarano la vicepresidente Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. La riapertura sarà graduale, attraverso la rimodulazione dei servizi a livello distrettuale e la co-progettazione con gli enti gestori nel rispetto delle linee guida, è importante riavviare subito dove possibile l’attività, che rappresenta un supporto fondamentale e insostituibile anche per le famiglie”.
Sono 195, in Emilia-Romagna, i Centri diurni socio-riabilitativi e 84 i Centri socio-occupazionali che ospitano quotidianamente oltre 5mila persone con disabilità gravi e gravissime; per la maggior parte sono gestiti da cooperative sociali. Ogni struttura potrà riaprire le porte dopo aver condiviso il proprio piano con i Comuni e le Aziende sanitarie di riferimento, gli operatori, i rappresentanti sindacali e le famiglie.

“É però importante- aggiungono Schlein e Donini- che le strutture già in grado di rispettare le regole riaprano al più presto, perché a causa del lungo isolamento le persone con disabilità rischiano di vedere compromessi l’autonomia e il livello di partecipazione sociale raggiunti; al tempo stesso, le famiglie hanno bisogno di sentirsi sollevate dopo un periodo così lungo e faticoso di assistenza dei propri cari. Naturalmente, non possiamo fare nessun passo indietro sulla sicurezza e l’attenzione sul rischio contagio deve rimanere massima. Occorre essere prudenti- concludono gli assessori- e rispettare rigorosamente i protocolli di sicurezza definiti, per la tutela di ospiti, famiglie e personale”.

L'Ente gestore di ogni Centro diurno dovrà definire una nuova programmazione delle attività per garantire in questa fase dell'emergenza il rispetto delle norme per la sicurezza di utenti ed operatori. In particolare, per assicurare il distanziamento fisico, ciascun Centro dovrà individuare nuove modalità di frequenza, suddividendo gli utenti in piccoli gruppi (massimo 5 persone), che frequenteranno il servizio su turni giornalieri (mattina e/o pomeriggio) e/o in giorni alternati di frequenza su base settimanale. Per aumentare la capacità di accoglienza del servizio potrà essere programmata l'apertura anche nei fine settimana e nel periodo estivo. In ogni struttura potranno essere introdotte e costantemente aggiornate soluzioni flessibili, tenendo in considerazione le dimensioni e l'articolazione degli spazi interni ed esterni, il numero complessivo degli utenti, il livello di autonomia degli ospiti e la loro capacità di rispettare i comportamenti per contenere il rischio di contagio (distanziamento, igiene delle mani, uso delle mascherine).
In accordo con il Comune e le Aziende sanitarie, l'Ente gestore dovrà garantire priorità di accesso alle situazioni di maggiore gravità e fragilità del nucleo familiare. Andrà comunque assicurata a tutti gli utenti la frequenza del servizio. Per ogni utente dovrà essere formulato, in accordo con le famiglie, un progetto personalizzato che, oltre alla frequenza parziale del centro, potrà prevedere anche ulteriori interventi, a distanza o domiciliari. Gli interventi potranno coinvolgere gli utenti individualmente o in piccoli gruppi rispettando il distanziamento e con uso di mascherine per tutti gli operatori e gli utenti che le possano utilizzare.
Per quanto riguarda gli operatori, l'Ente gestore può concordarne il numero con Comuni e Aziende sanitarie, modificando il rapporto utente/operatore per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, in particolare per la vigilanza e il sostegno alle persone disabili che hanno difficoltà a mantenere il distanziamento, per cui si prevede di intervenire con un operatore per ogni utente. Il trasporto delle persone che frequentano i Centri dovrà essere effettuato in sicurezza, quindi garantendo la sanificazione dei mezzi, il distanziamento e l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori e, se possibile, anche da parte degli utenti con disabilità. Agli operatori e agli utenti dei centri diurni sarà effettuato, con cadenza periodica concordata con le Aziende Usl territorialmente competenti, il test sierologico per la determinazione dell’eventuale avvenuto contatto con Covid-19.

Le risorse in campo. Infine, per quanto riguarda il finanziamento e la remunerazione delle attività, verranno utilizzate le risorse dei Fondi nazionale e regionale per la non autosufficienza, comprese quelle del “Dopo di noi” e “Vita indipendente”. Risorse aggiuntive arriveranno infatti dallo Stato, che – con il decreto Rilancio - aumenterà il Fondo nazionale non autosufficienza di 90 milioni di euro, e destinerà 40 milioni per il 2020 per finanziare un apposito canale di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità”.

(Rimini) “Il Governo deve riconoscere lo status di città balneare a Riccione e a quei Comuni che per vocazione, per la prevalenza di attività economiche a carattere turistico presenti sul territorio, per la particolarità dunque del gettito tributario interno e ovviamente posizione geografica, hanno caratteristiche proprie differenti dagli altri Comuni italiani". Lo chiede il sindaco di Riccione, Renata Tosi, che si unisce all'appello del G20 spiagge, che raggruppa le 20 località balneari più frequentate in Italia. 
"Sono piuttosto intuitivi i motivi per cui serve uno status diverso per una località che vive di turismo, dove questo rappresenta il 90% del PIL prodotto sul territorio, che subisce fasi alterne come le stagioni che lavora con un capitale umano diffuso e dove l'artigianalità, la piccola e media imprenditoria, sono sicuramente più presenti della grande industria - dice il sindaco -. Sono città dove in pochi mesi si concentra una grande presenza umana, in tutti i sensi. Numerose presenze turistiche, grandi aspettative, molti lavoratori stagionali. Sono questi i nostri flussi che poi hanno riflessi anche sulle casse dell'Ente pubblico. I Comuni balneari nel 2020 avranno perdite dovute ai mancati introiti derivanti dalla crisi del turismo e con meno soldi si troveranno però comunque a dover dare una risposta alle nuove fragilità economiche. Pensate a quante persone quest'anno per la prima volta si troveranno con l'attività stagionale a rischio. Queste nuove fragilità saranno le più preoccupanti dal punto di vista sociale. Bisogna intervenire sui bilanci delle città balneari è per questo che Riccione si unirà nelle prossime settimane ai sindaci del G20s per chiedere al Governo interventi economici e finanziari specifici. Bisogna intervenire sulla gestione dei bilanci, consentendo più flessibilità ai sindaci".  

(Rimini) Un’indagine di Confartigianato Imprese, condotta su scala regionale mostra l’utilizzo delle linee di credito previste per contrastare l’emergenza da coronavirus. Dal sondaggio emergono le criticità operative, in particolare nei volumi e tempistiche per la concessione del credito richiesto. L’80% del campione (2700 imprese) ha inoltrato la domanda per l’accesso al credito. Per quanto riguarda la Provincia di Rimini, solo il 20% è stato soddisfatto, una percentuale comunque superiore rispetto ad altri territori visto che la media regionale è al 12%. Mediamente il 7% delle imprese ha rinunciato a portare a termine la pratica per via delle difficoltà incontrate.

A fianco di questa linea di credito si rileva anche il ‘finanziamento tramite bando’, rappresentato da un campione di circa 2.000 imprese interessate ad accedere a questa tipologia di credito il 56% ha concluso le pratiche per inoltrare la domanda. Rimini è al di sopra della media regionale (75%). Attualmente è stato erogato circa il 14% dei prestiti richiesti, con un valore medio di 95 mila euro.
Su scala regionale gli istituti di credito impiegano mediamente 30 giorni per erogare un prestito, a Rimini la media è di 16 giorni.
 
“Seppure i dati sul territorio riminese siano leggermente migliori della media regionale – il commento di Davide Cupioli, Presidente di Confartigianato Imprese Rimini – c’è una permanente criticità nell’impianto immaginato dal Governo e che affida alle banche compiti e responsabilità. Se questo è complicatissimo da sopportare in una condizione di normalità, pur difficile come quella del pre Covid-19, oggi determina proprio la vita o la morte di un’impresa. Tutti a parole sono d’accordo, ma nella concretezza quotidiana le porte di accesso al credito restano pesantissime da aprire, per troppi è proprio impossibile. Abbiamo perso molte settimane di incasso e i costi crescono per adeguarsi alle regole. In negozio vediamo più controllori delle regole che clienti”.
 
“Il decreto liquidità è inutile se le banche non rispondono - dice Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. La liquidità delle imprese e la loro capacità di fare investimenti per la ripartenza sono fondamentali. E’ sconcertante che anche a fronte di una garanzia che proviene dallo Stato, le banche continuino a giocare di sponda, trincerandosi dietro un merito creditizio che ora non può essere l’unico metro di valutazione. Accanto a ciò, e come conseguenza, è davvero ora di dare un taglio alle lentezze della burocrazia. Così non si può più andare avanti”. La rilevazione, di carattere sia qualitativo che quantitativo, si è svolta il 12 e 13 maggio 2020 ed è avvenuta per mezzo di interviste (metodologia CATI) rivolte ai responsabili degli Uffici Credito delle organizzazioni confederate del territorio.

(Rimini) Con la consegna di Castel Sismondo alla ditta appaltatrice, entrano nel vivo i lavori per la realizzazione del Museo Fellini, il più grande progetto museale dedicato al genio del regista riminese, nel quale la poesia di uno dei più apprezzati cineasti al mondo si unisce alle tecnologie e alle scelte urbanistiche più innovative capaci di segnare il futuro prossimo della Città.

L’intervento che ha preso avvio, parte di un intervento complesso suddiviso in quattro stralci e finanziato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con 12 milioni di euro nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Culturali”, riguarda infatti la fase allestimenti e installazioni che interesseranno il quattrocentesco Castel Sismondo e Palazzo Valloni – Cinema Fulgor che, interconnessi fisicamente e tecnologicamente dalla Piazza dei Sogni, diventeranno il luogo di una narrazione coinvolgente attraverso film, documentari, interviste ma anche dalle sceneggiature, lettere, spartiti, oggetti di scena e costumi legati al grande Maestro riminese. Un Museo del ‘tutto si immagina’, capace di restituire tutto quello che il cinema vuole essere fin dalla sua origine e che i film di Fellini esprimono nel modo più compiuto: stupore, fantasia, spettacolo, divertimento. Un Museo capace di interpretare il cinema del Maestro riminese non come opera in sé conclusa, ma come chiave per connettere tradizione e contemporaneità. Un intervento al centro di una strategia più ampia di rinnovamento infrastrutturale e valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico che sta ridisegnando il futuro urbanistico della città e del suo centro storico.

Dopo l’aggiudicazione, nel gennaio 2019, del bando internazionale per la progettazione e l’approvazione, nell’autunno scorso, del progetto esecutivo con il coinvolgimento di un comitato tecnico scientifico di alto profilo, da domani, mercoledì 20 maggio, iniziano i lavori di realizzazione del Museo Fellini. Un percorso complesso, condizionato in quest’ultima fase dall’emergenza sanitaria, ma che si è sempre mantenuto nel solco del cronoprogramma concordato con il Mibact e che dunque vedrà la sua conclusione entro la fine dell’anno. Si comincia da Castel Sismondo, che ha appena ospitato con grande successo di pubblico e di critica la mostra “Fellini 100. Genio immortale” che del Museo è stata un’anticipazione, non solo di allestimenti e impostazione, ma soprattutto del clamoroso interesse mediatico e delle notevoli ricadute, anche turistiche, di una grande esposizione dedicata al cinema del genio riminese. Quello che in mostra era solo accennato, nel Museo potrà essere espresso in tutte le sue potenzialità narrative e poetiche.

E’ stato dato avvio pertanto all’esecuzione dei lavori edili, impiantistici e dei servizi di allestimento scenografico e multimediale, dando così inizio all’intervento nei tempi programmati, al raggruppamento di imprese che si è aggiudicato in via definitiva l’affidamento dei lavori e dei servizi di realizzazione degli allestimenti del Museo Fellini. Un raggruppamento capeggiato dalla società Lancia s.r.l. di Pergola (PU), insieme a - Aplomb s.r.l. di Staffolo (AN), Ett S.p.A. di Genova, Opera Laboratori Fiorentini S.p.A. di Firenze, Maggioli S.p.A. di Santarcangelo di Romagna (RN) e Civita Mostre e Musei S.p.A. di Roma. Il valore complessivo dell’aggiudicazione è di 3.563.862 euro, di cui 1.967.000 per l’esecuzione dei lavori e 1.596.862,11 per i servizi di realizzazione degli allestimenti.

Castel Sismondo All’interno delle sale di Castel Sismondo è previsto l’allestimento di veri e propri set felliniani, attraverso la ricostruzione di materiali scenici e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie digitali e contenuti multimediali. Schermi tessili, fog screen, installazioni audiovisive, per addentrarsi sui set de La Dolce Vita, Roma, Amarcord, La Strada, gli abiti di scena, archivi multimediale interattivi e tanto materiale audio e video non solo per approfondire ma per vivere appieno il cinema felliniano. Al piano terra una delle sale sarà dedicata al “mare a Rimini”, “La sala della nebbia di ‘Amarcord’, mentre “La Sognante” è lo spazio dedicato a Silvia, icona de ‘Le tentazioni del dottor Antonio’. Il piano ammezzato ospiterà un altro elemento caratteristico del cinema di Fellini, gli abiti di scena, con una sfilata dei costumi ecclesiastici del film Roma, mentre al primo piano sarà possibile “sfogliare” le pagine del Libro dei Sogni, che si spargono virtualmente nella stanza; si potrà entrare nella Sala della musica, in quella delle altalene, ascoltare le testimonianze di “Confessionali” e scoprire l’archivio fotografico. Il Castello ospiterà anche esposizioni temporanee, opere originali di artisti internazionali chiamati a rievocare e rielaborare l’immaginario felliniano. Quella che era la “casa del custode” del Castello sarà lo spazio di accoglienza e di biglietteria, completata da una installazione che riproduce la figura di Alberto Sordi ne “Lo sceicco bianco”.

Fulgor – Casa del Cinema (Palazzo Valloni) I tre piani di Palazzo Valloni ospiteranno la Casa del Cinema. Gli spazi avranno molteplici funzioni e attraverso una serie di strumenti visivi, tecnologici e interattivi, sarà possibile seguire una ricerca personale e innovativa sul mondo del cinema di Fellini. Al primo piano uno spazio open space sarà dedicato alla consultazione archivistica, digitale e cartacea; al secondo piano si potrà prendere posto nella “stanza delle parole” e poi nello speciale “cinemino” ricostruito secondo le atmosfere degli anni Cinquanta. Nel ‘cinemino’, quasi un ‘calco’ del Fulgor originale, saranno proiettati no-stop i 24 film ufficiali diretti da Federico Fellini. Tra un archivio e un’esposizione sarà possibile avvicinarsi alle Lanterne Magiche, piccoli dispositivi interattivi che permettono al pubblico di approfondire il tema della ricerca onirica e dell’inconscio. Uno spazio sarà dedicato anche a Tonino Guerra per celebrare e ricordare un incontro umano e professionale che ha segnato il cinema e la cultura italiane. Infine, verrà inoltre realizzato il percorso sonoro che si svilupperà all’interno di Piazza Malatesta, attualmente oggetto di lavori di valorizzazione e riqualificazione, percorso che avvolgerà e si irradierà nei luoghi del Museo diffuso.

Martedì, 19 Maggio 2020 12:06

19 maggio

La fine del lockdown | Turismo a pezzi | La protesta delle suore

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.267 casi di positività, 35 in più rispetto a ieri: incremento davvero fra i più bassi mai registrati. 5.614 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 263.888.  Le nuove guarigioni oggi sono 153 (17.756 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.525 (-131). Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.433 a Piacenza (11 in più rispetto a ieri), 3.392 a Parma (13 in più), 4.892 a Reggio Emilia (1 in più), 3.876  a Modena (5 in più), 4.490 a Bologna (1 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 980 a Ferrara (nessun caso in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.813 (4 in più), di cui 1.012 a Ravenna (lo stesso dato di ieri), 937 a Forlì (lo stesso dato di ieri), 766 a Cesena (3 in più), 2.098 a Rimini (1 in più).

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.712, - 112 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 105 (-6). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-13). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 17.756 (+153): 1.732 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.024 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 13 nuovi decessi: 6 uomini e 7 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.986. I nuovi decessi riguardano 4 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Modena, 4 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in quella di Forlì-Cesena (in territorio cesenate). Nessun decesso di residenti a Parma, Reggio Emilia, Ravenna, Rimini e da fuori regione.

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