(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.364 casi di positività, 50 in più rispetto a ieri. 6.162 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 274.362. Le nuove guarigioni oggi sono 271 (18.258 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.098 (-232).

Questi i casi di positività sul territorio, che si riferiscono alla provincia in cui è stata fatta la diagnosi: 4.447 a Piacenza (11  in più rispetto a ieri), 3.412 a Parma (10 in più), 4.910 a Reggio Emilia (10 in più), 3.880  a Modena (1 in più), 4.510 a Bologna (8 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 983 a Ferrara (3  in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.831 (7 in più), di cui 1.017 a Ravenna (2 in più), 939 a Forlì (1 in più), 768 a Cesena (dato invariato), 2.107 a Rimini (4 in più).

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.376, - 185 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 96 (-3). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-44). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 18.258 (+271): 1.640 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.618 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 4 uomini e 7 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.008. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 1in quella di Modena, 2 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in quella di Forlì-Cesena (nel Forlivese), 2 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nella provincia di Ravenna e da fuori Regione.

 

Mercoledì, 20 Maggio 2020 15:52

Mobilità, Frisoni: bici sui bus

(Rimini) “Ripensare alla mobilità urbana in termini innovativi, integrando le varie forme del trasporto pubblico locale alla mobilità sostenibile, è senz’altro questa una delle sfide che, alla luce degli effetti del coronavirus, le comunità locali si trovano di fronte nell’immediato futuro sul solco di quanto già tracciato sul tema nel decreto Rilancio appena pubblicato”. Lo ritiene l’assessore alla mobilità del comune di Rimini, Roberta Frisoni, che ha “raccolto con interesse il comunicato di Virginia Raggi, nel quale si introduce la possibilità di portare il proprio mezzo (bicicletta, monopattino) a bordo di metro, bus e tram. Ritengo che sia un'ottima iniziativa per incentivare la mobilità sostenibile ed integrata, una misura utile soprattutto per chi utilizza questi mezzi per spostarsi in città, andare al lavoro, ecc.., ovviamente sempre nel rispetto delle misure di sicurezza e tutela della salute”.

Un percorso “che come amministrazione comunale di Rimini ci vede fortemente favorevoli e che ci ha spinto ad attivarci, dopo un primo contatto con la Provincia, per interessare il gestore del servizio e l’agenzia della mobilità romagnola affiche’ si possa redigere un regolamento ad hoc che normi questa possibilità dandole così le gambe per concretizzarsi sul nostro territorio. Un’opportunità da non perdere per il rilancio del TPL e che, alla vigilia della stagione estiva, crediamo importante realizzare in tempi brevissimi così da poterla sfruttare già per quest’estate”.

Mercoledì, 20 Maggio 2020 15:45

Ambiente, il fratino fa il nido a Rimini

(Rimini) Tra i più piccoli limicoli nidificanti in Italia il Fratino (Charadrius alexandrinus) costruisce il proprio nido sulla sabbia nel periodo compreso tra aprile e luglio. E da alcuni anni ha scelto proprio le spiagge della provincia di Rimini per deporre le proprie uova. Depone in genere tre uova che vengono covate per quasi un mese. I piccoli, poco dopo la nascita, tendono ad uscire dal nido ma non essendo ancora in grado di volare diventano facilmente attaccabili dai predatori.A seguito di una nota dell’ISPRA (Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale), sollecitata da varie associazioni ambientaliste, la Polizia Provinciale e i Carabinieri Forestali del Gruppo Provinciale di Rimini, in collaborazione con il Servizio territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Rimini (STACP RN), hanno organizzato un’azione di monitoraggio della presenza di nidi di Fratino lungo tutta la costa provinciale.
Sono ormai diversi anni che gli ornitologi volontari dell’associazione ASOER (Associazione Ornitologi Emilia-Romagna) si prendono cura dei nidi che questi piccoli volatili costruiscono sulle spiaggi riminesi, proteggendo e segnalando i siti ove avviene la cova delle uova per evitare la loro distruzione e presidiando tali aree. Grazie all’attività dei volontari tutti i nidi sono stati segnalati e protetti con una gabbia metallica per preservarli da curiosi e soprattutto dai cani che troppo spesso vengono fatti correre liberi in spiaggia. Al momento ci sono ben sette coppie nidificanti che chiedono solo di poter riprodursi.

Difatti nonostante la sensibilità dimostrata dagli operatori professionali della spiaggia nella cura e nel rispetto di questi piccoli uccelli, rimane comunque il problema dei cani non tenuti al guinzaglio dai propri conduttori. Le aree interessate dalla nidificazione vanno tutelate e conservate, ed è importante a tale scopo attivare la massima vigilanza affinché azioni sconsiderate ma anche involontarie non portino alla distruzione dei nidi e dei piccoli.I Carabinieri Forestali in sinergia con la Polizia Provinciale di Rimini hanno predisposto servizi di vigilanza con l’ausilio di guardie venatorie e ambientaliste volontarie che effettuano, nelle ore più critiche della giornata, il presidio delle aree di nidificazione così da contrastare il problema dei cani non tenuti al guinzaglio.

Purtroppo, nonostante i divieti normativi molti continuano a portare cani senza guinzaglio in spiaggia, ciò costituisce un grosso problema non soltanto per i nidi ma anche per i piccoli che si aggirano sulla spiaggia fino al momento dell’involo. Gli uffici STACP della Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Rimini hanno interessato anche gli Assessori all’Ambiente dei Comuni di Rimini e Riccione in merito alla salvaguardia dei nidi e di un eventuale incremento della vigilanza da parte della Polizia Locale nei tratti di spiaggia interessati. 
“La presenza di nidi di Fratino nelle nostre spiagge è una buona notizia – fa notare il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi – perché è indice del buono stato di salute dell’ecosistema costiero. Voglio ringraziare sia gli organi istituzionali coinvolti nelle azioni di monitoraggio e tutela delle specie e in particolare i Carabinieri Forestali, la Polizia Provinciale, i tecnici dello STACP della Regione Emilia-Romagna, ma soprattutto i volontari appartenenti alle associazioni ASOER, WWF Italia, Accademia Kronos, Raggruppamento GGV e Raggruppamento GEV impegnati in questa attività"..

Mercoledì, 20 Maggio 2020 15:42

Cimiteri, orari allungati dalle 7,30 alle 17

(Rimini) Dopo la riapertura al pubblico del 4 maggio scorso che ha consentito dopo un periodo di chiusura per coronavirus, si ampliano le modalità di accesso ai cimiteri comunali. In particolare è consentito, oltre a quello monumentale, l'accesso pedonale al Civico Cimitero dall'ingresso lato nord così come l'accesso ai cimiteri comunali è consentito tutti i giorni della settimana.

E’ ampliato inoltre l'orario per l'ingresso con mezzi propri al Civico Cimitero, nella giornata di martedì dalle ore 7,30 alle ore 17, su prenotazione telefonando allo 0541 793800 – 3, alle sole persone autorizzate; è nuovamente consentito l'accesso alla camera mortuaria, ad un massimo di n.4 persone contemporaneamente, nel rispetto delle misure di sicurezza per il contenimento dell'infezione dal virus covid-19. Nei Cimiteri comunali è obbligatorio rispettare alcune basilari regole di comportamento, ovvero indossare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie; mantenere sempre almeno un metro nelle distanze interpersonali; è vietato ogni assembramento. La direzione dei cimiteri cittadini ricorda come sia importante igienizzare le mani con i prodotti igienizzanti posti agli ingressi.

(Rimini) “E’ dalle famiglie e dai bambini, dalle necessità reali che bisogna partire per riprogettare il servizio dei centri estivi. Due giorni ho promosso un incontro on line con i genitori per poter condividere con loro la nuova normativa e raccogliere input per la riorganizzazione del servizio. Bisogna conoscere il più esattamente possibile l'esigenza di ogni singola famiglia, ecco perché prima di procedere imponendo un modello strutturato aprioristicamente chiediamo ai genitori di compilare un semplice questionario". Lo ha spiegato l'assessore ai Servizi Educativi, Alessandra Battarra a proposito dell'iniziativa del Comune di Riccione circa i centri estivi. Dal Comune i genitori che hanno figli in un'età che va dai 3 anni ai 6, iscritti alle scuole dell'infanzia, riceveranno un questionario di semplice compilazione. 
"Prevedere la riapertura dei centri estivi è senza dubbio importante segnale di normalizzazione al quale tutti guardiamo con speranza - si legge nella lettera inviata alle famiglie -. Sarà tuttavia necessario attendere disposizioni regionali che definiscano indicazioni chiare per la tutela della salute la sicurezza nonché per la prevenzione del contagio da adottare nelle opportunità organizzate di socialità e di gioco, come i centri estivi. Nell'attesa di conoscere tutti i parametri sui quali organizzare il ritorno dei bambini ai centri estivi, riteniamo doveroso il confronto con voi famiglie per cogliere le necessità di conciliazione lavoro e tempi di cura". Il sondaggio sarà utile quindi per riprogettare i servizi estivi e trovare soluzioni organizzative che rispondano alle istanze delle famiglie nel rispetto della normativa. Il servizio prevede un'organizzazione per piccoli gruppi stabili, cinque bambini a gruppo anche di età eterogenea. L'accesso e l'uscita dal centro estivo verranno regolate per scaglioni di orario, ogni 10 minuti circa tra un gruppo e l'altro, a cui non si potrà derogare. Tale modalità obbliga al rispetto dell'orario di accesso e di uscita per ogni gruppo di bambini. Terminato l'orario assegnato per il proprio gruppo non sarà più possibile accedere alla struttura. Nell'organizzazione del centro estivo potrebbe essere non garantito il sonno pomeridiano. Al fine di rispettare i vincoli di distanziamento sociale e di accogliere nei centri estivi il maggior numero di bambini che ne faranno richiesta, saranno utilizzati anche sedi diverse dalla scuola dell'infanzia frequentata. I genitori dovranno quindi rispondere alla domanda se sono o meno interessati ad iscrivere il proprio figlio al centro estivo e per quale periodo, luglio agosto o tutto il periodo.

(Rimini) I vigili del fuoco di Rimini sono intervenuti questa mattina all 9,40 in via Santa Cristina, per incidente stradale. La conducente di un’auto ha perso il controllo del veicolo finendo contro un palo e rimanendo incastrata dentro la vettura. I vigili de fuoco usando cesoie idrauliche hanno tagliato le cerniere della portiera, per dare la possibilità al 118 di estrarre la persona per le cure del caso. Sul posto è intervenuta anche la polizia di stato.

(Rimini) A Rimini la riapertura dei centri estivi è stata fissata al 22 giugno. Ma la vera novità è che l’emergenza sanitaria ha imposto alcune importanti modifiche al servizio.

Criteri di accesso. Sono stati definiti ieri nel corso della Giunta comunale che ha scelto di riservare punteggi più alti ai lavoratori Covid e agli stagionali, o coloro che hanno perso il lavoro, a coloro dunque più coinvolti e colpiti dall'emergenza sanitaria. Si tratta del riconoscimento di un punteggio aggiuntivo alle professioni particolarmente impegnate nel periodo di emergenza COVID19 (professioni sanitarie, sociosanitarie, personale appartenenti alle forze dell'ordine. in servizio, personale addetto alla pulizia degli ospedali e dei servizi residenziali per anziani e disabili). Insieme a questi vengono confermati punteggi aggiuntivi per favorire l'accesso a quei bambini che siano affetti da gravi disabilità o che siano inseriti in nuclei familiari che non sono in grado di provvedere in maniera autosufficiente alla loro cura. Altre casistiche a cui è riservata particolare attenzione a livello di punteggio sono i fratelli (con ulteriore vantaggio nel caso si tratti di gemelli) e situazioni famigliari di particolare fragilità. Si tratta di criteri frutto anche del confronto fra i Comuni del Distretto di Rimini nord, con i quali si sono concordati criteri condivisi per l'accesso ai Centri Estivi organizzati dai Comuni a titolarità pubblica.
Le altre novità. Quelli 2020 saranno necessariamente centri estivi che dovranno garantire il necessario equilibrio tra le esigenze di servizio e quelle di sicurezza e sanitarie. Questo significa sanificazioni, ambienti più ampi, maggiore utilizzo degli spazi esterni, gruppi più piccoli, formazione per la sicurezza. A titolo di esempio, se fino l'anno scorso per la fascia di età 3-6 anni, poteva esserci un educatore ogni 20 bimbi, quest'anno il rapporto scende ad un educatore ogni 5 bimbi. Stesso discorso per la fascia 6/11 anni, dove il rapporto che era di un educatore ogni 20 diventa 1 ogni 7. Differenze che rendono l'idea del lavoro che si dovrà fare per garantire un diverso utilizzo degli educatori non solo a livello numerico, ma anche qualitativo, con attività che saranno ricalibrate anche a livello didattico.

Raddoppio delle strutture. L'adeguamento alle nuove normative implica anche la necessità di maggiori spazi se si vogliono garantire numeri simili a quelli degli altri anni.
"Anche per questo – spiega Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – siamo già al lavoro con i tecnici e le pedagogiste per poter raddoppiare le strutture comunali da riservare alle attività dei centri estivi. Questo è l'obbiettivo, ma nei prossimi giorni avremo un quadro più dettagliato che ci permetterà in maniera realistica di capire quali strutture potranno effettivamente soddisfare i nuovi criteri nazionali”.
"Data di partenza – continua Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini - e criteri per l'accesso approvati dalla Giunta. Solo una settimana fa sembrava impensabile, ma siamo riusciti ad ottenere, anche grazie all'auspicato via libera della Regione, le indicazioni che ci mancavano per mettere nero su bianco criteri e modalità su cui, con gli uffici, Rimini si era già portata avanti. Per questo siamo pronti per il 22 giugno ma, se si creassero le condizioni nazionali e regionali, saremo eventualmente nelle condizioni per poter aprire anche una settimana prima. Siamo di fronte ad una sorta di anno zero per i centri estivi, non solo per quanto riguarda i nuovi criteri e le diverse modalità nell'accesso e nello svolgimento delle attività, ma anche per un quadro sociale ed economico che - sconvolto dalla pandemia- risulta di difficile lettura. Il nostro sforzo ora è chiaro. Da una parte, quello di garantire punteggi aggiuntivi ai lavoratori più coinvolti dal Covid19 – i sanitari, ad esempio – e a quelli più penalizzati – come gli stagionali o chi ha perso il lavoro; dall'altra, attraverso uno sforzo eccezionale, non fare ricadere esclusivamente sulle spalle delle famiglie i costi aggiuntivi, non pochi, derivanti dall'adeguamento alla nuova normativa. Stiamo lavorando cercando di sfruttare al meglio il welfare comunale, le risorse regionali e quelle nazionale come il bonus baby sitter. Uno sforzo che, in mezzo a tante novità, tiene fermo un concetto per noi irrinunciabile; il diritto allo studio come strumento a sostegno dell'uguaglianza e delle pari opportunità per tutte le famiglie, partendo da quelle più colpite".

(Rimini) Il porto di Riccione diventa una grande piazza per l'estate 2020, con moquette, tavoli dove pranzare o cenare, bere cocktail al tramonto, ascoltare musica. Tutto in sicurezza, tutto secondo i protocolli sanitari per tutelare turisti, cittadini e lavoratori. Un'accelerata alle riaperture è arrivata con il progetto Riccione Square Estate 2020, al quale hanno aderito altri tre importanti locali come Ristorante Da Fino, Chalet del Mar e Ristorante Da Gher. Il progetto del Comune di Riccione consente ai pubblici esercizi di ampliarsi, dal 23 maggio al 31 ottobre, negli spazi all'aperto, per favorire il distanziamento sociale e mantenere le misure di sicurezza come da protocolli sanitari, godendo dell'esenzione Cosap. (Il modulo dell'ufficio Suap per partecipare è da compilare on line allegando un semplice disegno planimetrico).
"Noi ci allargheremo sulla parte frontale del locale - spiega Stefano Casadei, titolare del ristorante Da Fino -. Certo che abbiamo colto al volo l'occasione perché la tendenza è stare all'aperto e col distanziamento non abbiamo problemi, i tavoli ci sono, gli spazi pure". Il ristorante Da Fino si allargherà su 4 stalli auto, lasciando però spazio ai parcheggi di moto e biciclette oltre a quelli riservati ai disabili. Fioriere e verde per abbellire lo spazio. "Apriamo venerdì e abbiamo già prenotazioni", continua Stefano che ha l'ottimismo nella voce di chi sa che comunque sarà un successo, tanto che riconfermerà tutti e sei i dipendenti che ha sempre avuto fino alla chiusura forzata a marzo. "Quando il cliente mi chiama - dice - chiedo se sono un solo nucleo familiare convivente, per cui gli riservo un tavolo per loro, se invece sono amici allora, il posto va riservato più ampio per rispettare il distanziamento. In un tavolo da 6 metto 4 amici". "E se sono due amanti beh - ironizza Stefano - al quel punto intervengo io col metro per separarli. Scherzo ovviamente faccio appello al buonsenso delle persone per cui è importante dire la verità!".

Moquette blu, musica soffusa, tavoli distanti un metro e mezzo, percorsi differenziati, uno per la cassa e un altro per il bancone del bar cocktail, è invece la formula dello Chalet del Mar. "Apriamo sabato" racconta Marco Montebelli, uno dei tre gestori del locale insieme con Thomas Montebelli e Luca Drelli. "Anche noi ci allarghiamo su tre parcheggi, metteremo fioriere e abbellimenti - continua - pensiamo a degli ombrelloni per richiamare il sapore del mare e della spiaggia. In più abbiamo disposto i tavoli ad un metro e mezzo, quindi ancora più sicurezza per i clienti. Siamo aperti dalla mattina alle 7 fino almeno alle 2.30 di notte, la piazza del porto sarà chiusa al traffico e anche se i nostri clienti saranno tutti seduti, sicuramente le distanze saranno rispettate anche oltre i nostri confini, visto lo spiazzo aperto. Partiamo con 6 dipendenti, poi vediamo. Se nei mesi di luglio e agosto ci sarà la possibilità di riprenderne altri due, lo faremo. Sono convinto che il giro ci sarà!". 
"Bene noi ci siamo - commenta Sergio Serafini del ristorante Da Gher -, noi abbiamo una terrazza sul mare, ma siamo pronti a collaborare per la piazza del Porto". 

(Rimini) “Dal 21 marzo al 27 aprile: oltre quaranta giorni di chiusura totale, di confini regionali e provinciali presidiati con blocchi e controlli stradali. Sacrifici stringenti, per difendere la salute pubblica e aggredire un nemico agguerrito e invisibile, che ha fatto di Rimini una delle province più colpite dal contagio di Covid in termini sanitari. I primi a stringere e a reagire. Tutti come comunità. Per salvarla e ripartire il prima possibile con imprese e lavoro. Questa scelta, assunta con responsabilità da tutti i comuni riminesi e dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini, ha di fatto risparmiato vittime e dolore, consentito a medici, infermieri e sanità di reggere. Ad oggi, però, non si è preso in considerazione nella sua gravità lo choc economico che il nostro territorio ha subito, sta subendo e subirà nei prossimi mesi, in termini di finanza pubblica, difficoltà d’imprese, posti di lavoro e aumento della domanda sociale”. A ripercorrere le tappe del lockdown è il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

“Il turismo non esporta merci ma importa persone. E’ colpito al cuore dalla pandemia che colpisce appunto le persone. Le aziende legate al turismo, ai servizi, i lavoratori di questo settore subiscono i maggiori danni economici. Senza lavoro e imprese anche le entrate dei comuni che servono per dare servizi saltano. In questi mesi di lockdown siamo stati sempre netti e chiari nel comunicare l’andamento epidemiologico, le condizioni del nostro sistema sanitario, rischi a cui si stava andando incontro. E lo siamo altrettanto oggi: stando così le cose, è concreta la possibilità che la situazione economica finisca fuori controllo. I danni finanziari dei due mesi di lockdown sul bilancio del Comune di Rimini sono secondo i criteri e i dati relativi all’Istituto Finanze Enti Locali in una cifra tra i 40 e i 45 milioni di euro di minori entrate, cifra che rappresenta circa il 25/30 per cento dell’intero bilancio comunale annuo di spesa corrente (190 milioni di euro). Tali cifre saranno solo in minima parte compensate dalle risorse inserite del Dl Rilancio, che prevede fondi insufficienti ai comuni in particolare  ai comuni ad alta vocazione turistica e con questo tessuto economico sociale. I 3 miliardi di euro stanziati a favore di tutti i Comuni non sono sufficienti, così come non compensa gli squilibri il miliardo di euro aggiuntivo per alcune specifiche misure (trasporto locale, ad esempio)”.

Queste risorse “non consentiranno la quadratura di bilancio. Comuni come quelli del riminese che sono stati in prima linea durante tutta l’emergenza, senza protagonismi, lavorando a testa bassa per tutelare le proprie comunità e cercando allo stesso tempo di essere una bussola nel mare magnum di decreti, ordinanze, annunci. Il risultato? I bilanci degli enti locali sono appesi ad un filo. La pandemia ha inciso in maniera orizzontale su tutte le economie locali e dunque sul complesso sistema delle entrate dei comuni. Tra questi ultimi, è evidente che ad essere più penalizzati sono quei comuni che amministrano realtà locali ad alta intensità di attività del terziario e, in particolare, del turismo.
Continuiamo ad auspicare l’attenzione che merita il nostro territorio da parte del Governo. Proprio in queste ore, grazie ad Anci e ai Sindaci, è stata avanzata una proposta di modifica all’articolo 112 del decreto Rilancio. Alla formulazione originaria, e cioè l’istituzione di un fondo comune di 200 milioni di euro per le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza, sono stati adesso aggiunti i Comuni che hanno adottato provvedimenti particolarmente restrittivi durante il lockdown per almeno 30 giorni consecutivi”. Una proposta, per Gnassi, “sacrosanta ma che ora attende l’ufficializzazione per essere fatto, e non semplice parola scritta”.

“Vedremo, ma molti Comuni capoluogo stanno comunque preparandosi a uno scenario difficilissimo per i prossimi mesi. Sono stati i comuni italiani che hanno dato  un contributo determinante nel salvare l’Italia negli ultimi terribili 100 giorni. Non abbiamo applicato solo decreti, ma contribuito a farli così come le ordinanze regionali.  Come Rimini, la nostra storia ci dice che qui abbiamo sempre fatto da soli, sono davvero pochi gli aiuti esterni ricevuti in decenni di vicende altalenante. Rimini è ripartita e non ho dubbi che supererà anche questa crisi come già fatto in passato. Anche da soli. Alzeremo la voce, faremo valere le nostre ragioni ma non staremo fermi in un riflesso fatalistico. Ma lo Stato deve consentire ai Comuni, ancor più a quelli virtuosi come il nostro e a quelli maggiormente penalizzati dalle conseguenze della pandemia, di avere almeno gli strumenti normativi per rispondere alle esigenze di bilancio. C’è in ballo la capacità di continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini, c’è in ballo la tenuta sociale dei territori, sono a rischio gli investimenti strategici per il rilancio”.

Due sono le azioni principali: “liberare risorse ora vincolate e sburocratizzare, mettendo in campo strumenti di natura straordinaria che consentano di far fronte appunto ad una situazione straordinaria. Tra le misure che noi sindaci stiamo proponendo in questa situazione emergenziale ve ne sono alcuni di facile realizzabilità, a partire dall’allentamento dei vicoli di accantonamento ai fondi di garanzia, a partire dal Fondo crediti di dubbia esigibilità. In pratica chiediamo una cosa semplice: di poter usare almeno una parte dei nostri “risparmi”, liberando una quota di risorse accantonate (almeno 4 milioni di euro, volendo fare una stima prudenziale) che potrebbero essere subito nella disponibilità degli enti locali. Tra le altre proposte, la possibilità ai Comuni di indebitarsi per la spesa corrente, una deroga alla “regola aurea” scritta nella Costituzione che prevede il ricorso all’indebitamento solo per finanziare la parte investimenti nell’ottica del raggiungimento del pareggio di bilancio. Un’operazione rischiosa, ma che merita almeno di essere presa in considerazione. Milano, Firenze e altri comuni pur di tenere in piedi scuole e asili, servizi alla disabilità, ci stanno lavorando”. I comuni italiani “hanno assunto negli ultimi decenni il ruolo di “avamposto” dello Stato: è giunto il momento per lo Stato di ricambiare. Se non con i soldi, almeno sburocratizzando e dando ai comuni, lasciati non certo in buone acque, almeno la possibilità di salvarsi da soli”

Mercoledì, 20 Maggio 2020 15:06

20 maggio

Festa all'Infermi | Test: anticorpi nel 10% | Status balneare

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