Federmoda: 246 negozi chiusi da gennaio a marzo
(Rimini) “Le micro e piccole imprese continuano a sbattere sul muro della burocrazia”. E’ l’allarme di Giammaria Zanzini, referente provinciale di Federmoda-Confcommercio, vicepresidente regionale e consigliere nazionale di categoria. “Se dalla conversione in legge del decreto liquidità arrivano buone notizie con l’aumento dei limiti sui finanziamenti a completa garanzia statale da 25.000 a 30.000 euro con tempi di rientro che passano da 6 a 10 anni e con l’introduzione della autodichiarazione sullo stato dell’attività d’impresa che esula le banche da ulteriori verifiche, la lotta impari con la burocrazia rischia spesso di inficiare anche le buone intenzioni del legislatore”, sottolinea Zanzini.
“Che a tentare di ricevere aiuti per la sopravvivenza siano per la maggior parte le piccole e micro imprese, pietra fondante dell’economia italiana più che in qualsiasi altra parte del mondo, si legge chiaramente nei dati: delle 555.000 richieste di finanziamento pervenute dal 17 marzo all’8 giugno, ben 503.660 riguardano i fondi garantiti al 100% dallo Stato, ma anche nonostante gli ultimi richiami del ministro per lo Sviluppo economico e del Mediocredito Centrale, che sottolineano come vadano erogati direttamente dalle banche senza attendere le verifiche del Fondo di Garanzia, così non sta accadendo sempre. Pur essendo pienamente solidali con i dirigenti degli istituti di credito, che spesso alzano paletti in mancanza di una manleva che li esuli dal rischio di denunce penali nel caso in cui chi ha ottenuto prestiti non li saldi nei tempi dovuti, non possiamo attendere oltre per questo innesto di liquidità. Non lo chiediamo per andare in vacanza, ma per fare sopravvivere le nostre imprese e le nostre famiglie: le piccole imprese richiedono liquidità a causa degli insoluti, per pagare i dipendenti e per pagare i fornitori”.
Ricordando a tutti che “la crisi che stiamo affrontando parte da lontano e non solo dallo scorso marzo, ritengo normale che la stragrande maggioranza dei piccoli imprenditori abbia nella sua storia sconfini sui fidi, oppure rate o riba inadempiute che bloccano di fatto gli iter procedurali. Per le segnalazioni, ora congelate con una proroga fino al 31 agosto, chiediamo un allungamento fino al 31 dicembre. Soprattutto nelle piccole realtà come la nostra, il direttore di banca sa chi ha davanti, sa da quanto tempo ha in piedi l’attività, se paga l’affitto e quanti dipendenti sono sul libro paga. Questo dovrebbe essere sufficiente, in questo momento, per erogare i finanziamenti bypassando i lacci internazionali di Basilea 3 e la spada di Damocle del Fondo di Garanzia, come tra l’altro è stato scritto dal legislatore. Davvero troppa poi la difformità delle decisioni da una banca all’altra, tanto che in settimana è dovuto intervenire il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia per sollecitare gli istituti più reticenti chiedendo di attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze”.
Queste “grosse” criticità “si aggiungono ad una crisi già grave, fotografata dai dati sulle imprese della Camera di Commercio che sono sconfortanti. Dal 1° gennaio al 31 marzo 2020 sul territorio nazionale hanno chiuso 33.363 imprese (370 al giorno in questi tre mesi) di cui 16.198 del settore ingrosso e dettaglio tessile (179 al giorno in questi tre mesi). Nella nostra regione le cose non vanno meglio: nello stesso periodo hanno cessato l’attività 3.175 imprese, di cui 1.220 nel settore tessile, mentre nella provincia di Rimini sono state 246 le serrate, di cui ben 101 nel nostro settore. Numeri da fare accapponare la pelle, che rischiano di diventare ben più preoccupanti nei prossimi mesi, anche alla luce dei fatturati in calo verticale dopo la riapertura. Le conseguenze sono gravi, sia dal punto di vista economico che sociale, a maggior ragione se si pensa che tra poco finiranno anche la cassa integrazione per i lavoratori e il blocco dei licenziamenti. L’economia italiana si regge sulle piccole imprese e se venissero a mancare sarebbe una sconfitta per tutti, non solo a livello economico, ma anche dal punto di vista sociale e morale. Se un imprenditore non ha soldi e gli vengono negati i finanziamenti, rischia di andare ad ingrossare le fila di chi chiede aiuto ai canali illegali come gli usurai, oppure di fallire con tutte le conseguenze del caso. Nessuno si deve girare dall’altra parte: non facciamo che insieme all’economia vada a picco anche la tenuta sociale”.
12 giugno
Ricostruzione: scatta il piano Marvelli | Misano raddoppia i motogp | Le discoteche sono arrabbiate
Aggiornamento coronavirus: nessun decesso in regione
(Rimini) Nessun nuovo decesso in Emilia-Romagna. E’ quanto emerge dal rilevamento quotidiano dei dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione. Il numero complessivo resta quello comunicato ieri: 4.192. Per quanto riguarda gli altri dati, sono 27.995 i casi di positività, 25 in più rispetto a ieri, di cui 18 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening regionale. I tamponi effettuati sono 7.869 che raggiungono così complessivamente quota 385.220, più altri 1.445 test sierologici fatti sempre da ieri.
Le nuove guarigioni sono 86, per un totale di 21.803: quasi l’80% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.000 (-61 rispetto a ieri). Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.766 (oltre l’88% di quelle malate): -42 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 18 (- 7), quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 216 (- 12). Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 21.803 (+86): 465 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 21.338 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.519 a Piacenza (+5), 3.586 a Parma (+6), 4.966 a Reggio Emilia (lo stesso numero di ieri), 3.929 a Modena (+1), 4.667 a Bologna (+8); 399 a Imola (nessun nuovo caso); 1.002 a Ferrara (nessun nuovo caso). I casi di positività in Romagna sono 4.927 (+5), di cui 1.033 a Ravenna (+2), 945 a Forlì (nessun nuovo caso),782 a Cesena (+1) e 2.167 a Rimini (+2).
Misano, doppio Motogp a settembre
(Rimini) Moto Gp, l’Emilia-Romagna rilancia: anzi raddoppia. Dopo l’emergenza Coronavirus e il lockdown che ha spento i riflettori su tutte le manifestazioni sportive, la Regione riparte e punta sui grandi eventi come traino turistico e per la valorizzazione del territorio. E così, a fianco del tradizionale Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, confermato anche quest’anno, nasce il Gran Premio dell’Emilia-Romagna e della Riviera di Rimini, per nove giorni all’insegna della velocità sulle due ruote. La prima gara è in programma il secondo fine settimana di settembre, nel week end dell’11-13 settembre, e subito dopo, in quello del 18-20 settembre, debutterà il nuovo Gran Premio.
La Riders’ Land romagnola riaccende quindi i motori con due competizioni del Motomondiale 2020, di cui oggi è stato reso noto ufficialmente il calendario della stagione, e che si disputeranno al Misano World Circuit intitolato all’indimenticato Marco Simoncelli, il ‘Sic’. Due Gran Premi che si svolgeranno nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, e quindi - al momento - senza pubblico dal vivo, ma con l’auspicio e la speranza che si possano creare le condizioni perché le tribune del Misano World Circuit possano accogliere in settembre almeno una parte di spettatori possibili. Già certa invece una copertura televisiva internazionale che garantisce una visibilità senza pari (lo scorso anno oltre 600 giornalisti da 33 Paesi e un’audience mondiale di un miliardo di appassionati).
Le novità sono state annunciate a Bologna, nel corso di una videoconferenza stampa in Regione alla presenza del presidente Stefano Bonaccini, con un contribuito da Madrid del Ceo di Dorna Sports, la società che gestisce il Motomondiale, Carmelo Ezpeleta, e collegati da i segretari di Stato della Repubblica di San Marino, Teodoro Lonfernini (Sport) e Federico Pedini Amati (Turismo), il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, il sindaco di Misano Adriatico, Fabrizio Piccioni, il presidente di Visit Romagna e sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, il presidente di Santa Monica spa, Luca Colaiacovo, e il managing director Misano World Circuit, Andrea Albani.
“L’Emilia-Romagna dello sport e del turismo vuole ripartire e vuole tornare a vincere dando il meglio di sé e mostrando il meglio di sé, a partire dalla passione, dal talento, dall’accoglienza e dalla grande capacità ricettiva della nostra bellissima terra. In questo caso la Romagna, ma in generale tutta quanta la nostra regione- afferma il presidente Bonaccini-. Un binomio che negli ultimi qui ha voluto dire sviluppo e occupazione, fino al record di 60 milioni di presenze del 2019, oltre il 12% del Pil regionale. Una forza che vogliamo recuperare a pieno. Ed è con orgoglio che rivendico gli sforzi fatti non solo per riconfermare il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, che già lo scorso anno aveva visto un’affluenza record di spettatori sia per la gara sia per gli eventi collaterali, ma per raddoppiare con la novità assoluta del Gran Premio dell’Emilia-Romagna. Nonostante lo stop dovuto alla pandemia, non ci siamo voluti arrendere e abbiamo lavorato insieme ai territori, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza a garanzia della salute dei piloti, dei loro team e degli organizzatori, per realizzare due eventi che, sono certo, non dimenticheremo. Saranno due Gran Premi diversi da quelli che siamo abituati a seguire da sempre, ma sono certo non meno emozionanti. E faremo il tifo per i grandi campioni di questo sport ma soprattutto per l’Emilia-Romagna, in un abbraccio, seppur virtuale, ma non meno caloroso, al circuito della MotoGp che rilancerà in tutto il mondo le immagini della nostra terra”.
“Ringrazio la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino- commenta Ezpeleta- insieme a tutte le autorità locali, la Riviera di Rimini, il Comune e la comunità di Misano per aver reso possibile lo svolgimento delle gare. Il raddoppio degli appuntamenti al Misano World Circuit è una cosa molto importante. Così come era molto importante fare questa stagione, riprendere le competizioni anche con un nuovo sistema e in condizioni di massima sicurezza. Quello che abbiamo definito è un calendario che guarda all’ottimismo, anche se per il momento le gare sono previste senza spettatori, ma saranno a settembre e da qui a lì vedremo cosa eventualmente succederà. Da qui, dall’Emilia-Romagna, da San Marino e dalla Riviera romagnola parte un messaggio importante, una terra carica di storia per quanto riguarda i motori, con Misano sempre presente nel Motomondiale. L’Italia è un Paese fondamentale per noi, e sarà un piacere, come ogni anno, essere a Misano a settembre”.
Dalle Amministrazioni romagnole (Provincia di Rimini e Comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica), coese e determinate insieme a Visit Romagna nel raggiungimento dell’obiettivo, arriva il messaggio forte legato al valore che l’evento rappresenta sul fronte della promozione turistica, oltre a mantenere il ruolo primario la Riders’ Land in un contesto mondiale. Il lavoro che s’aggiunge, con l’auspicio che si creino le condizioni per una parziale affluenza di pubblico, sarà quello di organizzare comunque un’esperienza emozionante da offrire agli appassionati che saranno davanti alla tv e ai turisti sul territorio in quelle settimane.
Dalla Repubblica di San Marino, i Segretari di Stato Lonfernini e Pedini Amati confermano l’interesse a mantenere il territorio patrimonio dell’Unesco nel panorama del motorsport mondiale, col sacrificio che i tempi attuali richiedono, ma con la determinazione che il veicolo promozionale della MotoGP sia uno dei più potenti per comunicare l’offerta turistica della più antica Repubblica del mondo. In questi anni di MotoGP e prima con la Formula Uno, il risultato è stato all’altezza delle attese.
Infine, dal ‘Simoncelli’, il presidente di Santa Monica Spa, Colaiacovo, e il managing director MWC, Andrea Albani, ricordano la riasfaltatura del circuito, realizzata con metodologie innovative e ultimata poco prima del lockdown, dal 14 maggio testata con successo da tanti piloti. Si sono invece interrotti forzatamente altri lavori previsti dal piano industriale che riprenderanno in autunno. C’è la forte determinazione a condurre in porto un calendario sportivo che contribuisca ad alimentare la voglia di ripartenza di tutto il motorsport e si notano i primi segnali di una domanda dai grandi brand di ripartire con prove e presentazioni.
"Il nostro comune è quello che, ovviamente, beneficia maggiormente di questa importante competizione. Riuscire a mettere a segno questa doppia tappa della MotoGp è un risultato particolarmente importante per l'intero territorio, che ha visto Misano protagonista sin dalle prime battute. Non era scontato, nella situazione generata dal Coronavirus, riuscire a confermare anche solo la tappa classica, invece siamo riusciti ad ottenere due Gran Premi, il 14° e il 15° della stagione. La promozione, in termini d'immagine, sarà senza eguali. In più contiamo, da qui a settembre, di poter avere una parte di pubblico, il che comporterebbe una ricaduta in termini di presenze turistiche sul territorio, con un ulteriore allungamento della stagione estiva”, commenta il sindaco di Misano, Fabrizio Piccioni.
11 giugno
Pronto soccorso, mancano medici | Balli proibiti | La vecchia corderia
Aggiornamento coronavirus: un nuovo decesso a Rimini
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.970 casi di positività, 24 in più rispetto a ieri, di cui 21 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening regionale. I nuovi tamponi effettuati sono 7.793, che raggiungono così complessivamente quota 375.278, più altri 1.783 test sierologici.Le nuove guarigioni sono 112, per un totale di 21.717: oltre il 77% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.061 (-95 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.808 (quasi l’88% di quelle malate): -91 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 25 (- 6), quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 228 (2 in più rispetto a ieri).Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 21.717 (+112): 491 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 21.226 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi: tre uomini e quattro donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a 4.192. Per quanto riguarda la provincia di residenza, 2 decessi si sono avuti in quella di Piacenza, 1 in quella di Bologna (nessuno nell’Imolese), 3 in quella di Ferrara (decessi avvenuti ieri), 1 in quella di Rimini. Nessun decesso nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Forlì-Cesena e da fuori regione.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.514 a Piacenza (+7), 3.580 a Parma (+8), 4.966 a Reggio Emilia (+1), 3.928 a Modena (+1), 4.659 a Bologna (+4); 399 a Imola (nessun nuovo caso); 1.002 a Ferrara (+2). I casi di positività in Romagna sono 4.922 (+1), di cui 1.031 a Ravenna (nessun nuovo caso), 945 a Forlì (nessun nuovo caso),781 a Cesena (nessun nuovo caso) e 2.165 a Rimini (+1).
Apre Augusta, il ristorante in centro dei fratelli Raschi
(Rimini) Dal bagnasciuga al cuore della città: la Guido srl sbarca in centro storico a Rimini e mercoledì 10 giugno inaugura Augusta, il terzo ristorante del gruppo dopo lo storico stellato Guido di Miramare e Il Mare di Guido a Fico Eataly World a Bologna. “Era un sogno che coltivavamo da tempo, una chiusura ideale del cerchio con una sfida fra passato e futuro che affonda le radici nelle tradizioni di famiglia e si proietta in una dimensione che vuole andare oltre l’idea di ristorante, come evidenzia già il payoff Cucina e cicchetto dell’insegna” rivelano i fratelli Gianluca e Gianpaolo Raschi, oramai agli ultimi ritocchi della creatura all’angolo fra via D’Azeglio e via Di Duccio modellata sotto la guida dell’architetto Barbara Vannucchi e insieme alla new entry Paolo Bissaro.
Il legame forte con il cibo e la storia è già nella location. Come rivela Oreste Delucca, autore qualche mese fa di ‘Toponomastica Riminese’ per Luisè Editore, prima dell’intitolazione a D’Azeglio la strada si chiamava ‘Via delle ghiacciaie’ perché quella intorno alla Cattedrale di Santa Colomba era la zona delle grandi vasche rotonde dotate di sistema di scolo che venivano riempite di neve ghiacciata ed erano utilizzate per conservare per mesi gli alimenti deperibili. Pesce, carne, verdure, prima che nascesse il frigorifero. Una mappa napoleonica ne contiene quattro poi riportate in un cabreo del ‘700 che raffigura la Cattedrale di Santa Colomba e la parete curva dell’esterno di Augusta ne era un perimetro.
Se Guido è il mare che ti rapisce con la sua brezza e ti coccola con il suo pescato, Augusta è il respiro della storia di famiglia che si interseca a filo doppio con la storia della città. E’ il tributo ad Augusta Biotti, la moglie di Guido e la prima cuoca di quello che nacque come chiosco in riva all’Adriatico. A Miramare faceva la pizza nelle balere, nei bar e nelle case private con una stufetta a gas e in una fiaschetteria oggi diventata albergo vendeva il vino che la famiglia produceva alle pendici del castello di Mulazzano. Ennesimo romantico parallelo con lo sbarco della Guido srl accanto a Castelsismondo. Da qui l’idea di andare oltre il classico ristorante e ricreare le atmosfere di una sorta di casa degli anni ’50 con continui rimandi nel pavimento, nel camino che profuma di focolare, negli arredi: sarà un po’ come andare a trovare la nonna che ti accoglie con un bicchiere di vino e un cicchetto, ti abbraccia aprendo la credenza della sua bottega di qualità e ti fa sentire a casa spalancandoti le porte di un giardino – il Giardino di Sandra – che è luogo dell’anima, oasi sospesa che profuma d’Europa nel cuore di Rimini. E come ogni casa, Augusta vivrà tutto il giorno, non ti metterà fretta, sarà a tua disposizione con le “chicche” del Guido Lab e la sua cucina da metà mattina a notte inoltrata. Potrai pranzarvi a ogni ora, farvi un aperitivo, un meeting di lavoro, una merenda, leggervi un libro in giardino con uno stuzzichino e un buon calice e cenarvi sotto le stelle. Augusta è Rimini con la sua storia che si srotola davanti ai tuoi occhi fra il Teatro Galli, le tracce delle antiche ghiacciaie e i reperti romani fra i gelsomini, ma anche Parigi, Londra, New York: è uno spazio senza tempo e confini, quello dell’immaginazione felliniana che risorge fra il restaurato limitrofo Cinema Fulgor e il nascituro museo permanente tributo al grande maestro.
“Augusta sarà aperto già al mattino con la Bottega e i cicchetti sulla scorta di un Baccaro veneziano. Cicchetti che per nonno Guido erano un bicchiere di vino ma oggi sono lo stuzzichino rompi digiuno, uno sfizio, una voglia di qualcosa di sano senza orari da mangiare o portare via: un assaggio di pesce o salumi, di prodotti del territorio e di stagione (un sardoncino, una seppiolina coi piselli...) magari accompagnato da un cicchetto di vino , uno “shot”, un calice di Sangiovese, una bollicine francese o una birra fresca di spina” ancora i fratelli Raschi e Bissaro, che spiegano: “L’obiettivo non è portare Guido in città ma proporre una cucina più di pancia che di testa, “popolare” in quanto figlia della fruibilità giornaliera e alla costante ricerca del buono. L’intenzione è riuscire a lavorare con il Giardino di Sandra almeno otto mesi all’anno e di avere la cucina aperta senza sosta da mattina a sera sei giorni a settimana con giorno di chiusura il martedì. Enrico Palazzi, Francesco Zambardino, Alberto Bugli ed Elena Bazzoccbi saranno i perni della sala e dell’enoteca”.
Fase due delle discoteche, Regioni approvano linee guida. Sadegholvaad e il paradosso dei 2 metri
(Rimini) Sono state approvate dalla conferenza delle Regioni le linee guida post coronavirus per tutti i settori rimasti fuori dal Dpcm di inizio giugno comprese le discoteche e le sale da ballo. “Una buona notizia, dato che finalmente si definisce un quadro di riferimento che consentirà ad un intero settore in grandissima sofferenza di riorganizzare l'offerta su basi certe e cercare di ripartire. Stiamo parlando di un comparto importante per il nostro indotto turistico, con circa trecento imprese attive in Emilia Romagna che garantiscono occupazione per migliaia di lavoratori. Un mondo, quello delle discoteche e dell'intrattenimento notturno, troppo spesso trascurato ma che soprattutto per la riviera romagnola rappresenta da decenni un valore aggiunto e marchio distintivo. Arriva dunque una boccata d'ossigeno per le tante imprese del riminese che già da settimane, nonostante l'assenza di certezze, hanno cominciato a riorganizzarsi e reinventarsi per offrire un nuovo servizio in una stagione che sarà necessariamente di transizione. Le indicazioni sono in linea con quelle adottate nei diversi settori della vita pubblica di comunità: si può ballare per il momento solo negli spazi all'aperto come giardini, terrazzi, si dovranno evitare gli assembramenti e garantire il distanziamento interpersonale stabilito in due metri sulla pista da ballo e un metro negli altri ambienti, i gestori dovranno garantire un'adeguata informazione ai clienti, favorire la prenotazione e i pagamenti on line e potranno impedire l'accesso in caso di temperatura superiore ai 37,5 °C. Gli utenti dovranno indossare la mascherina negli ambienti al chiuso e all'esterno tutte le volte che non è possibile rispettare la distanza interpersonale. Norme di comportamento che ovviamente comporteranno per questa stagione un ripensamento dell'intrattenimento notturno; negli anni i locali della Riviera hanno saputo dimostrare di saper intercettare i cambiamenti e le tendenze e anche questo cambio di abitudini forzate potrebbe aprire la strada ad un importante rinnovamento dell'offerta, in linea con le nuove esigenze del pubblico”, commenta l’assessore del comune di Rimini Jamil Sadegholvaad.
“Come spesso accade però si incappa in incongruenze e paradossi che possono anche far sorridere ma che in realtà hanno anche risvolti sociali non trascurabili. Le linee guida infatti consentono di poter ballare all'aperto, mantenendo due metri di distanza. Di fatto niente balli di coppia, niente liscio e balli lenti, nel rispetto del principio del distanziamento sociale. Sì alla macarena, ma niente giri di valzer, sì a danze scatenate, ma ad almeno due metri di distanza. Pur comprendendo la logica che sottiene a queste linee, sfugge a questi ragionamenti una fascia di pubblico per cui il ballo rappresenta un'insostituibile occasione di socialità: mi riferisco ai non più giovanissimi per i quali l'appuntamento al circolo per fare qualche giro di pista è un appuntamento irrinunciabile. Ho avuto il piacere nella mia esperienza di amministratore di girare e conoscere le realtà dei centri ricreativi e centri anziani, una rete molto attiva nel nostro territorio e preziosa per il servizio che offre alla fascia più vulnerabile della nostra comunità. E' la fascia maggiormente da tutelare e che deve avere la priorità anche nelle strategie di prevenzione post-Covid, ma crediamo che poter consentire almeno ai congiunti di poter continuare a danzare nei contesti di ritrovo sia importante per mantenere quella rete di legami indispensabili per il benessere delle persone più anziane".
Rsa, Cgil: operatori stremati
(Rimini) “Veniamo informati da sempre più lavoratrici e lavoratori delle Rsa (residenze sanitarie assistenziali) della nostra provincia su carichi di lavoro pesanti determinati da turni spezzati e sempre più gravosi”. Lo denuncia Eugenio Pari della funzione pubblica Cgil Rimini. “Partendo dall'applicazione dei protocolli per il contenimento del covid19, essa non può comportare un aggravamento delle condizioni lavorative degli operatori”, sottolineano dalla Cgil.“Abbiamo sempre sostenuto e sempre sosterremo che la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori è la condizione per tutelare la salute dei pazienti, ma dobbiamo dirci con altrettanta chiarezza che queste lavoratrici e questi lavoratori con il loro spirito di dedizione hanno sostenuto sulle loro spalle il peso delle fasi più acute dell'emergenza e continuano a farlo. Non ce la fanno più”.
Nelle settimane “che ci separano dai giorni più bui dell'emergenza, gli operatori della sanità e delle residenze sanitarie venivano chiamati "angeli" ed "eroi". Striscioni fuori dalle strutture li esortavano a tenere duro e dichiaravano che tutto il Paese era con loro nella lotta quotidiana contro il virus. Oggi, questi "eroi" e questi "angeli" vivono condizioni lavorative incerte dettate anche dal fatto che in molte strutture, a causa del blocco degli ingressi, sono stati applicati ammortizzatori sociali e il calo dell'utenza non si è tradotto affatto in un calo dei carichi di lavoro che talvolta vengono affrontati con meno operatori e con orari che non rispettano lo stacco di 11 ore di riposo tra un turno e l’altro”, ricordano dalla Cgil.
Gli operatori “sono coloro che hanno messo in pratica i protocolli, sono coloro i quali con diligenza e senso del dovere hanno operato quotidianamente in condizioni difficilissime, ebbene oggi sono provati, stanchi e a ciò si aggiunge il fatto che stanno vivendo una situazione di incertezza lavorativa. Fino a quando, ci chiediamo, l'emergenza continuerà a condizionare così pesantemente queste operatrici e operatori? La situazione si sta facendo sempre più pesante: non parliamo di "eroi" e di "angeli", è ora di dare un giusto riconoscimento ristabilendo condizioni lavorative sostenibili e retributive per le lavoratrici e i lavoratori delle Rsa e delle Cra (Case residenza anziani)”.