Padulli, sarà inaugurato a inizio luglio il ponte sull’Ausa
(Rimini) Il nuovo Ponte sull’Ausa verso la fine dei lavori; nella prima decade di luglio l’apertura che collegherà SS16 a via Aldo Moro e al centro città Si tinge dei colori della città il nuovo ponte realizzato sul torrente Ausa destinato a collegare, all’altezza del quartiere Padulli, la nuova circonvallazione al centro di Rimini. Sono stati infatti montati i parapetti che, superando le difficoltà nelle consegne a causa del coronavirus, hanno segnato un nuovo passo avanti nella realizzazione dell’opera inserita nel progetto più generale della realizzazione della nuova rotatoria sulla statale 16. Parapetti che riprendono le scelte tecniche, funzionali e stilistiche già adottate nel recente passato col nuovo ponte sulla via Coletti a cui faranno seguito nei prossimi giorni gli interventi necessari per arrivare al collaudo prima e all’apertura della strada poi, come col posizionamento dei guard rail e la realizzazione delle opere a verde. Un’apertura che i tecnici stimano potrà avvenire nella prima decade di luglio. Predisposto nel frattempo l’impianto semaforico che regolerà il passaggio di ciclisti e pedoni lungo la ciclopedonale che corre in argine al torrente Ausa, che sarà dotata di uno sbarramento per impedire l’accesso ai mezzi non autorizzati. Come si ricorderà la nuova rotatoria sulla Statale 16 nella zona Padulli, all’altezza degli stabilimenti Valentini, entrò in piena operatività nei primi giorni di marzo e consentirà di accedere una volta aperto il nuovo ponte alla nuova rotatoria nell’intersezione tra via di Mezzo e via Aldo Moro e da qui sull’anello di via Caduti di Marzabotto – Jano Planco – Euterpe e sugli assi di penetrazione verso il centro città. Un progetto strategico dunque per la percorrenza della statale 16 e le connessioni con il centro urbano, che si andrà ad innestare, con un nuovo intervento in fase di progettazione a monte, su via Tosca mettendo in sicurezza il collegamento del quartiere dei Padulli con la statale 16 e il centro della città.
Confartigianato: pmi perderanno il 10% del fatturato annuale
(Rimini) Pari a 8,5 miliardi di euro, oltre il 10% del fatturato annuo, è la stima delle perdite per le micro e piccole imprese emiliano-romagnole durante il bimestre marzo-aprile 2020, presentata in una ricerca di sintesi dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna. Un conto salato provocato dalla quarantena, che presenta conseguenze gravi per numerosi settori dell'artigianato in regione.
Per il settore delle Costruzioni in una prospettiva di lungo periodo la recessione in corso acuisce i danni subiti dal comparto nel corso dei due precedenti cicli recessivi: nell'arco di oltre un decennio, che va dal 2008 al 2019, il settore ha infatti perso 45 mila occupati, un terzo degli addetti del settore. Il lockdown ha lasciato segni profondi anche sul settore della Moda che da febbraio ad aprile 2020 ha visto crollare la produzione (-71%) e diminuire pesantemente le esportazioni (-27%), a causa soprattutto del rallentamento delle vendite sul mercato cinese (-34% ad aprile), che rappresenta uno dei principali mercati di sbocco per il made in Emilia-Romagna della moda. Ripartito il 18 maggio il settore del Benessere si stima abbia perso ricavi a causa della quarantena e della concorrenza sleale per 129 milioni di euro, mettendo a rischio oltre 5 mila posti di lavoro. Altro settore in grave difficoltà è quello del Turismo, soprattutto per la contrazione dei flussi turistici in ingresso dai Paesi stranieri. Le spese di questi ultimi, in Italia, del valore di 431 milioni di euro nel mese di marzo 2020, sono crollate dell'83,4% rispetto a marzo 2019, e risultano inferiori del 34,8% nell'arco del I trimestre 2020 (gennaio-marzo) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il 32% di micro e piccole imprese durante il lockdown ha portato avanti tutta o una parte di attività attraverso lo strumento dello smart working. Tra queste, nel 77% dei casi, ha iniziato ad utilizzare lo strumento solo a seguito dell'emergenza sanitaria. Sempre per far fronte alle necessità scaturite a seguito della diffusione della pandemia, si osserva in questo periodo un incremento della platea di Mpi attive su canali e-commerce. La quota si attesta intorno all'11%, con un tasso di attivazione del 30% e un tasso di sviluppo potenziale del 56%.
"La crisi provocata dal Coronavirus è evidente e chiaramente preoccupa - commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché vice presidente vicario nazionale di Confartigianato Imprese -, perché colpisce in modo indiscriminato tutti i settori dell'economia. Il nostro compito è quello di proseguire nel dialogo con le Istituzioni, spingendo per migliorare ancora di più l'accesso alla burocrazia online che permette di guadagnare tempo e velocizzare le pratiche, e con le banche, che devono tornare a redistribuire il credito permettendo alle imprese di investire e guardare in prospettiva futura. Alcune evidenze della ricerca effettuata dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna, infatti, mostrano la grande capacità delle micro e piccole imprese del nostro territorio di adattarsi ai cambiamenti. Dall'analisi dei dati si rileva un'intensificazione da parte delle Mpi emiliano-romagnole dell'uso di strumenti digitali, sia per lo smart working sia per attivare l'e-commerce. Queste sono soluzioni su cui Confartigianato spinge da tempo, mettendo a disposizione, nei territori, strumenti e persone capaci di dare impulso a una nuova economia".
Lavoro, disoccupati in calo del 10%
(Rimini) Si intravedono i primi segnali dal mercato del lavoro nel periodo che comprende il mese di marzo. Come emerge dall'elaborazione dei dati Istat realizzata dall'ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, in regione al termine del primo trimestre 2020 gli occupati sono risultati poco più di 2 milioni e 15mila con una lievissima flessione (-0,1 per cento) sullo stesso trimestre dell'anno precedente. Nello stesso tempo, i disoccupati sono scesi a quota 117.936 (-10,2 per cento), con una riduzione del tasso di disoccupazione dal 6,1 al 5,5 per cento. Un primo riscontro dell'effetto della pandemia sul mercato del lavoro è la riduzione delle forze di lavoro (-0,7 per cento) e dall'aumento delle non forze di lavoro (+0,9 per cento). Questi movimenti vanno in senso opposto alla tendenza dominante in precedenza e colgono l'uscita dal mercato del lavoro imposta dal lock-down ad alcune categorie di lavoratori, che nelle non forze di lavoro risultano non disponibili a lavorare.
L'andamento dell'occupazione è assai differenziato nei principali settori economici. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, l'occupazione in agricoltura è schizzata all'insù del 22,7 per cento e ha toccato quota 83 mila. Invece, nell'industria ha fatto un deciso passo indietro a quota 524.486 (-4,6 per cento), interrompendo una serie positiva in corso da otto trimestri. Dopo due ampi contraccolpi negativi, l'occupazione delle costruzioni è risalita a quota 116.698 (+3,4 per cento). Nell'insieme dei servizi l'occupazione ha continuato a fare registrare una serie di risultati positivi e negativi, con una tendenza complessiva moderatamente positiva e nel trimestre è aumentata dello 0,3 per cento e ha raggiunto 1.289.912 unità. Ma nei settori del commercio e dell'alberghiero e ristorazione è proseguita una tendenza negativa da cinque trimestri che nei primi tre mesi del 2020 è stata del -6,4 per cento con una riduzione degli occupati a 360.927 addetti, che è stata più che controbilanciata da un aumento del 3,2 per cento dell'occupazione negli altri settori dei servizi, ove operano 928.985 persone.Nel trimestre, prosegue la discesa del tasso di disoccupazione che si è ridotto dal 6,1 per cento del primo trimestre 2019 al 5,5 per cento dello stesso trimestre del 2020.
La media degli ultimi dodici mesi. Al di là delle ampie oscillazioni stagionali, accentuate dalla pandemia, da aprile 2019 a marzo 2020, l'occupazione è aumentata, nonostante tutto, salendo a 2milioni 32mila unità, con un incremento dello 0,7 per cento rispetto alla media dello stesso periodo precedente. Le dinamiche appaiono fortemente differenziate tra i settori. L'occupazione in agricoltura è salita dell'8,4 per cento e nella media degli ultimi dodici mesi ammonta a 76.109 unità, nell'industria ha raggiunto quota 546.888 (+0,9 per cento), nelle costruzioni è scesa (-3,4 per cento) a quota 105.575. Nel complesso dei servizi l'occupazione è aumentata dello 0,6 per cento e ha raggiunto 1.303.536 unità. Questo risultato è però effetto della compensazione tra una pesante riduzione nei settori del commercio e dell'alberghiero e ristorazione (-5,5 per cento), che occupano 376.339 addetti, più che controbilanciata da un aumento del 3,4 per cento negli altri settori dei servizi, ove operano 927.197 persone. Sempre considerando gli ultimi dodici mesi, il tasso di disoccupazione prosegue la discesa riavviata dal primo trimestre 2018 e si è ridotto al 5,4 per cento alla fine dello scorso marzo, il minimo rilevato dal primo trimestre 2012.
16 giugno
La maturità | Aeroporti in guerra | Gnassi chiede strategia e velocità
Santarcangelo, scoperta torre malatestiana
(Rimini) La grotta rinvenuta al di sotto di via Saffi, da sempre considerata una “nevaia”, è in realtà parte della struttura difensiva di Santarcangelo risalente al millequattrocento, quando il borgo venne ingrandito e circondato da mura completate nel 1447 da Sigismondo Pandolfo Malatesta. È quanto emerso dalle indagini archeologiche condotte in due distinte fasi, nel luglio 2019 e più recentemente nel mese di maggio di quest’anno, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, con lo scopo di valutare la fattibilità del progetto di restauro e valorizzazione nonché il potenziale archeologico e architettonico dell’area, che comprende anche piazza Balacchi e la sottostante grotta (nelle foto di soprintendenza e comune).
Le ricerche hanno permesso di ampliare le conoscenze della Santarcangelo medievale, portando alla luce elementi che offrono una nuova chiave di lettura in particolare della “grotta” di via Saffi, rinvenuta nel 1998 nel corso di alcuni lavori di rifacimento dell’impianto fognario. L’ambiente ipogeico – esternamente a pianta poligonale e internamente pseudo-semicircolare – si configura come camera sotterranea di una torre (“casamatta”), provvista di due bombardiere e connessa alla cinta muraria quattrocentesca. Grazie all’ampliamento dell’area di scavo di fronte a palazzo Nadiani, oltre alla scala di accesso alla torre, è stata rinvenuta una porzione delle mura difensive con i suoi contrafforti e parte di un’altra bombardiera, utilizzata per il tiro frontale verso l’esterno del fossato cittadino. Tali rinvenimenti sono di fondamentale importanza, soprattutto in considerazione dell’assenza di testimonianze cartografiche in merito, perché forniscono informazioni inedite riguardo a questo tratto di mura.
Alcune parti delle mura malatestiane di Santarcangelo, infatti, sono ancora visibili, così come alcuni torrioni di forma poligonale che rinforzavano il perimetro murario, fra cui quello delle Prigioni – carcere cittadino durante il XIX secolo – e di Porta Cervese. Dal secolo successivo, fuori dalla porta San Michele che costituiva l’accesso principale, inizia a formarsi il borgo che si estenderà man mano verso la via Emilia. La struttura urbanistica medievale sul colle si è mantenuta fino ai giorni nostri, caratterizzata da stradine parallele all’arteria principale e più antica, che collega la Rocca a Porta Cervese.
Nel frattempo, in accordo con la Soprintendenza, l’Amministrazione comunale sta ultimando il progetto definitivo per procedere in tempi brevi con l’intervento di restauro e valorizzazione: l’intento comune, infatti, è rendere accessibili con un percorso ad hoc sia la torre portaia, sia la grotta sotto piazza Balacchi.
Aggiornamento coronavirus: nessun contagio, un decesso
(Rimini) Si registra oggi una guarigione di un paziente precedentemente risultato positivo a Coronavirus, a seguito di doppio tampone negativo. Per ciò che riguarda la rilevazione dei nuovi contagi, anche nella giornata odierna non se ne sono verificati di nuovi. Oggi è stato comunicato, purtroppo, il decesso di un uomo di 76 anni, malato da tempo.
In un quadro complessivo, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, si attestano dunque su 2.168 i casi diagnosticati per Coronavirus sul territorio della provincia di Rimini, mentre il totale dei pazienti guariti è di circa 1.840, di cui 1.791 residenti in provincia. Secondo le stime effettuate dalla Asl sulla base dei dati disponibili, concernenti i residenti in provincia, sono 39 i pazienti attuali.
Da Imola a Rimini, gli aiuti del Banco alimentare
(Rimini) Dopo l'istanza fatta alla Regione, presso la Fondazione Banco Alimentare Emilia Romagna, la protezione civile del Comune di Rimini ha sottoscritto una convenzione per essere beneficiaria della distribuzione sul territorio dei generi alimentari, legittimando in questo modo anche a livello istituzionale il significativo lavoro fin qui garantito e dare continuità alle situazioni d'emergenza attuali e future. Nella giornata di mercoledì prossimo, 17 giugno, la protezione civile di Rimini è attesa nella sede di Imola del Banco Alimentare per ritirare il primo carico di generi alimentari da consegnare alle famiglie in difficoltà economica individuate in questi mesi. Una importante operazione di solidarietà a cui concorre fattivamente la concessionaria Opel Marcar di Rimini, la quale, nell'ambito della precedente fornitura, a titolo di sponsorizzazione gratuita, di veicoli Opel al Comune di Rimini, ha accolto con entusiasmo l'iniziativa, rendendo disponibile per l'indispensabile servizio di trasporto del ritiro dei generi alimentari, un furgone Opel Vivaro.
Ricordiamo che la Protezione Civile del Comune di Rimini è stata impegnata fin dall'avvio dell'emergenza sanitaria Covid19 quando le Autorità hanno chiesto di aprire ufficialmente il Centro Operativo Comunale con sede in via Marecchiese n. 193, che è stato attivato dal Sindaco con una propria Ordinanza il 26 febbraio scorso. Un impegno diversificato che è iniziato con i messaggi trasmessi lungo le strade con gli altoparlanti, la comunicazione per contenere il diffondersi del contagio e garantito molteplici e articolate risposte alle richieste avanzate da istituzioni, enti, strutture pubbliche e private, fino a estendere la propria vicinanza ad intere fasce della popolazione. Numerose le consegne a domicilio, dai farmaci alla spesa fino alle mascherine ed i computer per la didattica a distanza. Ma le attività prevalenti che stanno impegnando con continuità la struttura sono quelle relative alla distribuzione di generi alimentari provenienti da vari donatori e che vengono portati alle associazioni che servono pasti come la Caritas, Mensa di Santo Spirito e la Papa Giovanni XXIII, oppure assistono persone in difficoltà come alcuni Conventi e varie Parrocchie.Un contatto con la comunità utile ad acquisire ulteriori informazioni sul territorio ed individuare un centinaio di famiglie in temporanea difficolta' che hanno chiesto di essere sostenute direttamente dal volontariato e dalla protezione civile. Un numero che sta aumentando ancora.
"Questa fotografia - sottolinea Anna Montini Assessore alla protezione Civile - spinge a sviluppare, nel piano delle emergenze, il tema della filiera intesa come sistema delle associazioni e delle realtà, che forniscono direttamente generi alimentari, oppure assistono persone in difficoltà. Relazioni esistenti o da sviluppare per rendere più efficace ed efficiente la sinergia con la macchina della protezione civile. La struttura della protezione civile del Comune di Rimini ha avviato un percorso con l'obiettivo di essere riconosciuto soggetto attivo nel mondo dell'acquisizione di generi alimentari da distribuire alle persone deboli e in temporanea difficoltà, avendo individuato parti significative del territorio non servite e comunque numeri in crescita preoccupante, che le associazioni tradizionali faticano a gestire."
Museo Fellini, chiuse per una settimana le vie Sigismondo e Poletti
(Rimini) Per consentire l’avanzamento dei lavori del cantiere “Connessioni Urbane” parte dell’intervento per la realizzazione del Museo Federico Fellini, dalle ore 8 di mercoledì 17 giugno e fino alle ore 20 di mercoledì 24 – probabilmente anche prima se tutto andrà senza intoppi - saranno chiuse al traffico veicolare sia via Poletti, sia via Sigismondo. Dal divieto sono esclusi i residenti e i veicoli autorizzati, che saranno obbligati nel transito all’interno dell’area interessata dai lavori, dove è previsto il doppio senso di circolazione, a mantenere una velocità massima di 10 Km/h. Nell’area sarà attivo anche il divieto di sosta dalle 8 alle 20. Nel corso dei lavori saranno ricavati i percorsi entro i quali i pedoni potranno transitare normalmente e in sicurezza. Come noto, dopo essere intervenuto nella prima fase su via Verdi e piazzetta San Martini, allungatosi su via Massimo d’Azeglio, vicolo Valloni e piazzetta Sferisterio, dalla metà del maggio scorso il cantiere “Connessioni Urbane” si è spostato, dando inizio all’intervento per il rinnovo dei sottoservizi, fognatura e acquedotto, di Piazza Malatesta nell'ambito del progetto complessivo di riqualificazione del IV stralcio del Museo Fellini. Un intervento dal costo complessivo di circa un milione di euro che, oltre alla realizzazione dei nuovi sottoservizi, prevede nell’area d’intervento la realizzazione di una nuova e prestigiosa pavimentazione lapidea nonché la ricostruzione della sede stradale.
Economia primo trimestre 2020, - 10 % delle esportazioni per Rimini
(Rimini) Nel 1 trimestre 2020, nel sistema aggregato Romagna - Forlì-Cesena e Rimini, le esportazioni ammontano a 1.408 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 663 milioni di euro; il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) risulta pertanto positivo: +745 milioni di euro. Rispetto al 1° trimestre 2019 si riscontra una decisa diminuzione delle importazioni (-7,6%), e delle esportazioni (-6,5%). Nel confronto territoriale, inoltre, il calo dell'export risulta superiore sia alla variazione regionale (-2,4%) sia a quella nazionale (-1,9%). Nel dettaglio, diminuisce il valore esportato dei principali prodotti: -6,9% per i macchinari ed apparecchi meccanici (19,2% del totale export), -6,8% per i prodotti in metallo (12,1%), -13,2% per i prodotti dell'abbigliamento (9,8%), -8,5% per gli apparecchi elettrici (6,9%) e -0,5% per gli articoli in gomma e materie plastiche (6,0%); in aumento, invece, alimentari e bevande (+8,0%, 8,9% dell'export) e i prodotti dell'agricoltura (+5,5%, 6,9%). Decrescono poi le esportazioni verso tutte le principali aree geografiche: -1,3% verso la UE (56,9% del totale export), -21,9% verso i Paesi europei non UE (14,0%), -3,4% verso l'America settentrionale (9,7%) e -3,1% verso i Paesi dell'Asia orientale (8,7%); in particolare, le conseguenze della Brexit hanno pesato enormemente sulle esportazioni verso il Regno Unito, uno dei principali Paesi, causando una diminuzione delle stesse del 31,0%.
"L'economia, nel primo trimestre di quest'anno, è stata segnata solo in parte dalle conseguenze della pandemia da Covid-19 – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –, eppure gli effetti negativi sono evidenti e i dati dimostrano che il calo dell'export è pesante. Purtroppo, c'è da aspettarsi che i dati del secondo trimestre - fase più acuta del lockdown - siano in ulteriore peggioramento. Va ricordato, inoltre, che sulla regressione dell'export incidono anche le spinte protezionistiche di alcuni Paesi, le misure restrittive della UE verso la Russia e la Brexit, che ha avuto attuazione agli inizi dell'anno e che ha già causato risultati negativi nel nostro territorio. Vanno, pertanto, rinegoziati al più presto gli accordi tra U E e Gran Bretagna, stabilendo regole chiare e precise, per non rischiare di penalizzare ulteriormente le imprese italiane già provate dal periodo di emergenza pandemia. Va poi sottolineato che l'internazionalizzazione rappresenta sempre un fattore strategico per uno sviluppo stabile e in chiave innovativa del tessuto produttivo e, proprio per questo, la Camera della Romagna la inserisce sempre tra le proprie linee strategiche. Conseguentemente, la Camera si impegna annualmente per offrire servizi, contributi e attività di formazione rivolti, sia alle imprese che già operano in maniera strutturata sui mercati esteri, sia a quelle che intendono avviare e sviluppare nuove relazioni commerciali. In proposito, è in uscita il "Bando Promozione export e internazionalizzazione intelligente", elaborato in collaborazione con il Sistema Camerale regionale e la Regione Emilia-Romagna, con uno stanziamento complessivo di un milione di euro per aiutare le imprese che esportano nel passaggio all'economia digitale ed accrescere la consapevolezza e l'utilizzo degli strumenti digitali a sostegno dell'export."
Nel 1° trimestre 2020 in provincia di Rimini le esportazioni ammontano a 547 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 236 milioni di euro; il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) risulta pertanto positivo: +311 milioni di euro. Rispetto al 1° trimestre 2019 si riscontra una decisa diminuzione delle importazioni (-3,4%) e delle esportazioni (-9,9%). Nel confronto territoriale, inoltre, il "pesante" calo dell'export risulta superiore sia alla variazione regionale (-2,4%), sia a quella nazionale(-1,9%). In provincia di Rimini si concentra il 3,5% del totale dell'export dell'Emilia-Romagna (penultima posizione, davanti Ferrara) mentre la variazione dell'export riminese, tra le province regionali, si piazza al settimo posto (dopo quelle positive di Parma, Ravenna e Bologna e quelle negative di Piacenza, Forlì-Cesena e Modena). L'andamento negativo dell'export è dovuto alla diminuzione del valore esportato dei principali prodotti; nel dettaglio: -8,7% i macchinari ed apparecchi meccanici (26,5% del totale), -11,7% i prodotti dell'abbigliamento (23,3%), -32,0% i prodotti in metallo (7,6%),-13,8% i mezzi di trasporto (5,8%), che comprendono navi e imbarcazioni (-14,9%, 5,5%), e -14,1% gli apparecchi elettrici (5,3%). In aumento, invece, alimentari e bevande (+11,8%, 10,1% dell'export), unico comparto tra i principali.Decrescono poi le esportazioni verso tutte le principali aree geografiche, ad eccezione dell'Asia orientale (+4,4%, 11,1% del totale): -5,9% verso la UE (50,7% dell'export), con un calo della Francia (-5,3%) e un aumento della Germania (+5,0%), -24,6% verso i Paesi europei non UE (15,9% del totale), causa una forte diminuzione verso il Regno Unito (-38,5%), e -9,9% verso l'America settentrionale (12,7%), complice il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti (-9,8%, principale Paese).
Turismo, Gnassi chiede velocità e strategia per la dorsale adriatica
(Rimini) “Per Rimini doveva essere la stagione record: alpini, musei Part e Fellini, Giro d'Italia, 6 chilometri di Parco del mare aperti prima dell'avvio della stagione. Ci è piovuto addosso un meteorite, una cosa mai vista prima, e non è colpa di alcuno”. Così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi nel commentare i dati turistici dei primi quattro mesi dell’anno per quello che è stato “Un territorio colpito al cuore. Più di altri. Perché il turismo importa persone, non esporta merci”. I giorni del rilancio, “settimane e mesi”, saranno “decisivi per il futuro di un territorio come il nostro”. I dati turistici dei primi 4 mesi dell'anno, “un terzo del 2020, dimostrano purtroppo e meglio di ogni altro discorso il tema e il problema che riguarda la nostra provincia e tutte le città italiane ad alta intensità turistica”.
In Emilia Romagna, a Rimini, “abbiamo cercato e cerchiamo tutti di dare risposte rapide perché, in questo momento, il tempo è un fattore di esponenziale importanza nella ripartenza. Lo facciamo anche nell'incertezza di quanto, nella concretezza, dovrebbe arrivare e ancora non è arrivato da Roma: cassa integrazione, credito per consorzi fidi, risposte sui pertinenziali. Volontà e velocità però non devono farci dimenticare che in questo momento si gioca una partita altrettanto importante: il futuro che si vuole dare a Rimini, alla provincia di Rimini, all'Emilia Romagna passa anche da scelte strategiche sui vettori dello sviluppo. Rimini ha già in essere una riqualificazione e innovazione strutturale, orientata verso una nuova sostenibilità, rinaturalizzazione, spazi aperti, piazze ampie della cultura e delle relazioni, che anticipano le esigenze e le istanze messe in rilievo proprio dal covid. Ma dobbiamo guardare anche oltre quello che accade dentro i nostri confini. Il fare impresa, il turismo, richiedono programmazione e un'analisi reale delle vocazioni delle aree. Su Fiere, su aeroporti, su sanità occorre una strategia netta, chiara, leggibile perché non basta appellarsi alla 'autoregolamentazione' e alla buona volontà dei territori. Non possiamo né permetterci di sbagliare né permetterci di lasciare fare”.
“So che il presidente Bonaccini e la Regione sono molto sensibili e stanno lavorando su questo tema, perché una politica di finanziamenti a pioggia senza obiettivi strutturali ha raggio temporale limitato. Bisogna che al più presto si metta mano alla strategia complessiva per l'Emilia Romagna e per la dorsale adriatica della regione. Dobbiamo farlo ora, perché è da come verremo fuori da questa crisi epocale che si determinerà il futuro del nostro territorio. L'ordinaria manutenzione, l'estemporaneità delle azioni, il 'richiamo della foresta' dei vecchi riti e delle vecchie rivalità. Occorre una programmazione di sistema sulla componenti strutturali, con un ruolo del privato diverso e integrato ma chiaro e robusto per stare sul mercato. Una programmazione che guarda scenari reali dei mercati nazionali e internazionali, fortemente innervata da innovazione e servizi moderni. E non spinte territoriali locali che hanno efficacia limitatissima, se non addirittura nulla”.