Aggiornamento coronavirus: +74 positivi a Rimini, sei in totale i ricoverati in terapia intensiva
(Rimini) A Rimini, su 74 nuovi positivi segnalati oggi dalla regione, 32 sono stati individuati per presenza di sintomi, 40 in quanto contatti di casi già noti, per la maggior parte all’interno di focolai familiari, e 2 di ritorno dall’estero (Ucraina e Senegal). Sul fronte delle scuole risultano nuovi casi di positività in una elementare di Rimini (un solo bambino e nessuna classe in quarantena) e in una scuola media di Verucchio.
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 41.410 casi di positività, 552 in più rispetto a ieri, su 8.026 tamponi eseguiti. Dei nuovi positivi, sono 256 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente 138 persone (tra i nuovi positivi) erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 165 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,8 anni.
Sui 256 asintomatici, 105 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 50 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 1 per screening sierologico, 3 con i test pre-ricovero. Per 97 casi è in corso la verifica sul motivo del tampone. La provincia con più contagi è quella di Bologna (145), a seguire Modena (84), Rimini (74), Ravenna (53), Reggio Emilia (51), il territorio di Forlì (38), Ferrara (32), Piacenza (29), Parma (16), l’area di Cesena (15) e quella di Imola (15).
I tamponi effettuati sono stati 8.026, per un totale di 1.383.324. A questi si aggiungono anche 2.134 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 9.670 (507 in più di quelli registrati ieri). Purtroppo, si registrano tre nuovi decessi: 2 a Ferrara (una donna di 100 anni e un uomo di 90) e 1 a Bologna (una donna di 93 anni).
Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 9.119 (+462 rispetto a ieri), il 94% dei casi attivi. Sono 70 i pazienti in terapia intensiva (+3 rispetto a ieri) e 481 (+42 sempre da ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.
Sul territorio, le 70 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 7 a Piacenza (uno in meno di ieri), 4 a Parma (uno in meno rispetto a ieri), 3 a Reggio Emilia (+1 rispetto a ieri), 8 a Modena (stabile rispetto a ieri ), 31 a Bologna (1 in più di ieri); 1 a Imola (stabili rispetto a ieri), 3 a Ferrara (+1 rispetto a ieri); 2 a Ravenna (stabile rispetto a ieri), 3 a Forlì (+1 rispetto a ieri), 2 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 6 a Rimini (1 in più di ieri).
Le persone complessivamente guarite salgono a 27.222 (+41 rispetto a ieri): 1 “clinicamente guarita”, divenuta cioè asintomatica dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 27.221 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.671 a Piacenza (+29, di cui 14 sintomatici), 4.798 a Parma (+16, di cui 5 sintomatici), 6.508 a Reggio Emilia (+51, di cui 44 sintomatici), 5.756 a Modena (+84, di cui 44 sintomatici), 7.554 a Bologna (+145, di cui 67 sintomatici), 713 casi a Imola (+15, di cui 13 sintomatici), 1.901 a Ferrara (+32, di cui 5 sintomatici); 2.081 a Ravenna (+53, di cui 22 sintomatici), 1.818 a Forlì (+38, di cui 27 sintomatici), 1.378 a Cesena (+15, di cui 14 sintomatici) e 3.232 a Rimini (+74, di cui 41 sintomatici).
Valentini, trattative per la vendita
(Rimini) La difesa dell’occupazione “è l’obiettivo che le Organizzazioni sindacali e le Istituzioni hanno posto come prioritario al tavolo regionale chiesto dal sindacato e convocato per discutere dello stato di crisi delle Industrie Valentini”, rende noto Renzo Criciati della Fillea Cgil. Si tratta di 152 lavoratori provenienti in gran parte dal territorio provinciale il cui destino occupazionale pesa fortemente sul locale tessuto economico e sociale. Da considerare anche i circa 40 lavoratori di Pianeta Servizi che operano in due reparti della Valentini. Hanno partecipato per la Regione Emilia Romagna Roberto Poli staff assessorato al lavoro, Stefano Mazzetti staff crisi aziendali, Vanni Salatti per l’Agenzia regionale del Lavoro, per la Provincia di Rimini Simone Gobbi, per il Comune di Rimini l’assessore Mattia Morolli, per l’azienda Gianluca Valentini e l’ingegnere Luca Poli, per la Fillea CGIL Rimini Renzo Crociati e Roberto Casanova per la Filca Cisl Romagna e la RSU aziendale.
“Fatta una ricognizione sullo stato attuale delle Industrie, la novità che è emersa è che l’azienda ha in corso delle trattative con alcuni imprenditori del settore. Purtroppo l’interesse pare concentrarsi su un ramo d’azienda e non sull’acquisizione in toto. Di conseguenza l’azienda ha già dichiarato che, anche nella migliore delle ipotesi, potrebbero esserci degli esuberi e, pertanto, ha aggiunto che sarebbe opportuno incontrare il Sindacato per stabilire un piano di fuoriuscita volontaria con incentivo per alcuni lavoratori”, spiega Crociati. “Per il prossimo futuro le rappresentanze sindacali presenti hanno proposto di avviare un percorso che veda anche il coinvolgimento di chi è interessato all’acquisto. La Provincia ha fatto riferimento al tavolo di crisi presente in Prefettura in caso di rischio concreto di perdita di posti di lavoro e la Regione si è impegnata a riconvocare il tavolo a metà novembre dopo che le Industrie Valentini avranno presentato il Piano Concordatario (scadenza fissata entro il 7 novembre 2020)”.
Intanto il 7 febbraio 2021 si concluderà il periodo di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale iniziata l’8 giugno 2020, mentre questo pomeriggio alle 18si terrà l’assemblea sindacale per informare i lavoratori dell’incontro, mentre prosegue lo stato di agitazione sindacale.
Camerieri senza mascherina, sanzionato locale
(Rimini) Nelle giornate di venerdì, sabato e domenica appena trascorsi sono stati effettuati dei controlli da parte di personale della Polizia di Stato per verificare il rispetto della normativa per il contenimento della pandemia da Covid-19. I controlli si sono concentrati nel centro cittadino, in particolare nei confronti dei locali pubblici, dove in passato si sono verificati maggiormente fenomeni di assembramenti. Durante i controlli sono state identificate 144 persone e controllati 5 esercizi pubblici.
Venerdì sera, in via Carlo Pisacane, la Polizia di Stato ha sanzionato il gestore di un locale perché la maggior parte del personale del locale stesso stava effettuando l’attività di somministrazione di bevande ai clienti senza indossare correttamente la mascherina, lasciando completamente scoperte le vie aeree. Al titolare dell’esercizio in questione veniva inoltre contestato il non aver predisposto un adeguato piano di sanificazione dei bagni. Al gestore del locale non è però stata applicata la sanzione accessoria della chiusura dell’attività.
Nel centro storico di Rimini, nelle adiacenze di Piazza Cavour sono state sanzionati 3 giovani per il mancato uso della mascherina. Alle ore 00:50 di sabato, il gestore di un locale di Viale Amerigo Vespucci è stato invece sanzionato per non aver sospeso l’amministrazione di alimenti e bevande dalle ore 24:00 alle ore 06:00, così come previsto dall’Ordinanza del Presidente della Regione Emilia Romagna n. 195 del 17 ottobre 2020.
Tronco pericolante sulla Marianna
(Rimini) Questa mattina, a seguito di segnalazione ricevuta dai Vigili del Fuoco, il personale di Anthea è intervenuto per verificare la stabilità del pino all’interno del dehor del Ristorante La Marianna al Borgo San Giuliano. La pianta è da tempo sotto osservazione per via dell’inclinazione del fusto. Nei giorni scorsi, di concerto con l’Amministrazione e mettendo al corrente il gestore del ristorante, s’era deciso di procedere ad una prova speciale per verificarne la stabilità. Oggi la pianta ha manifestato ulteriore peggioramento dell’inclinazione con un ulteriore leggero movimento. Si è reso quindi necessario e urgente procedere ad una prima fase di alleggerimento della chioma, al fine di attenuare il peso ed eliminare il pericolo. Nei prossimi giorni, in accordo con il gestore del ristorante, sarà necessario procedere alla rimozione del tronco.
Decreto, stop a sagre e fiere. Confesercenti: un duro colpo
(Rimini) Sagre e fiere rappresentano uno straordinario volano di promozione del territorio e occasioni importanti per la commercializzazione dei prodotti tipici e questo è il periodo più intenso per queste attività. Il blocco rappresenta perciò, a giudizio dell'Associazione nazionale commercio su aree pubbliche (Anva) di Confesercenti, un duro colpo all'economia locale. "La chiusura di fiere e sagre prevista dal nuovo Dpcm ci coglie del tutto di sorpresa e colpisce un settore già in difficoltà come quello del commercio su area pubblica. Queste attività dal 18 maggio hanno seguito tutti i protocolli di sicurezza e, laddove non si potevano garantire, non sono state aperte. Inoltre, non ci sono informazioni di focolai causati in questi luoghi che si svolgono peraltro all'aperto e nel rispetto dei protocolli vigenti. Non ci sono stati, infatti, momenti di tensione nelle iniziative svolte né necessità d'intervento da parte delle forze dell'ordine per evitare assembramenti e disapplicazione delle normative. Non capiamo perciò il motivo per cui si è voluto colpire così duramente questo settore e chiediamo che la Regione si faccia interprete verso il Governo dell'assurdità di questa scelta", sottolonea il presidente Fabrizio Vagnini.
Decreto, Confcommercio: assurdo chiudere locali sicuri
(Rimini) “Se da una parte questo nuovo Dpcm scongiura quel coprifuoco notturno che per giorni ha aleggiato sulle teste degli italiani facendo perdere ulteriore fiducia, e abbattendo i consumi, e non possiamo essere soddisfatti per la ratio con cui è stato composto. Confermando la chiusura dei locali pubblici alle 24 non si fa altro che chiudere luoghi sicuri, in grado di ottemperare alle disposizioni e di controllare distanziamento e uso dei dispositivi di protezione dei propri avventori. Abbiamo dimostrato di riuscire a rispettare le norme e chi non lo ha fatto è giusto che paghi. Ma non possono pagare tutti”, spiega il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino.
“Ci fanno chiudere tutti i locali a mezzanotte: dove andrà dopo la gente, i giovani in particolare? Ovviamente in giro, come facevano ieri, come fanno oggi e come faranno domani, magari con qualche bottiglia acquistata nei market. Insieme alle nostre difficoltà, capiamo quindi anche quelle palesate dai sindaci, che si troveranno a dover rincorrere le persone chiudendo prima una piazza, poi un parco, il giorno dopo una via cittadina dove giocoforza la gente si sarà spostata. Per questo da parte nostra c’è massima disponibilità nei confronti delle amministrazioni locali del territorio per ragionare insieme e cercare soluzioni opportune e condivise, come già sta avvenendo in queste ore”.
Questo provvedimento “ci sembra una nuova assurdità, che fa il paio con la novità dei 6 posti a sedere per ogni tavolata e il cartello obbligatorio con il numero massimo degli avventori dentro al locale. Misure che abbassano ancora una volta la capacità di reddito di molte imprese e allo stesso tempo aggiungono burocrazia. Qual è il numero esatto dei posti disponibili? Difficile dirlo: difficile dare seguito a misure cavillose al limite dell’inapplicabilità. Come difficile sarà quantificare il danno di un nuovo ricorso massiccio allo smart working che per i pubblici esercizi, ora costretti a chiudere in orario notturno, significa la perdita del fatturato che deriva delle pause pranzo che i più faranno in casa propria. Il nuovo blocco delle attività congressuali poi, può affossare definitivamente anche quel comparto che faticosamente stava ripartendo con tutti i protocolli del caso”.
La situazione che stiamo vivendo “impone serie riflessioni. Vale la pena accanirsi sulle attività, soprattutto quando si lascia tutto invariato per il settore del trasporto pubblico, su bus e treni che vedono assieparsi sopra gli stessi ragazzi che a mezzanotte però non si possono sedere a bere una birra al tavolo di un pub, seppur distanziati? I pubblici esercizi non possono ancora una volta accollarsi tutto il peso della pandemia ottenendo in cambio dallo Stato poco o niente. L’ultimo Dpcm avrà un effetto devastante su bar, catering e soprattutto su pub e sulle imprese dell’intrattenimento. Parliamo di una mazzata sui fatturati dei pubblici esercizi da 470 milioni ogni mese a livello nazionale. Se questo governo fosse in grado di stanziare adeguati ristori alle attività economiche a copertura dei mancati incassi per consentire loro di rimanere in vita sino alla reale ripartenza, si potrebbe ragionare anche su misure più rigide per lassi di tempo contenuti. Ma così non è: è già stato ampiamente dimostrato nei mesi scorsi. Così, ogni restrizione alle attività diventa un colpo mortale per le imprese e per tutto il Paese”.
Coprifuoco, Tosi: i sindaci hanno il dovere di decidere
(Rimini) "I sindaci hanno il dovere di prendere le decisioni per la città che amministrano". Così il sindaco di Riccione, Renata Tosi, in reazione alle considerazioni del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. "Siamo noi ad avere in mano il termometro della comunità e spetta a noi sindaci, con responsabilità e senso del dovere, decidere di intervenire dove c'è l'urgenza. Il premier l'ha detto pubblicamente ieri sera, questo è un ruolo che abbiamo rivendicato e ci siamo conquistati. E' la democrazia, quella più diretta che c'è, ed è rappresentata da noi sindaci. E' giusto così e non capisco i miei colleghi che si ribellano al loro stesso ruolo". Commenta così, il sindaco di Riccione, Renata Tosi la disposizione contenuta nell'ultimo decreto del Governo che pur non direttamente, ma sentito il prefetto, ribadisce il potere dei sindaci di emettere ordinanze a tutela della salute pubblica e quindi nel caso di intervenire con chiusure mirate di luoghi pubblici o parti al pubblico. "Credo che i sindaci che stanno criticando questo aspetto hanno paura di passare per cattivi, di perdere consenso. Hanno paura di insomma di governare e di prendere decisioni anche impopolari se serve. Credo invece che questo sia il corretto ruolo che dobbiamo avere perché siamo autorità sanitarie e conosciamo palmo a palmo le nostre città".
"Il nostro compito - sottolinea il sindaco di Riccione - è anche quello di aiutare i cittadini al rispetto delle regole e delle norme. Lo dico da sempre, da quando è scoppiata l'emergenza sanitaria. Prima di tutto i cittadini, le comunità vanno aiutate nel rispetto delle norme e dei protocolli. Vanno aiutati ad applicarli. Poi se vi sono delle criticità si interviene anche perché la chiusura è l'ultima istanza, prima il sindaco deve prendere per mano le attività e far si che possano lavorare magari con modalità differenti. Per questo motivo abbiamo già in calendario domani di incontrare i ristoratori che devono da oggi affiggere sulla vetrina il numero della capienza massima del locale. Poi vedremo tutte le altre categorie. Vorrei gettare anche una luce di ottimismo in questo momento in cui si fa dell'emergenza uno stile di vita: se rispettiamo insieme le regole come distanziamento, mascherine e igiene delle mani, lavoreremo bene a Natale come abbiamo fatto in estate. A Riccione è tutto confermato il Mare d'Inverno e gli stabilimenti aperti per l'elioterapia, Riccione Winter e le sedute esterne dei pubblici esercizi, il Villaggio di Natale con le casine dello shopping con le sue immancabili luminarie. Tutto nel rispetto dei protocolli sanitari. Un Natale sobrio ma pur sempre Natale".
Verucchio assolve il 'Pataca'
(Rimini) Non c’è due senza tre e la giuria popolare della ‘Festa della Storia’ assolve anche il Pataca romagnolo. La giornata dedicata al centenario della nascita di Federico Fellini dalla sesta edizione di Più vivo la storia, più amo Verucchio tornava infatti a riproporre il format del ‘Processo’ che fra il 2017 e il 2018 aveva visto finire alla sbarra Sigismondo Pandolfo e Gianciotto Malatesta e così come per i due esponenti della casata che ha scritto la storia del paese anche in questa occasione l’appuntamento si è chiuso con un verdetto schiacciante di non colpevolezza.
E’ stato il presidente di giuria Gianfranco Miro Gori a introdurre il dibattimento con un incipit fra il filologico e l’istrionico sulla figura che il maestro del cinema di cui ricorre il centenario della nascita ha reso universale in ‘Amarcord’. Quindi ha dato spazio alla pubblica accusa rappresentata dalla giornalista Federica Bianchi (protagonista di un accorato confronto fra ‘pataca’ e ‘sburoun’ che ha toccato la vita di tutti i giorni e quella di personaggi noti e della politica) e la difesa appassionata e divertente dell’esperto in comunicazione Lodovico Vico Zanetti, abile nel destreggiarsi fra la storia e l’attualità a suon di battute e colpi da maestro come il ricordare che “pataca è anche la moneta di Macao”. Un bello scambio dialettico davanti a un pubblico di oltre 50 persone e chiuso alle 19 dal verdetto per alzata di mano: 30 quelli che si sono pronunciati per l’assoluzione, 5 per la condanna e 2 gli astenuti ufficiali. “Chi di questi che si sono pronunciati in un modo o nell’altro saranno i veri pataca?” la battuta conclusiva dello stesso Gori.
Saggista, fondatore e a lungo direttore della Cineteca di Rimini nonché autore di numerosi libri su Fellini di cui è uno dei massimi esperti che in mattinata al Teatro Eugenio Pazzini aveva raccontato ‘Le donne del cinema di Fellini. Da Gelsomina alla Rosina di Verucchio’”. Un excursus che ha preso spunto dall’intervento di riqualificazione del torrioncino di via Sant’Agostino in cui visse appunto la Rosina, fra i personaggi della ‘Città delle Donne’ girato dal regista nel 1979 e uscito nelle sale nel marzo 1980. Ed è proprio durante la visita guidata dall’architetto Giovanna Giuccioli che coordina il recupero chedavanti al torrioncino si sono incrociate sensibilità che si concretizzeranno in un progetto di fruizione turistico culturale nel nome del cinema e di Federico Fellini.
Santarcangelo: la fiera di San Martino vittima de nuovo decreto
(Rimini) In seguito al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 18 ottobre, la sindaca di Santarcangelo Alice Parma ha firmato l’ordinanza di annullamento della Fiera di San Martino 2020. "Già da diverse settimane la Giunta comunale e gli organizzatori della Fiera di San Martino erano al lavoro per valutare ipotesi alternative alla tradizionale Fiera di San Martino, in grado di salvare almeno parzialmente una manifestazione che ha tradizioni antichissime per la città di Santarcangelo. Il progetto su cui si stava lavorando prendeva in considerazione il fine settimana del 6, 7 e 8 novembre oltre all’11 giorno di San Martino, con un mercato con un numero di banchi ovviamente inferiore e spazi ristoro controllati e organizzati nel minimo dettaglio per assicurare il distanziamento", spiegano dal comune.
Tuttavia sulla base dell’evolversi della situazione epidemiologica – che continua ad aggravarsi continuamente – e alla luce delle misure assunte dal Presidente del Consiglio dei Ministri nella giornata di ieri che prevedono espressamente il divieto di svolgimento di fiere e sagre, in accordo con la Società Blu Nautilus (la società che organizza le fiere d’autunno su incarico del Comune), la Giunta comunale non poteva che decidere per l’annullamento. “Abbiamo assunto questo provvedimento con grande rammarico, ma con un forte senso di responsabilità – afferma la sindaca Alice Parma – nella consapevolezza che sospendiamo una Fiera la cui storia si perde nei secoli oltre che una tradizione particolarmente sentita dai santarcangiolesi e dai tantissimi visitatori che arrivano da fuori. Una decisione che comporta pesanti conseguenze di carattere economico per centinaia di attività ed è per questo che come Giunta comunale auspichiamo che a livello nazionale siano previste adeguate misure a sostegno di questo settore sia che si tratti degli organizzatori delle manifestazioni che per le attività economiche fortemente penalizzati dall’emergenza sanitaria”.
Assunzioni, ultimo trimestre -30% rispetto al 2019
(Rimini) Previsioni occupazionali in Romagna: nel periodo ottobre-dicembre 2020 le imprese hanno programmato complessivamente 9.320 nuovi ingressi nelle province di Forlì-Cesena e Rimini (-30% rispetto all'ultimo trimestre del 2019), di cui 3.480 nel solo mese di ottobre. Gli ingressi previsti, nel solo mese di ottobre, su base nazionale, sono 282.000, di cui 23.200 in Emilia-Romagna e il 15% di queste nelle province di Forlì-Cesena e Rimini (3.480).
Le entrate previste in provincia di Rimini, per l'ultimo trimestre del 2020, sono 4.540, contro le 6.480 previste nello stesso periodo del 2019. Per il solo mese di ottobre, le assunzioni previste sono 1.700, con una diminuzione di 830 unità sulle analoghe previsioni 2019. In 34 casi su 100 le imprese continuano a incontrare difficoltà di reperimento delle figure richieste, nonostante il minore fabbisogno in termini numerici.I giovani under 30 sono d'interesse per le imprese per una quota del 30%; i laureati nel 14% dei casi.
I settori con il maggior numero di entrate in termini assoluti sono: Alloggio, ristorazione, turismo (420 unità), Servizi alle persone (310) e Commercio (230). Le tre professioni più difficili da reperire (percentuali comprese tra il 54 e il 44% delle richieste) sono: Operai specializzati nell'edilizia e nella manutenzione degli edifici, Operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, Conduttori di mezzi di trasporto.