Zone rosse prima ondata: 12,5 milioni regionali per il riminese
(Rimini) Riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole; manutenzione e adeguamento della viabilità e del verde pubblico; restauro di palazzi pubblici, monumenti, chiese, impianti sportivi. A nemmeno cinque mesi dall’apertura dei termini per la presentazione dei progetti, a inizio ottobre, prende avvio il Programma straordinario di investimenti per le aree più colpite dalla prima ondata epidemica in Emilia-Romagna: le province di Rimini e Piacenza, ex zone arancioni nella scorsa primavera, e – nel bolognese – il comune di Medicina, che venne chiuso come zona rossa. Il programma è stato presentato oggi a Bologna in videoconferenza stampa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini. Presenti il sottosegretario alla Presidenza Davide Baruffi, il sindaco di Medicina Matteo Montanari e in collegamento la presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri e il presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi.
In totale sono 116 gli interventi decisi direttamente nei territori interessati – almeno uno per ogni Comune - e sostenuti dalla Regione, sulla base di criteri concertati nell’ambito delle Conferenze territoriali, secondo i principi della programmazione negoziata per la determinazione del fabbisogno delle comunità locali, della priorità degli investimenti, dei risultati attesi. A disposizione ci sono 26 milioni di euro stanziati dalla Regione: 12,5 milioni ciascuna per le province di Piacenza e Rimini e 1 milioni di euro per il Comune di Medicina. Risorse - con contributi compresi in media tra l’80 e il 95% del costo ammissibile – che generano un investimento complessivo di quasi 35 milioni di euro.
Progetti immediatamente cantierabili, in grado di dare in tempi brevi risposte a bisogni reali dei territori e, allo stesso tempo, sostenere la creazione di posti di lavoro e spingere sulla crescita sostenibile. Il tutto attraverso una stretta collaborazione tra la Regione e le stesse Istituzioni locali, che hanno condiviso obiettivi e modalità di intervento, così come previsto dalla legge regionale 5/2018 (“Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali”), la cornice normativa che ha visto l’attuazione del programma straordinario per le aree più colpite dall’emergenza Covid nella prima fase. Un programma straordinario da 40 milioni di euro complessivi, allargato anche alle aree montane di tutte le altre province e a quelle interne del Basso ferrarese, cui vanno 14 milioni: anche su questi progetti l’intesa è ormai vicina e verranno presto presentati.
“In questi giorni, un anno fa, la pandemia iniziava a diffondersi nel nostro Paese, prendendo il via nel lodigiano, a pochissimi chilometri dalla provincia di Piacenza- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. L’Emilia-Romagna, vicinissima a quell’epicentro, è stata per mesi fra le regioni più colpite, pagando un prezzo in vite umane e sofferenza che non potrà mai essere dimenticato. Il nostro primo pensiero continua ad andare a chi non c’è più e ai familiari. Abbiamo gestito l’emergenza sanitaria senza mai smettere di guardare avanti, compresa la decisione di recarci nelle aree più colpite, stare vicino a sindaci e amministratori locali, ascoltarli e decidere insieme prima lo stanziamento di fondi direttamente dal bilancio regionale, poi i progetti da finanziare, purché cantierabili in tempi rapidi e utili alle comunità. E insieme dimostriamo ora che si può fare bene e rapidamente, rispettando l’impegno preso coi cittadini delle province di Piacenza e Rimini, dove limitammo spostamenti e attività produttive, e di Medicina, che chiudemmo totalmente. Nessun finanziamento a pioggia, dunque, ma un piano complessivo per mobilitare risorse per la ripartenza, che coinvolge anche la montagna e le aree interne, seguendo anche l’indirizzo votato dall’Assemblea legislativa regionale. Continuiamo a combattere il Covid, potendo ora contare anche sul vaccino, e l’impegno sul fronte sanitario resta prioritario. Allo stesso tempo, però, non arretriamo sul fronte economico e sociale, per garantire la tenuta dell’intera comunità regionale, seguendo la strada tracciata nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima firmato in Emilia-Romagna con tutte le parti sociali”.
Le province di Piacenza e Rimini. Oltre al comune di Medicina, il “Programma straordinario di investimenti per i territori colpiti dalla pandemia e aree montane e interne”, riguarda dunque anche le province di Rimini, con uno stanziamento di 12,5 milioni di euro (per l’esattezza 12.496.331 euro), 54 progetti finanziati e un investimento complessivo di oltre 16,8 milioni di euro (16.818.018), e Piacenza: anche in questo caso il finanziamento regionale sfiora i 12,5 milioni di euro (per l’esattezza 12.441.733 euro), per 61 progetti e un investimento di oltre 16,4 milioni di euro (16.420.944).
Ma le risorse stanziate dalla Regione arrivano a 40 milioni di euro, considerando anche i 14 milioni di euro per le aree montane delle altre province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e per le aree internedel Basso Ferrarese: per questi ulteriori territori, gli atti sui progetti finanziati verranno formalizzati nell’arco di pochi giorni. A poco più di quattro mesi dall’atto di indirizzo votato in Assemblea legislativa, è entrato dunque nella fase operativa uno dei provvedimenti voluti dalla Giunta regionale per le aree più duramente messe alla prova dalla pandemia
Rimini aderisce a 'Facciamo luce su teatro'
(Rimini) Oggi lunedì 22 febbraio i teatri comunali di Rimini aderiscono all'iniziativa lanciata da U.n.i.t.a. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) che ha invitato i teatri italiani a illuminare i propri edifici dalle 19.30 alle 21.30. Un'azione simbolica e di solidarietà verso artisti, lavoratori e pubblico, proposta a distanza di un anno dalla chiusura al pubblico delle sale, che vuole riaccendere l'attenzione per chiedere al Governo e alla cittadinanza, nelle istanze di Unita, che si torni immediatamente a parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo, che lo si torni a nominare, che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi. Si illuminano le facciate dei teatri che pure hanno ospitato negli ultimi 12 mesi un'attività di prove, ricerca e spettacoli in streaming, ma che dovranno pienamente tornare a essere "ciò che da 2500 anni sono sempre stati - scrive Unita - piazze aperte sulla città, motori psichici della vita di una comunità".
Economia, il covid si abbatte sul commercio al dettaglio
(Rimini) L’Ufficio Studi di Confcommercio su dati del Centro Studi delle Camere di Commercio “G. Tagliacarne”, ha elaborato anche per il 2020 l’analisi “Imprese e Città – Demografia d’impresa nelle città italiane”, giunta alla sesta edizione, con l’obiettivo di qualificare la demografia d'impresa guardando come gli aggregati si muovono nelle aree centrali delle città rispetto al resto del comune, focalizzando l’attenzione sulle medie città. L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio coinvolge anche la città di Rimini, suddivisa attraverso i Cap (Codici di avviamento postale) in area centrale e area non centrale.
Analizzando il periodo 2012-2020, il saldo delle imprese di commercio al dettaglio nel Comune di Rimini ha un saldo negativo di 237 unità, con un calo di 129 in periferia e un’incidenza percentuale di -9.85%, rispetto all’area centrale (-108 unità, -13.32%). Pesano particolarmente sul totale del saldo negativo le chiusure di esercizi specializzati in altri prodotti non alimentari (-158) quali abbigliamento, calzature, pelletteria, cosmesi, profumeria, fiori e piante, gioiellerie, mobili per ufficio, ottica e fotografia e dei negozi specializzati in articoli culturali e ricreativi (-40) come supporti musicali, giocattoli, articoli sportivi, libri e giornali. Per quanto riguarda le aziende del turismo, si abbassa la quota degli alberghi chiusi: -19 in zona centrale con un’incidenza del -6,03% e -39 al di fuori, con percentuale del -5,28%, mentre tengono le altre tipologie come bar e ristoranti (+29).
“Quest’anno i dati dell’indagine dell’Ufficio Studi risultano fin troppo positivi – spiega il direttore di Confcommercio della provincia di Rimini, Andrea Castiglioni - ma ciò accade per un fenomeno che realisticamente dobbiamo addebitare ad una ‘ibernazione’ del tessuto produttivo, dovuta al blocco dei licenziamenti, al massiccio ricorso alle forme di Cassa integrazione e alle promesse di ristori. Molte imprese dunque sono già chiuse, nel senso che pur rimanendo iscritte ai registri non operano e non opereranno mai più, con un riflesso statistico che si avrà probabilmente nei prossimi trimestri. L’analisi restituisce dinamiche già in atto, come l’aggravarsi della crisi del commercio al dettaglio non alimentare che vive una sempre maggiore difficoltà a rimanere sul mercato e che durante la pandemia ha visto al contrario l’e-commerce realizzare numeri da capogiro come il +30% di beni venduti. Anche questo un processo già in atto anche in Italia, che la pandemia ha accelerato manifestando una volta di più la necessità per le micro e piccole imprese di aprirsi a nuovi asset. A questo però si aggiunge una totale incertezza per il futuro di pubblici esercizi, che al contrario mostravano su una notevole vivacità”.
“Da questo quadro emerge la prova che le nostre città stanno morendo – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino -. Le imprese sono in ginocchio e la gestione della pandemia così come è stata portata avanti finora non le ha aiutate a sopportare il periodo di emergenza. Continuiamo a chiedere aiuti reali e congrui, che consentano al nostro tessuto economico, ma anche sociale, di non implodere. Ancora una volta ci siamo trovati in zona arancione da un momento all’altro, ancora una volta siamo figli dell’incertezza, ancora una volta siamo a evidenziare le grandi difficoltà di sopravvivenza di commercio al dettaglio e pubblici esercizi. Se ieri il quadro era caratterizzato da meno commercio e più turismo con una rilevante dinamicità delle attività di pubblico esercizio, domani probabilmente sarà meno commercio e meno turismo, con inediti problemi di equilibrio nella vita sociale dentro le città. I dati e le previsioni non ci stupiscono: il rischio più che mai concreto è che il report 2021 fotograferà un quadro ancora più preoccupante. Per questo bisogna agire ora, sostenendo le imprese colpite pesantemente dal lock down e introducendo finalmente una giusta web tax che risponda al principio ‘stesso mercato stesse regole’. Imprescindibile inoltre un urgente piano di rigenerazione urbana per rilanciare i valori identitari e sociali delle nostre città”.
Zone covid, Lega appoggia Bonaccini: Emilia Romagna gialla
(Rimini) “A fronte delle decisioni odierne del Consiglio dei Ministri di prorogare le restrizioni per spostamenti, pubblici esercizi, attività commerciali e di mantenere la suddivisione in aree gialle, arancioni e rosse, considerando la grave situazione economica e sociale in atto, ci appelliamo al presidente della Regione Stefano Bonaccini invitandolo a sollecitare il passaggio in fascia gialla dell’Emilia-Romagna, in caso dati certi e provati lo consentano, limitando, per necessità di rischio oggettivo, la fascia arancione a zone territorialmente limitate. Condividiamo, infatti, le dichiarazioni rilasciate da Bonaccini sulla necessità di cambiare schema e rivedere i parametri e le misure restrittive rispetto al concreto andamento della situazione sanitaria, adeguandoli sulla base di territori limitati”. Così in una nota il segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, e il commissario della Lega Emilia, Andrea Ostellari, insieme al capogruppo della Lega in Regione Matteo Rancan.
Aggiornamento coronavirus: 167 positivi, 4 decessi, 96 guariti
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 247.856 casi di positività, 1.847 in più rispetto a ieri, su un totale di 12.312 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 15%, non indicativa dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati che la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su (dal 1^ marzo prenotazioni aperte anche per quelle dagli 80 agli 84 anni). Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 331.328 dosi; sul totale, 130.737 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 821 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 445 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 711 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40,3 anni. Sugli 821 asintomatici, 452 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 54 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione,16 con gli screening sierologici, 8 tramite i test pre-ricovero. Per 291 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 518 nuovi casi e Modena (331); poi Rimini (167), Reggio Emilia (159), Imola (125), Ferrara (124), Parma (119), Ravenna (117) e Cesena (112); seguono le province di Forlì (58) e Piacenza (17). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.504 tamponi molecolari, per un totale di 3.292.245. A questi si aggiungono anche 3.808 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.325in più rispetto a ieri di cui 96 a Rimini e raggiungono quota 200.972. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 36.516 (+499 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 34.305 (+410), il 93,9% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 23 nuovi decessi: 2 a Piacenza (una donna di 86 anni e un uomo di 81 anni); 3 nella provincia di Parma (due donne di 77 e 87 anni e un uomo di 83); 3 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 96 e due uomini di 86 e 91 anni); 2 nella provincia di Modena (una donna di 94 anni e un uomo di 74); 3 nella provincia di Bologna (una donna di 93 anni e due uomini di 72 e 79 anni); 2 nel ferrarese (due donne, entrambe di 91 anni); 2 in provincia di Ravenna (due uomini, di 73 e 95 anni); 2 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 94 anni e un uomo di 90 anni); 4 nel riminese (due donne di 88 e 89 anni e due uomini di 76 e 94 anni). In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.368.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 194 (+10 rispetto a ieri), 2.017 quelli negli altri reparti Covid (+79). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 10 a Parma (+1),17 a Reggio Emilia (+1), 44 a Modena (+1), 56 a Bologna (+),13 a Imola (+1), 18 a Ferrara (+4), 3 a Ravenna (+1), 2 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 14 a Rimini (-1).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi:19.602 a Piacenza (+17 rispetto a ieri, di cui 12 sintomatici),17.127 a Parma (+119, di cui 80 sintomatici), 31.916 a Reggio Emilia (+159, di cui 59 sintomatici), 43.278 a Modena (+331, di cui 228 sintomatici), 50.257 a Bologna (+518, di cui 272 sintomatici), 8.641 casi a Imola (+125, di cui 59 sintomatici), 14.405 a Ferrara (+124, di cui 27 sintomatici), 18.596 a Ravenna (+117, di cui 68 sintomatici), 9.413 a Forlì (+58, di cui 40 sintomatici), 11.189 a Cesena (+112, di cui 84 sintomatici) e 23.432 a Rimini (+167, di cui 97 sintomatici).
Vaccini, in marzo attese oltre 108 dosi in Romagna
(Rimini) Oltre 470mila dosi di vaccino contro il Covid-19 (esattamente 472.820) in arrivo in marzo in Emilia-Romagna. É stata infatti definita la consegna complessiva da Piacenza a Rimini per il prossimo mese, con un aumento del 38% previsto rispetto alle forniture di febbraio, quando il quantitativo ricevuto è stato poco più di 340.000. La maggior parte dei vaccini saranno consegnati da Pfzier-Biontech (287.820 somministrazioni), a seguire da Astrazeneca (116.100) e Moderna (68.900).
“Noi siamo pronti ed auspichiamo sempre più un aumento della fornitura di vaccini per la popolazione, soprattutto la più vulnerabile- dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Occorre che si recuperi al più presto le quantità di dosi decurtate e non consegnate nei due mesi scorsi, accelerando il percorso di immunizzazione dei cittadini. Il quantitativo previsto per il mese di marzo sarebbe un segnale positivo”.
La distribuzione dei vaccini sui territori. La consegna per Aziende sanitarie e ospedaliere, che non tiene conto della popolazione residente in assoluto ma del numero di soggetti a cui è destinato il vaccino, a marzo prevede 35.030 dosi in distribuzione a Piacenza (di cui 22.230 Pfizer-Biontech, 5.900 Moderna e 6.900 Astrazeneca), 47.650 a Parma (di cui 29.250 Pfizer-Biontech, 6.400 Moderna e 12.000 Astrazeneca), 51.550 a Reggio Emilia (di cui 29.250 Pfizer-Biontech, 7.900 Moderna e 14.400 Astrazeneca), 78.110 a Modena (di cui 50.310 Pfizer-Biontech, 9.600 Moderna e 18.200 Astrazeneca), 94.830 a Bologna (di cui 57.330 Pfizer-Biontech, 14.400 Moderna e 23.100 Astrazeneca), 13.890 a Imola (di cui 8.190 Pfizer-Biontech, 1.900 Moderna e 3.800 Astrazeneca), 43.480 a Ferrara (di cui 28.080 Pfizer-Biontech, 6.000 Moderna e 9.400 Astrazeneca) e 108.280 nelle aree di competenza dell’Asl della Romagna, che comprende le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini (di cui 63.180 Pfizer-Biontech, 16.800 Moderna e 28.300 Astrazeneca).
Mammoni, il trend cresce anche a Rimini
(Rimini) La ricerca della propria indipendenza da parte dei giovani nei confronti delle famiglie d'origine si sa in Italia è un problema che, anche dal confronto con i dati europei, fa sembrare i ragazzi italiani più propensi a non cercare soluzioni alternative. Un problema che in realtà ha le sue radici proprio nelle difficoltà a raggiungere l'indipendenza a causa della prolungata precarietà a cui sono costretti i ragazzi.
Italia Viva: la scelta del candidato sindaco non è solo cosa interna al Pd
(Rimini) I coordinatori Giorgia Bellucci, Gianluca Fabbrani di Italia Viva e William Ottaviano di Più Europa intervengono nel dibattito del centro sinistra per la designazione di un candidato sindaco unico per la coalizione. “Siamo in attesa da settimane, non abbiamo rilasciato dichiarazioni stampa nel solco dell’unità e del lavoro programmatico che stiamo portando avanti insieme agli altri partiti e alle forze civiche. Tavolo di coalizione che si riconosce nel percorso riformatore e di buon governo della città, fatto in questi anni, dal sindaco Gnassi. Ma constatiamo che la strada, dopo l’incontro del PD di venerdì, è tutt’altro che in discesa. Anzi. Tanti esponenti e dirigenti del Partito Democratico riminese – sottolineano i coordinatori dei due partiti – vorrebbero evitare le primarie ma ancora non è chiaro il percorso unitario che dovranno intraprendere Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti per evitarle”.
“Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”. Così Draghi nel discorso alle Camere, così Italia Viva e Più Europa, oggi, si rivolgono al Partito Democratico. “In gioco c’è il futuro di Rimini non il destino di qualche singolo. Abbiamo ribadito più volte insieme al tavolo di coalizione – continuano – il nostro NO alle primarie che in questo caso diventerebbero solo del PD. I nostri partiti non si schiereranno e non parteciperanno ad eventuali conte preventive o ad ultimatum. La scelta del candidato sindaco non è una dinamica da congresso del PD”. Concludono dicendo: “Se anche Draghi è sostenuto da un’ampia maggioranza perché non riusciamo a trovare qui l’unità? Ritorniamo al punto di partenza e scegliamo INSIEME la persona migliore, costruiamo insieme la coalizione per un patto amministrativo e mettiamo al centro l’amore per Rimini”.
Portocanale: due settimana di dragaggio
(Rimini) Sono iniziati oggi i lavori relativi al dragaggio del porto canale di Rimini, che riguardano due differenti aree del canale: una di circa 2000 metri quadrati, compresa tra l’ingresso della darsena e il ristorante “Lo Squero” del club nautico; e l’altra, di circa 1900 metri quadrati nel tratto compreso tra la Capitaneria di porto e i “Giardini della Capitaneria di porto”.
Recupero e conversione del patrimonio, nuovo Rue verso il consiglio comunale
(Rimini) Si è concluso questa mattina in terza commissione consiliare l’iter per l’approvazione definitiva della variante al Rue, il Regolamento urbanistico edilizio del comune di Rimini, che, dopo aver recepito le controdeduzioni alle osservazioni presentate dai privati e dalla Provincia, arriva all’ultimo step procedurale, l’esame del Consiglio Comunale. Iniziato il 1 febbraio scorso, dopo sette sedute la Commissione ha concluso l’analisi delle controdeduzioni, approvando dunque il testo che a marzo arriverà all’ultimo voto del Consiglio Comunale per il via libera definitivo.
“Ringrazio il presidente della commissione e i consiglieri che hanno partecipato ai lavori della commissione per il grande lavoro svolto finora e per la disponibilità – sottolinea l’assessore alla Gestione del territorio Roberta Frisoni – permettendoci di velocizzare l’analisi delle controdeduzioni e quindi di arrivare tempestivamente in consiglio. Uno spirito che sono certa ci accompagnerà anche in questo ‘ultimo miglio’ che dobbiamo affrontare, consapevoli che mai come in questa eccezionale fase storica abbiamo l’urgenza di mettere a disposizione dei cittadini e dei professionisti uno strumento di pianificazione urbanistica fondamentale, integrato con le più recenti normative nazionali e regionali, capace di interpretare gli stravolgimenti in corso e aggiornato rispetto alle necessità di cittadini e ordini professionali”.
Con l’aggiornamento del Rue si mira a favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente sul principio dello sviluppo sostenibile, evitando il consumo di nuovo territorio. Sono previsti quattro step di premialità costruttive (5% - 10% - 15% - 20% applicabili alla superficie complessiva), a cui si può sommare un ulteriore 10 % di incremento in caso di miglioramento igienico, sismico e adeguamento alle norme sul superamento delle barriere architettoniche. Gli incentivi interesseranno anche l’ambito turistico, con parametri graduali dal 5% al 20% per chi interviene con opere di recupero e riqualificazione energetica e una maggiore flessibilità per la destinazione d’uso, con un’attenzione alla tutela e valorizzazione delle aree di prima fascia. Sempre sul comparto turistico si favorirà la conversione di alberghi dismessi in servizi e dotazioni e servizi per il turismo, mentre per il centro storico si procederà con una più chiara definizione degli interventi edilizi per destinazioni residenziali e commerciali. Misure che consentono ad esempio la realizzazione di parcheggi interrati o che rendono più flessibili gli interventi sulle sagome esterne e sulle aperture. Sarà ampliata la gamma delle destinazioni d’uso ammessi con particolare attenzione al settore del commercio.
Anche in zona agricola l’obiettivo è di implementare la riqualificazione energetica con l’introduzione di meccanismi per incentivare il recupero di manufatti esistenti. Ci sarà la possibilità anche di aumentare il numero di unità immobiliari, senza aumentare i volumi, ma grazie al frazionamento.