Oggi 'Il Sole 24 Ore' ha pubblicato la sua classifica sulla qualità della vita nelle province italiane. Il quadro dipinto racconta di una Rimini che passa dal 46esimo al 51esimo posto. Non va molto meglio in Regione. Otto delle nove province perdono terreno comparate allo scorso anno e Rimini tra queste. Fa eccezione solo Modena.

Strano ma vero. Eppure solo due settimane fa il quotidiano 'Italia Oggi' segnalava la crescita delle province emiliano-romagnole proprio nella qualità della vita e sulla base degli stessi indicatori. Ne era risultato che il territorio riminese aveva guadagnato, da un anno all'altro 16 posizioni rispetto al 2022, collocandosi al 21esimo posto su 107. "Nulla di inedito visto che è ormai tradizione che le due ricerche, nonostante si fondino su numeri, diano risultati spesso agli antipodi", commenta il presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad. 

Per Sadegholvaad "più che un commento sulle ricerche, quasi impossibile vista la difformità delle analisi e dei risultati, è più utile concentrarsi su quelli che possono essere trend utili a tentare una fotografia aggiornata della situazione nei 27 Comuni della nostra provincia. Rimaniamo un territorio fondamentalmente vocato al risparmio (20esimo posto nell'indicatore dei depositi bancari delle famiglie consumatrici) ma, a causa probabilmente della crisi pandemica che si è abbattuta per quasi 3 anni soprattutto sull'industria trainante, che è il turismo, abbiamo cominciato a intaccare quel gruzzolo, con una variazione in negativo dell'8,1 per cento tra 2022 e 2023".

Resta attivo il saldo tra imprese nuove e fallite (rispettivamente 13esimo e 41esimo posto) mentre è basso il tasso di imprenditorialità under 35 (99esimi). Sul fronte del benessere di vita, la provincia di Rimini è tra quelle che garantisce la più alta speranza di vita alla nascita (settima), ha un'alta percentuale di laureati (11esima) andando a ribaltare un dato storico negativo, ma ha un tasso di fecondità e un quoziente di natalità non troppo brillanti (79esima e 63esima). Rimane alta la pagella dell'ecosistema urbano (13esimi assoluti), bene il posizionamento tra le amministrazioni digitali (20esimi), incoraggiante la 12esima posizione per scuole accessibili e il podio (terzo posto) nelle riqualificazioni energetiche.

Sul fronte della sicurezza, il punto dolente per la provincia di Rimini in ognuna di queste ricerche da 30 anni a questa parte, "rimaniamo agli ultimi posti (106esimi) per reati denunciati ma, come avvertono nella legenda sia Italia Oggi che il Sole 24 Ore, va considerata una maggiore propensione alla denuncia da parte di tutte le province del Centro-Nord (si collocano tutte oltre la 90esima posizione) a cui aggiungiamo per quanto riguarda il nostro territorio l'incidenza dei flussi turistici che, se considerato, cambierebbe e non di poco questo dato".

Altrettanto tradizionale, dall'altra parte della bilancia, l'indicatore 'Cultura e Tempo Libero' che ci vede risalire alla terza posizione finale grazie al quarto posto per 'offerta culturale', al terzo per 'ingressi a spettacoli', al quinto per 'palestre, piscine e stabilimenti termali', al terzo per 'librerie', al 17esimo per 'indice di sportività'. Anche quest'anno dunque siamo nella norma nella rappresentazione dei 27 Comuni della provincia di Rimini: rimane un territorio sostanzialmente ricco e attrattivo (basti considerare, in negativo, le altissime posizioni per prezzo medio di vendita delle case e dei canoni medi di locazione) ma in cui la crisi del Covid non ha ancora cessato la sua onda lunga, costringendo le famiglie a intaccare i risparmi, a dimostrazione indiretta di quanto la filiera turistica ancora pesi per la nostra area.

"Sicurezza e tempo libero sono due conferme, in senso opposto. Sul primo, al di là della evidente distorsione statistica, occorre per l'ennesima volta rimarcare come, dopo 30 anni anche di queste ricerche dai risultati sempre uguali, non vi sia mai stato da parte dello Stato italiano l'adeguamento degli organici di polizia e delle relative dotazioni strutturali necessario e richiesto a più voci e da qualunque Governo locale. Se è vero che nel 1997, un quarto di secolo fa, i reati denunciati nella nostra provincia furono 29.657 mentre nel 2022 lo stesso dato si è fermato a 21.118 ed erano ancora 24.681 nel 2012, resta lì sul tappeto l'evidenza di un potenziamento concreto delle strutture e degli organici delle forze dell'ordine nelle aree attrattive e ad altissima intensità turistica su cui oggi, a seguito della pandemia, si riversano con progressività crescente ulteriori criticità sociali. Sul fronte della cultura v'è la dimostrazione che la candidatura a Capitale Italiana 2026 non è dovuta tanto o solo al potenziamento dei presidi culturali pubblici, ma a una partecipazione davvero diffusa della fruizione culturale da parte dei residenti. Detto tutto questo, rimane fermo l'assunto iniziale: prendiamo queste classifiche, nel bene e nel male, per quello che sono. Contraddizioni tra loro comprese", commenta Sadegholvaad.

Il Teatro di San Girolamo a Marina Centro è gremito da più di un centinaio di partecipanti, come non capita di frequente per le iniziative parrocchiali. Sono presenti anche alcuni giovanissimi, oltre a diversi adulti ai quali si aggiungono non pochi amici del relatore e altri riminesi incuriositi dalla proposta. 

Tutti ad ascoltare il prof. Wael Farouq, docente di lingua e letteratura araba all’università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Titolo della serata: Un incontro umano imprevisto. La scoperta che l’altro è un bene. Egiziano, di fede musulmana, Wael, non ancora cinquantenne, sposato con tre figli adolescenti, precisa che da ventisei anni la sua vita è segnata dall’esperienza di amicizia con tanti cristiani cattolici, in una trama di rapporti sviluppatasi a partire dall’incontro con uno studente italiano al Cairo, quando Farouq era giovanissimo insegnante. Wael conosceva bene l’occidente, ed era cresciuto in un antico quartiere cristiano. Ma non è l’attrattiva della cultura occidentale o il fascino dei valori cristiani a muoverlo. In quell’incontro si accorge di qualcosa di diverso, che non aveva mai visto prima. Quello studente non corrisponde allo stereotipo dell’italiano – solitamente elegante, amante della buona cucina e in compagnia di belle donne – ma sembra piuttosto un americano per come si veste e lo sorprende perché non ha una compagna. Poi capirà che appartiene ai Memores Domini (uomini e donne, laici appartenenti al movimento di CL, che vivono in povertà, verginità e obbedienza). 

«Questo ragazzo ha un particolare – racconta Farouq – non appartiene a una ideologia o a una grande tradizione, ma ad una presenza. Quello che ho visto non deriva da uno che è convinto da un’idea e che crede in una teoria, ma da uno che ha vissuto un’esperienza. Il suo cuore è stato allenato lentamente nel tempo, generando una capacità straordinaria di vedere il bene».

Questo incontro introduce una novità assoluta nella vita di Wael, che nella dialettica delle dispute con i suoi studenti cristiani si divertiva a «tentare di demolire la loro fede», come racconta ironicamente. «Nel dibattito posso discutere la teologia della Trinità, ma se uno apre i tuoi occhi facendoti vedere una cosa bella non puoi negarla, non puoi dire “no, non è vero”». 

Cosa ha colpito realmente Farouq? «Lui aveva questo sguardo che mi ha fatto capire una bellezza. Io mi fermavo e chiedevo: “che bellezza vedi in questo?”. Facendo così riuscivo a vedere una bellezza che prima non vedevo. Uno sguardo che non dà una risposta, ma uno sguardo che genera una domanda e una domanda che guida una verifica. Una verifica che fa crescere il cuore e lo rende in grado di conoscere la bellezza della sua esistenza. Questo è l’incontro: un’esperienza che richiama una presenza, che si può incontrare veramente quando uno ti fa aprire gli occhi». 

Da qui si sviluppa una storia fatta di incontri e di rapporti decisivi per la sua vita, di cui Rimini è una tappa fondamentale. Wael racconta di come si stupì per la libertà e l’apertura con cui fu invitato a parlare al Meeting, con il quale si è coinvolto fino a proporre lui stesso il Meeting del Cairo con volontari musulmani e ad appassionarsi a Il senso religioso di don Luigi Giussani, dal 2006 tradotto in lingua araba e diffuso anche in ambienti di fede musulmana.

«Non ho ancora cinquant’anni e da ventisei anni vedo questa esperienza – racconta ancora stupito Wael – praticamente tutta la mia vita da persona adulta, grazie a Dio. Questo incontro mi ha fatto riscoprire chi sono». Mentre Farouq continua il suo racconto cresce una familiarità, è come se condividessimo da sempre l’esperienza decisiva della nostra esistenza. Succede, non è l’esito di una riflessione. Non c’è, infatti, contenuto da lui proposto che non fiorisca dall’esperienza vissuta e, così, si precisa cosa significa affermare che l’altro è un bene. «Nessuno può dire che “l’altro è un bene per me” se non è consapevole del proprio io, della propria identità. Quello che ho capito dalla mia esperienza è che solo un “io” che vive la propria identità, che non crede in una teoria – perché anche il cristianesimo può diventare una ideologia – ma vive un’esperienza, può incontrare l’altro. Ho amici cristiani “buonisti”, che mi chiedono come fare a incontrare i musulmani. Io rispondo semplicemente che basta essere cristiani».

Ascoltando Wael anche noi ci siamo sorpresi a capire chi siamo. L’annuncio cristiano non è una teoria o una ideologia, ma un fatto che si scopre nell’incontro con una umanità che attrae. Così anche l’incontro umano con Farouq ci restituisce la nostra identità, facendoci imparare quello che crediamo già di sapere.

In questo cambiamento d’epoca, in cui è sempre più evidente che la cristianità è finita, scopriamo un germoglio di novità che ci testimonia come il cristianesimo sia vivo e presente. Per comunicarsi non ha altra forza se non l’impatto umano con l’esperienza di chi lo vive. Lo affermò Luigi Giussani intervenendo al Sinodo sui laici del 1987: «Ciò che manca non è tanto la ripetizione verbale o culturale dell’annuncio. L’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata». Nell’incontro con Wael Farouq lo abbiamo riscoperto, non perché ci è stato spiegato ma in quanto è accaduto. 

Quello che abbiamo vissuto, in questo momento drammatico della storia, è una speranza per tutti. Non abbiamo altro da offrire a noi stessi ed ai nostri fratelli e sorelle, uomini e donne del nostro tempo.

don Roberto Battaglia,
parroco di San Girolamo

Ex nuova questura. Il degrado nell'area da anni abbandonata in via Bassi a Rimini avanza e da tempo la nuova proprietà ha presentato un progetto che prevede la riqualificazione con l'abbattimento dell'edificio, ostello per senzatetto, ritenuto pericoloso dai residenti.
 
Nel corso della commissione controllo e garanzia, che si è riunita ieri per volontà delle forze di minoranza, l'amministrazione comunale ha annunciato che a breve incontrerà la proprietà, Ariminum sviluppo immobiliare (Asi). "Cogliamo con rinnovata fiducia l'imminente appuntamento accordatoci dal Comune di Rimini e il riconoscimento dell'accordo di programma quale strumento amministrativo più utile alla città per risolvere quello che è un problema irrisolto da vent'anni in via Ugo Bassi", commenta il responsabile del progetto di riqualificazione RiminiLife, Marco Da Dalto.
 
"Abbiamo voluto convocare la commissione di controllo e garanzia perché l’importanza dell’area (mai) ex questura non può consentire il rimpallo a cui la città sta assistendo", spiegano compatti i consiglieri di minoranza."Abbiamo atteso responsabilmente 2 anni nella speranza che privato e Giunta facessero i loro passi, ma quei tentativi ad oggi sono falliti e noi, come amministratori, siamo obbligati a prendere contezza di elementi che peraltro entro Natale andremo a votare (progetto PIERS)", continuano.

"Quello che è tristemente emerso è che l’amministrazione, contrariamente a quanto le piace affermare, pare disposta a lasciare quell’area così come si trova per diversi anni, rimandandone la programmazione urbanistica al PUG su cui, peraltro, essa stessa è in grave e colpevole ritardo. E’ poi emerso che l’amministrazione, "si rifiuta di motivare la asserita insussistenza di interesse pubblico all’approvazione del progetto, trincerandosi dietro un “no” privo di ragioni ed evitando di controbattere alle osservazioni ed alle analisi puntuali fornite dal privato, che ad oggi, rimangono gli unici elementi di istruttoria con cui possiamo confrontarci".

Alla minoranza consiliare, invece, "interessa riqualificare quell’area (anche se non ad ogni costo ovviamente) e ci interessa che l’individuazione dell’interesse pubblico non avvenga in modo arbitrario e iniquo. E soprattutto non motivato. Si rischierebbe di “confondere” l’interesse pubblico con quello politico”. Le conseguenze  di un simile modello di governo, spiegano i consiglieri di minoranza, "sarebbero pericolosissime per la città. Lo sono, anzi. E lo sono già state in passato. Ci auguriamo che il Sindaco voglia distinguersi; diversamente non farebbe altro che giustificare i processi alle intenzioni che da più parti gli vengono mossi in città".

Le statistiche provvisorie riferite a gennaio-ottobre 2023, relative al movimento turistico, rese disponibili dalla Regione Emilia-Romagna, rilevano un aumento dei flussi nella provincia di Rimini che, però, non recupera sul 2019 (anno pre-covid). Migliori i risultati per la clientela straniera rispetto a quella nazionale. La conferma del dato arriva oggi dalla Camra di Comemrcio della Romagna.

I dati provvisori relativi al movimento turistico nei primi dieci mesi del 2023, in provincia di Rimini, rilevano una crescita annua degli arrivi del 5,3% (3.422.255 unità) e delle presenze dello 0,5% (14.105.190 unità). Migliori i risultati della clientela straniera rispetto a quella italiana; nel dettaglio: +1,9% gli arrivi italiani e -3,4% le presenze nazionali, +18,3% gli arrivi stranieri e +13,2% le presenze estere.

Rispetto all'anno pre-covid abbiamo però una situazione ancora negativa, sia sul fronte degli arrivi (-4,4% sul 2019) sia su quello delle presenze (-10,1%).

Nel periodo gennaio-ottobre 2023 si assiste ad un decremento delle presenze in tre comuni della riviera: Riccione (-2,7%), Bellaria Igea-Marina (-0,9%) e Cattolica (-1,9%). In crescita invece le presenze sia a Rimini (+2,7%) sia a Misano Adriatico (+4,9%). Positivi i risultati ottenuti dai due principali comuni dell'entroterra riminese, ovvero Santarcangelo di Romagna (+4,3%) e Verucchio (+2,4%), così come aumentano le presenze nelle località dell'Appennino (+10,8%).

 

La commissione urbanistica del comune di Rimini ha espresso parere favorevole alla ratifica delle conclusioni della Conferenza dei servizi relativa all’attuazione del Programma Integrato di Edilizia Residenziale Sociale (Piers) che sarà realizzato nella zona dell’ex Dama – questura, nell’area compresa tra le vie Giovanni Pascoli, Ugo Bassi, via IX Febbraio 1849 e Flaminia.  

L’intervento è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna attraverso un contributo di 5,5 milioni di euro ottenuto dalla partecipazione ad un apposito bando, con un importante investimento da parte dell’Amministrazione attraverso Acer di 3,2 milioni. Il progetto prevede la realizzazione di 36 nuove abitazioni di edilizia residenziale pubblica di elevata qualità, con l’obiettivo di incrementare l’offerta di alloggi e al contempo favorire la complessiva rigenerazione del contesto urbano in cui si inseriscono ed è frutto di  un concorso di idee bandito con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Rimini per la definizione oltre che dei complessi abitativi anche delle opere e dei servizi connessi. La progettazione ha tenuto conto anche degli esiti della percorso partecipativo con gli abitanti della zona condotto a maggio 2022 dal Piano Strategico, in collaborazione con Amministrazione Comunale ed Acer. Il crono programma prevede l’affidamento dei lavori per l’avvio delle opere per la primavera 2024 e fissa la consegna delle abitazioni entro il 2026. 

L’intervento 

Nello specifico il progetto prevede la creazione di due nuovi fabbricati: il primo composto da 24 alloggi di E.R.P. ed uno composto da 12 alloggi di E.R.S. per un totale di 36 nuove abitazioni dotati di caratteristiche di alta sostenibilità, efficienza energetica, massima accessibilità e sicurezza. Si tratta di due volumi di 4 piani fuori terra più un piano seminterrato che andranno a formare un corpo unico, collegato da uno spazio polivalente comune pensato per favorire la condivisione e l’integrazione tra gli abitanti. 

Il complesso sarà in dialogo con lo spazio esterno: una grande corte verde ribassata e protetta, attraversata da percorsi ciclabili e pedonali che accoglierà spazi dedicati ai giochi e attrezzature per lo svago. Oltre ad essere area pubblica e di condivisione polifunzionale, la corte funzionerà anche come grande rain-garden permettendo una migliore gestione dei fenomeni atmosferici estremi e comprendendo la vasca di laminazione ancora in funzione. Saranno adottate strategie e tecnologie con l’obiettivo di costruire uno spazio pubblico resiliente e sostenibile, anche nei confronti dei cambiamenti climatici (isola di calore, gestione delle acque meteoriche, comfort acustico, illuminazione LED alimentata dai pannelli fotovoltaici dell’edificio).  

Il complesso si integrerà con la viabilità esistente prevedendo parcheggi pubblici collocati lungo via Lagomaggio e lungo la sua perpendicolare, integrati con gli spazi verdi. Nello specifico il progetto prevede una superficie verde permeabile pari a quasi 5mila mq; mentre i parcheggi realizzati saranno sessanta (una cinquantina di pertinenza all’interno e all’esterno del complesso, i restanti parcheggi pubblici) che andranno ad aggiungersi al centinaio di posti auto già presenti e in uso grazie all’intervento realizzato dall’Amministrazione lo scorso anno. 

Oltre alle opere di urbanizzazione collegate alla realizzazione degli alloggi, il progetto comprende anche complessivi interventi di riqualificazione lungo l’asse di Via Arnaldo da Brescia, attraverso la realizzazione di un collegamento ciclopedonale tra i nuovi fabbricati e il polo scolastico e gli impianti sportivi esistenti, a favore dei cittadini residenti. 

L’osservazione di Asi 

Con la ratifica delle conclusioni della Conferenza dei servizi, il Consiglio Comunale delibererà anche il non accoglimento dell’osservazione pervenuta dalla società Ariminum sviluppo immobiliare, proprietaria dell’area dell’ex questura di via Ugo Bassi. La Giunta comunale, in assenza di un eventuale accordo di programma in cui sia evidente l'interesse pubblico, inserirà la pianificazione dell’area nell’ambito del nuovo PUG, anche in considerazione dei progetti che insistono in quel quadrante urbano, dalla dismissione della Caserma Giulio Cesare, destinata a diventare nuova cittadella della sicurezza attraverso l’intervento coordinato dall’Agenzia del Demanio, e le prospettive di riqualificazione e modernizzazione dello Stadio Comunale Romeo Neri. 

“Con l’approvazione in Consiglio comunale di questa delibera andremo a chiudere il percorso di progettazione di un intervento che prima di tutto risponde ad un’esigenza prioritaria quale l’aumento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica – sottolineano gli assessori Roberta Frisoni e Kristian Gianfreda – andando a realizzare 36 nuove abitazioni che rispondono ad altissimi standard qualitativi e inseriti in un complesso che tiene conto delle esigenze di sostenibilità, di funzionalità e anche di sviluppo delle relazioni sociali, dunque promuovendo un complessivo innalzamento della qualità dell’abitare e una riqualificazione generale del contesto, oggetto anche di un percorso di partecipazione con chi già vive nella zona. L’intervento è una delle azioni ricomprese nel piano straordinario di interventi di politiche abitative per oltre 30 milioni ribattezzato Casa Rimini e che ha nell’aumento dell’offerta di alloggi uno degli assi principali di intervento: oltre al Piers, sono in campo altri progetti come il Pinqua all’ex Moi (Mercato ortofrutticolo), per il quale è già stata presentata richiesta di finanziamento statale e che prevede la realizzazione di 80 alloggi di proprietà comunale, oltre ad altri interventi tra conversione di strutture ricettive in residenze temporanee e edilizia di comunità che punta ad aumentare la dotazione di alloggi complessivamente di 190 unità entro  il 2027”.  

Il presidente della regione Emilia Romagna Bonaccini e la vicepresidente Irene Priolo, insieme agli assessori Paolo Calvano (Bilancio) e Vincenzo Colla (Sviluppo economico), ieri hanno incontrato nuovamente i rappresentanti dei comitati dei cittadini colpiti dall'alluvione dello scorso maggio. "Ribadiamo la richiesta al Governo per il rimborso di tutti i beni mobili, oggi ancora non prevista. Senza, non possono esserci risarcimenti al 100%", ha chiarito subito il presidente. Attivata da qualche giorno, inoltre, la piattaforma Sfinge per la raccolta delle richieste di contributo. Hanno già superato il numero di 1.200 gli accessi alla piattaforma, sono 4.400 le domande per il bando auto. . 

Nella riunione è stato fatto il punto, in particolare, sulle ordinanze di risarcimento danni, sul funzionamento della piattaforma Sfinge, sul bando auto e sul programma di ulteriori interventi sul reticolo idrografico coinvolto dagli eventi alluvionali. Presente anche il direttore dell'Autorità di Bacino Andrea Colombo, che ha illustrato le prime valutazioni sulle strategie che saranno messe in campo nei prossimi mesi.

"Come promesso il mese scorso, da parte della Regione c'è la massima disponibilità a collaborare con i cittadini e i loro rappresentanti: e tale resterà fino a che non saranno risolti tutti i problemi e le criticità legate a questo evento drammatico" ha spiegato Bonaccini ribadendo che la priorità più urgente oggi resta l'inserimento dei beni mobili all'interno del perimetro dei risarcimenti decisi dal Governo e messi in pratica dalla struttura commissariale.

"Senza il rimborso di tutti i beni mobili danneggiati- ha ribadito il presidente-, non ci potrà mai essere un risarcimento al 100% come promesso dal Governo. Su questo punto, non saremo soddisfatti finché non sarà rimborsato l'ultimo bene colpito dall'alluvione".

Durante l'incontro è stato fatto il punto sul funzionamento della piattaforma informatica 'Sfinge alluvione 2023', versione aggiornata di quella voluta e realizzata dalla Regione nel 2012 per il sisma in Emilia e dove cittadini e imprese possono presentare dal 15 novembre la richiesta di contributo danni. Al momento sono oltre 1.200 gli accessi registrati.

Riguardo al bando auto, sono oltre 4.400 le domande presentate, per un finanziamento complessivo di circa 14,8 milioni di euro. In queste settimane sono arrivate circa 2mila richieste di chiarimenti alle quali la Regione ha dato riscontro, in alcuni casi anche con assistenza telefonica. Attualmente sono in corso le verifiche e i controlli di conformità delle prime 1.060 domande, in collaborazione con l'Aci. Il bando resterà aperto fino a dicembre 2024.

"Ricostruiamo il futuro dell'agricoltura romagnola": questo il tema dell'edizione 2023 dell'Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata venerdì pomeriggio nel corso dell'annuale convegno. La fotografia dell'andamento complessivo del comparto agricolo è stata illustrata dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri e dal responsabile del servizio tecnico fondiario e credito di Cia Romagna Marco Paolini.

Da anni l'agricoltura sta vivendo una fase drammatica e il 2023, nell'ultimo decennio, è stato addirittura paradossale. La flessione delle imprese agricole in Romagna risulta superiore a quella del 2022 e pressoché tutti i settori e le produzioni risultano compromessi.

L'economia romagnola vale il 2,2% del Pil nazionale in termini di produzione e di contribuzione. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l'economia italiana. 

LE IMPRESE AGRICOLE RIMINI

 Nella provincia di Rimini alla fine del terzo trimestre del 2023 l'agricoltura conta 2.379 imprese attive (6,9% delle imprese totali provinciali e 4,6% delle imprese agricole regionali); rispetto al 30 settembre del 2022 si registra un calo del 4,3% (Emilia-Romagna: -2,4%, Italia: -2,7%), che corrisponde, in termini unitari, a -108 imprese agricole.

Le imprese giovanili agricole alla data in esame risultano essere 99 (-9 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 4% sul totale delle imprese giovanili e il 4,2% delle imprese del settore. In provincia le imprese giovanili attive in totale sono 2.461 (-1,8% rispetto al medesimo periodo del 2022) e rappresentano il 7,1% del totale delle imprese attive (7,3% in Emilia-Romagna e 8,6% a livello Italia). Le imprese femminili agricole risultano essere 526 (-20 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 6,9% sul totale delle imprese femminili e il 22,1% delle imprese del settore. Al 30 settembre 2023 le imprese femminili attive totali sono 7.667 (-1,1% rispetto al medesimo periodo del 2022) e rappresentano il 22,1% del totale delle imprese attive (21,4% in Emilia-Romagna e 22,7% a livello Italia).

VITIVINICOLO

Nel riminese, a fronte di superfici pressoché stabili rispetto all'anno scorso, la produzione di vino è scesa dai 93.123 ettolitri del 2022 ai 91.080 del 2023 (-2%), con una resa media di produzione di uva di 77,5 Q/ha (erano 80.1 nel 2022 e 90 nel 2021). L'anno sarà ricordato non solo per l'andamento climatico ma anche per la grandine e l'aggressività di alcune malattie, dalla flavescenza dorata alla peronospora. L'inverno era stato caldo e poco piovoso, ulteriore fonte di preoccupazione dopo tre anni di siccità prolungata. Le piante hanno mostrato un forte anticipo nel germogliamento, dovendo però subire successivamente un ritorno del freddo in primavera, che ne ha ritardato lo sviluppo. Le uve precoci di trebbiano e chardonnay sono state vendemmiate subito dopo Ferragosto, con quantità in media del 15% in meno rispetto al 2022. La raccolta delle uve sangiovese, che rappresenta la grossa parte della produzione, è iniziata nella seconda metà di settembre. In generale si è riscontrata una diminuzione che si può assestare attorno al 10% in meno rispetto all'anno precedente. Se le quantità sono risultate inferiori alle potenzialità dei vigneti, vi è stata comunque molta soddisfazione per la qualità delle uve portate in cantina, con un interessante profilo aromatico considerando acidità e profumi.

OLIVICOLTURA

La produzione olivicola dell'area riminese, si preannuncia in forte calo come su tutto il territorio regionale. La resa media per le olive è stimata intorno ai 7 q.li/ha lo scorso anno era di 23 q.li/ha. La qualità del prodotto si preannuncia ottima nel caso si sia operata una corretta difesa dalla mosca olearia, la resa in olio dovrebbe essere sulla media. La produzione complessiva di olive in provincia di Rimini si stima per il 2023 intorno ai 12.000 quintali, circa -70% rispetto al 2022. Per quanto riguarda la Dop "Colline di Romagna", che riguarda quasi 70 ettari nelle province di Rimini e Forlì-Cesena, si stima una raccolta in calo del 50% rispetto alla precedente campagna, con una resa nella media. Pertanto, si ipotizza la produzione di circa 350 quintali di oliva DOP "Colline di Romagna" corrispondente a circa 4,5mila kg di olio DOP "Colline di Romagna".

ERBA MEDICA

In Italia la superficie coltivata a erba medica è caratterizzata da una marcata oscillazione nel corso degli anni, dal 2006 al 2023 si è passati da circa 766.000 ha a 676.028 ha. L'Emilia Romagna si conferma la regione che contribuisce maggiormente, con oltre 239.290 ha coltivati, pari al 35,3 % della superficie totale nazionale. Rimini nel 2023 ha un importante contribuito con 10.738 ha (Ravenna 13.900, Cesena 19.000 ha).

FRUTTICOLO

Il 2023 è un anno drammatico per la frutta romagnola. Le percentuali di perdite per la maggior parte delle colture si equivalgono a quelle del 2020, uno degli anni più nefasti per il comparto, ma per alcune il 2023 è anche peggio. Gli ammanchi del comparto frutticolo in Romagna infatti si aggirano in media su percentuali del 30-40%. A Rimini il calo in campo della fragola è di circa il 32%, l'albicocco segna invece una produzione di quasi -15% e un forte calo della resa. Si registra inoltre negli anni una tendenza in diminuzione degli ettari coltivati. La lista delle cause dell'estirpo degli albicocchi è lunga: il prezzo delle albicocche riconosciuto ai produttori; i costi di produzione che non fanno il paio con i prezzi all'origine; la presenza del Capnodio, un parassita che da alcuni anni si trova negli impianti di albicocco in certe aree collinari dell'Emilia-Romagna. Poi ancora la difficoltà di approvvigionamento idrico, le frequenti gelate. Nella provincia di Rimini le superfici dedicate al ciliegio sono più che raddoppiate nel giro di poco più di un decennio. Ma la produzione nel 2023 è stata la più scarsa di sempre, dovuta alle avversità climatiche di maggio, già a partire dalle varietà precoci, per poi confermarsi per quelle medio tardive. Le rese hanno registrato un crollo a Rimini del 30%. Il crollo della produzione è vertiginoso a Ravenna (-70%) e Forlì-Cesena (-80%).

APICOLTURA

Per l'apicoltura romagnola il 2023 è stato un anno difficilissimo, non solo per le alluvioni di maggio. A causa della siccità pregressa, infatti, le condizioni all'inizio della stagione produttiva sono apparse subito poco favorevoli. Già nella primavera il settore ha attraversato una situazione di vera e propria emergenza dovuta alla pressoché totale assenza di raccolti primaverili. Le principali produzioni caratterizzate da una forte specializzazione produttiva, tra cui il miele di acacia, hanno registrato perdite molto gravi. La situazione di criticità è continuata almeno fino alla prima metà di giugno, a causa del tempo ancora instabile, che ha inciso negativamente sulla fioritura del tiglio di pianura, del millefiori post acacia e del coriandolo. In provincia di Rimini il 2023 segna un aumento dei produttori (da 424 a 437) ma un calo sia degli alveari che degli sciami, si riscontrano zone poco produttive con una media di 10 kg/alveare, fino ad arrivare a punte di 30 kg/alveare in alcune zone di pianura o collina. Sempre a Rimini, sono stati rilevati raccolti di 14 kg/alveare di miele di girasole.

ZOOTECNIA

Nel 2023 rispetto all'anno precedente calano drasticamente i capi di bovini da latte in provincia di Rimini (-14%) e Forlì-Cesena (-16%). Il numero delle aziende zootecniche nel riminese nel 2022 è 54, il 16.9% in meno rispetto all'anno precedente.

BIOLOGICO

Al 31 dicembre 2022 le imprese biologiche attive in regione sono 7.330 (erano 6.925 nel 2021, +5,8%). L'incremento rispetto al dato del 2021 si è verificato soprattutto negli ultimi mesi dell'anno, in parte correlato al bando 2022 della Misura SRA29 del PSR 2023-27. La superficie agricola condotta con il metodo biologico nel 2021 in Emilia-Romagna ha raggiunto quota 200.388 ettari (+7,66% rispetto al 2021, 186.139) e rappresenta il 19,18% della SAU regionale. Nella provincia di Rimini continua ad avere segno positivo la superficie condotta con il metodo biologico, che passa dagli 9.034 ettari dell'anno precedente ai 10.187 (+12.5%), il 35% della superficie agricola utilizzata. Se si mette in relazione la superficie biologica provinciale con la superficie agricola totale la provincia di Rimini si trova al secondo posto in regione, mentre la più biologica è quella di Forlì-Cesena quasi il 30% della SAU provinciale. Le imprese agricole biologiche dedite anche all'allevamento di almeno una specie animale con il metodo biologico al 31/12/2022 sono 922 (erano 980 nel 2021, -3.4%) la provincia di Rimini registra il calo maggiore con – 16.9%

"E' stata una raccolta miracolosa. Una grazia da molti punti di vista". Il responsabile della Colletta Alimentare a Rimini, Pasquale Fattibene (nella foto con alcuni volontari e il vescovo Nicolò Anselmi), ci racconta com'è andata l'edizione appena trascorsa.

Quest'anno alla tradizionale grande giornata nazionale di mobilitazione per raccogliere alimenti per i bisognosi, non ci sono state novità organizzative, "ma novità di altra natura ne abbiamo avute in abbondanza. Come la partecipazione di gruppi di altre confessioni cristiane, non cattoliche. Per esempio, ha aderito in maniera totale la comunità degli evangelici.Come ogni anno, inoltre, oltre ai gruppi religiosi, partecipano gruppi della società civile. Abbiamo avuto volontari del Rotary, dei Lyons. Cosa significa? Che la colletta è partecipata da tutti, non è identificabile con una cultura che viene da una sola parte", precisa Fattibene.

Con il gruppo evangelico, prosegue Fattibene, "c'è stata una comunione d'intenti totale. Ci siamo incontrati dopo la Colletta ed è stato naturale per noi ringraziarci a vicenda, dirci quelle che è emerso dalla Colletta: il desiderio del cuore dell'uomo è identico per tutti. Non importa la razza, non importa la religione o il gruppo a cui si appartiene, ognuno è uscito fuori dal supermercato dove ha fatto il volontario più felice di prima".
Perché? "Non è solo partecipare a un gesto, è partecipare a un'esperienza di bello e di gusto che corrisponde immediatamente a quello che il proprio cuore desidera".

La presenza tra i volontari "di persone nuove, nel senso che hanno partecipato per la prima volta, e diverse ha evidenziato un fatto. Chi ha indossato la pettorina arancione da volontario è parte di un popolo identificabile non nel fatto che la si pensi tutti alla stessa maniera, ma per la chiarezza di quello che desideravamo tutti quanti quel giorno... che io ho trascorso un po' in magazzino e un po' in giro tra i vari supermercati. Lo dimostra anche la chat piena di foto perché ognuno ci teneva a far vedere cosa stesse facendo e cosa stava accadendo".

Quest'anno è stata "una colletta storica", prosegue Fattibene. Perché? "Per un fatto eccezionale che è avvenuto. Un nostro volontario, un capo equipe, mentre andava a fare la Colletta, alle 7,30, ha avuto un incidente e alla Colletta non è mai arrivato perché è deceduto".

Una circostanza tragica... "Questa cosa mi ha segnato, ha segnato tutti e ha reso ancor più vero il gesto della Colletta. C'è stata una sproporzione. Da una parte chi perde la vita per la Colletta, la croce. Dall'altra, una sovrabbondanza di vita che abbiamo visto nelle persone che facevano la Colletta. Croce e resurrezione".
E c'è di più. "La circostanza mi ha colpito particolarmente perché chi ha dato la vita per la Colletta aveva un'affezione tale al gesto da preoccuparsi di poter fare poco, in quanto anziano. Aveva 80 anni. Alla fine lui è quello che ha dato più di tutti".

Inutile dire che la notizia dell'amico scomparso si è presto diffusa tra i volontari . "Questo fatto ha segnato la giornata. Mentre si spargeva la voce che Mario non c'era più e che non era più alla Colletta, mentre Mario era morto, c'era all'opera per la Colletta chi testimoniava che esiste Qualcosa che non muore mai... che c'è un desiderio infinito e c'è un popolo che risponde a questo desiderio con la sua presenza".

La Colletta è stata "storica" anche per un altro motivo. "La sera al magazzino è venuto a trovarci il vescovo Nicolò. Per noi è stato un gran regalo. Perché è vero che la Colletta non ha identificazioni, ma è altrettanto vero che nasce da un'esperienza cattolica. Per noi il vescovo è stato come un padre che va a trovare i propri figli. Ci ha fatto un piacere immenso".

Tante come sempre le storie incontrate dai volontari all'opera. Non manca mai, per esempio, quel signore che uscendo dalle casse si accorge di aver dimenticato di fare la Colletta e torna indietro dal cassiere per lasciare dei soldi affinché i volontari possano riceverne alimenti per un valore equivalente. "Noi non possiamo accettare soldi", ricorda Fattibene.
Una tra le tante storie si è svolta in Valconca. "Nei giorni precedenti un'insegnate di una scuola media di Morciano, che non aveva mai fato la Colletta ma che la conosceva perché i suoi figli l'avevano fatta con un'altra insegnante, mi aveva contattato perché voleva proporla ai suoi alunni della scuola media. Io quindi su suo invito sono andato a scuola per presentare l'iniziativa e una quindicina di ragazzi ha aderito".

Com'è andata? "Sono rimasti contentissimi. Commoventi le letterine che hanno scritto per raccontare la loro esperienza. Qualcuno ha scritto: la gente ci donava il cibo e anche un sorriso. Vuol dire che ha percepito quanto il bisogno non sia solo materiale, di ricevere un alimento in dono, ma che abbiamo bisogno di un abbraccio. Un altro ha scritto: siamo tornati a casa tutti felici". Fattibene era andato a trovarli durante la Colletta. "Sprizzavano di gioia da tutti i pori. Anche quelli che mi erano sembrati più timidi si sono aperti e messi in gioco totalmente distribuendo i volantini in lungo e in largo nel supermercato".

Infine un numero, testimonianza tangibile della pesca miracolosa. "Quest'anno abbiamo raccolto 58 tonnellate di alimenti, 3 in più rispetto al 2022. Il tutto possibile grazie ai 1.200 volontari che hanno partecipato nei vari turni in una settantina di supermercati".

Filomena Armentano

Giovedì, 23 Novembre 2023 16:56

23 novembre

Povertà: problema casa | Riccione: Tirincanti assessore? | Molestatore in carrozzina

Mercoledì, 22 Novembre 2023 16:54

22 novembre

Il Capodanno torna al mare | Le scuole secondo Eduscopio | “Adesso sei un angelo”

Pagina 25 di 1908