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24 novembre
Balneari, sempre più caos | Gasolio adulterato | Novafeltria: cau sperimentale
Riqualificazione via Bassi, intervento del sindaco Sadegholvaad
La cosa è molto semplice e lo ha spiegato correttamente ieri l'assessore Frisoni. Quello scandalo chiamato 'nuova Questura', sulle spalle degli incolpevoli riminesi da troppo tempo, va eliminato facendo prevalere l'interesse pubblico. Che, mi dispiace ribadirlo, non è quello della proposta presentata da ASI.
Lo afferma la stessa ASI che quella superficie commerciale accessoria, 'per magazzini', con i suoi 4.500 metri quadrati sproporzionata e fuori contesto rispetto alla superficie di vendita richiesta (1.500 metri quadrati) e a ogni altra operazione analoga in zona, è essenziale alla riuscita del loro 'metodo di lavoro'. E una comunità può accettare che il loro 'metodo di lavoro' e cioè un'area logistica mai vista prima e in cui è legittimo e naturale leggere la volontà di realizzare un hub del delivery da cui ogni giorno far entrare e uscire senza soluzione di continuità decine di mezzi grandi e piccoli su una strada già trafficata come via Roma, sia sovrapponibile alla pubblica convenienza? Può accettare che programmi di costruzione di case popolari siano da considerare una jattura e un degrado rispetto alle superfici commerciali di un supermercato con un 'retrobottega' abnorme e fuori scala? Insomma, può accettare che un modello di business privato (su cui non discuto, naturalmente) passi sulla testa dei riminesi e della comunità locale?
Il Comune di Rimini ha avanzato ieri ad ASI, dopo l'analisi tecnica della compatibilità, una proposta per addivenire a un accordo di programma: ok a un supermercato in linea con le dimensioni di quelli della zona, ok a una quota sostenibile di residenziale. Era quello che ASI chiedeva dall'inizio, l'avvallo di una superficie di vendita al dettaglio di 1.500 metri quadrati. In più si chiede la riduzione armonica di una superficie per 'magazzini' stranamente gonfiata a tre volte la superficie di vendita. Una cosa mai vista prima, che salterebbe agli occhi anche di chi non è un tecnico e che fa sorgere più di una domanda.
Una anomalia evidente, come è evidente l'anomalia dell'arroccamento di ASI su quei 'magazzini' nonostante il sì del Comune di Rimini al supermercato al dettaglio e a una quota accettabile di residenziale. E non si risponde alla domanda logica con 'questo è il nostro metodo di lavoro'. Qui più che 'processo alle intenzioni' siamo dalle parti delle intenzioni esplicite. In via Roma.
Dico chiaramente che l'interesse di ASI, così come di chicchessia, non verrà mai prima di quello della città e ciò significa anche che la partita dell'area 'nuova Questura' sarà giocata nell'ambito di quello che serve a quel pezzo strategico di Rimini, che comprende anche lo stadio e la caserma 'Giulio Cesare'. Cosa significa? Significa ad esempio che nella riqualificazione del 'Neri', per la quale attendiamo in tempi auspicabilmente rapidi lo studio di fattibilità annunciato da imprenditori privati, vi è (a differenza della proposta originale di ASI) un evidente interesse pubblico. E questo, quando si arriverà al dunque, significherà che le aree attigue al nuovo 'Neri' dovranno essere a servizio dei residenti nel quartiere e delle esigenze di fruizione dello stadio rigenerato. Significa più parcheggi e più verde in quella zona. Su questo obiettivo, il Comune di Rimini indirizzerà la sua azione e i suoi concreti atti amministrativi per raggiungerlo. Tutti gli atti amministrativi, beninteso. Nessuno escluso, se sarà necessario.
Detto tutto questo, rimane la disponibilità al confronto, espressa anche ieri dall'assessore Frisoni. E, rimane anche quando ASI dichiara che attenderà l'esito dei ricorsi avanzati agli organi amministrativi di Giustizia (giusto e legittimo) e soprattutto quando afferma esplicitamente, durante l'incontro di poche ore fa, che attenderà il cambio di amministrazione comunale a Rimini. Pensa un po'. In ogni caso, nonostante le finezze relazionali a cui ormai ci ha abituato, ASI sarà sempre trattata da questa Amministrazione allo stesso stregua di tutti gli altri imprenditori che presentano una proposta.
Jamil Sadegholvaad
Il Piano strategico diventa Fondazione, parere favorevole in commissione
Il piano strategico di Rimini diventa Fondazione. Il primo passaggio, ieri in commissione consiliare, ha ottenuto parere favorevole. Ora toccherà al consiglio comunale dare definitività alla nuova forma amministrativa. Obiettivo sarà “rilanciare una discussione alta da portare come contributo al territorio” ha spiegato il presidente Maurizio Ermeti.
"Un'esperienza di pianificazione strategica per niente diffusa nel nostro Paese, per la quale di fatto Rimini rappresenta una sorta di singolarità. Non è esattamente vero che siamo gli unici a fare il piano strategico, ma la modalità e il successo riconosciuto anche esternamente all'esperienza riminese è oggettivamente una singolarità", così il presidente del piano strategico Maurizio Ermeti. ha presentato l'esperienza ormai ventennale ai consiglieri comunali presenti.
La programmazione strategica è una modalità di governance voluta dall'Europa negli anni Novanta, ha ricordato Ermeti, ritenendo che le programmazioni territoriali quinquiennali a cui sono, erano, abituati gli stati non fossero sufficienti a cogliere le sfide cui ci si apprestava, per esempio quella della globalizzazione. "Da qui l'invito a dotarsi di strumenti di partecipazione", con l'obiettivo di "portare avanti nel tempo progetti ambiziosi e complessi". Era una fase storica "simile" a quella attuale, ha sottolineato Ermeti. "I nuovi cambiamenti sono quelli ambientali, quelli climatici, quello generazionale (che preoccupa molto l'Occidente)". Avendo Rimini maturato la sua esperienza di programmazione strategica, "sarebbe bello poter continuare a metterla in campo", ha ribadito il presidente.
La trasformazione in Fondazione, "che chiediamo oggi, nasce dalla volontà di radicare maggiormente nel territorio questa esperienza, renderla più sinergica e proattiva con le istituzioni". Insomma, lo scopo sarà favorire "un ancora più diretto coinvolgimento nell'attività del piano da parte dei soggetti interessati, pubblici e privati, alle finalità della pianificazione strategica, attraverso un organismo più idoneo alla realizzazione degli scopi di interesse pubblico".
Cosa accadrà con l'approvazione del consiglio comunale e provinciale, della giunta della Camera di commercio e tutti gli enti interessati, della delibera? "Il soggetto privatistico sarà trasformato in una fondazione di partecipazione, per imparare a scegliere decidere e lavorare in una modalità condivisa anche nella sua forma amministrativa". In soldoni, adesso Forum ed Srl sono soggetti autonomi che si interfacciano con il comitato promotore composto dai soggetti pubblici". Il nuovo percorso prevede che "l'agenzia del piano strategico scompaia trasformandosi nella fondazione, al cui interno è previsto l'ingresso diretto da parte dei soggetti pubblici". Il forum "continua a vivere e a rilanciarsi nella propria attività con gli stakeolder territoriali che diventano (insieme agli enti pubblici) protagonisti della governance entrando nel cda della fondazione".
La fondazione piano strategico avrà un ruolo di acceleratore e innovatore territoriale con una "duplice missione. Da una parte essere soggetto di supporto a tutti i progetti e le attività dei soci istituzionali nel breve e medio periodo, in maniera più diretta ed efficace". Dall'altra, la fondazione continuerà a collaborare con il forum, "il luogo della partecipazione, per portare avanti le iniziative più visionarie e lungimiranti, il rilancio della prospettiva". In tal senso, nell'ultima assemblea del forum, di qualche giorno fa, si sono messi a terra i temi d'interesse, in particolare quello dei cambiamenti demografici e sul loro impatto sulla programmazione territoriale in termini di infrastrutture e servizi. Lavoro, turismo, giovani, identità, mobilità, legalità, equilibrio territoriale, ambiente e territorio, sono i restanti ambiti di dialogo.
Filomena Armentano
Turismo, buone le prenotazioni per Immacolata a Capodanno
A Rimini "sono in arrivo in città oltre 40mila presenze per gli eventi in svolgimento sul territorio" commenta la nuova direttrice di Visit Rimini, Coralie Delaubert. Saranno ospitati nei 400 hotel aperti in occasione del ponte dell'Immacolata. In vista del Capodanno, inoltre, annunciano da Visit Rimini, si "può già contare su un 10% in più di prenotazioni rispetto allo scorso anno, alla data odierna".
Dal doppio concerto di Laura Pausini al Palazzo dello Sport (Stadium Rimini) venerdì 8 e sabato 9 dicembre, che darà il via al suo World Tour per i 30 anni di carriera, all'inaugurazione dell'Ice Village, del grande presepe di sabbia al porto e di quello di sabbia e metallo sulla spiaggia di Torre Pedrera. Da Borgo Solidale, con oltre 30 associazioni di volontariato del territorio riminese, agli eventi fieristici e congressuali che culminano, già dal 7 dicembre, con Ginnastica in Festa - Winter Edition, la manifestazione sportiva della Federazione Ginnastica d'Italia, che torna anche quest'anno per le finali di diverse discipline.
E poi ancora teatro, danza, musica, mostre, visite guidate, parchi tematici in piena attività e mercatini di Natale: il ponte dell'Immacolata a Rimini viaggia a pieno ritmo, sia per quanto riguarda l'offerta di eventi e servizi della città, sia per quanto riguarda il sold out negli oltre 400 hotel aperti. Un buon viatico per il Capodanno più lungo del mondo che continua a registrare telefonate di informazioni e prenotazioni e che, anche grazie alla scelta e all'annuncio con largo anticipo del nome di un protagonista di primo piano per il concerto in piazzale Fellini, come Biagio Antonacci, .
Qualità della vita: a Rimini cala per il Sole24ore
Oggi 'Il Sole 24 Ore' ha pubblicato la sua classifica sulla qualità della vita nelle province italiane. Il quadro dipinto racconta di una Rimini che passa dal 46esimo al 51esimo posto. Non va molto meglio in Regione. Otto delle nove province perdono terreno comparate allo scorso anno e Rimini tra queste. Fa eccezione solo Modena.
Strano ma vero. Eppure solo due settimane fa il quotidiano 'Italia Oggi' segnalava la crescita delle province emiliano-romagnole proprio nella qualità della vita e sulla base degli stessi indicatori. Ne era risultato che il territorio riminese aveva guadagnato, da un anno all'altro 16 posizioni rispetto al 2022, collocandosi al 21esimo posto su 107. "Nulla di inedito visto che è ormai tradizione che le due ricerche, nonostante si fondino su numeri, diano risultati spesso agli antipodi", commenta il presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad.
Per Sadegholvaad "più che un commento sulle ricerche, quasi impossibile vista la difformità delle analisi e dei risultati, è più utile concentrarsi su quelli che possono essere trend utili a tentare una fotografia aggiornata della situazione nei 27 Comuni della nostra provincia. Rimaniamo un territorio fondamentalmente vocato al risparmio (20esimo posto nell'indicatore dei depositi bancari delle famiglie consumatrici) ma, a causa probabilmente della crisi pandemica che si è abbattuta per quasi 3 anni soprattutto sull'industria trainante, che è il turismo, abbiamo cominciato a intaccare quel gruzzolo, con una variazione in negativo dell'8,1 per cento tra 2022 e 2023".
Resta attivo il saldo tra imprese nuove e fallite (rispettivamente 13esimo e 41esimo posto) mentre è basso il tasso di imprenditorialità under 35 (99esimi). Sul fronte del benessere di vita, la provincia di Rimini è tra quelle che garantisce la più alta speranza di vita alla nascita (settima), ha un'alta percentuale di laureati (11esima) andando a ribaltare un dato storico negativo, ma ha un tasso di fecondità e un quoziente di natalità non troppo brillanti (79esima e 63esima). Rimane alta la pagella dell'ecosistema urbano (13esimi assoluti), bene il posizionamento tra le amministrazioni digitali (20esimi), incoraggiante la 12esima posizione per scuole accessibili e il podio (terzo posto) nelle riqualificazioni energetiche.
Sul fronte della sicurezza, il punto dolente per la provincia di Rimini in ognuna di queste ricerche da 30 anni a questa parte, "rimaniamo agli ultimi posti (106esimi) per reati denunciati ma, come avvertono nella legenda sia Italia Oggi che il Sole 24 Ore, va considerata una maggiore propensione alla denuncia da parte di tutte le province del Centro-Nord (si collocano tutte oltre la 90esima posizione) a cui aggiungiamo per quanto riguarda il nostro territorio l'incidenza dei flussi turistici che, se considerato, cambierebbe e non di poco questo dato".
Altrettanto tradizionale, dall'altra parte della bilancia, l'indicatore 'Cultura e Tempo Libero' che ci vede risalire alla terza posizione finale grazie al quarto posto per 'offerta culturale', al terzo per 'ingressi a spettacoli', al quinto per 'palestre, piscine e stabilimenti termali', al terzo per 'librerie', al 17esimo per 'indice di sportività'. Anche quest'anno dunque siamo nella norma nella rappresentazione dei 27 Comuni della provincia di Rimini: rimane un territorio sostanzialmente ricco e attrattivo (basti considerare, in negativo, le altissime posizioni per prezzo medio di vendita delle case e dei canoni medi di locazione) ma in cui la crisi del Covid non ha ancora cessato la sua onda lunga, costringendo le famiglie a intaccare i risparmi, a dimostrazione indiretta di quanto la filiera turistica ancora pesi per la nostra area.
"Sicurezza e tempo libero sono due conferme, in senso opposto. Sul primo, al di là della evidente distorsione statistica, occorre per l'ennesima volta rimarcare come, dopo 30 anni anche di queste ricerche dai risultati sempre uguali, non vi sia mai stato da parte dello Stato italiano l'adeguamento degli organici di polizia e delle relative dotazioni strutturali necessario e richiesto a più voci e da qualunque Governo locale. Se è vero che nel 1997, un quarto di secolo fa, i reati denunciati nella nostra provincia furono 29.657 mentre nel 2022 lo stesso dato si è fermato a 21.118 ed erano ancora 24.681 nel 2012, resta lì sul tappeto l'evidenza di un potenziamento concreto delle strutture e degli organici delle forze dell'ordine nelle aree attrattive e ad altissima intensità turistica su cui oggi, a seguito della pandemia, si riversano con progressività crescente ulteriori criticità sociali. Sul fronte della cultura v'è la dimostrazione che la candidatura a Capitale Italiana 2026 non è dovuta tanto o solo al potenziamento dei presidi culturali pubblici, ma a una partecipazione davvero diffusa della fruizione culturale da parte dei residenti. Detto tutto questo, rimane fermo l'assunto iniziale: prendiamo queste classifiche, nel bene e nel male, per quello che sono. Contraddizioni tra loro comprese", commenta Sadegholvaad.
A San Girolamo un "incontro umano imprevisto"
Il Teatro di San Girolamo a Marina Centro è gremito da più di un centinaio di partecipanti, come non capita di frequente per le iniziative parrocchiali. Sono presenti anche alcuni giovanissimi, oltre a diversi adulti ai quali si aggiungono non pochi amici del relatore e altri riminesi incuriositi dalla proposta.
Tutti ad ascoltare il prof. Wael Farouq, docente di lingua e letteratura araba all’università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Titolo della serata: Un incontro umano imprevisto. La scoperta che l’altro è un bene. Egiziano, di fede musulmana, Wael, non ancora cinquantenne, sposato con tre figli adolescenti, precisa che da ventisei anni la sua vita è segnata dall’esperienza di amicizia con tanti cristiani cattolici, in una trama di rapporti sviluppatasi a partire dall’incontro con uno studente italiano al Cairo, quando Farouq era giovanissimo insegnante. Wael conosceva bene l’occidente, ed era cresciuto in un antico quartiere cristiano. Ma non è l’attrattiva della cultura occidentale o il fascino dei valori cristiani a muoverlo. In quell’incontro si accorge di qualcosa di diverso, che non aveva mai visto prima. Quello studente non corrisponde allo stereotipo dell’italiano – solitamente elegante, amante della buona cucina e in compagnia di belle donne – ma sembra piuttosto un americano per come si veste e lo sorprende perché non ha una compagna. Poi capirà che appartiene ai Memores Domini (uomini e donne, laici appartenenti al movimento di CL, che vivono in povertà, verginità e obbedienza).
«Questo ragazzo ha un particolare – racconta Farouq – non appartiene a una ideologia o a una grande tradizione, ma ad una presenza. Quello che ho visto non deriva da uno che è convinto da un’idea e che crede in una teoria, ma da uno che ha vissuto un’esperienza. Il suo cuore è stato allenato lentamente nel tempo, generando una capacità straordinaria di vedere il bene».
Questo incontro introduce una novità assoluta nella vita di Wael, che nella dialettica delle dispute con i suoi studenti cristiani si divertiva a «tentare di demolire la loro fede», come racconta ironicamente. «Nel dibattito posso discutere la teologia della Trinità, ma se uno apre i tuoi occhi facendoti vedere una cosa bella non puoi negarla, non puoi dire “no, non è vero”».
Cosa ha colpito realmente Farouq? «Lui aveva questo sguardo che mi ha fatto capire una bellezza. Io mi fermavo e chiedevo: “che bellezza vedi in questo?”. Facendo così riuscivo a vedere una bellezza che prima non vedevo. Uno sguardo che non dà una risposta, ma uno sguardo che genera una domanda e una domanda che guida una verifica. Una verifica che fa crescere il cuore e lo rende in grado di conoscere la bellezza della sua esistenza. Questo è l’incontro: un’esperienza che richiama una presenza, che si può incontrare veramente quando uno ti fa aprire gli occhi».
Da qui si sviluppa una storia fatta di incontri e di rapporti decisivi per la sua vita, di cui Rimini è una tappa fondamentale. Wael racconta di come si stupì per la libertà e l’apertura con cui fu invitato a parlare al Meeting, con il quale si è coinvolto fino a proporre lui stesso il Meeting del Cairo con volontari musulmani e ad appassionarsi a Il senso religioso di don Luigi Giussani, dal 2006 tradotto in lingua araba e diffuso anche in ambienti di fede musulmana.
«Non ho ancora cinquant’anni e da ventisei anni vedo questa esperienza – racconta ancora stupito Wael – praticamente tutta la mia vita da persona adulta, grazie a Dio. Questo incontro mi ha fatto riscoprire chi sono». Mentre Farouq continua il suo racconto cresce una familiarità, è come se condividessimo da sempre l’esperienza decisiva della nostra esistenza. Succede, non è l’esito di una riflessione. Non c’è, infatti, contenuto da lui proposto che non fiorisca dall’esperienza vissuta e, così, si precisa cosa significa affermare che l’altro è un bene. «Nessuno può dire che “l’altro è un bene per me” se non è consapevole del proprio io, della propria identità. Quello che ho capito dalla mia esperienza è che solo un “io” che vive la propria identità, che non crede in una teoria – perché anche il cristianesimo può diventare una ideologia – ma vive un’esperienza, può incontrare l’altro. Ho amici cristiani “buonisti”, che mi chiedono come fare a incontrare i musulmani. Io rispondo semplicemente che basta essere cristiani».
Ascoltando Wael anche noi ci siamo sorpresi a capire chi siamo. L’annuncio cristiano non è una teoria o una ideologia, ma un fatto che si scopre nell’incontro con una umanità che attrae. Così anche l’incontro umano con Farouq ci restituisce la nostra identità, facendoci imparare quello che crediamo già di sapere.
In questo cambiamento d’epoca, in cui è sempre più evidente che la cristianità è finita, scopriamo un germoglio di novità che ci testimonia come il cristianesimo sia vivo e presente. Per comunicarsi non ha altra forza se non l’impatto umano con l’esperienza di chi lo vive. Lo affermò Luigi Giussani intervenendo al Sinodo sui laici del 1987: «Ciò che manca non è tanto la ripetizione verbale o culturale dell’annuncio. L’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata». Nell’incontro con Wael Farouq lo abbiamo riscoperto, non perché ci è stato spiegato ma in quanto è accaduto.
Quello che abbiamo vissuto, in questo momento drammatico della storia, è una speranza per tutti. Non abbiamo altro da offrire a noi stessi ed ai nostri fratelli e sorelle, uomini e donne del nostro tempo.
don Roberto Battaglia,
parroco di San Girolamo
Via Bassi, l'amministrazione "rischia di confondere l'interesse pubblico con quello politico"
"Quello che è tristemente emerso è che l’amministrazione, contrariamente a quanto le piace affermare, pare disposta a lasciare quell’area così come si trova per diversi anni, rimandandone la programmazione urbanistica al PUG su cui, peraltro, essa stessa è in grave e colpevole ritardo. E’ poi emerso che l’amministrazione, "si rifiuta di motivare la asserita insussistenza di interesse pubblico all’approvazione del progetto, trincerandosi dietro un “no” privo di ragioni ed evitando di controbattere alle osservazioni ed alle analisi puntuali fornite dal privato, che ad oggi, rimangono gli unici elementi di istruttoria con cui possiamo confrontarci".
Alla minoranza consiliare, invece, "interessa riqualificare quell’area (anche se non ad ogni costo ovviamente) e ci interessa che l’individuazione dell’interesse pubblico non avvenga in modo arbitrario e iniquo. E soprattutto non motivato. Si rischierebbe di “confondere” l’interesse pubblico con quello politico”. Le conseguenze di un simile modello di governo, spiegano i consiglieri di minoranza, "sarebbero pericolosissime per la città. Lo sono, anzi. E lo sono già state in passato. Ci auguriamo che il Sindaco voglia distinguersi; diversamente non farebbe altro che giustificare i processi alle intenzioni che da più parti gli vengono mossi in città".