Bolkestein e mare libero, sabato incontro a piazzale Kennedy
(Rimini) Le concessioni nel loro versante di «marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative» dovranno essere rimesse a gara entro il 31 dicembre 2023, data in cui andranno a scadenza le attuali. Le linee guida della nuova riforma sono state varate dal governo Draghi, nel nuovo decreto concorrenza, e "ci aspettiamo un dibattito parlamentare molto feroce in cui la lobby dei balneari metterà in campo tutti i suoi legami politici per, gattopardescamente, far si che tutto cambi per non cambiare nulla". Sono le parole di Usi/Usi-Cons Rimini e Slang-Usb Rimini, promotori di un incontro pubblico che si terrà sabato alle 17 in piazzale Kennedy a Rimini. Parteciperanno Roberto Biagini del Coordinamento Nazionale Mare Libero, Francesco Bugli del comitato Mai più sfruttamento stagionale Usb
e Stefano Lucchi di Usi Usi-Cons.
"Si recepisce, in sostanza, la direttiva europea Bolkestein del 2006 che impone una liberalizzazione delle concessioni nel settore turistico, mettendo virtualmente in concorrenza i piccoli capitali italiani con il capitale transnazionale; la nostra preoccupazione va ovviamente a tutti quei lavoratori e lavoratrici stagionali che saranno coinvolti nel processo. Abbiamo visto recentemente gli esponenti del partito democratico emiliano-romagnolo scendere in piazza insieme alle associazioni datoriali dei balneari, sposandone le parole d'ordine. Crediamo sia profondamente problematico che chi dovrebbe tutelare l'interesse pubblico scenda a fianco di una vera e propria lobby che da decenni fa il bello e cattivo tempo sul suolo pubblico".
L'altro punto "è quello di mettere in campo una reale tutela per salute e sicurezza dei lavoratori, sappiamo infatti che questo settore è caratterizzato da forti tassi di lavoro nero e grigio ed occorre avviare una vera e propria battaglia per l'emersione dei diritti. Estremamente problematico è parlarne in astratto, in un settore con giornate lavorative che raggiungono anche le 14 ore, e dove non vengono riconosciuti il diritto alla malattia e al giorno di riposo, generando una potenziale ecatombe di incidenti sul lavoro ed un rischio concreto per la vita di chi è impiegato nel settore, il tutto in nome dell'intoccabile profitto delle economie turistiche. Il punto per noi rimane immaginare una gestione pubblica del patrimonio demaniale nel rispetto dei diritti lavorativi, dell'ambiente e della necessità di avere spiagge a libero accesso fruibili da tutti e tutte".
Terzo settore e servizi sociali, a Rimini la sussidiarietà diventa regolamento
Il comune di Rimini sarà uno dei primi in Romagna ad approvare un regolamento per la collaborazione con gli enti del terzo settore. L’assessorato alla protezione sociale del comune con il contributo di ConfCooperative, LegaCoop e VolontaRomagna ha deciso di mettere nero su bianco il valore della sussidiarietà nella cura del bene comune dettando le regole su cui dovrà basarsi il futuro metodo di lavoro dei servizi sociali.
“Ci dobbiamo adattare a una realtà che continuamente cambia e possiamo farlo solo insieme”, spiega l’assessore Kristian Gianfreda. “Cambiano i bisogni e cambiano anche le categorie di persone in difficoltà. il regolamento serve a cogliere il cambiamento e mettere gli uffici del comune al passo con i tempi”. Scendendo nel dettaglio, le politiche dei servizi sociali saranno guidate dal contributo di associazioni, cooperative e fondazioni, chiamate a collaborare a specifici tavoli di lavoro sia in fase di programmazione sia di progettazione. “E’ un punto di partenza affinché i servizi necessari non restino impigliati nelle maglie della nostra burocrazia. E’ uno strumento sobrio e concreto per le attività del nostro assessorato”.
L’obiettivo del regolamento, che si compone di 8 articoli, è agevolare forme di confronto e di condivisione tra il Comune di Rimini e l’apparato sociale cittadino in modo da ‘miscelare’ le diverse esperienze e capacità. Agli enti del terzo settore spetterà la centralità degli interventi, in quanto, come riporta la delibera, sono “rappresentativi della ‘società solidale’ e costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale” e dunque “in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi (altrimenti conseguibili in tempi più lunghi e con costi organizzativi a proprio carico), sia un’importante capacità organizzativa e di intervento”.
Il modus operandi, entrando un po’ più nel dettaglio, si compone di due fasi principali: da un lato la co-programmazione “finalizzata all'individuazione, da parte della pubblica amministrazione procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili” e, dall’altro, la co-progettazione “finalizzata alla definizione ed eventualmente alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni definiti, alla luce degli strumenti di programmazione”. In sintesi, la prima fase è volta a individuare i bisogni e la seconda a definire le risposte. Nell’articolo 5 del regolamento, inoltre, si apre il capitolo sugli “Aspetti economici della co-progettazione”, che possono essere di vario tipo: risorse economiche, beni immobili e mobili, o risorse umane.
“L’obiettivo è anche quello di essere più veloci nella risposta ai bisogni reali”, spiega Alfio Fiori di Legacoop. “Su questo il comune di Rimini è comunque sempre stato un anticipatore dei tempi”. Katia Gulino di Confcooperative fa notare come si sia di fronte a una “legittimazione del terzo settore. Chiediamo ora un ulteriore sforzo affinché i funzionari del comune siano aiutati nell’applicazione costante ed efficace del regolamento”. Maurizio Maggioni di Volontaromagna ricorda la ricaduta del regolamento su tutti i comuni del distretto sanitario nord della provincia, di cui Rimini è capofila. “Si parla di una paltea di oltre 500 soggetti interessati”.
Il regolamento ha ottenuto il parere favorevole della commissione competente e sarà sottoposto all’approvazione definitiva nel corso del primo consiglio comunale disponibile.
Riccione, al Tondelli torna la danza
(Rimini) Grande successo per Eden, la performance-evento che domenica 24 e lunedì 25 aprile ha riportato il pubblico allo Spazio Tondelli. Dalle 11 di mattina fino alle 10 di sera, il teatro riccionese – in piena ristrutturazione – ha accolto nel suo cantiere i danzatori del gruppo mk, impegnati in una coreografia firmata da Michele Di Stefano, artista di fama internazionale già premiato con il Leone d'argento alla Biennale Danza di Venezia. Tutte esaurite le repliche della performance, una danza onirica e segreta eseguita da un solo danzatore per un solo spettatore alla volta.
Rappresentazione del primo incontro fra due persone, la coreografia di Michele Di Stefano ha trovato nello Spazio Tondelli un ambiente pieno di suggestioni, un cantiere creativo nel senso letterale del termine, capace di allargare verso nuovi orizzonti l'interpretazione degli spettatori e dei danzatori che si sono alternati in scena. Diviso fra i segni del passato e l'attesa del futuro, il teatro in costruzione grazie a un gioco sapiente di luci e ombre si è trasformato in un eden sui generis, materico e primordiale, che agli spettatori ha di volta in volta ricordato un paesaggio desertico e lunare, una spiaggia avvolta dalla notte, un'imponente cattedrale gotica. Al suo interno, è andata in scena una celebrazione dei sensi, della bellezza dei corpi e della potenza rigenerativa del gesto.
La performance riccionese, a cura di Lorenzo Conti, ha rappresentato una novità anche per il gruppo mk. Per la prima volta infatti lo spettacolo lasciava gli spazi scenici tradizionali approdando in un teatro in divenire, un cantiere a tutti gli effetti. In quegli stessi luoghi Michele Di Stefano si era esibito una ventina di anni fa, ai tempi in cui lo Spazio Tondelli ancora si chiamava Teatro del Mare. Il suo legame affonda però ancora più indietro nel tempo. In una lettera consegnata a ogni spettatore al termine della performance, Di Stefano ha ricordato il suo rapporto con la città, iniziato già durante l'adolescenza: "Quando sono venuto qui per la prima volta era l'inizio degli anni ottanta, puoi immaginare come fosse, c'era una certa mitologia nell'aria, un'estate a Riccione... dopo un giorno avevo già trovato chi come me gironzolava per la città a caccia di una via di fuga, tempo due giorni ed eravamo più di cinque... un'attrazione nell'aria mi confermava che ero nel posto giusto dove ripensare la mia vita all'ombra di una piccola comunità temporanea, a Riccione ad agosto. E così è stato, questo è il posto dove mi sono reinventato". Ancora oggi la città regala emozioni simili: "Ogni volta che torno qui ho quella sensazione nel corpo. Inventa la tua vita, cedi allo spazio, il mare sta lì apposta, questa atmosfera un po' selvatica pure. D'inverno, d'estate questo posto mi fa sempre venir voglia di fare una deviazione e sparire in una nuova vita. Non c'è psicologia nella danza che hai appena visto, ma c'è di sicuro questa deviazione, esporsi per sparire, prendere il largo ed essere allo stesso tempo così intimi."
La deviazione riccionese di questo maestro della danza internazionale è destinata a prolungarsi. Nell'autunno prossimo Michele Di Stefano sarà infatti tra i protagonisti del 26° Riccione TTV Festival, rassegna con cui dal 1985 Riccione Teatro indaga i rapporti fra arti sceniche e video, esplorando le forme più originali di innovazione teatrale. "Di incontrarti ancora qui, questo mi auguro poi, in una città dove il mio ricordo preciso è un moto turbolento dello spirito" conclude Di Stefano nella sua lettera. "Senti l'aria che c'è qui, come ti cambia l'umore?"
Santarcangelo, solidarietà della sindaca Parma ai lavoratori della filiera Amazon
(Rimini) La sindaca di Santarcangelo Alice Parma esprime la propria solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della filiera legata allo stabilimento Amazon di Santarcangelo, rinnovando l’impegno dell’Amministrazione comunale a proseguire il confronto nell’ambito del tavolo territoriale sulla logistica. La presa di posizione arriva in seguito allo sciopero indetto nella giornata di ieri (mercoledì 27 aprile) dai dipendenti delle aziende di fornitura in appalto del servizio di distribuzione delle merci.
"Dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa nazionale sulle relazioni industriali tra Amazon e i sindacati confederali della logistica nello scorso mese di settembre, che non riguardava i driver delle aziende terze, questi ultimi sono tornati a manifestare a circa un anno di distanza dall’ultimo sciopero per chiedere un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro", spiega Parma. "Come emerso dall’incontro svoltosi in Municipio a marzo 2021, infatti, le principali problematiche contrattuali e organizzative riguardano proprio le aziende e i lavoratori della filiera logistica, rispetto alle quali i sindacati promotori del presidio di ieri richiamano Amazon a una maggiore responsabilità".
Rinnovando "l’impegno a portare avanti il confronto periodico tra Comune, aziende e sindacati, la sindaca Alice Parma conferma che l’Amministrazione comunale continuerà a fare la propria parte anche nei tavoli istituzionali e nelle sedi di confronto con l’assessore regionale al Lavoro e allo Sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla".
Escalation in Ucraina, il Pd locale scrive a Letta:
(Rimini) Preoccupati dall'escalation nuclere paventata per il conflitto in Ucraina, il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti, il presidente della provincia Riziero Santi e il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, a nome dei sindaci e della comunità del pd riminese, hanno deciso di scrivere una lettera als egretario nazionale del partito, Enrico Letta, per render enote le peoccupazioni della base.
"Scriviamo questa lettera aperta per metterti a conoscenza della fortissima preoccupazione delle nostre comunità e della nostra gente riguardo il rapido e incontrollato crescendo di parole, dichiarazioni, atteggiamenti che conducono tutti nella drammatica direzione di una escalation bellica allargata al livello globale.
Le ultime ore, in tal senso, sono state indicative per quanto devastanti. Diversi leader o portavoce di Paesi europei e non europei hanno depositato con estrema leggerezza ai media affermazioni in cui esplicitamente si parla di 'guerra nucleare'", si legge nella lettera.
"Quello che per decenni è stato anche un tabù lessicale, figlio della tragedia dell'ultima guerra tra continenti e della successiva ricostruzione di un orizzonte libero, democratico, non violento, ora è diventato argomento normale di dibattito in tv, sui giornali e ogni altro mezzo di comunicazione. Se la diplomazia e la politica si trasformano in una arena governata da impulsi vuoti di razionalità, il rischio è quello di un progressivo scivolamento per forza d'inerzia in una mobilitazione bellica generale. Una sorta di irresponsabile sonnambulismo della ragione che ormai perimetra quell'azione diplomatica necessaria, ostinata e determinata nei confronti della Russia di Putin, feroce, ingiustificato e ingiustificabile invasore dell'Ucraina, esclusivamente nel campo delle dotazioni belliche per riforniscano il popolo invaso".
"La storia ci insegna che questa non può e non deve essere l'unica strada. Spesso, anche nel Partito democratico, viene preso a modello fondante una figura come quella di John Fitzgerald Kennedy. Proprio il Presidente americano seppe risolvere, insieme al suo corrispettivo sovietico Kruscev, la drammatica crisi dei 13 giorni facendo valere fino all'ultimo secondo di un countdown che pareva inesorabile la forza e l'evidenza razionale di una trattativa che avrebbe evitato al mondo di scivolare in una nuova e più terribile guerra".
"Qualcuno ha detto che 'una nuova guerra comincia quando si perde memoria di quella precedente'. Ma nell'escalation verbale di questi giorni e di queste ore si apre una voragine ancora più sconcertante della sola amnesia: è la banalità degli argomenti, l'approccio quasi ludico alla complessità e alla sofferta sedimentazione in anni di temi come la geopolitica, la quasi totale assenza della valutazione dei danni umani e materiali di un conflitto allargato a trazione nucleare".
Evidentemente la cultura della superficie, e cioè che qualunque argomento possa essere ridotto e svilito a un poco informato confronto 'o bianco o nero', si è inserita anche in questa che non può che essere la discussione delle discussioni. Per questo, caro Enrico, ti scriviamo, essendo il Partito Democratico ormai l'unica forza politica popolare che ha esplicitamente nel suo dna e nella sua pratica il mezzo e il fine del confronto. Se le Agorà del PD sono i nuclei di una discussione allargata, in cui partito e società tutta trovano il tempo e le ragioni di una dialettica tra idee e quindi sintesi, allora su un tema così importante come una terza guerra mondiale già buttata lì come ipotesi deve essere affrontato e discusso negli ambiti nazionali, regionali e locali".
"Francamente non sappiamo individuare alcun argomento superiore a questo per riunire le nostre Agorà e discutere. Crediamo che oggi, ora, il contributo più alto e grande che possa dare il PD, architrave della nostra democrazia e della repubblica, debba essere la discussione libera e partecipata a una domanda sul presente e sul futuro, sulla pace, sulla diplomazia, ricercando fino all'ultimo la possibilità che non scada il countdown nell'indifferenza generale".
28 aprile
Tiberio chiuso senza alternativa | Bullismo, video choc | Ucraini, continua la solidarietà
Viabilità: non c’è ancora un’alternativa al ponte di Tiberio chiuso
Viabilità, non c’è ancora una risposta adeguata alla chiusura del ponte di Tiberio. E’ emerso ieri sera nel corso del consiglio comunale tematico convocato a seguito di una mozione proposta da Gioenzo Renzi di Fratelli d’Italia.
Gli effetti sul traffico riminese a seguito della chiusura al traffico del ponte e di buona parte del lungomare, senza che siano state offerte adeguate alternative, sono evidenti nelle code quotidiane di auto, mai viste, fino a qualche mese fa, se non nei mesi estivi e in occasione delle fiere. La situazione pesa anche sul centro storico, dove a fare le spese maggiori sono i residenti di via Ducale e del rione Clodio, sottoposti a livelli di traffico inadeguati per quella che è una stradina medievale, dopo il cambio di senso di marcia lungo via Bastioni Settentrionali.
Il problema più rilevante è che ad oggi non esiste risposta alternativa da parte dell’amministrazione. E’ il consigliere comunale della Lega Luca De Sio a porre una domanda diretta. Le prime chiusure del ponte di Tiberio, ricorda De Sio, “risalgono al 2019. Non mi sembra ci fossero ragioni di particolare urgenza, che il ponte fosse crollato, per esempio, o l’esistenza di uno studio che ne annunciasse l’imminenete crollo”. Del resto, “di alternativa al ponte di Tiberio si parlava già nel secolo scorso. Poi siamo arrivati al 2019, anno in cui si è deciso di fare probabilmente un passo più lungo della gamba. Sono passati altri tre anni e non si è davvero capito quale sarà l’alternativa e soprattutto se c’è realmente l’intenzione di realizzarla”. Nel corso della giunta Ravaioli, “per esempio, si era fatto uno studio di fattibilità per il nuovo ponte e anche per un ipotetico tunnel. Siamo tutti d’accordo sul fatto che il ponte di Tiberio andasse pedonalizato, che il luogo adesso sia più bello di prima, ma chiedo attenzione particolare per questo tema, e trasparenza”.
De Sio ha poi chiesto: “Esiste uno studio per un ponte? Diteci da dove inizia e dove finisce. State verificando per un tunnel? Diteci dove inizia e dove finisce. Esiste uno studio per cui il tunnel non è fattibile? Bene, ditecelo. Altrimenti quello che risulta evidente è che non abbiate idea di quello che state facendo ed è preoccupante”.
Una domanda chiara a cui una risposta altrettanto chiara non arriva. “Abbiamo in cassa 10 milioni 700mila euro”, dice l’assessore alle opere pubbliche Mattia Morolli. Ed è una buona notizia. “Questi soldi ci sono, ora il tema è come non sbagliare l’investimento. Dal punto di vista demografico Rimini negli ultimi sette anni ha perso il 25% di natalità, ma la città è cresciuta grazie alla sua attrattività”. Una città che si allarga fuori dal centro storico, “dorme a nord e lavora principalmente tra via Jano Palco e via Rodriguez. E’ la città che cambia”. Cambiamenti sono stati dati negli anni dal nuovo palacongressi, dallo spostamento della questura, dallo sviluppo della fiera. Cambiamenti sono continuamente in vista, come i nuovi insediamenti in via Macanno e via Casti, la piscina che dallo stadio arriverà a Viserba, le richieste per nuovi edifici direzionali.
“Il ragionamento del tunnel è fuorviante. Se vogliamo togliere le auto dal centro storico, non è pensabile immetterle proprio in centro storico creando appositamente un tunnel”. L’assessore guarda invece a “quartieri come l’Ina Casa con tutti i servizi che ospita, le scuole, la provincia”. Proprio la provincia qualche anno fa ha approvato un piano territoriale di coordinamento a cui l’amministrazione guarda come a una bussola per capire in che direzione andare “per non sbagliare”. “Siamo in un dialogo forte con la provincia per capire le possibilità col ptcp attuale su dove collocare questo ponte, che è strategico, ha delle funzioni e deve essere incentivante e utilizzato”.
L’intenzione dell’amministrazione è “tenere fermo il punto che il ponte di Tiberio non si riapre al traffico, lavorare per tutti gli accorgimenti puntuali che si possono fare per migliorare la fluidificazione dell’asse che dalla circonvallazione va verso Borgo Mazzini a scendere fino all’arco d’Augusto fino al Settebello e via Roma, anche con la creazione di assi paralleli”, spiega l’assessora Frisoni. Nel tempo che intercorrerà fino alla realizzazione del nuovo ponte, “con l’opportuno allontanamento del traffico dal centro storico, si lavorerà per trovare un equilibrio il più possibile soddisfacente in una visione generale della città e di tutti i suoi bisogni”.
L’esito del cosiglio è stato quello della bocciatura della mozione di Renzi, con la minoranza favorevole e la maggioranza contraria. Tra le soluzioni proposte da Renzi c’era in particolare di attivare e ampliare la ztl su corso d’Augusto e via Ducale, dalle 8 ore notturne previste, ad almeno a 16 ore (diurne e notturne), facendo sua la richiesta dei residenti. Tra le proposte anche quella di ripristinare l’originario senso di marcia monte-mare lungo via Bastioni Settentrionali. Cosa possibile o riaprendo temporaneamente il ponte di Tiberio, solo in attesa di una soluzione alternativa, oppure attuando la percorrenza su via Roma, con accesso mare-monte su via Bastioni Orientali, quest’ultima con doppio senso di marcia, in modo da creare un’alternativa a via Tripoli. Altre soluzioni sono state proposte da Carlo Rufo Spina, che ha presentato un suo ordine del giorno, che sarà discusso prossimamente.
Danza, al Galli il Don Chisciotte del Ukrainian Classical Ballet
(Rimini) Rimini danza per la pace e per la solidarietà. Il Teatro Galli, in collaborazione con ATER Fondazione, si prepara ad ospitare sul suo palcoscenico l'Ukrainian Classical Ballet, il corpo di ballo di Kiev, ospite in queste settimane dei teatri della regione. L'appuntamento è per mercoledì 18 maggio (ore 21) quando la compagnia ucraina presenterà al pubblico riminese il Don Chisciotte, balletto in tre atti sul celebre romanzo di Miguel de Cervantes, su musica di Ludwig Minkus.
Ukrainian Classical Ballet raccoglie artisti delle compagnie ucraine più prestigiose: Opera Nazionale dell'Ucraina Teatro "Taras Shevchenko", Teatro del Opera e Balletto di Odessa, Teatro Accademico di Kharkiv e Opera Nazionale di Lviv. Uno spettacolo di alto valore artistico che rappresenta un gesto concreto di solidarietà, permettendo agli artisti e alle maestranze del corpo di ballo di continuare a esibirsi e quindi di lavorare, in questo lungo periodo di lontananza dal loro Paese martoriato dalla guerra.
In questo allestimento del Don Chisciotte, con le coreografie di Marius Petipa riprese da Victor Litvinov, saliranno sul palco tra gli altri Olga Golytsia, pluripremiata Étoile dell'Opera Nazionale dell'Ucraina 'Taras Shevchenko', nel ruolo di Kitri, protagonista di questo lavoro. Mentre il romanzo di Miguel de Cervantes pone al centro le avventure di Don Chisciotte, un cavaliere appassionato di romanzi cavallereschi, tanto da confondere la sua vita con la storia delle sue letture, il balletto invece si concentra principalmente sulla storia della bella Kitri, figlia di un oste, che si innamora di Basilio, un barbiere squattrinato interpretato da Jan Vańa. La storia dunque si allontana dal romanzo di Cervantes, ma offre al balletto l'opportunità di eseguire variazioni di danza spagnola, portando elementi del folklore tipico di quella terra.
Con questo appuntamento anche Rimini e il Teatro Galli si inseriscono nel circuito di solidarietà creato dai teatri regionali e nazionali in sostegno degli artisti ucraini. Dopo la data riminese, grazie all'adesione di ERT / Teatro Nazionale, l'Ukrainian Classical Ballet sarà di nuovo in scena giovedì 19 maggio alle ore 21 sul palcoscenico del Teatro Bonci di Cesena con Giselle.
Statale 16: Europa Verde chiede di eliminare tratto da Igea a Santa Giustina
(Rimini) La giunta regionale valuti se rivedere il tracciato della variante Statale 16-Rimini Nord. La richiesta è della capogruppo di Europa Verde, Silvia Zamboni, che, nel question time, ha chiesto alla Regione di rivalutare i tracciato, "eliminando il tratto da Igea Marina a Santa Giustina, al fine di tutelare un'area di alto valore agricolo e ambientale e preservare l'economia del territorio, come richiesto da comitati di cittadini e aziende agricole". Alla capogruppo ha risposto il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Davide Baruffi, che ha confermato "l'avvio del procedimento entro l'estate del 2022, è in corso la definizione del primo dei quattro lotti, di 7 chilometri l'uno, in cui è suddiviso il progetto". Baruffi ha spiegato che il governo ha concesso una proroga alla Via (Valutazione di impatto ambientale), chiesta da Anas, fino al marzo del 2023. "In vista della Conferenza dei servizi - ha proseguito il sottosegretario - si sono già svolti incontri tra Anas, Comune e Regione. La giunta conosce i problemi degli agricoltori e lavora per ottimizzare il progetto e ridurre impatto sui terreni agricoli".
Zamboni si è detta "non pienamente soddisfatta, anche se sembra ci sia lo spiraglio per un trattativa della Regione, con le associazioni degli agricoltori, al fine di rivedere parte del tracciato". Sulla stampa, ha sostenuto Zamboni, è apparso il progetto che, secondo la Provincia, impegna 300 milioni stanziati dal ministero delle Infrastrutture ed entro giugno la Conferenza dei servizi dove programmare le tappe. Il tracciato prevede oltre 25 chilometri di variante alla statale attuale, tra l'Adriatica e l'autostrada, dal confine con Bellaria Igea Marina a Misano. Un progetto di cui si parla da vent'anni.
Comitati locali, ambientalisti e agricoltori, ha ribadito la consigliera "esprimono forte preoccupazione per il futuro del territorio agricolo e delle imprese del settore e chiedono una revisione del progetto per salvaguardare l'area compresa tra Igea Marina (all'altezza dell'azienda agricola Bilancioni) e Santa Giustina. Classificata fino a pochi anni fa come Zona agricola speciale, si tratta di oltre 400 ettari di suolo pregiato (terreno scuro a bassissima percentuale di sabbia) ad alta vocazione ortiva (si produce il 40% di tutta la lattuga consumata in Emilia-Romagna)". Secondo Zamboni, l'asfalto "rischia di causare un disastro ambientale e di distruggere in modo irreversibile un'area unica" e costringerebbe molte aziende agricole a chiudere, con ripercussioni sulla produzione e sui lavoratori. Contraria anche Coldiretti, ha concluso la consigliera, secondo cui oltre a un centinaio di imprese a rischio sarebbe anche l'ambiente a causa dell'aumento di inquinanti (Pm10 in particolare).
Eolico off shore a Rimini, aperture dalla Regione
(Rimini) L'eolico offshore al largo di Rimini è stato oggetto del question time questa mattina in consiglio regionale. Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle, in particolare, ha presentato un'interrogazione a risposta immediata in aula per sapere "se la giunta regionale condivida il progetto di una centrale eolica offshore al largo di Rimini, con distanza dal litorale tale da annullarne o ridurne fortemente la visibilità dalla costa, contribuendo all'incremento della quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili".
Le modifiche rispetto al progetto iniziale, ha spiegato Piccinini, "terrebbero conto delle perplessità finora registrate, in particolare rispetto alla distanza dalla linea di costa, che sarebbe spostata da 6 a 9,5 miglia per il primo impianto, arrivando a 18 miglia per quello più lontano, riducendo fortemente l'impatto visivo. Le pale sono state inoltre ridotte da 59 a 51. Il progetto è stato presentato al ministero competente e al Comune di Rimini. L'impianto dovrebbe corrispondere a una potenza di 330 MW con possibilità di produzione su base annua di circa 710 GWh, che potrebbe soddisfare il fabbisogno elettrico di un territorio urbanizzato attorno ai 120mila abitanti. L'Istat ha rilevato che nel 2019 l'Emilia-Romagna è fra le ultime posizioni per consumo di energia da fonte rinnovabile, che nell'anno dell'analisi è stata pari solo al 20,5% dei consumi complessivi nel nostro territorio. L'eolico offshore può rappresentare per la nostra regione una fondamentale modalità di produzione di energia da fonte rinnovabile, affiancandosi in modo efficace alle prospettive legate al fotovoltaico".
A rispondere è stato l'assessore allo Sviluppo economico e green economy Vincenzo Colla. "La società Energia wind 2020 ha presentato istanza per l'autorizzazione nel marzo di due anni fa. Trattandosi di un impianto offshore non è richiesta l'intesa regionale ma le autorizzazioni competono ai ministeri competenti. Se il progetto sarà variato servirà la Valutazione di impatto ambientale (Via) ministeriale e a quel punto dovrà essere coinvolta anche la Regione che potrà esprimere la sua posizione. Poniamo grande attenzione al piano energetico e per questo vogliamo coinvolgere anche i territori e questa Assemblea".
La consigliera si è detta soddisfatta. "La risposta dice che c'è una volontà precisa di andare verso le rinnovabili per arrivare al 100% entro il 2035. Abbiamo bisogno di piccoli e grandi impianti, come l'eolico offshore. Il progetto di Energia wind, così come modificato, è un buon compromesso anche per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e aiuterà a raggiungere l'indipendenza energetica con ricadute anche turistiche se opportunamente valorizzato. I vantaggi saranno per tutto il nostro territorio".
Esprime soddisfazione per l'apertura a favore della realizzazione dell'impianto eolico offshore a Rimini da parte dell'assessore Colla nel corso dell'assemblea legislativa di stamani anche Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. "Le sue parole fanno seguito all'incontro della scorsa settimana tra il sindaco e l'assessora alla transizione ecologica di Rimini con i rappresentati di Energia Wind 2000, la società che ha proposto al Ministero delle infrastrutture il progetto della centrale eolica offshore al largo della costa riminese. Speriamo che finalmente si sia avviato un confronto costruttivo per realizzare questo progetto".
È noto che" Europa Verde da anni sostiene la necessità di realizzare questo impianto per concretizzare nella nostra regione la transizione energetica a favore delle rinnovabili. I tempi ci sembrano maturi per realizzare il progetto di riviera adriatica eolico-solare, un progetto che oltre a rispondere alla lotta ai cambiamenti climatici e all'obiettivo di autonomia energetica nel nostro paese può diventare anche un brand efficace per attirare l'attenzione dei turisti nord-europei notoriamente molto sensibili alle questioni ambientali. Nei mesi scorsi anche esponenti della Giunta avevano espresso perplessità rispetto al temuto impatto sulla skyline dell'impianto eolico off shore di Rimini. Le parole odierne dell'assessore Colla sul nuovo assetto dell'impianto che viene allontanato dalla riva rispetto al progetto precedente hanno aperto la strada a una valutazione positiva che ne favorirebbe la realizzazione. In Emilia-Romagna si prenda esempio dalla Puglia dove a Taranto qualche giorno fa è stato inaugurato il primo impianto eolico off shore italiano e di tutto il Mediterraneo. Speriamo che questo impianto inauguri un percorso virtuoso che potrebbe trasformare i mari italiani nell'hub del sud Europa per l'energia eolica grazie anche alle nuove tecnologie del settore offshore più performanti che in passato".